[1943]
Versi del poeta torinese Nino Costa (1886-1945)
Non credo che questa poesia sia mai stata messa in musica, ma si tratta comunque di una “complainte”, un poema che nasce di per sé come cantabile. Non ho perciò nessuna remora a proporla come CCG a tutti gli effetti.
Testo trovato su “Torino sotto le bombe, nei rapporti inediti dell’aviazione alleata”, di Pier Luigi Bassignana, Edizioni del Capricorno, Torino 2012. Originariamente nella raccolta intitolata “Tempesta”, pubblicata dalla storica casa editrice torinese Viglongo nel 1946, un anno dopo la morte del poeta.
“I temi della guerra e della vita sotto le bombe hanno trovato in Nino Costa un cantore attento e partecipe. Così, ad esempio, nella poesia An cròta (In cantina) sono descritte le ansie ma anche il coraggio dei torinesi che, chiusi nei rifugi, attendono la fine del bombardamento e la sirena del cessato allarme. Nel sonetto... (Continues)
Pioroma, 'nt l'ora neira dël destin (Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/10/28 - 10:52
Mi permetto di contribuire a commento alcune poesie di Nino Costa, tutte tratte da “Tempesta”, la raccolta che vide la luce per i tipi della torinese Viglongo pochi mesi dopo la sua morte. Il suo sguardo sulla guerra mi pare degno di poeti ben più noti di lui, come Calvino, o Brecht, o Tucholsky, o Kraus… Inoltre la guerra segnò personalmente e profondamente Nino Costa: il figlio Mario fu partigiano nella valli torinesi e cadde in combattimento il 2 agosto 1944 sul monte Génévris, sullo spartiacque tra Val Susa e Val Chisone.
Il padre non resse al dolore, morendo l’anno seguente a soli 59 anni.
LA MIA PATRIA L’É SLA MUNTAGNA
Novèmber 1943
A me fiöl Mario e a tüti i Partigian dla Val Chisun
La mia patria l’é sla muntagna
l’é sla muntagna sarvaja
cun j’Alpin ch’a dörmo sla paja
cun ij suldà sensa pan e sens’arma
ma cun l’anima fiera
perché a l’han nen tradì la bandiera.
La fioca... (Continues)
Un’altra poesia di Nino Costa sulla guerra, sempre dalla raccolta “Tempesta” pubblicata postuma nel 1946.
Versi che mi hanno subito portato alla mente altri neri stormi, quelli di Dove vola l'avvoltoio di Calvino e Liberovici.
CORNAJASS
Settembre 1940
Ale nèire 'd cornajass
da le nìvole an tempesta
con na gran cagnara 'd festa
calo giù 'n mes ai rivass.
Dai rivass, cogià për tèra,
come 'd ròba dësmentià
sangonanta e sbërgnacà
j'é la carn dij mòrt an guèra
e ij croass a fan baldòria
che për lor l'é na cucagna
quand ch'a treuvo sla campagna
ij profit d'una vitòria.
Dòp ël past ij cornajass
giro 'l vòl për d'àutre tère.
Daspërtut j'é 'd neuve guère
ch'ampinisso ij sò gavass.
L'é parej che 'l mond a gira
e Nossgnor l'é mòrt an Cros
përché j'òmini – scaros!
a rivèisso a costa mira.
Pòvre vite dij soldà
tuti fieuj ‘d n'istessa mama
tuti 'nvisch ‘d n'istessa fiama
che... (Continues)
Versi del poeta torinese Nino Costa (1886-1945)
Non credo che questa poesia sia mai stata messa in musica, ma si tratta comunque di una “complainte”, un poema che nasce di per sé come cantabile. Non ho perciò nessuna remora a proporla come CCG a tutti gli effetti.
Testo trovato su “Torino sotto le bombe, nei rapporti inediti dell’aviazione alleata”, di Pier Luigi Bassignana, Edizioni del Capricorno, Torino 2012. Originariamente nella raccolta intitolata “Tempesta”, pubblicata dalla storica casa editrice torinese Viglongo nel 1946, un anno dopo la morte del poeta.
“I temi della guerra e della vita sotto le bombe hanno trovato in Nino Costa un cantore attento e partecipe. Così, ad esempio, nella poesia An cròta (In cantina) sono descritte le ansie ma anche il coraggio dei torinesi che, chiusi nei rifugi, attendono la fine del bombardamento e la sirena del cessato allarme. Nel sonetto... (Continues)