Esiste un primo provino grezzo interpretato in solitudine al pianoforte, in cui la voce di Dalla è davvero commovente, chi ama questo straordinario capolavoro dedicato al periodo postunitario italiano lo può ascoltare in "Nevica sulla mia mano" Sony 2013.
Alcune parti del testo furono probabilmente all'epoca censurate e si possono ora finalmente leggere e ascoltare nella pubblicazione "Nevica sulla mia mano" Sony 2013.
Dopo che il disco fu messo sul mercato, Roversi fu interrogato dall'Interpol a Roma e dovette mostrare agli inquirenti i ritagli di giornale che riportavano le notizie in merito e a cui si era ispirato nella stesura del testo. Sembra che alcuni particolari contenuti nella canzone non fossero di dominio pubblico ma a sola conoscenza degli investigatori.
Le traduzioni italiane.
(Si vedano alcune brevi note)
1. Traduzione di Nicola Crocetti, da: Mikis Theodorakis, Diario del carcere, Editori Riuniti, Roma, 1972, pp. 276-277.
2. Traduzione di Riccardo Venturi, 17 novembre 2014. Για τον ΤΠΤ
Mikis Theodorakis
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 17/11/2014 - 12:43
NOTE alle traduzioni
[1] E' necessario tenere presente che cosa significhi, per un greco, essere accomunato ai barbari; probabilmente non esiste offesa più mortale. I Visigoti e gli Ostrogoti sono stati barbari “reali”, ma, per rincarare la dose, Theodorakis aggiunge “ad usum” del tenente Kostas Stergiu (cognome che , ironia del destino, proviene dalla radice di un antico verbo, στέργω, che significa “amare, voler bene”) anche i Mavrogoti, alla lettera i “Goti Neri”. Un barbaro fascista, insomma.
[2] Proseguendo, dopo i Barbari il tenente Stergiu viene accomunato ai turchi; altra “cosina” squisitamente greca nell'ottica distruttiva di questa canzone. Ma i “Mammalucchi” (o Mammelucchi), dall'arabo mamlūq, si adattano al tenente anche per un'altra cosa. Si trattava di un “corpo di élite” dell'esercito turco-egiziano del XIII secolo, formato interamente da schiavi ai quali veniva promessa... (continua)
ho trovato questo brano su:
La Resistenza dell'Emilia Romagna
nei canti, nelle testimonianze, nei documenti
Dischi del Sole (2 Lp) DS502/4 e DS505/7
Le note di copertina indicano:
Ormai lontano quel giorno fatale - Vignola, Modena (cantano Mario Gibellini "Baratieri" e Romeo Belugani)
Il testo riportato è il seguente:
Ormai lontano quel giorno fatale
come bestie venimmo 'graditi
da gente infamma incivil senza cuori
e condannati a un duro lavor
da gente infamma incivil senza cuori
e condannati a un duro lavor
La feroce vitalle canaglia
si scatenava con grande furore
che con pistolli pugnalli e mitraglia
sui nostri corpi cercavan sfogar
che con pistolli pugnalli e mitraglia
sui nostri corpi cercavan sfogar
Quante più volte eravam torturati
perché una fedi avevamo in Badoglio
nel nostro sangue esisteva l’orgoglio
dei marturiati ma non traditor
nel nostro... (continua)
Ho 66 anni ,ho vissuto da piccolo in sicilia a ravanusa,i miei nonni cantavano spesso questa canzone che,mi dicevano molto vecchia,e ricordo alcune strofe che poi non ho piu sentito e che riporto qui di seguito,scusate il mio siciliano approssimato. Suli ca spacchii i petri pa calura,suli ca rumpi lu sciancu a cu lavura,sulu lu chiantu di la donna amata po allifriscari st'arma scunsulata.Mi piacerebbe sapere se c'e qualcuno che ne ha notizia. Lo Porto Giuseppe Livorno 16/11/2014
16/11/2014 - 18:00
Per quel che riguarda la strofa : chiamo la morte .....io ricordo che dicevano: chiamo la vita e morte mi risponde...come a dire sono vecchio mi aspetta solo di morire, ma non so, come per cio che ho scritto prima,se e' piu o meno giusto.
La versione ottocentesca [184?] di Salomon Hermann Mosenthal (1821-1877), scrittore ebreo tedesco originario di Kassel, Hesse, ma che visse per lo più a Vienna.
Musica per voce e pianoforte di Anton Häckel (1799-1846), compositore viennese (che viene comunemente indicato come l’inventore della fisarmonica).