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Enough Said

Enough Said
"Enough Said", pubblicata nell'album "New Traditionalists" del 1981, è un'aspra e dura critica nei confronti della guerra e dell'ipocrisia della società.

E' uno dei brani più rabbiosi del gruppo, e tra le varie cose se la prende la teleidiozia e tutto ciò che dipende da essa ("prendete tutti i leader del mondo, metteteli in un grande ring, pubblicizzatelo come il più basso spettacolo della terra e fateli combattere tra di loro finché non salta fuori chi è il re" oppure "volevi un mondo che potevi capire, ma è successo qualcosa mentre dormivi"), con i sogni distrutti ("volevi una vita di cui vantarti, peccato che si siano presi la parte che volevi tenerti") e l'egoismo della società ("nessuno di voi mi ha aiutato mentre cucinavo il pane, adesso tutti vorreste aiutarmi a mangiarlo. Vedo che siete ben nutriti, questo indica che non ne avete bisogno").

I Devo faranno molte altre critiche sociali, ma sempre in tono ironico e pungente. In questo brano, invece, sembrano arrabbiati sul serio e c'è molta meno ironia del solito.
None of you would help me when I baked by bread
(continua)
inviata da JacoZappa 2/5/2011 - 23:52

Inno dell'Unione Sovietica - Versione italiana

Inno dell'Unione Sovietica - Versione italiana
Carissimi, lascio a voi di decidere se questa sia, propriamente, una canzone contro la guerra, e se possa entrare a far parte dell'archivio. Probabilmente non lo è, e ho molto esitato prima di inviarla. Tuttavia, è certamente una chicca (almeno per chi ama questo genere di cose...) e, soprattutto, si tratta di una rarità bibliografica assoluta: ho infatti trascritto il testo da un esilissimo fascicolo di due sole pagine (che lo contiene insieme allo spartito), da me consultato presso una, forse l'unica biblioteca italiana che ne conserva copia, "omaggio dell'editore". L'originale si trova in pessime condizioni di conservazione: faccio affidamento sul suo valore documentario perché voi decidiate che vale almeno la pena di trasmetterlo ai posteri...

Fonte: Inno dell'Unione Sovietica, versione italiana di Alberto Cavaliere, Milano, Suvini Zerboni, 1947
Non più d'oppressori catene stridenti:
(continua)
2/5/2011 - 23:45




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