Per il 25 Aprile 2021 Francesco Camattini rivisita un noto brano della tradizione popolare: “Il testamento del capitano”. - accompagnato da Alessandro Sgobbio al pianoforte.
La canzone fa parte del lavoro discografico del cantautore parmigiano “A costo di non tornare” (2021) che mette in “scena” una sorta di libro laico delle beatitudini e trae la propria ispirazione da temi di forte attualità.
In questa toccante rielaborazione in chiave elettronica del noto brano - inciso nel nostro immaginario collettivo - Camattini mette in scena e fa trasparire uno struggente inno alla pace, attraverso la voce di un alpino che detta le sue ultime volontà ai suoi compagni di lotta. Una canzone tradizionalmente legata al primo conflitto mondiale diventa così – quasi capovolgendo il suo senso - una “beatitudine laica” e un’invocazione di pace.
Rielaborazione di Francesco Camattini del noto brano della tradizione popolare "Fischia il vento". La canzone fa parte del lavoro discografico del cantautore parmigiano “A costo di non tornare” (2021) che mette in “scena” una sorta di libro laico delle beatitudini e trae la propria ispirazione da temi di forte attualità.
Scrive Camattini a proposito:
"La Resilienza è la capacità degli individui di affrontare e superare un evento traumatico: questo video è composto da contributi - provenienti da tutta Italia e oltralpe - di alcuni resilienti che hanno ritratto le immediate vicinanze della loro abitazione. Una emozionante canzone dedicata alla nostra Liberazione, a quella di ogni individuo, da quegli schemi e paradigmi economici e sociali, da quei pregiudizi e da quello stile di vita che ci rende schiavi del Presente e del Contingente, incapaci di entrare in un Futuro diverso, possibile,... (continua)
Nota. Il curdo Soranî (“siriano”), scritto con l'alfabeto arabo, è la varietà della lingua curda che viene parlata effettivamente a Hewlêr/Erbil. Prevale in territorio iracheno e siriano. Il testo originale di Hozan Serhad è però in curdo Kurmanjî, scritto con l'alfabeto latino; il Kurmanjî è la varietà prevalente in territorio turco. La trascrizione qui presente (anch'essa proveniente da Lyricstranslate e dovuta al medesimo traduttore) permette di apprezzare le differenze tra le due varietà, essendo stata eseguita nell'alfabeto latino utilizzato per il Kurmanjî.
Perfetto, ora ci vorrebbe una traduzione. Io grazie al traduttore automatico ho intuito che la canzone parlasse di esiliati ma sarebbe bello saperne di più anche come omaggio al cantante, barbaramente ucciso da un fascista in un attentato razzista.
A differenza di quanto affermato frettolosamente poco fa, nel testo le parole curde sono ben tre [Dijlem “mio Dio”, guldexwîn e amed “sensazione, impressione”]; ho quindi attribuito la canzone anche alla lingua curda. Quanto a guldexwîn, si tratta in realtà di un bellissimo fiore che cresce selvatico in abbondanza nelle terre curde, e che ne è come un simbolo: è la Meleagride Imperiale (Fritillaria imperialis), detta anche “Tulipano arrovesciato”.
La Meleagride imperiale (che cresce anche in Iran, Iraq, Afghanistan fino al Pakistan e all'Himalaya occidentale) è detta in lingua curda guldexwîn, che significa “rosa piangente”; l'associazione con la rosa è senz'altro dovuta al suo colore rosso (ma il fiore può essere anche giallo). Il fatto di apparire effettivamente come un tulipano arrovesciato le ha dato in curdo l'appellativo di “piangente”, esattamente... (continua)
La canzone fa parte del lavoro discografico del cantautore parmigiano “A costo di non tornare” (2021) che mette in “scena” una sorta di libro laico delle beatitudini e trae la propria ispirazione da temi di forte attualità.
In questa toccante rielaborazione in chiave elettronica del noto brano - inciso nel nostro immaginario collettivo - Camattini mette in scena e fa trasparire uno struggente inno alla pace, attraverso la voce di un alpino che detta le sue ultime volontà ai suoi compagni di lotta. Una canzone tradizionalmente legata al primo conflitto mondiale diventa così – quasi capovolgendo il suo senso - una “beatitudine laica” e un’invocazione di pace.