Mi sono sempre chiesto, scherzosamente ma non troppo, se la scelta di chiamare il procuratore "Varga", nel film di Rosi, abbia avuto a che fare con l'Ispettore Varga della Settimana Enigmistica:
Riccardo Venturi 11/12/2019 - 21:35
Prima i fatti.
Il cognome Varga non fu coniato da Rosi, ma da Sciascia. Rosi ha voluto mantenere nel film praticamente tutto , per una scelta precisa che spiega nella sua intervista a Tatti Sanguineti.
Per la figura di Varga non sussiste alcun dubbio: Sciascia si ispirò al procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione. Sono fin troppo evidenti i riferimenti nel romanzo e, di conseguenza, nel film. Scaglione fu freddato il 5/05/1971 insieme all’agente di scorta Lorusso nelle circostanze narrate nel romanzo e nel film, cioè all’uscita dal Cimitero dei Cappuccini, dove si recava ogni giorno per un ossequio alla tomba della moglie. Anche per tale motivo ho postato la foto della cripta, oltre al fatto che le mummie sono perfetti simboli dei “cadaveri eccellenti” se si guarda agli antefatti, ma questa è un’altra storia.
Emanuele Macaluso si ostina a dire nel suo libro Leonardo Sciascia e i comunisti... (continua)
Ti ringrazio, Riccardo, per tutto quello che hai scritto. Interessantissimo, come sempre, e che arricchisce. Sono lieto di avere suscitato tutto questo da una mia questione, "scherzosa ma non troppo": sono da secoli un consumatore inveterato della Settimana Enigmistica, dalla prima pagina fino all'ultima. Alla bella età di anni 10, nel 1973, ho vinto pure un concorso (l'unico): non quello per i "piccoli lettori", ma quello dei grandi. Me lo ricordo ancora: il libro giallo "Scomparso" di Fletcher Knebel. Quando abitavo in Svizzera, per me è stata un'emozione, a Berna, passare il fiume Aar. Saluti e grazie ancora!
Riccardo, mi fa piacere che un personaggio come te mostri interesse per le mie schegge di Novecento .
Seguo da tempo con attenzione e curiosità i tuoi commenti: acuti, acuminati, schietti, mai banali. Quando poi li metti in pista con la targa di Livorno è assicurata anche la goduria . “Mi sono persuaso” pure che é piuttosto arduo farsi un quadro esaustivo del tuo percorso intellettuale ed esistenziale, forse anche per chi ti frequenta da vicino : probabilmente occorrerebbe un biografo (che, me lo dice il mio fiuto di siciliano, faticherebbe non poco).
Un caro saluto
Caro Riccardo, le tue "schegge" mi provocano non solo piacere e interesse, ma dé, anco de' gridolini orgàsmici di 'velli 'e 'un t'immagini manco pe' la 'ontraccassa. Ammetto che immaginare i miei gridolini orgasmici sia molto problematico, più o meno devono essere simili a quelli di un tricheco che copula con la quadricheca; però tant'è. Il mio percorso intellettuale ed esistenziale è, come dirti, segnato da parecchi accidenti: sia quelli che mi sono capitati, sia quelli che mi hanno tirati (non pochi, e tutti meritati). Un biografo? Beh, tutto sommato preferirei un fonografo. Rigorosamente a tromba, mi raccomando! Però da un siciliano mi sarei aspettato un "mi sono fatto persuaso" alla Camilleri; in un suo romanzo del commissario Montalbano avrei potuto figurare benissimo come vittima. Il vecchio intellettuale poverissimo che vive sulla spiaggia in una baracca: sarei stato un morto ammazzato perfetto! Saluti carissimi, davvero. Un abbraccio.
Carissimo Gianluigi, mi sembra che la cosa fosse stata già segnalata a suo tempo in questa pagina (qui per la precisione). Però ignoravo che l'artista greca si chiamasse Christiana Vlanti, e mi fa piacere saperlo. Mi fa piacere perché è greca e deve aver trovato...cantabile la mia versione in greco bizantino, una faticaccia inenarrabile ti assicuro. A tale riguardo c'è un retroscena piuttosto divertente. Sai che noialtri "admins" del sito, nella "stanza dei bottoni" (wow) abbiamo anche una chat interna che ci serve sia per scambiarci opinioni (inserimenti ecc.) sia per delirare alla grande. Successe che -mi sembra di ricordare- il Webmaster, Lorenzo, in chat mi segnalò una versione greca di Bisanzio e mi chiese se potevo trascriverla. Io, bravo e ubbidiente, mi misi subito al lavoro; poi lasciai andare il video e la versione, come dire, mi risultava un pochino familiare. Della serie: che... (continua)
Vedendo questo video dei due manifestanti cileni che ballano una danza sensuale tra i lacrimogeni mi è venuta in mente questa bellissima canzone di Mannarino
Un albero per Pinelli
Arbo por Pinelli
A tree for Pinelli
Un arbre pour Pinelli
Puu Pinellille
Ein Baum für Pinelli
Un árbol para Pinelli
'Ενα δέντρο για τον Πινέλλι
Uma árvore para Pinelli
Ett träd för Pinelli
Eitt tré fyrir Pinelli
Одно дерево для Пинелли
Drzewo dla Pinelli
Ho fatto un selfie con diavoli e santi
Ho fatto un selfie con belli e con brutti
Ho fatto un selfie che non sa nessuno
Ho fatto un selfie che lo sanno tutti
Ho fatto un selfie con un tipo strano
In una folla con migliaia di persone
La situazione mi è sfuggita di mano
Mi son scordato di chiedergli il nome
Ho fatto un selfie con un vigile urbano
Che me l'ha chiesto dopo avermi multato
Bene in quel caso è proprio il caso di dire
Che ho fatto un selfie cornuto e mazziato
Ho fatto un selfie col sorriso finto
Di chi sorride in quell'istante soltanto
Convinto che per risparmiare tempo
Quel selfie è meglio farlo che non farlo
Con il selfie c'è da stare attenti
Perché non sempre lo si può accordare
Senza richiedere i documenti
Voce del verbo discriminare
Ma se finora non ho mai sopportato
Nessuna forma di discriminazione
Col selfie forse mi sono sbagliato
E... (continua)
10/12/2019 - 13:51
Quel suo stringere la mano a Salvini non mi sembra consono. E per niente coerente col personaggio che si è creato.
Sull’ipocrisia del genere umano esiste una vasta letteratura...
Io non lo so se Edoardo Bennato sia o meno "ingenuo", come dice il fratello (che, senz'altro, lo conosce molto meglio di me e di tutti noi). Certo che Edoardo Bennato è del '46, ha quindi 73 anni (portati benissimo, tra l'altro), ha una laurea in architettura (dico questo per soddisfare la famosa "laureomania" di INSCO) e l'età dell'ingenuità la ha passata da un bel pezzo. E, secondo me, non è qui il problema -se così lo si vuole chiamare. Il problema è che tutti noi siamo pronti a dichiararci del tutto estranei alle varie "culture" di questi tempi -tipo la cultura del Selfie, un tempo si chiamava "autoscatto", per poi invece ritrovarcisi dentro fino al collo, peggio di poveri piccoli talebani de' noàntri. Il "selfie" di Bennato con Salvini è stato pubblicato da qualche parte anche qua dentro, se ricordo bene; e tutti -io per primo!- giù a sparare giudizi très tranchants e quant'altro.
Fermo restando che l’animo umano rimane insondabile , e perciò sarebbe opportuno lasciare in sospeso il giudizio morale, ciò che dice Riccardo Venturi non fa una piega. Non si può escludere che Bennato abbia voluto ancora non prendersi sul serio. Una sola precisazione: trovo graffiante la provocazione estrema di Quello-che-ha-lasciatOriana piuttosto che l’ultimo prodotto di Edoardo Bennato.
Probabilmente ciò che aggiungo potrà configurarsi come una ca..ata (ove <..> sarebbe una frazione di morfema di lunghezza variabile 0,1 o 2, a libera scelta). In tal caso lasciatemi esercitare il diritto all'oblio.
Essendo il cantautore un personaggio pubblico, i suoi comportamenti e le sue espressioni sono di fatto un “atto sociale” . Come tali sono soggetti a giudizio e concorrono anche alle valutazioni di cui si occupano le metodologie sociologiche. Poi, in seconda battuta, sono anche oggetto... (continua)
Bene. Lo sapete che c’è’? C’è che, con tutto l’affetto e il rispetto, rimango della mia opinione. L’ipocrisia non mi appartiene. A casa mia, la coerenza è virtù. Io, la mano, a Salvini, non la stringerò mai.
D'accordo, Sergio. Però, come dire: noialtri siamo abbastanza "facilitati", da questo punto di vista. Non siamo mica artisti "pop"; magari mi sbaglio, ma non ho mai avuto notizia di un concertone di Sergio Falcone al Palarock, e nemmeno tu -credo- di un megaconcerto di Riccardo Venturi allo stadio di Gallarate. Non ci si presentano mai cani e porci alla fine del concerto per fare il "selfie", specialmente quel tale Salvini a cui "piace De André" e che "ha frequentato il Leoncavallo", almeno a suo dire. Ci è molto facile non essere ipocriti. Certo, sicuramente è improbabile che Salvini si presenti per un selfie a un concerto della Banda Bassotti; ce lo vedo poco anche a farsi un autoscatto, che so io, con Ivan Della Mea -a prescindere che è morto oltre dieci anni fa. Va a fare presenza ai concerti di un Edoardo Bennato. Il quale è stato incoerente, d'accordo. Non è stato virtuoso. Lo attenderanno... (continua)
E' sempre che la vecchiaia è una brutta cosa, per tutti, si perde cognizione e controllo... sarà successo anche al già ingenuo, naif, Edoardo Bennato...
"La vecchiaia viene con 19 mancamenti, più la goccia al naso, che so' 20", diceva la mi' nonna...
Comunque, alla fin fine, senza nemmeno potermi professare duro & puro, son d'accordo con sergio falcone... 'affanculo a Salvini!
Ma, infatti, mica è questione di Salvini. Per Salvini il vaffanculo è automatico. E vaffanculo automatico anche per i "selfie". Ultimamente, specie quando passo per la stazione (molto spesso, visto che ci scendo sempre dal tram, fermata Alamanni-Stazione), appena vedo qualcuno che si fa un selfie -specie con l'asta- mi diverto sempre a passare davanti proprio al momento dello scatto. Sono alto 1,94, copro tutto benissimo! Salvd!
Non so se faccio bene a ritornare sull’argomento; ero già riluttante a inoltrare il mio precedente post. Purtroppo la mia mania per l’investigazione e una certa propensione alla correttezza mi impongono di rendere noto quanto segue.
Sembra che la via di Damasco, oggi rinominata via della Conciliazione, non sia stata eletta come meta soltanto da Guccini. Date un’occhiata qua :Bennato e il rock contro i muri. Una piccola, marginale osservazione: forse Guccini è stato beccato, non credo che sia andato a cercare il paparazzo per farsi immortalare. Se così fosse sarebbe un episodio della sua vita privata e non una scelta come quella di Bennato.
Segue l’opinione di Alessandro Agostinelli , ricercatore in Storia delle Arti visive e dello Spettacolo, critico musicale:
….Del resto in Italia ci meritiamo Vasco Rossi, come ci siamo meritati Alberto Sordi (per dirla con Nanni Moretti). Mentre dimentichiamo... (continua)
"La licenza" deriva da una ballata con il titolo convenzionale "La sposa morta" che racconta la storia di un giovane che facendo ritorno a casa trova la sposa o l'amante morta e si intrattiene sulla sua salma o, in altri casi, sulla sua tomba. Ballata di ampia diffusione di cui è attestata la presenza a partire dal XVI secolo.
(fonte: Al rombo del cannon. Grande guerra e canto popolare di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto).
Questa la versione cantata dal coro della SAT
Come notano Castelli, Jona e Lovatto (op. cit.) mentre nelle versioni ufficiale il soldato promette di tornare al fronte terminata la licenza, nelle lezioni raccolte da fonti orali prevale invece la risposta negativa e il soldato dichiara di non avere alcuna intenzione di tornare al fronte (Signor capitano lo giuro lo giuro / se vado casa ritorno mai più o Ce lo giuro signor capitano / dalla licenza non torno mai più)
dall'album Microchip temporale (2019), reinterpretazione integrale delle canzoni di Microchip Emozionale con vari ospiti pubblicata per il ventennale dello storico album dei Subsonica.