Love Has Found a Way
Album: "Twelve Dreams of Dr. Sardonicus" (1970)
A determinedly optimistic message celebrating the power of love in a world filled by war and other forms of violence. The choice between the gun and the sun is a simple but effective contrast.
altrockchick
A determinedly optimistic message celebrating the power of love in a world filled by war and other forms of violence. The choice between the gun and the sun is a simple but effective contrast.
altrockchick
Waves are crashing on the sea
(continua)
(continua)
25/5/2014 - 23:17
Varsavia
E' morto oggi alla bella età di 90 anni Wojciech Jaruzelski. I giornali ora scrivono che fu quello che "aprì la strada alla democrazia", mi pare una grande castroneria. D'altra parte perfino Pinochet permise di indire un referendum sul suo regime, e questi gesti tardivi non bastano certo a riabilitare questa razza di militari sanguinari. Altra tesi molto in voga è che il suo colpo di stato servì comunque a risparmiare alla Polonia un'invasione sovietica stile Cecoslovacchia o Ungheria. Non so, certo è che con i se non si fa la storia, ma mi pare una difesa un poco debole. Krzys, che ne pensi?
Lorenzo 25/5/2014 - 21:58
Michè
Ed eccone un altro:
Mirto Crosia (Cosenza) - Un giovane di 29 anni, Vincenzo Sapia, è morto a mezzogiorno dopo una colluttazione con due carabinieri intervenuti per calmarlo dopo che aveva dato in escandescenze. La Repubblica del 24 maggio 2014
Anche questo l'hanno "calmato" per sempre...
La versione ufficiale, per il momento, è che si sia trattato di un infarto... La vittima in passato aveva sofferto di problemi psichici... La trama è quella di un film dell'orrore già visto decine di volte...
Mirto Crosia (Cosenza) - Un giovane di 29 anni, Vincenzo Sapia, è morto a mezzogiorno dopo una colluttazione con due carabinieri intervenuti per calmarlo dopo che aveva dato in escandescenze. La Repubblica del 24 maggio 2014
Anche questo l'hanno "calmato" per sempre...
La versione ufficiale, per il momento, è che si sia trattato di un infarto... La vittima in passato aveva sofferto di problemi psichici... La trama è quella di un film dell'orrore già visto decine di volte...
Bernart Bartleby 25/5/2014 - 20:47
The Kill
dalla raccolta di B-side "No, Virginia..." del 2008
Dal "cabaret punk brechtiano" della cantante Amanda Palmer, una canzone ironica ma apertamente politica e ricca di citazioni (Sex Pistols, Clash...), dedicata evidentemente agli Stati Uniti, all'"american way of life" e all'impero militare da George Washington a Bush...
Pat Sajak è il conduttore del programma telesivivo "Wheel of Fortune" quindi "Put Pat Sajak back in office..." vuole essere una critica alle sovrapposizioni tra spettacolo e politica (e pensare che da noi il Berlusca voleva fare Mike Bongiorno senatore a vita...).
Dal "cabaret punk brechtiano" della cantante Amanda Palmer, una canzone ironica ma apertamente politica e ricca di citazioni (Sex Pistols, Clash...), dedicata evidentemente agli Stati Uniti, all'"american way of life" e all'impero militare da George Washington a Bush...
Pat Sajak è il conduttore del programma telesivivo "Wheel of Fortune" quindi "Put Pat Sajak back in office..." vuole essere una critica alle sovrapposizioni tra spettacolo e politica (e pensare che da noi il Berlusca voleva fare Mike Bongiorno senatore a vita...).
I am anarchist
(continua)
(continua)
24/5/2014 - 22:49
Bruciato in piazza dalla Santa Inquisizione
Antiwar Songs Blog
“La farina dal Diàul” (La farina del Diavolo), è una canzone del gruppo friulano Braùl che narra la storia purtroppo realmente accaduta di Domenico Scandella, detto “Menocchio” (in friulano “Menòcjo”), mugnaio di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone, che visse nel XVI° secolo. Sosteneva straordinarie tesi sia sull’origine dell’Universo che sulla presenza e il ruolo […]
Antiwar Songs Staff 2014-05-24 19:47:00
Soldier's Things
Dal 1983 questo straordinario artista non ha mai fallito.
E questo è davvero un semplice raccontino devastante: tutta la paura, il sangue, e le esperienze di battaglia di un uomo finite in una scatola del monte dei pegni a un dollaro al pezzo. E nel canto della voce di Tom Waits, ogni oggetto elencato sembra ingrossare sempre più il dolore e rivelare l'inutilità di una qualsiasi guerra, in un qualsiasi luogo, per una qualsiasi causa. Dentro quella scatola c'è il valore di chi è morto in combattimento e il ringraziamento della propria patria.
E questo è davvero un semplice raccontino devastante: tutta la paura, il sangue, e le esperienze di battaglia di un uomo finite in una scatola del monte dei pegni a un dollaro al pezzo. E nel canto della voce di Tom Waits, ogni oggetto elencato sembra ingrossare sempre più il dolore e rivelare l'inutilità di una qualsiasi guerra, in un qualsiasi luogo, per una qualsiasi causa. Dentro quella scatola c'è il valore di chi è morto in combattimento e il ringraziamento della propria patria.
LE COSE DI UN SOLDATO
(continua)
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 24/5/2014 - 08:44
Due pezzi che ci riportano ai secoli bui dell'Inquisizione: la storia di Menocchio, mugnaio friulano condannato al rogo come eretico nel XVI secolo, musicata dai Braul, e un'incredibile canzone dei Quilapayún dedicata al processo contro Galileo.
Grazie a Flavio Poltronieri per questi bellissimi contributi.
Grazie a Flavio Poltronieri per questi bellissimi contributi.
Lorenzo Masetti 24/5/2014 - 00:49
Patriot Game
Avete ascoltato la versione di Tony Coe, contenuta in "Les Voix d'Itxassou"? Se non lo conoscete, procuratevi questo meraviglioso disco militante, credo che ben difficilmente avrete sentito i canti rivoluzionari del mondo suonati così, ve lo garantisco!
Flavio Poltronieri 23/5/2014 - 19:55
It's A Long Way Down To The Soupline
Presente nella 30ma edizione del “Little Red Song Book” dell’IWW di Chicago (1968).
Sulla melodia della celebre “marching song” “It's a long, long way to Tipperary” (1914).
Non credo che questa canzone sia degli anni 60, quelli del “Boom”, ma che piuttosto risalga a quelli intorno alla grande crisi del 1929, considerata l’immagine dei lavoratori disoccupati in coda per una scodella di zuppa… Comunque è una bella canzone, divertente e parecchio utopistica (e “luddista”), in cui si immagina un mondo al rovescio dove i lavoratori hanno ottenuto la giornata di quattro ore e la proprietà delle aziende, e dove sono i vecchi padroni a fare la coda alla Caritas…
Sulla melodia della celebre “marching song” “It's a long, long way to Tipperary” (1914).
Non credo che questa canzone sia degli anni 60, quelli del “Boom”, ma che piuttosto risalga a quelli intorno alla grande crisi del 1929, considerata l’immagine dei lavoratori disoccupati in coda per una scodella di zuppa… Comunque è una bella canzone, divertente e parecchio utopistica (e “luddista”), in cui si immagina un mondo al rovescio dove i lavoratori hanno ottenuto la giornata di quattro ore e la proprietà delle aziende, e dove sono i vecchi padroni a fare la coda alla Caritas…
Bill Brown was just a working man like others of his kind.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/5/2014 - 14:32
We Have Fed You All for a Thousand Years
anonimo
[1918 o 1919]
Canzone di autore anonimo (forse William Dudley Haywood, detto "Big Bill", 1869-1928, dirigente dell’IWW a Chicago), presente nalla 15ma edizione del “Little Red Song Book” dell’IWW (Industrial Workers of The World).
Musica di Rudolf Von Liebich (suppongo un immigrato tedesco a Chicago)
E’ anche il brano che dà il titolo ad un disco di Utah Phillips del 1983.
Big Bill Haywood, che è probabilmente l’autore del testo di questa canzone, è stato un’importante figura del sindacalismo statunitense. Con Arturo Giovannitti e Carlo Tresca fu uno dei protagonisti dello storico sciopero dei tessili a Lawrence, “The Bread and Roses Strike”.
L’ingresso degli USA nella Grande Guerra offrì il pretesto alle autorità per reprimere con ferocia l’IWW, che si era schierato sul fronte anti-interventista: secondo la legge federale del 1917, chiamata “Espionage Act”, 165 membri dell'IWW furono... (continua)
Canzone di autore anonimo (forse William Dudley Haywood, detto "Big Bill", 1869-1928, dirigente dell’IWW a Chicago), presente nalla 15ma edizione del “Little Red Song Book” dell’IWW (Industrial Workers of The World).
Musica di Rudolf Von Liebich (suppongo un immigrato tedesco a Chicago)
E’ anche il brano che dà il titolo ad un disco di Utah Phillips del 1983.
Big Bill Haywood, che è probabilmente l’autore del testo di questa canzone, è stato un’importante figura del sindacalismo statunitense. Con Arturo Giovannitti e Carlo Tresca fu uno dei protagonisti dello storico sciopero dei tessili a Lawrence, “The Bread and Roses Strike”.
L’ingresso degli USA nella Grande Guerra offrì il pretesto alle autorità per reprimere con ferocia l’IWW, che si era schierato sul fronte anti-interventista: secondo la legge federale del 1917, chiamata “Espionage Act”, 165 membri dell'IWW furono... (continua)
The working class will never be free until it can blow the whistle for the parasites to go to work. The IWW, through organization, can make this possible.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/5/2014 - 13:22
Scissor Bill
[1913]
Versi di Joseph Hillström, nato Joel Emmanuel Hägglund, meglio conosciuto come Joe Hill.
Sulla melodia della popolare “Steamboat Bill” (di Arthur Collins, 1911)
Canzone presente sul “Little Red Song Book”.
Interpretata anche da Joe Glazer e Mats Paulson.
Scissor Bill è il prototipo del lavoratore sfruttato, malpagato, frustrato che invece di provare a capire e di trovare la soluzione nella lotta e nell’organizzazione si rifugia, quando va bene, nel qualunquismo e sennò nel nazionalismo (“L’italia agli italiani!”) nel razzismo (“Sono i negri che ci portano le malattie!”) e nell’odio verso i “diversi”, dagli stranieri (“Sono i rumeni che ci rubano il lavoro!”) agli omosessuali (“Brutto frocio, stammi a due metri dal culo!”)…
Insomma, la manovalanza di ogni fascismo… E infatti questa canzone del grande Joe Hill – “Murdered by the Authorities of the State of Utah, Novembre 19, 1915” – mi ha fatto subito tornare in mente l’altrettanto illuminante Das Lied vom SA-Mann di Bertolt Brecht e Hanns Eisler.
Versi di Joseph Hillström, nato Joel Emmanuel Hägglund, meglio conosciuto come Joe Hill.
Sulla melodia della popolare “Steamboat Bill” (di Arthur Collins, 1911)
Canzone presente sul “Little Red Song Book”.
Interpretata anche da Joe Glazer e Mats Paulson.
Scissor Bill è il prototipo del lavoratore sfruttato, malpagato, frustrato che invece di provare a capire e di trovare la soluzione nella lotta e nell’organizzazione si rifugia, quando va bene, nel qualunquismo e sennò nel nazionalismo (“L’italia agli italiani!”) nel razzismo (“Sono i negri che ci portano le malattie!”) e nell’odio verso i “diversi”, dagli stranieri (“Sono i rumeni che ci rubano il lavoro!”) agli omosessuali (“Brutto frocio, stammi a due metri dal culo!”)…
Insomma, la manovalanza di ogni fascismo… E infatti questa canzone del grande Joe Hill – “Murdered by the Authorities of the State of Utah, Novembre 19, 1915” – mi ha fatto subito tornare in mente l’altrettanto illuminante Das Lied vom SA-Mann di Bertolt Brecht e Hanns Eisler.
You may ramble 'round the country anywhere you will,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/5/2014 - 12:07
Le grand bond au plafond
Canzone francese – IL GRANDE SALTO AL SOFFITTO – Marco Valdo M.I.
IL LIBRO BIANCO 1
Opera-raconto contemporanea in episodi multipli, tratta del romanzo di Pavel KOHOUT “WEISSBUCH„ (Il Libro bianco) pubblicato in lingua tedesca – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – nel 1970 e particolarmente dall'edizione francese « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduzione di Dagmar e Georges Daillant, pubblicata da Juillard a Parigi nel 1972.
Eccomi, Lucien l'asino amico mio, e per contraccolpo anche tu finalmente all'alba di una nuova avventura, di una nuova serie di canzoni scritte specialmente per le Canzoni Contro la Guerra. Non so del resto se quest'attenzione piacerà loro…
E come al solito, dice l'asino Lucien sorridendo, aspetteremo i musicisti… Peraltro, mi chiedo dove si siano nascosti. Forse si sono smarriti nello spazio… Tutto è possibile, se è vero che un uomo può camminare sul... (continua)
IL LIBRO BIANCO 1
Opera-raconto contemporanea in episodi multipli, tratta del romanzo di Pavel KOHOUT “WEISSBUCH„ (Il Libro bianco) pubblicato in lingua tedesca – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – nel 1970 e particolarmente dall'edizione francese « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduzione di Dagmar e Georges Daillant, pubblicata da Juillard a Parigi nel 1972.
Eccomi, Lucien l'asino amico mio, e per contraccolpo anche tu finalmente all'alba di una nuova avventura, di una nuova serie di canzoni scritte specialmente per le Canzoni Contro la Guerra. Non so del resto se quest'attenzione piacerà loro…
E come al solito, dice l'asino Lucien sorridendo, aspetteremo i musicisti… Peraltro, mi chiedo dove si siano nascosti. Forse si sono smarriti nello spazio… Tutto è possibile, se è vero che un uomo può camminare sul... (continua)
IL GRANDE SALTO AL SOFFITTO
(continua)
(continua)
22/5/2014 - 23:00
La Déposition
La Déposition
Canzone française – La Déposition – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 2
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Lucien l'âne mon ami, j'espère que tu avais suivi et fait attention à la première chanson de ce nouveau cycle du « Livre Blanc » qui s'intitulait « Le Grand Bond au Plafond » où le protagoniste un dénommé Adam se tenait debout au plafond de sa chambre... et amorçait ainsi une révolution, dont le cycle à venir rapportera l'histoire. Il était d’ailleurs tout-à-fait conscient de ce qu'il faisait, cet Adam Juracek, en qui on peut sans doute voir l'incarnation du petit... (continua)
Canzone française – La Déposition – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 2
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Lucien l'âne mon ami, j'espère que tu avais suivi et fait attention à la première chanson de ce nouveau cycle du « Livre Blanc » qui s'intitulait « Le Grand Bond au Plafond » où le protagoniste un dénommé Adam se tenait debout au plafond de sa chambre... et amorçait ainsi une révolution, dont le cycle à venir rapportera l'histoire. Il était d’ailleurs tout-à-fait conscient de ce qu'il faisait, cet Adam Juracek, en qui on peut sans doute voir l'incarnation du petit... (continua)
Monsieur le commissaire, je …
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/5/2014 - 22:46
Bread and Roses
[Intorno al 1912]
Versi di Arturo Giovannitti, (1884-1959), molisano emigrato negli USA, dove divenne sindacalista socialista, dirigente dell’IWW (Industrial Workers of the World) e poeta e dove fu amico di Carlo Tresca, di Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti.
Musica attribuita a Giuseppe Adami (1878-1946), che però fu scrittore, commediografo e librettista, non musicista.
Su Political Folk Music, il sito dove ho reperito il testo, si afferma che la poesia sarebbe stata tradotta in inglese da tal Samuel H. Friedman: credo non sia corretto, perchè Arturo Giovannitti era perfettamente bilingue, con ottima padronanza sia della lingua d’origine che di quella acquisita. Inoltre, la poesia in questione deve essere stata composta nell’immediatezza dei fatti di Lawrence del 1912 (“The Bread and Roses Strike”), quando Giovannitti era già un apprezzato dirigente dell’IWW e quindi si rivolgeva... (continua)
Versi di Arturo Giovannitti, (1884-1959), molisano emigrato negli USA, dove divenne sindacalista socialista, dirigente dell’IWW (Industrial Workers of the World) e poeta e dove fu amico di Carlo Tresca, di Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti.
Musica attribuita a Giuseppe Adami (1878-1946), che però fu scrittore, commediografo e librettista, non musicista.
Su Political Folk Music, il sito dove ho reperito il testo, si afferma che la poesia sarebbe stata tradotta in inglese da tal Samuel H. Friedman: credo non sia corretto, perchè Arturo Giovannitti era perfettamente bilingue, con ottima padronanza sia della lingua d’origine che di quella acquisita. Inoltre, la poesia in questione deve essere stata composta nell’immediatezza dei fatti di Lawrence del 1912 (“The Bread and Roses Strike”), quando Giovannitti era già un apprezzato dirigente dell’IWW e quindi si rivolgeva... (continua)
Shout the message to the breezes,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2014 - 21:29
No TAV
L'Etat italien mobilise l'antiterrorisme contre des opposants à la ligne grande vitesse Lyon-Turin
Pour en savoir plus : le collectif international Pro No TAV
Pour en savoir plus : le collectif international Pro No TAV
Marco Valdo M.I. 22/5/2014 - 17:00
Pitzinnos in sa gherra
Questa canzone è stampata nella mia memoria da tre anni e il mitico Andrea Parodi è più in alto di molti altri cantanti come Domenico Modugno, Max Pezzali e Piero Pelù ma pochi lo ricordano per quello che è;
FORZA ANDREA SOPRAVVIVI NEI RICORDI DI TUTTI E PORTACI CONSIGLIO!
FORZA ANDREA SOPRAVVIVI NEI RICORDI DI TUTTI E PORTACI CONSIGLIO!
22/5/2014 - 16:34
Nenia sannita
Versi di Arturo Giovannitti (1884-1959), molisano emigrato negli USA, dove divenne sindacalista socialista, dirigente dell’IWW (Industrial Workers of the World) e poeta e dove fu amico di Carlo Tresca, di Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti.
Nella raccolta di poesie intitolata “Parole e sangue” pubblicata nel 1938.
Nel 1974 la “Nenia sannita” fu divulgata in allegato ad un numero della rivista “La Parola del Popolo”.
Testo trovata sul sito della Fondazione Arturo Giovannitti.
Propongo questa splendida, dolorosa e feroce nenia anche se forse non è mai stata messa in musica, dando per scontato che qualsiasi ninna nanna ha per definizione una sua intrinseca musicalità: “Ninna nanna, fanciullo mio bello, per ogni tozzo di pane che m’han dato rendi una botta di coltello… Ninna nanna, cuor mio desolato, muori in galera, muori dannato, scosta via l’ostia e roncola il re.”
Nella raccolta di poesie intitolata “Parole e sangue” pubblicata nel 1938.
Nel 1974 la “Nenia sannita” fu divulgata in allegato ad un numero della rivista “La Parola del Popolo”.
Testo trovata sul sito della Fondazione Arturo Giovannitti.
Propongo questa splendida, dolorosa e feroce nenia anche se forse non è mai stata messa in musica, dando per scontato che qualsiasi ninna nanna ha per definizione una sua intrinseca musicalità: “Ninna nanna, fanciullo mio bello, per ogni tozzo di pane che m’han dato rendi una botta di coltello… Ninna nanna, cuor mio desolato, muori in galera, muori dannato, scosta via l’ostia e roncola il re.”
Ninna nanna, figlio di mamma,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2014 - 16:00
That Sabo-Tabby Kitten
[1910s o 20s]
Parole di Ralph Chaplin (1887-1961), scrittore, giornalista e “Wobblie”, autore del disegno del “sab cat” o “sabo-tabby”, il gatto nero incazzato simbolo dell’IWW (Industrial Workers of the World) e poi dell’anarco-sindacalismo.
Sulla melodia della popolare americana “Dixie” (o "I Wish I Was in Dixie" o "Dixie's Land").
Nell’ottava edizione del Little Red Songbook.
“If you are down and the boss is gloating, trust in me instead of voting: MEOW! Sabotage!”
“Se siete giù e il padrone invece gongola, fidatevi di me invece di andare a votare: MEOW! Sabotaggio!”
Canzone che, se mi è consentito, dedicherei alla memoria di Redelnoir, il gattone nero padrone di Riccardo, che è scomparso solo l’anno scorso – se non sbaglio – ennesima vittima della nostra mortale e mortifera civiltà dell’auto.
Parole di Ralph Chaplin (1887-1961), scrittore, giornalista e “Wobblie”, autore del disegno del “sab cat” o “sabo-tabby”, il gatto nero incazzato simbolo dell’IWW (Industrial Workers of the World) e poi dell’anarco-sindacalismo.
Sulla melodia della popolare americana “Dixie” (o "I Wish I Was in Dixie" o "Dixie's Land").
Nell’ottava edizione del Little Red Songbook.
“If you are down and the boss is gloating, trust in me instead of voting: MEOW! Sabotage!”
“Se siete giù e il padrone invece gongola, fidatevi di me invece di andare a votare: MEOW! Sabotaggio!”
Canzone che, se mi è consentito, dedicherei alla memoria di Redelnoir, il gattone nero padrone di Riccardo, che è scomparso solo l’anno scorso – se non sbaglio – ennesima vittima della nostra mortale e mortifera civiltà dell’auto.
You rotten rats, go hide your face;
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2014 - 12:09
Langemarck
[2003]
Parole e musica di George Papavgeris.
Nel suo disco intitolato “Ordinary Heroes”, pubblicato nel 2004.
Langemarck è un nome che forse non dice molto. Quello di Ypres invece è più evocativo.
In quella zona delle Fiandre occidentali si tennero alcune delle battaglie più devastanti della Grande Guerra. Durante la prima battaglia di Ypres (ottobre-novembre 1914) morirono più di 10.000 giovani riservisti tedeschi, alcuni appena quindicenni, mandati al macello da ufficiali senza esperienza. Invece nella seconda battaglia di Ypres (aprile 1915) i tedeschi fecero per la prima volta uso dei gas.
Nel cimitero di guerra tedesco di Langemarck riposano 44.000 soldati.
Parole e musica di George Papavgeris.
Nel suo disco intitolato “Ordinary Heroes”, pubblicato nel 2004.
Langemarck è un nome che forse non dice molto. Quello di Ypres invece è più evocativo.
In quella zona delle Fiandre occidentali si tennero alcune delle battaglie più devastanti della Grande Guerra. Durante la prima battaglia di Ypres (ottobre-novembre 1914) morirono più di 10.000 giovani riservisti tedeschi, alcuni appena quindicenni, mandati al macello da ufficiali senza esperienza. Invece nella seconda battaglia di Ypres (aprile 1915) i tedeschi fecero per la prima volta uso dei gas.
Nel cimitero di guerra tedesco di Langemarck riposano 44.000 soldati.
The guard never changes in Langemarck
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2014 - 10:39
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
The Flowers and the Guns
[2002]
Parole e musica di George Papavgeris.
Nel suo disco intitolato “Silent Majority”.
Parole e musica di George Papavgeris.
Nel suo disco intitolato “Silent Majority”.
Where are the flowers that we put into the muzzles of the guns?
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2014 - 09:36
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
It Takes a Soldier
[2003]
Parole e musica di George Papavgeris.
Nel suo disco intitolato “Silent Majority”.
(George Papavgeris)
Parole e musica di George Papavgeris.
Nel suo disco intitolato “Silent Majority”.
About the vicious circle of how our greed drives us to conflict. Inspired by seeing a shop steward on TV enthusing about the jobs to be created by the recently gained contract to build two aircraft carriers, conveniently forgetting that they would be building instruments of war that will inevitably lead to loss of life.
A proposito del circolo vizioso attraverso il quale la nostra cupidigia ci conduce alla guerra. Ispirata ad un’intervista televisiva ad un imprenditore che si diceva entusiasta di essersi accaparrato la commissione per la costruzione di due aerei da combattimento, completamente indifferente al fatto di star per costruire strumenti di guerra che inevitabilmente porteranno alla perdita di vite umane.
A proposito del circolo vizioso attraverso il quale la nostra cupidigia ci conduce alla guerra. Ispirata ad un’intervista televisiva ad un imprenditore che si diceva entusiasta di essersi accaparrato la commissione per la costruzione di due aerei da combattimento, completamente indifferente al fatto di star per costruire strumenti di guerra che inevitabilmente porteranno alla perdita di vite umane.
(George Papavgeris)
I heard it yesterday on the news
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2014 - 09:28
Free the Children
2010
Free The Children was written by Neil Taylor, Keith Macpherson and Renee Lamoureux. The song was inspired during a guitar lesson that Keith was giving to Neil. One day, Neil showed up with the lyrics to this song, after being inspired by the story and work of human rights activist, Craig Kielburger of Free The Children. The song is dedicatied to iqbal masih, a former child laborer, who was murdered at the age of ten years old for speaking out about Child Labor. The song is in celebration of Craig Kielburger's work with Canadian charity, Free The Children.
Free The Children was written by Neil Taylor, Keith Macpherson and Renee Lamoureux. The song was inspired during a guitar lesson that Keith was giving to Neil. One day, Neil showed up with the lyrics to this song, after being inspired by the story and work of human rights activist, Craig Kielburger of Free The Children. The song is dedicatied to iqbal masih, a former child laborer, who was murdered at the age of ten years old for speaking out about Child Labor. The song is in celebration of Craig Kielburger's work with Canadian charity, Free The Children.
Tuesdays Suzie goes from school right to her soccer game
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 22/5/2014 - 07:28
Ricky Gianco: Compagno sì, compagno no, compagno un caz..
[1977]
Scritta da Gianfranco Manfredi e Ricky Gianco.
Musica di Ricky Gianco.
La canzone che apre il disco intitolato “Arcimboldo” pubblicato nel 1978.
Scritta da Gianfranco Manfredi e Ricky Gianco.
Musica di Ricky Gianco.
La canzone che apre il disco intitolato “Arcimboldo” pubblicato nel 1978.
Sto facendo il notiziario cambogiano
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/5/2014 - 21:49
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