Parole e musica di Jeremy Taylor (1937-), cantautore folk anglo-sudafricano.
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Sydney Carter.
Testo trovato sul solito magico Mudcat Café
Jeremy Taylor è inglese ma ha vissuto per decenni in Sudafrica. Là si è inventato uno stile del tutto personale fondato su di una solida preparazione musicale folklorica tipicamente britannica ma caratterizzato da performance di sapore cabarettistico, con canzoni piene di umorismo il cui sottotesto è quasi sempre la denuncia politica e sociale, delle contraddizioni e delle idiosincrasie della società moderna. Così, nonostante la sua delicatezza e simpatia, ed il grande apprezzamento del pubblico, le storie solo apparentemente buffe ed innocenti proposte da Jeremy Taylor non furono gradite dalle autorità sudafricane nell’era dell’Apartheid, e l’intera sua produzione... (continuer)
I'll tell you the story of Huberta the Hippopotamus, (continuer)
[1962]
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Un singolo pubblicato in Sudafrica nel 1962.
Un classico di Jeremy Taylor, presente in tutte le compilation successive, a partire da “Ag Pleez Deddy” (titolo del suo brano forse più famoso)
Il lamento dell’ascensorista sfruttata, malpagata e rovinata dal lavoro, lei che avrebbe voluto fare la hostess sugli aerei...
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Nel suo disco dal vivo “Live in Chicago” del 2005
Testo trovato su 3rd Ear Music
Nei pressi di Grahamstown, Sudafrica, notte del 18 agosto 1977.
Due agenti della South African Police hanno allestito un posto di blocco. Hanno l’ordine di intercettare ed arrestare un “kaffir”, un negro che pare abbia pisciato troppo lungo e deve essere fermato.
Si aspettano anche che il ricercato sia accompagnato da qualcuno di quegli spregevoli bianchi traditori ebrei comunisti che se la fanno coi sovietici...
I due aspettano pazienti, parlando in afrikaans del più e del meno: il dovere, l’ordine, quel che ha detto loro il superiore, che è Dio ad aver creato differenti i bianchi e i neri, come il sole e la luna, che non possono mescolarsi mai, checchè ne dicano gli agitatori, sporchi kaffir o bianchi comunisti...
Poi il rumore di un’auto, fari nel buio...
“Fermate... (continuer)
[1961]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Sydney Carter.
Testo trovato sul solito magico Mudcat Café
Jeremy Taylor è inglese ma ha vissuto per decenni in Sudafrica. Là si è inventato uno stile del tutto personale fondato su di una solida preparazione musicale folklorica tipicamente britannica ma caratterizzato da performance di sapore cabarettistico, con canzoni piene di umorismo il cui sottotesto è quasi sempre la denuncia politica e sociale, delle contraddizioni e delle idiosincrasie della società moderna. Così, nonostante la sua delicatezza e simpatia, ed il grande apprezzamento del pubblico, le storie solo apparentemente buffe ed innocenti proposte da Jeremy Taylor non furono gradite dalle autorità sudafricane nell’era dell’Apartheid, e l’intera sua produzione... (continuer)