Ma quali sarebbero questi dati di fatto di cui parla D.R.? Dove sarebbero tutti questi padroni e potenti crocifissi? Fino adesso sono andati crocifissi solo i poveri cristi (Cristo compreso).
Di che cavolo si preoccupa D.R.? Si rilassi e si tranquillizzi che, almeno per il momento, non c'è pericolo.
Pare che anche questo canto debba essere attribuito a Rafael Carratalá Ramos, ma devo controllare meglio. Tra l'altro i versi si adattano alla stessa melodia di Hijos del pueblo.
Figli della plebe: La versione italiana di VIR (Virgilio Gozzoli) cantata dagli anarchici delle colonne Durruti nel 1936/39.
Figli della plebe: La versión italiana de VIR (Virgilio Gozzoli) cantada por los anarquistas de las columnas Durruti en 1936/39.
"Composto nel corso della rivoluzione spagnola del 1936-39 dagli anarchici italiani sull'aria del famoso inno della FAI-CNT, questo canto appare sul giornale anarco-sindacalista "Guerra di Classe" a firma di VIR, pseudonimo del pistoiese Virgilio Gozzoli. L'originale canto spagnolo venne scritto nel 1889 da Ramon Carratala [sic], un giovane operaio di Alicante, con il titolo di Himne Révolutionnaire espagnol e viene premiato ad un concorso la cui giuria è formata da poeti e musicisti che per la bellezza della musica paragonano l'inno alla Marsigliese. Nel oorso dello sciopero generale del 1891 i lavoratori di Barcellona lo cantano per... (continua)
FIGLI DELLA PLEBE (continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/4/2013 - 16:52
Figlio del popolo: La versione collegiale di Alfonso Failla, Mario Perossini e altri anarchici carraresi. Figlio del popolo: La versión colectiva de Alfonso Failla, Mario Perossini y otros anarquistas de Carrara.
"Altra versione in italiano del famosissimo canto spagnolo Hijos del pueblo, la cui prima parte, con qualche variazione, è simile alla versione di Virgilio Gozzoli del 1936, ma con una seconda parte decisamente diversa. Viene pubblicato in I canti della Rivoluzione Sociale a cura della FAI di Carrara nel 1945. Alfonso Failla, uno degli autori, in una intervista a Gianni Bosio a Roberto Leydi fatta a Carrara nel luglio 1962 racconta: 'Lo abbiamo tradotto collegialmente alcuni di noi qui a Carrara. Nel dopoguerra: io, assieme al compagno Mario Perossini di Livorno e ad altri compagni. Fu una iniziativa dei giovani anarchici che fecero anche dei dischi a settatotto giri.' "
Santo Catanuto - Franco Schirone, "Il canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, edizioni Zero in Condotta, 2a ed. Milano 2009, p. 249.
Questi borghesi traditori egoisti: La versione cantata a Torino negli anni '20. Questi borghesi traditori egoisti: La versión italiana cantada en Turín en los '20
Santo Catanuto e Franco Schirone (op. cit., p. 232) riportano questa versione italiana parziale che si cantava a Torino già attorno al 1920 e che è, probabilmente, la prima in lingua italiana. Proviene originariamente dall'ambito di Cantacronache, esattamente da E. Jona - S. Liberovici, Canti degli operai torinesi, pp. 181-183, in cui si riferisce che "il testo costituisce una libera traduzione ritmica (incompleta) di un famoso canto anarchico spagnolo".
Una versión italiana anónima de los años post-bélicos
Proviene dal Nuovo canzoniere dei ribelli, edizione di "Umanità Nova", a cura del gruppo anarchico Ponte Regola di Roma, senza data ma in realtà circa del 1947. (Catanuto-Schirone, p. 232)
Söhne des Volks: La versione germano-spagnola di Ernst Busch Söhne des Volks: La versión alemano-española de Ernst Busch
La traduzione della parte tedesca è di Erich Weinert. Nella versione diffusa da Ernst Busch per le Brigate Internazionali tedesche in Spagna (la Brigata Thälmann), si compone di una prima strofa in lingua tedesca, e di un'altra nell'originale spagnolo: era una consuetudine in tutte le Brigate Internazionali di intonare almeno una parte dei canti in spagnolo. [RV]
Io non so se immenso sia un aggettivo appropriato per definire un libro, ma so, che il libro di Osvaldo Bayer, Patagonia rebelde, lo è: immenso. Una storia nella storia. Il racconto di un lungo sciopero insurrezionale che si concluse nella tragedia di 1500 operai rurali fucilati negli anni ’20 dall’esercito argentino e sepolti nelle fosse comuni; e la storia dello stesso libro, perseguitato, sequestrato, un libro che ha rischiato di scomparire per sempre negli anni ’70, come avvenne per molti uomini e donne nell’Argentina della dittatura militare.
Ma procediamo con ordine e con le presentazioni. Osvaldo Bayer è uno scrittore, sceneggiatore e giornalista argentino. Si è dedicato alla storia sociale del suo paese riscattando dall’oblio storie dimenticate di anarchici, gauchos ribelli, bandoleros e sognatori. “Senza di lui” scrisse Osvaldo... (continua)