Appello/comunicato dei detenuti reclusi e isolati nella palazzina dei semiliberi del carcere di Torino
Questo è il disperato appello e richiesta di aiuto che gli ospiti della palazzina dei semiliberi ,oggi occupata da soggetti in articolo 21 per lavoro esterno, lanciano a tutti gli amministratori e tutori della salute e della vita altrui.
Viviamo in un ambiente di circa 100 metri quadrati suddiviso in più camere per un totale di 45 persone, 2 servizi igienici per tutti e al pian terreno di questa struttura ci sono anche delle mamme con dei bambini innocenti che continuano ad essere rinchiusi.
Alle nostre, critiche e disperate, condizioni assistono anche gli operatori della polizia penitenziaria, vittime anch’essi del totale menefreghismo istituzionale onnipresente e oggi ancor più irritante. Siamo da giorni isolati a causa dell’accertamento della contaminazione da virus di un soggetto... (continua)
Ma questo è niente!
Ho ben presente che un mio lontano avo, l'Anonimo Ellenico del XVII Secolo avanti Cristo, aveva scritto tutta una serie di divertenti carmi su una guerricciola in Asia Minore, poco più di una scazzottata fra due bande di giovanotti...o non ti arriva una band guidata da un frontman cieco, dal nome che significa "Ostaggio", e non gli frega tutto quanto trasformandolo in epopea con tanto di cavalli di legno...?!? Altro che "questione Omerica", la nuda e cruda verità è questa !!!
Lenny Bruce, Bernstein, e credo di ricordare anche gli altri, vengono citati in underworld, di Don de Lillo, uno dei romanzi più importanti di fine 900.
Romanzo che credo abbia qualcosa in comune con la canzone.
Si purtroppo un vizietto di Angelo Branduardi (e se vogliamo un po' italico) quello di non citare le fonti. Devo dire però che l'arte del contrafactum è assai antica.
Anche nel mondo della tradizione non ci si faceva problemi con i diritti d'autore a rielaborare testi, modificare i finali e cambiare melodia (prendendola da un altra fonte o componendola ex-novo)
Cattia Salto 6/4/2020 - 13:07
Per i troppo pigri lascio qui anche il sequel britannico
"The Shaking of the Sheets" stata pubblicata nel 1568 in "Popular Music of the Old Time" (Chappell. Nell'English Dancing Master è trascritta la melodia, ascoltiamola eseguita dai Baltimore Consort.
Il brano però riproposto in chiave folk-rock dagli Steeleye Span riprende alcune strofe cinquecentesche ma la musica è stata composta da Robert "Bob" Johnson e mescolata con la country dance dal titolo Black Joke (Joack) proveniente dal villaggio di Adderbury in Oxfordshire. Black Joak è stata trascritta da Cecil Sharp dal portatore John Mason di Stow-on-the-Wold, melodia tradizionale dell'omonima Morris Dance con i bastoni.
[cvd]
E come dessert Ad mortem festinamus dal “Llibre Vermell” (ossia il Libro Rosso) nel monastero di Montserrat (nella montagna catalana a Nord di Barcellona) in cui sono raccolti i più popolari canti del pellegrinaggio medievale, “Ad Mortem festinamus” è l’unica danza macabra pervenutaci in forma integrale dal Medioevo.
Jordi Savall è ovviamente il must per l'ascolto, ma beccatevi i Qntal un medioevo tecno -chissà mai che piaccia anche ai "giovani" contemporanei
E per gli amanti del sidro la versione bretone cantata da Christophe Kergourlay
una filastrocca per bambini dal titolo “O, lakait ho troadig” (in francese O, mettez votre petit pied) strutturata come una conta progressiva in cui il coro introduce la parola variata che diventa la prima della nuova serie. Il canto è fatto risalire al XVI secolo
Caro B.B. purtroppo io faccio i salti mortali per capire il gaelico, comparando le varie versioni in inglese che spesso non colgono la bellezza dell'originale, conoscevo il pezzo come air, grazie per la contestualizzazione
Ecchime. Per prima cosa ho rimesso un po' a posto il testo originale dal punto di vista ortografico, visto che i benemeriti del Mudcat Café -bontà loro- hanno deciso di eliminare dal gaelico tutti gli accenti (che poi accenti non sono, ma che comunque sono segni che hanno valore distintivo). Mi sono servito sia di fonti alternative, come questa e questa, sia del Faclair Gaidhlig-Gubeurla le dealbhan di Edward Dwelly, Gairm Publications, Glasgow 1988, che ho qui in mano e che pesa parecchio (la prima edizione di tale grosso dizionario illustrato gaelico-inglese risale agli anni tra il 1901 e il 1911). C'è da dire che il testo riportato nella seconda fonte, intitolato semplicemente Tuireadh "Lamento", presenta delle varianti leggermente diverse. Da tenere presente che il gaelico scozzese ha avuto nel XX secolo, come il gaelico irlandese da cui deriva, una parziale riforma ortografica.
Di questa storia - peraltro leggendaria - mi ha colpito molto il fatto che, pur nel corso di una guerra fratricida (tutte le guerre lo sono o lo diventano), la musica, ancora una volta, abbia superato e unito le opposte fazioni, quando i suonatori dell'esercito giacobita pretesero ed ottennero la liberazione di Donald Ban MacCrimmon, legato ad un clan "collaborazionista" con gli inglesi, per il solo fatto di essere il Maestro riconosciuto di tutti i pipers di Scozia...
English translation / İngilizce çeviri / Traduzione inglese / Traduction anglaise/ Englanninkielinen käännös: Riccardo Gullotta, basata in parte su lyrics-on
GÜLEYCAN (continua)
inviata da Riccardo Gullotta 5/4/2020 - 21:14
Traduzione italiana / İtalyanca çeviri / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös: Riccardo Gullotta