Il brano è stato ispirato dal famoso libro di Primo Levi. In particolare, si tratta della poesia, scritta dallo stesso Levi, un cui frammento funge da exergo all'opera in prosa stessa. Si veda il commento.
PRIMO LEVI
Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 - 11 aprile 1987), è stato uno scrittore italiano autore di memorie, racconti, poesie e romanzi.
Nel 1934 si iscrive al liceo classico Massimo d'Azeglio di Torino, noto per aver ospitato docenti illustri e oppositori del fascismo come Augusto Monti, Franco Antonicelli, Umberto Cosmo, Zino Zini, Norberto Bobbio, Fernanda Pivano e molti altri. Per qualche mese ha Cesare Pavese come insegnante di italiano.
Nel 1937 si diploma e si iscrive ad un corso di laurea in Chimica presso l'Università di Torino. Nel 1938 entrano in vigore le leggi razziali, che introducono gravi discriminazioni a danno della popolazione «di razza... (Continues)
Il 27 gennaio scorso è stata la "Giornata della memoria". Giornata della memoria per la Shoah, per il Porrajmos, per tutte le circostanze che hanno portato agli stermini di masse di uomini per opera di altri uomini. Si parla spesso di "follia", e anche noi, in questo sito, abbiamo spesso fatto ricorso a questa parola; ma la follia non spiega tutto, non è e non deve essere un "mot passepartout". Crediamo, anzi, che questo termine, seppure in gran parte appropriato, non debba coprire quali siano state le vere cause degli stermini, dei Lager, delle aberrazioni razziali e razziste; tanto più adesso, in un'epoca come la nostra, dove esse sembrano riemergere. Magari mascherate, magari sotto nomi diversi da quelli di un tempo, ma pur sempre della stessa intima natura. La "follia" non deve far dimenticari altri termini, dalla precisa valenza; in primo luogo, "fascismo" e "nazismo". Perché è dal fascismo... (Continues)
"Forse quel che è avvenuto (l'Olocausto) non può essere compreso, poiché capire è quasi giustificare. Noi non possiamo comprenderlo, ma possiamo e dobbiamo comprendere da dove sia nato, ed essere vigili. Se comprendere è impossibile, sapere è necessario, poiché ciò che è accaduto può accadere ancora, le coscienze umane possono essere sedotte e di nuovo oscurate, ed anche le nostre coscienze."
La poesia di Primo Levi è stata tradotta da Luigi Tadolini ed è apparsa nella rivista "L'Esperanto" nel marzo 2005.
Segue la mia traduzione non ritmica. NR
Ricordiamo l’Olocausto di sei milioni di ebrei (o cinque milioni, o quattro milioni e mezzo, a seconda dei diversi criteri di computo, ma ha tutto sommato poca importanza viste le cifre) per mano dei nazisti.
Il mondo ha cominciato ufficialmente a ricordarsene soltanto nel 1978, quando l’allora presidente statunitense Jimmy Carter, istituendo la Commissione presidenziale sull’Olocausto, fece presente che forse era il caso di cominciare a ricordarsene.
In Israele – ovviamente – ci arrivarono molto prima, nel 1951, ed il 27 Nisan, giorno del calendario ebraico dedicato al Yom HaShoah, al Ricordo, non è solo per ricordare quanti furono assassinati in massa nei campi di sterminio ma anche coloro che resistettero, come i protagonisti della rivolta nel ghetto di Varsavia.
In Italia – noi arriviamo sempre dopo tutti – il Giorno della Memoria è stato istituito... (Continues)
La farfalla
poesia di Tonino Guerra dalla raccolta "Il polverone"
Contento, proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
I Karadell nel finale usano un commando in polacco: "Wstawać!" (anche se lo pronunciano male), che vuol dire: "Alzarsi!" o "Alzatevi!" o "Sveglia!". Vorrei precisare che, come spiega lo stesso Levi nel filmato qui sotto, gli aguzzini al campo di sterminio erano spesso polacchi – EBREI E CRISTIANI – e lui non riusciva a capirli, perché a parte il loro linguaggio rozzo e pieno di bestemie, parlavano yiddish o polacco.
Un ragazzo ed una ragazza si innamorano, concepiscono un figlio
e vogliono vivere una vita insieme serena, come tutti.
Le due famiglie sono però di differenti religioni e costringono i ragazzi a fuggire
lontano dal luogo che li ha visti crescere