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La signora del quinto piano

La signora del quinto piano
da "L'abitudine di tornare" (2015)

Nei brani più di denuncia, da La signora del quinto piano che descrive un femminicidio a La notte più lunga sui barconi di immigrati, utilizzi un tono di feroce sarcasmo, accompagnato però da una musica quasi dolciastra: è una scelta stilistica?

"No, proviene dalla nostra cultura siciliana. Il buon Pirandello ha introdotto il concetto dell'umorismo che è il sentimento del contrario: davanti il carretto e dietro la tragedia. Sta un po' nello stile siciliano descrivere anche le tragedie in maniera sarcastica, umoristica. Basterebbe vedere Emma Dante che è proprio la rappresentazione dello spirito siciliano. Penso che in questo sono proprio figlia della mia terra".
Intervista a Carmen Consoli
La signora del quinto piano ha un piccone in salotto, un guardiano fidato
(continua)
21/1/2015 - 23:48
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Esercito silente

Esercito silente
da "L'abitudine di tornare" (2015)

Palermo: guerre e faide di mafia, lo stato assente che compare solo ai funerali, l'omertà, la lotta di Peppino Impastato, lo scempio della costruzione dell'aeroporto di Punta Raisi, oggi intitolato a Falcone e Borsellino.
Come si può credere che questa città
(continua)
21/1/2015 - 23:40
Percorsi: Mafia e mafie
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La notte più lunga

La notte più lunga
da "L'abitudine di tornare" (2015)

La furia mediatica che accompagna gli sbarchi degli immigrati in Sicilia
Verso l'alba avvistammo quella barca malandata
(continua)
21/1/2015 - 23:35
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Mi país

Mi país
[196?]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Ignoro se Pablus Gallinazo abbia mai inciso questa sua canzone. Sicuramente all’epoca la interpretarono Ana y Jaime (un duo colombiano anch’esso autore di canzoni di protesta) e più recententemente i K.O.M.A., una punk band di Bogotà (nel loro album “Basura de Estado” pubblicato nel 2013.)
Con un poco de humor
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 22:44
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Hay un niño en la calle y un diamante en un baile

Hay un niño en la calle y un diamante en un baile
[1972?]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nel disco intitolato “El comandante”

Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo di Canción protesta degli Aterciopelados.
Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazus in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che in America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...
En el fango del mundo se ve
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 21:48
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Gaza

Gaza
Album: Al Darawish - 1993

Poi in Radiodervish - In acustico (2001)

testo in arabo
Hanno avvolto il cielo con il nero della notte,
(continua)
inviata da Donquijote82 21/1/2015 - 20:07
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La chanson des Restos

La chanson des Restos
[1986]
Parole e musica di Jean-Jacques Goldman.

Goldman scrisse questa canzone per Coluche che aveva appena fondato un’associazione caritativa chiamata “Les Restos du cœur”, per la lotta contro la povertà e contro lo spreco e la distruzione delle eccedenze alimentari per ragioni di mercato (un’esperienza paragonabile al nostro Banco Alimentare, ma molto più articolata).
Purtroppo Coluche morì poco dopo, il 19 giugno 1986, in un incidente motociclistico (un episodio molto misterioso, che molti hanno considerato un assassinio, per via della personalità molto scomoda di Coluche)
Moi, je file un rancard
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 16:20
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Il naufragio del Katër i Radës

Il naufragio del Katër i Radës
2007
Est!

La Katër i Radës, realizzata in Unione Sovietica negli anni cinquanta come motosilurante, era stata trasformata in pattugliatore costiero negli anni settanta.

Era stata rubata al porto di Saranda da gruppi criminali che gestivano il traffico di immigrati clandestini. Partì da Valona nel pomeriggio del 28 marzo 1997carica di profughi che cercavano di raggiungere le coste italiane, per fuggire dall'Albania in preda all'anarchia. Sulla piccola imbarcazione, progettata per 9 membri dell'equipaggio, avevano trovato invece posto verosimilmente 142 persone.

Alle 17:15 fu avvistata dalla fregata Zeffiro, impegnata nell'operazioneBandiere Bianche, nome in codice con cui era nota l'operazione di blocco navale realizzata per limitare gli sbarchi delle cosiddette carrette del mareprovenienti dalle coste albanesi. La Zeffiro intimò alla Katër i Radës di invertire la rotta, ma la nave albanese... (continua)
Gli occhi verso Est a montagne non più mie
(continua)
inviata da dq82 21/1/2015 - 15:40
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Quand je s´rai grand j´veux être con

Quand je s´rai grand j´veux être con
[1975]
Scritta da Xavier Thibault, autore compositore e interprete, membro e direttore de Le Grand Orchestre du Splendid, l’orchestra del caffè-teatro Le Splendid di Parigi.
Nel disco di Coluche intitolato “Le Schmilblick”
[Parlé:]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 15:36
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Sois fainéant (ou Conseil à un nourrisson)

Sois fainéant (<em>ou</em> Conseil à un nourrisson)
[1977]
Scritta da Michel Colucci, in arte Coluche (1944-1986), umorista ed attore francese.
Nel disco “Enregistrement public Vol. 3”
A toi l'enfant qui viens de naître
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 15:07
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La guitare enragée (ou Les salauds!)

La guitare enragée (<em>ou</em> Les salauds!)
[1982]
Scritta da Michel Colucci, in arte Coluche (1944-1986), umorista ed attore francese.
Nel disco intitolato “...Adieu, me revoilà!”
[Parlé:]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 14:57
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Misère

Misère
[1978]
Scritta da Jean-Louis Chotard - Gérard Grandjean / Pierre Bénichou - Marie Grospierre
Nell’album dal vivo intitolato “Le triomphe de Coluche au Gymnase”
Misère, misère
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/1/2015 - 14:38
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Storie di uomini di donne e di sogni

Storie di uomini di donne e di sogni
Brano dedicato ai popoli migranti.
Si immagina la Terra osservata da una navicella spaziale
che attraverso rapide zoomate protocolla le migrazioni dei popoli
Aspettative di migliori condizioni di vita
(continua)
inviata da Katya Sanna 21/1/2015 - 12:21
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Una flor para mascar

Una flor para mascar
[1961]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nell’album “Una flor para mascar, vol.2” pubblicato nel 1972 (almeno, credo)

Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo de Canción protesta degli Aterciopelados.
Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazus in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che im America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...

Questa “Una flor para mascar” è una delle più famose del Gallinazo ed è una dolente ma anche divertente... (continua)
El reloj se ha dañado
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/1/2015 - 23:23
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Canción del pueblo

Canción del pueblo
“La Solfónica” è un gruppo spontaneo di cantori e musicisti nato in Spagna nel 2011 in seno al Movimiento 15-M, meglio noto come “Indignados”.
Cuando el pueblo alza su voz
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/1/2015 - 16:12
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Canción protesta

Canción protesta
[2006]
Nell’album intitolato “Oye”
Contra los talabosques
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/1/2015 - 14:07
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Rosas en el mar

Rosas en el mar
[1966]
Una delle prime canzoni scritte da Aute, poi inserita nell’albun d’esordio “Diálogos de Rodrigo y Ximena” pubblicato nel 1968.
Interpretata anche da Massiel nel 1967.
Testo trovato su Cancioneros.com
Recentemente reinterpretata dal gruppo punk rock spagnolo Reincidentes nella loro raccolta intitolata “Aniversario” pubblicata nel 2013.
Voy buscando un amor
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/1/2015 - 13:14

Moi, j'aime la Chine…

Moi, j'aime la Chine…
Moi, j'aime la Chine…

Comptine enfantine de langue française – Moi, j'aime la Chine – Marco Valdo M.I. – 2015


Lucien l'âne mon ami, voilà que je t'ai concocté une comptine. Enfin, il faut bien dire qu'elle existait déjà, mais je l'ai en quelque sorte adaptée à notre temps où comme tu le verras, la Chine, je veux dire la Chine officielle, la seule qui compte, pas celle des petites gens – la Chine, cette Chine d'importance pétrie, se révèle être le grand phare universel et brille tel un astre éternel par son humour ravageur.

Oh, Marco Valdo M.I., tu galèjes encore. Qu'as-tu donc à exalter la grande Chine, qui a tant d'importance dans le monde ? On dirait que nous voici revenus aux temps du Grand Timonier et de l'encensoir. Je ne te savais pas aussi cauteleux.

Comment ? Que penses-tu de moi, mon ami Lucien l'âne. Qu'imagines-tu ? Je veux juste par une petite comptine légèrement impertinente... (continua)
Chine, Chine,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/1/2015 - 22:43
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Գինի լից

anonimo
Գինի լից
Gini lits
[1921?]
Canzone armena che celebra l’assassinio del Gran Visir dell’impero ottomano Mehmed Talât Pasha, avvenuto a Berlino il 15 marzo 1921 ad opera di Soghomon Tehlirian (Սողոմոն Թեհլերեան), militante rivoluzionario armeno, con la determinante collaborazione logistica dei servizi segreti britannici.

Mehmed Talât Pasha era stato uno degli uomini politici più influenti dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale ed il mandante del genocidio armeno. Gli inglesi, alla fine della guerra, avrebbero voluto arrestarlo e processarlo per i suoi crimini, e non solo per il massacro della popolazione armena, ma poi, per motivi di opportunità diplomatica (Talât Pasha si era rifugiato a Berlino dove godeva di piena protezione), preferirono lasciarlo alla vendetta dei perseguitati. Mehmed Talât Pasha era infatti considerato dagli armeni come l’ “Hitler turco”, il n° 1 nella lista... (continua)
Աշխարհ սարսափ հայի ահը,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/1/2015 - 13:39
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Նազեի օրոր

Նազեի օրոր
Nazei Oror
[1894-96]
Versi di Avetis Aharonian / Աւետիս Ահարոնեան (1899-1948), scrittore e poeta armeno, militante rivoluzionario e figura di spicco del Movimento di Liberazione armeno.

Una poesia in forma di ninna nanna scritta da Aharonian ai tempi del primo massacro degli armeni, quello avvenuto alla fine dell’800 per mano del sultano ottomano Abdul Hamid II. All’epoca gli armeni nell’impero ottomano erano circa 2 milioni e, sostenuti dalla Russia, avanzavano pretese autonomiste. Il governo, dal canto suo, osteggiava l’ingerenza russa ed era andato instillando ed alimentando l’odio anti-armeno in altre etnie presenti nella regione, in primis quella curda. Sicchè quando gli armeni si rivoltarono contro la feroce imposizione fiscale ottomana e le angherie dei curdi la reazione fu feroce: centinaia di migliaia di morti.
E non fu che l’inizio. I “Giovani Turchi” furono responsabili di... (continua)
Քնի'ր, իմ բալիկ, օրոր իշ արա,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/1/2015 - 11:58
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Scala crimen de estado

Scala crimen de estado
Barcellona, 15 gennaio 1978. Il sindacato anarchico CNT (uscito da solo due anni dalla clandestinità in cui era costretto durante la dittatura) indice una manifestazione a cui partecipano circa 15000 persone contro i cosiddetti Patti della Moncloa tra il governo e i principali sindacati nel difficile periodo della transizione. Durante la dimostrazione alcuni giovani lanciarono delle bottiglie molotov contro la facciata del locale "Scala". Secondo la versione ufficiale della polizia, queste bottiglie avrebbero causato l'incendio ed infine il collasso dell'intero palazzo causando la morte di quattro operai - paradossalmente aderenti alla CNT.

Tuttavia fu subito chiaro che l'incendio fu opera di alcuni infiltrati nelle fila del sindacato e che materiali incendiari erano stati collocati nell'edificio prima della manifestazione, dato che era evidentemente impossibile che delle semplici molotov... (continua)
Otra vez resurgen con fuerza
(continua)
18/1/2015 - 19:19
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Wise Users

Wise Users
[1995]
Parole e musica di Bruce Cockburn
Canzone scritta per “The Charity of Night” ma poi non inclusa in quell’album del 1996.
Si trova però in un disco collettivo pubblicato lo stesso anno e intitolato “Honor: A Benefit For The Honor The Earth Campaign”

Questa canzone fu scritta da Cockburn all’epoca di un suo infruttuoso tentativo di salvare alcune decine di tigri siberiane prigioniere in una fattoria cinese, dove erano allevate per la carne e per la farmacopea locale. Infatti molti cinesi, ancora oggi, considerano prelibata la carne di tigre e, in particolare, ritengono che mangiarne il pene aumenti la potenza sessuale (!).

Ho trovato questo brano mentre cercavo in Rete un testo significativo di una canzone sulla tigre siberiana, il più grande (e il più letale) felino presente sulla faccia della Terra, ancora oggi fortemente minacciato di estinzione.
Sto rileggendo, infatti, un... (continua)
Hear me you business blackmailers
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/1/2015 - 18:47
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Cinq ans

Cinq ans
(2009)
Album: En quête de sens
Du haut de ses cinq ans
(continua)
18/1/2015 - 16:40
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Deir Ez-Zor

Deir Ez-Zor
Parole e musica di Lucia Moon, psicologa e cantautrice statunitense di origine armena.

Il 24 aprile scorso gli Armeni hanno ricordato il “Medz Yeghern”, il “Grande Crimine”, così loro chiamano il genocidio che il loro popolo subì tra il 1915 ed il 1916 (al culmine di una persecuzione iniziata già alla fine dell’800) ad opera dell’Impero ottomano allora guidato dal movimento politico dei “Giovani Turchi”, quello che avrebbe poi dato vita alla moderna Turchia.
Le cifre dell’olocausto armeno restano controverse, ma il numero dei morti è comunemente ritenuto vicino ai 3 milioni, tra primo (1894-1896) e secondo massacro (1915-1916).

Deir ez-Zor, nell’est della Siria, divenne la tappa finale del cammino della morte imposto dai turchi ai prigionieri armeni. Deir ez-Zor è la Auschwitz degli armeni. A Deir ez-Zor il popolo armeno ha il suo Yad Vashem. O, meglio, lo aveva, perchè è stato distrutto... (continua)
Rivers bloody red, silence shouting “ Threat !”
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/1/2015 - 13:58
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Take Me to Church

Take Me to Church
[2013]
Parole e musica di Andrew Hozier-Byrne, in arte Hozier, cantautore irlandese
Singolo del 2013 poi incluso nell’EP "Take Me to Church" riedito nel 2014

Un brano che da noi è noto solo da qualche settimana, proposto a spron battuto da tutte le radio e già entrato nelle orecchie di tutti, accompagnato da video diretto nel 2013 da Brendan Canty.

“Take Me To Church” è una canzone d’amore, un’esperienza che Hozier descrive come religiosa nella sua purezza di vita, di morte e di resurrezione. E proprio per questo risulta all’autore ancora meno comprensibile come il Potere - molto spesso quello esercitato dalle chiese in nome della religione che credono di rappresentare, ma talora anche quello di governi autoritari o reazionari o di gruppi violenti generalmente appartenenti alla galassia dell’estrema destre - possa condannare la libertà, la purezza, la religiosità dell’amore nelle sue... (continua)
My lover's got humour
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/1/2015 - 11:04
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J'ai honte

J'ai honte
(2009)
Album: En quête de sens

Dai rimpatri forzati degli immigrati ai dittatori accolti a braccia aperte nel paese dei diritti dell'uomo c'è molto da vergognarsi in Francia (ma non solo)
Les charters vers l’Afrique ont repris leur envol
(continua)
18/1/2015 - 00:54
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La grande marée

La grande marée
Album: "Le Stéphanois" (1975)

« La Grande Marée », una canzone futurista: chitarre acustiche e una voce all'inizio sommessa e dolce, ma quello che racconta è terribile. Via via la voce accelera si inasprisce. E' quasi 1984 di Orwell.
Un colosse aux pieds d'argile surveille la frontière
(continua)
17/1/2015 - 19:13
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War Is Starting Again

War Is Starting Again
Lightnin’ Hopkins was a Texas country bluesman of the highest order. Stylistically, he often sang in a talking blues style, but that is in spite of the fact that he had a tremendous, powerful singing voice. Lyrically, he would tackle themes that included black life in the segregated south as well as less political topics including having bad luck in love. His approach to the blues lent him a considerable palette with which to paint a picture of the personal effects of war on a human being. At the start of the song, the singer’s reaction to the beginning of a new war seems to be essentially negative. He considers the panic that mothers will feel and the losses that many wives will sustain as a cost. In addition, he claims he’s been to war before and opines that he definitely doesn’t want to go back. But by the end of the tune, he changes his basic attitude because his lover’s boyfriend is going off to war, leaving her available to the singer. This, he admits, “is a better break for me”.

Greatest Blues Songs About War
Woe, you know this world done get tangled now, baby
(continua)
17/1/2015 - 05:18

Morts de Quatre-vingt-douze

Morts de Quatre-vingt-douze
[“Fait à Mazas, 3 septembre 1870”]

Versi di Arthur Rimbaud, all’epoca appena sedicenne. Nella raccolta nota come “Cahier de Douai”
Musica di Léo Ferré e da lui stesso interpretata nella raccolta intitolata “Maudits soient-ils !”, un doppio CD pubblicato nel 2004, 10 anni dopo la morte di Ferré.

Il giovane Rimbaud scrisse questa poesia a partire da un appello pubblicato su Le Pays nel 1870 in cui il giornalista bonapartista Paul de Cassagnac (noto soprattutto per la sua tracotanza e la passione per i duelli) si rivolgeva patriotticamente a tutti i francesi ricordando loro i “padri rivoluzionari”, ai quali la Francia intera era debitrice, per spronarli alla difesa contro i prussiani che assediavano Parigi.

Ma Rimbaud non ci sta perchè sa che sono proprio Napoleone III e suoi seguaci ad aver sprofondato la Francia nella devastante guerra contro i tedeschi. A coloro che morirono per la Rivoluzione si deve omaggio, ma non bisogna mai confondere impero e repubblica, tirannia e libertà.
Morts de Quatre-vingt-douze et de Quatre-vingt-treize,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2015 - 22:08
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L'ombre

L'ombre
Versi di François Mauriac (1885-1970), scrittore francese
Musica di Luc Porret
Interpretata dalla Gréco nel 1953
Aux jours où la chaleur arrêtait toute vie,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2015 - 14:56
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O Jéhovah

O Jéhovah
[1986]
Parole e musica di Guy Béart
Nell’album intitolato “Demain je recommence”
Mon Dieu, protège-moi du beau
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2015 - 14:25

Où sans vieillir

Où sans vieillir
Versi di Jean Genet (1910-1986), scrittore poeta ed autore drammatico.
Musica di Hélène Martin, che la incise in un EP nel 1966. Inclusa anche nell’album “Chante les poètes”

Poesia che fa il paio con Le condamné à mort
Où sans vieillir je meurs je t'aime ô ma prison.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2015 - 13:58
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Charlie

Charlie
[2015]
Scritta da Cyril Célestin, in arte Guizmo
Dedicata all’amico Bernard Verlhac, in arte Tignous (1957-2015), vignettista del Charlie Hebdo assassinato insieme a diversi suoi colleghi nell’attacco terrorista del 7 gennaio 2015.
Le monde a changé, Charlie
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2015 - 10:47
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#JeSuisCharlie

#JeSuisCharlie
[7 gennaio 2015]
Parole e musica dello slameur francese Fabien Marsaud, in arte Grand Corps Malade
7 janvier 2015, j’ai pas envie d’aller au lit
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2015 - 10:33
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Georges Brassens: Trompe la Mort

Georges Brassens: Trompe la Mort
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
INGANNA LA MORTE
(continua)
15/1/2015 - 23:31

La Ballade des Assassins

La Ballade des Assassins
La Ballade des Assassins

Chanson française – La Ballade des Assassins – Marco Valdo M.I. – 2015  
Parodie d'après Gilbert Bécaud 
La Ballade des Baladins
Paroles: Louis Amade. Musique: Gilbert Bécaud 1953


Voici encore une parodie, mon ami Lucien l'âne. Encore une fois, j'ai pris pour point de départ une chanson de Gilbert Bécaud. Une chanson de divertissement, sautillante à souhait et quand même, comme toujours chez cet artisan de la chanson, du travail bien fait, très à la mode de son temps. De la confection, mais de la bonne, disait-on chez les tailleurs. C'est comme ça dans la chanson commerciale, quand on veut en faire un « succès » et tenir commerce. À l'origine, cette chanson racontait une gentille histoire de baladins, une histoire perdue au fond des âges, qui ne risquait pas de choquer les oreilles et déjà, qui pratiquait – comme presque toujours dans la chanson médiatisée... (continua)
Les assassins qui marchent dans nos rues
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 15/1/2015 - 21:21
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Gilbert Bécaud: Charlie, t'iras pas au paradis !

Gilbert Bécaud: Charlie, t'iras pas au paradis !
Charlie, t'iras pas au paradis !

Chanson française – Gilbert Bécaud – 1970
Paroles de Pierre Delanoé
Musique de Gilbert Bécaud

Oui, je sais, ce n'est pas vraiment une Chanson contre la Guerre, mais c'est une chanson extraordinaire en ce qu'elle annonçait à Charlie qu'il n'ira pas au Paradis… C'était vers 1970. Depuis la chose se vérifie… tous les fanatiques vous le diront : Charlie n'ira pas au Paradis ! Et Lucien l'âne mon ami, pour rendre la chose plus crédible, pour rendre le Charlie de Bécaud, plus Charlie-Hebdo, je me suis offert le plaisir d'ajouter un vers de temps en temps.

Ah oui, et quoi ?, demande Lucien l'âne en levant sa queue en point d'interrogation majuscule.

Simplement, deux tout petits vers dans la litanie… Car dans la chanson d'origine, il y a une litanie qui commence par : Je pense à Marie… Peut-être même, l'auteur , les auteurs ou un des deux auteurs, le chanteur,... (continua)
Charlie, oh Charlie, t´iras pas au paradis !
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 15/1/2015 - 15:40
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Il massacro dei trecentoventi (Le Fosse Ardeatine)

anonimo
Il massacro dei trecentoventi (Le Fosse Ardeatine)

Un prete nelle Fosse Ardeatine - don Pietro Pappagallo

"Pane e Cipolla e Santa Libertà", è probabile che un buongustaio come Aldo Fabrizi non avrebbe sottoscritto facilmente ai primi due termini del trinomio; il prete corpulento che l'attore romano interpretò in "Roma città aperta", invece, ne aveva fatto il motto di un'esistenza coraggiosamente libera e cristiana.
Il don Pietro "partigiano" di Roberto Rossellini - e dell'aiuto sceneggiatore Federico Fellini - era infatti il calco di un personaggio realmente esistito (pur se la fine del sacerdote cinematografico si ispira piuttosto a un altro prete romano, don Morosini, fucilato a Forte Boccea): don Pietro Pappagallo, l'unico sacerdote ucciso alle Fosse Ardeatine. E forse il solo, fra le 335 vittime dell'allucinante eccidio del 24 marzo 1944, a cui fu offerta la possibilità di salvarsi e la rifiutò.
Ora, a sessant'anni dall'episodio,... (continua)
gianfranco 15/1/2015 - 13:38
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Ur bez e Dulenn

Ur bez e Dulenn
UNE TOMBE À DUBLIN
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2015 - 23:32
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Son al louarn kounnaret

Son al louarn kounnaret
LA CHANSON DU RENARD ENRAGÉ
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2015 - 23:11
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Jeune homme à la médaille

Jeune homme à la médaille
Su “Les fusillés de Châteaubriant” si veda anche La rose et le réséda di Louis Aragon.
Bernart Bartleby 14/1/2015 - 15:53
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Le temps ne fait rien à l'affaire

Le temps ne fait rien à l'affaire
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
IL TEMPO NON C'ENTRA NIENTE
(continua)
13/1/2015 - 22:58
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Georges Brassens: Tempête dans un bénitier

Georges Brassens: Tempête dans un bénitier
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
TEMPESTA IN UN'ACQUASANTIERA
(continua)
13/1/2015 - 22:48
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La liberté brille dans la nuit

La liberté brille dans la nuit
LA LIBERTÀ BRILLA NELLA NOTTE
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 13/1/2015 - 22:32
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Dziwny jest ten świat

Dziwny jest ten świat
Nell'interpretazione di Farida Gangi

https://www.youtube.com/watch?v=VX8wmGW1l6M
Krzysiek Wrona 13/1/2015 - 21:36
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La ragazza e la miniera

La ragazza e la miniera
non credo che si riferisca alle miniere del Belgio, infatti l'interpretazione comune e' che questa canzone sia la "seconda parte" de L'abbigliamento di un fuochista, quando il fuochista, arrivato in America, si trova obbligato a fare il minatore.
Leonardo 13/1/2015 - 15:58
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Mourir pour des idées

Mourir pour des idées
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
MORIRE PER DELLE IDEE
(continua)
12/1/2015 - 22:29
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Pouvoir

Pouvoir
POTERE
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 12/1/2015 - 21:55
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Elio e le Storie Tese: Complesso del Primo Maggio

Elio e le Storie Tese: Complesso del Primo Maggio
ragazzi nella parte di Mengoni col megafono dice "Roma" e non "o ma" :)
(Gabbro)

Giusto!! Grazie.
12/1/2015 - 17:51
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Bliss

Bliss
Quando dice "they are watching you from above" a chi si riferisce? quel "they" intendo ovviamente
Alex 12/1/2015 - 16:28
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Gloria e il fante

Gloria e il fante
Chanson italienne – Gloria e il fante – Silvano Staffolani – s.d.

Texte Bruno Trillini – Musique Silvano Staffolani
Récit : "La ninna nanna de la guerra" - Trilussa – 1914
GLOIRE ET LE SOLDAT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/1/2015 - 22:54
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Pour me rendre à mon bureau

Pour me rendre à mon bureau
Pour me rendre à mon bureau

Chanson française – Pour me rendre à mon bureau – Jean Boyer – 1943
Version complète : Interprétation Georges Tabet – 1943




Notre ami Georges Brassens a certes produit une excellente version de cette chanson de Jean Boyer. Mais...

Cela ne se discute pas, dit Lucien l'âne en ouvrant des yeux plus grands que le ventre.

Mais cependant, Lucien l'âne mon ami, la version de Tonton Georges n'est pas complète. Il l'a raccourcie d'un couplet ; le dernier. Peut-être trouvait-il la fin de la chanson originale un peu, comment dire, triviale. D'un autre côté, il semblerait bien qu'elle – la version originale – ait été interprétée en 1943 par Georges Tabet. Ce sont là deux rectifications qu'il me faut apporter à ce qui en est dit dans les Chansons contre la Guerre. Je le fais d'autant plus volontiers que ce qui en était dit, était dit par moi.

C'est bien beau ton commentaire,... (continua)
Pour me rendre à mon bureau,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/1/2015 - 21:59
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Gloria e il fante

Gloria e il fante
Grazie di cuore per la correzione .. siete stati veramente gentili. bruno.trillini@alice.it
11/1/2015 - 19:18
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Comme dans un film

Comme dans un film
Invece il maresciallo dei Carabinieri Massimo Gatto, torinese, che tra il 2004 ed il 2011, quando comandava la stazione di Parabiago (MI), aveva stuprato diverse donne poste sotto la sua custodia o protezione (quindi, mentre era in servizio) è stato condannato in primo grado a 20 anni, in appello a 16 ma poi è stato nuovamente condannato per un altro stupro ad ulteriori 3 anni e mezzo di reclusione.

Complimenti!
Bernart Bartleby 10/1/2015 - 22:16




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