Vorrei proporre una correzione al testo tradotto in inglese poiché presenta un importante numero di modifiche al testo originale. Chi posso contattare per questo?
Jason 8/6/2024 - 12:43
Puoi inviare la tua traduzione e la pubblicheremo. Attento solo a non andare a incontrare i ragazzi di Buda e di Pest nel giorno dell'onore perché in quel periodo gira per la capitale ungherese della brutta gente.
Vorrei fare una precisazione a rigurado l'affermazione che il gwerz sia esclusivamente "un canto di stile giornalistico che riflette avvenimenti di interesse collettivo, locale, nazionale e, spesso, internazionale".
I gwerzioù sono cultura evolutiva che esprime saggezza popolare, talvolta anche a riguardo gli interrogativi o i movimenti che ritmano le stagioni e le epoche. Ciò poiché in quelle antiche società rurali dove naquero, gli individui non sempre erano in grado di svolgere da soli i compiti richiesti dalla vita agricola e vivere in società significava aiutarsi a vicenda per necessità vitali quotidiane. Ma ci sono gwerzioù che erano atti a compiere una specifica funzione in un dato momento, che avevano un senso preciso, anche riprovevole, come quello di far piangere una sposa. Alcuni gwerzioù danno voce a una espressione umana più intima, al terzo mondo dei Celti ("Ar bed arall"),... (continua)
Flavio Poltronieri 6/6/2024 - 16:12
@ Flavio Poltronieri
Caro Flavio, naturalmente ho in qualche modo integrato la tua osservazione sulla natura e funzione del gwerz nell'introduzione che sto scrivendo. Dico "sto scrivendo", perché la inserisco via via che è pronta; purtroppo, sono molto lento perché sto facendo veramente una fatica del diavolo a scrivere (e a fare qualsiasi cosa compreso cuocermi il classico uovo al tegamino, sperando con questo di non dare fuoco alla casa, ai libri e a me stesso, nel qual caso ti saluto in anticipo). Visto questo inserimento a pezzi e bocconi, ti raccomando di dare costantemente un occhio (espressione che, in questo momento, è decisamente ironica) al saggio introduttivo, in modo che tu possa fare tutte le osservazioni che ritieni opportune. Grazie da Richard Le Luneux.
Caro Le Luneux
non bruciare niente poiché sono sicuro che tutto quello che ti circonda a casa è senz'altro preziosissimo e non credo di essere l'unico a pensarla così, piuttosto cibati solo di cose crude o fredde o inforca intanto fin che aspetti l'operazione, anche due fondi di bottiglia, che tanto quelle non ti mancheranno di sicuro...
Per venire ai gwerzioù utilizza pure se vuoi anche questo estratto da un mio articolo precedente su Terre Celtiche:
Denez Prigent: Il Faro Bretone
Il gwerz in antichità veniva chiamato dai cantastorie “lais” che vuol dire “poemetto”, a differenza dei canti religiosi o di leggenda, oppure dei canti di festa e d’amore che sono i “kentel” (anche “son” o “zon”). Il gwerz non è un racconto lineare, piuttosto un succedersi di quadri, divisi in atti proprio come le opere teatrali. Ascoltare un gwerz significa accettare di viverlo in prima persona, ovvero entrare... (continua)
Richard Gwenndour ar Hanter Dall,
l'articolo a cui fa riferimento Dq82 in precedenza, contiene anche le note a riguardo la genesi della canzone, frutto di mie ricerche che, se ti servissero, nel dettaglio erano queste:
I due giovani autori all’epoca erano soliti creare canzoni per rendere meno monotono il lavoro nei campi. Scritta in bretone Vannetais, fu raccolta in una versione parzialmente modificata da Jul Gwernig, padre di Youenn, allora sacrestano presso la parrocchia di Scaër. Divenne molto popolare tra il Pays Vannetais e la Cornouaille, poi col tempo le parole verranno un po’ modificate, aggiungendo distici, fu talvolta anche cambiato l’ordine, qualcuna di esse scomparità. Dopo la pubblicazione di Polig Monjarret nel 1951 come “Yao jistr ‘ta laou”, il titolo divenne “Ev jistr ‘ta laou” e in seguito perse l’apostrofo (“Yod jist ta Laou”), quindi “Ev chistr ‘ta Laou”, “Son ar jistr”... (continua)
Ecco, sicuramente utilizzerò tutto nel "saggio introduttivo". Oggi mi sono dilettato con tonno, fagioli e cipolle, tutto rigorosamente freddo, e con un pizzico della mia "famosa" salsina piccante che, per fortuna, avevo già preparato quando ancora non ero mezzo cecàto. Tra parentesi, un po' di sidro bretone non mi farebbe dispiacere; ma non saprei dove trovarlo nei dintorni, visto che se intendessi recarmi ora in Bretagna sbaglierei direzione e mi ritroverei in un luogo imprecisato tra Decimomannu e Perdas de Fogu. Proseguo, integro ha mersi !
Il fatto è che si tratta di un provino pubblicato postumo e mai apparso su disco, la registrazione risale a metà anni '70 probabilmente negli allora studi romani della RCA. Direzione musicale e pianoforte sono quelli di Gianni Marchetti e ufficialmente il brano ha visto la luce (assieme agli altri provini inediti "Io...se", "Il denaro", "Madonnina del 2000" e "Due") nel dischetto allegato al volume "Tutta l'Opera" a cura di E. de Angelis per la Arcana editrice (collana "Nuove Radici"), la cui prima (e unica) edizione risale al novembre 1992. Perciò Riccardo Gullotta ha indicato questo come anno di pubblicazione ma ha ragione anche Riccardo a non credere nella Resurrezione di Piero (anche se vista la miseria attuale in campo di canzone d'autore, sarebbe assolutamente auspicabile). Io proporrei giudiziosamente di sostituire "[1992]" con "[metà anni '70]" che risulterebbe almeno storicamente, più corretto. Saluti a tutti da Verona.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 4/6/2024 - 22:23
@ Riccardo Gullotta e Flavio Poltronieri
Il bello è che il libro dell’Arcana ce l’ho, e fin dal remoto 1998 (acquistato in una libreria di Livorno); purtroppo, però, attualmente non sono più in grado di leggere. Lo avevo detto che, prima o poi, il mio “inno” sarebbe diventato Le Luneux. Detto questo, ho accolto la proposta di Flavio Poltronieri per l’attribuzione temporale del brano, lasciando però anche l’anno di pubblicazione. Corre a questo punto l’obbligo, per noialtri tre e per tutti quanti, di brindare alla salute di Piero, con un litro molto amaro. Per vederci un poco chiaro -che, nel mio caso, è ora letteralmente necessario. Salud!
Ciao ho la fortuna di possedere un bellissimo DVD che ha proprio il titolo
La morte mi fa ridere la vita no.
Lo distribuisce Lab 80 .potete provare a contattarli a Bergamo e chiedere se se hanno ancora.
Grazie, conosco quel DVD (60') che mi dettero personalmente gli autori nel 2004, venuti a filmare uno dei spettacoli in omaggio a Piero, che organizzammo come "Circolo Ciampi di Verona". Nel 2005 lo presentarono sia al Festival veronese di S. Giò che allo Spazio Oberdan di Milano ma sono passati talmente tanti anni...non credo proprio che sia ancora disponibile, nel frattempo ne sono stati pubblicati anche altri su Piero...addirittura un documentario Sky nel 2015...
Chanson italienne - Tento tanto - Piero Ciampi – 1992 (date de publication)
La chanson doit dater du milieu des années 70 du siècle dernier.
Piero Ciampi est mort 19 janvier 1980 à Rome.
Sing a sad familiar tale.
Suona ancora come un triste racconto la canzone dell'estinzione delle balene.
Oggi giornata mondiale dell'ambiente vale un rinnovato ascolto.
Paolo Rizzi 5/6/2024 - 13:29
Nelle giornate dedicate all'ambiente le balene hanno una data speciale a febbraio ma possiamo ricordarle anche oggi.