Io voglio stare bene
[1977]
Scritta da Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi
Singolo che costituiva al sigla di apertura del programma TV "Di chi è la salute"
Testo trovato nel volume "Ma non è una malattia - Canzoni e movimento giovanile", a cura di Romano Madera, Savelli editore, 1978.
Scritta da Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi
Singolo che costituiva al sigla di apertura del programma TV "Di chi è la salute"
Testo trovato nel volume "Ma non è una malattia - Canzoni e movimento giovanile", a cura di Romano Madera, Savelli editore, 1978.
Il mio male non conosco
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/12/2018 - 14:00
Ospedale militare
[1976]
Nell'album intitolato "Alla Mia Mam..."
Testo trovato nel volume "Ma non è una malattia - Canzoni e movimento giovanile", a cura di Romano Madera, Savelli editore, 1978.
(Non sono riuscito a trascrivere all'ascolto alcuni intermezzi parlati non presenti nel testo reperito)
Nell'album intitolato "Alla Mia Mam..."
Testo trovato nel volume "Ma non è una malattia - Canzoni e movimento giovanile", a cura di Romano Madera, Savelli editore, 1978.
(Non sono riuscito a trascrivere all'ascolto alcuni intermezzi parlati non presenti nel testo reperito)
Ma perché il mio letto devo farlo così?
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/12/2018 - 13:43
Giro, giro, tondo
[1976]
Parole di Gianni Sassi (non accreditato), produttore e fondatore della Cramps Records
Musica di Patrizio Fariselli e Paolo Tofani
Nell'album "Maledetti (maudits)" (dove la copertina è dello stesso Gianni Sassi)
Testo trovato nel volume "Ma non è una malattia - Canzoni e movimento giovanile", a cura di Romano Madera, Savelli editore, 1978.
Parole di Gianni Sassi (non accreditato), produttore e fondatore della Cramps Records
Musica di Patrizio Fariselli e Paolo Tofani
Nell'album "Maledetti (maudits)" (dove la copertina è dello stesso Gianni Sassi)
Testo trovato nel volume "Ma non è una malattia - Canzoni e movimento giovanile", a cura di Romano Madera, Savelli editore, 1978.
Gioco, gioco
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/12/2018 - 11:57
Chanson en l’honneur des pavés
[1848]
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Ignoro chi sia Eugène Philippe, o Philippe Eugène... certamente prese parte ai moti rivoluzionari del 1848, quelli che misero fine al regno di Louis-Philippe (periodo della cosiddetta "Monarchia di Luglio") e portarono alla brevissima stagione della Seconda Repubblica. Da notare che il re Louis-Philippe abdicò senza far spargere il sangue dei parigini, mentre la Repubblica, nel giugno dello stesso anno, non esitò a farne strage, quando i socialisti scesero in strada per protestare contro la chiusura degli opifici nazionali...
Il dagherrotipo che segue testimonia come i pavés siato stati ovunque i protagonisti di quei giorni:
D'altra parte, "Paris qui n’est Paris qu’arrachant ses pavés", scriveva Louis Aragon in Plus belle que les larmes ("Les Yeux d'Elsa ", 1942)...
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Ignoro chi sia Eugène Philippe, o Philippe Eugène... certamente prese parte ai moti rivoluzionari del 1848, quelli che misero fine al regno di Louis-Philippe (periodo della cosiddetta "Monarchia di Luglio") e portarono alla brevissima stagione della Seconda Repubblica. Da notare che il re Louis-Philippe abdicò senza far spargere il sangue dei parigini, mentre la Repubblica, nel giugno dello stesso anno, non esitò a farne strage, quando i socialisti scesero in strada per protestare contro la chiusura degli opifici nazionali...
Il dagherrotipo che segue testimonia come i pavés siato stati ovunque i protagonisti di quei giorni:
D'altra parte, "Paris qui n’est Paris qu’arrachant ses pavés", scriveva Louis Aragon in Plus belle que les larmes ("Les Yeux d'Elsa ", 1942)...
A leur fermeté, rendons grâce,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/12/2018 - 11:02
El baile del Koyyaruna
[2018]
Album : El mito de la pérgola (Pascuala Ilabaca y Fauna)
Album : El mito de la pérgola (Pascuala Ilabaca y Fauna)
Esta canción está dedicada a tantas personas que abandonan su lugar natal, su familia para buscar un trabajo. Esta poesía quiere recordarles que pueden abandonar un territorio geográfico, pero su origen, su mito, estará con ellos donde ellos estén.
En el video, el Kkoyaruna (minero en lengua quechua), es acompañado por un carnaval en el camino hacia la mina, los enmascarados danzantes y músicos, le recordamos que a través del rito del Carnaval puede depurar la degradación del trabajo y conectarse con su raíz. La grabación cuenta con queridos amigos invitados; Freddy Torrealba (charango), Alex Johnson (quena) y Francisca Vilches (trombón). El video fue grabado junto a la comparsa ̈La Gritona ̈ en el Aeródromo de Olmué , bajo la antigua mina del Cerro la Campana. Realización : Pablo Miranda Dinamarca
Dalla pagina youtube dell'artista
En el video, el Kkoyaruna (minero en lengua quechua), es acompañado por un carnaval en el camino hacia la mina, los enmascarados danzantes y músicos, le recordamos que a través del rito del Carnaval puede depurar la degradación del trabajo y conectarse con su raíz. La grabación cuenta con queridos amigos invitados; Freddy Torrealba (charango), Alex Johnson (quena) y Francisca Vilches (trombón). El video fue grabado junto a la comparsa ̈La Gritona ̈ en el Aeródromo de Olmué , bajo la antigua mina del Cerro la Campana. Realización : Pablo Miranda Dinamarca
Dalla pagina youtube dell'artista
Mi mino-minoría
(continua)
(continua)
inviata da adriana 31/12/2018 - 09:48
Auprès de ma blonde (ou Le Prisonnier de Hollande)
anonimo
[fine 600]
Una canzone che risale al periodo immediatamente successivo a quello delle cosiddette "Guerre d'Olanda" (1672-78), combattute tra la Francia di Luigi XIV di Borbone – il Re Sole – ed un'alleanza variegata, composta da Brandeburgo, Sacro Romano Impero, Spagna e Province Unite dei Paesi Bassi. Durante quel conflitto molti soldati e marinai francesi caddero prigionieri e restarono per diversi anni come ostaggi nelle mani della coalizione avversaria.
Tradizionalmente il testo viene attribuito a tal André Joubert du Collet, nativo dell'isola di Noirmoutiers, in Vandea, occupata dagli "olandesi" del 1674. André Joubert sarebbe stato sequestrato e imprigionato ad Amsterdam per alcuni anni, e durante quel soggiorno forzato avrebbe composto la canzone. Tuttavia l'attribuzione è molto dubbia per cui ho preferito lasciarla ad Anonimo.
Questa canzone è ancora oggi molto celebre nei paesi... (continua)
Una canzone che risale al periodo immediatamente successivo a quello delle cosiddette "Guerre d'Olanda" (1672-78), combattute tra la Francia di Luigi XIV di Borbone – il Re Sole – ed un'alleanza variegata, composta da Brandeburgo, Sacro Romano Impero, Spagna e Province Unite dei Paesi Bassi. Durante quel conflitto molti soldati e marinai francesi caddero prigionieri e restarono per diversi anni come ostaggi nelle mani della coalizione avversaria.
Tradizionalmente il testo viene attribuito a tal André Joubert du Collet, nativo dell'isola di Noirmoutiers, in Vandea, occupata dagli "olandesi" del 1674. André Joubert sarebbe stato sequestrato e imprigionato ad Amsterdam per alcuni anni, e durante quel soggiorno forzato avrebbe composto la canzone. Tuttavia l'attribuzione è molto dubbia per cui ho preferito lasciarla ad Anonimo.
Questa canzone è ancora oggi molto celebre nei paesi... (continua)
Dans les jardins d'mon père
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/12/2018 - 20:49
Pushed
Historians have barely begun to document the terrible effects on Aboriginal people of the European invasion of Australia since 1788. One problem is that the European approach to evidence relies heavily on written documents. Indigenous memory on the other hand is found in oral narratives. This song tells the story of a massacre in the Central Tablelands of New South Wales and of the conflict over what counts as evidence. It is time we abandoned our patronising attitudes and acknowledged the validity of Indigenous epistemology.
Some young men escaped
(continua)
(continua)
inviata da Tony Smith 29/12/2018 - 22:20
Ho visto un re
Paolo Ciarchi racconta la genesi di "Ho visto un re".
Salvo Lo Galbo 29/12/2018 - 22:14
Francine
[1940]
Scritta da Albert Willemetz, grande autore di operette e cabaret, e Casimir Oberfeld, celebre compositore degli “Années folles”, morto nel 1945 nel campo di sterminio di Auschwitz.
Willemetz e Oberfeld furono anche gli autori di Paris sera toujours Paris
Interpretata da Fernandel contro la voce francese della propaganda nazista, quel Paul Ferdonnet (1901-1945), giornalista e militante di estrema destra, che in Germania trasmetteva per "Radio-Stuttgart", propagandando il "service du travail obligatoire". Ferdonnet fu poi processato e giustiziato per collaborazionismo alla fine della guerra.
La canzone si trova in antologie come "Histoire de France en chansons, 1900-1949" e "Fernandel – Félicie Aussi"
Scritta da Albert Willemetz, grande autore di operette e cabaret, e Casimir Oberfeld, celebre compositore degli “Années folles”, morto nel 1945 nel campo di sterminio di Auschwitz.
Willemetz e Oberfeld furono anche gli autori di Paris sera toujours Paris
Interpretata da Fernandel contro la voce francese della propaganda nazista, quel Paul Ferdonnet (1901-1945), giornalista e militante di estrema destra, che in Germania trasmetteva per "Radio-Stuttgart", propagandando il "service du travail obligatoire". Ferdonnet fu poi processato e giustiziato per collaborazionismo alla fine della guerra.
La canzone si trova in antologie come "Histoire de France en chansons, 1900-1949" e "Fernandel – Félicie Aussi"
Méfie toi ma Francine
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/12/2018 - 21:10
Senza domande
2015
Breviario Partigiano 1945-2015
Testo: Massimo Zamboni
Musica: Massimo Zamboni, Francesco Magnelli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo
Breviario Partigiano 1945-2015
Testo: Massimo Zamboni
Musica: Massimo Zamboni, Francesco Magnelli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo
Delle antiche canzoni, non rimane che il suono.
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 29/12/2018 - 18:08
Breviario partigiano
2015
Breviario Partigiano 1945-2015
Testo: Massimo Zamboni
Musica: Massimo Zamboni, Francesco magnelli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo
Breviario Partigiano 1945-2015
Testo: Massimo Zamboni
Musica: Massimo Zamboni, Francesco magnelli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo
Breviario partigiano
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 29/12/2018 - 17:55
Il nemico
2015
Breviario Partigiano 1945-2015
Testo: Massimo Zamboni
Musica: Massimo Zamboni, Francesco Magnelli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo
Breviario Partigiano 1945-2015
Testo: Massimo Zamboni
Musica: Massimo Zamboni, Francesco Magnelli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo
Ma io ho visto i morti sconosciuti, i morti repubblichini. Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che anche vinto il nemico è qualcuno, che dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l’ha sparso. Guardare certe morti è umiliante. Non sono più faccenda altrui; non ci si sente capitati sul posto per caso. Si ha l’impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noialtri inchiodati a vederli, a riempircene gli occhi. Non è paura, non è la solita viltà Ci si sente umiliati perché si capisce – si tocca con gli occhi – che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiam... (continua)
inviata da Dq82 29/12/2018 - 17:38
Anaciclosi
2018
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Sara Benvenuti: voce
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Anaciclosi, con Sara Benvenuti, rientra in ranghi molto placati a livello sonoro, con la chitarra classica che detta i ritmi e il flauto che aggiunge qualche nota più acuta.
La descrizione degli ultimi giorni dell’occupazione tedesca dentro Roma città aperta, quando la città diventa un triste luogo per avvoltoi, i soli a nutrirsi a sazietà. Qualche anno dopo, nel 1947, la guerra è finita; ma non la rabbia e la disperazione di Davide, che in un’osteria tiene un lungo discorso sull’anarchia e... (continua)
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Sara Benvenuti: voce
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Anaciclosi, con Sara Benvenuti, rientra in ranghi molto placati a livello sonoro, con la chitarra classica che detta i ritmi e il flauto che aggiunge qualche nota più acuta.
La descrizione degli ultimi giorni dell’occupazione tedesca dentro Roma città aperta, quando la città diventa un triste luogo per avvoltoi, i soli a nutrirsi a sazietà. Qualche anno dopo, nel 1947, la guerra è finita; ma non la rabbia e la disperazione di Davide, che in un’osteria tiene un lungo discorso sull’anarchia e... (continua)
Negli alberghi di lusso
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 29/12/2018 - 17:14
L'anarchia
2018
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Marco Rovelli: voce
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Brano che narra la storia di Giuseppe Ramundo (il padre di Ida), maestro anarchico calabrese.
Di famiglia contadina, da bambino rimane leggermente storpio a causa di un incidente in campagna. Successivamente i genitori si arrangiano in modo da farlo studiare, mandandolo ad istruirsi dai preti: ma l’esperienza pretesca e padronale non farà che attizzare la sua fede ostinata verso l’anarchia (professarla gli era negato, perfino dalla moglie fra le mura della propria casa).
Giuseppe Ramundo esce... (continua)
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Marco Rovelli: voce
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Brano che narra la storia di Giuseppe Ramundo (il padre di Ida), maestro anarchico calabrese.
Di famiglia contadina, da bambino rimane leggermente storpio a causa di un incidente in campagna. Successivamente i genitori si arrangiano in modo da farlo studiare, mandandolo ad istruirsi dai preti: ma l’esperienza pretesca e padronale non farà che attizzare la sua fede ostinata verso l’anarchia (professarla gli era negato, perfino dalla moglie fra le mura della propria casa).
Giuseppe Ramundo esce... (continua)
Nei campi quando il sangue
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 29/12/2018 - 16:57
Classe borghese
2018
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Nicola Pecci: voce
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Classe Borghese (con Nicola Pecci) torna a toni drammatici, con un inizio tranquillo a livello di suoni e un climax drammatico inevitabile. Il personaggio centrale, così come nella precedente Classe operaia, è Davide Segre.
È il racconto di una delle prime ferite di Davide Segre, che segnerà per sempre la sua esistenza con l’inizio dell’odio nei confronti della propria famiglia. A soli 11 anni prende coscienza di far parte di una classe, quella borghese, che definisce teppa del mondo al cospetto... (continua)
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Nicola Pecci: voce
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Classe Borghese (con Nicola Pecci) torna a toni drammatici, con un inizio tranquillo a livello di suoni e un climax drammatico inevitabile. Il personaggio centrale, così come nella precedente Classe operaia, è Davide Segre.
È il racconto di una delle prime ferite di Davide Segre, che segnerà per sempre la sua esistenza con l’inizio dell’odio nei confronti della propria famiglia. A soli 11 anni prende coscienza di far parte di una classe, quella borghese, che definisce teppa del mondo al cospetto... (continua)
Davide ha un ricordo:
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 29/12/2018 - 16:39
Marche des Maquisards
[1944]
Parole di Jean Piemme
Musica di Louis Beirens
Con la seguente dedica: "Hommage de reconnaissance à tous ceux qui ont contribué à la Libération"
La fine dell'ultima strofa ha una variante in onore dei partigiani belgi.
Parole di Jean Piemme
Musica di Louis Beirens
Con la seguente dedica: "Hommage de reconnaissance à tous ceux qui ont contribué à la Libération"
La fine dell'ultima strofa ha una variante in onore dei partigiani belgi.
Quand les all’mands sont arrivés
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/12/2018 - 14:30
Starman
[1972]
Scritta da David Bowie e inclusa all'ultimo momento nell'album "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars"
Scritta da David Bowie e inclusa all'ultimo momento nell'album "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars"
"C’è un uomo delle stelle che sta aspettando in cielo
Ci ha detto di non rovinare tutto
Perché sa che ne vale la pena"
Ci ha detto di non rovinare tutto
Perché sa che ne vale la pena"
Hey now, now
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/12/2018 - 20:57
Percorsi:
Storie dallo Spazio Profondo
Requiem for a Private War
[2018]
Scritta da Annie Lennox e H. Scott Salinas per la colonna sonora di "A Private War", un film diretto da Matthew Heineman e dedicato alla figura di Marie Colvin, giornalista statunitense, per anni corrispondente di guerra per The Sunday Times, che il 22 febbraio 2012 in Siria, nel corso dell'assedio di Homs, fu uccisa insieme al giovane fotoreporter francese Rémi Ochlik. Il governo di Damasco cercò di accreditare la tesi dell'esplosione di un IED dei combattenti antigovernativi ma tutte le testimonianze e le inchieste successive hanno dimostrato che il media center dove si trovavano le due vittime fu deliberatamente preso di mira dall'artiglieria dell'esercito di Assad...
Marie Colvin aveva 56 anni e portava sul corpo e nell'anima le ferite di molti conflitti di cui era stata testimone fin dalla metà degli anni 80...
Scritta da Annie Lennox e H. Scott Salinas per la colonna sonora di "A Private War", un film diretto da Matthew Heineman e dedicato alla figura di Marie Colvin, giornalista statunitense, per anni corrispondente di guerra per The Sunday Times, che il 22 febbraio 2012 in Siria, nel corso dell'assedio di Homs, fu uccisa insieme al giovane fotoreporter francese Rémi Ochlik. Il governo di Damasco cercò di accreditare la tesi dell'esplosione di un IED dei combattenti antigovernativi ma tutte le testimonianze e le inchieste successive hanno dimostrato che il media center dove si trovavano le due vittime fu deliberatamente preso di mira dall'artiglieria dell'esercito di Assad...
Marie Colvin aveva 56 anni e portava sul corpo e nell'anima le ferite di molti conflitti di cui era stata testimone fin dalla metà degli anni 80...
Why do these cold stars burn bright, all these cold stars? (cold stars)
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/12/2018 - 20:14
Promemoria
poesia tratta dal volume: Il secondo libro delle filastrocche, edito da Einaudi nel 1985. E' una raccolta preparata dall'editore, scegliendo tra brani apparsi su riviste o ancora inediti.
Franz 28/12/2018 - 18:33
Presente
2005
Presente
Si tratta di una raccolta contenente alcuni pezzi della sua carriera solista più un paio di inediti, tra i quali la title-track. Una dichiarazione d’amore nei confronti dei principali punti di riferimento artistici del cantante dei Litfiba, quasi un pantheon nel quale trovano spazio scrittori come Primo Levi o John Fante, rivoluzionari del calibro del Sub Comandante Marcos e musicisti quali Kurt Cobain e Chuck Berry. A colorare il tutto il ricordo di Andrea Pazienza, presente anche lui.
Presente
Si tratta di una raccolta contenente alcuni pezzi della sua carriera solista più un paio di inediti, tra i quali la title-track. Una dichiarazione d’amore nei confronti dei principali punti di riferimento artistici del cantante dei Litfiba, quasi un pantheon nel quale trovano spazio scrittori come Primo Levi o John Fante, rivoluzionari del calibro del Sub Comandante Marcos e musicisti quali Kurt Cobain e Chuck Berry. A colorare il tutto il ricordo di Andrea Pazienza, presente anche lui.
Si affolla strana gente
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 28/12/2018 - 15:45
Strano paese
2014
Strano Paese
Il Paz amava dire d’essere nato a San Menaio, e di vivere tra Bologna e l’America. Al suo Gargano ha lasciato una struggente poesia, che la generosità di sua madre Giuliana Di Cretico, e l’estro di Umberto Sangiovanni e della Daunia Orchestra hanno trasformato in una canzone disperatamente attuale che racconta la Montagna del Sole nelle sue contraddizioni e nelle sue speranze e che speriamo diventi simbolo dell’orgoglio e della dignità del Gargano che non vuole arrendersi, un inno di futuro e di solidarietà.
A cantarla sono tanti grandi attori che hanno prestato gratuitamente la loro voce e le loro espressioni al progetto Il Mio Gargano. L’idea lanciata dall’impareggiabile Mario De Vivo e da Luigi Damiani, amico personale di Andrea Pazienza, è stata immediatamente raccolta da Nerì Marcorè e Paolo Sassanelli.
Protagonisti del progetto sono l’ensamble musicale della... (continua)
Strano Paese
Il Paz amava dire d’essere nato a San Menaio, e di vivere tra Bologna e l’America. Al suo Gargano ha lasciato una struggente poesia, che la generosità di sua madre Giuliana Di Cretico, e l’estro di Umberto Sangiovanni e della Daunia Orchestra hanno trasformato in una canzone disperatamente attuale che racconta la Montagna del Sole nelle sue contraddizioni e nelle sue speranze e che speriamo diventi simbolo dell’orgoglio e della dignità del Gargano che non vuole arrendersi, un inno di futuro e di solidarietà.
A cantarla sono tanti grandi attori che hanno prestato gratuitamente la loro voce e le loro espressioni al progetto Il Mio Gargano. L’idea lanciata dall’impareggiabile Mario De Vivo e da Luigi Damiani, amico personale di Andrea Pazienza, è stata immediatamente raccolta da Nerì Marcorè e Paolo Sassanelli.
Protagonisti del progetto sono l’ensamble musicale della... (continua)
Sull’ asfalto delle tue autostrade
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/12/2018 - 15:34
Frieden Und Freiheit
[2015]
Album : The Other Side
Franz Jacob (August 9, 1906 – September 18, 1944) was a German Resistance fighter against the National Socialists and a Communist politician.
Album : The Other Side
Franz Jacob (August 9, 1906 – September 18, 1944) was a German Resistance fighter against the National Socialists and a Communist politician.
Franz Jacob was a man, grandfather of a friend of yours
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 28/12/2018 - 14:29
They All Sang the Internationale
[2015]
Album : The Other Side
Katharina Hochmuth Jacob (March 6, 1907 – August 23, 1989) was a teacher and member of the German Resistance movement against National Socialism. She was married to Franz Jacob, a German Resistance fighter who was executed by the Nazis.
Album : The Other Side
Katharina Hochmuth Jacob (March 6, 1907 – August 23, 1989) was a teacher and member of the German Resistance movement against National Socialism. She was married to Franz Jacob, a German Resistance fighter who was executed by the Nazis.
Katharina Jacob, long before she took that name
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/12/2018 - 14:24
Denmark 1943
[2015]
Album : The Other Side
Album : The Other Side
When we heard the news that we were to be arrested
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/12/2018 - 14:14
Altalena
Natale 2018
Solo un passaggio del brano 'Altalena': cantato dagli alunni dell'Istituto Trento 6, le elementari della Vela, ha spopolato sui social. Suona come una replica alle parole della consigliera provinciale leghista Katia Rossato - mamma di un alunno della scuola - secondo la quale "i bambini dei migranti si appropriano dei giochi del parco". Cantata alla festa natalizia della scuola, è stata scritta e composta dal maestro di musica e inglese Alessio Zeni. "I bambini conoscono i loro diritti e ne sono testimonianza - scrive in una nota la dirigente scolastica Paola Pasqualin - Spesso siamo noi adulti a scordarli, dimenticando anche i doveri che ogni diritto richiama".
Solo un passaggio del brano 'Altalena': cantato dagli alunni dell'Istituto Trento 6, le elementari della Vela, ha spopolato sui social. Suona come una replica alle parole della consigliera provinciale leghista Katia Rossato - mamma di un alunno della scuola - secondo la quale "i bambini dei migranti si appropriano dei giochi del parco". Cantata alla festa natalizia della scuola, è stata scritta e composta dal maestro di musica e inglese Alessio Zeni. "I bambini conoscono i loro diritti e ne sono testimonianza - scrive in una nota la dirigente scolastica Paola Pasqualin - Spesso siamo noi adulti a scordarli, dimenticando anche i doveri che ogni diritto richiama".
Portami su, portami giù
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/12/2018 - 13:19
Solidarity Forever
Audio link to the song performed by Brita Koivunen and the Four Cats
SUURET SOTAURHORAUKAT
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 28/12/2018 - 13:12
Solidarity Forever
This is my singable version of Solidarity Forever.
SOLIDAARISUUTTA AINA
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 28/12/2018 - 13:10
Que te vomite dios
[2018]
Tango punk libertario compuesto para festejar los 5 años de la muerte del genocida JR. Videla
El video lo realizó la gente de Tango Crítico que es una agrupación de tango que milita en el ex centro clandestino de detención y tortura El Olimpo, donde fue filmado parte de este video. El resto tiene escenas grabadas en el teatro Brown de la Boca.
Tango punk libertario compuesto para festejar los 5 años de la muerte del genocida JR. Videla
El video lo realizó la gente de Tango Crítico que es una agrupación de tango que milita en el ex centro clandestino de detención y tortura El Olimpo, donde fue filmado parte de este video. El resto tiene escenas grabadas en el teatro Brown de la Boca.
Jorge Rafael Videla, genocida miserable
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 11:48
Las putas de San Julián
[2014]
Album : Tangos libertarios
Album : Tangos libertarios
LAS PUTAS DE SAN JULIAN -Breve relato histórico de Osvaldo Bayer
Cuando terminaron los fusilamientos de los peones rurales patagónicos, en 1922, el teniente coronel Varela les dio permiso a asus soldados para concurrir a los prostíbulos. Pero el 17 de febrero de ese año ocurrió un hecho sorprendente. Los únicos seres que reaccionaron contra los fusilamientos de las peonadas fueron las cinco prostitutas del prostíbulo "La Catalana", que se negaron a atender a los soldados, al grito de "asesinos, basuras, con asesinos no nos acostamos". Los soldados quisieron entrar a toda fuerza con las bayonetas, pero las prostitutas se defendieron con palos y escobas. Los soldados fueron vencidos y se retiraron. Las mujeres fueron llevadas presas y expulsadas de San Julián.
Cuando terminaron los fusilamientos de los peones rurales patagónicos, en 1922, el teniente coronel Varela les dio permiso a asus soldados para concurrir a los prostíbulos. Pero el 17 de febrero de ese año ocurrió un hecho sorprendente. Los únicos seres que reaccionaron contra los fusilamientos de las peonadas fueron las cinco prostitutas del prostíbulo "La Catalana", que se negaron a atender a los soldados, al grito de "asesinos, basuras, con asesinos no nos acostamos". Los soldados quisieron entrar a toda fuerza con las bayonetas, pero las prostitutas se defendieron con palos y escobas. Los soldados fueron vencidos y se retiraron. Las mujeres fueron llevadas presas y expulsadas de San Julián.
"Las putas de San Julián”
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 10:50
Gaucho Facon Grande
[2014]
Album : Tangos libertarios
Album : Tangos libertarios
EL GAUCHO FACÓN. Breve relato histórico de Osvaldo Bayer
"Facón Grande" fue un gaucho entrerriano que en las huelgas patagónicas de los años 1922-22 salió en defensa de las peonadas
huelguistas. El derrotó en Jaramillo a las tropas del 10 de Caballería, fue atraído por el teniente coronel Varela para firmar la paz y cuando el gaucho se presentó, fue traicionado y fusilado. Pasó a ser le héroe de la gente humilde patagónica y tiene un monumento en Santa Cruz.
"Facón Grande" fue un gaucho entrerriano que en las huelgas patagónicas de los años 1922-22 salió en defensa de las peonadas
huelguistas. El derrotó en Jaramillo a las tropas del 10 de Caballería, fue atraído por el teniente coronel Varela para firmar la paz y cuando el gaucho se presentó, fue traicionado y fusilado. Pasó a ser le héroe de la gente humilde patagónica y tiene un monumento en Santa Cruz.
Así no se mata un criollo
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 10:37
Vengador
[2014]
Album : Tangos libertarios
Letra: Osvaldo Bayer - Malena D´Alessio
Música:P.Bernaba
Si veda anche Patagonia de fuego. Cantata
Album : Tangos libertarios
Letra: Osvaldo Bayer - Malena D´Alessio
Música:P.Bernaba
El anarquista alemán Kurt Gustav Wilckens fue el vengador de los peones rurales fusilados por el teniente coronel Varela y su regimiento 10 de Caballería en la Patagonia. Wilckens sostuvo que cuando no hay justicia en un país su pueblo puede hacerse justicia por su propia mano. Y así lo esperará en Palermo, el 27 de enero de 1923, a la salida de la casa del militar y primero le arrojará una bomba y luego le descargará su arma de fuego, de manera que el militar murió en el acto. Luego, Wilckens será asesinado en la cárcel. Y los anarquistas siempre lo titularon "Héroe del pueblo".
Si veda anche Patagonia de fuego. Cantata
Vengador, mataste al matador de ilusiones
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 10:25
Chau Falcón, gracias Simón
[2014]
Album : Tangos libertarios
Letra Osvaldo Bayer -César De Carli
Música Pablo Bernaba
Album : Tangos libertarios
Letra Osvaldo Bayer -César De Carli
Música Pablo Bernaba
Chau Falcón, gracias Simón…prólogo de Osvaldo Bayer
El 1 de mayo de 1909 se realizaba una de las manifestaciones obreras más grandes de la historia argentina. Setenta mil obreros marcharon hacia el Congreso para recordar a los mártires de Chicago. El coronel Falcón, jefe de policía, ordenó reprimirlos cuando llegaron a la Plaza Lorea. A balazo limpio y la caballería a sablazos. Fue un crimen horrendo, nunca se sabrá el número de muertos. Meses después, el joven anarquista Simón Radowitzky lo hizo saltar por el aire a Falcón con una bomba. Murió poco después. Simón pasó veinte años en el penal de Ushuaia. Lo liberaron los obreros con la amenaza de una huelga total. Yrigoyen le dio la libertad pero lo expulsó al Uruguay.
El 1 de mayo de 1909 se realizaba una de las manifestaciones obreras más grandes de la historia argentina. Setenta mil obreros marcharon hacia el Congreso para recordar a los mártires de Chicago. El coronel Falcón, jefe de policía, ordenó reprimirlos cuando llegaron a la Plaza Lorea. A balazo limpio y la caballería a sablazos. Fue un crimen horrendo, nunca se sabrá el número de muertos. Meses después, el joven anarquista Simón Radowitzky lo hizo saltar por el aire a Falcón con una bomba. Murió poco después. Simón pasó veinte años en el penal de Ushuaia. Lo liberaron los obreros con la amenaza de una huelga total. Yrigoyen le dio la libertad pero lo expulsó al Uruguay.
Ramón Falcón,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 10:16
Manoabierta
[2014]
Album : Tangos libertarios
Letra:Raúl Castro “Tinta Brava” y Osvaldo Bayer
Música: P. Bernaba
Album : Tangos libertarios
Letra:Raúl Castro “Tinta Brava” y Osvaldo Bayer
Música: P. Bernaba
Anarquistas Expropiadores . Breve prólogo de Osvaldo Bayer
"Mano Abierta" se denominaban los anarquistas expropiadores, es decir, anarquistas que asaltaban y robaban a bancos, empresas y familias ricas para repartir ese dinero entre los pobres, o para editar libros con esa ideología o revistas. Actuaron en la década del veinte del siglo pasado. Algunos de ellos fueron muertos por la policía y otros pasaron largos años presos en la cárcel de Ushuaia. Los más notables fueron Miguel Arcángel Roscigna y [c39161|Severino Di Giovanni]]
"Mano Abierta" se denominaban los anarquistas expropiadores, es decir, anarquistas que asaltaban y robaban a bancos, empresas y familias ricas para repartir ese dinero entre los pobres, o para editar libros con esa ideología o revistas. Actuaron en la década del veinte del siglo pasado. Algunos de ellos fueron muertos por la policía y otros pasaron largos años presos en la cárcel de Ushuaia. Los más notables fueron Miguel Arcángel Roscigna y [c39161|Severino Di Giovanni]]
Gino Gatti, Roscigna y el flaco Morán
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 10:01
Patagonia Rebelde
Letra: Osvaldo Bayer y Malena D’Allesio
Música : Pablo Bernaba
Tema escrito y dedicado a los peones patagónicos que lucharon por un mundo más justo
Música : Pablo Bernaba
Tema escrito y dedicado a los peones patagónicos que lucharon por un mundo más justo
Patagonia Rebelde
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/12/2018 - 09:37
Éste y aquél
"Il Natale non gli piaceva, era un ateo convinto e non tollerava il consumo frenetico che lo accompagna. Forse per questo molti dei suoi amici hanno considerato una significativa coincidenza il fatto che Osvaldo Bayer sia morto proprio il giorno della Vigilia, nella modesta casa di Buenos Aires .. "
Il Manifesto
Il Manifesto
adriana 28/12/2018 - 08:56
Συννεφιασμένη Κυριακή
Vassilis Tsitsanis wrote – as most people suggest – the song a little after the Greek civil war in 1948. Tsitsanis did not give any details about the incident that inspired this song, but later on, when his biography was published, there was a reference to the way this song was born.
According to Tsitsanis himself, he witnessed an incident in Thessaloniki, while Greece was occupied by the German army in World War 2: three men went to a wall and wrote with paint “Death to Fascism – Freedom”. But before they finished, German soldiers appeared and killed them on the spot. Blood was everywhere…
Tsitsanis with his 2 friends left the area quickly to save their lives. Since then, he was trying to put to words what happened that day.
One Sunday, while coming back from Salamina, he heard someone saying “what a day, it breaks your heart”. That gave an inspiration to Tsitsanis, who took a small... (continua)
According to Tsitsanis himself, he witnessed an incident in Thessaloniki, while Greece was occupied by the German army in World War 2: three men went to a wall and wrote with paint “Death to Fascism – Freedom”. But before they finished, German soldiers appeared and killed them on the spot. Blood was everywhere…
Tsitsanis with his 2 friends left the area quickly to save their lives. Since then, he was trying to put to words what happened that day.
One Sunday, while coming back from Salamina, he heard someone saying “what a day, it breaks your heart”. That gave an inspiration to Tsitsanis, who took a small... (continua)
28/12/2018 - 00:42
La povera Rosetta
anonimo
Storia della povera Rosetta Caro Sciascia, questo libro è un prezioso antidoto al femminicidio
Alla riscoperta del volume “Storia della povera Rosetta”, l’opera più ‘quotata’ di Leonardo Sciascia, ma anche tra le meno conosciute. Un valido volume per la lotta al femminicidio e alla violenza sessuale e di genere. Riportare all’attualità il volume di Leonardo Sciascia sulla morte violenta della povera Elvira Andrezzi “Rosetta”, può servire a dare un contributo al contrasto del femminicidio. Un’opera da diffondere nelle scuole di ogni ordine e grado
27/12/2018 - 21:58
Fughe
2018
Il coraggio della rivoluzione
Il coraggio della rivoluzione
Laura, presto, andiamo! Che la vita corre in fretta, non c’è tempo, stiamo andando alla rovina
(continua)
(continua)
27/12/2018 - 16:02
Un posto nuovo
2018
Il coraggio della rivoluzione
Il coraggio della rivoluzione
I voucher, i progetti
(continua)
(continua)
27/12/2018 - 15:59
Stolpersteine
2016
1939
Stumbling stones. A German artist named Gunter Demnig started putting little bronze squares in the sidewalks of German cities in 1992. Now there are thousands of them in several different countries in Europe. They are placed in front of the homes and workshops from which people were taken to be sent to concentration camps, primarily. It's a powerful form of art, turning much of Germany into a permanent exhibit, a constant reminder of what has been, and what must never be.
Pietre d'inciampo. Un artista tedesco Gunter Demnig ha iniziato a posizionare delle piccole lapidi di bronzo sui marciapiedi delle città tedesche nel 1992. Adesso ce ne sono migliaia sparse in diverse nazioni europee, posizionate di fronte alle case o alle botteghe, da cui le perosne sono state prelevate per essere portate nei campi di sterminio. E' una forma d'arte piena di forza, che trasforma la Germania... (continua)
1939
Stumbling stones. A German artist named Gunter Demnig started putting little bronze squares in the sidewalks of German cities in 1992. Now there are thousands of them in several different countries in Europe. They are placed in front of the homes and workshops from which people were taken to be sent to concentration camps, primarily. It's a powerful form of art, turning much of Germany into a permanent exhibit, a constant reminder of what has been, and what must never be.
Pietre d'inciampo. Un artista tedesco Gunter Demnig ha iniziato a posizionare delle piccole lapidi di bronzo sui marciapiedi delle città tedesche nel 1992. Adesso ce ne sono migliaia sparse in diverse nazioni europee, posizionate di fronte alle case o alle botteghe, da cui le perosne sono state prelevate per essere portate nei campi di sterminio. E' una forma d'arte piena di forza, che trasforma la Germania... (continua)
When I first showed up in Deutschland, camping on the Rhine
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 27/12/2018 - 15:57
Thoughts about Sacco and Vanzetti
PENSIERI SU SACCO E VANZETTI
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 27/12/2018 - 11:39
La Barunissa di Carini
LA BARONESSA DI CARINI: L'amaro caso, in versi e strofe
di Mimmo Mòllica.
In questa appassionata filastrocca, Mimmo Mòllica mette in versi, per la prima volta in lingua italiana, il triste caso della Signora di Carini, vicenda divenuta di dominio pubblico solo in tempi moderni. Pietro La Grua Talamanca, Barone di Carini, il 4 dicembre 1563, dava la morte alla figlia Caterina, con le proprie mani e nel suo stesso Castello di Carini, credendola "rea di fallo venereo avuto con uno di Casa Vernagallo": è «il triste Caso della figlia di Carini».
Caterina venne uccisa dal suo stesso padre e la Giustizia non ardì proferir verbo. Vincenzo Vernagallo, suo segreto spasimante, dovette nascondersi in un convento fuori dall’Isola. Il Vernagallo scampò alla morte nascosto in un quartiere di Palermo ma, poi, pentito si consacrò a Dio. Certo non rimase in Sicilia, dove il feroce Pietro Talamanca La... (continua)
di Mimmo Mòllica.
In questa appassionata filastrocca, Mimmo Mòllica mette in versi, per la prima volta in lingua italiana, il triste caso della Signora di Carini, vicenda divenuta di dominio pubblico solo in tempi moderni. Pietro La Grua Talamanca, Barone di Carini, il 4 dicembre 1563, dava la morte alla figlia Caterina, con le proprie mani e nel suo stesso Castello di Carini, credendola "rea di fallo venereo avuto con uno di Casa Vernagallo": è «il triste Caso della figlia di Carini».
Caterina venne uccisa dal suo stesso padre e la Giustizia non ardì proferir verbo. Vincenzo Vernagallo, suo segreto spasimante, dovette nascondersi in un convento fuori dall’Isola. Il Vernagallo scampò alla morte nascosto in un quartiere di Palermo ma, poi, pentito si consacrò a Dio. Certo non rimase in Sicilia, dove il feroce Pietro Talamanca La... (continua)
LA BARONESSA DI CARINI
(continua)
(continua)
inviata da Mimì 26/12/2018 - 19:08
Za Za Za (Viva Ruggeru Settimu)
anonimo
[+1848]
Canzone popolare siciliana
A folksong from Sicily
Chanson populaire de Sicile
Sisilian kansanlaulu
VINNI CU VINNI - Mimmo Mòllica - Distribuzione Phonogram S.p.A. - ® 1978 Polydor
"Ethno Folk Italia Gli Anni '70"
The Universal Music Collection, 2010
6 × CD, Compilation, Remastered,
0602527475271 - Limited Edition
Rivoluzione siciliana del 1848 e Risorgimento in Sicilia, dai moti del 1848-49 alla confluenza nello Stato unitario. Za za za intende simulare il rumore delle zappe, delle pale e dei picconi, al lavoro febbrile e rabbioso per scavare barricate e trincee. Il grido Za za za distingueva i liberali dai borbonici.
Ruggero Settimo fu protagonista della Rivoluzione siciliana del 1848. Presidente del comitato insurrezionale, fu scelto dal Parlamento Siciliano a presiedere il Consiglio del Governo siciliano. Il 10 maggio 1848 fu dichiarato "padre della Patria siciliana".... (continua)
Canzone popolare siciliana
A folksong from Sicily
Chanson populaire de Sicile
Sisilian kansanlaulu
VINNI CU VINNI - Mimmo Mòllica - Distribuzione Phonogram S.p.A. - ® 1978 Polydor
"Ethno Folk Italia Gli Anni '70"
The Universal Music Collection, 2010
6 × CD, Compilation, Remastered,
0602527475271 - Limited Edition
Rivoluzione siciliana del 1848 e Risorgimento in Sicilia, dai moti del 1848-49 alla confluenza nello Stato unitario. Za za za intende simulare il rumore delle zappe, delle pale e dei picconi, al lavoro febbrile e rabbioso per scavare barricate e trincee. Il grido Za za za distingueva i liberali dai borbonici.
Ruggero Settimo fu protagonista della Rivoluzione siciliana del 1848. Presidente del comitato insurrezionale, fu scelto dal Parlamento Siciliano a presiedere il Consiglio del Governo siciliano. Il 10 maggio 1848 fu dichiarato "padre della Patria siciliana".... (continua)
Ora câ c’è la ‘Talia, fannu la ‘Talia,
(continua)
(continua)
inviata da Musicante 26/12/2018 - 15:09
Eine kleine deutsche Kantate in C major, oder Kleine Freimaurerkantate, K619
PIENI SAKSALAINEN KANTAATTI C-DUURISSA
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 26/12/2018 - 12:20
Dans l'cul (Chant national des evadés de guerre)
La canzone dovrebbe risalire al 1942, almeno a stare alle memorie di Gabriel Regnier, soldato radiotelegrafista francese, catturato dai tedeschi nel 1940 al confine col Belgio e internato nello Stalag II-D di Stargard, Pomerania, non lontano da Stettino.
Nel febbraio del 1945 il campo fu evacuato e i prigionieri furono costretti ad una "marcia della morte" verso ovest, ma nell'aprile furono intercettati dalle truppe americane e liberati.
Alla fine della guerra Regnier scrisse un resoconto della sua lunga prigionia, che ho trovato pubblicato qui e che contiene anche la canzone datata 1942.
Proprio nel 1942 Regnier ed un altro prigioniero francese furono protagonisti di una clamorosa evasione dal campo. Purtroppo furono riacciuffati alcuni giorni dopo, quando già avevavo raggiunto Aquisgrana. Quella vicenda è raccontata nel film "Les culottes rouges", diretto nel 1962 da Alex Joffé, protagonisti Bourvil e Laurent Terzieff, dove "Ils l’ont dans l’cul" fa parte della colonna sonora.
Nel febbraio del 1945 il campo fu evacuato e i prigionieri furono costretti ad una "marcia della morte" verso ovest, ma nell'aprile furono intercettati dalle truppe americane e liberati.
Alla fine della guerra Regnier scrisse un resoconto della sua lunga prigionia, che ho trovato pubblicato qui e che contiene anche la canzone datata 1942.
Proprio nel 1942 Regnier ed un altro prigioniero francese furono protagonisti di una clamorosa evasione dal campo. Purtroppo furono riacciuffati alcuni giorni dopo, quando già avevavo raggiunto Aquisgrana. Quella vicenda è raccontata nel film "Les culottes rouges", diretto nel 1962 da Alex Joffé, protagonisti Bourvil e Laurent Terzieff, dove "Ils l’ont dans l’cul" fa parte della colonna sonora.
B.B. 26/12/2018 - 12:14
La mattina del sette di agosto
[1983]
Sull'aria di Gorizia
Sull'aria di Gorizia
La mattina del sette di agosto
(continua)
(continua)
inviata da adriana 26/12/2018 - 11:11
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A ogni buon conto qui di seguito una traduzione che ci pare più accurata:
Qui sotto, in questo inferno, poveretti
noi siamo condannati a [subire] tirannia.
Che... (continua)