Pippo non lo sa
Mio papà mi ricordava che " Pippo non lo sa " a Milano voleva dileggiare i " Mosquito " che volavano sul nord Italia ...
Claudio Ascari 13/1/2020 - 22:07
La Breda
Nerone Piccolo fu gravemente ferito, ma si salvò ed è ancora vivo, ha 95 anni.
Paola Brolati 13/1/2020 - 21:57
Ai mamà
QUANDO LO STATO SI AUTOASSOLVE: NESSUN COLPEVOLE PER LA MORTE INGIUSTA DI REMY FRAISSE
(Gianni Sartori)
L'8 gennaio i magistrati della corte d'appello di Tolosa responsabili dell'inchiesta sulla morte di Remy Fraisse hanno stabilito che nessuno doveva essere perseguito per il tragico evento. Il giovane militante ecologista – 21 anni - era rimasto ucciso da una granata esplosiva nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2014 mentre protestava contro la costruzione di una diga a Sivens (Tarn). Nonostante le richieste in tal senso degli avvocati della famiglia di Remy, i giudici hanno sostanzialmente evitato di procedere ad una nuova ricostruzione dei fatti e di interrogare il prefetto in proposito. Un “non-luogo a procedere” nei confronti del gendarme responsabile (con cui si confermano e sottoscrivono le conclusioni a cui era giunto il giudice nel gennaio 2018) che chiude definitivamente... (continua)
Gianni Sartori 13/1/2020 - 17:55
A Gaza
2014
Scrivo. E nel frattempo a Gaza vanno all'appuntamento con la tragedia
quotidiana. Nella loro terra sono estranei, separati, senza domani, senza
protezioni, esplorano i margini del dolore. Maledetti dall’odio del custode che
stamattina si è svegliato più vorace. Serrati dalla sua legge, una macchina che
scava, devasta, frantuma, distrugge costruzioni e chiama a una lenta discesa
disperata in quella voragine che resta sempre aperta.
Muoiono, sospesi all'ingresso di un cielo stordito, scorticato dal filo spinato
che corrode anche la vista negata di bambini invisibili, ma con addosso ancora
l'accento della vita, che in loro risale con affanno per venire alla luce illegale
che li circonda nel fumo di una civiltà morente.
Quei loro sogni, infranti nello specchio, in me scorrono come nuvole
periodiche contaminate da rabbia inefficace. E voleranno eterni in lenti
intervalli... (continua)
Scrivo. E nel frattempo a Gaza vanno all'appuntamento con la tragedia
quotidiana. Nella loro terra sono estranei, separati, senza domani, senza
protezioni, esplorano i margini del dolore. Maledetti dall’odio del custode che
stamattina si è svegliato più vorace. Serrati dalla sua legge, una macchina che
scava, devasta, frantuma, distrugge costruzioni e chiama a una lenta discesa
disperata in quella voragine che resta sempre aperta.
Muoiono, sospesi all'ingresso di un cielo stordito, scorticato dal filo spinato
che corrode anche la vista negata di bambini invisibili, ma con addosso ancora
l'accento della vita, che in loro risale con affanno per venire alla luce illegale
che li circonda nel fumo di una civiltà morente.
Quei loro sogni, infranti nello specchio, in me scorrono come nuvole
periodiche contaminate da rabbia inefficace. E voleranno eterni in lenti
intervalli... (continua)
Ecco, se mi adattassi a una poesia ragionevole,
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 13/1/2020 - 09:30
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Gli occhi neri di Julia Cortez
da Ferite & Feritoie (2019)
l’emozionante canzone Gli occhi neri di Julia Cortez è dedicata alla tenerissima figura della maestrina, l’ultima con cui ha comunicato Che Guevara prima della sua esecuzione.
La Higuera, Bolivia, ottobre 1967. Che Guevara è prigioniero in una piccola scuola, in attesa della sentenza. L’ultima persona che vedrà, prima di morire, a parte i soldati, è la maestrina di quella scuola, la giovane Julia Cortez. A raccontare questo risvolto minimale di una grande storia furono Giovanni Marrozzini e Angelo Ferracuti in un reportage dalla Bolivia (“Nessuno va più a trovare il Che”) apparso in maggio sul magazine del quotidiano Repubblica. Julia è ancora viva, suo figlio si chiama Ernesto e i due cronisti l’hanno intervistata. Paolo Capodacqua riprende il loro racconto e aggiunge un nuovo brandello alla tela del mito del Che.
Gli occhi neri di Julia Cortez è una canzone... (continua)
l’emozionante canzone Gli occhi neri di Julia Cortez è dedicata alla tenerissima figura della maestrina, l’ultima con cui ha comunicato Che Guevara prima della sua esecuzione.
La Higuera, Bolivia, ottobre 1967. Che Guevara è prigioniero in una piccola scuola, in attesa della sentenza. L’ultima persona che vedrà, prima di morire, a parte i soldati, è la maestrina di quella scuola, la giovane Julia Cortez. A raccontare questo risvolto minimale di una grande storia furono Giovanni Marrozzini e Angelo Ferracuti in un reportage dalla Bolivia (“Nessuno va più a trovare il Che”) apparso in maggio sul magazine del quotidiano Repubblica. Julia è ancora viva, suo figlio si chiama Ernesto e i due cronisti l’hanno intervistata. Paolo Capodacqua riprende il loro racconto e aggiunge un nuovo brandello alla tela del mito del Che.
Gli occhi neri di Julia Cortez è una canzone... (continua)
Mi scusi, signorina, se non sto in posa
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 13/1/2020 - 06:11
Percorsi:
Che Guevara, Pena di morte: omicidio del potere
Manifesto
2014
Fuori Dal Gruppo
Fuori Dal Gruppo
Black bloc sulla strada
(continua)
(continua)
inviata da Antonio Santi 13/1/2020 - 04:52
Percorsi:
Genova - G8
Non mi faccio comandare
2014
Fuori Dal Gruppo
Fuori Dal Gruppo
Non mi faccio comandare da un americano
(continua)
(continua)
inviata da Antonio Santi 13/1/2020 - 04:44
Κι εσύ λαέ βασανισμένε (Μη ξεχνάς τον Ωρωπό)
46 anni dall'evento e 8 dall'ultimo post:
Riccardo Gullotta 12/1/2020 - 23:56
I nidi degli uccelli
da Ferite & Feritoie (2019)
con Michele Gazich
(Per non dimenticare, giornata della memoria della Shoah)
con Michele Gazich
(Per non dimenticare, giornata della memoria della Shoah)
Io ricordo il cielo stellato
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 12/1/2020 - 18:37
Percorsi:
Campi di sterminio
Per questo mi chiamo Giovanni
da Ferite & Feritoie (2019)
Con Pippo Pollina, Roberto Soldati
(Dedicata a Giovanni Falcone e ispirata dall'omonimo libro di Luigi Garlando)
Con Pippo Pollina, Roberto Soldati
(Dedicata a Giovanni Falcone e ispirata dall'omonimo libro di Luigi Garlando)
Per questo mi chiamo Giovanni
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 12/1/2020 - 18:29
Percorsi:
Mafia e mafie
Lilie
Before he closed the gate, he attired in steel and blown off candles,
(continua)
(continua)
inviata da Edvard Sidoryk 12/1/2020 - 16:32
Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo)
anonimo
tratta da Il Deposito
DIO DEL CIELO SE FOSSI UNA RONDINELLA
(continua)
(continua)
12/1/2020 - 11:43
Figlia ti voglio dare
anonimo
Compagnia Genio Guastatori Brigata Cadore ottavo scaglione 1989
Noi durante il campo invernale, con presenti i graduati fino al capitano l'abbiamo cantata così (in crescendo sui gradi):
Ma penso che di versioni ce ne siano varie (anche in funzione del tasso alcolico)!
Noi durante il campo invernale, con presenti i graduati fino al capitano l'abbiamo cantata così (in crescendo sui gradi):
Ma penso che di versioni ce ne siano varie (anche in funzione del tasso alcolico)!
Figlia ti voglio dare in sposa al sergentino
(continua)
(continua)
inviata da Cristian 12/1/2020 - 10:54
Anna Lamberti Bocconi: Confessione di Alonso Chisciano
Benedetta insonnia, che mi spinge a cercare in qualche angolo del grande centro commerciale del web pagine come questa, per fortuna trovandole. Ho un'impressione parallela a questa, legata allo stesso disco, che di impressioni ne offre a iosa. Per puro caso il mio primo (e unico) viaggio in Portogallo ebbe come colonna sonora i versi e le note di "Lusitania", all'epoca appena uscita insieme a tutto "Discanto", album davvero non comune, e non solo per il titolo. Da allora sono passati innumerevoli ascolti di Teresa Salgueiro (Madredeus) e Dulce Pontes, bravissime nel loro genere, ma per me il Portogallo, o almeno quella frettolosa successione di "salite, ponti e discese e barche e ponti ancora" che ebbi la fortuna di visitare, si identifica in questa canzone, e così sempre sarà, se mai avrò occasione di tornarci.
Luca 12/1/2020 - 03:34
Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo)
anonimo
1977 CREL-Fondo Beccaria
La seconda parte dell'incipit (se fossi una rondinella) si connette all'antico motivo dell'uccello messaggero. Se un particolare rilievo aveva avuto nel Risorgimento la rondinella come latrice di messaggi, in questa guerra moderna e novecentesca assume una nuova valenza come espressione del mito del volo.
Come hanno rilevato le nuove ricerche storico-antropologiche sulla Grande Guerra, la guerra di trincea, estenuante, interminabile, abbrutente, induce nei combattenti di tutta Europa una serie di proiezioni mitiche, se vogliamo di tipo "regressivo" per il loro radicarsi su un patrimonio arcaico di credenze, superstizioni, simbolismi di tipo magico, e fra queste la più diffusa e partecipata è senz'altro quella di alzarsi in volo, liberandosi dal fango, dal fetore dei cadaveri, dal sangue e dagli escrementi, dai pidocchi, dalle miserie e dagli orrori della guerra.
(da Al rombo del cannon. Grande guerra e canto popolare. di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto, pag. 250).
Come hanno rilevato le nuove ricerche storico-antropologiche sulla Grande Guerra, la guerra di trincea, estenuante, interminabile, abbrutente, induce nei combattenti di tutta Europa una serie di proiezioni mitiche, se vogliamo di tipo "regressivo" per il loro radicarsi su un patrimonio arcaico di credenze, superstizioni, simbolismi di tipo magico, e fra queste la più diffusa e partecipata è senz'altro quella di alzarsi in volo, liberandosi dal fango, dal fetore dei cadaveri, dal sangue e dagli escrementi, dai pidocchi, dalle miserie e dagli orrori della guerra.
(da Al rombo del cannon. Grande guerra e canto popolare. di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto, pag. 250).
O DIO DEL CIELO
(continua)
(continua)
11/1/2020 - 22:09
The Lumberjack’s Prayer
[1910s]
Scritta da Matti Valentin Huhta, aka T-Bone Slim (1880–1942), poeta, cantautore, vagabondo e agitatore sociale statunitense, di origine finlandese.
Sulla melodia dell'inno religioso "Praise God From Whom All Blessings Flow"
interpretata da Utah Phillips
Una canzone che circolava su foglio volante al prezzo di 10 cents. Il denaro raccolto serviva per finanziare le pubblicazioni gratuite dei Wobblies (IWW)
Testo trovato direttamente sul sito dell'Industrial Workers of the World
Lumberjacks often worked twelve hours a day, seven days a week, faced incredible dangers on the job, and lived under horrendous conditions. They were one of the most abused groups of workers in the early 20th century. The Industrial Workers of the World (IWW) was the only labor organization to pay any attention to workers in the lumber camps of the South and the Pacific Northwest. Although humorous in tone,... (continua)
Scritta da Matti Valentin Huhta, aka T-Bone Slim (1880–1942), poeta, cantautore, vagabondo e agitatore sociale statunitense, di origine finlandese.
Sulla melodia dell'inno religioso "Praise God From Whom All Blessings Flow"
interpretata da Utah Phillips
Una canzone che circolava su foglio volante al prezzo di 10 cents. Il denaro raccolto serviva per finanziare le pubblicazioni gratuite dei Wobblies (IWW)
Testo trovato direttamente sul sito dell'Industrial Workers of the World
Lumberjacks often worked twelve hours a day, seven days a week, faced incredible dangers on the job, and lived under horrendous conditions. They were one of the most abused groups of workers in the early 20th century. The Industrial Workers of the World (IWW) was the only labor organization to pay any attention to workers in the lumber camps of the South and the Pacific Northwest. Although humorous in tone,... (continua)
I pray dear Lord for Jesus' sake,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2020 - 19:20
El me gatt
I' mi' gatto: La versione in fiorentino di periferia dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: A version into suburban Florentine by Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: Version en florentin banlieusard par l'Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: Anonimo Toscano del XXI Secolon käännös Firenzen esikaupunkin murreeseen
Si tratta fondamentalmente di una discronia: pur essendo di ambientazione odierna, la seguente versione in fiorentino di periferia riporta ai tempi (trenta o quaranta anni fa) in cui l'Isolotto, vale a dire il quartiere in cui vivo, era veramente il Bronx, un posticino che veniva accuratamente evitato dalla gente perbene e la cui provenienza incuteva timore. A differenza che nelle altre versioni, il finale è leggermente differenziato, o “sdoppiato”. Il fatto che una delle vie principali dell'Isolotto si chiami davvero “via Torcicoda” aggiunge un'ironica... (continua)
I' mi' gatto: A version into suburban Florentine by Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: Version en florentin banlieusard par l'Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: Anonimo Toscano del XXI Secolon käännös Firenzen esikaupunkin murreeseen
Si tratta fondamentalmente di una discronia: pur essendo di ambientazione odierna, la seguente versione in fiorentino di periferia riporta ai tempi (trenta o quaranta anni fa) in cui l'Isolotto, vale a dire il quartiere in cui vivo, era veramente il Bronx, un posticino che veniva accuratamente evitato dalla gente perbene e la cui provenienza incuteva timore. A differenza che nelle altre versioni, il finale è leggermente differenziato, o “sdoppiato”. Il fatto che una delle vie principali dell'Isolotto si chiami davvero “via Torcicoda” aggiunge un'ironica... (continua)
I' mi' gatto
(continua)
(continua)
11/1/2020 - 18:59
Der Schandfleck
d’après la traduction italienne de Riccardo Venturi – VERGOGNA – 2020
d’une
Chanson allemande – Der Schandfleck – Die Toten Hosen – 1984
Dialogue Maïeutique
Depuis le temps, Lucien l’âne mon ami, où tu cours le monde et où tu entends des chansons, tu as pu reconnaître cette capacité de la chanson à s’intéresser à mille et mille choses, à sa manière certes parfois déroutante, mais aussi très profonde, très émouvante.
C’est ça, dit Lucien l’âne, exactement ça qui donne souvent à la chanson son intérêt ; c’est sa manière de mettre en émoi l’émotion. Il est rare qu’elle fasse un discours – sauf pour rire ou faire rire ou ironiser ; il est rare et il est également catastrophique – pour elle et pour ses auditeurs – qu’elle se complaise dans un ronflement pompeux. Par ailleurs, je pense qu’il est à peu près inutile de préciser outre mesure qu’il existe des chansons idiotes, débiles, tonitruantes... (continua)
d’une
Chanson allemande – Der Schandfleck – Die Toten Hosen – 1984
Dialogue Maïeutique
Depuis le temps, Lucien l’âne mon ami, où tu cours le monde et où tu entends des chansons, tu as pu reconnaître cette capacité de la chanson à s’intéresser à mille et mille choses, à sa manière certes parfois déroutante, mais aussi très profonde, très émouvante.
C’est ça, dit Lucien l’âne, exactement ça qui donne souvent à la chanson son intérêt ; c’est sa manière de mettre en émoi l’émotion. Il est rare qu’elle fasse un discours – sauf pour rire ou faire rire ou ironiser ; il est rare et il est également catastrophique – pour elle et pour ses auditeurs – qu’elle se complaise dans un ronflement pompeux. Par ailleurs, je pense qu’il est à peu près inutile de préciser outre mesure qu’il existe des chansons idiotes, débiles, tonitruantes... (continua)
LA TARE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/1/2020 - 18:47
Buon anno anche a te Nicoletta
Canzoniere Anarchico della Bassa Bolognese
(2020)
Un canto per Nicoletta Dosio e per chi non si piega all'arroganza del potere
Cantabile (volendo) sulle note della Ballata del Michè di FdA
Un canto per Nicoletta Dosio e per chi non si piega all'arroganza del potere
Cantabile (volendo) sulle note della Ballata del Michè di FdA
Lo zero è una cifra speciale
(continua)
(continua)
11/1/2020 - 18:46
Quaranta giorni di libertà
Verde, la sigla finale dello sceneggiato televisivo
[1974]
Musica: Guido e Maurizio de Angelis
Album : Welcome! [1977]
Sigla dello sceneggiato televisivo Quaranta giorni di libertà , sulla Repubblica partigiana dell’Ossola , 9 settembre - 23 ottobre 1944.
[1974]
Musica: Guido e Maurizio de Angelis
Album : Welcome! [1977]
Sigla dello sceneggiato televisivo Quaranta giorni di libertà , sulla Repubblica partigiana dell’Ossola , 9 settembre - 23 ottobre 1944.
Riccardo Gullotta 11/1/2020 - 18:22
El me gatt
E me gat: La versione in dialetto Reggiano di montagna di Graziano Malvolti e Mara Redeghieri [2016]
E me gat: A version into Reggio Emilia mountainside dialect by Graziano Malvolti and Mara Redeghieri [2016]
E me gat: La version en dialecte montagnard de Reggio Emilia, par Graziano Malvolti et Mara Redeghieri [2016]
E me gat: Graziano Malvoltin ja Mara Redeghierin Reggio Emilia vuoristoalueen murreeseen [2016]
Interpretata da Mara Redeghieri e Graziano Malvolti (l'autore della traduzione) come "rumorista" nell'album Attanadara - Dio valzer (2016) [Mara Redeghieri: Voce / Lorenzo Valdesalici: Chitarra classica / Nicola Bonacini: Contrabbasso / Graziano "Gago" Malvolti: Commenti]. Il video è realizzato da Ericailcane e Bastardilla.
E me gat: A version into Reggio Emilia mountainside dialect by Graziano Malvolti and Mara Redeghieri [2016]
E me gat: La version en dialecte montagnard de Reggio Emilia, par Graziano Malvolti et Mara Redeghieri [2016]
E me gat: Graziano Malvoltin ja Mara Redeghierin Reggio Emilia vuoristoalueen murreeseen [2016]
Interpretata da Mara Redeghieri e Graziano Malvolti (l'autore della traduzione) come "rumorista" nell'album Attanadara - Dio valzer (2016) [Mara Redeghieri: Voce / Lorenzo Valdesalici: Chitarra classica / Nicola Bonacini: Contrabbasso / Graziano "Gago" Malvolti: Commenti]. Il video è realizzato da Ericailcane e Bastardilla.
E me gat
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/1/2020 - 17:21
¿Qué dirá el Santo Padre?
vi ammiro e continuerò ad ammirarvi a vita!
siete grandi.
io mi debbo togliere ciò che ormai penso sia il frutto della ipocrisia più becera ed infima. il battesimo cattolico.
se non l'ho ancora fatto è per ovvi motivi di insicurezza palese visto il mio stato mentale
non buono per la semplice motivazione .....
(ora esplodo! )
continuate a prendere in giro la povera gente! prima o poi, il vaticano scoppierà! ed il botto enorme, quel dio della mia minchia lo sentirà echeggiare in eterno!!!!!!!!!!!!!
siete grandi.
io mi debbo togliere ciò che ormai penso sia il frutto della ipocrisia più becera ed infima. il battesimo cattolico.
se non l'ho ancora fatto è per ovvi motivi di insicurezza palese visto il mio stato mentale
non buono per la semplice motivazione .....
(ora esplodo! )
continuate a prendere in giro la povera gente! prima o poi, il vaticano scoppierà! ed il botto enorme, quel dio della mia minchia lo sentirà echeggiare in eterno!!!!!!!!!!!!!
Daniele D'Aco 11/1/2020 - 15:02
O Gorizia, tu sei maledetta
anonimo
Una de las canciones antimilitaristas más elocuentes y significativas de todos los tiempos es Gorizia que hace un recuento emocional y político al mismo tiempo de la batalla de Gorizia, ciudad que Italia le disputó a Austria en 1916. Según cálculos oficiales, en la batalla para conquistar la ciudad de Gorizia, que duró del 5 al 10 de agosto de 1916, murieron alrededor de noventa mil soldados, cincuenta mil italianos y cuarenta mil austriacos. La ciudad quedó finalmente en manos italianas. La versión que aquí se presenta ha sido recopilada por el investigador Cesare Bermani, de un testigo que afirmó haberla escuchado de las tropas que conquistaron Gorizia el 10 de agosto de 1916.
En 1964, el Nuovo Canzoniere Italiano, una agrupación de investigadores y ejecutores de música popular, presentó esta canción en el Festival dei due Mondi de Spoleto, en el espectáculo Bella ciao, dedicado a la... (continua)
En 1964, el Nuovo Canzoniere Italiano, una agrupación de investigadores y ejecutores de música popular, presentó esta canción en el Festival dei due Mondi de Spoleto, en el espectáculo Bella ciao, dedicado a la... (continua)
O GORIZIA, TÚ ERES MALDITA
(continua)
(continua)
10/1/2020 - 16:04
Benedetto sei tu
(2020)
dal nuovo album: Cip! uscito proprio oggi 10 gennaio 2020
dal nuovo album: Cip! uscito proprio oggi 10 gennaio 2020
Sia benedetto il Signore Gesù Cristo
(continua)
(continua)
10/1/2020 - 11:28
Le Jardin des Vanilliers
Le Jardin des Vanilliers
Chanson française – Le Jardin des Vanilliers – Marco Valdo M.I. – 2020
ARLEQUIN AMOUREUX – 35
Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l’édition française de « LES JAMBES C’EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.
Dialogue Maïeutique
Et, dit Marco Valdo M.I., tel un conteur reprenant son récit à l’endroit où il l’avait abandonné précédemment, l’aventureuse déambulation de Matthias le déserteur se poursuit sans lui laisser beaucoup de répit, ni pour lui, ni pour sa petite troupe en bois. Ce n’est pas qu’il n’essaye pas de trouver des parades, de se dissoudre dans le paysage, de disparaître aux yeux du monde,... (continua)
Chanson française – Le Jardin des Vanilliers – Marco Valdo M.I. – 2020
ARLEQUIN AMOUREUX – 35
Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l’édition française de « LES JAMBES C’EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.
Dialogue Maïeutique
Et, dit Marco Valdo M.I., tel un conteur reprenant son récit à l’endroit où il l’avait abandonné précédemment, l’aventureuse déambulation de Matthias le déserteur se poursuit sans lui laisser beaucoup de répit, ni pour lui, ni pour sa petite troupe en bois. Ce n’est pas qu’il n’essaye pas de trouver des parades, de se dissoudre dans le paysage, de disparaître aux yeux du monde,... (continua)
Toujours fuir, proscrit, toujours repartir,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/1/2020 - 22:16
Vent’anni dopo. La pagina di Auschwitz cambia pelle
Antiwar Songs Blog
La pagina di Auschwitz (Canzone del bambino nel vento) compie vent’anni. È una delle due (assieme a quella dell’Internazionale) che sono pre-esistenti all’intero sito, e che vi sono trasmigrate in seguito. Risale, quindi, al fatidico anno 2000 (o “Dumila”), quello dei famigerati “Millennials”. E’ una pagina “Millennial” pure lei, quindi. Nell’anno Dumila, il quattordici di […]
Antiwar Songs Staff 2020-01-09 14:01:00
Songs of Children Cantata
d’après la version italienne publiée dans l’ouvrage « I Bambini di Terezin – Poesie e disegni dal Lager, 1942-1944 » – Mario De Micheli – Feltrinelli – 1979, telle qu’elle apparaît dans le site « Canzoni contro la Guerra ».
La Cantate des Enfants de Thérésine est composée de neuf poèmes écrits par des enfants juifs internés au camp de Theresienstadt (République Tchèque), mieux et plus tristement connu (en français) sous le nom de Thérésine.
À partir de 1940, les nazis équipèrent Thérésine d’abord d’une prison, puis d’un vrai ghetto qui servit de camp de transit pour les Juifs envoyés vers Auschwitz et les autres camps d’extermination.
15 000 enfants passèrent par Thérésine. Il en survécut 150.
« La communauté hébraïque de Thérésine s’assura que tous les enfants déportés puissent continuer leur parcours scolaire. Chaque jour, on donnait des leçons et des activités sportives ; en outre, la... (continua)
La Cantate des Enfants de Thérésine est composée de neuf poèmes écrits par des enfants juifs internés au camp de Theresienstadt (République Tchèque), mieux et plus tristement connu (en français) sous le nom de Thérésine.
À partir de 1940, les nazis équipèrent Thérésine d’abord d’une prison, puis d’un vrai ghetto qui servit de camp de transit pour les Juifs envoyés vers Auschwitz et les autres camps d’extermination.
15 000 enfants passèrent par Thérésine. Il en survécut 150.
« La communauté hébraïque de Thérésine s’assura que tous les enfants déportés puissent continuer leur parcours scolaire. Chaque jour, on donnait des leçons et des activités sportives ; en outre, la... (continua)
LA CANTATE DES ENFANTS DE THÉRÉSINE (2020)
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/1/2020 - 11:12
Not dè guèra
Riccardo Venturi, 09-01-2020 09:06
"A true story that tells what happened on the war front on Christmas eve of 1914/1915 between Italians and Austrians. The scene takes place on Mount Col del Rosso, near Mount Grappa: the Italians went out on patrol and, when they found the enemy behind them, they resigned themselves to the tragedy. By a miracle, the Austrians decided to leave their weapons and exchange with the Italians the sign of PEACE."
"A true story that tells what happened on the war front on Christmas eve of 1914/1915 between Italians and Austrians. The scene takes place on Mount Col del Rosso, near Mount Grappa: the Italians went out on patrol and, when they found the enemy behind them, they resigned themselves to the tragedy. By a miracle, the Austrians decided to leave their weapons and exchange with the Italians the sign of PEACE."
WAR NIGHT
(continua)
(continua)
9/1/2020 - 09:07
Lettera da una trincea
Album Note a margine (2013)
Mi stanno già chiamando sull’attenti
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 9/1/2020 - 04:38
Fun and Games
Album: Barenaked Ladies Are Men - 2007
We sent in the army
(continua)
(continua)
inviata da Not Harrison 9/1/2020 - 04:34
La guerra passa tremenda
anonimo
Poesia in cerca d'autore
Non è una canzone ma potrebbe diventarlo.
Una poesia in cerca d'autore
di Franco Castelli
L'amica Aurora Delmonaco, storica e collega nella rete degli Istituti storici (già presidente del Landis, Laboratorio nazionale per la didattica della storia) nei mesi scorsi mi comunicò un testo di grande interesse, da lei raccolto dalla viva voce di una contadina novantenne del Sud. Si tratta di una poesia sulla prima guerra mondiale, e Aurora così mi scriveva:
“La donna, una contadina, dopo novant'anni la recitava senza esitazioni. In quel recital improvvisato la donna declamò "Il passero solitario", e poi "Lo stivale" di Giusti: era chiaro che aveva fatto sua ogni parola. Della poesia che ti mando il suo maestro non disse l'autore. Lei affermava di ricordare tutte le poesie imparate a scuola perché quando era sola in campagna, al lavatoio, a zappare o al pascolo con... (continua)
Non è una canzone ma potrebbe diventarlo.
Una poesia in cerca d'autore
di Franco Castelli
L'amica Aurora Delmonaco, storica e collega nella rete degli Istituti storici (già presidente del Landis, Laboratorio nazionale per la didattica della storia) nei mesi scorsi mi comunicò un testo di grande interesse, da lei raccolto dalla viva voce di una contadina novantenne del Sud. Si tratta di una poesia sulla prima guerra mondiale, e Aurora così mi scriveva:
“La donna, una contadina, dopo novant'anni la recitava senza esitazioni. In quel recital improvvisato la donna declamò "Il passero solitario", e poi "Lo stivale" di Giusti: era chiaro che aveva fatto sua ogni parola. Della poesia che ti mando il suo maestro non disse l'autore. Lei affermava di ricordare tutte le poesie imparate a scuola perché quando era sola in campagna, al lavatoio, a zappare o al pascolo con... (continua)
La guerra passa tremenda
(continua)
(continua)
8/1/2020 - 23:01
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
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[1970]
Testo / Στίχοι / Lyrics / Paroles / Sanat: Lefteris Papadopoulos / Λευτέρης Παπαδόπουλος
Musica / Μουσική / Music / Musique / Sävel: [[|Manos Loizos]] / Μάνος Λοΐζος
Interpreti / Ερμηνεία / Performed by / Interprétée par / Laulavat: [[|Stelios Kazantzidis]] / Στέλιος Καζαντζίδης
Album / 'Αλμπουμ: I stenahoria mou / Η στεναχώρια μου