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Я живу на улице Ленина

Я живу на улице Ленина
Alla ricerca di una strada anrco-individualista in un paese sovietico.
Ты спросишь меня, почему иногда я молчу,
(continua)
inviata da Donatella Leoni 1/2/2019 - 15:53
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Il peso del coraggio

Il peso del coraggio
[2018]
Scritta da Amara e Maria Luisa de Prisco
Singolo che anticipa l'uscita dell'album "Personale" (2019)

Trovo forse un po' didascalico il testo e monotona la musica (nel senso di già sentita, come in Che sia benedetta), ma sicuramente una grande canzone per questi tempi non certo luminosi, di grandi vigliacchi forti coi deboli e deboli coi forti e di gente con la schiena curva e senza coraggio...
Sono questi vuoti d’aria
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2019 - 13:32
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I Never Picked Cotton

I Never Picked Cotton
1970
I never picked cotton
(continua)
1/2/2019 - 03:29
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Come degli angeli che si perdono nei cieli

Come degli angeli che si perdono nei cieli
Bianchi, neri, bruni, gialli, siamo tutti uguali,
(continua)
inviata da adriana 31/1/2019 - 17:27

Le Temps libre

Le Temps libre
Le Temps libre

Chanson léviane – Le Temps libre – Marco Valdo M.I. - 2019

Lettre de prison 8
3 avril 1934


Dialogue Maïeutique

Cette chanson « Le Temps libre », est ici datée du 3 avril 1934, ce qui est la date de la lettre de laquelle est tiré le premier quintain, d’où provenaient aussi des éléments de la chanson précédente, par exemple, ce qui concerne la cravate, la « Gazetta dello sport ». Le reste, les éléments qui constituent les cinq autres quintains sont extraits de la lettre du 6 avril 1934.

Pourquoi tout cet embrouillamini ?, Marco Valdo M.I. mon ami.

Je dois te dire, Lucien l’âne mon ami, que je reconnais volontiers que ces lettres sont quelquefois entremêlées, car je me suis laissé guider par le cours de la poésie plus que par l’exacte adéquation à ces lettres en apparence banales. Elles ressemblent vraiment à des lettres comme n’importe qui pourrait en envoyer dans les... (continua)
Avec ce calme qui entoure
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 31/1/2019 - 17:10
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Non erano campi

Non erano campi
Dopo "Auschwitz" di Guccini è difficile scrivere qualcosa sui campi di concentramento nazisti.
Questa canzone fa parte di uno spettacolo dedicato alla Resistenza.
Quelli non erano campi…
(continua)
inviata da Gabriele Baldoni 31/1/2019 - 14:04
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Ne valeva la pena

Ne valeva la pena
2015
Memorie ritrovate
La schiena faceva un gran male e più male facevano gli uomini
(continua)
inviata da Dq82 31/1/2019 - 11:03
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8 settembre

8 settembre
2015
Memorie ritrovate

Dedicata a Giovanni Ponta, nome di battaglia "Gianni", classe 1926, Partigiano combattente prima nei GAP a Genova, poi presente alla Benedicta nei giorni del rastrellamento; riuscì a salvarsi ed entrò successivamente nella Brigata "Oreste" nella divisione "Pinan-Cichero".
Chi semina grano non sempre raccoglie
(continua)
inviata da Dq82 31/1/2019 - 09:34
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Early

Early
Featuring BOOTS
Album Run the Jewels 2 (2014)

Testo da genius

Altra canzone contro le violenze e la corruzione nella polizia.

The song covers the topic of police corruption and brutality. It’s extremely relevant right now with the incidents taking place in Ferguson and NYC 2014.

Not only have they covered the topic in their music, but Killer Mike was actually interviewed by CNN about this in August.

[Verse 1: Killer Mike]
(continua)
30/1/2019 - 23:27
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Close Your Eyes (and Count to Fuck)

Close Your Eyes (and Count to Fuck)
(2014)
Album Run the Jewels 2
Testo da genius
Featuring Zack de la Rocha

I Run The Jewels si uniscono all'ex RATM Zack de la Rocha per un potente rap contro le violenze della polizia nei confronti delle minoranze, sia gli afroamericani che gli ispano americani. Il video ufficiale riprende un lungo corpo a corpo tra un nero e un poliziotto bianco.
[Intro: Zack De La Rocha]
(continua)
30/1/2019 - 23:21
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American Terrorist III

American Terrorist III
(2011)
Testo da genius

Con campionamenti da “Nightcall” di Kavinsky

Un veterano della guerra in Iraq o in Afghanistan torna in patria con un PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Ignorato da tutti, diventa un terrorista. O forse vuole sole rovesciare il governo che l'ha mandato in guerra?
Hello Gorgeous
(continua)
30/1/2019 - 23:07
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A.I.D.N.

A.I.D.N.
1994
Fumana Mandala
Un facchino un po' gentile che mi porti il peso
(continua)
inviata da Dq82 30/1/2019 - 12:08
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Elegische Ironie

Elegische Ironie
[agosto 1917]
Versi di Erich Mühsam, nella raccolta "Brennende Erde. Verse eines Kämpfers", pubblicata a Monaco nel 1920
Musica di Christoph Holzhöfer

Una poesia composta durante la Grande Guerra, sicuramente dopo la fine del 1914, quando Mühsam rinsavì dall'abbaglio nazionalistico e bellicista che aveva colto lui ed una parte del movimento anarchico. Dal quel momento di ogni guerra fu sempre un fiero oppositore.
Lieder sing ich, seit ich denke,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/1/2019 - 11:52
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Uno Bianca

Uno Bianca
[2014]
Wallace Records / Dischi Bervisti / Woodworm
Compositore / Composer / Composer / Säveltäjä : Nicola Manzan

Si cantava, e forse si canta ancora in qualche manifestazionaccia: ”La polizia italiana non è mai stanca, di giorno i manganelli, di notte la Uno Bianca!”. Millenovecentoottantasette, millenovecentonovantaquattro: sette anni in cui una banda criminale composta quasi interamente da poliziotti di estrema destra semina il terrore tra l'Emilia Romagna e le Marche. Ventiquattro morti, centodue feriti: questo il bilancio delle azioni della banda dei fratelli Savi, stimati sbirri in servizio presso la Qvestvra di Bologna (il capobanda, Roberto Savi, fu arrestato dai colleghi in servizio il 21 novembre 1994). In quei sette anni di sangue e di terrore, di tutto: benzinai, passanti, i tre carabinieri del Pilastro, armaioli, bancari, assalti a campi Rom, e immigrati ammazzati. Questi... (continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 30/1/2019 - 01:10
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Patience (Sabali)

Patience (Sabali)
Album Distant Relatives - Nas & Damian Marley
Testo da genius (dove si trovano numerose note e spiegazioni)

This song speaks on the troubles facing our worlds and the fact that we have not truly opened our eyes to the problems. We as a human race must begin to come to the realization that we have the ability to make a difference.
genius


Il ritornello è un campionamento della canzone Sabali di Amadou et Mariam. Sabali significa "pazienza" in bambara.
[Intro: Nas]
(continua)
29/1/2019 - 22:30
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Chiedilo alla Libertà

Chiedilo alla Libertà
(2015)
Album: Saremo tutto (2016)

Nel 70° della Liberazione il Signor K ha pubblicato su youtube un video del brano “Chiedilo alla libertà”, che anticipava l’uscita dell’album: ad accompagnare la canzone c’era una successione di foto riguardanti la Resistenza nel bergamasco.

Con Bonnot alla console il Signor K racconta, su una semplice base di pianoforte, l’esperienza di un partigiano che dapprima ha subìto i soprusi del regime e le privazioni della guerra e poi ha scelto di andare a combattere in montagna. Il suo racconto in prima persona ci colpisce con un flusso di parole ininterrotto e rapidissimo. Il rapper sa rendere con poche strofe, anche in modo poetico e non scontato, l’esperienza partigiana.

Il ritornello propone alcune domande che forse sarebbe opportuno farsi quotidianamente per non far sfociare la memoria in retorica e mitizzazione.

da Umanità Nuova
Eravamo solo orme nella neve
(continua)
inviata da Lorenzo e adriana 28/1/2019 - 21:58
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That's What I'd Like to Know

That's What I'd Like to Know
(1971)

dall'unico album di questa band inglese intitolato "Oh What a Lovely War!"
Who is he, this simple man, and absentee
(continua)
28/1/2019 - 21:25
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Lord High Human Being

Lord High Human Being
(1971)

dall'unico album di questa band inglese intitolato "Oh What a Lovely War!"

Credo che l'intero album, che si apre con la famosissima Six Days War ripresa recentemente in vari remix, sia un concept contro la guerra.
In darkened woods the smell of fallen showers all around
(continua)
inviata da Lorenzo 28/1/2019 - 21:22
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Lengenfeld

Lengenfeld
2019
"La fisarmonica verde"

La denuncia di una strage avvenuta in Germania nel 1945, una fisarmonica verde smeraldo, dischi di musica italiana degli anni Sessanta e un cappottone russo. Con una bicicletta in giro per la Sardegna sulle tracce del padre, i ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari... In anteprima il videoclip di 'Lengenfeld', la canzone nata da una storia vera, la storia dei due anni di prigionia in Germania del padre di Andrea Satta, raccontata nello spettacolo teatrale 'La fisarmonica verde', in scena nei giorni della memoria, il 26 e 27 gennaio, al Teatro di Villa Torlonia di Roma nella programmazione del Teatro di Roma.
repubblica.it
Patate, salme e vermi
(continua)
inviata da Dq82 + adriana 27/1/2019 - 17:42
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Kill For Peace

Kill For Peace
Lo scorso 25 gennaio è morto a Belgrado il regista jugoslavo Dušan Makavejev. Aveva 87 anni.

Forse il suo film più famoso è W.R.: Mysteries of the Organism (W.R. – Misterije organizma) del 1971 per cui fu censurato e esiliato dalla Jugoslavia comunista.

Una celebre scena del film, incentrato sulle teorie dello psicologo Wilhelm Reich sulla relazione tra frustrazione sessuale, repressione della sessualità e violenza, vede Tuli Kupferberg, cantante dei Fugs, che masturba il suo fucile giocattolo, con la colonna sonora di Kill For Peace.
27/1/2019 - 16:35

Les Graffitis

Les Graffitis
Les Graffitis

Lettre de Prison 7
1 avril 1934


Dialogue Maïeutique


Tu sais, Lucien l’âne mon ami, que l’homme enfermé a l’étrange habitude de marquer les lieux de son passage : un signe, un nom, un dessin ; on appelle ça des graffitis.

Oh, dit Lucien l’âne, personnellement, je ne fréquente pas ces lieux, mais j’en ai déjà vus sur les dans les rues ou sur des arbres.

En effet, reprend Marco Valdo M.I., généralement, il griffe la pierre, le bois ; il tente de graver son souvenir (le souvenir de lui-même), parfois, c’est le dernier, comme si cette trace allait le faire perdurer. C’est une fameuse illusion, la trace ne fait perdurer que la trace.

Certes, dit Lucien l’âne, mais c’est déjà quelque chose. Comme je viens de te le dire, je sais très bien tout cela, moi qui en ai vu tellement depuis le temps que je parcours le monde à la poursuite de moi-même ou de mon ombre, que sais-je ?... (continua)
Avec ses souvenirs familiers,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/1/2019 - 15:04
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Stalker

Stalker
La zona
di Paolo Nori

Che voi, mi rendo conto, potreste chiedermi "Ma cos’è, di preciso, questa zona, che non si capisce molto bene?!", e io potrei rispondervi che non si sa bene, o meglio che io, non lo so bene, che posso dire soltanto che, dopo che ho letto il romanzo dei fratelli Strugackij, la Zona per me sono stati i campi di lavoro sovietici descritti da Sergei Dovlatov nel suo romanzo Regime speciale, che nell’originale si intitola Zona, così si chiamavano, in gergo, i lager controllati dall’esercito; dopo che ho letto questo romanzo la Zona per me è stata il campo di concentramento di Birkenau quando mi han raccontato che a Birkenau, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, dei civili entravano abusivamente nel campo e scavavano delle buche per cercare i tesori sepolti degli ebrei, e trovavano invece delle bottiglie con dentro delle testimonianze di quelli che erano morti, i... (continua)
daniela -k.d.- 27/1/2019 - 13:22
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أَنا يُوسفٌ يَا أَبِي .‏

أَنا يُوسفٌ يَا أَبِي .‏
Bravi, grazie. Avevo bisogno di una poesia di Mahmoud Darwish in italiano con testo a fronte. Devo ringraziare anche il cantante Kahlife che l'ha messa in musica perché diversamente non l'avrei trovata!
Patrizia 27/1/2019 - 12:27
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Le Drapeau Rouge

Le Drapeau Rouge
SARKANAIS KAROGS
(continua)
inviata da Paweł Dembowski 27/1/2019 - 01:53
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Giulio

Giulio
Questa canzone dona l'eternità di un dolce ricordo a una madre che non può far altro che ricordare la dolcezza del suo Giulio e ricorderà a tutti noi la memoria di un ragazzo speciale
Nicoletta 26/1/2019 - 18:26
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Perché gli va

Perché gli va
La versione recitata da Valerio Mastandrea

Dq82 26/1/2019 - 17:18
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Un capretto [Dona, dona]

Un capretto [Dona, dona]
Rocco Rosignoli Feat. Lee Colbert

La prima strofa, cantata in lingua yiddish da Lee Colbert, voce della Moni Ovadia Stage Orkestra, è quella originale del testo di Segunda, tradotto e adattato in italiano da Herbert Pagani.

C'è nel disco una terza traduzione, o meglio un adattamento: la notissima canzone Dona dona, composta da Sholom Segunda e Aaron Zeitlin in yiddish, era già stata cantata meravigliosamente in italiano dal grande Herbert Pagani, che tra l'altro inserì anche una strofa che parla esplicitamente della Shoah, che non è presente nella canzone originale (che risale al 1936). Non ho ritenuto opportuno rifare qualcosa che prima di me qualcuno di ben più autorevole aveva già fatto così magistralmente, dunque mi sono limitato a cantare la sua versione, che mi offre anche l'occasione di rendere omaggio a un grande artista, che purtroppo una malattia ci portò via giovanissimo, ad appena 44 anni.

adriana 26/1/2019 - 10:49
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Le Drapeau Rouge

Le Drapeau Rouge
THE STANDARD OF REVOLT
(continua)
inviata da Paweł Dembowski 25/1/2019 - 19:07
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Stornelli d’esilio

Stornelli d’esilio
Un fatto che non è stato messo in luce in questa pagina (ma correttamente riportato su Wikipedia e altrove) è che il celeberrimo verso "Nostra patria è il mondo intero" fu ripreso integralmente da Pietro Gori dall'aria introduttiva all'opera buffa di Gioacchino Rossini (su libretto di Felice Romani) Il Turco in Italia (in seguito spesso erroneamente riportata come "Un Turco in Italia"), del 1814. Nell'aria introduttiva, la prima strofa che contiene il verso è cantata da un coro di zingari, a Napoli:




(Zingari)
Nostra patria è il mondo intero,
e nel sen dell’abbondanza
l’altrui credula ignoranza
ci fa vivere e sguazzar.

(Zaida)
Hanno tutti il cor contento,
sol la misera son io!
Ho perduto l’amor mio,
e nol posso ritrovar.

(Albazar)
Consolatevi una volta;
divertitevi con noi.
Via... coraggio! tocca a voi
la canzone a cominciar.




Del resto, il legame assolutamente indissolubile... (continua)
Riccardo Venturi 25/1/2019 - 10:13
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A.D.D. (American Dream Denial)

A.D.D. (American Dream Denial)
A.D.D. (Negazione del sogno americano)*
(continua)
inviata da Andrea Marconi 25/1/2019 - 06:27
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Paolo Conte: Bartali

Paolo Conte: Bartali

Bartali

Quando i fascisti lo convocano, quel giorno, Gino Bartali ha paura.
Ma non può non andare, sanno dove abita, ha un bimbo piccolo.
Non che non lo abbiano mai controllato, dopo lo scoppio della guerra: durante gli allenamenti tra Firenze e Assisi era facilissimo che lo fermassero. Ma ogni volta che vedevano la sua faccia e riconoscevano il campione già vincitore del Giro d'Italia e del Tour de France e della Milano Sanremo e di tante altre gare, tutto filava liscio.
Quel giorno è diverso, perché lo hanno convocato a Villa Triste, come è soprannominato il palazzo dove è alloggiata la Banda Carità che lo cerca.

La banda, che prende il nome dal comandante Mario Carità, è una delle più crudeli formazioni fasciste, specializzata in rastrellamenti, torture e infiltrazioni dentro i gruppi partigiani per arrestarne e ucciderne i componenti.
Villa Triste è famosa per le grida che provengono... (continua)
24/1/2019 - 11:19
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Le déserteur

Le déserteur
ROMENO / ROMANIAN / ROUMAIN [2] - Cindrel Lupe

Dal blog Poésie francophone
From the blog Poésie francophone
Tirée du blog Poésie francophone

DEZERTORUL
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 03:16
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Le déserteur

Le déserteur
CECO / CZECH / TCHÈQUE [3] - Tom Cortés [Tomáš Dvořák]

"Můj překlad slavné písně Borise Viana Le Déserteur.
psanci.cz
tomcortes.com
DEZERTÉR
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 02:57
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Le déserteur

Le déserteur
CECO / CZECH / TCHÈQUE [2] - Jiří Dědeček



"Vianovu básnickou tvorbu označuje Dědeček za "elegantně nedbalou". Na základě vlastních překladatelských zkušeností píše: "Po zkušenosti s formálně vycizelovanou poezií Georgese Brassense, s propracovanou dramatickou lyrikou Jacquese Brela nebo s ostře pointovanými absurditami Serge Gainsbourga působí Vianovy verše na první přečtení jako polotovary... Výborný nápad se co nejrychleji zpracuje a odloží, protože na jeho místo se neodbytně dere další, stejně geniální." - Poetický bouřlivák Boris Vian odhaluje svou nejméně známou tvář
DEZERTÉR
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 01:53
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Le déserteur

INDONESIANO / INDONESIAN / INDONÉSIEN

Da una pagina di Mozaik el Maula (traduzione letterale dell'originale francese).

Traduction à la lettre de l'original français tirée d'une pagine de Mozaik el Maula.

A word-for-word translation of the French original reproduced from a page of Mozaik el Maula.

"Pernahkah kita melanggar peraturan? jawabannya tentu berbeda pada setiap individu, terlepas dari apakah melanggar dengan alasan yang lebih kuat atau hanya sekedar apologi kita sebagai makhluk yang -katanya- dicetak untuk merasakan ‘nikmatnya’ membangkang. Namun saya yakin dalam keadaan itu hati kecil kita merasa bersalah atau minimal berasa tak nyaman. nah bisa di bayangkan jika keadaan ini dialami oleh seorang prajurit pasti dilematisnya lebih bergejolak. Boris Vian, seorang sastrawan Perancis menggambarkan keadaan ini dalam sebuah puisi panjang dengan judul Le Déserteur (Sang Pembelot)"
SANG PEMBELOT
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 01:25
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Je cherche une guerre

Je cherche une guerre
Riceviamo da Annamaria:

Sabato ho scoperto questa bellissima canzone grazie all'Assemblea Antimilitarista Torinese. E dopo una ricerca sono riuscita a decifrare il testo intero.

Grazie ad Annamaria. Abbiamo integrato il testo e anche la traduzione.
CCG Staff 23/1/2019 - 22:18
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Le déserteur

Le déserteur
BULGARO / BULGARIAN / BULGARE

Traduzione bulgara ripresa dal blog Избрана поезия ("Poesia scelta"). Si tratta di una traduzione artistica e in versi, ma l'autore non è indicato.
Bulgarian translation reproduced from the blog [[Избрана поезия ("Selected Poetry"). The translation is poetic and versified, but the author is not stated.
Traduction bulgare tirée du blog Избрана поезия ("Choix de poèmes"). Il s'agit d'una traduction poétique en vers, mais l'auteur n'est pas indiqué.

ДЕЗЕРТЬОРЪТ [1]
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/1/2019 - 20:49
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Heimweh, wonach?

Heimweh, wonach?
scusate la maldestraggine: il titolo è
NOSTALGIA, DI COSA?
ma non riesco a capire come inserirlo
Francesco Mazzocchi 23/1/2019 - 19:53

Die Schnupftabaksdose

Die Schnupftabaksdose
traduzione letterale diretta dall'originale tedesco
LA TABACCHIERA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 23/1/2019 - 19:32
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Le déserteur

Le déserteur
ARABO / ARABIC / ARABE [2]

Una versione letterale ripresa da En français et en arabe (pagina Facebook)
Arabic word-for-word translation reproduced from En français et en arabe (a Facebook page)
Traduction à la lettre en arabe, tirée de En français et en arabe (page Gueulebouquin) [RV]

الهارب
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/1/2019 - 19:19
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Da zero e dintorni

Da zero e dintorni
Alessio Lega e Guido Baldoni

adriana 23/1/2019 - 18:04
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Mr. Lonely

Mr. Lonely
QUAND REVIENT LA NUIT
(continua)
22/1/2019 - 22:49
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Rosen auf den Weg gestreut

Rosen auf den Weg gestreut
Pfeift euerm Hunde...
Seifenlied
Grazie, Rolf Hosweldt!
Saluti
B.B. 22/1/2019 - 22:26
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Misery Is the River of the World

Misery Is the River of the World
Blood Money è un disco deforme di carne ed ossa, di gelosia e rabbia, scheletrico e magmatico insieme, scritto per l'adattamento dell'incompiuto "Woyzeck" dello scrittore tedesco Georg Büchner, scritto tra il 1836 ed il 1837.

Certo che in questa splendida fra le splendide canzoni di Tom Waits, lui afferma che "tutto il bene del mondo, tu puoi metterlo dentro un ditale e ci sarebbe ancora posto per me e per te" e Roman Kołakowski lo traduce "Tutto il bene del mondo può essere nascosto sotto la gonna e ci staremo ancora bene, tu ed io": doveva proprio avere un cuore troppo grande, come affermi tu.
Flavio Poltronieri 22/1/2019 - 22:23
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Μεσόγειος

Μεσόγειος
Riccardo Venturi / Ρικάρντος Βεντούρης, 22-1-2019 21:10

Sembra che nonna Maritsa, ovvero Maritsa Mavrapidou, morta nei giorni scorsi a 89 anni, non fosse, tra le tre presenti nella foto scattata nel 2015, quella che dava il biberon al piccolo profugo tra i tanti arrivati a Lesbo, isola trasformata in lager grazie agli “accordi” e ai ricatti legalizzati stipulati dall' “Unione Europea” con il criminale turco Erdoğan. Nonna Maritsa è quella al centro, col bastone. Non importa. E non importa nemmeno la “foto famosa” o “foto simbolo”, perché quelle tre donne, venute da un altro tempo, non erano lì per farsi fotografare (e nemmeno per farsi candidare al “Premio Nobel per la pace”, come è stato fatto). Erano lì per un'elementare e antichissimo gesto di amore, di solidarietà, di umanità. Un gesto venuto dalla notte dei tempi, e che sembra essere stato scordato. Nonna Maritsa, poco prima di morire,... (continua)
MEDITERRANEO
(continua)
22/1/2019 - 21:34




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