Casualmente ho visto che nella pagina consacrata a "La mauvaise herbe" di Brassens figura la versione friulana "Jerbata". Ma se "esplori nell'archivio" Giorgio Ferigo lo trovi ma "nessuna canzone soddisfa i criteri di ricerca"...a parte che mi viene subito in mente "Un soldatin" (È questione soltanto di cippi e di confini,ammazzane uno di là: sei un eroe ma i padroni nostri e loro sono sempre gli stessi, nella sicurezza dei loro palazzi decidono paci e guerre e allora bisognerebbe fare dietro-front, mettere al muro i padroni di questa macelleria, tutti quelli che di questo massacro detengono il monopolio…come il sale e i tabacchi...sarà il vizio antico che hanno gli uomini di pensare...) però visto che mi è da poco capitato di ascoltare Nadia Fabrizio interpretare "Un sabida di sera" e pensare per l'ennesima volta che se l'avesse cantata Guccini nel suo periodo più ispirato, (quello del "Pensionato"... (Continues)
A riva la coriera, chê das siet, e a discjama i pendolârs (Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2017/7/9 - 11:59
Prego, purtroppo non hai inserito il tuo nome. La Carnia, tra i monti aspri d'Italia, Austria e l'allora Jugoslavia. Giorgio Ferigo è stato un autore importante che negli anni di attività del suo Povolar Ensemble (1977 - 1988) ha indagato con poesia e musica, le lacerazioni e le speranze della sua comunità: 40.000 abitanti e 40.000 emigranti.
Non abbiamo giustificazioni per cantare in friulano. Da mille anni la nostra gente parla questa lingua. Non lo facciamo per non essere capiti. Lo facciamo perché siamo diversi. Perché tutti sono diversi da ognuno - insostituibili. La diversità non è una moda. E' un pensiero. L'essere stesso degli uomini. Potremmo cantare in un'altra lingua. Ma non saremmo più gli stessi.
Crediamo non ci sia nessuna contraddizione nel rivendicare la propria cultura e operare contro le chiusure e i confini, parlare la propria lingua ed essere internazionalisti, contro le guerre di ogni tipo.
Vogliamo essere parte di un'umanità che parli la lingua della propria umanità. Dove le lingue non siano confini, ma porte verso l'interiorità profonda dell'essere uomo. La nostra musica ha un... (Continues)
I ài fat qualchhi pastjel par lâ soldât (Continues)