Miniera
"Mi raccontava anni fa Francesco Mongiardo (gli americani lo pronunciavano “Frank Majority”), scalpellino, figlio di minatore immigrato dalla Campania in West Virginia: “Mio padre sbarcò a New York nel 1902. Dopo passato il controllo immigrazione, l’hanno mandati alla stazione centrale e lì nessuno sapeva l’inglese, e gli hanno messo delle targhette al collo con la destinazione – come bestiame, insomma. E li hanno marcati per il West Virginia. L’hanno messi sul treno, e spediti in West Virginia.” Li chiamavano blue trains: treni con i finestrini verniciati di blu, così che gli immigrati spediti a destinazione ignota non vedevano neanche dove stavano andando. Continua Frank Majority: “Arrivarono che era notte. A Beckley, credo, nel centro dei giacimenti di carbone. E lì accanto, lungo i binari, c’erano fornaci aperte che bruciavano il carbone per fare il coke. I fuochi accendevano il cielo... (continua)
Alessandro 28/7/2009 - 23:14
Johnny 99
[1982]
Album "Nebraska"
Interpretata anche da Johnny Cash, Los Lobos
"[...] Molti anni fa, quando Ronald Reagan si disse suo ammiratore, Bruce Springsteen commentò: chissà se ha mai sentito Johnny 99?... Pare che questo concerto lo dobbiamo al ministro Maroni, che ha evitato di farlo annullare dicendosi suo fan. Chissà se Maroni ha mai ascoltato Johnny 99? Un operaio che perde il lavoro, che non ce la fa a pagare il mutuo (ma quand’è stata scritta questa canzone? Un quarto di secolo fa, o l’altro giorno?), prende un fucile in mano e spara (se fosse francese, metterebbe le bombe sotto la fabbrica o sequestrerebbe un dirigente), spiega al giudice che a mettergli l’arma in mano non è solo la perdita del lavoro e della casa ma soprattutto le idee che questo disastro gli ha fatto venire in testa. “Avevo debiti che nessun uomo onesto può ripagare”, dice Johnny 99. [...]
Dal blog di Alessandro... (continua)
Album "Nebraska"
Interpretata anche da Johnny Cash, Los Lobos
"[...] Molti anni fa, quando Ronald Reagan si disse suo ammiratore, Bruce Springsteen commentò: chissà se ha mai sentito Johnny 99?... Pare che questo concerto lo dobbiamo al ministro Maroni, che ha evitato di farlo annullare dicendosi suo fan. Chissà se Maroni ha mai ascoltato Johnny 99? Un operaio che perde il lavoro, che non ce la fa a pagare il mutuo (ma quand’è stata scritta questa canzone? Un quarto di secolo fa, o l’altro giorno?), prende un fucile in mano e spara (se fosse francese, metterebbe le bombe sotto la fabbrica o sequestrerebbe un dirigente), spiega al giudice che a mettergli l’arma in mano non è solo la perdita del lavoro e della casa ma soprattutto le idee che questo disastro gli ha fatto venire in testa. “Avevo debiti che nessun uomo onesto può ripagare”, dice Johnny 99. [...]
Dal blog di Alessandro... (continua)
Well they closed down the auto plant in Mahwah late that month
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/7/2009 - 22:40
Adam The Inventor
Curioso... Wolf Rilla, uno degli autori del brano, è il regista del famoso "Il villaggio dei dannati" (1960), film di science fiction dove gli abitanti di un villaggio cadono in un sonno letargico, il paese rimane come isolato da un invisibile cupola di energia e, quando tutti si svegliano, si scopre le donne sono tutte gravide, destinate a partorire dei bambini inquietanti, molto simili fra loro e dotati di poteri eccezionali... una stirpe di alieni. Molto bello. P.v.c.
Alessandro 28/7/2009 - 14:12
The Fires of Napalm
[1968]
Album“Everybody’s Got A Right To Live”
con il Rev. Frederick Douglass Kirkpatrick
Testo pubblicato sul libretto dell’album e su Broadside Magazine n.91 del maggio 1968. Presente anche in Veleno di Piombo sul Muro, le canzoni del Black Power, a cura di Alessandro Portelli, editori Laterza, 1969.
Sul suo sito Jimmy Collier oggi compare vestito da cowboy e non c’è quasi traccia della sua vecchia discografia e, in particolare, di quel potentissimo lavoro intitolato “Everybody’s Got A Right To Live” che realizzò nel 1968 per le edizioni Broadside/Smithsonian Folkways a quattro mani con il reverendo Frederick Douglass Kirkpatrick, pastore, folksinger ed attivista per i diritti civili, fondatore dei “Deacons for Defense and Justice”, gruppo armato di autodifesa della gente di colore attivo in Lousiana e Mississippi e antesignano delle Black Panthers.
Eppure Collier – di padre nero... (continua)
Album“Everybody’s Got A Right To Live”
con il Rev. Frederick Douglass Kirkpatrick
Testo pubblicato sul libretto dell’album e su Broadside Magazine n.91 del maggio 1968. Presente anche in Veleno di Piombo sul Muro, le canzoni del Black Power, a cura di Alessandro Portelli, editori Laterza, 1969.
Sul suo sito Jimmy Collier oggi compare vestito da cowboy e non c’è quasi traccia della sua vecchia discografia e, in particolare, di quel potentissimo lavoro intitolato “Everybody’s Got A Right To Live” che realizzò nel 1968 per le edizioni Broadside/Smithsonian Folkways a quattro mani con il reverendo Frederick Douglass Kirkpatrick, pastore, folksinger ed attivista per i diritti civili, fondatore dei “Deacons for Defense and Justice”, gruppo armato di autodifesa della gente di colore attivo in Lousiana e Mississippi e antesignano delle Black Panthers.
Eppure Collier – di padre nero... (continua)
You know we’re wrong
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/7/2009 - 14:00
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
Abdallâh
[2008]
Album "Ce que l'on sème"
Auteur, compositeur: Guizmo
Arrangements: Tryo - Hélène Bohy
Una canzone che parla dei tuareg del Niger, seduti su immensi giacimenti di uranio che però sono controllati dai neocolonialisti francesi. Quel che la canzone non dice è che, a parzialissimo risarcimento per la predazione delle loro risorse, ai tuareg è consentito gestire il traffico dei migranti che passano dal Niger per raggiungere la Libia e poi l'Italia e l'Europa... E questo con la benedizione degli accordi Sarkozy-Gheddafi-Berlusconi.
Racconta un passeur tuareg intervistato dal giornalista de L'Espresso Fabrizio Gatti per la sua inchiesta intitolata "La nuova ondata":
"Da novembre scorso [2008] è come se la Libia avesse dato il via libera. Ora che Gheddafi è stato eletto presidente dell'Unione africana, non può certo rimandare indietro i suoi concittadini africani. Abbiamo saputo che l'Italia... (continua)
Album "Ce que l'on sème"
Auteur, compositeur: Guizmo
Arrangements: Tryo - Hélène Bohy
Una canzone che parla dei tuareg del Niger, seduti su immensi giacimenti di uranio che però sono controllati dai neocolonialisti francesi. Quel che la canzone non dice è che, a parzialissimo risarcimento per la predazione delle loro risorse, ai tuareg è consentito gestire il traffico dei migranti che passano dal Niger per raggiungere la Libia e poi l'Italia e l'Europa... E questo con la benedizione degli accordi Sarkozy-Gheddafi-Berlusconi.
Racconta un passeur tuareg intervistato dal giornalista de L'Espresso Fabrizio Gatti per la sua inchiesta intitolata "La nuova ondata":
"Da novembre scorso [2008] è come se la Libia avesse dato il via libera. Ora che Gheddafi è stato eletto presidente dell'Unione africana, non può certo rimandare indietro i suoi concittadini africani. Abbiamo saputo che l'Italia... (continua)
Si le monde était à refaire
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/7/2009 - 08:16
La ballata dell'ex
La verita' non abita né a destra né (sopratutto) a sinistra...
(Don Curzio)
(Don Curzio)
La verità, fortunatamente, non abita da nessuna parte. Soprattutto quella cosiddetta "rivelata", direi, ancor più di quelle "destre" o "sinistre". Fosse per me, farei una lotta senza quartiere per abolirla del tutto, la "verità". Nel suo nome sono state commesse le peggiori tragedie dell'umanità, da qualsiasi parte. Saluti! [RV]
27/7/2009 - 17:45
Now That The War Is Over
[1975]
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.131 dell’aprile/giugno 1976.
Si tratta di un brano inedito. Credo sia una delle prime canzoni scritte da Willie Nile, il cui disco di debutto è del 1980.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.131 dell’aprile/giugno 1976.
Si tratta di un brano inedito. Credo sia una delle prime canzoni scritte da Willie Nile, il cui disco di debutto è del 1980.
Now that the war is over
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 27/7/2009 - 15:39
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
Les Brindilles d'Accettura
Les Brindilles d'Accettura
Canzone léviane – Les Brindilles d'Accettura – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 34
Les Brindilles d'Accettura est la trente-quatrième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
La pensée du prisonnier flotte dans la nuit des souvenirs, puis, elle dérive sur la mer de la méditation. En somme, comme Montaigne, il voit le monde à sa manière et somme toute, philosophe.
Nous y voilà, dit l'âne Lucien, j'imaginais bien que tu allais le dire un jour que la canzone est une manière de philosopher. Et je suis très intéressé à ce que tu me dises pourquoi la philosophie, comme on la pratiquait de mon temps d'âne, passe par la canzone. Jusqu'ici, il était entendu que dans la chanson, on avait entendu parler d'amour, on y avait conté des aventures en tous genres, on y avait répandu le vide de l'indigence... (continua)
Canzone léviane – Les Brindilles d'Accettura – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 34
Les Brindilles d'Accettura est la trente-quatrième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
La pensée du prisonnier flotte dans la nuit des souvenirs, puis, elle dérive sur la mer de la méditation. En somme, comme Montaigne, il voit le monde à sa manière et somme toute, philosophe.
Nous y voilà, dit l'âne Lucien, j'imaginais bien que tu allais le dire un jour que la canzone est une manière de philosopher. Et je suis très intéressé à ce que tu me dises pourquoi la philosophie, comme on la pratiquait de mon temps d'âne, passe par la canzone. Jusqu'ici, il était entendu que dans la chanson, on avait entendu parler d'amour, on y avait conté des aventures en tous genres, on y avait répandu le vide de l'indigence... (continua)
Le petit Comte, on ne le voyait pas;
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/7/2009 - 18:41
301 guerre fa
GRANDE COME E' SEMPRE STATO IL GRANDE BERTOLI....Ciao Pierangelo.............
ENZO 26/7/2009 - 18:22
Nella mia ora di libertà
Grazie, buona idea, solo che non risponde mai nessuno...
Continuerò a provare! ciao
Continuerò a provare! ciao
vane 26/7/2009 - 18:02
Che je fa
Canzone ironica sull'omertà mafiosa
Questa è la storia , la storia de ‘n paese
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/7/2009 - 17:37
Percorsi:
Mafia e mafie
La bomba intelligente
La mia matricola è doppio vi ei ar
(continua)
(continua)
inviata da adriana 26/7/2009 - 12:25
Italia: ultimo atto
Un morceau qui, avec « In compagnia dei lupi », rappelle la célèbre « Povera patria » de Franco Battiato. Peut-être en est-ce une actualisation étant donné l'immonde fourmillement de fascistes, de satyres, de putains de haut vol, d'affairistes, de mafieux, de subversifs, de cagoulards, d'incompétents, de menteurs, de mercenaires, d'arrogants et d'imbéciles qui grouillent bien gras, florissants et baveux aussi bien aux sommets de l'État et des partis que dans chaque coin sombre, humide et fétide de notre pauvre pays...
La normalisation des années 80 et 90 est terminée. L'Italie est un pays socialement et culturellement désintégré. De super-pouvoirs supranationaux en ont pris le contrôle absolu et procèdent à son extinction, flanqués, comme toujours, de volontaires esclaves indigènes.
Paradoxalement, nous revenons à l'avant-garde : celle d'un Occident en route vers les ténèbres! ».
Commentaires... (continua)
La normalisation des années 80 et 90 est terminée. L'Italie est un pays socialement et culturellement désintégré. De super-pouvoirs supranationaux en ont pris le contrôle absolu et procèdent à son extinction, flanqués, comme toujours, de volontaires esclaves indigènes.
Paradoxalement, nous revenons à l'avant-garde : celle d'un Occident en route vers les ténèbres! ».
Commentaires... (continua)
ITALIE: DERNIER ACTE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/7/2009 - 11:20
Bitter Fruit
[1986]
Lyrics & music by Little Steven (Steven Van Zandt)
Album: Freedom - No Compromise [1987]
Lyrics & music by Little Steven (Steven Van Zandt)
Album: Freedom - No Compromise [1987]
I was born lucky they always say
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 26/7/2009 - 08:17
Il campo
Du livret du cd :
J'ai écrit en 2006, Lager italiani, Histoire de migrants enfermés dans les centres d'expulsion, où l'on met la main souvent et volontiers au bâton pour mettre « à leur place » ces hommes inférieurs. Ces « Alis aux yeux bleus » dont les traversées avaient été prophétisées poétiquement il y a des dizaines d'années par Pier Paolo Pasolini.
Je chante ici ces traversées.
En 2009, je termine un nouveau livre, Servi (Esclaves), où je raconte mon voyage dans l'Italie des clandestins au travail. Et je raconte, justement, leur nature servile, nécessaire à notre économie – une nature qui prend forme histoire après histoire. Comme celle de Soufiane, que je chante ici, qui m'a dit : « Mais qu'est-ce que je te dis ?/ C'est la parabole » Si, la parabole qui induit les désirs, le médium du Spectacle. Les migrants que nous refusons sont l'image inversée du désir de la société occidentale. Le Camp ou le corps clandestin.
J'ai écrit en 2006, Lager italiani, Histoire de migrants enfermés dans les centres d'expulsion, où l'on met la main souvent et volontiers au bâton pour mettre « à leur place » ces hommes inférieurs. Ces « Alis aux yeux bleus » dont les traversées avaient été prophétisées poétiquement il y a des dizaines d'années par Pier Paolo Pasolini.
Je chante ici ces traversées.
En 2009, je termine un nouveau livre, Servi (Esclaves), où je raconte mon voyage dans l'Italie des clandestins au travail. Et je raconte, justement, leur nature servile, nécessaire à notre économie – une nature qui prend forme histoire après histoire. Comme celle de Soufiane, que je chante ici, qui m'a dit : « Mais qu'est-ce que je te dis ?/ C'est la parabole » Si, la parabole qui induit les désirs, le médium du Spectacle. Les migrants que nous refusons sont l'image inversée du désir de la société occidentale. Le Camp ou le corps clandestin.
LE CAMP
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/7/2009 - 22:42
Portland Town
(1957)
Interpretata da Joan Baez e da Marianne Faithfull
This song is original in 1957 by the unknown songwriter Derroll Adams (* 27. November 1925 in Portland (Oregon), USA; † 6. Februar 2000 in Antwerpen) written in memory of Korean War. He was a victim of McCarthyism and going than to London 1957.
Interpretata da Joan Baez e da Marianne Faithfull
This song is original in 1957 by the unknown songwriter Derroll Adams (* 27. November 1925 in Portland (Oregon), USA; † 6. Februar 2000 in Antwerpen) written in memory of Korean War. He was a victim of McCarthyism and going than to London 1957.
I was born in Portland town
(continua)
(continua)
inviata da Holger Terp & AWS Staff 25/7/2009 - 10:30
Teacher Uncle Ho
Words and Music by Pete Seeger (1970)
He educated all the people.
(continua)
(continua)
25/7/2009 - 10:19
Terra in bocca
Toi, Lucien mon ami, porteur de lumière, toi qui es un âne et qui dans tous les pays vas partout de ton petit pas, vas partout, entends tout et vois-tout, tu dois savoir ce qu'est la Mafia et ses méfaits et bien de ses secrets. Tu pourrais donc apprécier cette chanson qui raconte une jolie, mieux une belle histoire d'amour, qui tourne à la tragédie par l'intervention de la Mafia.
Oh, dit Lucien l'âne, bien sûr que nous les ânes on a de grands yeux et de grandes oreilles... et que des histoires de méchantes actions de la Mafia, on en connaît des tonnes. Ce sont vraiment de mauvaises bêtes que ces mafieux et tous ceux qui les servent. Ils seraient même capables de tuer un âne ou une mule...
Tu ne crois pas si bien dire... mon bon ami... Dans la chanson, « ils » égorgent un mulet. C'est une chanson relativement récente, mais l'histoire elle remonte à 1936. C'est un épisode de la guerre de... (continua)
Oh, dit Lucien l'âne, bien sûr que nous les ânes on a de grands yeux et de grandes oreilles... et que des histoires de méchantes actions de la Mafia, on en connaît des tonnes. Ce sont vraiment de mauvaises bêtes que ces mafieux et tous ceux qui les servent. Ils seraient même capables de tuer un âne ou une mule...
Tu ne crois pas si bien dire... mon bon ami... Dans la chanson, « ils » égorgent un mulet. C'est une chanson relativement récente, mais l'histoire elle remonte à 1936. C'est un épisode de la guerre de... (continua)
LA TERRE EN BOUCHE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/7/2009 - 21:57
L'ultima notte di caccia
1979
Viva
La passione tra un indiano e una donna bianca non è sufficiente ad unirli a causa delle differenze razziali per cui i bianchi uccidono l'indiano penetrato furtivamente nel loro campo per incontrare l'amata.
Viva
La passione tra un indiano e una donna bianca non è sufficiente ad unirli a causa delle differenze razziali per cui i bianchi uccidono l'indiano penetrato furtivamente nel loro campo per incontrare l'amata.
Batte il suo tempo sempre esatto
(continua)
(continua)
inviata da m 24/7/2009 - 21:40
Percorsi:
Genocidio dei Nativi Americani
Mississippi
[1965]
Ho trovato questa canzone su Broadside Magazine n.61 dell’agosto 1965, in seconda pagina. In copertina la foto della sua autrice, Charyn Sutton. Il testo è accompagnato da una nota della stessa Sutton in cui racconta che la sua “Mississippi” era diventata molto nota tra Boston, Philadelphia e Washington, tanto che sarebbe stato Phil Ochs a consigliarle di mandarla alla redazione del Broadside Magazine…
Essendo curioso di facce e di storie, soprattutto minime, mi sono chiesto che fine avesse fatto questa Charyn immortalata sulla copertina del Broadside, e di cui è nota questa sola canzone...
E ho scoperto che è morta di cancro nel 2004, all’età di 57 anni, dopo una vita molto intensa al servizio della sua comunità, e non solo quella afroamericana: attivista per i diritti civili negli anni ’60 (ne aveva appena 18 quando chiedeva al Broadside di pubblicare questa sua canzone), si... (continua)
Ho trovato questa canzone su Broadside Magazine n.61 dell’agosto 1965, in seconda pagina. In copertina la foto della sua autrice, Charyn Sutton. Il testo è accompagnato da una nota della stessa Sutton in cui racconta che la sua “Mississippi” era diventata molto nota tra Boston, Philadelphia e Washington, tanto che sarebbe stato Phil Ochs a consigliarle di mandarla alla redazione del Broadside Magazine…
Essendo curioso di facce e di storie, soprattutto minime, mi sono chiesto che fine avesse fatto questa Charyn immortalata sulla copertina del Broadside, e di cui è nota questa sola canzone...
E ho scoperto che è morta di cancro nel 2004, all’età di 57 anni, dopo una vita molto intensa al servizio della sua comunità, e non solo quella afroamericana: attivista per i diritti civili negli anni ’60 (ne aveva appena 18 quando chiedeva al Broadside di pubblicare questa sua canzone), si... (continua)
Too many people have hung from the trees of Mississippi
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 24/7/2009 - 13:27
La belva del condominio
[2002]
Album "Non riesco più a starmene tranquillo"
Una bellissima canzone anarco-tekno-pop-punk, una delle più celebri del grande eppur misconosciuto MGZ, l'"Ultimo Profeta".
Dedicata a tutti i fascisti, a tutti i razzisti, a quelli delle ronde, a quelli che ingannano il tempo bruciando i barboni, a quelli che trucidano un ragazzo di colore perchè aveva rubato un pacchetto di biscotti, a quelli che rispediscono gente disperata a morire nel deserto, a quelli in divisa che massacrano e spesso, troppo spesso, uccidono i cittadini che invece dovrebbero proteggere.
"Pazzia pura o semplice genialità? Si è indecisi su quale opzione propendere ascoltando questo album della band savonese dal look post-atomico, capitanata dal profeta MGZ (al secolo Mauro Guazzotti). La musica è una sorta di techno-pop che a tratti scivola in un punk dal sapore industriale (massicci i campionamenti presenti). Il... (continua)
Album "Non riesco più a starmene tranquillo"
Una bellissima canzone anarco-tekno-pop-punk, una delle più celebri del grande eppur misconosciuto MGZ, l'"Ultimo Profeta".
Dedicata a tutti i fascisti, a tutti i razzisti, a quelli delle ronde, a quelli che ingannano il tempo bruciando i barboni, a quelli che trucidano un ragazzo di colore perchè aveva rubato un pacchetto di biscotti, a quelli che rispediscono gente disperata a morire nel deserto, a quelli in divisa che massacrano e spesso, troppo spesso, uccidono i cittadini che invece dovrebbero proteggere.
"Pazzia pura o semplice genialità? Si è indecisi su quale opzione propendere ascoltando questo album della band savonese dal look post-atomico, capitanata dal profeta MGZ (al secolo Mauro Guazzotti). La musica è una sorta di techno-pop che a tratti scivola in un punk dal sapore industriale (massicci i campionamenti presenti). Il... (continua)
Disgraziati, delinquenti con il loro motorino
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 23:46
Signor censore
[1975]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"
"In Signor Censore affronto il tema della censura sottile, quella che censura senza nemmeno dirtelo. Nei miei testi ci sono ironia e provocazione, mai le parolacce perché mi danno fastidio istintivamente. In questa canzone mi rivolgo ai censori che creano ghetti e poi li circondano di mura. Vedi Secondigliano..." - Edoardo Bennato
Signor Censore,
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 23/7/2009 - 23:07
I muri del pianto
Oltre i confini dell’Africa nera
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 23/7/2009 - 20:46
Ruby Don't Take Your Love To Town
Quella di Kenny Rogers & The First Edition è una cover di un brano scritto nel 1967 dal cantante country Lonnie Melvin "Mel" Tillis basandosi sulla storia di una coppia di suoi vicini di casa. Tillis ci risparmiò però il finale tragico Infatti, il suo vicino, un ex GI gravemente ferito in Germania durante la seconda guera mondiale, finì per ammazzare davvero la moglie per poi suicidarsi...
Alessandro 23/7/2009 - 16:16
One More Parade
Stando ai crediti riportati su Broadside Magazine n.50 del settembre 1964, la canzone fu composta da Ochs insieme al folksinger Bob Gibson...
Alessandro 23/7/2009 - 15:47
White Winged Dove
[1965]
Parole e musica di Mark Spoelstra
Nell'album “Five & Twenty Questions”
Testo e accordi pubblicati sul #62 del Broadside Magazine, 15 settembre 1965
Spoelstra era di fede quacchera e, grazie a questo, fece obiezione di coscienza al servizio militare senza però subire processo e prigione, come invece capitò a molti altri… Per due anni, tra il 1963 e il 1965 fece il servizio civile a Fresno, in California.
Alcune delle sue canzoni si riferiscono proprio a questa sua scelta di rifiuto del servizio militare, delle armi e della guerra.
Parole e musica di Mark Spoelstra
Nell'album “Five & Twenty Questions”
Testo e accordi pubblicati sul #62 del Broadside Magazine, 15 settembre 1965
Spoelstra era di fede quacchera e, grazie a questo, fece obiezione di coscienza al servizio militare senza però subire processo e prigione, come invece capitò a molti altri… Per due anni, tra il 1963 e il 1965 fece il servizio civile a Fresno, in California.
Alcune delle sue canzoni si riferiscono proprio a questa sua scelta di rifiuto del servizio militare, delle armi e della guerra.
I can play this guitar, I can sing a few notes,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 15:29
Don’t Say It So Slow
[1963]
Album “Spoelstra at Club 47”, live concert in Cambridge, Massachusetts.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.58 del maggio 1965.
Album “Spoelstra at Club 47”, live concert in Cambridge, Massachusetts.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.58 del maggio 1965.
Peace clouds are rolling, Peace clouds are rolling,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 13:35
We've Got to Find Another Way
[1962]
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.5 del maggio 1962.
Un appello all’obiezione di coscienza.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.5 del maggio 1962.
Un appello all’obiezione di coscienza.
I got a form from my Draft Board
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 13:06
Leave Us Alone!
[1963]
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.37 del gennaio 1964.
Una canzone dedicata ai nativi americani.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.37 del gennaio 1964.
Una canzone dedicata ai nativi americani.
You say that I’m a bloody savage
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 10:31
The Dance of Death
[1967]
Album "Reality Is Bad Enough" (1968)
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.88 del gennaio 1968.
Album "Reality Is Bad Enough" (1968)
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.88 del gennaio 1968.
Sing to me, sing to me, a tune that's made for dancing
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 09:54
Francesco Guccini / Gian Piero Alloisio: Gulliver
[1983]
Testo di Gian Piero Alloisio
Musica di Francesco Guccini e Gian Piero Alloisio
Incisione di Guccini: "Francesco Guccini"
Lemuele Sgrùlliver
di Ahmed il Lavavetri
Nelle lunghe ore d'inattività e di ieri che solo certe essenze distillate sanno regalare, Lemuele Sgrùlliver tornava coi pensieri ai tempi in cui andava in bicicletta; e sorridendo come sa sorridere soltanto chi ha il culo che gli ha fatto male, parlava con marmotte, piacentine ed islandesi, con svizzeri dagli stipendi astrusi; scienziati ed equipaggi, e alieni e ciurme e saggi, riempiendo il sito intero di miraggi.
Ma se i desideri sono solo qui di questa notte, o malinconia o allegre vite accese, nei vecchi amici che incontrava per la via (e non su feisbuc), in quelle loro facce un po' stranite sentiva bave amare, età passate e ipocondria, sentiva assenze e barbe poco fatte; ma confondendo tutto, volle farne parodia,... (continua)
Testo di Gian Piero Alloisio
Musica di Francesco Guccini e Gian Piero Alloisio
Incisione di Guccini: "Francesco Guccini"
Lemuele Sgrùlliver
di Ahmed il Lavavetri
Nelle lunghe ore d'inattività e di ieri che solo certe essenze distillate sanno regalare, Lemuele Sgrùlliver tornava coi pensieri ai tempi in cui andava in bicicletta; e sorridendo come sa sorridere soltanto chi ha il culo che gli ha fatto male, parlava con marmotte, piacentine ed islandesi, con svizzeri dagli stipendi astrusi; scienziati ed equipaggi, e alieni e ciurme e saggi, riempiendo il sito intero di miraggi.
Ma se i desideri sono solo qui di questa notte, o malinconia o allegre vite accese, nei vecchi amici che incontrava per la via (e non su feisbuc), in quelle loro facce un po' stranite sentiva bave amare, età passate e ipocondria, sentiva assenze e barbe poco fatte; ma confondendo tutto, volle farne parodia,... (continua)
Nelle lunghe ore d' inattività e di ieri
(continua)
(continua)
inviata da Ahmed, appunto, il Lavavetri 23/7/2009 - 02:37
Diluvio universale
[2003]
Testo e musica di Aldo Caponi (Don Backy)
Lyrics and music by Aldo Caponi (Don Backy)
Album: Diluvio universale
Testo e musica di Aldo Caponi (Don Backy)
Lyrics and music by Aldo Caponi (Don Backy)
Album: Diluvio universale
Non rimane che augurarci, un diluvio universale
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/7/2009 - 01:52
Il colonnello
Chanson italienne – Il Colonnello – Lucio Dalla – 1971
Des colonels, il y en eut beaucoup – dans le genre. Quelques années avant la chanson de Lucio Dalla, les Grecs venaient d'en prendre une belle brochette. Tous colonels, tous fascistes. Mais outre le colonel, on eut droit à des lieutenants, des capitaines, des généraux et même, un maréchal.
Quant à l'homme providentiel, on le collectionne aussi. On relève ainsi à s'en tenir à l'Europe, dite occidentale : un peintre raté (D), une mâchoire prognathe (I), un général félon (Esp), un économiste distingué (P), des colonels (GR), un homme d'affaires (en ce compris, love affairs) (I), un avocat mal élevé (F), un Maréchal gâteux (F)...
Oh, oh, dit Lucien l'âne, c'est pas chez nous les ânes qu'on trouverait de si étonnantes figures. Mais, dis-moi, il y en a donc des pareils dans bien des pays...
Certes, Lucien mon ami l'âne, mais tu connais... (continua)
Des colonels, il y en eut beaucoup – dans le genre. Quelques années avant la chanson de Lucio Dalla, les Grecs venaient d'en prendre une belle brochette. Tous colonels, tous fascistes. Mais outre le colonel, on eut droit à des lieutenants, des capitaines, des généraux et même, un maréchal.
Quant à l'homme providentiel, on le collectionne aussi. On relève ainsi à s'en tenir à l'Europe, dite occidentale : un peintre raté (D), une mâchoire prognathe (I), un général félon (Esp), un économiste distingué (P), des colonels (GR), un homme d'affaires (en ce compris, love affairs) (I), un avocat mal élevé (F), un Maréchal gâteux (F)...
Oh, oh, dit Lucien l'âne, c'est pas chez nous les ânes qu'on trouverait de si étonnantes figures. Mais, dis-moi, il y en a donc des pareils dans bien des pays...
Certes, Lucien mon ami l'âne, mais tu connais... (continua)
LE COLONEL
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/7/2009 - 22:47
Non trattare
non credo che Capossela, come questa canzone, possa definirsi nichilista.Più volte si è detto amante convinto della vita, della bellezza delle cose terrene, più volte ha partecipato a manifestazioni che il futuro lo contemplano e non lo annullano, e nè tantomeno guardano al presente come una dimensione corrotta ed immutabile nel suo degrado(Capossela tenne un concerto importantissimo sull'altopiano del formicoso nel 2008 per contrastare la decisione di berlusconi di impiantare una discarica su quella terra...).
quindi il maestro irpino, artista completo come pochi ce ne sono in giro oggi,di certo non sceglie il nichilismo come posizione privilegiata dalla quale osservare i movimenti del mercato ed assecondarli.
"senza creatività, senza partecipazione, puoi mettere e togliere uno qualsiasi dei suoi testi e metterlo su un'altra musica e non cambia nulla"...ti invito sinceramente ad ascoltare... (continua)
quindi il maestro irpino, artista completo come pochi ce ne sono in giro oggi,di certo non sceglie il nichilismo come posizione privilegiata dalla quale osservare i movimenti del mercato ed assecondarli.
"senza creatività, senza partecipazione, puoi mettere e togliere uno qualsiasi dei suoi testi e metterlo su un'altra musica e non cambia nulla"...ti invito sinceramente ad ascoltare... (continua)
gabriele 22/7/2009 - 22:06
L'Enchanteur Masqué
L'Enchanteur Masqué
Canzone léviane – L'Enchanteur Masqué– Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 33
L'Enchanteur Masqué est la trente-troisième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Après Perceval, voici à nouveau un personnage arthurien. Le très estimable Merlin qui par sa magie, par sa science, par son savoir méritait sans conteste son titre d'enchanteur. La magie de Merlin se déployait au service de bonne cause et se dressait contre le mal et le mensonge. Qu'on se réfère aux souvenirs d'enfance et Merlin bondit, chevelure et barbe blanches au vent, car Merlin avait, malgré son grand âge et pour revendiquer son grand âge avec fierté, une abondante chevelure, un beau visage ridé, une blancheur qui exprimait sa grande sagesse. Merlin était porteur d'une certaine moralité, d'une certaine honnêteté. Merlin était... (continua)
Canzone léviane – L'Enchanteur Masqué– Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 33
L'Enchanteur Masqué est la trente-troisième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Après Perceval, voici à nouveau un personnage arthurien. Le très estimable Merlin qui par sa magie, par sa science, par son savoir méritait sans conteste son titre d'enchanteur. La magie de Merlin se déployait au service de bonne cause et se dressait contre le mal et le mensonge. Qu'on se réfère aux souvenirs d'enfance et Merlin bondit, chevelure et barbe blanches au vent, car Merlin avait, malgré son grand âge et pour revendiquer son grand âge avec fierté, une abondante chevelure, un beau visage ridé, une blancheur qui exprimait sa grande sagesse. Merlin était porteur d'une certaine moralité, d'une certaine honnêteté. Merlin était... (continua)
L'enchanteur ne tolère pas un lumignon,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/7/2009 - 21:51
It’s All Happening Now
The old year goes and the new comes in, but winter stays
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 22/7/2009 - 15:09
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