[1936]
Versi di Antonio Nápoli
Musica di Agustín Magaldi
Testo trovato su Todotango
Un tango antimachista e femminista, in difesa delle ragazze madri che all’epoca (dappertutto, non solo in Argentina) venivano sbrigativamente additate come puttane, private di qualsiasi diritto, loro e i bambini che da sole erano costrette ad allevare… In Argentina la distinzione giuridica tra figli naturali e legittimi è caduta solo nel 1985.
In un altro tango del 1938 intitolato Libertad, il libertario Magaldi (che davvero era un anarchico) affrontava invece il tema del divorzio… Il brano si concludeva con i versi “¿Por qué esta comedia de amores fingidos? ¡Quedemos amigos y libres los dos!”… Il divorzio è stato istituito in Argentina solo nel 1987…
Ancora negli anni 60 – e poi ovviamente durante l’ultima dittatura – queste e altre canzoni di Magaldi furono ovviamente stracensurate.
Levanta la frente. No escondas la cara. (Continues)
[1992]
Parole e musica di León Gieco
Nell’album intitolato “Mensajes del alma”.
Come già La memoria e tante altre canzoni di León Gieco, anche questa è un’epopea, un poema narrativo di un’epoca sordida, l’ennesima per un’Argentina ancora alle prese con gli spettri (piuttosto concreti) della dittatura sanguinaria conclusasi nel 1982-83. Il punto di vista è quello del cantautore e dei suoi amici musicisti, tutti in qualche modo debitori e modesti allievi dell’innarivabile maestro Charly García, così come si dice (ma sarà poi vero?) che Antonio Salieri lo sia stato di Wolfgang Amadeus Mozart.
Una canzone di feroce protesta da parte di un gruppo di artisti che hanno molto da dire perchè nel decennio precedente hanno dovuto mangiare morte e silenzio, e sono sopravvissuti, ed ora sono costretti ad assistere allo stupro della memoria, all’insulto a tutti quei morti desaparecidos e assassinati,... (Continues)
Somos campesinos de la raza de altroque (Continues)
[1933]
Versi di Luis Acosta García
Musica di Pedro Noda ed Agustín Magaldi
Racconto di un omicidio politico, vittima un giovane contadino che ha avuto il coraggio di opporsi ai caudillos di turno (che vincono sempre le elezioni con i soldi, con la tomba o col coltello)… Insieme a Nieve, uno dei cavalli di battaglia di Agustín Magaldi, morto a soli 40 anni ma una delle figure più importanti nella storia del tango argentino.
El pueblito estaba lleno, de personas forasteras, (Continues)
Versi di Antonio Nápoli
Musica di Agustín Magaldi
Testo trovato su Todotango
Un tango antimachista e femminista, in difesa delle ragazze madri che all’epoca (dappertutto, non solo in Argentina) venivano sbrigativamente additate come puttane, private di qualsiasi diritto, loro e i bambini che da sole erano costrette ad allevare… In Argentina la distinzione giuridica tra figli naturali e legittimi è caduta solo nel 1985.
In un altro tango del 1938 intitolato Libertad, il libertario Magaldi (che davvero era un anarchico) affrontava invece il tema del divorzio… Il brano si concludeva con i versi “¿Por qué esta comedia de amores fingidos? ¡Quedemos amigos y libres los dos!”… Il divorzio è stato istituito in Argentina solo nel 1987…
Ancora negli anni 60 – e poi ovviamente durante l’ultima dittatura – queste e altre canzoni di Magaldi furono ovviamente stracensurate.