Compagno, è col tuono delle onde che canto dentro le notti più nere (continuer)
Non mi pare proprio che "Canzone urgente" sia del 2003.
Le parole sono certamente di Stefano Giaccone, che però le scrisse nel 1994. E' infatti la canzone che apre l'unico album (se si esclude una musicassetta del 1992 intitolata "Troppo silenzio") degli Ishi, uno dei tanti progetti di Giaccone e compagni. Il disco è intitolato "Sotto la pioggia" (1995) - bellissimo! - e negli Ishi c'erano - oltre a Stefano - gli immancabili Lalli e Vanni Picciuolo, insieme a Walter Daziano, Fabrizio Mirra, Toni Ciavarra e Claudio Villiot.
Il nome del gruppo era un omaggio all'ultimo dei nativi Yahi della California, un uomo noto col nome di Ishi (1860? – 25 marzo 1916) che dopo aver perso tutto il suo popolo, rimasto solo, si consegnò ai bianchi e trascorse i suoi ultimi anni raccontando la sua cultura e la sua lingua, ormai estinte. La parola "Ishi" significa semplicemente "uomo" nella lingua yahi. Mi... (continuer)
Solo una spiegazione sul nome scelto da questa formazione, perchè la storia che ci sta dietro mi pare molto interessante... “Ishi” fu infatti scelto da Lalli e compagni come omaggio all’ultimo nativo Yana della California, un’etnia oggi estinta, sterminata dai bianchi nei primi anni del 900.
Nel 1911, un nativo selvaggio gravemente debilitato emerse dalla foresta intorno ad Oroville e si consegnò al mondo dei bianchi. Aveva 49 anni e tre anni prima sua madre e sua sorella erano morte di stenti in seguito ad una razzia dei bianchi. Lui era rimasto solo, ultimo del suo popolo, ed era sopravvissuto nascondendosi. Quando l’antropologo Alfred Kroeber - che era molto interessato a quel selvaggio che parlava una lingua indiana ormai sconosciuta - chiese a quell’uomo come si chiamasse, lui rispose: «Non ho un nome, perchè non ho più nessuno che possa chiamarmi».
Venne chiamato «Ishi», che nella... (continuer)
"Canto le mille africane sui tram / Vestite con un destino / Comprato a poco da un signore nascosto / Dietro ad un finestrino..."
Oggi ho raccolto per strada il seguente commento. Da una signora bianca, grassa e sudata, complice il caldone che slatentizza e squaglia merde e merdosi:
"E tutte 'ste puttane negre, hai visto cos'hanno fatto venendo tutte qui da noi? Hanno portato pure il caldo africano!"
Più che di ulteriore ipotesi sul riscaldamento globale, credo si tratti della conferma del progressivo, inesorabile divenir merda della gente...
Pregherei gli Admins - perfidi ma sempre gentili - di cambiare la datazione di questo brano immortale: 1994, e non 2003!
Originariamente nel disco degli Ishi intitolato "Sotto la pioggia" e non nel successivo - quasi 10 anni dopo - "Tutto quello che vediamo è qualcos'altro" di Stefano Giaccone e Lalli...
Spesso il brano viene attribuito ai Franti e riportato agli anni 80, ma ho riguardato attentamente la discografia del gruppo ed il brano non c'è. Ciò non toglie che Stefano Giaccone possa averlo scritto anche prima del 1994, prima dell'unico, splendido album degli Ishi.
Articolo molto interessante, mi piacciono molto le storie dei nativi americani. Consiglio anche questo articolo che è molto buono: Guerre Indiane - Una pace impossibile
[1994]
Album «Sotto la pioggia», l’unico di questo gruppo che è stato una delle tante manifestazioni dei Franti, con Lalli e Vanni Picciuolo (tutt'e due ex-Franti) assieme a Claudio Villiot (ex-Environs), Toni Ciavarra (ex-Environs), Massimo Ferrusi e Walter Daziano... ma senza il mitico Stefano Giaccone
«... e sotto questa pioggia andiamo per strade per lo più deserte. A volte incontriamo qualcuno, scambiamo le nostre pietre, i nostri sonagli, poi di nuovo in cammino, che l'acqua nelle ossa diventa maestra e compagna scomoda ma inseparabile per andare solo dove il cuore porta. Portiamo sulla faccia segni di un vento respirato e che ci fa ricordare un futuro pieno di acqua tiepida, di risuonare di mare e di risate di uomini e donne liberi. Un disco è poca cosa, un leggero vibrare lì, in mezzo a silenzi e fragori di morte. un pezzo di plastica sperso tra milioni di altri cui affidiamo il... (continuer)
Passeggiando nel mondo quasi a chiedermi dov'è (continuer)
envoyé par Bartleby 4/5/2012 - 22:21
Scusate, non credo che sia il percorso giusto... Ho raccontato la storia di Ishi solo per spiegare il titolo dell'album, ma la canzone "Partigiani senza guerra" riguarda piuttosto la resistenza, oggi.
Scusate, non credo che sia il percorso giusto... Ho raccontato la storia di Ishi solo per spiegare l'origine del nome del gruppo, ma la canzone "Partigiani senza guerra" riguarda piuttosto la resistenza, oggi.
[1993?]
Parole e musica di Stefano Giaccone.
In molti dischi delle diverse creature artistico-politiche che Stefano Giaccone ha contribuito a creare nel tempo, dagli Howth Castle, alla Banda di Tirofisso, agli Ishi. Ripresa nel 1998 da Lalli nel suo splendido esordio solista “Tempo di vento”.
Non so esattamente quali pensieri avesse in testa Stefano Giaccone quando scrisse questa che è una delle sue canzoni più belle e ricorrenti... Ma sono anch’io di Torino (anch’io, che pure lui lo è, benchè sia nato a Los Angeles) e in questi versi riconosco la mia città di un tempo: il freddo, la solitudine delle periferie operaie, i cancelli della FIAT... E quell’uomo morente che forse è stato vittima di un incidente sul lavoro, o forse ha cercato di lottare, di sabotare la macchina, e ci ha rimesso la vita perchè è stato lasciato solo...
Spero che Stefano Giaccone capiti da queste parti e possa confutare, correggere o dare corpo a questo mio abbozzo di interpretazione...
Ti alzerai e crederai d'essere un altro (continuer)
Testo e musica di Stefano Giaccone e Lalli
Album: "Sotto la pioggia"