Tatuada con aspereza de balas y cárcel,
Sentida por todas como parte importante
De anhelos cercanos, de libertad y coraje,
Has llegado más lejos que el viento
Que fugitivo te llevó con él, te llevó con él...
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho ni crucifijos ni sotanas
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho señales amargas
Que irónica es la vida,
Que por un lado seas consuelo para muchas
Y a la vez la soledad te acompaña en cada lágrima
Cuando inventas conversaciones con tu pequeña niña
Que en casa continúa esperando a que regreses... a que regreses
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho ni crucifijos ni sotanas
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho señales amargas
Matilde Landa, republicana,
Nos espera en el aire tu abrazo, eres lluvia enterrada
Matilde Landa, republicana,
Y las celdas sintieron el vértigo de tu salto mortal
Sentida por todas como parte importante
De anhelos cercanos, de libertad y coraje,
Has llegado más lejos que el viento
Que fugitivo te llevó con él, te llevó con él...
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho ni crucifijos ni sotanas
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho señales amargas
Que irónica es la vida,
Que por un lado seas consuelo para muchas
Y a la vez la soledad te acompaña en cada lágrima
Cuando inventas conversaciones con tu pequeña niña
Que en casa continúa esperando a que regreses... a que regreses
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho ni crucifijos ni sotanas
Matilde Landa, republicana,
No pudieron colgar de tu pecho señales amargas
Matilde Landa, republicana,
Nos espera en el aire tu abrazo, eres lluvia enterrada
Matilde Landa, republicana,
Y las celdas sintieron el vértigo de tu salto mortal
inviata da Alessandro - 13/4/2010 - 13:31
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Album “La tierra está sorda”, interamente dedicato alla Guerra civile spagnola.
Matilde Landa (1904-1942) era nata a Badajoz, in Extremadura. Il padre era un dirigente repubblicano ed un formatore molto impegnato all’interno dell’Instituto Libre de Enseñanza. Il fratello Rubén era un professore di filosofia, molto amico del grande poeta Antonio Machado. Era questa l’aria che Matilde aveva respirato fin da piccola. Nel 1923 si trasferì a Madrid per laurearsi in scienze naturali, e nella capitale iniziò anche la sua militanza nella politica e nel sociale. Iscritta al partito comunista, allo scoppio della guerra civile si occupò dell’organizzazione del Socorro Rojo Internacional, l’assistenza sanitaria repubblicana. Nel 1939, incaricata di tenere in piedi il partito comunista in clandestinità, non fuggì da Madrid ma venne quasi subito catturata dai fascisti, condannata a morte (poi commutata in 30 anni) e rinchiusa nel carcere di Ventas. In prigione Matilde si spese tantissimo per offrire assistenza e conforto alle recluse e organizzò tutte le iniziative e proteste volte ad ottenere migliori condizioni di vita in carcere. Si diede così tanto da fare che divenne un riferimento per tutte le prigioniere, e per questo i fascisti non tardarono a trasferirla nella terribile prigione di Palma de Mallorca, dove le condizioni di detenzione erano davvero insostenibili. Lì, come in molte altre prigioni femminili franchiste, operavano delle confraternite religiose, come le monache dell’ordine “Hijas de la Caridad de San Vicente de Paúl”, che agivano non per dare conforto alle anime e ai corpi ma come veri propri secondini ed aguzzini. Erano le monache cattoliche a fare il bello e il cattivo tempo nelle sezioni femminili; erano le monache cattoliche a taglieggiare e ad affamare le prigioniere; erano loro a sottrarre bimbi e bimbe alle loro madri per affidarli a famiglie di provata fede franchista oppure per rinchiudere le piccole in convento; erano loro ad aver affidata la missione di convertire con ogni mezzo necessario chi – come Matilde Landa – non credesse in Dio.
Per convertire la comunista e apostata Matilde, simbolo della resistenza in carcere, si mobilitarono le gerarchie cattoliche e la sottoposero a pressioni e a violenze fortissime, tant’è che nel 1942, davanti alla prospettiva di dover passare in carcere buona parte della sua vita, Matilde preferì darsi la morte.
L’ultimo insulto che i fascisti le inflissero fu di battezzarla in articulo mortis…
(Fonte: www.rebelion.org)