La balorda
Tutti nomi di "santi" immacolati....Quando si spara c'è sempre il rischio di morire..
P.S. Franco Anselmi fu ucciso dal proprietario dell'armeria che aveva appena rapinato insieme ad altri componenti dei NAR.
P.S. Franco Anselmi fu ucciso dal proprietario dell'armeria che aveva appena rapinato insieme ad altri componenti dei NAR.
avvelenato1970@libero.it 18/9/2017 - 23:46
Francesco De Gregori: Festival
[1976]
Parole e musica di Francesco De Gregori
Nell'album “Bufalo Bill”
“Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?”, forse basterebbe questo verso per fare di questa canzone dedicata a Luigi Tenco una CCG...
Curioso poi che, proprio sulle Canzoni Contro la Guerra, De Gregori sia classificato al numero 20 e Tenco al 21...
Non so chi abbia ucciso quel giovane angelo... Certo Luigi Tenco mi è tornato in mente leggendo un bell'articolo intitolato “Cesare Pavese in musica”, quando il suo autore, Flavio Poltronieri, scrive: “Non era un ambizioso, desiderava solamente che il suo talento venisse riconosciuto, esattamente come Nick Drake tanti anni dopo e, curiosamente, beffardamente, entrambi hanno lasciato la loro vita terrena al sonno.”
Ecco. Non so chi abbia ucciso quel piccolo principe, forse mandanti ed esecutori sono stati in tanti, proprio come per Cesare Pavese e per Nick Drake.
Parole e musica di Francesco De Gregori
Nell'album “Bufalo Bill”
“Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?”, forse basterebbe questo verso per fare di questa canzone dedicata a Luigi Tenco una CCG...
Curioso poi che, proprio sulle Canzoni Contro la Guerra, De Gregori sia classificato al numero 20 e Tenco al 21...
Non so chi abbia ucciso quel giovane angelo... Certo Luigi Tenco mi è tornato in mente leggendo un bell'articolo intitolato “Cesare Pavese in musica”, quando il suo autore, Flavio Poltronieri, scrive: “Non era un ambizioso, desiderava solamente che il suo talento venisse riconosciuto, esattamente come Nick Drake tanti anni dopo e, curiosamente, beffardamente, entrambi hanno lasciato la loro vita terrena al sonno.”
Ecco. Non so chi abbia ucciso quel piccolo principe, forse mandanti ed esecutori sono stati in tanti, proprio come per Cesare Pavese e per Nick Drake.
Nella la città dei fiori
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/9/2017 - 11:41
E io ero Sandokan
E' però da sottolineare che musica e testo vennero scritti negli anni '70 proprio per la colonna sonora del film "C'eravamo tanto amati"; quindi seppur è una canzone ispirata ai canti della resistenza, non è un canzone scritta nel periodo della guerra.
Michele 17/9/2017 - 09:27
Old Man Trump
Tom Morello: Questa è una cosa fatta con Ryan Harvey del collettivo riot-folk Baltimore (ha una chitarra con la scritta 'This machine still kills fascists', che riecheggia il vecchio motto della famosa chitarra di Guthrie 'This machine kills fascists', ndr). Abbiamo preso queste parole di Woody Guthrie, che sono state ritrovate da Will Kaufman, un professore di Letteratura Americana dell’Università del Central Lancashire, e gli abbiamo dato una veste musicale. Sono importanti perché permettono di capire come già il padre di Trump fosse un vero e proprio segregazionista dal momento che esistono documenti in cui è provato di come avesse raddoppiato l’afffitto ai neri per mandarli via da una casa di cui era proprietario. Non a caso Woody scriveva: 'I suppose / Old Man Trump knows/ Just how much Racial Hate/ he stirred up/ In the bloodpot of human hearts/ When he drawed/ That color line/ Here... (continua)
Dq82 16/9/2017 - 22:43
La pobrecita (Zamba del Tucumán)
[1946]
Parole e musica di Héctor Roberto Chavero, in arte Atahualpa Yupanqui (1908-1992)
Un brano inciso anche nella sua sola parte strumentale.
Il primo album in cui è contenuto questo singolo è stato “Campo abierto”, 1969
Pure nel repertorio di Mercedes Sosa (in “Hasta la victoria”, 1972)
Testo trovato su Cancioneros.com
Una canzone recentemente riproposta dall'italiano Antonio Francesco Quarta nel suo album del 2015 interamente dedicato ad Atahualpa Yupanqui, intitolato “Amores de Tierra”, (per il quale rimando alla recensione di Flavio Poltronieri su Estatica)
Parole e musica di Héctor Roberto Chavero, in arte Atahualpa Yupanqui (1908-1992)
Un brano inciso anche nella sua sola parte strumentale.
Il primo album in cui è contenuto questo singolo è stato “Campo abierto”, 1969
Pure nel repertorio di Mercedes Sosa (in “Hasta la victoria”, 1972)
Testo trovato su Cancioneros.com
Una canzone recentemente riproposta dall'italiano Antonio Francesco Quarta nel suo album del 2015 interamente dedicato ad Atahualpa Yupanqui, intitolato “Amores de Tierra”, (per il quale rimando alla recensione di Flavio Poltronieri su Estatica)
Le llaman la pobrecita
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/9/2017 - 22:21
La Pizzeria lucana de New-York
La Pizzeria lucana de New-York
Chanson française – La Pizzeria lucana de New-York – Marco Valdo M.I. – 2017
Canzone léviane tirée du récit de Carlo Levi : La pizzeria lucana (in Il pianeta senza confini, Donzelli, 2003).
Souvent, Lucien l’âne mon ami, je me demande ce que deviennent les émigrés.
Les émigrés ?, répond Lucien l’âne. Quels émigrés ? Depuis le temps que je marche, j’en ai croisé des milliers et des milliers. De quels émigrés veux-tu me parler ?
Lucien l’âne mon ami, tu as raison de poser ainsi la question. On ne sait trop de qui ou de quoi on parle quand on parle d’émigration. Le colon est un émigré, l’envahisseur est un émigré, le cadre d’affaires est un émigré, le fonctionnaire lui-même est souvent un émigré. Il y a des émigrés riches et des émigrés misérables. Il y en a qui courent après la belle vie ; il en est qui fuient la mort. Enfin, je veux parler de ceux qui... (continua)
Chanson française – La Pizzeria lucana de New-York – Marco Valdo M.I. – 2017
Canzone léviane tirée du récit de Carlo Levi : La pizzeria lucana (in Il pianeta senza confini, Donzelli, 2003).
Souvent, Lucien l’âne mon ami, je me demande ce que deviennent les émigrés.
Les émigrés ?, répond Lucien l’âne. Quels émigrés ? Depuis le temps que je marche, j’en ai croisé des milliers et des milliers. De quels émigrés veux-tu me parler ?
Lucien l’âne mon ami, tu as raison de poser ainsi la question. On ne sait trop de qui ou de quoi on parle quand on parle d’émigration. Le colon est un émigré, l’envahisseur est un émigré, le cadre d’affaires est un émigré, le fonctionnaire lui-même est souvent un émigré. Il y a des émigrés riches et des émigrés misérables. Il y en a qui courent après la belle vie ; il en est qui fuient la mort. Enfin, je veux parler de ceux qui... (continua)
Dans la jungle très
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/9/2017 - 21:45
All’ombra
Pure nel repertorio di Lando Fiorini (in "Noantri - Sonetti di Trilussa e canzoni", 1980)
B.B. 16/9/2017 - 21:40
Seimila anni fa...
[1917]
Versi di Carlo Alberto Salustri, detto Trilussa, in “Tutte le poesie”, Mondadori, 1951.
Originariamente contenuti nella raccolta “Le cose” del 1922
Messi in musica da Giuseppe Micheli nel disco “Trilussa e il suo tempo (e la sua Roma)”
Interpretazione di Alba Bosi, Marcello Baldassarini e i solisti del gruppo Folkloristico Romano.
Versi di Carlo Alberto Salustri, detto Trilussa, in “Tutte le poesie”, Mondadori, 1951.
Originariamente contenuti nella raccolta “Le cose” del 1922
Messi in musica da Giuseppe Micheli nel disco “Trilussa e il suo tempo (e la sua Roma)”
Interpretazione di Alba Bosi, Marcello Baldassarini e i solisti del gruppo Folkloristico Romano.
… Iddio fece un'inchiesta er primo giorno
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/9/2017 - 21:19
L'omo e l'arbero
[1928-32]
Versi di Carlo Alberto Salustri, detto Trilussa, dalla raccolta “Giove e le bestie”, pubblicata nel 1932
Messi in musica da Giuseppe Micheli nel disco “Trilussa e il suo tempo (e la sua Roma)”
Interpretazione di Alba Bosi, Marcello Baldassarini e i solisti del gruppo Folkloristico Romano.
Versi di Carlo Alberto Salustri, detto Trilussa, dalla raccolta “Giove e le bestie”, pubblicata nel 1932
Messi in musica da Giuseppe Micheli nel disco “Trilussa e il suo tempo (e la sua Roma)”
Interpretazione di Alba Bosi, Marcello Baldassarini e i solisti del gruppo Folkloristico Romano.
Mentre segava un arbero d'olivo
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/9/2017 - 20:45
Percorsi:
Antiwar Anticlericale, Guerra alla Terra
Who Owns Who
(2017)
Un inno alla rivolta alla rivolta e alla disobbedienza. Attraversa i loro confini, nuota nelle loro acque, rifiuta i loro ordini, ama le loro figlie, cambia le loro abitudini...
Un inno alla rivolta alla rivolta e alla disobbedienza. Attraversa i loro confini, nuota nelle loro acque, rifiuta i loro ordini, ama le loro figlie, cambia le loro abitudini...
The bridge, the call
(continua)
(continua)
16/9/2017 - 16:17
Radical Eyes
(2017)
Brano d'apertura dell'album d'esordio dei Prophets of Rage
Tom Morello - guitar
Timmy C - bass
Brad Wilk - beats
Chuck D - vocals
B-real - vocals
DJ Lord - turntables
"The Western world has created biased structures and stereotypes. Opposing viewpoints and movements are seen as radical rather than diversity. 'Radical Eyes' is the lens everything is viewed through, any life movement in opposition is considered radicalized."
"Il mondo occidentale ha creato strutture e stereotipi tendenziosi. I movimenti di opposizione e punti di vista diversi sono visti come estremisti invece che essere considerati pluralità. Gli occhi radicali sono la lente attraverso cui si guarda al mondo, per cui ogni movimento di opposizione è bollato come estremista."
(Chuck D.)
Brano d'apertura dell'album d'esordio dei Prophets of Rage
Tom Morello - guitar
Timmy C - bass
Brad Wilk - beats
Chuck D - vocals
B-real - vocals
DJ Lord - turntables
"The Western world has created biased structures and stereotypes. Opposing viewpoints and movements are seen as radical rather than diversity. 'Radical Eyes' is the lens everything is viewed through, any life movement in opposition is considered radicalized."
"Il mondo occidentale ha creato strutture e stereotipi tendenziosi. I movimenti di opposizione e punti di vista diversi sono visti come estremisti invece che essere considerati pluralità. Gli occhi radicali sono la lente attraverso cui si guarda al mondo, per cui ogni movimento di opposizione è bollato come estremista."
(Chuck D.)
If speed is what you need
(continua)
(continua)
16/9/2017 - 15:56
E allora noi vili
23 novembre 1945]
Versi di Cesare Pavese, nella raccolta “La terra e la morte” (1947), in seguito compresa, dopo la morte del poeta, in “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.
Musica di Anna Jenček, compositrice, cantante, insegnante, autrice nel 2008 del progetto musicale “Terra rossa, terra nera”, nel centenario dalla nascita di Cesare Pavese.
Riprendo da “Cesare Pavese in musica”, un bell'articolo di Flavio Poltronieri di cui consiglio la lettura integrale:
Anna Jencek prende in ordine cronologico tutte le nove liriche racchiuse ne “La terra e la morte” titolando ciascuna canzone con le proprie prime parole e le veste con raffinatezza a tempo di jazz avvalendosi, tra gli altri, del contributo del fisarmonicista Danilo Boggini (che ricordiamo anni fa nella Svizzera italiana in un sentito omaggio a Jacques Brel con l'Accordion Project). Questi versi che sanno di mitologia mediterranea,... (continua)
Versi di Cesare Pavese, nella raccolta “La terra e la morte” (1947), in seguito compresa, dopo la morte del poeta, in “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.
Musica di Anna Jenček, compositrice, cantante, insegnante, autrice nel 2008 del progetto musicale “Terra rossa, terra nera”, nel centenario dalla nascita di Cesare Pavese.
Riprendo da “Cesare Pavese in musica”, un bell'articolo di Flavio Poltronieri di cui consiglio la lettura integrale:
Anna Jencek prende in ordine cronologico tutte le nove liriche racchiuse ne “La terra e la morte” titolando ciascuna canzone con le proprie prime parole e le veste con raffinatezza a tempo di jazz avvalendosi, tra gli altri, del contributo del fisarmonicista Danilo Boggini (che ricordiamo anni fa nella Svizzera italiana in un sentito omaggio a Jacques Brel con l'Accordion Project). Questi versi che sanno di mitologia mediterranea,... (continua)
E allora noi vili
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/9/2017 - 14:07
A Fire Burns for Freedom
(2011)
An early version/acoustic version of “A Fire Burns For Freedom” is available on the Patagonia music sampler.
A revised version of this song appears as the title track on Ziggy’s album Wild and Free, and includes Woody Harrelson on vocals!
An early version/acoustic version of “A Fire Burns For Freedom” is available on the Patagonia music sampler.
A revised version of this song appears as the title track on Ziggy’s album Wild and Free, and includes Woody Harrelson on vocals!
A fire burns for freedom
(continua)
(continua)
16/9/2017 - 12:30
Vstala primorska [Vstajenje Primorske]
Mah, ho trovato sinceri è un po' astiosi tutti e due i litiganti.
Uomo Ragno molto ipocrita (dice sempre di non volere insultare e insulta continuamente). Un po' chiuso in sé stesso (anche se io sto più dalla sua parte che non dall'altra) Stark.
Uomo Ragno molto ipocrita (dice sempre di non volere insultare e insulta continuamente). Un po' chiuso in sé stesso (anche se io sto più dalla sua parte che non dall'altra) Stark.
Lorenzo.maina@gmail.com 16/9/2017 - 11:00
Sunshine
(1971)
"It was just at the time of the Vietnam War and Nixon. It was looking bad out there. That song meant a lot to a lot of people during that time--especially me."
(Jonathan Edwards)
I wrote ‘Sunshine’ in 1970 in probably less time than it takes to sing it. It was the height of the Vietnam-Cambodia adventure there in Southeast Asia. I was really saddened by that and really angry… It’s an angry young man’s complaint about what was going on politically and militarily in our name. I was knowing people that were coming back from the war and they were never the same – if they came back at all.
I had just undergone a really violent draft board pre-induction physical, where I ended up in an emergency room and ended up in a sanitarium I guess you’d call it. It was all in the interest of not going to Vietnam, but it left an indelible mark on me for life.
We were in Ohio and I moved my band... (continua)
"It was just at the time of the Vietnam War and Nixon. It was looking bad out there. That song meant a lot to a lot of people during that time--especially me."
(Jonathan Edwards)
I wrote ‘Sunshine’ in 1970 in probably less time than it takes to sing it. It was the height of the Vietnam-Cambodia adventure there in Southeast Asia. I was really saddened by that and really angry… It’s an angry young man’s complaint about what was going on politically and militarily in our name. I was knowing people that were coming back from the war and they were never the same – if they came back at all.
I had just undergone a really violent draft board pre-induction physical, where I ended up in an emergency room and ended up in a sanitarium I guess you’d call it. It was all in the interest of not going to Vietnam, but it left an indelible mark on me for life.
We were in Ohio and I moved my band... (continua)
Sunshine go away today, I don't feel much like dancing
(continua)
(continua)
16/9/2017 - 00:23
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
The Peace of Wild Things
LA PACE DELLE COSE SELVAGGE.
(continua)
(continua)
inviata da Giacomo Zanni 15/9/2017 - 21:50
Fiume
[2017]
All'Italia
Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.
Un uomo ritorna, ormai anziano, nel pezzo di terra istriano che da bambino aveva dovuto lasciare insieme alla madre. Quanto era avvenuto in quelle terre negli anni della sua infanzia è ben noto. Suo padre non era riuscito ad andarsene in tempo, in difesa ostinata di una piccola attività con la quale dava da vivere alla moglie e al figlio. E la vita di chi all’epoca visse sfollato in Italia fu difficile. Anche per una sorta di diffidenza, diciamo di tipo storico e politico, che spesso circondava questi esuli italiani. Una frase del padre accompagnerà quest’uomo per tutta la sua vita, ritornando anche nel momento in cui, dopo tanto tempo, egli decide di tornare là dove era partito.
Nell’appartamento... (continua)
All'Italia
Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.
Un uomo ritorna, ormai anziano, nel pezzo di terra istriano che da bambino aveva dovuto lasciare insieme alla madre. Quanto era avvenuto in quelle terre negli anni della sua infanzia è ben noto. Suo padre non era riuscito ad andarsene in tempo, in difesa ostinata di una piccola attività con la quale dava da vivere alla moglie e al figlio. E la vita di chi all’epoca visse sfollato in Italia fu difficile. Anche per una sorta di diffidenza, diciamo di tipo storico e politico, che spesso circondava questi esuli italiani. Una frase del padre accompagnerà quest’uomo per tutta la sua vita, ritornando anche nel momento in cui, dopo tanto tempo, egli decide di tornare là dove era partito.
Nell’appartamento... (continua)
Ricordo quel giorno come fosse ieri
(continua)
(continua)
inviata da dq82 15/9/2017 - 11:49
Aquitania
[2017]
All'Italia
Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.
Un giovane parte verso la Francia Sud Occidentale per spendere la propria vita di contadino. Viene da un mondo in cui anche la possibilità di imparare a scrivere e a leggere, durante l’infanzia, non era data. Per questa ragione, cerca aiuto per poter comunicare il suo amore alla giovane donna che non è potuta partire con lui. Dalla quale vuole tornare. Perché la sua vita è rimasta idealmente in una valle del Trentino da dove è partito e dove alla fine riuscirà a tornare per bussare alla porta di chi lo ha aspettato.
Sapevo fin da ragazzino che una parte di parenti della mia famiglia, dal versante di mia madre, se n'era migrata verso mete lontane. Questa mia gente abitava la collina veneta che... (continua)
All'Italia
Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.
Un giovane parte verso la Francia Sud Occidentale per spendere la propria vita di contadino. Viene da un mondo in cui anche la possibilità di imparare a scrivere e a leggere, durante l’infanzia, non era data. Per questa ragione, cerca aiuto per poter comunicare il suo amore alla giovane donna che non è potuta partire con lui. Dalla quale vuole tornare. Perché la sua vita è rimasta idealmente in una valle del Trentino da dove è partito e dove alla fine riuscirà a tornare per bussare alla porta di chi lo ha aspettato.
Sapevo fin da ragazzino che una parte di parenti della mia famiglia, dal versante di mia madre, se n'era migrata verso mete lontane. Questa mia gente abitava la collina veneta che... (continua)
Son partito che era fine estate
(continua)
(continua)
inviata da dq82 15/9/2017 - 11:38
London
2017
All'Italia
E’ una canzone contemporanea e felice. Dove un ragazzo parte per Londra conservando l’amore che lo lega a chi invece rimane. Col desiderio e la certezza che questo amore può sopravvivere al cambiamento di vita. Chissà, forse perché l’odierna possibilità di muoversi rende ogni orizzonte molto più vicino di ieri. Dunque, si può magari partire anche con leggerezza di sentimenti e con entusiasmo. Per provare a modellare la propria vita in una direzione che si ritiene più giusta. Per scoprire nuove opportunità. Senza che per questo un amore vero sia destinato a finire ma, anzi, aspettandolo il prima possibile allo scalo dell’aeroporto.
Il ragazzo del video, per inciso, è Tommaso Priviero figlio di Massimo, che a Londra ci vive (o ci ha vissuto per un periodo).
Andarsene via con cuore leggero e un sorriso stampato negli occhi senza aver niente in tasca che non sia la tua giovinezza... (continua)
All'Italia
E’ una canzone contemporanea e felice. Dove un ragazzo parte per Londra conservando l’amore che lo lega a chi invece rimane. Col desiderio e la certezza che questo amore può sopravvivere al cambiamento di vita. Chissà, forse perché l’odierna possibilità di muoversi rende ogni orizzonte molto più vicino di ieri. Dunque, si può magari partire anche con leggerezza di sentimenti e con entusiasmo. Per provare a modellare la propria vita in una direzione che si ritiene più giusta. Per scoprire nuove opportunità. Senza che per questo un amore vero sia destinato a finire ma, anzi, aspettandolo il prima possibile allo scalo dell’aeroporto.
Il ragazzo del video, per inciso, è Tommaso Priviero figlio di Massimo, che a Londra ci vive (o ci ha vissuto per un periodo).
Andarsene via con cuore leggero e un sorriso stampato negli occhi senza aver niente in tasca che non sia la tua giovinezza... (continua)
Partirò amore mio
(continua)
(continua)
inviata da dq82 15/9/2017 - 11:26
Abd el-Salam
La notte fra il 14 e 15 settembre 2016 l'operaio Abd El Salam veniva schiacciato da un tir nel corso di un picchettaggio a Piacenza. Questa tragedia, questo delitto deve essere assunto come punto di consapevolezza e di svolta per chi non si arrende al presente.
Domani ricorderemo Abd con una canzone inedita scritta e suonata insieme a Davide Giromini.
Alessio Lega
Domani ricorderemo Abd con una canzone inedita scritta e suonata insieme a Davide Giromini.
Alessio Lega
CCG/AWS Staff 15/9/2017 - 09:32
Pablo pueblo
[1977]
Parole e musica di Rubén Blades
Nel suo disco intitolato “Metiendo mano!”
Testo trovato su Genius
Parole e musica di Rubén Blades
Nel suo disco intitolato “Metiendo mano!”
Testo trovato su Genius
Eh le le le le le le le
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/9/2017 - 10:22
CapaRezza: Prisoner 709
[2017]
Singolo: Prisoner 709
In un carcere in cui i prigionieri sono colpevoli di "delitti musicali" (per aver suonato metal, rap, reggae), CapaRezza è "colpevole di tutto" e scrive un nuovo pezzo che mette in chiaro quale sia la sua idea della musica, lontana dall'importanza dei numeri e dei premi.
Da soundsblog
Singolo: Prisoner 709
In un carcere in cui i prigionieri sono colpevoli di "delitti musicali" (per aver suonato metal, rap, reggae), CapaRezza è "colpevole di tutto" e scrive un nuovo pezzo che mette in chiaro quale sia la sua idea della musica, lontana dall'importanza dei numeri e dei premi.
Da soundsblog
Nel buio di una galera dalle barre chiuse
(continua)
(continua)
inviata da adriana 14/9/2017 - 07:40
Percorsi:
Dalle galere del mondo
Stop
(2017)
Da un giovane rapper di Marsiglia, un nuovo singolo promettente che denuncia le violenze della polizia, accompagnato da un videoclip frenetico in cui una banda di giovani fuggono da poliziotti che non si vedono mai chiaramente.
Le jeune marseillais Reef, nouvelle recrue du label Orfevre, frappe fort avec un clip réalisé par ASC & Arsedi. Lancé par le rappeur Espiiem, Reef s’était fait remarquer en avril avec son premier titre « Merci ». Beaucoup moins détendu, la vidéo de son nouveau titre titre « Stop » rappelle que les violences policières sont plus que jamais d’actualité – en témoignent les rebondissements très récents sur les conditions du décès d’Adama Traoré, mort il y a un an des suites d’une interpellation.
La vidéo de « Stop », tournée de nuit à Marseille, met en scène une bande de jeunes dans leur quartier, fuyant des policiers fictifs. Une menace que l’on ne voit... (continua)
Da un giovane rapper di Marsiglia, un nuovo singolo promettente che denuncia le violenze della polizia, accompagnato da un videoclip frenetico in cui una banda di giovani fuggono da poliziotti che non si vedono mai chiaramente.
Le jeune marseillais Reef, nouvelle recrue du label Orfevre, frappe fort avec un clip réalisé par ASC & Arsedi. Lancé par le rappeur Espiiem, Reef s’était fait remarquer en avril avec son premier titre « Merci ». Beaucoup moins détendu, la vidéo de son nouveau titre titre « Stop » rappelle que les violences policières sont plus que jamais d’actualité – en témoignent les rebondissements très récents sur les conditions du décès d’Adama Traoré, mort il y a un an des suites d’une interpellation.
La vidéo de « Stop », tournée de nuit à Marseille, met en scène une bande de jeunes dans leur quartier, fuyant des policiers fictifs. Une menace que l’on ne voit... (continua)
Il y a une différence entre le vivre et le voir
(continua)
(continua)
13/9/2017 - 23:41
Who Will Care for Mother Now?
Charles C. Sawyer
Here is a minor correction of the second stansa as well as the missing latter half of the third stansa.
Why am I so weak and weary.
(continua)
(continua)
inviata da Jeremiah Thompson 13/9/2017 - 17:17
La esquina de los paraos
[1977]
Scritta da José María Carrillo
Nell’album del gruppo intitolato “Sevillanas Democráticas”
Testo trovato su questo blog dedicato ai Gente del Pueblo
Scritta da José María Carrillo
Nell’album del gruppo intitolato “Sevillanas Democráticas”
Testo trovato su questo blog dedicato ai Gente del Pueblo
Hay una esquina en mi pueblo
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/9/2017 - 11:42
The Happiest Days of Our Lives / Another Brick in the Wall Part II
MATTONI NEL MURO
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 13/9/2017 - 10:14
Tienes que aprender
[1979]
Scritta da José María Carrillo e Lorenzo Gómez Holgado
Nell'album del gruppo intitolato “Tierra y libertad”
Testo trovato su La Zamarra de Gustavo, il blog di Gustavo Sierra Fernández.
Scritta da José María Carrillo e Lorenzo Gómez Holgado
Nell'album del gruppo intitolato “Tierra y libertad”
Testo trovato su La Zamarra de Gustavo, il blog di Gustavo Sierra Fernández.
Tienes que aprender
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2017 - 20:50
Pedagogía popular
[1976]
Scritta da Joaquín Carbonell e Pilar Navarrete
Nell'album di Joaquín Carbonell intitolato "Con la ayuda de todos"
Scritta da Joaquín Carbonell e Pilar Navarrete
Nell'album di Joaquín Carbonell intitolato "Con la ayuda de todos"
Es una línea curva
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2017 - 20:34
Ya se fue el verano (El tururururú)
anonimo
Nel video da YouTube sopravvissuto a cantare è evidentemente una voce femminile, non quella di Rolando Alarcón.
Si tratta della nostra compianta Margot, da “Canti della resistenza spagnola”, 1968, (con Michele L. Straniero e Fausto Amodei), un disco che derivava da un volume del 1962, curato da Sergio Liberovici e dallo stesso Michele L. Straniero e intitolato "Canti della nuova resistenza spagnola. 1939-1961".
Si tratta della nostra compianta Margot, da “Canti della resistenza spagnola”, 1968, (con Michele L. Straniero e Fausto Amodei), un disco che derivava da un volume del 1962, curato da Sergio Liberovici e dallo stesso Michele L. Straniero e intitolato "Canti della nuova resistenza spagnola. 1939-1961".
B.B. 12/9/2017 - 19:52
Si morimos
[1978]
Parole e musica di Pablo Milanés
Nel disco intitolato “No me pidas”
Testo trovato su Cancioneros.com
Parole e musica di Pablo Milanés
Nel disco intitolato “No me pidas”
Testo trovato su Cancioneros.com
Ustedes lo sabrán, mis hijos, lo sabrán
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2017 - 18:29
Cancións pros que nunca morren
CANCIÓN PARA LOS QUE NUNCA MUEREN
(continua)
(continua)
inviata da B.B. 12/9/2017 - 18:23
×
Ora, io non capisco davvero cosa diamine c'entri la Madonna con Goddamn che invece - se preso alla lettera - significherebbe maledetto Iddio, e quindi sarebbe più consono un porco *** piuttosto che scomodare la Vergine Maria.
La cosa che mi fa ridereed al contempo incazzare parecchio è che tu, essendo come io penso di religione ebraica, nella traduzione in lingua hai mantenuto la presenza di Dio ma rendendola con la più sobria " Dio Dio "
Trovo che questa sia mancanza di capacità nel tradurre e di rispetto nelle religioni altrui.
* Spiacenti di usare una simile espressione in una traduzione: non siamo soliti farlo. Ma l'effetto di un "Goddam(n)" inglese è esattamente questo, e abbiamo inteso mantenerlo fedelmente.
Fedelmente un cazzo, amico mio; God and Mary are two different entities to me