Il giorno della terra
Campi arati dal dolore
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/1/2018 - 22:14
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Oppure no
[1994]
Parole di Alessandro Pizzamiglio, arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
La canzone che dà il titolo al suo ultimo disco
Alessandro Bono partecipò a tre edizioni del Festival di Sanremo, l'ultima quella del 1994. dove presentò questa "Oppure no". La sua esibizione fu parecchio criticata, "stonato", dissero. Ma pochi sapevano che Alessandro Bono era gravemente ammalato. Morì poche settimane dopo a soli 30 anni, stroncato dall'AIDS.
Propongo questa canzone - pressochè dimenticata, come il suo autore - per via soprattutto delle prime tre strofe ma anche per altro:
"La canzone di Bono parlava di tempo che scorre inesorabile, di futuro incerto, vita precaria, di sentimenti che il futuro rischia di spazzare via. Incomprensibile per una generazione rampante, che correva verso il domani senza macchia e senza paura... Parlava di un ragazzo... (continua)
Parole di Alessandro Pizzamiglio, arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
La canzone che dà il titolo al suo ultimo disco
Alessandro Bono partecipò a tre edizioni del Festival di Sanremo, l'ultima quella del 1994. dove presentò questa "Oppure no". La sua esibizione fu parecchio criticata, "stonato", dissero. Ma pochi sapevano che Alessandro Bono era gravemente ammalato. Morì poche settimane dopo a soli 30 anni, stroncato dall'AIDS.
Propongo questa canzone - pressochè dimenticata, come il suo autore - per via soprattutto delle prime tre strofe ma anche per altro:
"La canzone di Bono parlava di tempo che scorre inesorabile, di futuro incerto, vita precaria, di sentimenti che il futuro rischia di spazzare via. Incomprensibile per una generazione rampante, che correva verso il domani senza macchia e senza paura... Parlava di un ragazzo... (continua)
Verrà un giorno in cui vivrò
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/1/2018 - 22:00
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Die Kinder von Izieu
Di tutti i crimini commessi dai nazisti, quello di Izieu - nel mio cuore - è il più abominevole, spregevole, assurdo.
Credo che nessuno abbia il dovere di perdonare. E nessuno il diritto di esser mai perdonato.
Francesca
Credo che nessuno abbia il dovere di perdonare. E nessuno il diritto di esser mai perdonato.
Francesca
Francesca Carlucci 27/1/2018 - 19:36
Rumours of War
(1984)
Album: Russians & Americans
Al Stewart / Peter White
Album: Russians & Americans
Al Stewart / Peter White
We met on the beach amid rumours of war
(continua)
(continua)
27/1/2018 - 18:10
Italien-Chanson
Chanson allemande – Italien-Chanson – Joachim Ringelnatz (Hans Gustav Bötticher) – 1926
« Qui va là ? », je hurle. Il me répond : « Je suis Joachim Ringelnatz, je suis Allemand, mais antifasciste ! Ne tirez pas ! »… Je le fais passer. Nous nous embrassons. C’est pas plus mal que chez eux tous ne sont pas des « nazis schmazi »…
Joachim Ringelnatz était un écrivain, un carbarettiste, un poète, et il peignait aussi. Il inventa un personnage littéraire, le matelot Kuddel Daddeldu, qui était un peu son alter ego, anarchiste et anti-autoritaire. Il mourut peu après la venue du nazisme, mais dans les temps pour se voir qualifié d’artiste « dégénéré ». Beaucoup de sa production fut détruite dans les années qui suivirent sa disparition.
Cette poésie-chanson sur l’Italie fasciste est datée de 1926 et c’est un véritable instantané de ces années, celles de l’assassinat de Matteotti, de l’institution... (continua)
« Qui va là ? », je hurle. Il me répond : « Je suis Joachim Ringelnatz, je suis Allemand, mais antifasciste ! Ne tirez pas ! »… Je le fais passer. Nous nous embrassons. C’est pas plus mal que chez eux tous ne sont pas des « nazis schmazi »…
Joachim Ringelnatz était un écrivain, un carbarettiste, un poète, et il peignait aussi. Il inventa un personnage littéraire, le matelot Kuddel Daddeldu, qui était un peu son alter ego, anarchiste et anti-autoritaire. Il mourut peu après la venue du nazisme, mais dans les temps pour se voir qualifié d’artiste « dégénéré ». Beaucoup de sa production fut détruite dans les années qui suivirent sa disparition.
Cette poésie-chanson sur l’Italie fasciste est datée de 1926 et c’est un véritable instantané de ces années, celles de l’assassinat de Matteotti, de l’institution... (continua)
CHANSON ITALIENNE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/1/2018 - 17:51
Rumours of War
anonimo
Non sappiamo chi sia l'autore di questa canzone, forse il Marc che si firma in questa raccolta di "Rainbow Songs", le canzoni del movimento neo-hippie conosciuto come Rainbow Family. Rispetto ad altre canzoni semplicemente "peace and love"/"volemose bene" questa mi sembra più politica...
I come home from work, turn on the evening blues
(continua)
(continua)
27/1/2018 - 16:46
Cronache scaramantiche
Parole e musica di Maurizio Geri
dall'album Madreperla (2011)
Una bella canzone scritta da Maurizio Geri sull'olocausto degli zingari dall'abum Madreperla di Banditaliana
dall'album Madreperla (2011)
Una bella canzone scritta da Maurizio Geri sull'olocausto degli zingari dall'abum Madreperla di Banditaliana
Di questi tempi non sospetti
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 27/1/2018 - 16:19
Percorsi:
I Rom, il razzismo, il Porrajmos
Es gibt
Il sergente afferrò il mio fucile e puntò la canna contro il piccolo petto del bambino.
Il bambino si pisciò addosso.
Poi, mi guardò in faccia. Perché stava cercando il mio sguardo? Sperava in un mio pentimento? In una tardiva complicità?
Strappai il fucile dalle mani del sergente, e gli dissi: "Non hai il diritto di disporre della mia arma".
Il sergente reagì: "Bene, finirai davanti alla corte marziale, non pensare di passarla liscia".
Risposi: "Non me ne frega niente".
Lui mise in moto e con un'espressione in arabo maledisse mia madre, mia sorella e varie generazioni di femmine della mia famiglia.
Poi sbraitò: "Tu e tutti quelli come te, gli amanti degli arabi", così disse, gli amanti degli arabi, "dovreste essere uccisi, dovreste essere cancellati dalla faccia della terra, siete la vergogna del popolo d'Israele".
Nell'immaginario dell'Occidente, la questione del rapporto tra la... (continua)
Il bambino si pisciò addosso.
Poi, mi guardò in faccia. Perché stava cercando il mio sguardo? Sperava in un mio pentimento? In una tardiva complicità?
Strappai il fucile dalle mani del sergente, e gli dissi: "Non hai il diritto di disporre della mia arma".
Il sergente reagì: "Bene, finirai davanti alla corte marziale, non pensare di passarla liscia".
Risposi: "Non me ne frega niente".
Lui mise in moto e con un'espressione in arabo maledisse mia madre, mia sorella e varie generazioni di femmine della mia famiglia.
Poi sbraitò: "Tu e tutti quelli come te, gli amanti degli arabi", così disse, gli amanti degli arabi, "dovreste essere uccisi, dovreste essere cancellati dalla faccia della terra, siete la vergogna del popolo d'Israele".
Nell'immaginario dell'Occidente, la questione del rapporto tra la... (continua)
Lorenzo 27/1/2018 - 11:56
La storia di Árpád Weisz, ebreo ungherese, calciatore e allenatore di successo negli anni '30 in Italia, poi rifugiato in Olanda dopo le leggi razziali del cav. Benito Mussolini (quello che “ha fatto tante cose buone” secondo diversi politicanti odierni), e infine deportato a Auschwitz dove morì il 31 gennaio 1944. In questo Giorno della Memoria ce la racconta un giovanissimo rapper novarese, Andrea Licata ”Red Riot”, 18 anni e tanta voglia di ricordare quel che troppi hanno dimenticato. Il suo rap si intitola L'allenatore in campo.
Riccardo Venturi 27/1/2018 - 11:03
L'allenatore in campo
[ottobre 2017]
Rap di Andrea Licata (Red Riot)
5° anno liceo "Mossotti" - Novara
Corriere di Novara, 21 ottobre 2017
« Fatto sta che di Weisz, a sessant'anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva vinto più di tutti nella sua epoca, un'epoca gloriosa del pallone, aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati oggi. [...] Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo? A lui è successo. »
(Matteo Marani, Dallo scudetto ad Auschwitz)
Árpád Weisz, a volte italianizzato in Arpad Veisz (Solt, 16 aprile 1896 – Auschwitz, 31 gennaio 1944), è stato un calciatore e allenatore di calcio ungherese di origine ebraica, vittima dell'Olocausto. Dopo una breve esperienza calcistica nel campionato italiano degli anni 1920, iniziò una brillante carriera di allenatore vincendo uno scudetto con l'Ambrosiana, ad appena trentaquattro anni, e altri... (continua)
Rap di Andrea Licata (Red Riot)
5° anno liceo "Mossotti" - Novara
Corriere di Novara, 21 ottobre 2017
« Fatto sta che di Weisz, a sessant'anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva vinto più di tutti nella sua epoca, un'epoca gloriosa del pallone, aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati oggi. [...] Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo? A lui è successo. »
(Matteo Marani, Dallo scudetto ad Auschwitz)
Árpád Weisz, a volte italianizzato in Arpad Veisz (Solt, 16 aprile 1896 – Auschwitz, 31 gennaio 1944), è stato un calciatore e allenatore di calcio ungherese di origine ebraica, vittima dell'Olocausto. Dopo una breve esperienza calcistica nel campionato italiano degli anni 1920, iniziò una brillante carriera di allenatore vincendo uno scudetto con l'Ambrosiana, ad appena trentaquattro anni, e altri... (continua)
Raccontano la mia storia da anni,
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/1/2018 - 08:10
Percorsi:
Campi di sterminio, Il calcio, tra guerre e paci
Peaceful People Know
anonimo
Rainbow peace song. (Aziz and Shanti band)
Sempre nel filone del movimento "Rainbow Family" (vedi Mother I Feel You) una canzone di pace il cui testo è ripreso da un sito che raccoglie le Rainbow Songs, attribuita a una non meglio identificata Aziz and Shanti band. Le foto di questo ritrovo hippie sono di Denis Vejas.
Sempre nel filone del movimento "Rainbow Family" (vedi Mother I Feel You) una canzone di pace il cui testo è ripreso da un sito che raccoglie le Rainbow Songs, attribuita a una non meglio identificata Aziz and Shanti band. Le foto di questo ritrovo hippie sono di Denis Vejas.
Peaceful people know, where they are and why.
(continua)
(continua)
27/1/2018 - 01:05
Polvere e viole
(2016?)
Brano scritto e cantato da Chiara Riondino dedicato a Tina Modotti.
Una canzone molto bella che secondo me ha tutto il diritto di stare in questo sito se non altro per il verso "ho visto carne farsi sangue sotto i colpi dell'ordine" che descrive tutta l'esperienza umana e politica di Tina di fronte agli orrori del nazismo, del fascismo e della guerra.
Chiara Riondino, voce
Alessandro Giachero, pianoforte
Franco Fabbrini, contrabbasso
Alessandro Giachero, pianoforte
Franco Fabbrini, contrabbasso
Brano scritto e cantato da Chiara Riondino dedicato a Tina Modotti.
Una canzone molto bella che secondo me ha tutto il diritto di stare in questo sito se non altro per il verso "ho visto carne farsi sangue sotto i colpi dell'ordine" che descrive tutta l'esperienza umana e politica di Tina di fronte agli orrori del nazismo, del fascismo e della guerra.
Seduta dentro l'auto
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo 26/1/2018 - 23:55
Terrorism! (The ISIS Crisis)
(2017)
The song also comes with an animated video that underlines the themes of the song which tackles a topic that which is rarely not from the news in 2017. “I think the video and song are pretty self explanatory,” says Salami. “If it’s not, well, key words to consider would be ‘irony’ , ‘hysteria’ and ‘consequence’.”
I scrolled down and hit a link
(continua)
(continua)
26/1/2018 - 22:49
The Battle
In realtà la canzone descrive una partita di scacchi in forma di battaglia medievale come fa intuire il colore delle vesti dei due schieramenti "A tide of black, the Bishops' men" "The King's men dressed in purest white"
"
"
Benvenuto 26/1/2018 - 21:09
Inno di Mameli (2002)
Inno di Mameli (1847), rifatto il 14-6-2002, armonizzato con la Costituzione, nello stesso stile buffo del testo tradizionale, ma senza le sue violenze e brutture.
Fratelli d’Italia
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 19:16
Percorsi:
Inni e Controinni
Non chiamatele "missioni di Pace!"
Il brano é stato ispirato dalla lettera dell' Appello dal titolo: "Guerra in Afghanistan: Missione di Pace?" firmato e lanciato il 4 Ottobre 2010, giorno in cui ricorre la festa di S. Francesco D'Assisi, Testimone e strumento della Pace e del Dialogo. L' appello, a cui si chiede a tutte le persone sensibili e di buona volontà di aderire, é stato lanciato dai grandi Testimoni di Pace del nostro tempo, fra questi il Vescovo emerito di Caserta mons. Raffaele Nogaro ed il padre missionario comboniano Alex Zanotelli e tanti altri...
Vorrei un mondo in cui le guerre si chiamassero guerre
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 19:12
Un vecchio soldato
anni '70
Questa che canto è la storia di un vecchio soldato in pensione
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 17:38
Mother I Feel You
anonimo
Mother I feel you under my feet,
(continua)
(continua)
inviata da k 26/1/2018 - 16:16
Percorsi:
Guerra alla Terra
Amarti e poi morire
1971
Testo di Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi
Musica di Jacques Revaux
La canzone è una cover di La maladie d'amour di Michel Sardou, diversamente da altre canzoni più "impegnate" divenute in italiano delle canzonette d'amore, questa diventa in italiano una canzone d'amore per il soldato che parte in guerra, un grande topos, da "Addio mia bella addio" in poi
Testo di Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi
Musica di Jacques Revaux
La canzone è una cover di La maladie d'amour di Michel Sardou, diversamente da altre canzoni più "impegnate" divenute in italiano delle canzonette d'amore, questa diventa in italiano una canzone d'amore per il soldato che parte in guerra, un grande topos, da "Addio mia bella addio" in poi
"Perchè, perchè amarti e poi morire?"
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 16:13
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Ballad Of The Green Berets (A Parody)
anonimo
Versione del Quartetto Cetra (1966)
Non è una vera cover, sulla stessa musica della "Ballad Of The Green Berets" una canzone d'amore di un soldato che parte
LA BALLATA DEL SOLDATO
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 15:24
La ballata di un soldato
2011
Serie di 24 canzoni per bambini eseguite dal Coro dell'Università degli Studi di Torino composte dal maestro Sergio Pasteris. Il progetto è rivolto primariamente, ma non solo, ai bambini ospedalizzati e diversabili, configurandosi come veicolo di supporto e di sostegno anche per le famiglie coinvolte in particolari percorsi della vita. I disegni sono di bambini ospedalizzati e non, animati da Vincenzo Gioanola.
Serie di 24 canzoni per bambini eseguite dal Coro dell'Università degli Studi di Torino composte dal maestro Sergio Pasteris. Il progetto è rivolto primariamente, ma non solo, ai bambini ospedalizzati e diversabili, configurandosi come veicolo di supporto e di sostegno anche per le famiglie coinvolte in particolari percorsi della vita. I disegni sono di bambini ospedalizzati e non, animati da Vincenzo Gioanola.
Sul viso un sorriso, sorpreso sereno
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 15:18
Lettera di un soldato
anonimo
2008
Testo trovato su internet postato dall'utente HikaruTheHost
Testo trovato su internet postato dall'utente HikaruTheHost
Se vedrai in riva al mare mio amore
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 14:59
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Un soldato a Caporetto
2017
Gli alberi sfumati, attaccati come contorno
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 13:23
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Hey! Fascist
Morto Mark E. Smith, cantante e fondatore dei Fall
Tra la fine degli anni '70 e gli anni '80 fu tra i principali interpreti del post-punk britannico
È morto questa mattina, all’età di 60 anni, il cantante e fondatore dei Fall, Mark E. Smith. A confermarlo è la stessa manager della band inglese Pamela Vander attraverso i social media legati al gruppo.
Le cause del decesso non sono state rese note e ma un annuncio più dettagliato verrà pubblicato nei prossimi giorni. Il tour dei Fall dell’anno scorso per l'ultimo album era stato cancellato in seguito al ricovero del cantante per problemi all'apparato respiratorio.
Il gruppo tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta fu tra i principali animatori del post-punk britannico, senza mai ottenere grandi successi ma costruendosi un fedele seguito di fan.
I Fall si formarono a Manchester alla fine di un concerto dei Sex Pistols, ma negli... (continua)
Tra la fine degli anni '70 e gli anni '80 fu tra i principali interpreti del post-punk britannico
È morto questa mattina, all’età di 60 anni, il cantante e fondatore dei Fall, Mark E. Smith. A confermarlo è la stessa manager della band inglese Pamela Vander attraverso i social media legati al gruppo.
Le cause del decesso non sono state rese note e ma un annuncio più dettagliato verrà pubblicato nei prossimi giorni. Il tour dei Fall dell’anno scorso per l'ultimo album era stato cancellato in seguito al ricovero del cantante per problemi all'apparato respiratorio.
Il gruppo tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta fu tra i principali animatori del post-punk britannico, senza mai ottenere grandi successi ma costruendosi un fedele seguito di fan.
I Fall si formarono a Manchester alla fine di un concerto dei Sex Pistols, ma negli... (continua)
Dq82 26/1/2018 - 12:25
Polly on the Shore
LA versione più bella è quella dei Trees, gruppo inglese dei primi anni 70, cantata magistralmente da Celia Humphris.
ANdrea 26/1/2018 - 10:06
J'ai osé parler
[1954-57]
Una poesia compresa in “Diwân de l'état-major", che poi insieme a “Matinale de mon peuple” - da dove è tratta Le temps des mots - costituì la raccolta così intitolata pubblicata nel 1961
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Una poesia compresa in “Diwân de l'état-major", che poi insieme a “Matinale de mon peuple” - da dove è tratta Le temps des mots - costituì la raccolta così intitolata pubblicata nel 1961
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
J'ai osé parler !
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:54
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Le temps des mots
[1955]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Cœur percé d’une hirondelle
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:31
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Les belles apparences
[1955]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Le cœur à l'étroit
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:23
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Tracts
[1954]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Nella raccolta “Poèmes", con la prefazione di René Char, curata da Albert Camus e pubblicata da Gallimard nel 1954 nella collezione "Espoir".
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Nella raccolta “Poèmes", con la prefazione di René Char, curata da Albert Camus e pubblicata da Gallimard nel 1954 nella collezione "Espoir".
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
C’est un printemps de déchirures,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:06
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Si chanter mon amour c’est aimer ma patrie
[1954]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Nella raccolta “Poèmes", con la prefazione di René Char, curata da Albert Camus e pubblicata da Gallimard nel 1954 nella collezione "Espoir".
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese (non so se sia il testo originale o un adattamento del compositore)
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Nella raccolta “Poèmes", con la prefazione di René Char, curata da Albert Camus e pubblicata da Gallimard nel 1954 nella collezione "Espoir".
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese (non so se sia il testo originale o un adattamento del compositore)
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Si chanter mon amour c’est aimer ma patrie,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 12:06
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Peppe Voltarelli: Il monumento
[2014]
Testo e musica di Peppe Voltarelli
Peppe Voltarelli: Voce
Finaz: Chitarra elettrica
Paolo Baglioni: Batteria
Marco Bachi: Basso
Massimo Dedo: Tromba, trombone, arrangiamento fiati
Raffaele Brancati: Sax soprano
Album: Lamentarsi come ipotesi
Visto che oggi, 25 gennaio, sembra una giornata monumentale (e con Vladimir Vysotskij di mezzo non poteva che essere così), mi permetto di inserire questa originale reinterpretazione del tema “Monumento” da parte di Peppe Voltarelli. In casa mia tengo quattro santini di cantatori e sonatori: Georges Brassens, Léo Ferré, Jacques Brel (tutti e tre insieme su una cartolina speditami da Parigi da Oreste Scalzone), e Peppe Voltarelli. Brassens e Brel non li ho mai conosciuti. Con Léo Ferré ho scambiato una volta due o tre parole in un'osteria vicino a Castellina in Chianti (anzi, più vicina a Monteriggioni), prima che morisse. Con Peppe Voltarelli,... (continua)
Testo e musica di Peppe Voltarelli
Peppe Voltarelli: Voce
Finaz: Chitarra elettrica
Paolo Baglioni: Batteria
Marco Bachi: Basso
Massimo Dedo: Tromba, trombone, arrangiamento fiati
Raffaele Brancati: Sax soprano
Album: Lamentarsi come ipotesi
Visto che oggi, 25 gennaio, sembra una giornata monumentale (e con Vladimir Vysotskij di mezzo non poteva che essere così), mi permetto di inserire questa originale reinterpretazione del tema “Monumento” da parte di Peppe Voltarelli. In casa mia tengo quattro santini di cantatori e sonatori: Georges Brassens, Léo Ferré, Jacques Brel (tutti e tre insieme su una cartolina speditami da Parigi da Oreste Scalzone), e Peppe Voltarelli. Brassens e Brel non li ho mai conosciuti. Con Léo Ferré ho scambiato una volta due o tre parole in un'osteria vicino a Castellina in Chianti (anzi, più vicina a Monteriggioni), prima che morisse. Con Peppe Voltarelli,... (continua)
Eccolo, lo vedo da lontano
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/1/2018 - 10:38
Campane di Monte Nevoso
[1948]
Scritta da Bixio Cherubini e Carlo Concina, il duo di "Vola Colomba" (quella che nell'interpretazione di Nilla Pizzi vinse il Festival di Sanremo 1952).
Mi pare che esistano almeno due versioni di "Campane di Monte Nevoso", quella originale, più patriottarda e religiosa, e una successiva (qui proposta), più "laica" e incentrata sugli affetti.
Scritta da Bixio Cherubini e Carlo Concina, il duo di "Vola Colomba" (quella che nell'interpretazione di Nilla Pizzi vinse il Festival di Sanremo 1952).
Mi pare che esistano almeno due versioni di "Campane di Monte Nevoso", quella originale, più patriottarda e religiosa, e una successiva (qui proposta), più "laica" e incentrata sugli affetti.
Dietro i monti tramonta il sole
(continua)
(continua)
25/1/2018 - 10:27
Chanson
[1942]
Versi di Eugène Guillevic (1907-1997), nella raccolta intitolata “Terraqué” (1942)
Versi di Eugène Guillevic (1907-1997), nella raccolta intitolata “Terraqué” (1942)
Un, deux, trois —
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 08:22
Uns vão bem e outros mal
Dall'album "Madrugada dos Trapeiros". Composta durante gli ultimi anni del regime fascista di Salzar e i primi anni del periodo rivoluzionario iniziato il 25 aprile del 1974.
Senhoras e meus senhores, façam roda por favor
(continua)
(continua)
inviata da Andrea 24/1/2018 - 20:53
Pierre Seghers: Octobre
[dicembre 1941]
Versi di Pierre Seghers (1906-1987), poeta, editore e partigiano francese. Pubblicati nel gennaio 1942 sulla rivista svizzera "Traits", n. 3. Poi con lo pseudonimo di Louis Maste nella fondamentale raccolta "L’Honneur des poètes", edita clandestinamente a Parigi nel 1943 per i tipi de Les Éditions de Minuit.
Una poesia che Pierre Seghers - autore di poesie e canzoni come La Gloire e Merde à Vauban – scrisse all'indomani dell'eccidio di Châteaubriant, Loira, del 22 ottobre 1941, quando i nazisti uccisero 50 ostaggi come rappresaglia per l'assassinio da parte della resistenza del tenente colonnello Karl Hotz.
Per un'ampio racconto della vicenda rimando all'introduzione alla poesia Les fusillés de Châteaubriant di René Guy Cadou.
Versi di Pierre Seghers (1906-1987), poeta, editore e partigiano francese. Pubblicati nel gennaio 1942 sulla rivista svizzera "Traits", n. 3. Poi con lo pseudonimo di Louis Maste nella fondamentale raccolta "L’Honneur des poètes", edita clandestinamente a Parigi nel 1943 per i tipi de Les Éditions de Minuit.
Una poesia che Pierre Seghers - autore di poesie e canzoni come La Gloire e Merde à Vauban – scrisse all'indomani dell'eccidio di Châteaubriant, Loira, del 22 ottobre 1941, quando i nazisti uccisero 50 ostaggi come rappresaglia per l'assassinio da parte della resistenza del tenente colonnello Karl Hotz.
Per un'ampio racconto della vicenda rimando all'introduzione alla poesia Les fusillés de Châteaubriant di René Guy Cadou.
Le vent qui pousse les colonnes de feuilles mortes
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/1/2018 - 20:39
Rosenfeld's dream
2012
SENZA PADRONE sogni e storie dell’impresa a proprietà collettiva.
(GP. Bigazzi – S. Manetti – M. Cavallo)
È una data strana l'8 marzo, una storia difficile da ricostruire quella della giornata internazionale della donna. Molti concordano però che si celebra ricordando l’incendio della Triangle di New York, che però avvenne il 25, di marzo, del 1911.
La storia è questa, in due parole: il pomeriggio di quel sabato, la Triangle Shirtwaist Factory nel sud di Manhattan prese fuoco.
I padroni della fabbrica tenevano chiuse a chiave le porte principali e quelle di sicurezza, per impedire furti, ma anche ingressi e uscite non autorizzate. Scoppiò l’incendio e il risultato furono 146 morti… quasi tutte ragazze italiane ed ebree fra i 16 e i 23 anni.
Ragazze immigrate da poco in America, lavoravano 52 ore a settimana, chiuse là dentro, per una paga di 8 dollari.
Quelle che non morirono... (continua)
SENZA PADRONE sogni e storie dell’impresa a proprietà collettiva.
(GP. Bigazzi – S. Manetti – M. Cavallo)
È una data strana l'8 marzo, una storia difficile da ricostruire quella della giornata internazionale della donna. Molti concordano però che si celebra ricordando l’incendio della Triangle di New York, che però avvenne il 25, di marzo, del 1911.
La storia è questa, in due parole: il pomeriggio di quel sabato, la Triangle Shirtwaist Factory nel sud di Manhattan prese fuoco.
I padroni della fabbrica tenevano chiuse a chiave le porte principali e quelle di sicurezza, per impedire furti, ma anche ingressi e uscite non autorizzate. Scoppiò l’incendio e il risultato furono 146 morti… quasi tutte ragazze italiane ed ebree fra i 16 e i 23 anni.
Ragazze immigrate da poco in America, lavoravano 52 ore a settimana, chiuse là dentro, per una paga di 8 dollari.
Quelle che non morirono... (continua)
But as we hit the final strip of yellow land
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 24/1/2018 - 18:11
Sono io il responsabile
2012
SENZA PADRONE sogni e storie dell’impresa a proprietà collettiva.
(GP. Bigazzi – S. Manetti – M. Cavallo)
SENZA PADRONE sogni e storie dell’impresa a proprietà collettiva.
(GP. Bigazzi – S. Manetti – M. Cavallo)
Sono io il responsabile
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 24/1/2018 - 17:47
Il general Cadorna
anonimo
Mio nonno materno morì sul Carso nel 1916 lasciando orfane due figlie, una nata nel 1913 (mia madre) e l'altra nata nel 1915 . Il suo nome è ricordato nel monumento ai caduti del paese ma il suo corpo non è mai stato ritrovato. Queste canzoni contro Cadorna sono sempre state cantate da mia nonna ma,tutte le volte che le sento ,mi prende un brivido perché penso alle sofferenze patite in quell'immane tragedia.
Mario Fabbri 24/1/2018 - 17:05
Lezione di storia
"Bethger: Il lungo dolore" fu pubblicato, per la prima volta, nel 1976, dall'Editrice Sarda Fossataro
Riccardo Massole 24/1/2018 - 16:54
Ἀσπίδι μεν Σαίων τις ἀγάλλεται [Fr. West 5, Tarditi 8]
da Osservazione rilassamento e assenza di giudizio (2014)
brano ascoltabile
Il secondo chakra, di colore arancione, funge da collegamento tra corpo e stati emotivi. Ad esso è associata la pulsione sessuale, e quindi il desiderio di vita. Il testo è un adattamento di un brano del poeta greco Archiloco, il quale sosteneva provocatoriamente che rimanere vivo fosse molto più importante che mantenere il proprio onore (nell’antica Grecia tornare da una battaglia senza scudo era l’onta peggiore per un soldato).
brano ascoltabile
Il secondo chakra, di colore arancione, funge da collegamento tra corpo e stati emotivi. Ad esso è associata la pulsione sessuale, e quindi il desiderio di vita. Il testo è un adattamento di un brano del poeta greco Archiloco, il quale sosteneva provocatoriamente che rimanere vivo fosse molto più importante che mantenere il proprio onore (nell’antica Grecia tornare da una battaglia senza scudo era l’onta peggiore per un soldato).
ARCHILOCO (SVADHISTANA)
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 24/1/2018 - 14:10
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Parole di Alfredo Rapetti, in arte Cheope, paroliere, e di Alessandro Pizzamiglio, in arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
Nell'album di esordio di Alessandro Bono, eponimo.
Una canzone dedicata all'Intifada e al popolo palestinese.