World Full of Hate
Album "World Full of Hate"
album lyrics
album lyrics
Gimme this gimme that
(continua)
(continua)
3/9/2006 - 14:47
Battle Hymn of Ronald Reagan
Album "World Full of Hate"
album lyrics
album lyrics
My eyes have seen the horror
(continua)
(continua)
3/9/2006 - 14:46
Viet -Vet
Sent you off into the battle field
(continua)
(continua)
3/9/2006 - 14:44
Percorsi:
Guerra in Vietnam: reduci e conseguenze
Don't Want No Gun
Album "World Full of Hate"
album lyrics
album lyrics
Bloody bodies, children die
(continua)
(continua)
3/9/2006 - 14:43
When Will It End?
Album "World Full of Hate"
album lyrics
album lyrics
All the killing, Nazi, Klan
(continua)
(continua)
3/9/2006 - 14:41
Heros (Cum Home In Boxes)
Album "World Full of Hate"
album lyrics
album lyrics
You could be one of the proud few
(continua)
(continua)
3/9/2006 - 14:40
Percorsi:
Eroi
De igual a igual
[2001]
Letra : León Gieco - Música: Luis Gurevich
Parole : León Gieco - Musica: Luis Gurevich
Lyrics : León Gieco - Music: Luis Gurevich
Paroles : León Gieco - Musique : Luis Gurevich
Vortoj : León Gieco - Muziko: Luis Gurevich
Album: Bandidos rurales
Pare che le cose arrivino sempre al momento giusto. Ad esempio, questa canzone di León Gieco (ancora da Bandidos rurales, l'album in cui è presente La memoria) sta in questo sito fino dal 3 settembre 2006; arriva un momento, quattro anni e mezzo dopo, in cui qualcuno si mette a tradurre tutte le canzoni di Gieco ancora rimaste senza una versione italiaa, e soprattutto un momento in cui il grado di carogneria, di vigliaccheria e di ipocrisia nei confronti dei Dannati della Terra sta assumendo delle dimensioni spaventose. E, allora, certe parole -anche quelle che hanno aspettato a lungo- divengono urgenti; e anche se in questa canzone... (continua)
Letra : León Gieco - Música: Luis Gurevich
Parole : León Gieco - Musica: Luis Gurevich
Lyrics : León Gieco - Music: Luis Gurevich
Paroles : León Gieco - Musique : Luis Gurevich
Vortoj : León Gieco - Muziko: Luis Gurevich
Album: Bandidos rurales
Pare che le cose arrivino sempre al momento giusto. Ad esempio, questa canzone di León Gieco (ancora da Bandidos rurales, l'album in cui è presente La memoria) sta in questo sito fino dal 3 settembre 2006; arriva un momento, quattro anni e mezzo dopo, in cui qualcuno si mette a tradurre tutte le canzoni di Gieco ancora rimaste senza una versione italiaa, e soprattutto un momento in cui il grado di carogneria, di vigliaccheria e di ipocrisia nei confronti dei Dannati della Terra sta assumendo delle dimensioni spaventose. E, allora, certe parole -anche quelle che hanno aspettato a lungo- divengono urgenti; e anche se in questa canzone... (continua)
Soy bolita en Italia,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 3/9/2006 - 13:37
Guantanamera
KELARTICO / KELARTIC
La versione in kelartico, la lingua personale di Riccardo Venturi
A version in Kelartic, Riccardo Venturi's personal language.
La versione in kelartico, la lingua personale di Riccardo Venturi
A version in Kelartic, Riccardo Venturi's personal language.
GVANTANAMĒRA
(continua)
(continua)
2/9/2006 - 21:34
L'Internationale
MIN NAN [BÂN-LÂM-GÚ; MIN MERIDIONALE] / MIN NAN [BÂN-LÂM-GÚ; SOUTHERN MIN]
Versione nella lingua Min-Nan, o Bân-lâm-gú, di ceppo Min, parlata nella provincia del Fujian e a Taiwan. Da zh-min-nan.wikipedia
A version in the Min-Nan (Southern Min, or Bân-lâm-gú) language, spoken in the Fujian province and in Taiwan. From zh-min-nan.wikipedia
Kok-chè-koa (Hoat-gí: L'Internationale; tha̍k chhin-chhiuⁿ "leⁿ-ter-na-sioⁿ-na-l(o)", "laⁿ-~"; internationale tha̍k chhin-chhiuⁿ "eⁿ-~", "aⁿ-~") sī chi̍t tiâu chhut-miâ ê siā-hōe-chú-gī (iā-sī hui-thóng-tī-chú-gī kap kiōng-sán-chú-gī) ê koa. Eugène Edine Pottier tī 1870 nî chò sû, pún-té sī toè La Marseillaise ê tiāu chhiùⁿ. Pierre Degeyter tī 1888 nî chò khek. Tùi 1922 nî kàu 1944 nî, chit-tiâu koa mā sī Soviet Siā-hōe-chú-gī Kiōng-hô-kok Liân-ha̍p ê kok-koa.
Nota. Finora questa pagina ha riportato esclusivamente la versione Min Nan traslitterata... (continua)
Versione nella lingua Min-Nan, o Bân-lâm-gú, di ceppo Min, parlata nella provincia del Fujian e a Taiwan. Da zh-min-nan.wikipedia
A version in the Min-Nan (Southern Min, or Bân-lâm-gú) language, spoken in the Fujian province and in Taiwan. From zh-min-nan.wikipedia
Kok-chè-koa (Hoat-gí: L'Internationale; tha̍k chhin-chhiuⁿ "leⁿ-ter-na-sioⁿ-na-l(o)", "laⁿ-~"; internationale tha̍k chhin-chhiuⁿ "eⁿ-~", "aⁿ-~") sī chi̍t tiâu chhut-miâ ê siā-hōe-chú-gī (iā-sī hui-thóng-tī-chú-gī kap kiōng-sán-chú-gī) ê koa. Eugène Edine Pottier tī 1870 nî chò sû, pún-té sī toè La Marseillaise ê tiāu chhiùⁿ. Pierre Degeyter tī 1888 nî chò khek. Tùi 1922 nî kàu 1944 nî, chit-tiâu koa mā sī Soviet Siā-hōe-chú-gī Kiōng-hô-kok Liân-ha̍p ê kok-koa.
Nota. Finora questa pagina ha riportato esclusivamente la versione Min Nan traslitterata... (continua)
鬥陣,做工的兄弟姊妹!
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi and Xu Juayu 2/9/2006 - 18:55
I fascisti viareggini
anonimo
[1921]
La canzone è il resoconto di una spedizione squadrista, nel 1921, contro il circolo dei lavoratori dei cantieri navali di Viareggio.
Sull'aria di una canzone del Caenevale: "Sulla coppa di champagne" scritto da compositore, d'origine ebrea, Sadun
Il testo è ripreso da Il deposito-Canti di lotta
La canzone è il resoconto di una spedizione squadrista, nel 1921, contro il circolo dei lavoratori dei cantieri navali di Viareggio.
Sull'aria di una canzone del Caenevale: "Sulla coppa di champagne" scritto da compositore, d'origine ebrea, Sadun
Il testo è ripreso da Il deposito-Canti di lotta
I fascisti viareggini
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/9/2006 - 14:37
Percorsi:
CCG Antifà: Antifascismo militante
Reggio la rabbia esplode
Testo di Janna Carioli
Musica di Emal
Nel 1971 in Calabria ci fu uno scontro frontale fra Catanzaro e Reggio Calabria per la “conquista” della sede regionale. Non era solo campanilismo, erano quattrini. La destra investì grandi risorse nella propaganda. Fece giornali, manifesti, dischi che inneggiavano a “Reggio Capoluogo”. La sinistra locale non aveva una lira da investire così chiamò noi che, chieste le ferie dal lavoro, ci trasferimmo chitarre e bagagli da Bologna a Reggio Calabria per 15 giorni. Facevamo una media di tre concerti al giorno. Cantammo a Rosarno in una piazza deserta con le persone che guardano da dietro le persiane abbassate. A Taurianova, dove fecero saltare la porta di casa del sindaco democristiano perché aveva concesso il permesso per il concerto. Cantammo a Reggio nel quartiere di Sbarre mentre attorno a noi un gruppo di ragazzini di otto anni rovesciava automobili.... (continua)
Musica di Emal
Nel 1971 in Calabria ci fu uno scontro frontale fra Catanzaro e Reggio Calabria per la “conquista” della sede regionale. Non era solo campanilismo, erano quattrini. La destra investì grandi risorse nella propaganda. Fece giornali, manifesti, dischi che inneggiavano a “Reggio Capoluogo”. La sinistra locale non aveva una lira da investire così chiamò noi che, chieste le ferie dal lavoro, ci trasferimmo chitarre e bagagli da Bologna a Reggio Calabria per 15 giorni. Facevamo una media di tre concerti al giorno. Cantammo a Rosarno in una piazza deserta con le persone che guardano da dietro le persiane abbassate. A Taurianova, dove fecero saltare la porta di casa del sindaco democristiano perché aveva concesso il permesso per il concerto. Cantammo a Reggio nel quartiere di Sbarre mentre attorno a noi un gruppo di ragazzini di otto anni rovesciava automobili.... (continua)
Reggio, la rabbia esplode la miccia brucia già
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/9/2006 - 13:56
Allarmi siam digiuni
[1971]
Parole di Janna Carioli
musica di Emal
si veda anche Almirante al Cantagallo di Piero Nissim.
Erano i primi di giugno del 1973 quando Almirante si fermò all’Autogrill di Cantagallo, sull’Autostrada del sole. Forse non aveva considerato la poca distanza che c’era con Marzabotto e con sapeva che i 29 anni passati dalla strage non avevano ancora cancellato né l’orrore, né il ricordo della complicità dei fascisti italiani in quel massacro che aveva cancellato un paese intero. Così, quando un barista dell’autostazione vide Almirante avvicinarsi al banco per mangiare fece girare la voce e tutto l’autogrill si fermò in sciopero. “Né un panino né una goccia di benzina” fu il passaparola.
E Almirante dovette andare a fare il pieno da un’altra parte. Naturalmente quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e conquistò i titoli dei giornali per diversi giorni. Il risultato... (continua)
Parole di Janna Carioli
musica di Emal
si veda anche Almirante al Cantagallo di Piero Nissim.
Erano i primi di giugno del 1973 quando Almirante si fermò all’Autogrill di Cantagallo, sull’Autostrada del sole. Forse non aveva considerato la poca distanza che c’era con Marzabotto e con sapeva che i 29 anni passati dalla strage non avevano ancora cancellato né l’orrore, né il ricordo della complicità dei fascisti italiani in quel massacro che aveva cancellato un paese intero. Così, quando un barista dell’autostazione vide Almirante avvicinarsi al banco per mangiare fece girare la voce e tutto l’autogrill si fermò in sciopero. “Né un panino né una goccia di benzina” fu il passaparola.
E Almirante dovette andare a fare il pieno da un’altra parte. Naturalmente quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e conquistò i titoli dei giornali per diversi giorni. Il risultato... (continua)
Era giugno e faceva un gran caldo
(continua)
(continua)
inviata da Adriana e Riccardo 2/9/2006 - 12:29
A zent'anni li padroni
anonimo
Testo tratto dal Sito della Pizzica
A zent'anni li padroni
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/9/2006 - 00:38
[Hiroshima]
COMMENTO ED ANALISI di Antonio Piccolo
tratto da "La storia siamo noi" di Antonio Piccolo, Bastogi editrice, 2007.
Antonio Piccolo, recentemente diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Antonio Genovesi" di Napoli, ha scritto per la maturità un'interessante tesina (poi diventata un libro) dove si analizzano i nessi fra l'opera del cantautore Francesco De Gregori e la Storia e, in particolare, i nessi di alcune canzoni della sua opera con alcuni periodi storici.
HIROSHIMA
di Antonio Piccolo
A causa della pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo l'inizio dell'analisi di Antonio
Il 6 agosto 1945 (ora locale: 8:16) l’Aeronautica Militare Statunitense lanciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, provocando nell’immediato 140 mila morti, più altri 90 mila negli anni a seguire, per effetto delle radiazioni (a tutt’oggi il processo non... (continua)
tratto da "La storia siamo noi" di Antonio Piccolo, Bastogi editrice, 2007.
Antonio Piccolo, recentemente diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Antonio Genovesi" di Napoli, ha scritto per la maturità un'interessante tesina (poi diventata un libro) dove si analizzano i nessi fra l'opera del cantautore Francesco De Gregori e la Storia e, in particolare, i nessi di alcune canzoni della sua opera con alcuni periodi storici.
HIROSHIMA
di Antonio Piccolo
A causa della pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo l'inizio dell'analisi di Antonio
Il 6 agosto 1945 (ora locale: 8:16) l’Aeronautica Militare Statunitense lanciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, provocando nell’immediato 140 mila morti, più altri 90 mila negli anni a seguire, per effetto delle radiazioni (a tutt’oggi il processo non... (continua)
1/9/2006 - 13:53
B.Y.O.B. (Bring Your Own Bombs)
OK, I admit to not having read every single post, because as at least one person correctly stated, they seem to be leaning more toward general political discussion rather than tackling the song itself. So, here goes:
Barbarisms by Barbaras
with pointed heels.
Victorious, Victorians kneel
The first part seems obvious, especially the ref. to "hypnotic computers", i.e. programmed subjects ala clockwork orange. Could also be a general commentary on the passiveness of society due to consumerism.
The second part can only be a soldier's remark toward his government.
Kneeling, roses disappearing,
into Moseses dry mouth.
"Moseses" dry mouth is the Middle East, the desert. "Kneeling , roses disappearing" I would assume to mean bleeding into the sand.
Breaking into Fort Knox stealing
our intentions.
Where is the nation's gold? Only, instead of stealing our gold, our government has stolen... (continua)
Barbarisms by Barbaras
with pointed heels.
Victorious, Victorians kneel
The first part seems obvious, especially the ref. to "hypnotic computers", i.e. programmed subjects ala clockwork orange. Could also be a general commentary on the passiveness of society due to consumerism.
The second part can only be a soldier's remark toward his government.
Kneeling, roses disappearing,
into Moseses dry mouth.
"Moseses" dry mouth is the Middle East, the desert. "Kneeling , roses disappearing" I would assume to mean bleeding into the sand.
Breaking into Fort Knox stealing
our intentions.
Where is the nation's gold? Only, instead of stealing our gold, our government has stolen... (continua)
Jay Visor 1/9/2006 - 05:41
Grândola, vila morena
Traducção russa / Traduzione russa / Russian translation / Traduction russe / Venäjänkielinen käännös
La traduzione russa proviene da Songs for Political Action (non è cantabile, è una semplice traduzione letterale; se ne dà ciononostante una trascrizione in caratteri latini).
"Грандола" - удивительно нежная, лиричная песня о городке в Португалии, где все люди - друзья, где все люди - братья. В ней нет даже намека на революцию, но она стала главной песней 25 апреля 1974 года - сигналом к началу "революции красных гвоздик" в Португалии. Автор "Грандолы" - Жозе Афонсо - Jose Afonso (1929-1985) написал ее в 1964 году, а записал на диск в 1971-м во Франции. Для португальцев она стала таким же символом революции, как для нас залп "Авроры". Но, конечно, революции португальской. И вот как это произошло.
25 апреля 1974 года в 00 часов 20 минут 19-секундный фрагмент песни "Грандола" прозвучал по... (continua)
La traduzione russa proviene da Songs for Political Action (non è cantabile, è una semplice traduzione letterale; se ne dà ciononostante una trascrizione in caratteri latini).
"Грандола" - удивительно нежная, лиричная песня о городке в Португалии, где все люди - друзья, где все люди - братья. В ней нет даже намека на революцию, но она стала главной песней 25 апреля 1974 года - сигналом к началу "революции красных гвоздик" в Португалии. Автор "Грандолы" - Жозе Афонсо - Jose Afonso (1929-1985) написал ее в 1964 году, а записал на диск в 1971-м во Франции. Для португальцев она стала таким же символом революции, как для нас залп "Авроры". Но, конечно, революции португальской. И вот как это произошло.
25 апреля 1974 года в 00 часов 20 минут 19-секундный фрагмент песни "Грандола" прозвучал по... (continua)
Грандола, Mавританское поселение
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 1/9/2006 - 00:43
Song for Peace
© 2006 Teresa Healy
This song has been contributed from the author! Thanks Teresa.
This song has been contributed from the author! Thanks Teresa.
We're singing for peace, We're singing solidarity
(continua)
(continua)
inviata da Teresa Healy 31/8/2006 - 17:36
Sidùn
Un dialetto è una lingua senza esercito, ed è un bene che resti così. [NR]
SIDÙNƏ
(continua)
(continua)
inviata da Nicola Ruggiero 31/8/2006 - 12:50
Italia mia
Italia mia, benché sia inutile parlare alle tue ferite mortali che nel tuo bel corpo vedo così gravi, mi piace almeno che i miei sospiri siano, spero, quali (= che scorrano come…) il Tevere e l’Arno, e il Po presso il quale dolente e mesto adesso seggo. Rettore (= Signore) del cielo, io chiedo che la pietà che ti condusse in terra (= che fece discendere Gesù tra gli uomini) ti rivolga al paese diletto dalla tua anima. Vedi, Signor cortese, con quali futili cause, con quale crudele guerra Marte superbo e fiero addensa e serra le schiere; scioglile tu, Padre, addolciscile e disfale. Fa’ qui che la tua Verità, per quanto mi sia (concesso) si oda con le mie parole.
inviata da Riccardo Venturi 31/8/2006 - 03:33
Das Solidaritätslied
Eric Russell Bentley's classic English version
Eric Russell Bentley è il traduttore classico di Bertolt Brecht (di cui fu amico) in lingua inglese. Nato a Bolton, in Inghilterra, il 14 settembre 1916, ma naturalizzato statunitense, tra pochi giorni compirà 102 anni. E gli facciamo tutti i nostri auguri. [RV]
Eric Russell Bentley is Bertolt Brecht's (whose friend he was) classic translator in the English language. He is an English-born naturalized American citizen, born in Bolton on September 14, 1916: so, he is going to feast his 102nd anniversary in few days. And we wish him a very happy birthday! [RV]
Eric Russell Bentley è il traduttore classico di Bertolt Brecht (di cui fu amico) in lingua inglese. Nato a Bolton, in Inghilterra, il 14 settembre 1916, ma naturalizzato statunitense, tra pochi giorni compirà 102 anni. E gli facciamo tutti i nostri auguri. [RV]
Eric Russell Bentley is Bertolt Brecht's (whose friend he was) classic translator in the English language. He is an English-born naturalized American citizen, born in Bolton on September 14, 1916: so, he is going to feast his 102nd anniversary in few days. And we wish him a very happy birthday! [RV]
SOLIDARITY SONG
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 31/8/2006 - 02:07
Und was bekam des Soldaten Weib?
da Bertolt Brecht, Poesie scelte
Milano, Oscar Mondadori, 1971, p. 112/113
Milano, Oscar Mondadori, 1971, p. 112/113
E CHE VENNE ALLA DONNA DEL SOLDATO?
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 31/8/2006 - 01:57
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Text: Bertolt Brecht
Musik: Hanns Eisler
Testo: Bertolt Brecht
Musica: Hanns Eisler
Italiano
English
Per quanto possa sembrare incredibile (ma niente è incredibile in un mondo che scorda rapidamente), ci sono tante e tante persone che pensano che il nazismo, in fondo, “non sia stato così male”. Esistono ancora, non ci credereste, alcuni che non soltanto pensano che non sia stato così male, ma che addirittura pensano che sia stato un bene. E allora li vediamo, magari negli stadi, magari nei concerti dei loro luridi gruppi musicali, magari con le loro testacce di cazzo rasate o meno, inalberare ancora svastiche e altri simboli, ancora alzare il braccio teso, ancora urlare “Sieg Heil”. Dicono che non dobbiamo preoccuparci. Dicono che sono soltanto pochi individui “folkloristici”. In pratica, le stesse cose che venivano dette anni fa, finché quegli “individui folkloristici”,... (continua)