Nico e Bart
[2013]
Più vado avanti, e più sono convinto che il rap, in fondo, è una sorta di “ponte di memoria”. La voce delle periferie urbane, dei disagi giovanili, delle minoranze, degli immigrati, è una voce che molto spesso conosce il passato e la storia molto meglio di tanti paludati signori; per questo motivo, questo sito ha dato al rap sempre grosso spazio. Il rap, ad esempio, è quella cosa che, nel 2013, racconta a modo suo anche la storia di Sacco e Vanzetti, riconoscendovi, a ragione, storia attuale, storia di oggi, storia di tutti i giorni: emigrazione, ingiustizia, repressione. Sembra dirci che Sacco e Vanzetti li puoi trovare dappertutto, anche oggi. Ed anche quella che sembra una piccola imprecisione in questo testo (“provenienza meridione”, mentre Vanzetti era piemontese), in realtà non lo è: il rapper ha capito bene un concetto fondamentale, vale a dire che “nord” e “sud” non sono più coordinate geografiche, ma sociali. La storia di Nico e Bart è, più che mai, storia di oggi. Villafalletto e la Valsusa sono a due passi. [RV]
Più vado avanti, e più sono convinto che il rap, in fondo, è una sorta di “ponte di memoria”. La voce delle periferie urbane, dei disagi giovanili, delle minoranze, degli immigrati, è una voce che molto spesso conosce il passato e la storia molto meglio di tanti paludati signori; per questo motivo, questo sito ha dato al rap sempre grosso spazio. Il rap, ad esempio, è quella cosa che, nel 2013, racconta a modo suo anche la storia di Sacco e Vanzetti, riconoscendovi, a ragione, storia attuale, storia di oggi, storia di tutti i giorni: emigrazione, ingiustizia, repressione. Sembra dirci che Sacco e Vanzetti li puoi trovare dappertutto, anche oggi. Ed anche quella che sembra una piccola imprecisione in questo testo (“provenienza meridione”, mentre Vanzetti era piemontese), in realtà non lo è: il rapper ha capito bene un concetto fondamentale, vale a dire che “nord” e “sud” non sono più coordinate geografiche, ma sociali. La storia di Nico e Bart è, più che mai, storia di oggi. Villafalletto e la Valsusa sono a due passi. [RV]
Questa è la storia, e non c'è la ragione
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/8/2014 - 18:11
Percorsi:
Sacco e Vanzetti
Palestine
[2014]
Palestine at the of month Ramadhan
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 16:52
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Khader Adnan, Bobby Sands
[2014]
Album: Falasteen Habibti
“Khader Adnan, Bobby Sands” talks about the Israeli policy of indefinite detention without trial of Palestinians. A similar policy on the part of the British occupation authorities in Northern Ireland was a major element in what fueled the growth of the IRA in the early 1970's. Many Palestinian and Irish activists are acutely aware of these parallels, as was Khader Adnan, who refused food almost until death, when Israel agreed to release him. For 66 days he didn't eat – which is exactly how long Bobby Stands was on hunger strike, leading to his early death.
Album: Falasteen Habibti
“Khader Adnan, Bobby Sands” talks about the Israeli policy of indefinite detention without trial of Palestinians. A similar policy on the part of the British occupation authorities in Northern Ireland was a major element in what fueled the growth of the IRA in the early 1970's. Many Palestinian and Irish activists are acutely aware of these parallels, as was Khader Adnan, who refused food almost until death, when Israel agreed to release him. For 66 days he didn't eat – which is exactly how long Bobby Stands was on hunger strike, leading to his early death.
Khader Adnan grew up near Jenin City
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 15:20
Percorsi:
I conflitti Irlandesi, L'Olocausto Palestinese
Israeli Geography 101
[2014]
Album: Falasteen Habibti
“Israeli Geography 101,” refers to one of the many elephants in the living room when it comes to Israel/Palestine. Israeli leaders are constantly bemoaning the idea that Hamas refuses to acknowledge Israel's “right to exist.” But neither they nor the western media will explain that one of the reasons Hamas and others are reticent about this “acknowledgement” is that the government of Israel refuses to acknowledge where its own national borders begin and end.
Album: Falasteen Habibti
“Israeli Geography 101,” refers to one of the many elephants in the living room when it comes to Israel/Palestine. Israeli leaders are constantly bemoaning the idea that Hamas refuses to acknowledge Israel's “right to exist.” But neither they nor the western media will explain that one of the reasons Hamas and others are reticent about this “acknowledgement” is that the government of Israel refuses to acknowledge where its own national borders begin and end.
Netanyahu is in a tizzy, his eyes are filled with hate
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 14:28
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
I Just Want To Sing Your Name
24 agosto 2014
VOGLIO SOLO CANTARE IL VOSTRO NOME
(continua)
(continua)
24/8/2014 - 14:08
Gaza
[2014]
Album: Falasteen Habibti
“Gaza,” was written during the massive Israeli bombardment of July, 2014. But it's actually a song about how daily life was for Palestinians in Gaza in the decade or so preceding that.
Album: Falasteen Habibti
“Gaza,” was written during the massive Israeli bombardment of July, 2014. But it's actually a song about how daily life was for Palestinians in Gaza in the decade or so preceding that.
One point eight million people surrounded on all sides
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 14:00
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Come un cammello in una grondaia
il cammello in una grondai: inadatto. io la vedo così: la gobba forse rappresenta quella sporgenza verso l'alto che fa attrito con la vita "intubata" dell'uomo comuneche che invece scorre "liscia e piatta" come l'acqua.......la gobba infatti incastra perfettamente con le tegole e procedere è estremamente faticoso..quasi impossibile! grande Franco
24/8/2014 - 12:16
Lettera dalla Svizzera
Chanson italienne – Lettera dalla Svizzera – Giorgio Gaber – 1965
LETTRE DE SUISSE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/8/2014 - 18:33
I condannati a morte
Antiwar Songs Blog
22 agosto 1927 – 22 agosto 2014: il nostro particolare “Here’s to you” a Sacco e Vanzetti nell’anniversario della loro macellazione da parte del potere capitalista americano, con la traduzione italiana di Riccardo Venturi della canzone svedese De dödsdömda di Jan Hammarlund (tratta da una poesia di Karin Boye), dedicata ai due anarchici italiani […]
Antiwar Songs Staff 2014-08-23 18:12:00
What More Can I Give
Se apriste la mente corrispettivamente proporzionatamente e inversamente a come aprite la bocca sareste dei geni....solitamente non sono uno che disperde consigli ma credo che urga una dose di cultura e filosofia immediatamente!
La verità su chi è stato davvero Michael Jackson verrà fuori, ma è sempre troppo tardi, quando si perde qualcosa di valore ci se ne accorge sempre troppo tardi...
Rip razza umana
La verità su chi è stato davvero Michael Jackson verrà fuori, ma è sempre troppo tardi, quando si perde qualcosa di valore ci se ne accorge sempre troppo tardi...
Rip razza umana
L'ignoranza abbonda sulla bocca degli stolti 23/8/2014 - 13:34
22 agosto 1927 - 22 agosto 2014: il mio particolare "Here's to you" a Sacco e Vanzetti nell'anniversario della loro macellazione da parte del potere capitalista americano, con la traduzione italiana della canzone svedese De dödsdömda di Jan Hammarlund (tratta da una poesia di Karin Boye), dedicata ai due anarchici italiani e interpretata (e registrata) da Jan Hammarlund stesso.
Riccardo Venturi 23/8/2014 - 02:22
De dödsdömda
I condannati a morte
La traduzione italiana di Riccardo Venturi
cantata e registrata da Jan Hammarlund (2008)
Il 22 agosto 2014 si è svolto presso l'Istituto De Martino di Sesto Fiorentino, un importante evento durante il quale è stato proiettato il rarissimo e superstite filmato dei funerali di Sacco e Vanzetti (evento a cura dell'Ateneo Libertario di Firenze, del quale riparlerò nei prossimi giorni). In margine, mi è tornato in mente che, nel febbraio del 2008, mi è capitato di tradurre in italiano questa canzone di Jan Hammarlund tratta da una poesia di Karin Boye. La traduzione la facemmo in realtà assieme, dentro un bar latteria di Via degli Alfani a Firenze, provandola e riprovandola per una mattinata di fronte a degli esterrefatti avventori (il bar latteria si trovava tra l'altro a due passi dalla mia vecchia facoltà universitaria, dove durante dei lontani corsi di svedese avevo... (continua)
La traduzione italiana di Riccardo Venturi
cantata e registrata da Jan Hammarlund (2008)
Il 22 agosto 2014 si è svolto presso l'Istituto De Martino di Sesto Fiorentino, un importante evento durante il quale è stato proiettato il rarissimo e superstite filmato dei funerali di Sacco e Vanzetti (evento a cura dell'Ateneo Libertario di Firenze, del quale riparlerò nei prossimi giorni). In margine, mi è tornato in mente che, nel febbraio del 2008, mi è capitato di tradurre in italiano questa canzone di Jan Hammarlund tratta da una poesia di Karin Boye. La traduzione la facemmo in realtà assieme, dentro un bar latteria di Via degli Alfani a Firenze, provandola e riprovandola per una mattinata di fronte a degli esterrefatti avventori (il bar latteria si trovava tra l'altro a due passi dalla mia vecchia facoltà universitaria, dove durante dei lontani corsi di svedese avevo... (continua)
I CONDANNATI A MORTE
(continua)
(continua)
23/8/2014 - 01:45
O bittre Zeit
Chanson allemande – O bittre Zeit - Eva Lippold - 1936-37
Paroles et musique d'Eva Rutkowski (Lippold). Composée en prison.
Eva Rutkowski Lippold (1909-1994) était d'origines prolétariennes : 12 frères, mère blanchisseuse, père inconnu. Elle devînt sténographe, dactylographe et communiste. Son mari, Rudolf Lippold, l'abandonna vite et elle se lia à Hermann Danz, un militant actif du Secours Rouge du Parti. L'organisation fut démantelée par les nazis en 1934 ; son chef, Rudolf Claus, fut exécuté l'année suivante dans la prison berlinoise de Plötzensee ; Rudolf Danz et Eva Lippold furent condamnés à un certain nombre d'années de prison. Eva Lippold sortit de prison en 1943 pour être arrêtée à nouveau en 1944… De fait, elle passa tout le nazisme et la guerre enfermée dans une cellule, où elle écrivit beaucoup de poèmes et de chansons… Après la libération, Eva Rutkowski a été responsable du... (continua)
Paroles et musique d'Eva Rutkowski (Lippold). Composée en prison.
Eva Rutkowski Lippold (1909-1994) était d'origines prolétariennes : 12 frères, mère blanchisseuse, père inconnu. Elle devînt sténographe, dactylographe et communiste. Son mari, Rudolf Lippold, l'abandonna vite et elle se lia à Hermann Danz, un militant actif du Secours Rouge du Parti. L'organisation fut démantelée par les nazis en 1934 ; son chef, Rudolf Claus, fut exécuté l'année suivante dans la prison berlinoise de Plötzensee ; Rudolf Danz et Eva Lippold furent condamnés à un certain nombre d'années de prison. Eva Lippold sortit de prison en 1943 pour être arrêtée à nouveau en 1944… De fait, elle passa tout le nazisme et la guerre enfermée dans une cellule, où elle écrivit beaucoup de poèmes et de chansons… Après la libération, Eva Rutkowski a été responsable du... (continua)
Ô TEMPS SAUMÂTRE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/8/2014 - 21:59
L'amore al tempo della rivolta
[2014]
Testo e musica di Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Album: Tutto inizia sempre [2015]
La canzone farà parte del prossimo album (in preparazione) di Marco Rovelli, che non ha ancora un titolo definitivo. Così l'autore parla della canzone:
"Carlo Pisacane è stata la figura più vicina al Che Guevara che c'è stata nella storia italiana. E quel grande rivoluzionario risorgimentale e socialista visse una straordinaria storia d'amore con Enrichetta Di Lorenzo, che lo seguì in tutta Europa, e poi nelle Cinque Giornate di Milano, e poi nella Repubblica Romana (che fu la cosa più vicina della nostra storia alla Comune di Parigi). Si erano innamorati ancora bambini, a una festa a Piedigrotta, ma poi lei era stata data in sposa a un uomo che non amava, e nonostante i tre figli era profondamente infelice, e si ribellò, spezzando le proprie... (continua)
Testo e musica di Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Album: Tutto inizia sempre [2015]
La canzone farà parte del prossimo album (in preparazione) di Marco Rovelli, che non ha ancora un titolo definitivo. Così l'autore parla della canzone:
"Carlo Pisacane è stata la figura più vicina al Che Guevara che c'è stata nella storia italiana. E quel grande rivoluzionario risorgimentale e socialista visse una straordinaria storia d'amore con Enrichetta Di Lorenzo, che lo seguì in tutta Europa, e poi nelle Cinque Giornate di Milano, e poi nella Repubblica Romana (che fu la cosa più vicina della nostra storia alla Comune di Parigi). Si erano innamorati ancora bambini, a una festa a Piedigrotta, ma poi lei era stata data in sposa a un uomo che non amava, e nonostante i tre figli era profondamente infelice, e si ribellò, spezzando le proprie... (continua)
Saró detto pazzo, ambizioso e turbolento.
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/8/2014 - 19:19
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Wiegenlied
Chanson allemande – Wiegenlied - Eva Lippold – s.d.
Eva Rutkowski Lippold (1909-1994), poétesse et écrivaine, a été militante communiste, activiste du Secours Rouge allemand et membre de la résistance antinazie à Berlin. Elle fut arrêtée par la Gestapo en 1935 et de ce moment, elle fut détenue à la prison de Plötzensee, jusqu'à la fin de la guerre. Elle survécut, contrairement à la majorité des [opposants internes au régime, qui – au contraire de ce qu'on pense communément – ne furent pas peu nombreux.
Suite à la note de B.B., j'ai intercalé la strophe qui ne figure pas dans la version italienne.
Eva Rutkowski Lippold (1909-1994), poétesse et écrivaine, a été militante communiste, activiste du Secours Rouge allemand et membre de la résistance antinazie à Berlin. Elle fut arrêtée par la Gestapo en 1935 et de ce moment, elle fut détenue à la prison de Plötzensee, jusqu'à la fin de la guerre. Elle survécut, contrairement à la majorité des [opposants internes au régime, qui – au contraire de ce qu'on pense communément – ne furent pas peu nombreux.
Suite à la note de B.B., j'ai intercalé la strophe qui ne figure pas dans la version italienne.
BERCEUSE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/8/2014 - 16:56
Vinni cu vinni
anonimo
[dopo il 1861]
Canto popolare della Sicilia post-unitaria, dove il sogno della liberazione dalla dominazione borbonica si era già miseramente infranto.
Interpretata dalla Taberna Mylaensis, da Mimmo Mollica, da Mario Incudine e altri artisti. Anche i Cantunovu ne offrono una loro versione ma “edulcorata”, che la seconda ottava – quella più bella - è sostituita con una quartina in onore di Garibaldi…
Canto popolare della Sicilia post-unitaria, dove il sogno della liberazione dalla dominazione borbonica si era già miseramente infranto.
Interpretata dalla Taberna Mylaensis, da Mimmo Mollica, da Mario Incudine e altri artisti. Anche i Cantunovu ne offrono una loro versione ma “edulcorata”, che la seconda ottava – quella più bella - è sostituita con una quartina in onore di Garibaldi…
Vinni cu vinni e c’è lu triculuri,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 14:16
… E sugnu 'talianu
anonimo
La canzone potrebbe non essere completa. Ecco la strofa finale mancante, spesso individuata come ottava autonoma dal titolo “Carzara”. Si fa riferimento al regolamento carcerario emesso dal Regno d’Italia nel 1891, che vietando “canti, grida e parole non corrette” di fatto impediva ai detenuti di comunicare direttamente con i loro cari…
Carzara fabbricata a l’Ucciarduni,
ca cu la fici la seppi ben fari;
attornu attornu cc’è lu bastiuni,
cci su’ li finistreddi pr’affacciari.
Tempu di stati ni coci lu suli,
tempu di ‘nvernu nun si cci po’ stari.
Su’ carzaratu ‘nta stu cammaruni,
mè matri veni e ‘un ci pozzu parrari.
Carzara fabbricata a l’Ucciarduni,
ca cu la fici la seppi ben fari;
attornu attornu cc’è lu bastiuni,
cci su’ li finistreddi pr’affacciari.
Tempu di stati ni coci lu suli,
tempu di ‘nvernu nun si cci po’ stari.
Su’ carzaratu ‘nta stu cammaruni,
mè matri veni e ‘un ci pozzu parrari.
Bernart Bartleby 22/8/2014 - 14:03
Coci lu suli
[2012]
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “‘U portu ro munnu”.
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “‘U portu ro munnu”.
Coci lu suli riparu nun haiu,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 13:48
‘U portu ro munnu
[2012]
La canzone che dà il titolo all’album del 2012 dei Cantunovu di Siracusa.
La canzone che dà il titolo all’album del 2012 dei Cantunovu di Siracusa.
Arrivaru li navi di greci e romani,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 13:31
Dank dem lieben Cabaret
Chanson en langue allemande - Dank dem lieben Cabaret - Frieda Rosenthal – 1943 ou 1944
Texte tiré de l'ouvrage de Christian Hörburger intitulé “Nihilisten - Pazifisten - Nestbeschmutzer. Gesichtete Zeit im Spiegel des Kabaretts.”, Tübingen, 1993.
Un hymne à la vie, à l'art et à l'espoir écrit entre les murs du ghetto de Theresienstadt.
Frieda Rosenthal – juif polonaise mais berlinoise d'adoption – dans sa chanson remerciait Leo Strauss, talentueux librettiste et musicien qui fut parmi les piliers de la production artistique vitale dans le ghetto, car à travers le cabaret, elle et tant d'autres prisonniers pouvaient pour un instant oublier la faim et le dur travail quotidien et survivre grâce au souvenir des beaux temps anciens et à l'espoir, jamais abandonné malgré tout, que ce bonheur pourrait un jour revenir…
En octobre de 1944 Frieda Rosenthal, Leo Strauss et beaucoup d'autres furent chargés sur des convois et transférés à Auschwitz, où ils furent tués.
Texte tiré de l'ouvrage de Christian Hörburger intitulé “Nihilisten - Pazifisten - Nestbeschmutzer. Gesichtete Zeit im Spiegel des Kabaretts.”, Tübingen, 1993.
Un hymne à la vie, à l'art et à l'espoir écrit entre les murs du ghetto de Theresienstadt.
Frieda Rosenthal – juif polonaise mais berlinoise d'adoption – dans sa chanson remerciait Leo Strauss, talentueux librettiste et musicien qui fut parmi les piliers de la production artistique vitale dans le ghetto, car à travers le cabaret, elle et tant d'autres prisonniers pouvaient pour un instant oublier la faim et le dur travail quotidien et survivre grâce au souvenir des beaux temps anciens et à l'espoir, jamais abandonné malgré tout, que ce bonheur pourrait un jour revenir…
En octobre de 1944 Frieda Rosenthal, Leo Strauss et beaucoup d'autres furent chargés sur des convois et transférés à Auschwitz, où ils furent tués.
MERCI, AIMABLE CABARET
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/8/2014 - 12:59
Sugnu sicilianu
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
Se non ve lo ricordate, la Legge Mammì citata nella seconda strofa (Legge 6 agosto 1990 n. 223 - Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato) fu quella con cui il Pentapartito consegnò l’Italia alla Fininvest e a Berlusconi…
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
Se non ve lo ricordate, la Legge Mammì citata nella seconda strofa (Legge 6 agosto 1990 n. 223 - Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato) fu quella con cui il Pentapartito consegnò l’Italia alla Fininvest e a Berlusconi…
E u pilintuni cu’ la so’ scimenza
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 11:38
Padania
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
E su tutti vistuti cu li cammisi virdi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 11:14
Fermata Siracusa, molo 41 Bis
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
“Dumani è duminica tagghiamu a testa a Minica…” è l’incipit di una filastrocca infantile molto diffusa in Sicilia, e che abbiamo già trovata in apertura de Lu me sangu, la poesia di Mario Gori messa in musica dai Canterini di Ortigia.
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
“Dumani è duminica tagghiamu a testa a Minica…” è l’incipit di una filastrocca infantile molto diffusa in Sicilia, e che abbiamo già trovata in apertura de Lu me sangu, la poesia di Mario Gori messa in musica dai Canterini di Ortigia.
E propriu sta canzuna nun la vogghiu cantari
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 11:03
Percorsi:
Mafia e mafie
Fabrizio De André: Creuza de mä [Crêuza de mä]
NA STRADA MIEZZO ‘O MARE
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 09:38
Ninna nanna
[2007]
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“La ninna-nanna è una forma-canzone molto diffusa nella musica popolare. Qui Teresa ne costruisce una secondo un suo personalissimo stile. Un canto di protezione per tutti i bambini abbandonati nel mondo, ma anche una vera e propria canzone d’amore.” (dalle note di presentazione del disco)
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“La ninna-nanna è una forma-canzone molto diffusa nella musica popolare. Qui Teresa ne costruisce una secondo un suo personalissimo stile. Un canto di protezione per tutti i bambini abbandonati nel mondo, ma anche una vera e propria canzone d’amore.” (dalle note di presentazione del disco)
Viene ccà damme ‘a mano
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 09:00
A figlia d’o rre
[2007]
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“Farsi ‘figlia di re’, farsi più forti e spavaldi per battere chi potente e prepotente lo è davvero.
Anche in questa canzone Teresa si confronta con il potere e l’abuso del potere stesso: c’è voglia di ‘menare le mani’ e di non subire più passivamente nessun abuso, nessun condizionamento. Una figlia di re che ha perduto la sua corona di ferro, e conduce un esercito disarmato e danzante ( come quello raffigurato nel murale della copertina). Canzone dura e d’impatto, ecco tornare il fuoco, simbolo di lotta, di rinascita e trasfigurazione. Il fuoco che accende e l’acqua che spegne.” (dalle note di presentazione del disco)
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“Farsi ‘figlia di re’, farsi più forti e spavaldi per battere chi potente e prepotente lo è davvero.
Anche in questa canzone Teresa si confronta con il potere e l’abuso del potere stesso: c’è voglia di ‘menare le mani’ e di non subire più passivamente nessun abuso, nessun condizionamento. Una figlia di re che ha perduto la sua corona di ferro, e conduce un esercito disarmato e danzante ( come quello raffigurato nel murale della copertina). Canzone dura e d’impatto, ecco tornare il fuoco, simbolo di lotta, di rinascita e trasfigurazione. Il fuoco che accende e l’acqua che spegne.” (dalle note di presentazione del disco)
Io songo ‘a figlia d’o rre
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 08:52
Si tu t'imagines
Si tu t'imagines...
Chanson française – Si tu t'imagines... – Juliette Gréco – 1949
Texte : Raymond Queneau – Musique : Joseph Kosma
Alors, Lucien l'âne mon ami, nous y voilà...
Nous y voilà... Où ?, demande l'âne Lucien quelque peu raidi de stupéfaction.
Oh, Lucien l'âne mon ami, je disais ça au sens figuré. J'avais promis de présenter la « première chanson de Juliette Gréco », celle qui s'intitule « Si tu t'imagines... » et qui lui fut proposée par Jean-Paul Sartre et qui avait été écrite par Raymond Queneau sous un premier titre « C'est bien connu » (un titre qui sentait son Sally Mara à plein nez) dans « L'instant fatal ». À ce propos, j'imagine – c'est le cas de le dire – que tout cela qui est bien lointain peut paraître vain et insignifiant. Et somme toute, ce l'est comme toute l’histoire humaine. Cependant, si l'on veut considérer...
Certes, si l'on veut bien considérer quoi ?,... (continua)
Chanson française – Si tu t'imagines... – Juliette Gréco – 1949
Texte : Raymond Queneau – Musique : Joseph Kosma
Alors, Lucien l'âne mon ami, nous y voilà...
Nous y voilà... Où ?, demande l'âne Lucien quelque peu raidi de stupéfaction.
Oh, Lucien l'âne mon ami, je disais ça au sens figuré. J'avais promis de présenter la « première chanson de Juliette Gréco », celle qui s'intitule « Si tu t'imagines... » et qui lui fut proposée par Jean-Paul Sartre et qui avait été écrite par Raymond Queneau sous un premier titre « C'est bien connu » (un titre qui sentait son Sally Mara à plein nez) dans « L'instant fatal ». À ce propos, j'imagine – c'est le cas de le dire – que tout cela qui est bien lointain peut paraître vain et insignifiant. Et somme toute, ce l'est comme toute l’histoire humaine. Cependant, si l'on veut considérer...
Certes, si l'on veut bien considérer quoi ?,... (continua)
Si tu t'imagines
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/8/2014 - 23:19
Children of the Cross
This song talk about paedophilia and child abuse by priests of the catholic church.
tell me little girl, what they've done to you
(continua)
(continua)
inviata da FLOR CASTAÑEDA 21/8/2014 - 22:26
Percorsi:
Antiwar Anticlericale, Violenza sull'infanzia
Gira e fai la rota
anonimo
[1910?]
Nel repertorio di Claudio Villa (un singolo del 1974, poi nell’album “Canti della malavita romana” del 1978), di Alvaro Amici e di chissà quanti altri stornellatori romani.
Una strofa è dedicata a Domenico Marcellini, detto er Macellaretto, un macellaio per davvero che però divenne ben presto un poliziotto temuto e rispettato dalla malavita romana. Non morì in servizio, come lascia ad intendere la canzone, ma nel suo letto, nel 1910.
A piazza Ponte Sant’Angelo, tra i rioni Ponte e Borgo, c’era la forca per impiccare i condannati a morte, che venivano fino lì trasportati lungo via di Panico (!) su di un carretto accompagnato da un lugubre corteo guidato da un personaggio incappucciato e di nero vestito che portava un crocifisso in spalla...
La strofa “Trastevere svagò, fece la spia” potrebbe, forse, fare riferimento a Romeo Ottaviani, detto er Tinèa (1877-1910), un celebre bullo... (continua)
Nel repertorio di Claudio Villa (un singolo del 1974, poi nell’album “Canti della malavita romana” del 1978), di Alvaro Amici e di chissà quanti altri stornellatori romani.
Una strofa è dedicata a Domenico Marcellini, detto er Macellaretto, un macellaio per davvero che però divenne ben presto un poliziotto temuto e rispettato dalla malavita romana. Non morì in servizio, come lascia ad intendere la canzone, ma nel suo letto, nel 1910.
A piazza Ponte Sant’Angelo, tra i rioni Ponte e Borgo, c’era la forca per impiccare i condannati a morte, che venivano fino lì trasportati lungo via di Panico (!) su di un carretto accompagnato da un lugubre corteo guidato da un personaggio incappucciato e di nero vestito che portava un crocifisso in spalla...
La strofa “Trastevere svagò, fece la spia” potrebbe, forse, fare riferimento a Romeo Ottaviani, detto er Tinèa (1877-1910), un celebre bullo... (continua)
Amore, amore, manname 'na pagnotta
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 21:55
The Day The Nazi Died
v. 4 - "Come out of the woodwork" è un'espressione che indica l'emergere dal nulla di qualcosa in grande quantità. In italiano potrebbe equivalere a "spuntare come funghi", ma ho preferito tradurre più letteralmente.
v. 6 - "Hess": Rudolph Hess, praticamente il vice di Hitler. Dal momento che scontò un ergastolo nel carcere di Spandau, ritengo sia anche il "prisoner of Spandau" del v. 5. Hess, semplicemente un maiale nazista nonostante tanti lo considerino un "moderato" del Reich, ha dato una brillante svolta alla sua vita impiccandosi il 17 agosto 1987.
v. 11 - "board rooms": letteralmente "stanze in cui si incontrano i membri di organizzazioni e corporazioni". Posti di controllo in cui si materializza il potere, insomma.
v. 6 - "Hess": Rudolph Hess, praticamente il vice di Hitler. Dal momento che scontò un ergastolo nel carcere di Spandau, ritengo sia anche il "prisoner of Spandau" del v. 5. Hess, semplicemente un maiale nazista nonostante tanti lo considerino un "moderato" del Reich, ha dato una brillante svolta alla sua vita impiccandosi il 17 agosto 1987.
v. 11 - "board rooms": letteralmente "stanze in cui si incontrano i membri di organizzazioni e corporazioni". Posti di controllo in cui si materializza il potere, insomma.
IL GIORNO IN CUI MORÌ IL NAZISTA
(continua)
(continua)
inviata da z0rba 21/8/2014 - 12:38
La manifestazione in cui morì Zibecchi
LA MANIFESTATION OU MOURUT ZIBECCHI
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 11:34
Il dodici dicembre a mattina
Canzone composta dall'esecutore (Dante Bartolini) in occasione dei primi settecento licenziamenti alle Acciaierie Terni nel 1952. Nel testo sono presenti alcuni riferimenti all'uccisione dell'operaio ternano Luigi Trastulli, avvenuta durante una manifestazione nel 1949, e sono ricordati i nomi della mondina Maria Margotti e di Giuditta Lovato, uccise dalla celere durante manifestazioni di piazza nel 1949.
(dalla scheda del canto sul sito del Circolo Gianni Bosio)
(dalla scheda del canto sul sito del Circolo Gianni Bosio)
Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:55
Il Passatore
[secondo dopoguerra]
Scritta da Aurelio Casadei, detto Secondo (1906-1971), fondatore della famosa orchestra che fu poi del nipote Raoul, sulla base di una diffusa canzone popolare sulle gesta del bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851).
Come gran parte dei briganti e dei banditi che abbondano su queste pagine (maledetti anarchici che non siete altro!), anche il Passatore non fu per nulla “cortese” come vuole la tradizione, ma un audace e feroce rapinatore, tagliagole e stupratore che in pochi anni di attività ne combinò di tutti i colori, compreso il “sacco di Forlimpopoli” del 25 gennaio1851– una delle sue ultime imprese - di cui si racconta nella canzone: mentre tutti i ricchi e borghesi erano convenuti al teatro locale per una rappresentazione, il Passatore e i suoi s’intrufolarono nell’edificio, irruppero sul palco e, ad armi spianate, fecero l’appello convocando... (continua)
Scritta da Aurelio Casadei, detto Secondo (1906-1971), fondatore della famosa orchestra che fu poi del nipote Raoul, sulla base di una diffusa canzone popolare sulle gesta del bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851).
Come gran parte dei briganti e dei banditi che abbondano su queste pagine (maledetti anarchici che non siete altro!), anche il Passatore non fu per nulla “cortese” come vuole la tradizione, ma un audace e feroce rapinatore, tagliagole e stupratore che in pochi anni di attività ne combinò di tutti i colori, compreso il “sacco di Forlimpopoli” del 25 gennaio1851– una delle sue ultime imprese - di cui si racconta nella canzone: mentre tutti i ricchi e borghesi erano convenuti al teatro locale per una rappresentazione, il Passatore e i suoi s’intrufolarono nell’edificio, irruppero sul palco e, ad armi spianate, fecero l’appello convocando... (continua)
Questa è la triste storia di Stefano Pelloni
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:10
×