Western Union
[2006]
Album: Dopo il lungo inverno
Wester Union è il nome di un’agenzia che ti permette di spedire soldi in giro per il mondo. Ma potrebbe anche rimandare ad un ipotetico Sindacato d’Occidente. Se solo il nostro mondo riuscisse a ricordare parole come solidarietà, accoglienza, tolleranza. Una canzone per la solitudine di chi è stanco di “puzzare di straniero”.
Special guest: la brass band macedone Original Kocani Orkestar, capitanata dal virtuoso della tromba "King" Naat Veliov.
Album: Dopo il lungo inverno
Prologo - Quel giorno a primavera - La musica del tempo - Tota la sira - Oltre la guerra e la paura - Le strade di Crawford - Western Union - Mia dolce rivoluzionaria - Il paese delle meraviglie - Intermezzo - I prati di Bismantova - Mala Sirena - Mama Africa - Risamargo - La stagioun di delinqueint - Il treno dei folli - Come nuvole lontane - Stranger in Birkenau - Epilogo
Wester Union è il nome di un’agenzia che ti permette di spedire soldi in giro per il mondo. Ma potrebbe anche rimandare ad un ipotetico Sindacato d’Occidente. Se solo il nostro mondo riuscisse a ricordare parole come solidarietà, accoglienza, tolleranza. Una canzone per la solitudine di chi è stanco di “puzzare di straniero”.
Special guest: la brass band macedone Original Kocani Orkestar, capitanata dal virtuoso della tromba "King" Naat Veliov.
Western Union, qui chez Babylon
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/3/2011 - 16:56
Indios del mondo
2002
Pane e rose
Pane e rose
Ho visto i senza terra
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/3/2011 - 08:54
Il popolo è un bambino
Tratta da Il bidet e la rivoluzione, brano inciso con la Bandabardò nel disco Sette x uno, il cui ricavato è devoluto a Save the Children.
E' sostanzialmente una rivisitazione di questi 2 brani, vedete voi se dargli un'autonomia o se lasciarlo qui.
(in rete non si trova l'ho trascritto direttamente dal brano)
E' sostanzialmente una rivisitazione di questi 2 brani, vedete voi se dargli un'autonomia o se lasciarlo qui.
(in rete non si trova l'ho trascritto direttamente dal brano)
IL BIDET E LA RIVOLUZIONE
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/3/2011 - 08:06
?װער קלאַפּט עס
anonimo
Chanson Yiddish - Ver Klapt Es? – Anonyme – 1942
Voici venue du ghetto de Łódź, une chanson dont les premières strophes sont une comptine d'amour, rêveuse, mais dont les trois dernières offrent une vue dramatique sur la vie dans le ghetto assiégé, affamé et désespéré.
Le « vieux » de l'avant-dernière strophe, celui dont tous ont peur comme du géniteur de l'amoureuse courtisée en cachette, est Chaïm Rumkowski, le chef controversé du Judenrat du ghetto de Łódź. « Roi Chaïm », ainsi appelé en raison de l'autorité absolue qu'il exerçait, organisa le ghetto comme une machine efficiente de productivité en faveur des nazis, en espérant peut-être de cette manière réussir à troquer la très haute productivité contre le sauvetage du plus grand nombre de Juifs... Ce fut une grave erreur de jugement , sinon un complet errement; la ligne de Rumkowski empêcha l'organisation de la résistance à l'intérieur... (continua)
Voici venue du ghetto de Łódź, une chanson dont les premières strophes sont une comptine d'amour, rêveuse, mais dont les trois dernières offrent une vue dramatique sur la vie dans le ghetto assiégé, affamé et désespéré.
Le « vieux » de l'avant-dernière strophe, celui dont tous ont peur comme du géniteur de l'amoureuse courtisée en cachette, est Chaïm Rumkowski, le chef controversé du Judenrat du ghetto de Łódź. « Roi Chaïm », ainsi appelé en raison de l'autorité absolue qu'il exerçait, organisa le ghetto comme une machine efficiente de productivité en faveur des nazis, en espérant peut-être de cette manière réussir à troquer la très haute productivité contre le sauvetage du plus grand nombre de Juifs... Ce fut une grave erreur de jugement , sinon un complet errement; la ligne de Rumkowski empêcha l'organisation de la résistance à l'intérieur... (continua)
QUI FRAPPE ?
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/3/2011 - 22:21
Bandiere da bruciare
2001
Romantic Songs of dissidence
Romantic Songs of dissidence
Posso sentire il vento soffiare
(continua)
(continua)
inviata da Enrico Shot in System HC 28/3/2011 - 21:09
Alieni
[2004]
Nell'album "Sì sì Sì NO no No" (Maninalto! Records)
(B.B.)
Nell'album "Sì sì Sì NO no No" (Maninalto! Records)
(B.B.)
mi sento confuso, lo
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 28/3/2011 - 08:14
Stornelli d’esilio
[1895-98]
Parole di Pietro Gori
Sulla melodia della canzone popolare toscana “Figlia campagnola”.
La prima pubblicazione risale al 1898, sulla rivista degli anarchici italiani profughi in America “La Questione sociale”
Testo trovato su Voci di mezzo
Interpreti: Margot (Cantacronache), Caterina Bueno, Les Anarchistes
Una canzone che Pietro Gori potrebbe aver scritto sia all’epoca del primo esilio - quando fu espulso dalla Svizzera dove era riparato per evitare l’arresto, accusato di essere l’ispiratore dell’attentato di Sante Caserio al presidente francese Sadi Carnot – sia a quella del secondo esilio, quando Gori fu costretto a fuggire in Sud America a seguito della repressione scatenata a partire dai moti milanesi del 1898.
“Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà…”
Mi è venuto bene di offrire questa canzone a contributo delle CCG/AWS contro tutta la retorica... (continua)
Parole di Pietro Gori
Sulla melodia della canzone popolare toscana “Figlia campagnola”.
La prima pubblicazione risale al 1898, sulla rivista degli anarchici italiani profughi in America “La Questione sociale”
Testo trovato su Voci di mezzo
Interpreti: Margot (Cantacronache), Caterina Bueno, Les Anarchistes
Una canzone che Pietro Gori potrebbe aver scritto sia all’epoca del primo esilio - quando fu espulso dalla Svizzera dove era riparato per evitare l’arresto, accusato di essere l’ispiratore dell’attentato di Sante Caserio al presidente francese Sadi Carnot – sia a quella del secondo esilio, quando Gori fu costretto a fuggire in Sud America a seguito della repressione scatenata a partire dai moti milanesi del 1898.
“Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà…”
Mi è venuto bene di offrire questa canzone a contributo delle CCG/AWS contro tutta la retorica... (continua)
O profughi d’Italia, a la ventura
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 28/3/2011 - 07:05
Percorsi:
Esili e esiliati
Un dialogo leopardiano a proposito della Guerra di Cirenaica. Dopo le prime reazioni a caldo, qualche ragionamento in più, e anche qualche dubbio. Una cosa che segna anche, e mi permetto di annunciarlo qui, il mio ritorno sul sito dopo un paio di mesi di...latitanza.
Riccardo Venturi 28/3/2011 - 00:51
Territory
non sarà perfetta ma visto che me la sono fatta per me la metto anche qua
TERRITORIO
(continua)
(continua)
inviata da Archibald Gambolputty 27/3/2011 - 16:59
Celentano
Chanson italienne – Celentano - Andrea Sigona -
écrite pour le spectacle Il lavoro rende liberi (en français Le travail rend libre; en européen : Arbeit macht frei !) de Daniele Biacchessi:
« Cette histoire a un titre, « la salopette de Celentano » et un héros, Ubaldo Urso.
C'est une petite grande histoire italienne, une affaire exemplaire d'émigration du sud au nord.
Ubaldo Urso est né à Casoria.
Il commence à travailler dès son enfance.
Il connaît une vie dure, il souffre comme mineur à San Cataldo, village mafieux.
Puis, il affronte le long voyage vers Milan, une ville qui dans les années soixante recueille les fruits du sous-prolétariat méridional.
Ainsi, sans conscience syndicale et sans esprit de classe, Ubaldo est engagé chez Innocenti et fait le jaune.
Ses collègues ouvriers l'appellent Celentano, comme le chanteur.
Ubaldo est un gars jovial, content, un comique qui travaille et... (continua)
écrite pour le spectacle Il lavoro rende liberi (en français Le travail rend libre; en européen : Arbeit macht frei !) de Daniele Biacchessi:
« Cette histoire a un titre, « la salopette de Celentano » et un héros, Ubaldo Urso.
C'est une petite grande histoire italienne, une affaire exemplaire d'émigration du sud au nord.
Ubaldo Urso est né à Casoria.
Il commence à travailler dès son enfance.
Il connaît une vie dure, il souffre comme mineur à San Cataldo, village mafieux.
Puis, il affronte le long voyage vers Milan, une ville qui dans les années soixante recueille les fruits du sous-prolétariat méridional.
Ainsi, sans conscience syndicale et sans esprit de classe, Ubaldo est engagé chez Innocenti et fait le jaune.
Ses collègues ouvriers l'appellent Celentano, comme le chanteur.
Ubaldo est un gars jovial, content, un comique qui travaille et... (continua)
CELENTANO
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/3/2011 - 16:11
La Biblioteca Nazionale di Sarajevo
Ho voluto unire la Storia di un eroe sconosciuto di nome Abi, un umile disertore arrivato in Italia per sfuggire alla guerra -"avrei dovuto sparare sui miei vicini, se fossi rimasto là"- con la storia di quella sciagurata città attraverso il suo simbolo più eloquente La Biblioteca Nazionale. Quella biblioteca era il simbolo della convivenza di "etnie" diverse. Scrive Rosario La Rossa nel suo libro "Mostri":
"4 aerei serbi che sganciarono decine di bombe su Vijecnica, la Biblioteca Nazionale di Sarajevo. 4 aerei e 4 secondi per cancellare 400 anni di storia. Cadevano precise le bombe sull’edificio ricco di libri. Non era un errore, non era un errore. La biblioteca era il bersaglio dei serbi. Perché bombardare un biblioteca, perché sprecare bombe, tempo e uomini per distruggere qualcosa che non spara. Questo si chiese Ludovic Boban, quando in piazza insieme a decine di giovani con secchi di... (continua)
"4 aerei serbi che sganciarono decine di bombe su Vijecnica, la Biblioteca Nazionale di Sarajevo. 4 aerei e 4 secondi per cancellare 400 anni di storia. Cadevano precise le bombe sull’edificio ricco di libri. Non era un errore, non era un errore. La biblioteca era il bersaglio dei serbi. Perché bombardare un biblioteca, perché sprecare bombe, tempo e uomini per distruggere qualcosa che non spara. Questo si chiese Ludovic Boban, quando in piazza insieme a decine di giovani con secchi di... (continua)
La Biblioteca Nazionale di Sarajevo
(continua)
(continua)
inviata da Marco Milozzi 26/3/2011 - 18:24
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
American Idiot
AMO I GREEN DAY
LI AMO,
TANTISSIMO,
SIETE LA MIA VITA,
LI AMO,
TANTISSIMO,
SIETE LA MIA VITA,
GREEN DAY ALL MY LIFE 26/3/2011 - 18:05
Le dimanche à Tchernobyl
[2002]
Album : L'Imprudence
Album : L'Imprudence
Le dimanche à Tchernobyl
(continua)
(continua)
inviata da adriana 26/3/2011 - 11:47
Percorsi:
Contro il Nucleare
Pink Floyd: Wish You Were Here
OGALLÁ QUE ESTIVESES AQUI
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/3/2011 - 02:41
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Testo e musica di Francesco Guccini
Lyrics and Music by Francesco Guccini
Paroles et Musique de Francesco Guccini
Inserita nell'album Ritratti (2004)
Torno su questo sito dopo un'assenza (o latitanza) stavolta parecchio lunga. Alcuni mesi, addirittura. Ad un certo punto, dopo anni e anni di militanza quotidiana (perché occuparsi delle CCG è, almeno per me, una forma ben precisa di militanza, nella quale ho gettato tutto quel che ho di capacità e di conoscenza), mi si è come staccata la spina; non sono lontano dai cinquant'anni, e -volente o nolente- me li sento addosso. Ma son cose poco importanti, o perlomeno che importano solo al sottoscritto; dunque, rieccomi e mi fa un gran piacere ritrovare tutti quanti (in modo politicamente corretto dovrei scrivere tutt* quant*, ma a me gli asterischini non piacciono).
Per rientrare (vale a dire: costruire una pagina originale) ho scelto... (continua)