Chez Diener
![Chez Diener](img/thumb/a2926_130x140.jpeg)
Mais rien que pour vous dire, mes amis
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/4/2011 - 21:04
Ses par vott quarantott
anonimo
Filastrocca piacentina di città
Soltanto una piccola filastrocca piacentina (propriamente un "risotto", ovvero una commistione di strofe di diverso argomento tipo della cultura popolare lombarda; Piacenza, come si sa, culturalmente e geograficamente è assai più vicina alla Lombardia che all'Emilia); niente di che, con la classica strofetta sul "fà il soldà"; ma perché no, ci può stare anche lei. Del testo, se nelle composizioni popolari, filastrocche comprese, il tema del rifiuto del servizio militare è una costante, ci dovrà pur essere un motivo...
La filastrocca è tratta dal volume: Piasentinäda. Barciaclada in Piasintein di Luigi Paraboschi, edizioni LIR, 2a edizione, pagina 74.[RV]
La filastrocca è tratta dal volume: Piasentinäda. Barciaclada in Piasintein di Luigi Paraboschi, edizioni LIR, 2a edizione, pagina 74.[RV]
Ses par vott quarantott,
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 1/4/2011 - 19:45
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Children for Flags
![Children for Flags](img/upl/Tom_McInerney2.jpg)
After watching the movie "The Hurt Locker" I was moved to write this song, emphasizing the futility of war.
Cities and towns all over the world, they gather and the scene looks the same;
(continua)
(continua)
inviata da Tom McInerney 1/4/2011 - 15:03
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My Sister and I
[1941]
Scritta da Hy Zaret, Joan Whitney e Alex Kramer.
Una canzone scritta subito dopo l’occupazione nazista di Francia, Belgio e Paesi Bassi (maggio-giugno 1940)
Scritta da Hy Zaret, Joan Whitney e Alex Kramer.
Una canzone scritta subito dopo l’occupazione nazista di Francia, Belgio e Paesi Bassi (maggio-giugno 1940)
My sister and I remember still
(continua)
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inviata da Bartleby 1/4/2011 - 12:04
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Per incanto e per amore
![Per incanto e per amore](img/upl/_dL_59b3e457_451ea9.jpg)
[2003]
Album “Sono io, l'uomo della storia accanto”
Album “Sono io, l'uomo della storia accanto”
Fa' che il tempo di un uomo non sia
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 1/4/2011 - 09:17
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Chiui sta porta
![Chiui sta porta](img/upl/2817379774_2a5cbc3c39_o.jpg)
[2009]
Scritta da Salvatore Tartamella e Walter Gilli
Dal disco intitolato “Pantelleria ti resta nel cuore”.
Scritta da Salvatore Tartamella e Walter Gilli
Dal disco intitolato “Pantelleria ti resta nel cuore”.
Chiui sta porta chi trasi lu ventu
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 1/4/2011 - 09:06
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We're All Dodgin'
![We're All Dodgin'](img/upl/B000000EHO.01._SCLZZZZZZZ_.jpg)
[1963]
Album “The Weavers' Almanac”
Come spiegato su Mudcat Café, questa canzone - nota anche con il titolo “The Dodger Song - affonda le radici nell’800 e nel 1941 fu riportata in auge dagli Almanac Singers che la incisero nell’album “Sod Buster Ballads”.
Ho preferito però attribuirla ai Weavers perché sono loro che vi inserirono ex novo una strofa squisitamente anti-militarista:
“Oh, il generale è un furbacchione, un gran furbacchion,
Oh, il generale è un furbacchione, sì, e io pure sono un furbacchion.
Vi farà marciare su, vi farà marciare su,
Ma attenzione, ragazzi, sarà lui a seppellirvi.”
Album “The Weavers' Almanac”
Come spiegato su Mudcat Café, questa canzone - nota anche con il titolo “The Dodger Song - affonda le radici nell’800 e nel 1941 fu riportata in auge dagli Almanac Singers che la incisero nell’album “Sod Buster Ballads”.
Ho preferito però attribuirla ai Weavers perché sono loro che vi inserirono ex novo una strofa squisitamente anti-militarista:
“Oh, il generale è un furbacchione, un gran furbacchion,
Oh, il generale è un furbacchione, sì, e io pure sono un furbacchion.
Vi farà marciare su, vi farà marciare su,
Ma attenzione, ragazzi, sarà lui a seppellirvi.”
Oh, the candidate's a dodger, yes, a well-known dodger,
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 1/4/2011 - 08:13
Senis Long 1969
![Senis Long 1969](img/upl/Indonesian_Special_Forces_photo.jpg)
[197?]
Una canzone in in Tok Pisin, il creolo anglo-melanesiano parlato in Papua Nuova Guinea.
Vi si parla di come nel 1969 il regime di Giakarta riuscì a formalizzare agli occhi della comunità internazionale l’occupazione militare di West Papua (che gli indonesiani chiamano West Irian) facendo celebrare un referendum, supervisionato dall’ONU, (il cosiddetto “Penentuan Pendapat Rakyat (PEPERA)”, o “Act of Free Choice”) che decretò l’incorporazione della provincia all’Indonesia. In realtà furono solo un migliaio di rappresentanti dei distretti dell’area ad esprimersi favorevolmente all’annessione e molti di loro subirono violenze, intimidazioni e minacce di morte da parte del Kopassus, le feroci forze speciali dell’esercito di Giakarta. E anche in seguito i militari non smisero la repressione dei nativi, molti dei quali fuggirono ad est diventando rifugiati sotto la protezione del Commonwealth... (continua)
Una canzone in in Tok Pisin, il creolo anglo-melanesiano parlato in Papua Nuova Guinea.
Vi si parla di come nel 1969 il regime di Giakarta riuscì a formalizzare agli occhi della comunità internazionale l’occupazione militare di West Papua (che gli indonesiani chiamano West Irian) facendo celebrare un referendum, supervisionato dall’ONU, (il cosiddetto “Penentuan Pendapat Rakyat (PEPERA)”, o “Act of Free Choice”) che decretò l’incorporazione della provincia all’Indonesia. In realtà furono solo un migliaio di rappresentanti dei distretti dell’area ad esprimersi favorevolmente all’annessione e molti di loro subirono violenze, intimidazioni e minacce di morte da parte del Kopassus, le feroci forze speciali dell’esercito di Giakarta. E anche in seguito i militari non smisero la repressione dei nativi, molti dei quali fuggirono ad est diventando rifugiati sotto la protezione del Commonwealth... (continua)
Taim bifo long hap bilong san igo damt
(continua)
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inviata da Bartleby 31/3/2011 - 15:46
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Pianeta Terra
![Pianeta Terra](img/art/t7805018.jpg)
Una canzone che a me è piaciuta moltissimo perché racconta con un buon ritmo come ci si renda conto pian piano, superando le ovvietà della vita, che si va incontro a una serie incredibile di paradossi.. come l'uomo che fa la guerra a se stesso e che si sorprende delle guerre quando lascia giocare suo figlio con le pistole e le bombe di plastica.. e allo stesso modo come tutti noi vorremmo vivere un amore felice ma poi spesso lo vediamo come una sfida.. E ancora, in mezzo alla vita che si ripete quotidianamente allo stesso modo, ci sorprendiamo della sua assurdità..
Un po' di fiducia e pazienza, il mio futuro non è ancora
(continua)
(continua)
inviata da Daniel 31/3/2011 - 13:01
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La tua libertà
![La tua libertà](img/thumb/c38138_130x140.jpeg?1328458962)
Chanson italienne – La tua libertà – Francesco Guccini – 1971
Je reviens sur ce site après une absence (ou une escapade) assez longue cette fois. De quelques mois, précisément. À un certain moment, après des années et des années de militance quotidienne (car s'occuper des CCG est, au moins pour moi, une forme bien précise de militance, dans laquelle j'ai jeté tout ce que j'ai de capacités et de connaissances), s'est comme brisée mon échine; je ne suis pas loin des cinquante ans, et – que je le veuille ou non – je l'ai sur le dos. Mais ce sont là choses de peu d'importance, ou qui importent seulement à l'intéressé; donc, me revoici et cela me fait un grand plaisir de me retrouver parmi vous tous ( de façon politiquement correcte, il me faudrait écrire vous tou(te)s, mais je n'aime pas ces complications...)
Pour revenir (autant dire créer une page originale), j'ai choisi cette vieille chanson,... (continua)
Je reviens sur ce site après une absence (ou une escapade) assez longue cette fois. De quelques mois, précisément. À un certain moment, après des années et des années de militance quotidienne (car s'occuper des CCG est, au moins pour moi, une forme bien précise de militance, dans laquelle j'ai jeté tout ce que j'ai de capacités et de connaissances), s'est comme brisée mon échine; je ne suis pas loin des cinquante ans, et – que je le veuille ou non – je l'ai sur le dos. Mais ce sont là choses de peu d'importance, ou qui importent seulement à l'intéressé; donc, me revoici et cela me fait un grand plaisir de me retrouver parmi vous tous ( de façon politiquement correcte, il me faudrait écrire vous tou(te)s, mais je n'aime pas ces complications...)
Pour revenir (autant dire créer une page originale), j'ai choisi cette vieille chanson,... (continua)
TA LIBERTÉ
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 29/3/2011 - 13:18
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Il popolo è un bambino
![Il popolo è un bambino](img/thumb/c6920_130x140.jpeg?1328564379)
Tratta da Il bidet e la rivoluzione, brano inciso con la Bandabardò nel disco Sette x uno, il cui ricavato è devoluto a Save the Children.
E' sostanzialmente una rivisitazione di questi 2 brani, vedete voi se dargli un'autonomia o se lasciarlo qui.
(in rete non si trova l'ho trascritto direttamente dal brano)
E' sostanzialmente una rivisitazione di questi 2 brani, vedete voi se dargli un'autonomia o se lasciarlo qui.
(in rete non si trova l'ho trascritto direttamente dal brano)
IL BIDET E LA RIVOLUZIONE
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/3/2011 - 08:06
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?װער קלאַפּט עס
anonimo
![?װער קלאַפּט עס](img/thumb/c37916_130x140.jpeg?1328867542)
Chanson Yiddish - Ver Klapt Es? – Anonyme – 1942
Voici venue du ghetto de Łódź, une chanson dont les premières strophes sont une comptine d'amour, rêveuse, mais dont les trois dernières offrent une vue dramatique sur la vie dans le ghetto assiégé, affamé et désespéré.
Le « vieux » de l'avant-dernière strophe, celui dont tous ont peur comme du géniteur de l'amoureuse courtisée en cachette, est Chaïm Rumkowski, le chef controversé du Judenrat du ghetto de Łódź. « Roi Chaïm », ainsi appelé en raison de l'autorité absolue qu'il exerçait, organisa le ghetto comme une machine efficiente de productivité en faveur des nazis, en espérant peut-être de cette manière réussir à troquer la très haute productivité contre le sauvetage du plus grand nombre de Juifs... Ce fut une grave erreur de jugement , sinon un complet errement; la ligne de Rumkowski empêcha l'organisation de la résistance à l'intérieur... (continua)
Voici venue du ghetto de Łódź, une chanson dont les premières strophes sont une comptine d'amour, rêveuse, mais dont les trois dernières offrent une vue dramatique sur la vie dans le ghetto assiégé, affamé et désespéré.
Le « vieux » de l'avant-dernière strophe, celui dont tous ont peur comme du géniteur de l'amoureuse courtisée en cachette, est Chaïm Rumkowski, le chef controversé du Judenrat du ghetto de Łódź. « Roi Chaïm », ainsi appelé en raison de l'autorité absolue qu'il exerçait, organisa le ghetto comme une machine efficiente de productivité en faveur des nazis, en espérant peut-être de cette manière réussir à troquer la très haute productivité contre le sauvetage du plus grand nombre de Juifs... Ce fut une grave erreur de jugement , sinon un complet errement; la ligne de Rumkowski empêcha l'organisation de la résistance à l'intérieur... (continua)
QUI FRAPPE ?
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/3/2011 - 22:21
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L'acqua
![L'acqua](img/thumb/c38131_130x140.jpeg?1330269012)
Chanson italienne – L'acqua – Radici nel Cemento
Cette fois, le groupe Radici nel Cemento a voulu mettre l'accent sur une question cruciale et combien actuelle : l'eau publique.
Dans les dernières années, on assiste à un véritable arraisonnement de biens publics de la part de spéculateurs privés, multinationales et souvent de de politiciens intéressés quand ils ne sont aps directement en collusion ou corrompus.
L'accès à l'eau est un droit universel et ne peut être vendu !
Au travers de textes engagés et décidés, le groupe exhorte à se tenir attentifs et à s'activer pour la défense de l'eau mais aussi de tout autre bien public car le marché sans frein n'a pas de conscience et dévore tout.
En effet, dit Lucien l'âne. Une seule solution raisonnable pour assainir l'air de la planète, pour rendre la vie vivable : supprimer les marchés.
Cette fois, le groupe Radici nel Cemento a voulu mettre l'accent sur une question cruciale et combien actuelle : l'eau publique.
Dans les dernières années, on assiste à un véritable arraisonnement de biens publics de la part de spéculateurs privés, multinationales et souvent de de politiciens intéressés quand ils ne sont aps directement en collusion ou corrompus.
L'accès à l'eau est un droit universel et ne peut être vendu !
Au travers de textes engagés et décidés, le groupe exhorte à se tenir attentifs et à s'activer pour la défense de l'eau mais aussi de tout autre bien public car le marché sans frein n'a pas de conscience et dévore tout.
En effet, dit Lucien l'âne. Une seule solution raisonnable pour assainir l'air de la planète, pour rendre la vie vivable : supprimer les marchés.
L'EAU
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/3/2011 - 19:41
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Territory
![Territory](img/thumb/c5070_130x140.jpeg?1330459535)
non sarà perfetta ma visto che me la sono fatta per me la metto anche qua
TERRITORIO
(continua)
(continua)
inviata da Archibald Gambolputty 27/3/2011 - 16:59
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Celentano
![Celentano](img/art/t8796013.jpg)
Chanson italienne – Celentano - Andrea Sigona -
écrite pour le spectacle Il lavoro rende liberi (en français Le travail rend libre; en européen : Arbeit macht frei !) de Daniele Biacchessi:
« Cette histoire a un titre, « la salopette de Celentano » et un héros, Ubaldo Urso.
C'est une petite grande histoire italienne, une affaire exemplaire d'émigration du sud au nord.
Ubaldo Urso est né à Casoria.
Il commence à travailler dès son enfance.
Il connaît une vie dure, il souffre comme mineur à San Cataldo, village mafieux.
Puis, il affronte le long voyage vers Milan, une ville qui dans les années soixante recueille les fruits du sous-prolétariat méridional.
Ainsi, sans conscience syndicale et sans esprit de classe, Ubaldo est engagé chez Innocenti et fait le jaune.
Ses collègues ouvriers l'appellent Celentano, comme le chanteur.
Ubaldo est un gars jovial, content, un comique qui travaille et... (continua)
écrite pour le spectacle Il lavoro rende liberi (en français Le travail rend libre; en européen : Arbeit macht frei !) de Daniele Biacchessi:
« Cette histoire a un titre, « la salopette de Celentano » et un héros, Ubaldo Urso.
C'est une petite grande histoire italienne, une affaire exemplaire d'émigration du sud au nord.
Ubaldo Urso est né à Casoria.
Il commence à travailler dès son enfance.
Il connaît une vie dure, il souffre comme mineur à San Cataldo, village mafieux.
Puis, il affronte le long voyage vers Milan, une ville qui dans les années soixante recueille les fruits du sous-prolétariat méridional.
Ainsi, sans conscience syndicale et sans esprit de classe, Ubaldo est engagé chez Innocenti et fait le jaune.
Ses collègues ouvriers l'appellent Celentano, comme le chanteur.
Ubaldo est un gars jovial, content, un comique qui travaille et... (continua)
CELENTANO
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/3/2011 - 16:11
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Ποιος τη ζωή μου
![Ποιος τη ζωή μου](img/upl/gptesta.jpg)
Versione italiana di Gian Piero Testa
CHI, CHI É IN CACCIA DELLA MIA VITA?
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 26/3/2011 - 19:22
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American Idiot
![American Idiot](img/thumb/c1084_130x140.jpeg?1481495931)
AMO I GREEN DAY
LI AMO,
TANTISSIMO,
SIETE LA MIA VITA,
LI AMO,
TANTISSIMO,
SIETE LA MIA VITA,
GREEN DAY ALL MY LIFE 26/3/2011 - 18:05
![Video! Video!](img/video_new_gray.png)
Κάποτε θα 'ρθουν
![Κάποτε θα 'ρθουν](img/upl/gptesta.jpg)
Versione italiana di Gian Piero Testa
VERRANNO TALORA
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 25/3/2011 - 23:18
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Muss es sein? Es muss sein!
![Muss es sein? Es muss sein!](img/thumb/c6244_130x140.jpeg?1328357989)
Questa canzone non c'entra nulla con il pacifismo (di certo non è nemmeno guerrafondaia). Il tentativo di ricollegarla a Kundera è un sofismo; per giunta comicamente goffo. Milan Kundera scrive "L'insostenibile leggerezza dell'essere" nell'85; la canzone invece è datata 1975, dieci anni prima, tondi tondi, difficile credere se ne sia ispirato. Nietzsche poi lasciamolo in pace, ha già subito troppe interpretazioni tendenziose. Poverino, l'unica sua colpa, in fondo, è l'aver scritto in uno stile poco schietto, facile preda per i presuntuosi che gli vogliano far dire ciò che desiderano. L'unico e vero senso della canzone è apolitico: il desiderio, che si DEVE avverare, che la musica (quella colta, non le spice-girls), torni a beneficio di tutti, nelle strade. Cita l'es muss sein beethoveniano, a favore e come modello di questo.
"Nei salotti lustrati da servi venerati/ Nei concerti segreti... (continua)
"Nei salotti lustrati da servi venerati/ Nei concerti segreti... (continua)
Giovanni Pianca 25/3/2011 - 21:51
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Canzone française – Chez Diener – 1930 – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 29
Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.
Nous voici à nouveau dans ces Histoires d'Allemagne, qui, tu t'en doutes bien, Lucien l'âne mon ami, vont nous occuper un certain temps encore.
Hou là là, oui, je le pense bien, Marco Valdo M.I. mon ami. À mon sens, sans doute encore une bonne année. Et qui sait ce que tu vas encore me raconter. Dans l'ensemble , on l'imagine assez clairement : le Reich, la guerre, la division, la réunification, le mur tombé d'un seul côté... La marche vers la Grande Allemagne, la marche vers la Grande Europe...C'est carrément téléologique.
En effet, Lucien l'âne mon... (continua)