Sobashiya Abazali Ekhaya
Amandla Group
Sobashiya abazali ekhaya
(continua)
(continua)
inviata da Pluck 23/6/2022 - 16:56
Askwazukuhamba
anonimo
[Periodo imprecisato del XX secolo]
(Unknown period in the 20th Century]
Canto tradizionale Xhosa
Xhosa traditional song
Qualche tempo fa, è stata costruita un'intera pagina su Shosholoza, l'antico canto di minatori (originariamente in lingua ndebele / zulu, ma cantato anche in xhosa) che è diventato come il “secondo inno nazionale” del Sudafrica dopo la fine dell'apartheid. Un canto talmente famoso, lo Shosholoza, che ha dato origine a tutta una serie di “derivati”, che si potrebbero chiamare gli “shosholozidi”; e questo che qui si presenta, è appunto uno “shosholozide”.
Se lo Shosholoza ha fatto il giro del mondo, Askwazukuhamba non lo ha fatto per nulla. Forse perché è ben più esplicito dello Shosholoza, da cui chiaramente deriva. E' cantato in lingua xhosa, che era la lingua madre di Nelson Mandela. Non ne ho trovato registrazioni originali, anche se probabilmente si adatta allo Shosholoza; ma è una mia ipotesi che non posso dimostrare. [RV]
(Unknown period in the 20th Century]
Canto tradizionale Xhosa
Xhosa traditional song
Qualche tempo fa, è stata costruita un'intera pagina su Shosholoza, l'antico canto di minatori (originariamente in lingua ndebele / zulu, ma cantato anche in xhosa) che è diventato come il “secondo inno nazionale” del Sudafrica dopo la fine dell'apartheid. Un canto talmente famoso, lo Shosholoza, che ha dato origine a tutta una serie di “derivati”, che si potrebbero chiamare gli “shosholozidi”; e questo che qui si presenta, è appunto uno “shosholozide”.
Se lo Shosholoza ha fatto il giro del mondo, Askwazukuhamba non lo ha fatto per nulla. Forse perché è ben più esplicito dello Shosholoza, da cui chiaramente deriva. E' cantato in lingua xhosa, che era la lingua madre di Nelson Mandela. Non ne ho trovato registrazioni originali, anche se probabilmente si adatta allo Shosholoza; ma è una mia ipotesi che non posso dimostrare. [RV]
Askwazukuhamba
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 30/3/2017 - 20:49
Shosholoza
anonimo
Tshotsholoza - Il testo in lingua xhosa.
È tratto, come accennato nell'introduzione, dal corso di lingua xhosa Learn Xhosa with Anne Munnik, portatomi da una ex fidanzata dal Sudafrica pochissimo prima che mi mandasse al gas; mi fu anzi consegnato solo cinque giorni prima, con un tempismo meraviglioso. Il testo si trova a pagina 171 dell'edizione del 2006; si notino le (scarse) differenze col testo originale ndebele/zulu. Non è escluso che Nelson Mandela (che era di madrelingua xhosa) lo cantasse in questa forma; nel testo, la Rhodesia di infausta memoria è sostituita dallo Zimbabwe. [RV]
È tratto, come accennato nell'introduzione, dal corso di lingua xhosa Learn Xhosa with Anne Munnik, portatomi da una ex fidanzata dal Sudafrica pochissimo prima che mi mandasse al gas; mi fu anzi consegnato solo cinque giorni prima, con un tempismo meraviglioso. Il testo si trova a pagina 171 dell'edizione del 2006; si notino le (scarse) differenze col testo originale ndebele/zulu. Non è escluso che Nelson Mandela (che era di madrelingua xhosa) lo cantasse in questa forma; nel testo, la Rhodesia di infausta memoria è sostituita dallo Zimbabwe. [RV]
TSHOTSHOLOZA
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/1/2014 - 18:37
Tina sizwe
anonimo
[1950s?]
Canzone frequentemente cantata ai funerali delle vittime del regime dell’apartheid, specie negli anni 70.
Anche Pete Seeger e Guy Carawan la interpretarono e registrarono in «South African Freedom Songs» pubblicato nel 1960 dalla Smithsonian Folkways Records.
Nel 1965 la stessa Smithsonian Folkways Records incluse il brano in «This Land Is Mine - South Africa Freedom Songs», collezione di canti di lotta in lingua originale raccolti sul posto da Moses Asch.
Si trova pure nella colonna sonora del documentario «Amandla!: A Revolution in Four-Part Harmony» realizzato nel 2002 dal regista Lee Hirsch.
Canzone frequentemente cantata ai funerali delle vittime del regime dell’apartheid, specie negli anni 70.
Anche Pete Seeger e Guy Carawan la interpretarono e registrarono in «South African Freedom Songs» pubblicato nel 1960 dalla Smithsonian Folkways Records.
Nel 1965 la stessa Smithsonian Folkways Records incluse il brano in «This Land Is Mine - South Africa Freedom Songs», collezione di canti di lotta in lingua originale raccolti sul posto da Moses Asch.
Si trova pure nella colonna sonora del documentario «Amandla!: A Revolution in Four-Part Harmony» realizzato nel 2002 dal regista Lee Hirsch.
Tina sizwe, tina sizwe esintsundu,
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 8/9/2012 - 12:41
Ndodemnyama Verwoerd!
[1965]
Album “An Evening with Belafonte/Makeba”.
Autore: Vuyisile Mini.
“Attento, Verwoerd!” è un canto diretto a Hendrik Frensch Verwoerd (1901-1966), teorico e pratico del sistema segregazionista dell’apartheid, primo ministro del Sudafrica dal 1958 fino al suo assassinio ad opera di Dimitri Tsafendas, un immigrato greco, comunista, il quale per via della pelle non proprio chiara e delle sue idee era stato ostracizzato dalla società dei bianchi e che, a causa delle difficoltà incontrate nel paese che non lo aveva integrato, era andato alquanto fuori di testa. Si era certamente trattato di un delitto almeno indirettamente politico ma Tsafendas fu riconosciuto totalmente infermo di mente, schizofrenico. Il giudice però, anziché provvedere al ricovero in un centro di cura, sentenziò che la durata della sua pena era affidata al buon cuore del Presidente… Così Tsafendas fu... (continua)
Album “An Evening with Belafonte/Makeba”.
Autore: Vuyisile Mini.
“Attento, Verwoerd!” è un canto diretto a Hendrik Frensch Verwoerd (1901-1966), teorico e pratico del sistema segregazionista dell’apartheid, primo ministro del Sudafrica dal 1958 fino al suo assassinio ad opera di Dimitri Tsafendas, un immigrato greco, comunista, il quale per via della pelle non proprio chiara e delle sue idee era stato ostracizzato dalla società dei bianchi e che, a causa delle difficoltà incontrate nel paese che non lo aveva integrato, era andato alquanto fuori di testa. Si era certamente trattato di un delitto almeno indirettamente politico ma Tsafendas fu riconosciuto totalmente infermo di mente, schizofrenico. Il giudice però, anziché provvedere al ricovero in un centro di cura, sentenziò che la durata della sua pena era affidata al buon cuore del Presidente… Così Tsafendas fu... (continua)
Pasopa Nantsi ndodemnyama, Verwoerd!
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 7/9/2012 - 15:24
Khawuleza
[1965]
Album “An Evening with Belafonte/Makeba”, in duetto con Harry Belafonte
“Khawuleza” fu originariamente incisa negli anni 50 da Dorothy Masuka, cantante dello Zimbabwe.
Makeba fu buona amica della Masuka e registrò parecchi dei brani di lei.
Come la stessa Makeba spiega nell’introduzione alla canzone, “Khawuleza” parla dei raid che la polizia del regime segregazionista era solita fare nelle “townships” per arrestare i militanti dell’ANC oppure – come ricorda nella sua autobiografia “Makeba: My Story” del 1987 – per reprimere certe attività considerate illegali, come la fabbricazione clandestina di birra ed alcolici, che i neri svolgevano per campare. Un artista nero doveva avere un gran coraggio per cantare canzoni come questa e la Masuka – così come la Makeba – ne aveva da vendere: quando nel 1961 dedicò una canzone a Patrice Lumumba, il leader dell’indipendenza congolese... (continua)
Album “An Evening with Belafonte/Makeba”, in duetto con Harry Belafonte
“Khawuleza” fu originariamente incisa negli anni 50 da Dorothy Masuka, cantante dello Zimbabwe.
Makeba fu buona amica della Masuka e registrò parecchi dei brani di lei.
Come la stessa Makeba spiega nell’introduzione alla canzone, “Khawuleza” parla dei raid che la polizia del regime segregazionista era solita fare nelle “townships” per arrestare i militanti dell’ANC oppure – come ricorda nella sua autobiografia “Makeba: My Story” del 1987 – per reprimere certe attività considerate illegali, come la fabbricazione clandestina di birra ed alcolici, che i neri svolgevano per campare. Un artista nero doveva avere un gran coraggio per cantare canzoni come questa e la Masuka – così come la Makeba – ne aveva da vendere: quando nel 1961 dedicò una canzone a Patrice Lumumba, il leader dell’indipendenza congolese... (continua)
Khawuleza mama
(continua)
(continua)
inviata da Dead End (+ AT-XXI qualche anno dopo) 7/9/2012 - 14:36
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Anche durante l’anomala guerra passata alla storia come Apartheid, il metodo di segregazione razziale made in Sud Africa, la musica di liberazione ha alimentato e unito il movimento che si ribellava al sistema. Nei 46 anni di lotta, la canzone è stata un atto di espressione che metteva in luce le ingiustizie.
Come ha osservato lo storico Grant Olwage, la musica di liberazione dell’era apartheid era una risposta a una storia di oppressione che risale a molto tempo prima dell’attuazione dell’Apartheid.
Per ogni fase di evoluzione dei movimenti di resistenza la musica è stata centrale per la loro comunicazione e per la loro sopravvivenza.
Durante il periodo della resistenza violenta degli anni Sessanta del Novecento, per esempio, la musica era spesso considerata come “arma di lotta”. Una canzone chiamata “Sobashiy’abazali” (“Lasciamo i nostri genitori”) è diventata... (continua)