Chanson italienne – Non spingete, scappiamo anche noi – I Gufi – 1969
De G. Lunari - L. Patruno.
Avec l'explosion de Soixante-Huit et des protestations pacifistes aux Zétazunis et en France (ailleurs aussi, d'ailleurs... à vrai dire, partout... dit Lucien l'âne qui s'en souvient), les Gufi (Hiboux) portèrent au théâtre leur spectacle le plus politique, qui devint bientôt un 33 tours très vendu : « Non spingete, scappiamo anche noi » (POUSSEZ PAS, ON FOUT LE CAMP COMME VOUS). Ce spectacle est un voyage ironique, sarcastique au cours des siècles à la recherche des mythes patriotiques et militaires à abattre.
(Wikipedia)
Et bien quoi, évidemment que je me souviens de 68, dit Lucien l'âne en riant. C'est bien simple : j'y étais. Et j'en ai vu des choses... Surtout à l'été quand on est tous allés se promener sur le Larzac... J'avais bien droit à des vacances, moi qui avais parcouru l'Europe... (continua)
POUSSEZ PAS, ON FOUT LE CAMP COMME VOUS (continua)
Eight Poles, five Italians, three Frenchs, two Romanians, two Armenians, two Hungarians and one Spanish compossed the Special Detachment, comanded by the Armenian poet Missak Manouchian. Spanish man’s name was Celestino Alfonso, and his number was 10.305. (continua)
inviata da Gustavo Sierra Fernández 29/7/2012 - 11:49
Vecchio post per davvero Matteo ma voglio risponderti lo stesso perché pure io sono rimasta annichilita.
Fermo restando che mi trovo perfettamente d'accordo con l'elogio che hai composto su Caposella, verso il finale non ci siamo proprio. Certamente nessuno di noi è intento "a passare la propria esistenza a dichiarare posizioni continuamente" ma da quì fino a "come se in mancanza di una presa di distanza da qualcosa (qualsiasi cosa) ci sia dietro una sorta di affinità alla detta cosa" ce n’è di strada...
E a me comunque pare di sì: la mancanza di distanza indica un'affinità più che dichiarata.
La composizione musicale di Πνευματικό εμβατήριο nacque a Zatuna (1968-1969) come Αρκαδία V, circostanza che tuttavia non viene mai ricordata nelle edizioni discografiche.
Può essere interessante sapere che il verso che fa da ritornello non è di Theodorakis, ma riprende quello di una canzone che Manos Hatzidakis aveva composto, parole e musica, per un film di non grande peso uscito nel 1959 e che Nana Mouskouri aveva portato a discreto successo: