d’après la version italienne de Gian Piero Testa – SMIRNE (insertion 2020)
d’une chanson grecque – Η Σμύρνη – Apostolos Kaldaras / Απόστολος Καλδάρας - 1972
Dès l’indépendance grecque, fleurit le projet d’étendre la souveraineté grecque sur une partie de l’ancien empire byzantin, l’Anatolie occidentale et Chypre, et d’élire Constantinople comme capitale de l’État élargi, la Megali Hellas / Μεγάλη Ἑλλάς, une Grande-Grèce du 20e siècle qui s’étend vers l’est.
De 1830 à 1914, la Grèce progresse vers le nord avec la conquête de la Thessalie, de la Macédoine, de la Thrace, de la Crète, des îles égéennes, grâce entre autres aux guerres balkaniques de 1912-13. La Grèce entra tardivement dans la Guerre Mondiale ; ensuite, les conflits se poursuivent jusqu’à la « Grande... (continua)
De Dulle Griet (Margherita la Pazza) è un testo di Wannes van de Velde, basato su una melodia tradizionale. La signora in questione viene talvolta definita il simbolo femminile della guerra, e in tale veste è stata meravigliosamente immortalata in un dipinto di Pieter Brueghel il Vecchio. Anche nei secoli successivi sembra essere stata una fonte inesauribile di ispirazione per una varietà di cose. Ad esempio: un fumetto (Suske & Wiske e Margherita la Pazza), una birra (Dulle Griet della “Scheldebrouwerij” di Westmaas), un gruppo musicale folk, vari caffè nei Paesi Bassi e in Belgio e persino un cannone a Gand. Inoltre, a Gand si trova anche un chiosco di patatine fritte che si chiama “De Dulle Friet” (“Patatina la Pazza”).
(Dal libretto del cd "Bar" dei Wè-nun Henks, 2002)
IN MORTE DELLA PRIGIONIERA POLITICA CURDA NURCAN BAKIR
(Gianni Sartori)
La prigioniera politica Nurcan Bakir (47 anni di età, in carcere da 28 anni e gravemente ammalata) si è tolta la vita in cella per protestare contro la repressione nelle carceri turche e denunciare le condizioni indegne in cui versano i detenuti. Contro la sua volontà Nurcan era stata trasferita dal carcere femminile di Gezbe a quello speciale di Burhaniye, prigione chiusa di tipo T che sorge nei pressi di Mardin (provincia Balikesir, nella regione di Marmara). Una ritorsione – tale trasferimento - per la sua partecipazione allo sciopero della fame di massa indetto l'anno scorso per protestare contro l'isolamento totale imposto al leader curdo Ocalan. Al suo rilascio definitivo mancavano ancora due anni e lei si era quindi rivolta alla Corte di Giustizia Europea per i Diritti Umani affinché, date le sue condizioni... (continua)
Va beh. Quando si fa una traduzione "cantabile" non si può pretendere ne venga fuori un capolavoro.
Meno male che la linea melodica non richiedeva rime in -ulo o in -azzo. Direi che è già molto.
ROMENO / ROMANIAN / ROUMAIN / ROMANIA [2]
Versione romena di Liana (L. Trans.)
Romanian version by Liana (L. Trans.)
Version roumaine de Liana (L. Trans.) Lianan tuntematon romaniankielinen käännös (L. Trans.)
Bravo! A dire il vero il testo era originariamente trascritto su un foglio di carta, ha subito negli anni vari aggiustamenti sempre manuali da più d'uno e più o meno come quelle "tastiere in cui tutti mettono le mani, quelle ingiallite dal tempo, un po' scordate dall' ignoranza e dalla passione degli umani" per divenire quell'obrobrio...a questo punto riaggiusta anche la mia traduzione che avrà anche lei almeno 35 anni buoni....Bel tipo questo scrittore romeno (Bolintinul-din-Vale 1819 - Bucarest 1872).
Di cognome faceva Cosmad, ma assunse quello di Bolintineanu dal nome del villaggio dove era nato. Durante i moti rivoluzionarî valacchi del 1848, a cui prese parte, diresse il giornale Popolul suveran. Fu anche lui un traduttore, (per esempio de "I Miserabili") ed è stato Ministro dell'Istruzione pubblica sotto Cuza oltre che fondatore dell'università di Bucarest.
La madre di Stefan ... (continua)
Flavio Poltronieri 15/1/2020 - 10:11
Da dire anche che, in Romania, con l'ortografia della loro lingua si sono veramente "divertiti". Fino alla II metà del XIX secolo si scriveva con una forma modificata di alfabeto cirillico; quando passò all'alfabeto latino sotto la spinta della "riscoperta delle radici latine", in un primo momento fu preso a modello l'italiano (ancora oggi, comunque, in nessi "ce, ge / che ghe" si leggono esattamente come in italiano) per passare poi al modello francese. In poco più di 150 anni il romeno è passato attraverso cinque o sei riforme ortografiche: l'ultima è del 1993 che ha, in pratica, ripristinato l'ortografia del 1932 dopo le riforme effettuate durante il periodo della "repubblica popolare". Poi, come detto, c'è stato l'avvento di Internet che ha, in pratica, eliminato tutti i (tanti) diacritici. Per un non-romeno è diventato un puzzle, perché la cosa è passata anche al di fuori della Rete... (continua)