Un inserimento questo che farà venire l'orticaria a Gianni Sartori...
Per ZugNachPankow: visto che alcune tue proposte già causano reazioni allergiche ad alcuni dei frequentatori del sito, potresti per lo meno curare un po' di più gli inserimenti, che so, una data, il titolo di un album, uno straccio di foto, un commentino introduttivo, almeno la biografia dell'autore, un link a IuTub, ecche diamine!...
Sennò già la musica alternativa è mediamente più noiosa del resto, finisce che nessuno se le caga 'ste canzoni!
Bellissima melodia e parole straordinarie...la cantiamo sempre insieme a mio fratello Mario fin dal 1974...in quei tempi si cantavano molto le canzoni contro la guerra, come gli Intillimani e appunto questo gruppo degli Aguaviva che sbalordì molto in Italia...partecipò ad un Festivalbar ed entrò nella Hit Parade italiana e noi la cantavamo nei bar, nelle feste, dappertutto...che bello risentirla e rivivere quei momenti ma soprattutto cantare contro la guerra...
Di Néstor De Vicenti, il figlio di Azucena Villaflor, e della fidanzata di lui Raquel Mangin, sequestrati dall’esercito il 13 novembre del 1976 nel barrio di Avellaneda chiamato Villa Domínico, non si è mai saputo più nulla. Lui era uno dei responsabili delle pubblicazioni dei Montoneros a Buenos Aires e per questo furono catturati e fatti sparire per sempre.
Un’altra cosa che ho scoperto leggendo le loro storie è che nell’ottobre del 1977, quando Azucena Villaflor e le altre madri ormai da alcuni mesi marciavano ogni settimana, sempre più numerose, davanti alla Casa Rosada, furono avvicinate da un giovane, tal Gustavo Niño, che diceva di avere un fratello desaparecido e che voleva cercarlo lui, perchè sua madre era troppo malata per poterlo fare.
Quel ragazzo si guadagnò la fiducia di molte Madres, anche di Azucena, nelle cui case fu ospitato diverse volte. E proprio quello stesso ottobre... (continua)
Lo scorso 8 marzo, nell'ambito della Giornata europea dei Giusti, presso il Giardino dei Giusti di tutto il mondo realizzato nel parco del Monte Stella (la "Montagna de San Sir") a Milano, sono stati piantati sei nuovi alberi dedicati ad altrettante donne. Tra di loro, Sonita Alizadeh, rapper afghana di Herat, per il suo impegno contro il dramma delle spose bambine.
Dichiarazione rilasciata dal Consiglio Costituente per il Sistema Federale nel Rojava/Siria Settentrionale
Al pubblico siriano, regionale e globale
In risposta all’appello fatto dal Coordinamento Generale delle Aree di Autogoverno Democratico (Al Jazira, Kobane e Afrin), tutti i componente delle forze politiche, partiti e attori sociali nei cantoni del Rojava e nelle aree liberate dalle forze terroristiche hanno tenuto un incontro che è risultato in una visione politica complessiva per una soluzione in Siria e in un accordo sul sistema di gestione per il Rojava/Siria settentrionale.
Questo può servire come un modello per il resto della Siria fornendo una soluzione per l’intera crisi siriana.
Noi, i rappresentanti di queste aree, ci siamo incontrarti il 16 e 17 marzo 2016. Ricordiamo con apprezzamento e rispetto i martiri del nostro popolo che con il loro sangue hanno scritto la più... (continua)
Gianni Sartori 18/3/2016 - 20:58
“Toute la vie des sociétès dans lesquelles régnent les conditions modernes de production s'annonce comme une immense accumulation de spectacles.
Tout ce qui ètait directement vécu s'est èloignè dans une reprèsentation.
(Guy Debord)*
LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO MERCIFICA E BANALIZZA TUTTO (O ALMENO CI PROVA), MA CON LE DONNE CURDE NON SEMBRA TANTO FACILE...
(Gianni Sartori)
Chi avesse incautamente seguito la trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro” (e qui verrebbe spontaneo un bel “paraponziponzipò...”, alla Vianello) del 6 marzo avrebbe potuto assistere ad una incredibile messa in scena, un'opera di mistificazione, un concentrato di banalità e luoghi comuni degni del peggior monoblocco mentale (definizione popolare del “pensiero unico”) mai concepito dalla Società dello Spettacolo.
Debordianamente, quella in cui “il vero è un momento del falso”.
Riccardo ti farà piacere sapere che finalmente questa poesia ha trovato il modo di farsi ascoltare.
I Del Sangre sono tornati, e hanno inciso questa canzone; Il Ritorno Dell'indiano contiene infatti brani inediti, e un omaggio a Ivan Della Mea con un rifacimento di Sebastiano.
A presto!
Luciana
Il brano di Henderson fu inciso per la prima volta nel 1964 dal gruppo scozzese The Corries, i quali lo interpretarono anche dal vivo durante una protesta anti-apartheid che si tenne nel 1969 a Murrayfield, Edinburgh, in occasione di una partita di rugby contro la squadra nazionale sudafricana, i cosiddetti Springboks.
“During my lifetime I have dedicated my life to this struggle of the African people. I have fought against white domination, and I have fought against black domination. I have cherished the ideal of a democratic and free society in which all persons will live together in harmony and with equal opportunities. It is an ideal for which I hope to live for and to see realised. But, my Lord, if it needs be, it is an ideal for which I am prepared to die.”
Fascisti e agrari son canaglia
ma ben presto finiranno
questi al Ponte della Paglia
quei coi pazzi di Mogliano
non mi viene niente in mente che mi possa ricordare qualcosa avvenuto a Mogliano o a Venezia negli anni 20,qualcuno può illuminarmi ?
Biga alata 17/3/2016 - 19:10
Ciao Biga Alata (che curioso nickname... sei un pellerossa con ascendenze romane imperiali?)
Ho fatto qualche ricerca e provo a risponderti...
Mi pare di aver capito che il Ponte della Paglia a Venezia colleghi il Palazzo Ducale a quello detto delle Prigioni Nuove... Sarebbe un po’ come dire “dalle stelle alle stalle”... E poi leggo qui che il nome deriverebbe dal fatto che nelle sue vicinanze, sulla paglia appositamente messa a terra, si disponevano i cadaveri degli annegati sconosciuti in attesa del riconoscimento da parte dei parenti, era un luogo deputato ad obitorio all’aperto... Nel contesto di “Giovinezza” vorrebbe perciò dire “finiranno ammazzati”...
A Mogliano Veneto c’erano un famoso manicomio con colonia agricola, l’“Antonio Pancrazio”, collegato agli ospedali psichiatrici di San Servolo e San Clemente di Venezia. C’era anche un “pellagrosario”, il “Costante Gris” in Villa Torni,... (continua)
Il 25 novembre del 2010, in un suo commento URLATO che poi non ebbe alcun seguito (come quasi sempre accade a chi urla e strepita invece di pensare), tal Calgian (che si firmava chissà perchè con un indirizzo mail) protestava che il testo originario era quello di un canto goliardico.
Intanto, si era ben detto che quella degli Arditi del Popolo era una delle versioni del canto, quella in qualche modo ritenuta attinente ai temi trattati sulle CCG/AWS.
Poi a Calgian - se interessato - sarebbe bastata una semplice ricerca per reperire il reclamato testo goliardico, quello intitolato "Il commiato", o "Inno dei laureandi", con parole di Nino Oxilia, risalente all'inizio del 900.
Ovviamente quella versione non avrebbe alcuna ragione di stare sulle CCG, sia perchè non ci si occupa qui della goliardia universitaria (a meno che non abbia accenti antimilitaristi o antiautoritari), sia perchè almeno una strofa de "Il commiato" ha una valenza patriottarda ed irredentista che proprio non ha nulla a che vedere con i fondamentali di questo sito.
Un vero peccato far scadere in becera politica questa bellissima discussione su un capolavoro che per me non è solo napoletano, ma dell'Italia intera. I danni collaterali subiti dalle truppe di liberazione, sono una dura e lurida conseguenza di una sconfitta, se qualcuno è convinto che una guerra finisca al 90 e dopo la stretta di mano si va sotto la doccia, dovrebbe perlomeno ragionare un attimo. Sono sempre stati dei liberatori da chi quei soprusi e violenze le aveva generate in precedenza. La canzone lo racconta con la rassegnazione di un popolo che ha accettato meglio queste situazioni che l'orrore nazista. Bellissima reale e commovente, un pezzo di storia popolare.
La storia musicale dei Pentangle inizia con il basso di Danny Thompson suonato con l'archetto e con una canzone tradizionale, molto antica, su un tipico tema: la necessità della donna di mantenersi pura e di non concedersi facilmente, con in più un giudizio irrimediabilmente negativo sull'uomo "mono direzionale" – o infestante, parassita, ndr - (forse era stata scritta da una donna). Secondo lo stile antico, che può ricordare un'altra notissima canzone inglese (Scarborough Fair), i sentimenti e le propensioni sono simboleggiate con erbe officinali: il timo, simbolo del coraggio ma anche della purezza, intesa come rettezza e coerenza e quindi parente stretto del suddetto coraggio, e la ruta, come simbolo del rimpianto. Questo secondo verso si potrebbe quindi tradurre più liberamente "e il vostro giardino incolto e calpestato sarà pieno del vostro rimpianto".
The musical history of The Pentangle... (continua)
NON PERMETTETE A NESSUN UOMO DI RUBARVI IL TIMO (continua)
Oh boia faus! Ma lo sai che non ce lo sapevo di usare un'espressione "porta-sfiga"?!?
Ai em veri sorri! Vabbè, il PCI l'ha affossato ma lui, Achille Occhetto, è vivo e vegeto e viaggia gioiosamente oltre gli ottanta...
Bibì (molto contrito) 17/3/2016 - 12:37
Eddìo, e ci credo che viaggiano tutti oltre gli ottanta e i parecchi casi anche vicini ai cento...si devono essere proprio spaccati la schiena nelle officine, a fianco de' lavoratori...!
Per ZugNachPankow: visto che alcune tue proposte già causano reazioni allergiche ad alcuni dei frequentatori del sito, potresti per lo meno curare un po' di più gli inserimenti, che so, una data, il titolo di un album, uno straccio di foto, un commentino introduttivo, almeno la biografia dell'autore, un link a IuTub, ecche diamine!...
Sennò già la musica alternativa è mediamente più noiosa del resto, finisce che nessuno se le caga 'ste canzoni!
Saluti