[1965]
Scritta da Carlos Lyra e Gianfrancesco Guarnieri (1934-2006), attore, regista, drammaturgo e poeta di origine italiana. Il padre, il direttore d’orchestra Edoardo Guarneieri, e la madre, l’arpista Elsa Martinenghi, si erano trasferiti in Brasile del 1934 per sfuggire al regime fascista.
Nell’album d’esordio “Maria Bethânia” del 1965, cantata ad introduzione di Carcará
Canzone che sempre nel 1965 fece parte dello “Show Opinião”, spettacolo musicale di protesta da contro la dittatura interpretato da Nara Leão (che si ammalò e fu sostituita proprio da Maria Bethânia), João do Vale e Zé Kéti, diretto da Augusto Boal e prodotto dal Teatro de Arena e dal Centro Popular de Cultura della União Nacional dos Estudantes (UNE), organizzazione studentesca che in quel momento era stata già dichiarata illegale dai militari.
“… E ti prego Dio di condannare e di rifiutare il perdono al padrone che si è dimenticato che gli uomini sono tutti fratelli.”
[1965]
Scritta da João do Vale (1934-1996), musicista e cantautore del Maranhão, e Zé Kéti
Da Opinião, che prima di essere il titolo dell’album di Nara Leão fu quello di uno spettacolo musicale di protesta contro la dittatura, diretto da Augusto Boal e prodotto dal Teatro de Arena e dal Centro Popular de Cultura della União Nacional dos Estudantes (UNE), organizzazione studentesca che in quel momento era stata già dichiarata illegale dai militari.
[1964]
Parole e musica di Zé Keti, nome d’arte di José Flores de Jesus, (1921-1999), cantante e compositore di samba.
Nell’album di Nara Leão, la “Musa della Bossa Nova” (1942-1989), intitolato “Opinião de Nara”, un disco che uscì proprio nell’anno dell’avvento della dittatura in Brasile e che contiene una dura condanna della repressione militare ed una denuncia delle misere condizioni di vita del popolo brasiliano.
Una canzone che racconta di come nelle favelas brasiliane (così come nelle “callampas” cilene, o nelle “villas miseria” argentine ed in ogni baraccopoli latinoamericana) la gente fosse così abbandonata da morire, magari per una stupidaggine, senza alcun soccorso…
“E la gente muore senza voler morire…”
Parole e musica di Zé Keti, nome d’arte di José Flores de Jesus, (1921-1999), cantante e compositore di samba.
Nell’album della “Musa della Bossa Nova” intitolato “Opinião de Nara”, un disco che uscì proprio nell’anno dell’avvento della dittatura in Brasile e che contiene una dura condanna della repressione militare ed una denuncia delle misere condizioni di vita del popolo brasiliano.
Interpretata anche da Nara Leão
31 marzo 1964. Golpe militare in Brasile.
Zé Keti, navigato compositore di samba, non si scompone e scrive: “Potete sbattermi in prigione, potete bastonarmi, potete anche lasciarmi senza mangiare, ma io non cambio idea”…
Scritta da Carlos Lyra e Gianfrancesco Guarnieri (1934-2006), attore, regista, drammaturgo e poeta di origine italiana. Il padre, il direttore d’orchestra Edoardo Guarneieri, e la madre, l’arpista Elsa Martinenghi, si erano trasferiti in Brasile del 1934 per sfuggire al regime fascista.
Nell’album d’esordio “Maria Bethânia” del 1965, cantata ad introduzione di Carcará
Canzone che sempre nel 1965 fece parte dello “Show Opinião”, spettacolo musicale di protesta da contro la dittatura interpretato da Nara Leão (che si ammalò e fu sostituita proprio da Maria Bethânia), João do Vale e Zé Kéti, diretto da Augusto Boal e prodotto dal Teatro de Arena e dal Centro Popular de Cultura della União Nacional dos Estudantes (UNE), organizzazione studentesca che in quel momento era stata già dichiarata illegale dai militari.
“… E ti prego Dio di condannare e di rifiutare il perdono al padrone che si è dimenticato che gli uomini sono tutti fratelli.”