Figli di Nessuno
anonimo
Vorrei dare anch'io il mio contributo all'interessante dibattito qui aperto.
Intanto premetto che mi dispiace per la recente scoparsa di Gian Piero Testa, ed anche del fatto che non ho potuto conoscerlo.(anche se mi sembra che queste conoscenze via internet non possano che essere troppo superficiali)
Veniamo al cuore del problema, ossia se e come una canzone/canzonetta/canzonaccia diventa a pieno titolo una "canzone partigiana". Mi sembra che ne abbia diritto per almeno due buoni motivi.
Il primo e' che una canzone partigiana è, a tutti gli effetti, un'arma, anzi un'arma da guerra.
Ora non mi pare che se un partigiano si ritrovava tra le mani una Luger, la buttava nel fosso perchè era un'arma tedesca, anzi la oliava e controllava che funzionasse alla perfezione.
Il secondo punto è che, per buona pace dei conduttori del sito, la canzone partigiana è sì un'arma da guerra ma per fortuna... (continua)
Intanto premetto che mi dispiace per la recente scoparsa di Gian Piero Testa, ed anche del fatto che non ho potuto conoscerlo.(anche se mi sembra che queste conoscenze via internet non possano che essere troppo superficiali)
Veniamo al cuore del problema, ossia se e come una canzone/canzonetta/canzonaccia diventa a pieno titolo una "canzone partigiana". Mi sembra che ne abbia diritto per almeno due buoni motivi.
Il primo e' che una canzone partigiana è, a tutti gli effetti, un'arma, anzi un'arma da guerra.
Ora non mi pare che se un partigiano si ritrovava tra le mani una Luger, la buttava nel fosso perchè era un'arma tedesca, anzi la oliava e controllava che funzionasse alla perfezione.
Il secondo punto è che, per buona pace dei conduttori del sito, la canzone partigiana è sì un'arma da guerra ma per fortuna... (continua)
gianfranco 30/11/2014 - 17:55
Riccardo Venturi: Per Gian Piero Testa / Για τον Τζαν Πιέρο Τέστα
Firenze, 10 frimaio 223.
Quando scompare una persona che mi è cara, e per mille motivi, non mi riesce mai scrivere “a caldo”. Probabilmente, la prima reazione che ho è quella del silenzio. Nel caso di Gian Piero Testa, purtroppo, ho avuto poi in sorte di sapere già prima che cosa si stava preparando, e direttamente dalla sua voce; eravamo soliti farci telefonate interminabili, raccontandoci di tutto e “cospirando” per mettere sul sito questo o quell'album, questa o quella canzone. Nel contempo, ci raccontavamo la nostra vita, quella passata e quella quotidiana. Mi accadeva, con Gian Piero, praticamente la stessa cosa che ebbi a vivere con un altro mio amico carissimo, anche lui scomparso all'improvviso; la raccontai, anni fa, parlando di Traiettorie dei gatti. I gatti, non so come, ci sono sempre. Nelle persone cui più ho vol... (continua)
30/11/2014 - 08:46
Percorsi:
Gatti & gattacci
Canta camarada
Il testo di "Canta camarada canta" è indicato nel disco originale di José Afonso come un adattamento di una canzone di contrabbandieri della regione di Beira Baixa. Va notato che la resistenza antifascista è stata sostenuta da numerosi contrabbandieri e, a volte, ha avuto la collaborazione attiva (e importante) di alcuni.
Avendo militato da molto giovane (ora ho 68 anni) nella resistenza contro la dittatura, credo di aver imparato questa canzone in riunioni politiche, anteriormente alla pubblicazione del disco di Zeca Afonso nel 1969. Non ricordo avere mai alcuna conoscenza di informazioni diverse sulla provenienza di questi versi.
D'altra parte, occorre precisare che la canzone è composta soltanto dai primi quattro quartine. L'ultima è di António Aleixo, dell'Algarve, un uomo dai diversi mestieri e poche lettere, generalmente riconosciuto come il più grande poeta popolare portoghese.... (continua)
Avendo militato da molto giovane (ora ho 68 anni) nella resistenza contro la dittatura, credo di aver imparato questa canzone in riunioni politiche, anteriormente alla pubblicazione del disco di Zeca Afonso nel 1969. Non ricordo avere mai alcuna conoscenza di informazioni diverse sulla provenienza di questi versi.
D'altra parte, occorre precisare che la canzone è composta soltanto dai primi quattro quartine. L'ultima è di António Aleixo, dell'Algarve, un uomo dai diversi mestieri e poche lettere, generalmente riconosciuto come il più grande poeta popolare portoghese.... (continua)
Paulo Rato 30/11/2014 - 06:07
Αθάνατος
Antiwar Songs Blog
E’ la più triste notizia che si possa dare, ma purtroppo dobbiamo farlo. Gian Piero Testa, collaboratore storico di questo sito e anima della “Sezione Greca”, con decine di traduzioni magistrali, ci ha lasciati stanotte per una gravissima e rapidissima malattia. A chi lo ha conosciuto di persona restano non uno, ma diecimila ricordi; a […]
Antiwar Songs Staff 2014-11-29 23:14:00
E quei briganti neri
anonimo
Discografia - PIETÀ L'È MORTA, CANTI DELLA RESISTENZA ITALIANI
FACCIATA A
1. CANZONE DELL'8 SETTEMBRE 1' 43"
canta il Gruppo Padano di Piadena (Delio Chittò, Bruno Fontanella, Amedeo Merli) accompagnato alla chitarra da Sergio Lodi. Reg. 1964.
2. DALLE BELLE CITTÀ 2' 10"
canta Mario De Micheli con accompagnamento di chitarra, Reg. Milano, 1960.
3. LÀ SU QUEI MONTI 1'49"
canta il Gruppo Corale della FIAP di Cuneo (Nuto Revelli, Faustino Dalmazzo, Michele Bellino, Piero Camilla, Ernesto Gandolfo, Feli Garelli, Michele Giubergia, Giovanni Lingua, Lorenzo Macario, Pietro Macario, Gigi Monti,. Carlo Ramello, Filippo Scotto, Lino Toselli). Reg. Cuneo, 1960.
4. QUEI BRIGANTI NERI 3'34"
cantano Fausto Amodei e Michele L. Straniero; alla fisarmonica Fausto Amodei. Reg. Torino, giugno 1963.
5. A MORTE LA CASA SAVOIA 40"
canta il Gruppo Padano di Piàdena (Delio Chittò,... (continua)
gianfranco 29/11/2014 - 21:30
Se non ci ammazza i crucchi
"Ambienti vicini" a Dario Fo ai tempi del Collettivo teatrale la Comune narrano che questa canzone è opera di Dario Fo stesso, forse ispirato da un racconto partigiano. Del resto, leggendola ed ascoltandola, qualche dubbio viene. I partigiani hanno veramente composto pochissimi canti musica e testo, spesso hanno composto dei centoni, delle parodie su canzonette di moda, o su canti della prima guerra mondiale (degli alpini), o su canti politici o popolari. Questo evidentemente dipende dalla vita che facevano. I partigiani hanno cantato molto i canti e gli inni politici già conosciuti, questo si, e non di rado quelli che ci sembrano canti partigiani originali, non sono stati comunque composti durante la guerra di liberazione, ma alla fine, per ricordare e celebrare i compagni caduti, le battaglie, eccetera.
Roberta 29/11/2014 - 17:07
Para la guerra nada
Parole di DonQuijote82
per il futuro speranza
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 29/11/2014 - 12:30
Ninety Miles From Dublin
MUSIC FOR H-BLOCK
01 - Rights of Man (trad./Molloy)
02 - Guest of the Queen (Brian Ua Baoill)
03 - On the Blanket (Mick Hanly)
04 - H.Block Song (Francie Brolly)
05 - Repeal The Union (trad./Molloy)
06 - Bright Star *
07 - Taimse I Mo Chodladh (trad.)
08 - 90 Miles from Dublin (Christy Moore)
09 - A Retort *
10 - Lucy Campbell - Patsy Tuony (trad./Hill&Linane)
Etichetta: H-Block HB LP 001
Ci sono voluti ben cinque anni perché l'estabilishment musicale si accorgesse dell'oscenità di H-Block. Sembra che sia molto più facile preoccuparsi delle atrocità perpetrate in Cile o in Afghanistan che cercare di fare qualcosa riguardo a quelle per cui siamo direttamente responsabili.
Nel caso qualcuno di voi attivisti del R.A.R (Rock Against Racism) non lo sapesse, H-Block e il posto... (continua)
gianfranco 29/11/2014 - 10:51
Me and the I.R.S.
Well you can tell them boys at the IRS
(continua)
(continua)
inviata da Anonymous 29/11/2014 - 05:49
Zimmerwald
anonimo
Mi attacco qui per via di Kronstadt (anche se forse i "trotskystes" non apprezzeranno).
Vorrei concludere la mia partecipazione a questo luogo di discussione e confronto riesumando due miei antichi interventi su “A, rivista anarchica” del 1990 e 1991 dove si parla di Kronstadt (ma non solo).
Ricordo una scritta apparsa sul muro della Biblioteca Bertoliana di Vicenza nel secolo scorso (conosco l'autore), in occasione del centenario della Comune di Parigi e del cinquantenario di quella di Kronstadt.
1871: LA COMUNE – 1921: KRONSTADT – 1971:?
Purtroppo, mentre ormai si profila all'orizzonte anche il centenario di Kronstadt, devo constatare che restiamo in attesa...
Certo, i tempi sono cambiati. Così come la composizione sociale, l'immaginario collettivo, i rapporti di forza etc...
Rimane intatta, se non la speranza, almeno la nostalgia.
adieu
GS
1) rivista anarchica anno 20 nr. 176... (continua)
Vorrei concludere la mia partecipazione a questo luogo di discussione e confronto riesumando due miei antichi interventi su “A, rivista anarchica” del 1990 e 1991 dove si parla di Kronstadt (ma non solo).
Ricordo una scritta apparsa sul muro della Biblioteca Bertoliana di Vicenza nel secolo scorso (conosco l'autore), in occasione del centenario della Comune di Parigi e del cinquantenario di quella di Kronstadt.
1871: LA COMUNE – 1921: KRONSTADT – 1971:?
Purtroppo, mentre ormai si profila all'orizzonte anche il centenario di Kronstadt, devo constatare che restiamo in attesa...
Certo, i tempi sono cambiati. Così come la composizione sociale, l'immaginario collettivo, i rapporti di forza etc...
Rimane intatta, se non la speranza, almeno la nostalgia.
adieu
GS
1) rivista anarchica anno 20 nr. 176... (continua)
Gianni Sartori 28/11/2014 - 22:28
Λούμπα
d'après la version italienne de Gian Piero Testa
d'une chanson en langue grecque – Λούμπα – Gian Piero Testa – 2012
Texte de Gian Piero Testa
Musique : inédite
Premier interprète: Le vent de la nuit
Riccardo Venturi nous fait part aujourd'hui de ce qui suit :
« Voici la plus triste nouvelle qu'on puisse donner, mais malheureusement nous devons le faire.
Gian Piero Testa, collaborateur historique de ce site et âme de la « Section Grecque », avec des dizaines de traductions magistrales, nous a laissé cette nuit suite à une très grave et très rapide maladie.
À celui qui l'a connu en personne restent pas un, mais dix mille souvenirs ; à celui qui ne l'a pas connu reste son œuvre dont ce site s'emploiera encore plus à la mettre en relief et à la valoriser comme elle mérite.
Que pour Gian Piero, tombé amoureux de la Grèce, de sa culture et de sa langue, résonne à juste titre le cri : ΑΘΑΝΑΤΟΣ... (continua)
d'une chanson en langue grecque – Λούμπα – Gian Piero Testa – 2012
Texte de Gian Piero Testa
Musique : inédite
Premier interprète: Le vent de la nuit
Riccardo Venturi nous fait part aujourd'hui de ce qui suit :
« Voici la plus triste nouvelle qu'on puisse donner, mais malheureusement nous devons le faire.
Gian Piero Testa, collaborateur historique de ce site et âme de la « Section Grecque », avec des dizaines de traductions magistrales, nous a laissé cette nuit suite à une très grave et très rapide maladie.
À celui qui l'a connu en personne restent pas un, mais dix mille souvenirs ; à celui qui ne l'a pas connu reste son œuvre dont ce site s'emploiera encore plus à la mettre en relief et à la valoriser comme elle mérite.
Que pour Gian Piero, tombé amoureux de la Grèce, de sa culture et de sa langue, résonne à juste titre le cri : ΑΘΑΝΑΤΟΣ... (continua)
LOUMBA
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/11/2014 - 21:09
Antifascista
Herz für die Sache (2013)
Antifascista è un appello a bloccare il neonazismo e a opporsi all’ideologia di destra e alle manifestazioni della estrema destra.
La canzone fa parte del progetto Kein Bock auf Nazis, avviato da ZSK e alcune altre band tedesche. Si tratta di un’“iniziativa contro il neonazismo, la politica di destra e il razzismo”.
Antifascista è un appello a bloccare il neonazismo e a opporsi all’ideologia di destra e alle manifestazioni della estrema destra.
La canzone fa parte del progetto Kein Bock auf Nazis, avviato da ZSK e alcune altre band tedesche. Si tratta di un’“iniziativa contro il neonazismo, la politica di destra e il razzismo”.
Es ist unsere Stadt, merkt euch das
(continua)
(continua)
inviata da ZugNachPankow 28/11/2014 - 17:19
Percorsi:
CCG Antifà: Antifascismo militante
E' la più triste notizia che si possa dare, ma purtroppo dobbiamo farlo.
Gian Piero Testa, collaboratore storico di questo sito e anima della “Sezione Greca”, con decine di traduzioni magistrali, ci ha lasciati stanotte per una gravissima e rapidissima malattia.
A chi lo ha conosciuto di persona restano non uno, ma diecimila ricordi; a chi non lo ha conosciuto resta la sua opera che questo sito si occuperà ancor più di mettere in risalto e di valorizzare come merita.
Che per Gian Piero, innamorato della Grecia, della sua cultura e della sua lingua, risuoni giustamente il grido: ΑΘΑΝΑΤΟΣ !
Αυτά είναι τα θλιβερότατα νέα που μπορούμε να δώσουμε, αλλά, δυστυχώς, πρέπει να το κάνουμε.
Ο Τζαν Πιέρο Τέστα, ιστορικός συνεργάτης αυτής της ιστοσελίδας και ψυχή του “Ελληνικού Τμήματος” με δεκάδες εξαιρετικών μεταφράσεων, μας άφησε χρόνους απόψε λόγω μιας βαριάς και ξαφνικής ασθένειας.
Γι' όλους αυτούς που τον έχουν γνωρίσει μένουν μυριάδες θυμήσεων. Γι' αυτούς που δεν τον έχουν γνωρίσει, μένει το έργο του, που η ιστοσελίδα αυτή θα μελετάει να του δίνει την αξία και την προβολή που αξίζει.
Για τον Τζαν Πιέρο, ερωτευμένο με την Ελλάδα, την κουλτούρα και τη γλώσσα της, ας ηχήσει η φωνή· ΑΘΑΝΑΤΟΣ !
Gian Piero Testa, collaboratore storico di questo sito e anima della “Sezione Greca”, con decine di traduzioni magistrali, ci ha lasciati stanotte per una gravissima e rapidissima malattia.
A chi lo ha conosciuto di persona restano non uno, ma diecimila ricordi; a chi non lo ha conosciuto resta la sua opera che questo sito si occuperà ancor più di mettere in risalto e di valorizzare come merita.
Che per Gian Piero, innamorato della Grecia, della sua cultura e della sua lingua, risuoni giustamente il grido: ΑΘΑΝΑΤΟΣ !
Αυτά είναι τα θλιβερότατα νέα που μπορούμε να δώσουμε, αλλά, δυστυχώς, πρέπει να το κάνουμε.
Ο Τζαν Πιέρο Τέστα, ιστορικός συνεργάτης αυτής της ιστοσελίδας και ψυχή του “Ελληνικού Τμήματος” με δεκάδες εξαιρετικών μεταφράσεων, μας άφησε χρόνους απόψε λόγω μιας βαριάς και ξαφνικής ασθένειας.
Γι' όλους αυτούς που τον έχουν γνωρίσει μένουν μυριάδες θυμήσεων. Γι' αυτούς που δεν τον έχουν γνωρίσει, μένει το έργο του, που η ιστοσελίδα αυτή θα μελετάει να του δίνει την αξία και την προβολή που αξίζει.
Για τον Τζαν Πιέρο, ερωτευμένο με την Ελλάδα, την κουλτούρα και τη γλώσσα της, ας ηχήσει η φωνή· ΑΘΑΝΑΤΟΣ !
Riccardo Venturi 28/11/2014 - 15:33
Fa' o Signore
"Sono il numero A 5384 di Auschwitz-Birkenau" Così iniziava le sue "lezioni" la testimone sopravvissuta agli orrori dell'inferno.
Seduta sul divano della sua abitazione genovese, l'ex maestra di Langasco racconta, con la sua voce calma e pacata, al microfono dell'intervistatrice uno dei tanti simpatici episodi che avevano allietato il suo ritorno dal campo femminile di Auschwitz-Birkenau.
"Andavo alle poste a ritirare la pensione e una volta ho, incautamente, appoggiato il braccio sul piano del banco. L'impiegato, incuriosito dal tatuaggio rimasto in vista mi ha chiesto che cosa era. Gli ho spiegato che era quello che mi avevano fatto al campo di sterminio. E lui mi ha risposto, ma se vi hanno sterminati, come mai siete così tanti?" (Forse si riferiva ai superstiti degli oltre duemila genovesi deportati nei campi di concentramento)
Oltre all'inferno tedesco, anche quello, imprevisto, trovato... (continua)
Seduta sul divano della sua abitazione genovese, l'ex maestra di Langasco racconta, con la sua voce calma e pacata, al microfono dell'intervistatrice uno dei tanti simpatici episodi che avevano allietato il suo ritorno dal campo femminile di Auschwitz-Birkenau.
"Andavo alle poste a ritirare la pensione e una volta ho, incautamente, appoggiato il braccio sul piano del banco. L'impiegato, incuriosito dal tatuaggio rimasto in vista mi ha chiesto che cosa era. Gli ho spiegato che era quello che mi avevano fatto al campo di sterminio. E lui mi ha risposto, ma se vi hanno sterminati, come mai siete così tanti?" (Forse si riferiva ai superstiti degli oltre duemila genovesi deportati nei campi di concentramento)
Oltre all'inferno tedesco, anche quello, imprevisto, trovato... (continua)
Fa' o Signore
(continua)
(continua)
inviata da gianfranco 28/11/2014 - 15:30
Percorsi:
Campi di sterminio
Supper's Ready
E' bello sapere quante persone, anche molto giovani, sono ancora in grado di apprezzare un gruppo che ha lasciato un segno così profondo nella storia della Musica.
Ero a Firenze il 19 a vedere i bravi Musical Box: grandi interpreti, meritano il costo non piccolo del biglietto.
Supper's ready è ancora sconvolgente. Grazie per la bella traduzione: un bel passo avanti rispetto a quello letto finora.
Ero a Firenze il 19 a vedere i bravi Musical Box: grandi interpreti, meritano il costo non piccolo del biglietto.
Supper's ready è ancora sconvolgente. Grazie per la bella traduzione: un bel passo avanti rispetto a quello letto finora.
gianni 28/11/2014 - 13:42
Le soleil rouge
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata già nel 1910 nientepopòdimeno che da Émile Combes (1835-1921), uomo politico francese di primo piano all’inizio del secolo scorso, esponente radicale e fiero anticlericale.
Nella raccolta “Chansons de Frances. Chansons révolutionnaires et sociales”
Si dice che all’epoca questa canzone fosse amata e cantata quanto L'Internationale…
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata già nel 1910 nientepopòdimeno che da Émile Combes (1835-1921), uomo politico francese di primo piano all’inizio del secolo scorso, esponente radicale e fiero anticlericale.
Nella raccolta “Chansons de Frances. Chansons révolutionnaires et sociales”
Si dice che all’epoca questa canzone fosse amata e cantata quanto L'Internationale…
Vers la Cité de l’Avenir
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 13:23
Les pissenlits
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.
Il “piscialetto”, o “dente di leone”, è il nome popolare dato in Francia al Tarassaco, da noi chiamato anche dente di cane, soffione (con riferimento all'infruttescenza), cicoria selvatica, ingrassaporci, ecc. Più genericamente con “pissenlits” ci si riferisce alle erbe selvatiche, raccolte in passato... (continua)
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.
Il “piscialetto”, o “dente di leone”, è il nome popolare dato in Francia al Tarassaco, da noi chiamato anche dente di cane, soffione (con riferimento all'infruttescenza), cicoria selvatica, ingrassaporci, ecc. Più genericamente con “pissenlits” ci si riferisce alle erbe selvatiche, raccolte in passato... (continua)
« Des pissenlits ! des pissenlits ! »
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 11:18
Les ventres
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.
“Il grasso ventre dei commendatori…”, 80 anni prima di Rino Gaetano…
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.
“Il grasso ventre dei commendatori…”, 80 anni prima di Rino Gaetano…
Chantons le ventre des bourgeois
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 10:49
La citée rouge
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.
La miseria, la fame, lo sfruttamento, l’emarginazione delle classi più povere nella grande città, la “Ville Lumière” (si veda al proposito la bellissima Embrasse-moi di Prévert/Oswald), non determina automaticamente la protesta organizzata contro gli affamatori, ma prima di tutto la guerra e la violenza tra gli stessi diseredati.
Una canzone di oltre un secolo fa che parla del nostro presente.
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.
La miseria, la fame, lo sfruttamento, l’emarginazione delle classi più povere nella grande città, la “Ville Lumière” (si veda al proposito la bellissima Embrasse-moi di Prévert/Oswald), non determina automaticamente la protesta organizzata contro gli affamatori, ma prima di tutto la guerra e la violenza tra gli stessi diseredati.
Una canzone di oltre un secolo fa che parla del nostro presente.
Le cuir rongé de vermine,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 10:26
La chanson de l’aiguille
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Chantal Grimm in un disco della serie “Anthologie de la Chanson Française” (“Chansons de métiers. Travaux des villes et travaux des champs”)
“Complainte des petites mains”, lamento delle giovani, spesso giovanissime, operaie che nell’industria tessile di fine 800 erano impiegate nelle cuciture a mano. Qui una giovane sarta, costretta a cucire giorno e notte, lamenta che il lavoro le ha sottratto la salute e, di fatto, la vita.
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Chantal Grimm in un disco della serie “Anthologie de la Chanson Française” (“Chansons de métiers. Travaux des villes et travaux des champs”)
“Complainte des petites mains”, lamento delle giovani, spesso giovanissime, operaie che nell’industria tessile di fine 800 erano impiegate nelle cuciture a mano. Qui una giovane sarta, costretta a cucire giorno e notte, lamenta che il lavoro le ha sottratto la salute e, di fatto, la vita.
«Cours, mon aiguille, dans la laine !»
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 09:47
La chanson du rémouleur
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.
Un pamphlet contro la guerra e contro la pena di morte.
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.
Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.
Un pamphlet contro la guerra e contro la pena di morte.
Jadis, en la paix des familles,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 09:18
Percorsi:
Pena di morte: omicidio del potere
To Hell With the Devil
Stryper
Well, speak of the devil
(continua)
(continua)
inviata da Anonymous 27/11/2014 - 23:27
Percorsi:
Il Diavolo
Monte Canino
anonimo
Bravi. teniamo vivo il ricordo di quei giovani che sono morti o hanno sofferto "le pene dell'inferno" per una patria che magari non conoscevano e che forse non li considerava che "carne da macello". eppure, si sono sentiti sempre fieri di aver dato i loro migliori anni e le loro forze per questa Italia che poi li ha dimenticati in fretta. i miei nonni, montanari come me, erano uno sul grappa ed uno sull'Ortigara ed io sono cresciuto sulle loro ginocchia e con queste canzoni. complimenti a voi.
GIORGIO CAVAGNA 27/11/2014 - 15:21
Avanti ragazzi di Budapest
Sgarbi direbbe che siete ignoranti come delle capre, gbturchi ha pienamente ragione, andate ad informarvi prima di commentare. È inutile , ogni volta che qualche organizzazione di destra sale al potere, dire che si tratta di nazisti, razzisti , che non c'è libertà di parola ecc. Orbán sta facendo un ottimo lavoro, punto.
27/11/2014 - 13:23
Dalle belle città (Siamo i ribelli della montagna)
La Benedicta
Una massiccia operazione di rastrellamento da parte dei comandi germanici si ebbe il 6 Aprile del 1944. I nazifascisti intimarono il coprifuoco in tutti i paesi della zona, compresa tra il basso alessandrino e la zona dei Laghi Gorzente, tra le 18 e le 5 del mattino, nei giorni precedenti si erano concentrate tutte le popolazioni maschili delle classi comprese tra il 1914 e il 1925 nei campi di concentramento di Novi e Masone.
All'alba del 6 aprile mossero due colonne una da Voltaggio e l'altra da Piani di Praglia, nello stesso tempo tutte le rotabili della zona venivano bloccate. Le colonne convergevano verso il centro della zona occupata dalla III Brigata Liguria, l'area della Benedicta.
Lungo il torrente Rovemo, nel territorio di Bosio, le sentinelle della Brigata Autonoma Alessandria avvistavano la colonna proveniente da Voltaggio. Il comandante Odino fece ripiegare... (continua)
gianfranco 27/11/2014 - 11:33
Muerte de Atahualpa
L’ultimo sovrano Inca Ata-wallpa è ancora oggi il simbolo della lotta dei nativi di lingua quechua contro i conquistadores spagnoli. In molte canzoni Ata-wallpa viene dipinto come da noi il Cristo, il cui ritorno è atteso per la liberazione dei fedeli…
In realtà Ata-wallpa (Quito, Ecuador, 1497 – Cajamarca, Perù, 1533) non fu che uno dei potenti sanguinari di cui è costellata la Storia. Alla morte del padre, l’imperatore Huayna Cápac (che aveva trascorso tutta la sua vita a conquistare e massacrare), i suoi figli Ata-wallpa e Huáscar sprofondarono il regno in una guerra civile che si risolse col successo del primo, al costo di migliaia di morti. Huáscar fu catturato e costretto ad assistere al massacro, previe torturazze, di mogli, figli e cortigiani. Intanto, mentre gli Inca si sbudellavano tra di loro, un pugno di spagnoli arrivava indisturbato fino alle porte del regno (prima di loro... (continua)
In realtà Ata-wallpa (Quito, Ecuador, 1497 – Cajamarca, Perù, 1533) non fu che uno dei potenti sanguinari di cui è costellata la Storia. Alla morte del padre, l’imperatore Huayna Cápac (che aveva trascorso tutta la sua vita a conquistare e massacrare), i suoi figli Ata-wallpa e Huáscar sprofondarono il regno in una guerra civile che si risolse col successo del primo, al costo di migliaia di morti. Huáscar fu catturato e costretto ad assistere al massacro, previe torturazze, di mogli, figli e cortigiani. Intanto, mentre gli Inca si sbudellavano tra di loro, un pugno di spagnoli arrivava indisturbato fino alle porte del regno (prima di loro... (continua)
Bernart Bartleby 27/11/2014 - 11:12
Ode to Billy Joe
What the hell did Billie Joe McAllister throw off the Tallahatchee Bridge?
Over thirty-five years after the release of Bobbie Gentry’s “Ode to Billie Joe,” questions linger about her haunting southern-gothic ballad. Decades from now, will anyone still wonder who let the dogs out? Gentry’s #1 single tells the story of a family dinner where the narrator finds out that her boyfriend, Billie Joe McCallister, has jumped off the Tallahatchee Bridge; the day before, people spotted her and Billie Joe throwing an unidentified object off the same bridge. “Everybody has a different guess about what was thrown off the bridge: flowers, a ring, even a baby,” Gentry has said. “What was thrown off the bridge really isn’t that important. The message of the song, if there must be a message, revolves around the nonchalant way the family talks about the suicide. The song is a study in unconscious cruelty.”... (continua)
Over thirty-five years after the release of Bobbie Gentry’s “Ode to Billie Joe,” questions linger about her haunting southern-gothic ballad. Decades from now, will anyone still wonder who let the dogs out? Gentry’s #1 single tells the story of a family dinner where the narrator finds out that her boyfriend, Billie Joe McCallister, has jumped off the Tallahatchee Bridge; the day before, people spotted her and Billie Joe throwing an unidentified object off the same bridge. “Everybody has a different guess about what was thrown off the bridge: flowers, a ring, even a baby,” Gentry has said. “What was thrown off the bridge really isn’t that important. The message of the song, if there must be a message, revolves around the nonchalant way the family talks about the suicide. The song is a study in unconscious cruelty.”... (continua)
It was the third of June
(continua)
(continua)
inviata da John Doe 27/11/2014 - 06:00
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Poesia di Zbigniew Herbert dalla raccolta "Studium przedmiotu"
Messa in musica da Przemysław Gintrowski
Da http://www.fundacjaherberta.com/