Cari amici,
solo due parole per precisare che la versione originale è quella di Lunari e Negri e il vero titolo 25 aprile 1945, mentre la versione dei Gufi è un rifacimento.
Ciao e buona strada. (Paolo d'Alessandro)
Grazie, abbiamo corretto. Ci sai dire qualcosa di più sui due autori?
Sono un musicologo esperto di Gino Negri, e non ho mai trovato una fonte che mi confermi il vostro dato su questa canzone. Ho il sospetto che si tratti in realtà di una canzone di Lino Patruno. Mi potete dire dove avete trovato l'informazione che "25 aprile 1945" è di Gino Negri? - Oltre a ciò, forse vi può interessare il fatto che la canzone, col titolo "Non maledire questo nostro tempo", si trova facilmente su Youtube, cantata dai Gufi. Ciao e complimenti per il vostro sito!
Carissimo Moiraghi, se ben mi ricordo le notizie sull'autoria "Lunari/Negri" provenivano da "La musica dell'altra Italia", sito non più esistente e poi confluito nel Deposito - Canti di lotta (il curatore è lo stesso, Sergio "Sergej" Durzu). Dico "se ben mi ricordo" perché "Non maledire questo nostro tempo" appartiene alle 600 canzoni originali di questo sito (quelle che nel nostro gergo chiamiamo le "CCG primitive", e quindi, per l'inserimento in questo sito si va al febbraio/aprile 2003 (oltre 7 anni fa). Per il resto la pagina si è evoluta autonomamente coi contributi di tutti; in rete, un discreto numero di siti e blog riporta peraltro l'autoria Lunari /Gino Negri, ma è possibile che la cosa si basi proprio sulla nostra pagina. Per il resto saprei dire ben poco altro, ma naturalmente l'attribuzione della canzone ai Gufi è possibilissima (almeno un sito riporta infatti tra gli autori della... (continuer)
In effetti, vedendo quali sono i siti che parlano di questa canzone, ho la netta impressione che l'attribuzione a Lunari/Negri sia dovuta essenzialmente a questa pagina su cui scriviamo: tutti infatti riportano le stesse cose, dette anche nello stesso modo. Comunque ho contattato Patruno per chiedergli se la canzone sia effettivamente sua (come credo): attendo una risposta, poi vi faccio sapere. Su Gino Negri, se fosse il caso, io avrei tanto da dirvi; ma aspettiamo di sapere di chi sia la canzone!
(Intanto forse però vi può interessare l'esistenza di due canzoni di Gino Negri contro la guerra: sono due traduzioni e adattamenti dallo spettacolo "Oh! It's A Lovely War!", di cui voi avete inserito uno dei pezzi principali; Negri ne ha curato la versione italiana, facendo due canzoni antimilitariste, pubblicate nel 1963)
Ovviamente attendiamo notizie, e il suo contatto diretto col maestro Patruno non potrà essere che una fonte definitivamente attendibile (nel qual caso cambieremo immediatamente l'attribuzione, stabilendo se ai Gufi o a Lino Patruno stesso). È del resto il metodo di lavoro del nostro sito: non appena giungono notizie più precise, la pagina viene immediatamente modificata. Sul maestro Gino Negri confessiamo di essere colpevolmente ignoranti, quindi qualsiasi forma di collaborazione al riguardo da parte sua sarà oltremodo ben accetta; nel frattempo ne approfittiamo per un...restauro preventivo della pagina.
Ancora mille ringraziamenti, Moiraghi, per i suoi interventi davvero opportuni e preziosi.
Per me è un piacere poter collaborare ad un archivio come il vostro. Appena avrò la risposta da Patruno vi farò sapere: spero che non mi faccia attendere troppo.
Intanto, se vi interessa, vi posso fornire ogni dato relativo alle due canzoni di cui vi ho detto, dallo spettacolo "Oh what a Lovely War" tradotto in italiano. Voi avete inserito "Oh! It's a Lovely War", che è una delle canzoni centrali; Negri invece ha tradotto le successive "When this Lousy War is over" (diventata "Finirà 'sta sporca guerra") e "I want to go Home" (diventata "Voglio andar via"). Sono due piccole cose, certo; ma sono perfettamente adatte al vostro sito. Inoltre tenete presente che ci sono ancora i vinili delle versioni sia inglese sia italiana (con parecchie altre canzoni interessanti); lo spettacolo italiano ha il titolo generale "Oh! Che bella guerra!" (1963-65).
Credo che indagando bene nell'archivio (in buona... (continuer)
Sono felice di potervi dire che stamane ho ricevuto da Lino Patruno la risposta desiderata: mi dice che la musica di "Non maledire questo nostro tempo", su testo di Gigi Lunari, fu composta da lui. Aggiunge anche che non gli risulta esistere il titolo "25 aprile 1945". Direi che la conferma è autorevole e può essere considerata definitiva; e oltretutto va a rassicurarmi su un punto importante: la musica di questa canzone a me non sembrava affatto di Negri (contrariamente a quanto afferma Letizia Liqui), il cui stile musicale conosco molto bene; ma nel dubbio non potevo escludere totalmente l'attribuzione a Negri solo a partire da un'impressione d'ascolto. Ora vorrei dunque sapere (perché il dubbio è sempre occasione di conoscenza, e non si sa mai...) da Paolo D'Alessandro dove aveva trovato la notizia che la canzone si chiamava originariamente "25 aprile 1945", e che era di Negri, mentre quella dei Gufi un rifacimento. Se D'alessandro è ancora in contatto, dia un segnale!
No, la musica della canzone è di Gino Negri: almeno nella versione intitolata "25 aprile 1945", che si trova facilmente incisa da Milva nell'album "Libertà" (Dischi Ricordi, SMRL 6172). Fatemi sapere se vi serve il testo ed il file mp3 della canzone, ve le posso mandare tramite email. Saluti, Vito Vita
Ho anche verificato presso il sito Siae: "25 aprile 1945" risulta scritta da Lunari per il testo e da Negri per la musica, potete controllare da soli (in ogni caso, mi sono salvato lo screenshot).
Scusate, mi intrometto ancora nella discussione, a distanza di oltre un anno, per fare una doverosa precisazione. Sto sistemando l'intero archivio personale di Gino Negri, per cui ho sottomano tutto il materiale necessario per una verifica. La questione è resa complessa dal fatto che ci sono due canzoni diverse: "Non maledire questo nostro tempo" ha la musica di Lino Patruno, come già confermato anche, addirittura, dalla viva voce dello stesso Patruno: dunque non andrebbe più messa in discussione, perché è un'attribuzione più che sicura! Poi c'è "25 aprile 1945", che è una diversa canzone (anche se ha contenuti molto simili), ed effettivamente ha musica di Gino Negri: ho trovato poco tempo fa la partitura originaria manoscritta (ma incompleta) di Gino Negri. Altra questione ancora: forse "25 aprile 1945" ha ispirato "Non maledire questo nostro tempo"? Credo proprio di sì, è molto probabile; ma ancora è da dimostrare, dunque ci vuole cautela anche per questo aspetto del problema. Cordiali saluti, Marco Moiraghi
D'accordo, ma vi ricordo che, come diceva giustamente Vito Vita qui sopra, "25 aprile 1945" con musica di Negri è presente nel citato album di Milva, dove dovrebbero essere contenute anche le necessarie precisazioni riguardanti la paternità creativa di questa canzone. Se vi interessa, è uscito in queste settimane un mio libro dedicato a Negri (presentato ieri pomeriggio a Milano al Piccolo Teatro, con la presenza al mio fianco nientemeno che di Milva: vedete sito del Festival MiTo), con 2 CD allegati contenenti canzoni in parte inedite: alcune (almeno due) sono adattissime per il vostro sito-archivio; potete acquistare il volume coi CD ordinandolo sul sito web di Squilibri Editore, Roma. Cari saluti
Allora ho riascoltato le due versioni. Questa è la versione di Milva. Il testo che canta è il primo riportato in questa pagina
Questa invece è la versione dei Gufi. La musica è in effetti diversa ed il testo è quello riportato come "versione dei gufi" in questa pagina ed è molto simile al primo.
Quindi non mi sentirei di dire che sono due canzoni differenti, ma semmai due versioni diverse. Per la seconda Patruno ha riscritto probabilmente la musica, ma mi sembra che anche se non la melodia mantenga il ritmo della musica originale (di Gino Negri). Lascio ai musicologi più esperti giudicare su questo punto.
I Gufi avevano inciso “Non maledire questo nostro tempo” in quanto faceva parte del loro spettacolo “Non so non ho visto se c’ero dormivo” (1967, cfr. album omonimo), su testi, appunto, di Lunari (con cui il gruppo avrebbe collaborato anche in seguito). La musica di quella versione è di Lino Patruno, quindi è completamente diversa da quella composta da Negri, anche se alcune idee, come la progressione armonica per semitoni, sono quasi comuni. Direi che è proprio il testo a suggerire un’enfasi musicale. Il testo, a un primo raffronto, riporta un lieve cambiamento solo nel finale.
Non so se la versione di Negri (tra le maggiori figure della musica contemporanea e della “nuova canzone” in Italia, oltre che della didattica, mancato vent’anni fa) fosse comunque anteriore, e fosse stata eseguita da altri, per cui, nel caso, Lunari avrebbe poi “riciclato” il testo per lo spettacolo, ma non ho trovato nulla che faccia pensare a questa ipotesi.
Conmemorando la fecha de la liberación oficial de Italia, el dramaturgo Luigi Lunari escribió un poema, muy influenciado por el poema “An die Nachgeborenen” (“A los que vendrán” o “A los hombres futuros”) de Bertolt Brecht, al que Gino Negri puso música. No es exactamente una canción de la victoria, pues no celebra realmente la victoria, sino más bien es una súplica por no cometer los mismos errores del pasado y la expresión del deseo de un mundo más justo.
25 DE ABRIL 1945 (No maldigáis este tiempo nuestro) (continuer)
La musica di Non Maledire Questo Nostro Tempo (testo del sottoscritto Luigi Lunari in uno spettacolo dei Gufi, intitolato Non so, non ho visto, se c'ero dormivo, è di Lino Patruno. Credo che poi ahche Gino Negri abbia musicato lo stesso testo ex novo, forse per Milva. Ma non ricordo niente di preciso in proposito.
Luigi Lunari
Non so se sono già intervenuto sulla questione (la mia memoria ha dei buchi) ma posso precisare che la canzone Non Maledire questo Nostro Tempo è stata scritta da nel nel 1967 per i Gufi (nello spettacolo NON SO, NONN HO VISTO, SE C'ERO DORMIVO, sempre del sottoscritto, La canzone è stata musicata da Lino Patruno; la versione di Gino Negri, usata da Milva, è successiva. E io devo dire - con tutto l'affetto per Gino Negri - che la semplice e lineare interpretazione di Patruno è più "adeguata" ed è quella che preferisco. Colgo l'occasione per segnalare che recentemente (dicembre 2013) l'editore Book Time di Milano ha pubblicato i due testi da me scritti per i Gufi nel 1967 e '68: oltre a quello citato, che contiene la canzone in oggetto, si tratta del testo NON SPINGETE, SCAPPIAMO ANCHE NOI.
Grazie per l'attenzione e molti cordiali saluti
Luigi Lunari
luigi.lunari@libero.it www.luigilunari.com
"Ricorda, o cittadino, questa data
E spiegala ai tuoi figli
E ai figli dei tuoi figli
Racconta loro
Come un popolo in rivolta
Si liberasse un giorno
Dall’oppressore
E narra loro
Le mille e mille gesta di quei prodi
Che sui monti, nei borghi e in ogni passo
Sbarrarono il passo all’invasore
Né ti scordar dei morti
Né ti scordar di raccontare
Cos’è stato il fascismo
E il nazismo
E la guerra
Ricorda le rovine, le stragi, la fame e la miseria
Lo scroscio delle bombe e il pianto delle madri
Ricordati di Buchenwald
Delle camere a gas, dei forni crematori
E tutto questo
Spiega ai tuoi figli
E ai figli dei tuoi figli
Non perché l’odio e la vendetta duri
Ma perché sappian quale immenso bene
Sia la libertà
E imparino ad amarla
E la conservino intatta
E la difendano sempre."
In questo 25 aprile vogliamo ricordare la grande Milva che ci ha lasciato due giorni fa e l'autore del testo, Gigi Lunari, che era anche intervenuto su queste pagine, e che è morto nel 2019.
La versione italiana attribuita a Strehler è in realtà di Luigi Lunari, interpretata da Milva nell'album "Brecht" del 1975, registrato dal vivo al Teatro Metastasio di Prato. Al pianoforte Beppe Moraschi.
Si tratta del bel recitativo che nello spettacolo "Non spingete, scappiamo anche noi" (1969) introduceva una canzone che è già presente su questo sito col titolo un po' improprio di "Ballata del milite ignoto" e che quindi non replico. In realtà, come si capisce dal testo, ha un significato più generale.
[Mi chiedo solo cosa indichi il temine “cindarara” – uno strumento musicale – che torna più volte nel testo… Non ho trovato nessun riscontro in nessuna lingua, tanto meno l’italiano…]
Di Luigi Lunari - Lino Patruno.
Era anche il titolo di un LP e di uno spettacolo teatrale principalmente antimilitarista che i Gufi portarono in giro per l'Italia nel 1969.
Con l'esplodere del Sessantotto e della protesta pacifista in Usa e in Francia, i Gufi portano a teatro il loro spettacolo più politico, che diventa presto un trentatré giri molto venduto: Non spingete, scappiamo anche noi. Lo spettacolo è un ironico, sarcastico viaggio nel corso dei secoli alla ricerca di miti patriottici e militari da abbattere
Testo di Gigi Lunari
Musica di Lino Patruno dei Gufi (per "Non maledire questo nostro tempo") (come confermato dallo stesso Patruno)
Musica di Gino Negri (per "25 aprile 1945")
"Non maledire questo nostro tempo" è stata interpretata dai Gufi nello spettacolo "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo" (1967)
"25 aprile 1945" è stata interpretata da Milva nell'album "Libertà" del 1975.
Nella sua parte iniziale, il testo sembra mostrare precise influenze di An die Nachgeborenen ("A coloro che verranno") di Bertolt Brecht. [RV]
Riportiamo qui per prima la versione interpretata dai Gufi