Poi ci metterò qualche nota, ora devo andare a pigliare la k.d. alla stazione centrale. Ve la pigliate quindi così com'è, per ora; magari, chissà, a qualcuno verrà la voglia di rimetterla in rima com'è nell'originale. Spero comunque che vi piaccia almeno un po'. [RV]
UOVO DORATO (continua)
16/11/2012 - 20:03
Trascrivo per Riccardo il commento del nostro carissimo amico Doultsinos:
Ο Ρικάρντο ...έγραψε ... Απίστευτο..! Με την αυθεντικότητα της προσπάθειας να αποδοθούν οι πιο πικρές αλήθειες, σε μια γλώσσα που δεν είναι μεν μητρική, αλλά έχει ίσως μεγαλύτερο πάθος από αυτούς που την μιλάνε, από εμάς τους Έλληνες. Η σατυρική διάθεση κάνει το αποτέλεσμα ακόμα πιο πικρό, αλλά στο τέλος, αφήνει ένα αμυδρό χαμόγελο αισιοδοξίας και ελπίδας, από λαούς που ξεπερνούν τις διαφορές τους και ενώνουν τη φωνή τους, για να σώσουν τη δημοκρατία και την ελευθερία... ΜΠΡΑΒΟ ΠΑΙΔΙΑ...
Magari ho pensato che qualcuno potrebbe essere incuriosito di sapere quel che ha detto l'amico Doultsinos; nonostante i progressi evidenti del traduttore di Google rispetto al vecchio Babelfish lo traduco.
"Lo ha scritto...Riccardo...incredibile! Un autentico sforzo affinché siano rese le verità più amare, in una lingua non materna ma che ha forse un maggiore pathos di coloro che la parlano, di noialtri greci. La disposizione satirica rende il risultato ancora più amaro, ma alla fine lascia un leggero sorriso di ottimismo e di speranza da parte di popoli che oltrepassano le loro differenze e uniscono la loro voce per salvare la democrazia e la libertà...BRAVI, RAGAZZI..."
Naturalmente un grosso ringraziamento a "Fra' Dolcino" e un abbraccio che spero Gian Piero gli estenda; e mi preparo oggi a andarne a dire e urlare quattro davanti al consolato ellenico di Firenze. Con la speranza che in questo 17 novembre sia detta anche qualcosa su quel che sta avvenendo, per l'ennesima volta, a Gaza.
Io veramente ho sempre trovato le due grafie; il Pontani nella sua grammatica, ad esempio, insegna a scrivere αυγό. In questo caso, comunque, credo che scrivere αυγό si imponga per il parallelismo con αυγή (che non si scrive mai αβγή). La pronuncia tanto è identica... (RV)
LUNEDI 19 novembre 2012, canteremo "FISCHIA IL VENTO" e "BELLA CIAO" al FUNERALE del compagno musicista bolognese STEFANO ZUFFI morto l'altro ieri a soli 55 anni per colpa di un maledetto infarto.
Negli anni 70 è stato cofondatore del CIRCOLO BOLOGNESE ITALIA-CUBA, ed è' stato membro di brigate di lavoro volontario a CUBA.
Era un musicista popolare-politico, e fu membro del CANZONIERE delle LAME di Bologna. Ha suonato con numerosi gruppi dell'Emilia-Romagna, e ha fatto tournèe musicali in mezzo mondo per divulgare gli ideali progressisti con la sua musica popolare-politica.
Il funerale si terrà nella camera ardente dell' Ospedale
Civile di CASTEL SAN PIETRO TERME (nel centro del paese)
LUNEDI 19 nov. 2012, dove i compagni lo saluteranno a pugno chiuso, cantando Fischia il Vento e Bella Ciao, dalle ore 14.30 alle ore 15
(Poi la moglie lo porterà in chiesa : per chi vorrà andarci)
CIAO... (continua)
gianfranco ginestri del canzoniere delle lame 18/11/2012 - 00:08
Spesso ricorre nelle canzoni del periodo della Giunta il ricordo di una terrazza. Si tratta della terrazza della Sicurezza Generale di via Bubulina, dove venivano condotti i prigionieri per la tortura. Se ne parla in questo video documentario della televisione greca, dedicato ai processi svoltisi a carico dei poliziotti torturatori, e intitolato, appunto, "La terrazza di via Bubulina". Purtroppo è tutto in lingua greca, ma credo che valga la pena di renderlo rapidamente accessibile a chi vi fosse interessato.
Caro Massimo, ringrazia Alejandra da parte mia e nostra, ma la possibilità che Libertad Osuna fosse anche un nome di donna (esistente o fittizia) la avevamo già prospettata nell'introduzione. Chiaramente esiste anche il gioco di parole con os una "vi unisca", e esisteranno chissà quali e quante altre cose che potrebbe, se volesse, spiegare solo Patricio Manns. In "Libertad Osuna", probabilmente, ci stanno tutte; solo che, in questo sito (lo avrai notato) siamo ragazzi e ragazze cui piace parecchio andare in fondo alle cose, e andarci sul serio (per quanto sia possibile, naturalmente). Riprendiamo pagine intere dopo anni e anni, ad esempio (e a volte ci mettiamo anni interi a costruirne una qualsiasi delle quasi diciottomila che ci abbiamo per ora). Quindi sia benvenuta la precisazione di Alejandra, e speriamo di averne parecchie da parte di altri/e. Ognuno è libero di fare la sua proposta, persino Patricio Manns; chissà, magari in tutto questo tempo gli è venuto a mente qualcos'altro pure a lui...
Grazie a te, Massimo, e tu e Alejandra guardate un po' se riuscite a portarci Patricio Manns direttamente su questo sito; sarebbe veramente un enorme piacere e potremmo scambiare due parole sulla sua poesia. Saluti cari!
Beh, intanto giorgio direbbe lagnusía (non lagnusità che credo non esista). Mi dispiace, Ric, riprendere un perfezionista come te.
Poi l'otium, inteso almeno nella sua accezione classica, indicava un'occupazione principalmente votata alla ricerca intellettuale, attività tipica delle classi dominanti, e si contrapponeva al negotium, che era invece l'occuparsi dei propri affari (più, ahimé, per necessità che per scelta..).
Mentre la lagnusía sicula è la aspirazione all'assoluta mancanza di attività, il Nirvana dei siciliani ovvero l'inerzia totale. Per dirla col buon Enzo del Re,"voglia 'e fa' niente".
Riccardo lascio le ultime delucidazioni di Alejandra,
spiegazioni alle quali sia tu che il forum eravate già arrivati
grazie ancora
Massimo
Siguiendo el Palimpsesto comienza haciendo creer que es una canción de amor a Libertad Osuna y a medida que avanza la canción se entiende que es un llamado a la Huelga. Luego habla de la unidad (sus tres amores) los tres partidos que combaten la dictadura: Partido Comunista, Partido Socialista y Mir.
Y finaliza con ese llamado a la unidad, "Que en las raíces, Libertad nos una"
Espero que te haya quedado clara, cualquier duda me vuelves a escribir.
Un abrazo fraternal
Alejandra Lastra.
@ Giorgio: A me, invece, non dispiace affatto essere ripreso e corretto. Tutt'altro. Con la tua ripresa-e-correzione ho imparato una nuova parola siciliana, e che il derivato astratto di lagnusu è lagnusía. Per essere pignoli e perfezionisti bisogna prima passare dal continuo esercizio di umiltà dell'apprendere, altrimenti si è soltanto degli sciocchi presuntuosi. Quindi, ti pregherei di correggermi e riprendermi ogni qualvolta lo ritieni necessario, e non soltanto sul siciliano (e vale ovviamente per tutti). Giusta anche l'osservazione sull'otium classico: se lo potevano permettere soltanto coloro che erano liberi da preoccupazioni materiali (e penso anche al "disperatissimo" Leopardi). Mi piace assai il concetto di lagnusía siciliana come l'hai espresso, e il riferimento che hai fatto a Enzo Del Re; la cosa assume una carica rivoluzionaria non indifferente.
Version française – LETTRE AUX PASSAGERS – Marco Valdo M.I. – 2012
d'après la version italienne de Riccardo Venturi – EPISTOLA AI TRANSEUNTI – 2011
d'une chanson péruvienne (espagnol) de César Vallejo – Epístola a los transeúntes – interprétée par Diamanda Galás
Face à une écriture poétique comme celle de César Vallejo, que Thomas Merton a défini « le poète universel le plus important après Dante », il n'est pas opportun probablement de se braquer sur le sens. D'autant qu'évidemment le surréalisme dans lequel il a voulu s'insérer, il est nécessaire de se plonger sans guide dans les abysses du langage de ce révolutionnaire structural ; avec Vallejo nous sommes dans l'exil de l'expression.
En exil, il naît. Santiago de Chuco, au Pérou, où il vient au monde le16 mars 1892, un village perdu dans les Andes. En exil, il meurt : à Paris, le 15 avril 1938. Dans son écriture, il utilisait des solécismes... (continua)
Qualche giorno fa ci si diceva in una di queste pagine che il sito è ormai così vasto e labirintico che capita di perderci e a volte di scoprire con sorpresa di stare calcando i nostri stessi passi. Questa cosa si è ripetuta poco fa. Volevo ricordare in qualche modo che domani è il 17 novembre, e come tutti noi che allora eravamo abbastanza giovani, volevo lasciare qui qualcosa in ricordo degli studenti del Politecnico di Atene in rivolta nel novembre del 1973 contro i Colonnelli. Ho cercato nel nostro sito, ho trovato la canzone per Theodorakis (che stamattina è andato al Politenico ad ascoltare le sue canzoni) scritta da Franz-joseph Degenhardt, me la sono tradotta, senza accorgermi che l'aveva già fatto Riccardo, e senza ricordarmi che sulla sua traduzione, oltre che sulla canzone e la sua interprete, ci eravamo già scambiati ampie osservazioni. E, al momento di postarla, sorpresa! era... (continua)
ΓΙΑ ΤΟΝ ΜΙΚΗ ΘΕΟΔΩΡΑΚΗ (continua)
inviata da Gian Piero Testa 16/11/2012 - 15:01
Oggi Mikis, al Politecnico per ricordare il 39° anniversario della rivolta studentesca del novembre 1973 e della repressione armata del 17 novembre, ha ascoltato un concerto di percussioni a lui dedicato.
Una pagina rimasta incompleta per quasi un anno viene in questo momento portata a termine; è non è, senz'altro, una pagina qualsiasi. Contiene una delle pricipali vertigini testuali di questo sito e, probabilmente, dell'intera storia della canzone latinoamericana e mondiale. Per questo motivo, la pagina non poteva dirsi completa fino alla traduzione (preannunciata e dilazionata a lungo) del saggio analitico di Natalia Castillo ad essa dedicato, e delle mie note di traduzione. In generale non sono avvezzo ad inserirne di così particolareggiate (lo avevo fatto, prima, soltanto per un altro testo impervio: quello di Supper's Ready), anche perché troppe giustificazioni da parte del traduttore sono sovente indice di presuntuosa affettazione; ma per un testo del genere è necessario dare conto di quel che si è fatto, e di come lo si è fatto. Mentre procedevo, mi veniva costantemente da pensare alla... (continua)
A pagina già chiusa, almeno per quel che mi riguardava, ho reperito questa traduzione in lingua inglese. Non proviene da un sito qualsiasi, ma da un documento .pdf accluso al sito ufficiale di Patricio Manns. E' però un tipo di approccio alla poesia di Manns radicalmente diverso da quello che ho tenuto io; qui si tratta veramente di una traduzione letterale, senza nessuna resa né dei cambi di genere (cosa del resto e francamente impossibile in inglese, lingua priva della categoria morfologica del genere grammaticale e poverissima di suffissi indicanti il femminile), né delle assonanze (a parte in qualche verso, ma per pura casualità). Nonostante il suo cognome ispanico, poi, mr Gonzalez sembra in un paio punti non aver capito molto bene quel che si dice nell'originale; ma non mi voglio spingere oltre e propongo la sua traduzione così com'è. [RV]
Ricevo dal nostro Yorgos Doultsinos: "Καλέ μου φίλε Gian Piero, είμαι σίγουρος οτι τώρα, όλοι οι φίλοι του Βασίλη, θα ανακαλύψουν το έξοχο Antiwar Songs και την υπέροχη δουλειά που κάνετε εκεί. Σ' ευχαριστώ, είναι ιδιαίτερα τιμητικό για την Ελλάδα, να έχει τέτοιους φίλους....".
Autobiografico lo è senz'altro perché racconta di cose e persone reali, con tanto di nome e cognome; è la mia personale forma di mandare...messaggi in bottiglia senza ricorrere a Facebook. In questo credo che si manifesti il mio carattere inguaribilmente romantico :-)
"Pubblicare", Giorgio? Io sono sempre rimasto fedele al mio amico Pessoa, in quanto convinto della bellezza (e, senza abusare di questo termine, anche della gloria) dell'essere sconosciuti. Come farei, poi, a rimanere lagnusu? Mi toccherebbe, orrore, lavorare. [Cade un gelo tombale nella mia stanza e il gatto mi guarda severo]. La grammatica descrittiva del bretone moderno è ferma da, direi, un cinque anni; prima o poi la riprenderò. Con calma. Del resto, per finire quella dell'islandese di anni mi ce ne sono voluti ventidue; che sarà mai. Saluti!