Belle Françoise
C'est la belle Francoise, lon gai
(continua)
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 20/12/2015 - 22:03
Senza bisogno di spostarsi a piè di pagina…
Antiwar Songs Blog
Confesso apertamente che invidiavamo molto quelli di genius e la loro idea di “annotare il mondo”. Il nostro sito ha sempre utilizzato molto le note al testo, soprattutto per annotare le traduzioni di testi difficili (celebre la traduzione di Supper’s Ready che ha riscosso molto successo e attirato una grande quantità di commenti). Il problema […]
Antiwar Songs Staff 2015-12-20 20:57:00
L'Internationale
40 secondi dell'internazionale cantata al funerale di Charb, direttore del giornale satirico Charlie Hebdo morto durante gli attentati di gennaio a Parigi.
leoskini 20/12/2015 - 20:42
Bullet In The Head [Bullet In Your Head]
Complimenti Riccardo ... se leggi questo commento contattami, la mia e-mail è: dfusca@libero.it
Daniele Fusca 20/12/2015 - 17:39
L'errore
(2015)
testo e musica Rocco Pezzano
Ai primi di ottobre le forze Nato hanno bombardato un ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan. Oltre venti morti, tanti dispersi e feriti. Il primo comunicato della Nato parlava di "probabile errore". Si può davvero parlare di "errore" se si bombarda un ospedale? Che sia frutto di negligenza o di precisa volontà, non è la perfetta sintesi, la realizzazione sul campo, quanto mai pesante e concreta, del cinismo di cui è capace l'uomo?
Questa canzone vuole essere anche un omaggio all'impegno dei medici che, come quelli di Msf (ma anche di Emergency) si prodigano nelle zone di guerra. Viene citata anche una considerazione di Cecilia Strada, presidente di Emergency, nella sua visita a Matera nel settembre scorso.
testo e musica Rocco Pezzano
Ai primi di ottobre le forze Nato hanno bombardato un ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan. Oltre venti morti, tanti dispersi e feriti. Il primo comunicato della Nato parlava di "probabile errore". Si può davvero parlare di "errore" se si bombarda un ospedale? Che sia frutto di negligenza o di precisa volontà, non è la perfetta sintesi, la realizzazione sul campo, quanto mai pesante e concreta, del cinismo di cui è capace l'uomo?
Questa canzone vuole essere anche un omaggio all'impegno dei medici che, come quelli di Msf (ma anche di Emergency) si prodigano nelle zone di guerra. Viene citata anche una considerazione di Cecilia Strada, presidente di Emergency, nella sua visita a Matera nel settembre scorso.
Le forze Nato ammettono il probabile errore,
(continua)
(continua)
inviata da Rocco Pezzano 20/12/2015 - 10:28
Anteproyectos de letra para el himno nacional (con perdón)
Forse all'epoca in cui Sabina scrisse questa canzone Ciutadans (ora spagnolizzato in Ciudadanos) poteva essere considerato almeno vagamente un partito di sinistra o di centro sinistra. Ma oggi è certo che sia degenerato in un incrocio tra il peggior cinquestellismo e le solite istanze di destra populista. Una sua possibile vittoria alle elezioni di domani mi spaventa più del temibile PPE, col quale peraltro il partito di Albert Rivera sembra prontissimo a stringere un accordo nonostante i classici discorsi sulla "casta". Spero solo che nel frattempo il buon Sabina si sia ravveduto e non faccia più regali del genere a questi individui,
Lorenzo 19/12/2015 - 22:55
O Gorizia, tu sei maledetta
anonimo
Slovenski prevod: Kaja Širok.
Le vicende di questa traduzione slovena di Gorizia sono complesse, nel senso che il suo reperimento è avvenuto "a pezzi e bocconi" dato che è distribuita in diversi siti; alla fine, però, il suo testo completo è stato reperito, in forma grafica decisamente da riaggiustare, in questa pagina. L'autrice viene indicata come Kaja Širok. E' sembrato particolarmente importante che si avesse una traduzione slovena di questo canto, e particolarmente in questo periodo di nazionalismi sempre più beceri e stupidi. Significativo è che la maggior parte dei frammenti della traduzione slovena sia presente in un articolo di "Primorske Novice" del 2011, dedicato ad una manifestazione antifascista slovena e italiana (tenuta a Gorizia) contro una manifestazione dei fascisti di "Casapound".
Le vicende di questa traduzione slovena di Gorizia sono complesse, nel senso che il suo reperimento è avvenuto "a pezzi e bocconi" dato che è distribuita in diversi siti; alla fine, però, il suo testo completo è stato reperito, in forma grafica decisamente da riaggiustare, in questa pagina. L'autrice viene indicata come Kaja Širok. E' sembrato particolarmente importante che si avesse una traduzione slovena di questo canto, e particolarmente in questo periodo di nazionalismi sempre più beceri e stupidi. Significativo è che la maggior parte dei frammenti della traduzione slovena sia presente in un articolo di "Primorske Novice" del 2011, dedicato ad una manifestazione antifascista slovena e italiana (tenuta a Gorizia) contro una manifestazione dei fascisti di "Casapound".
O GORICA TI SI PREKLETA
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/12/2015 - 19:52
Megalomaniac
Traduzione libera, ma se ho colto il senso il significato dovrebbe essere questo
MEGALOMANE
(continua)
(continua)
inviata da Daniele Fusca 19/12/2015 - 14:56
C'è troppa guerra
(Belleno/Di Palo/Dini/Rhodes/Salvi)
da "Ut" (1972)
da "Ut" (1972)
C'è Troppa guerra!
(continua)
(continua)
inviata da Marcello Mento 19/12/2015 - 13:10
Canción del poder popular
La bellissima copertina di "Canto al programa" era stata ripresa anche per i manifesti del concerto all'Arena di Verona di sabato 6 settembre 1975 organizzato dall'Arci e dalle Acli: un momento impossibile da dimenticare. Gli Inti Illimani tutti avvolti dai loro caratteristici poncho bordeaux, il tempio antico della lirica pieno di trentamila persone, bandiere cilene dovunque, gruppi di persone arrivate da ogni dove che cantavano in coro "El pueblo unido jamas será vencido" e alla fine dopo tre ore di musica, poesia e indignazione nel buio immenso dell'Arena, una luce, una sola piccola luce bianca che illuminava Joan, la vedova di Victor Jara....e anche io ero lì in mezzo con il mio piccolo registratore portatile, per non perdere una parola, una nota e ancora conservo la cassetta con l'audio di quella sera, assieme al manifesto originale che nel luglio del 2011 è salito sul palco a Custoza... (continua)
Flavio Poltronieri 19/12/2015 - 10:45
La capannuccia
Addio a Riccardo Marasco
Riccardo Marasco. L’ultimo dei grandi stornellatori, memoria storica e musicale di una Firenze dai valori antichi e dallo spirito ironico e profondo, aveva appena compiuto 77 anni e un anno fa aveva festeggiato la cifra tonda di 50 anni di carriera. Il “toscanaccio” con la chitarra-lira è morto per cause naturali e lascia tre figli e la moglie Maria Virginia, conosciuta il 4 novembre del 1966, il giorno dell’alluvione – entrambi Angeli del fango, s’incontrarono in via Mazzini – da cui nacque la più famosa delle sue canzoni insieme a Teresina, La Lallera, La Wanda: l’Alluvione ovviamente.
Il Corriere Fiorentino
Riccardo Marasco. L’ultimo dei grandi stornellatori, memoria storica e musicale di una Firenze dai valori antichi e dallo spirito ironico e profondo, aveva appena compiuto 77 anni e un anno fa aveva festeggiato la cifra tonda di 50 anni di carriera. Il “toscanaccio” con la chitarra-lira è morto per cause naturali e lascia tre figli e la moglie Maria Virginia, conosciuta il 4 novembre del 1966, il giorno dell’alluvione – entrambi Angeli del fango, s’incontrarono in via Mazzini – da cui nacque la più famosa delle sue canzoni insieme a Teresina, La Lallera, La Wanda: l’Alluvione ovviamente.
Il Corriere Fiorentino
CCG Staff 19/12/2015 - 00:29
Sólo le pido a Dios
La musica à la stessa ma il testo di Gundi é molto differente. In quello di Mercedes Sosa si prega Dio di non farci rimanere indifferenti al dolore, all'ingiustizia, alla guerra e si scongiura Dio che la nostra morte non ci trovi indifferenti senza aver fatto il "sufficiente". Il testo ci fa pensare alle ingiustizie del mondo, a dolori e catastrofi universali.
Il testo di Gundi rispecchia invece i problemi quotidiani di vita, morte, povertà, infanzia difficile, genitori severi che lasciano poco spazio alle debolezze dei figli, scarsità di cibo, tutti temi cantanti in molte sue canzoni, non solo in questa. Ricordo che anche dopo la caduta del Muro Gundi rimase sempre per sua volontà lontano dalla vita occidentale. Ed è ancora lui che in un'altra sua canzone "Io sono nato qui" ("Hier bin ich geboren") che descrive la sua vita come "una nave ancorata che gira sempre intorno all'ancora, che... (continua)
Il testo di Gundi rispecchia invece i problemi quotidiani di vita, morte, povertà, infanzia difficile, genitori severi che lasciano poco spazio alle debolezze dei figli, scarsità di cibo, tutti temi cantanti in molte sue canzoni, non solo in questa. Ricordo che anche dopo la caduta del Muro Gundi rimase sempre per sua volontà lontano dalla vita occidentale. Ed è ancora lui che in un'altra sua canzone "Io sono nato qui" ("Hier bin ich geboren") che descrive la sua vita come "una nave ancorata che gira sempre intorno all'ancora, che... (continua)
È COSI' CHE DIVENTA GIORNO
(continua)
(continua)
19/12/2015 - 00:05
Le Grand Coureur
Nello stesso disco che ho citato qui sopra è presente anche una irresistibile canzone tradizionale marinaresca cantata dall'amico bretone Serge Kerguiduff dal titolo "Complainte du gars Mathurin" che certo dovrebbe piacere a Riccardo e non solo... La si può ascoltare qui:
KLOZ EN DOUET - SERGE KERGUIDUFF - YouTube
e il testo recita:
Il était sur la mer farouche
Un navire et quinze matelots
Qui sans aucune provision de bouche
Se trouvaient perdus sur les flots
Ils tirèrent à la courte-paille
Et se bouffèrent mutuellement
C' fut Mathurin qui, de la courte paille
S' trouva seul le dernier vivant
Quand de ses quatorze camarades
Il eut achevé le repas
Il s' trouva l'estomac malade
Car les treize autres ne passaient pas !
Alors il s' fit tatouer sur le ventre
Le nom des quatorze malheureux
Avec dessus une croix au centre
Ces mots touchants "Priez pour eux"
Quand... (continua)
KLOZ EN DOUET - SERGE KERGUIDUFF - YouTube
e il testo recita:
Il était sur la mer farouche
Un navire et quinze matelots
Qui sans aucune provision de bouche
Se trouvaient perdus sur les flots
Ils tirèrent à la courte-paille
Et se bouffèrent mutuellement
C' fut Mathurin qui, de la courte paille
S' trouva seul le dernier vivant
Quand de ses quatorze camarades
Il eut achevé le repas
Il s' trouva l'estomac malade
Car les treize autres ne passaient pas !
Alors il s' fit tatouer sur le ventre
Le nom des quatorze malheureux
Avec dessus une croix au centre
Ces mots touchants "Priez pour eux"
Quand... (continua)
Flavio Poltronieri 18/12/2015 - 21:28
Megalomaniac
Questa la traduco ... per chi è interessato, sto condividendo sul mio profilo facebook tutte le canzoni contro la guerra degli artisti che conosco per una settimana.
Il mio nome su fb è: Daniele Ilmionomeèmaipiusulcampo Fusca
Il mio nome su fb è: Daniele Ilmionomeèmaipiusulcampo Fusca
Daniele Fusca 18/12/2015 - 18:26
Vladimir Semënovič Vysotskij / Владимир Семёнович Высоцкий: Сыт я по горло
HO TOCCATO IL FONDO
(continua)
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 18/12/2015 - 16:57
Siamo sempre partigiani
[1971]
Canzone scritta da Patrizio Nocciolini, membro del Canzoniere delle Lame
Trovo il brano in un EP del 1973, con altre tre canzoni che probabilmente non ci stavano nell’LP “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta”.
Poi anche nel recital “Tu compagno” del 1975
“Canto composto nel periodo della strategia delle tensione voluta dalla CIA e dai fascisti italiani”
(Introduzione da Gli anni che cantano)
Canzone scritta da Patrizio Nocciolini, membro del Canzoniere delle Lame
Trovo il brano in un EP del 1973, con altre tre canzoni che probabilmente non ci stavano nell’LP “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta”.
Poi anche nel recital “Tu compagno” del 1975
“Canto composto nel periodo della strategia delle tensione voluta dalla CIA e dai fascisti italiani”
(Introduzione da Gli anni che cantano)
Era la sua casa, era il suo paese
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/12/2015 - 14:25
Vladimir Semënovič Vysotskij / Владимир Семёнович Высоцкий: Сыт я по горло
GIACERE SUL FONDO
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek 18/12/2015 - 02:26
Schizo
Un gruppo rock polacco senza leader, composto da quattro grandi musicisti, che è esistito solo per un anno (1985) e ha registrato solo un disco "Świnie" ("Porci"). Un urlo di protesta in Polonia sotto il regime militare di Jaruzelski.
C'è Marsia e Dedalo in mezzo, almeno io la sento così.
C'è Marsia e Dedalo in mezzo, almeno io la sento così.
zapadniesz w głęboki sen
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 17/12/2015 - 23:25
Gli occhi dei bambini
2004
Banjoman
"Gli occhi dei bambini" è un brano che Stefano Rosso ha incluso nel suo album "Banjoman" del 2004, ma che risale a molti anni prima.
Quando in passato gli capitava di proporla live, diceva al pubblico che era un brano ancora inedito e che raramente eseguiva dal vivo.
Per fortuna Stefano ha poi provveduto ad inciderla, perché è una canzone molto bella, dolce e toccante, tutta dedicata all'universo dei bambini.
Il brano è stato usato nel 2003 come sigla di apertura della trasmissione "Medicina a confronto" in onda su Rete 4.
http://stefanorossouniverse.blogspot.it/
Banjoman
"Gli occhi dei bambini" è un brano che Stefano Rosso ha incluso nel suo album "Banjoman" del 2004, ma che risale a molti anni prima.
Quando in passato gli capitava di proporla live, diceva al pubblico che era un brano ancora inedito e che raramente eseguiva dal vivo.
Per fortuna Stefano ha poi provveduto ad inciderla, perché è una canzone molto bella, dolce e toccante, tutta dedicata all'universo dei bambini.
Il brano è stato usato nel 2003 come sigla di apertura della trasmissione "Medicina a confronto" in onda su Rete 4.
http://stefanorossouniverse.blogspot.it/
Sono gli occhi dei bambini
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 17/12/2015 - 17:25
Mamma Jole
2007
Mortacci
Un'altra deliziosa canzone di Rosso, che dietro al ritmo allegro e scanzonato dettato dal banjo, nasconde liriche pungenti e ricordi nostalgici.
"Mamma Jole", oltre ad essere il titolo della canzone, era anche il vero nome della mamma di Stefano, che pur affrontando le tante difficoltà della vita ha trasmesso a suo figlio i giusti valori ("Mi ha insegnato a non rubare mai e a portare nel cuore Gesù").
Le sferzate di Stefano sono invece dirette ad un mondo sempre più grigio, con le pubblicità che fanno il lavaggio del cervello ai giovani e le guerre che sembrano non aver mai fine ("Guerre inventate nel nome della libertà").
http://stefanorossouniverse.blogspot.it/
Mortacci
Un'altra deliziosa canzone di Rosso, che dietro al ritmo allegro e scanzonato dettato dal banjo, nasconde liriche pungenti e ricordi nostalgici.
"Mamma Jole", oltre ad essere il titolo della canzone, era anche il vero nome della mamma di Stefano, che pur affrontando le tante difficoltà della vita ha trasmesso a suo figlio i giusti valori ("Mi ha insegnato a non rubare mai e a portare nel cuore Gesù").
Le sferzate di Stefano sono invece dirette ad un mondo sempre più grigio, con le pubblicità che fanno il lavaggio del cervello ai giovani e le guerre che sembrano non aver mai fine ("Guerre inventate nel nome della libertà").
http://stefanorossouniverse.blogspot.it/
Generazioni inquinate da pubblicità
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 17/12/2015 - 17:10
Amerika e Alì Babà
2008
Piccolo mondo antico
Siamo nel 2008 e Stefano Rosso da alle stampe quello che sarà il suo ultimo album: "Piccolo mondo antico".
Ancora una volta il disco è autoprodotto dalla sua etichetta la "Red & Black Music".
L'amico di Stefano, Giuliano Chiaramonte, descrivendo questo disco disse:"la verve da cantautore di Stefano, dopo ben trent'anni di attività, è pressochè intatta e in più ci mostra e ci regala le sue inclinazioni verso la musica classica e la cosiddetta canzone romana".
Il disco si apre con "Amerika e Alì Babà", in cui Stefano sembra già parlare come chi ha lasciato questo mondo: "E da una nuvoletta al nuovo domicilio, vi guarderò stupito tra un sorriso e uno sbadiglio".
Come è nel suo stile, Stefano punta il dito su chi si approfitta del potere: "Dei finti democratici che regnano sovrani" Idolatrati semidei che invece sono nani", non rinunciando anche a qualche frase... (continua)
Piccolo mondo antico
Siamo nel 2008 e Stefano Rosso da alle stampe quello che sarà il suo ultimo album: "Piccolo mondo antico".
Ancora una volta il disco è autoprodotto dalla sua etichetta la "Red & Black Music".
L'amico di Stefano, Giuliano Chiaramonte, descrivendo questo disco disse:"la verve da cantautore di Stefano, dopo ben trent'anni di attività, è pressochè intatta e in più ci mostra e ci regala le sue inclinazioni verso la musica classica e la cosiddetta canzone romana".
Il disco si apre con "Amerika e Alì Babà", in cui Stefano sembra già parlare come chi ha lasciato questo mondo: "E da una nuvoletta al nuovo domicilio, vi guarderò stupito tra un sorriso e uno sbadiglio".
Come è nel suo stile, Stefano punta il dito su chi si approfitta del potere: "Dei finti democratici che regnano sovrani" Idolatrati semidei che invece sono nani", non rinunciando anche a qualche frase... (continua)
Quando ritornerò dal mondo della musica
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 17/12/2015 - 16:59
C'era una volta (e ancora c'è)
1978
...e allora senti cosa fò
Brano swing molto bello e interessante che ci riporta ad atmosfere anni 30-40.
Stefano dimostra tutta la sua versatilità e abilità nel passare da uno stile musicale ad un altro.
Nel testo Stefano cita personaggi quali Isa Bluette, soubrette italiana degli anni venti e trenta del novecento, che calcò le scene del cafè-chantant come sciantosa, Tom Mix, attore cinematografico statunitense e gli immensi Totò e Charlotte.
Si raffrontano quindi i tempi andati con quelli odierni, con l'inevitabile nostalgia che si affaccia ("ma oggi tutto qui è cambiato, sono rimasti i ricordi e niente più").
Verso la fine della canzone a fare i cori insieme a Stefano Rosso anche Ivano Fossati.
La canzone fu anche scelta da Nanny Loy come sigla del suo celeberrimo programma "Candid Camera".
Molto belli sono gli arpeggi di chitarra fatti da Stefano insieme a Luciano Ciccaglioni, mentre... (continua)
...e allora senti cosa fò
Brano swing molto bello e interessante che ci riporta ad atmosfere anni 30-40.
Stefano dimostra tutta la sua versatilità e abilità nel passare da uno stile musicale ad un altro.
Nel testo Stefano cita personaggi quali Isa Bluette, soubrette italiana degli anni venti e trenta del novecento, che calcò le scene del cafè-chantant come sciantosa, Tom Mix, attore cinematografico statunitense e gli immensi Totò e Charlotte.
Si raffrontano quindi i tempi andati con quelli odierni, con l'inevitabile nostalgia che si affaccia ("ma oggi tutto qui è cambiato, sono rimasti i ricordi e niente più").
Verso la fine della canzone a fare i cori insieme a Stefano Rosso anche Ivano Fossati.
La canzone fu anche scelta da Nanny Loy come sigla del suo celeberrimo programma "Candid Camera".
Molto belli sono gli arpeggi di chitarra fatti da Stefano insieme a Luciano Ciccaglioni, mentre... (continua)
Erano gli anni di Isa Bluette
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 17/12/2015 - 16:41
Lamentation de Nelle, la mule et la résurrection
Lamentation de Nelle, la mule et la résurrection
Chanson française – Lamentation de Nelle, la mule et la résurrection – Marco Valdo M.I. – 2015
Ulenspiegel le Gueux – 16
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – I, LVIII)
Cette numérotation particulière : (Ulenspiegel – I, I), signifie très exactement ceci :
Ulenspiegel : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs, dans le texte de l’édition de 1867.
Le premier chiffre romain correspond au numéro du Livre – le roman comporte 5 livres et le deuxième chiffre romain renvoie au chapitre d’où a été tirée la chanson. Ainsi, on peut – si le cœur vous en dit – retrouver le texte... (continua)
Chanson française – Lamentation de Nelle, la mule et la résurrection – Marco Valdo M.I. – 2015
Ulenspiegel le Gueux – 16
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – I, LVIII)
Cette numérotation particulière : (Ulenspiegel – I, I), signifie très exactement ceci :
Ulenspiegel : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs, dans le texte de l’édition de 1867.
Le premier chiffre romain correspond au numéro du Livre – le roman comporte 5 livres et le deuxième chiffre romain renvoie au chapitre d’où a été tirée la chanson. Ainsi, on peut – si le cœur vous en dit – retrouver le texte... (continua)
La troisième année du ban
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 17/12/2015 - 16:17
Su fratelli pugnamo da forti
anonimo
Finalmente corretto: Bivigliano, frazione di Vaglia e non Diviliano (che non esiste), frazione di Fiesole.
CCG Staff 17/12/2015 - 15:30
Canzone della Pancaldi
[1968]
Anche nota come “Quel tirchio di Pancaldi”
Canzone scritta da Janna Carioli nel 1968 per le operaie della camiceria Pancaldi di Bologna che lottavano per il loro salario.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1970-71
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Bellissimi i versi: “Lui gira con la miura e noi andiamo a piedi / Se poi non si decide farem come i francesi.”
La Lamborghini Bertone modello Miura, prodotta a partire dal 1966, era all’epoca uno status symbol per ricchi ed arricchiti… Il “farem come i francesi” non si riferisce... (continua)
Anche nota come “Quel tirchio di Pancaldi”
Canzone scritta da Janna Carioli nel 1968 per le operaie della camiceria Pancaldi di Bologna che lottavano per il loro salario.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1970-71
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Bellissimi i versi: “Lui gira con la miura e noi andiamo a piedi / Se poi non si decide farem come i francesi.”
La Lamborghini Bertone modello Miura, prodotta a partire dal 1966, era all’epoca uno status symbol per ricchi ed arricchiti… Il “farem come i francesi” non si riferisce... (continua)
Quel tirchio di Pancaldi non ci vuol dar dei soldi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/12/2015 - 14:30
Inno dei partigiani fiorentini
anonimo
[ca. 1945?]
Il testo di questo Inno dei partigiani fiorentini l'ho tratto dal volumetto "Le nostre canzoni", un opuscolo pubblicato diversi anni fa dall'Archivio Storico del Sessantotto di Firenze a cura del suo presidente e memoria storica, Maurizio Lampronti (che saluto se legge). L'opuscolo contiene soltanto una brevissima introduzione e i testi: nessuna notizia certa, quindi, posso dare su questo canto e su chi, eventualmente, lo abbia composto.
Basandosi però sul testo stesso, così come riportato dal Lampronti, alcune cose è possibile dirle. Ad esempio, il fatto che vi siano nominati praticamente tutti i comandanti partigiani fiorentini morti in combattimento (Vittorio Sinigaglia, da cui prese nome la celebre Brigata; Lanciotto Ballerini, Aligi Barducci "Potente", Bruno Fanciullacci, un generico "Rosselli" che deve stare per i due fratelli assassinati per procura dai fascisti "cagoulards"... (continua)
Il testo di questo Inno dei partigiani fiorentini l'ho tratto dal volumetto "Le nostre canzoni", un opuscolo pubblicato diversi anni fa dall'Archivio Storico del Sessantotto di Firenze a cura del suo presidente e memoria storica, Maurizio Lampronti (che saluto se legge). L'opuscolo contiene soltanto una brevissima introduzione e i testi: nessuna notizia certa, quindi, posso dare su questo canto e su chi, eventualmente, lo abbia composto.
Basandosi però sul testo stesso, così come riportato dal Lampronti, alcune cose è possibile dirle. Ad esempio, il fatto che vi siano nominati praticamente tutti i comandanti partigiani fiorentini morti in combattimento (Vittorio Sinigaglia, da cui prese nome la celebre Brigata; Lanciotto Ballerini, Aligi Barducci "Potente", Bruno Fanciullacci, un generico "Rosselli" che deve stare per i due fratelli assassinati per procura dai fascisti "cagoulards"... (continua)
Sinigaglia, Lanciotto, Potente
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 17/12/2015 - 14:22
La fornace Gardelli
[1967]
La prima canzone scritta da Janna Carioli nel 1967 per gli operai della fornace Gardelli, il più antico stabilimento per la produzione di manufatti edili e ceramiche di Imola, che sorgeva lungo il canale dei Molini.
Canta Gianfranco Ginestri.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1971
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Già nei primi anni 50, quando nelle fabbriche di tutta Italia si cercava di “estirpare il cancro comunista”, diversi lavoratori della Gardelli, così come di altre fabbriche dell’imolese, furono licenziati... (continua)
La prima canzone scritta da Janna Carioli nel 1967 per gli operai della fornace Gardelli, il più antico stabilimento per la produzione di manufatti edili e ceramiche di Imola, che sorgeva lungo il canale dei Molini.
Canta Gianfranco Ginestri.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1971
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Già nei primi anni 50, quando nelle fabbriche di tutta Italia si cercava di “estirpare il cancro comunista”, diversi lavoratori della Gardelli, così come di altre fabbriche dell’imolese, furono licenziati... (continua)
E noi tiriam la cinghia da sei mesi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/12/2015 - 13:46
Die Arbeiter von Wien
Chanson en langue allemande – Die Arbeiter von Wien - Fritz Brügel - 1927
La chanson Die Arbeiter von Wien (Les travailleurs de Vienne) est la principale chanson de lutte née pendant la Révolte du juillet viennois de 1927 ; depuis lors, elle fait partie intégrante des chants antifascistes internationaux. Le texte fut écrit par Fritz Brügel (Bedřich Bruegel, d'origine tchèque, né en 1897 à Vienne et mort en 1955 à Londres) ; c'était un bibliothécaire et diplomate ; à ces activités, il adjoignait une discrète activité littéraire. Pour la musique, Brügel reprit celle que le compositeur prolétarien russe Samuel Pokrass avait écrit en 1920 pour une célèbre chanson révolutionnaire, Белая армия, чёрный барон (« Armée blanche, Baron noir »), à propos du baron Pjotr Wrangel.
La Révolte de juillet de 1927 (connue sous le nom de « L'incendie du Palais de Justice de Vienne », en allemand : Wiener... (continua)
La chanson Die Arbeiter von Wien (Les travailleurs de Vienne) est la principale chanson de lutte née pendant la Révolte du juillet viennois de 1927 ; depuis lors, elle fait partie intégrante des chants antifascistes internationaux. Le texte fut écrit par Fritz Brügel (Bedřich Bruegel, d'origine tchèque, né en 1897 à Vienne et mort en 1955 à Londres) ; c'était un bibliothécaire et diplomate ; à ces activités, il adjoignait une discrète activité littéraire. Pour la musique, Brügel reprit celle que le compositeur prolétarien russe Samuel Pokrass avait écrit en 1920 pour une célèbre chanson révolutionnaire, Белая армия, чёрный барон (« Armée blanche, Baron noir »), à propos du baron Pjotr Wrangel.
La Révolte de juillet de 1927 (connue sous le nom de « L'incendie du Palais de Justice de Vienne », en allemand : Wiener... (continua)
LES TRAVAILLEURS DE VIENNE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/12/2015 - 17:10
Choisis Lison
[1917]
Parole di Louis Bousquet e musica di Camille Robert, gli stessi autori – come l’interprete – di Quand Madelon…
“Canzone d’Amore Contro la Guerra” recentemente reinterpretata da Tichot nell'album “Chansons de la guerre 14-18. Une vie d' bonhomme. Pendant la guerre la chanson continue” pubblicato nel 2008.
Ho indicato in corsivo alcuni dei diversi refrain usati, sempre varianti con i nomi dei tanti campi di battaglia francesi nella Grande Guerra…
Parole di Louis Bousquet e musica di Camille Robert, gli stessi autori – come l’interprete – di Quand Madelon…
“Canzone d’Amore Contro la Guerra” recentemente reinterpretata da Tichot nell'album “Chansons de la guerre 14-18. Une vie d' bonhomme. Pendant la guerre la chanson continue” pubblicato nel 2008.
Ho indicato in corsivo alcuni dei diversi refrain usati, sempre varianti con i nomi dei tanti campi di battaglia francesi nella Grande Guerra…
Quand, au printemps, la feuille pousse
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/12/2015 - 14:03
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Leur idéal
[1914-18]
Poesia che l’anarchico e antimilitarista Bizeau scrisse durante il macello della Grande Guerra.
Messa in musica da François Guernier, leader del gruppo francese Tichot, nell'album “Chansons de la guerre 14-18. Une vie d' bonhomme. Pendant la guerre la chanson continue” pubblicato nel 2008.
On retrouve Eugène Bizeau avec Leur Idéal, titre qui résume parfaitement la chanson. Il s'agit d'une interrogation sur le sens de la guerre face à la violence de la guerre ("la charge folle vers les canons meurtriers") et face aux remises en cause des principes démocratiques ("c'est bâillonner la justice"). La voix de François Guernier prend de l'ampleur à mesure que la colère monte...”
(da Autour du Chemin des Dames)
I disegni sono tratti dal sito dell’Association Laïque des Amis d'Anne et Eugène Bizeau
Poesia che l’anarchico e antimilitarista Bizeau scrisse durante il macello della Grande Guerra.
Messa in musica da François Guernier, leader del gruppo francese Tichot, nell'album “Chansons de la guerre 14-18. Une vie d' bonhomme. Pendant la guerre la chanson continue” pubblicato nel 2008.
On retrouve Eugène Bizeau avec Leur Idéal, titre qui résume parfaitement la chanson. Il s'agit d'une interrogation sur le sens de la guerre face à la violence de la guerre ("la charge folle vers les canons meurtriers") et face aux remises en cause des principes démocratiques ("c'est bâillonner la justice"). La voix de François Guernier prend de l'ampleur à mesure que la colère monte...”
(da Autour du Chemin des Dames)
I disegni sono tratti dal sito dell’Association Laïque des Amis d'Anne et Eugène Bizeau
C'est là-bas dans la tranchée
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/12/2015 - 13:08
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
La Roulante
anonimo
[1917]
Versi di anonimo “poilu”, soldato francese della Grande Guerra
Musica di Lucien Boyer (1876-1942) è stato un poeta, compositore, chansonnier e goguettier di Montmartre.
Ripresa da Tichot nell'album “Chansons de la guerre 14-18. Une vie d' bonhomme. Pendant la guerre la chanson continue” pubblicato nel 2008.
Certamente si tratta di canzone patriottica, e d’altra parte Lucien Boyer fu insignito della Legion d’Onore quale “chansonnier aux armées”… Eppure si tratta di un’ode alla “roulante”, la cucina da campo, unica macchina di sostentamento e non di morte presente nelle trincee della Grande Guerra.
E intorno alla “roulante” le voci dei “poilus”, perfettamente consapevoli, e con grande sarcasmo, che i loro nemici non erano tanto i “boches” tedeschi quanto i ricchi e i profittatori di casa propria, quelli che invece, nello stesso tempo, mangiavano nei grandi ristoranti di Parigi e sui loro giornali ingannavano l’opinione pubblica sul macello in atto…
Versi di anonimo “poilu”, soldato francese della Grande Guerra
Musica di Lucien Boyer (1876-1942) è stato un poeta, compositore, chansonnier e goguettier di Montmartre.
Ripresa da Tichot nell'album “Chansons de la guerre 14-18. Une vie d' bonhomme. Pendant la guerre la chanson continue” pubblicato nel 2008.
Certamente si tratta di canzone patriottica, e d’altra parte Lucien Boyer fu insignito della Legion d’Onore quale “chansonnier aux armées”… Eppure si tratta di un’ode alla “roulante”, la cucina da campo, unica macchina di sostentamento e non di morte presente nelle trincee della Grande Guerra.
E intorno alla “roulante” le voci dei “poilus”, perfettamente consapevoli, e con grande sarcasmo, che i loro nemici non erano tanto i “boches” tedeschi quanto i ricchi e i profittatori di casa propria, quelli che invece, nello stesso tempo, mangiavano nei grandi ristoranti di Parigi e sui loro giornali ingannavano l’opinione pubblica sul macello in atto…
Les nouveaux riches dînent chez Fayard
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/12/2015 - 11:55
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
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Music : Tom Theuns, Wim Claeys
Lyrics : Traditional Canadian
La canzone è tratta dal cd Kabonka del 2002 del gruppo belga, anche questo prodotto da Gabriel Yacoub che partecipa vocalmente da par suo. La penultima riga è messa tra parentesi perché non viene cantata pur facendo parte del testo...