Just Before The Battle, Mother
Just before the battle, mother,
(Continues)
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Contributed by Riccardo Venturi 2005/10/19 - 16:29
La seguente parodia, contemporanea al testo originale e di autore rimasto anonimo, rischia probabilmente di essere ancor più contro la guerra del testo di provenienza:
JUST BEFORE THE BATTLE, MOTHER
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Contributed by Riccardo Venturi 2005/10/19 - 20:29
Altra parodia, anche questa ben più contro la guerra che non il testo originale.
JUST BEHIND THE BATTLE, MOTHER
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Contributed by Alessandro 2009/9/28 - 11:05
Anzi, direi che il testo originale non è affatto contro la guerra, ma tutto coraggio, dio, patria e bandiera. D'altra parte George F. Root ha scritto soltanto canzoni iper-patriottiche...
Io consiglierei di mantenere le due parodie e di relegare l'originale ad un semplice link.
Io consiglierei di mantenere le due parodie e di relegare l'originale ad un semplice link.
Bartleby 2010/11/29 - 13:25
Scusa Riccardo, ma hai letto bene il testo?
I soldati “che non fanno che pensare a casa e a Dio”, che “non lasceranno mai la bandiera”; i “traditori”, sicuramente i contrari alla guerra fratricida, “che con il loro parlare non fanno che aiutare il nemico, mentre i nostri muoiono sul campo di battaglia”… E ancora: “Si sentono le trombe suonare, è il segnale della battaglia… Ecco il ‘Battle-Cry of Freedom’ che si diffonde nell’aria. Sì, noi difenderemo la bandiera o moriremo nobilmente”.
Quella che tu hai definito “una delle più note e commoventi canzoni della guerra civile americana” secondo me è una canzone iper-patriottarda e militarista… D’altra parte George Frederick Root scrisse solo canzoni del genere, e non mi stupisce che ne esistano mote parodie sicuramente nate sui campi di battaglia e nelle trincee…
Ribadisco il mio suggerimento: ridurre il testo originale ad un semplice link e promuovere le parodie a testi principali.
I soldati “che non fanno che pensare a casa e a Dio”, che “non lasceranno mai la bandiera”; i “traditori”, sicuramente i contrari alla guerra fratricida, “che con il loro parlare non fanno che aiutare il nemico, mentre i nostri muoiono sul campo di battaglia”… E ancora: “Si sentono le trombe suonare, è il segnale della battaglia… Ecco il ‘Battle-Cry of Freedom’ che si diffonde nell’aria. Sì, noi difenderemo la bandiera o moriremo nobilmente”.
Quella che tu hai definito “una delle più note e commoventi canzoni della guerra civile americana” secondo me è una canzone iper-patriottarda e militarista… D’altra parte George Frederick Root scrisse solo canzoni del genere, e non mi stupisce che ne esistano mote parodie sicuramente nate sui campi di battaglia e nelle trincee…
Ribadisco il mio suggerimento: ridurre il testo originale ad un semplice link e promuovere le parodie a testi principali.
Bartleby 2010/12/2 - 10:21
Fra i canti della Guerra di Secessione americana preferisco "Who Will Care For Mother Now?"
che non è alla fine meno agiografica e/o patriottarda di "Just Before The Battle, Mother", ma almeno c'è un soldato moribondo che continua a ripetere nel refrain: Vabbè, caduto per la patria sarò presto fra gli angeli con l'aureola in fronte etc. Ma CHI si prenderà cura di mia madre, ora?
che non è alla fine meno agiografica e/o patriottarda di "Just Before The Battle, Mother", ma almeno c'è un soldato moribondo che continua a ripetere nel refrain: Vabbè, caduto per la patria sarò presto fra gli angeli con l'aureola in fronte etc. Ma CHI si prenderà cura di mia madre, ora?
giorgio 2010/12/2 - 12:20
In effetti... invece quella di Root potrebbe averla benissimo scritta Ignazio La Russa, se solo sapesse l'inglese...
A proposito di La Russa... Non sapevo che avesse chiamato i suoi tre figli Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache...
Poveretti, non tanto per i nomi quanto per cotanto padre, davvero spiritoso.
A proposito di La Russa... Non sapevo che avesse chiamato i suoi tre figli Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache...
Poveretti, non tanto per i nomi quanto per cotanto padre, davvero spiritoso.
Bartleby 2010/12/2 - 15:54
E beh, è coerente! La parola 'geronimo' veniva usata (non so se oggi si usa più) dall'aviazione militare statunitense come segnale di attacco.
giorgio 2010/12/2 - 16:15
Può sicuramente darsi che il 19 ottobre 2005 alle ore 20,29, quando inserii questa canzone, non avessi letto il testo con molta attenzione: quando abitavo in Svizzera, non dico che passassi sul sito 24 ore su 24, bensì 25, quindi...qualcosa per forza di cose mi deve essere sfuggito. In effetti trovo giuste le considerazioni fatte da Bartleby e altri: questa pagina verrà ristrutturata nel senso suggerito. Datemi solo un po' di tempo perché ora ci sono altri "lavori in corso"...
Riccardo Venturi 2010/12/3 - 00:42
Gli americani hanno chiamato "GERONIMO" l'operazione militare che ha portato all'assassinio di Osama bin Laden..Volevano incosciamente ricostruire la storia della loro epopea e togliersi la soddisfazione postuma d'assassinare un loro nemico storico..
Matteo 2020/1/30 - 11:20
Le forze di Geronimo divennero l'ultimo grande gruppo di combattimento di pellerossa che si rifiutarono di riconoscere il governo degli Stati Uniti nel West. Questa lotta giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese al gen. Nelson Miles dell'esercito statunitense, a Skeleton Canyon, Arizona.
Geronimo venne mandato in prigione a Fort Pickens (Florida), poi a Fort Sill (nel malsano Territorio Indiano dell'Oklahoma) dove morì di polmonite il 17 febbraio 1909.
Le sue ultime parole furono riferite a suo nipote: «Non avrei mai dovuto arrendermi, avrei dovuto combattere fino a quando non fossi l'ultimo uomo vivo».
Geronimo venne mandato in prigione a Fort Pickens (Florida), poi a Fort Sill (nel malsano Territorio Indiano dell'Oklahoma) dove morì di polmonite il 17 febbraio 1909.
Le sue ultime parole furono riferite a suo nipote: «Non avrei mai dovuto arrendermi, avrei dovuto combattere fino a quando non fossi l'ultimo uomo vivo».
Luigi 2020/1/30 - 12:09
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Testo e musica di George Frederick Root
Lyrics and Music by George Frederick Root
Una delle più note e commoventi canzoni della guerra civile americana, per la quale riprendo il testo da "History in Song":
http://members.fortunecity.com/folkfre...
Lyrics as performed by Jerry Silverman and The Harvesters, reprinted in liner notes for "Chants de la Guerre de Sécession," Folkways/Le Chant du Monde (French edition) (FWX-55717, 1960s).