Horizon
Combien de temps déjà
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envoyé par CCG Staff 22/10/2014 - 23:14
Parcours:
Des prisons du monde
24 ottobre 2014.
Due parole del traduttore, e forse anche tre. Poiché si tratta di un testo veramente arduo, in chiara forma di stream of consciousness, avverto che la traduzione è accompagnata da una serie di note che solo in parte sono « esplicative », mentre in alcuni punti riflettono le mie personali impressioni (che possono essere, ovviamente, diverse da quelle di altri). Proprio a tale proposito avverto anche che eventuali commenti esterni del tipo « la traduzione è sbagliata » o roba del genere saranno stavolta cassati senza pietà e sostituiti dall'invito pressante o a fornire una traduzione alternativa, o a andare al diavolo. Si tratta probabilmente della prima traduzione su questo sito per la quale ho dovuto servirmi anche di un dizionario tecnico, ma la cosa non mi stupisce : negli universi chiusi, concentrazionari, privi della minima libertà, l'attenzione ai dettagli tecnici di... (continuer)
Due parole del traduttore, e forse anche tre. Poiché si tratta di un testo veramente arduo, in chiara forma di stream of consciousness, avverto che la traduzione è accompagnata da una serie di note che solo in parte sono « esplicative », mentre in alcuni punti riflettono le mie personali impressioni (che possono essere, ovviamente, diverse da quelle di altri). Proprio a tale proposito avverto anche che eventuali commenti esterni del tipo « la traduzione è sbagliata » o roba del genere saranno stavolta cassati senza pietà e sostituiti dall'invito pressante o a fornire una traduzione alternativa, o a andare al diavolo. Si tratta probabilmente della prima traduzione su questo sito per la quale ho dovuto servirmi anche di un dizionario tecnico, ma la cosa non mi stupisce : negli universi chiusi, concentrazionari, privi della minima libertà, l'attenzione ai dettagli tecnici di... (continuer)
ORIZZONTE
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In margine. "Détroit" significa sì "stretto", ma anche "distretto" in senso però esclusivamente anatomico: le détroit du bassin. Si noti comunque che il nome della città americana di Detroit è francese ed è questa parola: le fu dato nel 1701 dal francese padre Louis Hennepin, prima al fiume su cui navigava in esplorazione (Rivière du Détroit "fiume dello stretto", dato che tale corso d'acqua attraversa il lago St. Clair e il lago Erie trovandosi come uno "stretto" tra i laghi Huron e Erie. L'insediamento originale, chiamato Fort Pontchartrain du Détroit, fu fondato da un signore il cui nome sarà poi pure legato all'automobile: Monsieur de Cadillac (al secolo Antoine Laumet de la Mothe). Certo, ora Detroit si pronuncia "ditròit" e non "detruà" (o meglio, "detruè" come si pronunciava il francese dell'epoca e ancora oggi il quebecchese); ma non avete sentito nulla, se non avete sentito un americano pronunciare il nome del lago Pontchartrain. Vabbè, come margine è stato un po' lungo.
Riccardo Venturi 25/10/2014 - 01:39
Credo proprio che se l'avessi saputo mi sarei già unito ai 75.000 che già non vogliono mai più vedere l'assassino Cantat esibirsi in pubblico. Non ha nemmeno pagato abbastanza per il suo, i suoi, orribili crimini, le morti di ben due sue compagne, una massacrata e uccisa e l'altra suicidatasi per la disperazione.
Io non voglio vederlo marcire in carcere, voglio solo che si guadagni la vita in una fabbrica o in una miniera, in modo anonimo, lontano dai riflettori, e non ci rompa mai più i coglioni con le sue parole inutili e la sua falsa arte.
Non mi sembra di chiedere troppo nè di essere giustizialista...
Chiedo a Marco Valdo M.I. - se condivide, se può e se vuole - di tradurre in francese questo mio messaggio per Cantat.
Io non voglio vederlo marcire in carcere, voglio solo che si guadagni la vita in una fabbrica o in una miniera, in modo anonimo, lontano dai riflettori, e non ci rompa mai più i coglioni con le sue parole inutili e la sua falsa arte.
Non mi sembra di chiedere troppo nè di essere giustizialista...
Chiedo a Marco Valdo M.I. - se condivide, se può e se vuole - di tradurre in francese questo mio messaggio per Cantat.
B.B. 14/3/2018 - 22:09
Non voglio entrare nella discussione, mi limito a postare invece una riflessione della cantante Melissmell che ho trovato interessante e che offre un punto di vista radicalmente diverso rispetto a B.B.
J’avais 8 ans en 1989
j’étais désespérée de voir ma famille souffrir sur les maux de plusieurs maladies qui frappaient mon frère ma sœur ma mère
une sorte d’épée de Damoclès sur nos gueules
j’avais une envie furieuse celle de disparaitre à jamais, car la vie n’a aucun sens et le monde est si cruel envers lui même et j’appartenais à une classe sociale si basse et si ignorée des élites
l’envie d’en finir
mais voilà je découvre cette musique, cette musique et ses maux et mots
je découvre et je deviens accro à cette musique, celle qui m’appelle, celle qui me relève, celle qui me console, celle qui me fait réfléchir, celle qui me donne des clefs pour mieux vivre et accepter le sort qui m’est... (continuer)
J’avais 8 ans en 1989
j’étais désespérée de voir ma famille souffrir sur les maux de plusieurs maladies qui frappaient mon frère ma sœur ma mère
une sorte d’épée de Damoclès sur nos gueules
j’avais une envie furieuse celle de disparaitre à jamais, car la vie n’a aucun sens et le monde est si cruel envers lui même et j’appartenais à une classe sociale si basse et si ignorée des élites
l’envie d’en finir
mais voilà je découvre cette musique, cette musique et ses maux et mots
je découvre et je deviens accro à cette musique, celle qui m’appelle, celle qui me relève, celle qui me console, celle qui me fait réfléchir, celle qui me donne des clefs pour mieux vivre et accepter le sort qui m’est... (continuer)
Lorenzo 14/3/2018 - 22:21
Bravo Lorenzo, non entrare nella discussione, c'è solo un percorso sulla violenza contro le donne su questo sito!
"Qui a purgé sa peine"??? L'omicidio della Trintignant è del luglio 2003, Cantat ha avuto la libertà condizionata nel 2007!
Io chiedo solo che sparisca e si guadagni la vita lontano dai palchi e dai riflettori. Se vorrà fare dei concerti per i suoi amici e i suoi cani nella sua casa di campagna, faccia pure!
Sempre se qualcuno non gliela brucia di nuovo...
Saluti
"Qui a purgé sa peine"??? L'omicidio della Trintignant è del luglio 2003, Cantat ha avuto la libertà condizionata nel 2007!
Io chiedo solo che sparisca e si guadagni la vita lontano dai palchi e dai riflettori. Se vorrà fare dei concerti per i suoi amici e i suoi cani nella sua casa di campagna, faccia pure!
Sempre se qualcuno non gliela brucia di nuovo...
Saluti
B.B. 14/3/2018 - 22:33
Deux mots à propos de l’affaire Trintignant – Cantat
Dialogue maïeutique
Lucien l’âne mon ami, je pense que tu es d’accord avec moi si je dis que nous ne sommes ni des juges, ni des parangons de moralité.
Tout à fait, Marco Valdo M.I. mon ami, dit Lucien l’âne, ce qu’on dit ici est seulement notre avis et il ne saurait faire jurisprudence, ni arbitrer un débat. Je dois t’avouer que face à cette affaire, il me paraît qu’il eût mieux valu la traiter différemment que par voie de justice, laquelle n’avait rien à y faire.
En effet, Lucien l’âne mon ami, il convient de souligner qu’il s’agit là d’une affaire malheureuse entre deux personnes, dans le contexte de leurs relations personnelles ; que finalement, tout le remue-ménage actuel est une mauvaise querelle et qu’on sent là des remugles peu ragoûtants.
À mon sens, il convient de replacer cet accident meurtrier dans – si j’ai bon souvenir... (continuer)
Marco Valdo M.I. 15/3/2018 - 11:21
Pour Bartleby,
Je veux bien traduire, mais "condividere" (partager le point de vue), « I would prefer not to » (« J’aimerais mieux pas. », disait le héros de Melville). Je trouve cela trop haineux.
Et les messages de haine, je les hais.
Pareil pour moi, dit Lucien l'âne.
Marco Valdo M.I.
Voici la traduction :
Je crois vraiment que si j’avais su, je me serais déjà rallié aux 75.000 qui ne veulent plus jamais voir l'assassin Cantat s'exhiber en public. Il n'a déjà pas payé assez pour son, pour ses horribles crimes : la mort de deux de ses compagnes, une massacrée et tuée et l'autre qui s'est suicidée par désespoir.
Je ne veux pas le voir pourrir en prison, je veux seulement qu’il gagne sa vie dans une usine ou dans une mine, de façon anonyme, loin des projecteurs, et il ne nous casse jamais plus les couilles avec ses mots inutiles et son faux art.
Il ne me semble pas demander trop... (continuer)
Je veux bien traduire, mais "condividere" (partager le point de vue), « I would prefer not to » (« J’aimerais mieux pas. », disait le héros de Melville). Je trouve cela trop haineux.
Et les messages de haine, je les hais.
Pareil pour moi, dit Lucien l'âne.
Marco Valdo M.I.
Voici la traduction :
Je crois vraiment que si j’avais su, je me serais déjà rallié aux 75.000 qui ne veulent plus jamais voir l'assassin Cantat s'exhiber en public. Il n'a déjà pas payé assez pour son, pour ses horribles crimes : la mort de deux de ses compagnes, une massacrée et tuée et l'autre qui s'est suicidée par désespoir.
Je ne veux pas le voir pourrir en prison, je veux seulement qu’il gagne sa vie dans une usine ou dans une mine, de façon anonyme, loin des projecteurs, et il ne nous casse jamais plus les couilles avec ses mots inutiles et son faux art.
Il ne me semble pas demander trop... (continuer)
Marco Valdo M.I. 15/3/2018 - 14:18
Grazie comunque Marco Valdo M.I., ben gentile!
La mia però non è una presa di posizione d'odio verso Cantat. Penso semplicemente che chi, come lui, ha fatto tanto male dovrebbe avere il semplice buon senso di farsi da parte, di sparire in una delle vite anonime che io stesso e tanti altri, la stragrande maggioranza delle persone, facciamo, e senza nemmeno aver mai torto un pelo ad un cane.
Saluti
La mia però non è una presa di posizione d'odio verso Cantat. Penso semplicemente che chi, come lui, ha fatto tanto male dovrebbe avere il semplice buon senso di farsi da parte, di sparire in una delle vite anonime che io stesso e tanti altri, la stragrande maggioranza delle persone, facciamo, e senza nemmeno aver mai torto un pelo ad un cane.
Saluti
B.B. 15/3/2018 - 23:00
Non sarà proprio questo che, in fondo in fondo, non si perdona a Cantat: un mestiere privato (attenzione: Cantat non svolge una professione in rappresentanza dello Stato francese)che a molti piacerebbe svolgere perché farebbe uscire dall'anonimato. Vero incubo dei nostri tempi.
Chi ha commesso un atto perseguibile dalla legge (e dalla propria stessa coscienza) ha diritto a svolgere il proprio lavoro e ad essere socialmente reinserito o no?
In Italia molti ergastolani lavorano in progetti teatrali e artistici. Basta ricordare lo straordinario lavoro del gruppo della Fortezza.
Se Cantat fosse un avvocato, un medico o un idraulico potrebbe svolgere il suo mestiere di nuovo. Se il suo mestiere è la musica, no.
Le ultime righe di B.B. fanno accapponare la pelle e svelano la questione di fondo: mi è antipatico ogni uomo che ha successo mentre io sono un ANONIMO. E di ogni persona che ha successo... (continuer)
Chi ha commesso un atto perseguibile dalla legge (e dalla propria stessa coscienza) ha diritto a svolgere il proprio lavoro e ad essere socialmente reinserito o no?
In Italia molti ergastolani lavorano in progetti teatrali e artistici. Basta ricordare lo straordinario lavoro del gruppo della Fortezza.
Se Cantat fosse un avvocato, un medico o un idraulico potrebbe svolgere il suo mestiere di nuovo. Se il suo mestiere è la musica, no.
Le ultime righe di B.B. fanno accapponare la pelle e svelano la questione di fondo: mi è antipatico ogni uomo che ha successo mentre io sono un ANONIMO. E di ogni persona che ha successo... (continuer)
F. Moroni 10/6/2019 - 12:06
"Le ultime righe di B.B. fanno accapponare la pelle e svelano la questione di fondo: mi è antipatico ogni uomo che ha successo mentre io sono un ANONIMO"
F. Moroni, io rispetto il suo punto di vista.
Non ho mai messo in discussione il fatto che Cantat possa e debba tornare al suo mestiere, alla musica. Quello che contesto è la sua sovraesposizione mediatica, la sua deliberata ricerca di nuovi allori, di nuova fama, di nuovo pubblico. Io semplicemente non credo che uno debba e possa farlo, se si è macchiato di un crimine orrendo come quello.
Ma io rispetto il suo punto di vista...
Lei invece non solo non ha nessuno rispetto del mio ma si è addirittura lanciato in un'interpretazione psicologica per cui il problema qui non è più l'assassino di donne che se ne vorrebbe tornare alla ribalta come se nulla fosse stato ma il sottoscritto, un anonimo frustrato che da sempre per invidia non vede... (continuer)
F. Moroni, io rispetto il suo punto di vista.
Non ho mai messo in discussione il fatto che Cantat possa e debba tornare al suo mestiere, alla musica. Quello che contesto è la sua sovraesposizione mediatica, la sua deliberata ricerca di nuovi allori, di nuova fama, di nuovo pubblico. Io semplicemente non credo che uno debba e possa farlo, se si è macchiato di un crimine orrendo come quello.
Ma io rispetto il suo punto di vista...
Lei invece non solo non ha nessuno rispetto del mio ma si è addirittura lanciato in un'interpretazione psicologica per cui il problema qui non è più l'assassino di donne che se ne vorrebbe tornare alla ribalta come se nulla fosse stato ma il sottoscritto, un anonimo frustrato che da sempre per invidia non vede... (continuer)
B.B. 10/6/2019 - 16:45
Io credo che a Cantat venga rimproverato il particolare crimine che ha commesso: quello di avere preso e massacrato di botte una donna inerme fino a ammazzarla, perdipiù colei che allora era la sua compagna. E che gli venga rimproverato senza possibilità di perdono (al di là della “pena” che gli è stata comminata dallo stato francese, e di quella che poi ha effettivamente scontato). Gli viene rimproverato ancora di più, perché monsieur Cantat, sarà bene ricordarlo, non era nemmeno un artista qualsiasi e non scriveva e cantava cose qualsiasi: facciamo un po' una specie di paragone di massima. E' come se un Fabrizio De André avesse ammazzato di cazzotti Dori Ghezzi o Brassens avesse preso la Püppchen per la collottola e le avesse fatto sbattere la testa su uno spigolo o su un mobile lasciandola secca. Non si perdona a Cantat, e lo si danna in aeternum e ancora in vita, perché non scriveva... (continuer)
Riccardo Venturi 10/6/2019 - 17:36
Caro Riccardo, per prima cosa ti ringrazio per tuo "sproloquio".
Come sai, non amo molto il genere umano, ma non odio nessuno, nemmeno Cantat.
Volerlo vedere alle presse era un paradosso.
Per me può fare quello che vuole, il signor Cantat.
Se fossi in lui, io probabilmente mi sarei già suicidato, ma se lo spirito di autoconservazione me l'avesse impedito, sarei comunque semplicemente sparito, come dici che avresti fatto anche tu.
Tutto qua.
Il signor Cantat, che evidentemente ha un ego ben più enorme del mio - io che, secondo il Moroni sono solo un anonimo frustrato rancoroso e invidioso dell'altrui celebrità - lui ci ha messo un bel po' di tempo a capirlo, tanti anni quanto quelli che a Vilnius (non a Parigi) gli hanno comminato per aver massacrato la Trintignant, abbandonandola pure in agonia.
Ora sembra che abbia deciso di farsi un po' da parte e io spero che sia vero. Magari... (continuer)
Come sai, non amo molto il genere umano, ma non odio nessuno, nemmeno Cantat.
Volerlo vedere alle presse era un paradosso.
Per me può fare quello che vuole, il signor Cantat.
Se fossi in lui, io probabilmente mi sarei già suicidato, ma se lo spirito di autoconservazione me l'avesse impedito, sarei comunque semplicemente sparito, come dici che avresti fatto anche tu.
Tutto qua.
Il signor Cantat, che evidentemente ha un ego ben più enorme del mio - io che, secondo il Moroni sono solo un anonimo frustrato rancoroso e invidioso dell'altrui celebrità - lui ci ha messo un bel po' di tempo a capirlo, tanti anni quanto quelli che a Vilnius (non a Parigi) gli hanno comminato per aver massacrato la Trintignant, abbandonandola pure in agonia.
Ora sembra che abbia deciso di farsi un po' da parte e io spero che sia vero. Magari... (continuer)
B.B. 10/6/2019 - 18:41
Beh, BB, se mi parli di demoni, dimmi un po' chi non ne ha e a chi non fanno visita, anche senza aver commesso cose minimamente paragonabili a quella di Cantat. Fanno visita anche in una forma sottilmente subdola: quella di aver fatto del male senza essertene reso nemmeno conto, oppure di averlo fatto pure rendendotene conto ma obbedendo a quella particolare forma che si manifesta prima con l'autoassoluzione, e poi addirittura con la trasformazione in "vittima".
Come forse avrai notato, sebbene questa cosa di Cantat si ripresenti periodicamente su questo sito, non ero mai intervenuto prima ma non per menefreghismo. Perché è una cosa di cui avverto la complessità e la generalità. Non sto parlando per simboli, ma per l'intreccio di realtà che va sotto il nome di "genere umano".
Saluti cari.
Come forse avrai notato, sebbene questa cosa di Cantat si ripresenti periodicamente su questo sito, non ero mai intervenuto prima ma non per menefreghismo. Perché è una cosa di cui avverto la complessità e la generalità. Non sto parlando per simboli, ma per l'intreccio di realtà che va sotto il nome di "genere umano".
Saluti cari.
Riccardo Venturi 10/6/2019 - 19:59
Sì, è cosa complessa e di tutti.
E ho anche riconsiderato molte cose riflettendoci sopra, anche grazie al tuo "sproloquio".
Io però di demoni davvero non ne ho, non quelli dovuti al male che si è fatto ad altri, volontariamente o meno.
Anche per questo davvero non capisco i mostri come Cantat come fanno a non provare il desiderio di nascondersi nel più profondo della terra, il desiderio di morire (come nella canzone di Merle Haggard che ho appena contribuito), di sparire e, anzi, avvertono il bisogno di vivere ancora alla luce del sole e dei riflettori.
E' come se il loro voler vivere nella luce uccidesse ancora chi hanno ridotto per sempre ingiustamente nelle tenebre.
Se poi penso a Cantat, col suo fisico possente e quel collo taurino, che massacra la sua compagna e poi se ne va a dormire il sonno dell'ubriaco, lasciandola agonizzante, beh, devo dirti che un moto d'odio lo devo reprimere a forza.
E ho anche riconsiderato molte cose riflettendoci sopra, anche grazie al tuo "sproloquio".
Io però di demoni davvero non ne ho, non quelli dovuti al male che si è fatto ad altri, volontariamente o meno.
Anche per questo davvero non capisco i mostri come Cantat come fanno a non provare il desiderio di nascondersi nel più profondo della terra, il desiderio di morire (come nella canzone di Merle Haggard che ho appena contribuito), di sparire e, anzi, avvertono il bisogno di vivere ancora alla luce del sole e dei riflettori.
E' come se il loro voler vivere nella luce uccidesse ancora chi hanno ridotto per sempre ingiustamente nelle tenebre.
Se poi penso a Cantat, col suo fisico possente e quel collo taurino, che massacra la sua compagna e poi se ne va a dormire il sonno dell'ubriaco, lasciandola agonizzante, beh, devo dirti che un moto d'odio lo devo reprimere a forza.
B.B. 10/6/2019 - 21:02
Io invece, per concludere la cosa (almeno per quel che mi riguarda, cosciente di essermi intrufolato nel colorito scambio tra B.B. e F. Moroni...), vorrei raccontare una storia che ha a che fare con canzoni, anonimi, demoni e quant'altro. È un fatto realmente accaduto in Francia diversi anni fa. L'avevo raccontato sul mio blogghino giusto un anno fa, il 24 maggio 2018; riportarlo qui mi permette di inserire dei link e dei video più facilmente, così a mo' di completezza.
Joël
di R.V.
Quel che segue è di notevole lunghezza. Come sempre ho fatto e sempre farò, suggerisco a chi lo desiderasse leggere di farlo con calma e di prendersi il suo tempo.
Ecco, nonostante tutti gli sforzi per evitare di iniziare con “tutto comincia” eccetera, non ce l'ho fatta, maledizione.
1.
Tutto comincia nella tardissima serata del 6 giugno 1987, su una strada secondaria, in piena campagna, che mena al paese... (continuer)
Joël
di R.V.
Quel che segue è di notevole lunghezza. Come sempre ho fatto e sempre farò, suggerisco a chi lo desiderasse leggere di farlo con calma e di prendersi il suo tempo.
Ecco, nonostante tutti gli sforzi per evitare di iniziare con “tutto comincia” eccetera, non ce l'ho fatta, maledizione.
1.
Tutto comincia nella tardissima serata del 6 giugno 1987, su una strada secondaria, in piena campagna, che mena al paese... (continuer)
Riccardo Venturi 10/6/2019 - 22:31
Sai cosa mi dispiace molto, Riccardo? Di non aver trovato in Rete una foto di Joël Hipeau. Mi piacerebbe pensarlo vivo e invece mi vengono solo in mente quei tre grammi virgola sette d'ossa della sua mascella...
Per quel che riguarda invece Marie Trintignant, per fortuna tutti possiamo immaginarla, bella com'era, e a me piace ricordarla qui in una foto insieme ad un uomo che l'ha sicuramente amata molto e protetta:
Per quel che riguarda invece Marie Trintignant, per fortuna tutti possiamo immaginarla, bella com'era, e a me piace ricordarla qui in una foto insieme ad un uomo che l'ha sicuramente amata molto e protetta:
B.B. 11/6/2019 - 16:13
Lo so, purtroppo. Quando ho scritto quella cosa un anno fa, ne avevo cercata una anch'io: nulla da fare. Quando digiti "Joël Hipeau" compaiono solo le foto di Yves Dandonneau durante il processo, trasformato in "maschera di cera". O forse, chissà, Joël Hipeau aveva la stessa faccia di Jean-Luis Trintignant nel "Sorpasso".
Riccardo Venturi 12/6/2019 - 09:40
Oltre i toni accesi della conversazione ai quali mi sono abbandonata anche io vorrei avanzare alcune più pacate riflessioni.
Credo di dovere una precisazione, sono Franca Moroni, coetanea degli esseri umani protagonisti della tragedia di cui stiamo scrivendo, madre di una ragazza di 25 anni. Per contestualizzare il mio pensiero dico che i primi fatti di cronaca che ricordo sono la strage del Circeo e quella di Piazza della Loggia.
Al di là delle emozioni che l'argomento della conversazione suscita vorrei porre alcune domande.
1) C'è uno scarto inevitabile fra cosa individualmente riteniamo con "avere espiato la pena" e cosa lo Stato (detentore dell'amministrazione della giustizia)intende con questa locuzione: chi ha su questo l'ultima parola in uno Stato di diritto?
2) Riteniamo che abbia un senso l'idea della pena come riabilitazione a fronte del più terribile reato che può essere commesso?... (continuer)
Credo di dovere una precisazione, sono Franca Moroni, coetanea degli esseri umani protagonisti della tragedia di cui stiamo scrivendo, madre di una ragazza di 25 anni. Per contestualizzare il mio pensiero dico che i primi fatti di cronaca che ricordo sono la strage del Circeo e quella di Piazza della Loggia.
Al di là delle emozioni che l'argomento della conversazione suscita vorrei porre alcune domande.
1) C'è uno scarto inevitabile fra cosa individualmente riteniamo con "avere espiato la pena" e cosa lo Stato (detentore dell'amministrazione della giustizia)intende con questa locuzione: chi ha su questo l'ultima parola in uno Stato di diritto?
2) Riteniamo che abbia un senso l'idea della pena come riabilitazione a fronte del più terribile reato che può essere commesso?... (continuer)
F. Moroni 12/6/2019 - 11:15
Mi pare che Lei abbia un modo di procedere nei ragionamenti abbastanza incoerente.
Qui si è sempre parlato sostanzialmente di giudizi contrastanti sull'opportunità che Cantat, dopo quello che ha fatto, abbia cercato di tornarsene alla ribalta delle scene.
Lei invece prima ha spostato il ragionamento su di un'assurda indagine psicologica sul sottoscritto, poi ora sui problemi non facili relativi alla pena, al diritto e alla giustizia.
Personalmente, non sono affatto esperto di diritto, non l'ho mai praticato, anche se sono laureato in legge, ma credo che molto difficilmente si verifichi nella realtà la coincidenza tra legge e giustizia, così come tra delitto e proporzione della pena.
Nel caso del barbaro assassinio della Trintignant, ignoro se in materia di omicidio, e femminicidio in particolare, il codice penale lituano sia più "tenero" del nostro... Quasi sicuramente la volontarietà... (continuer)
Qui si è sempre parlato sostanzialmente di giudizi contrastanti sull'opportunità che Cantat, dopo quello che ha fatto, abbia cercato di tornarsene alla ribalta delle scene.
Lei invece prima ha spostato il ragionamento su di un'assurda indagine psicologica sul sottoscritto, poi ora sui problemi non facili relativi alla pena, al diritto e alla giustizia.
Personalmente, non sono affatto esperto di diritto, non l'ho mai praticato, anche se sono laureato in legge, ma credo che molto difficilmente si verifichi nella realtà la coincidenza tra legge e giustizia, così come tra delitto e proporzione della pena.
Nel caso del barbaro assassinio della Trintignant, ignoro se in materia di omicidio, e femminicidio in particolare, il codice penale lituano sia più "tenero" del nostro... Quasi sicuramente la volontarietà... (continuer)
B.B. 12/6/2019 - 18:01
Non fa mai notte in questo giorno al neon
Antiwar Songs Blog
Horizon è una canzone dei Détroit, il nuovo gruppo di Bertrand Cantat, l’ex cantante dei Noir Désir, tornato in libertà dopo gli anni di detenzione in seguito all’assassinio della sua compagna Marie Trintignant. Una canzone sulla galera scritta da chi l’ha vissuta in prima persona. L’inserimento di una canzone del genere nel nostro sito è […]
Antiwar Songs Staff 2014-10-24 21:54:00
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Album: "Horizons"
L'inserimento di questa canzone è destinato sicuramente a fare discutere. Perché proviene dalla penna e dalla voce di Bertrand Cantat, l'ex cantante dei Noir Désir. Scontati cinque anni di galera in seguito all'omicidio di Marie Trintignant e dopo una breve reunion con il suo vecchio gruppo per la pubblicazione di Gagnants / Perdants, Cantat ha formato con il vecchio amico Pascal Humbert un nuovo progetto, Détroit (il nome del gruppo non ha niente a che vedere con la Motor City ma significa "stretto" in francese).
In un sito dove appare un percorso intitolato "Violenza sulle donne: come e peggio della guerra" è giusto dare spazio alla voce a un artista che è anche - indubbiamente - un bastardo violento, un assassino, un pazzo?
Forse no. Però nel sito abbiamo anche un percorso chiamato Dalle galere del mondo che raccoglie moltissime canzoni che si oppongono... (continuer)