Beresinalied
Il tenente colonnello Thomas Legler, proveniente dal cantone svizzero di Glarona (Glarus), comandava un reggimento della Guardia Svizzera (Garde Suisse) nell'esercito napoleonico che, fallita la disastrosa invasione della Russia, ebbe a subire la più rovinosa delle ritirate con il famoso passaggio della Beresina (in russo Березина; in bielorusso Бярезіна). Il 28 novembre 1812 scrisse questo famoso canto tentando di rianimare in qualche modo i propri soldati morenti; ne venne fuori però un terribile canto di disperazione. I soldati svizzeri lo cantarono proprio al momento del passaggio del fiume, certi di perire. Non a caso fu scelto da Louis Ferdinand Céline come exergo per il suo capolavoro, Voyage au bout de la nuit (Viaggio al termine della notte), un'opera che, nella sua prima parte, è una cruda descrizione degli orrori della I guerra mondiale. Céline, però, nel riportare la prima quartina... (continua)
Unser Leben gleicht der Reise
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/8/2006 - 01:33
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
19 agosto 2006
CANTO DELLA BERESINA
(continua)
(continua)
Ce chant est un poème. Un très beau poème...
Sombre et morose, il est l'atmosphère qui règne dans l'esprit des soldats en guerre.
Sombre et morose, il est l'atmosphère qui règne dans l'esprit des soldats en guerre.
CADEAC Pierre 24/12/2023 - 18:52
Tenval an deiz
Tradizionale bretone (XIX secolo)
Breton traditional (19th Century)
Traditionnel breton (19ème siècle)
Album / Albumi: Alan Stivell, Reflets, 1970
Ed ecco una delle famose e simpatiche “dimenticanze delle CCG”, un “percorso fantasma” presente in questo sito fin dai suoi vagiti, ma che non è stato mai ufficializzato. E’ un brano che attribuisco a Alan Stivell perché fa parte del suo primissimo album in studio (se si esclude il Telenn Geltiek – Harpe Celtique del 1964), vale a dire Reflets del 1970; ma si tratta in realtà di una versione di un notevole canto tradizionale dei primi anni del XIX secolo. E non ci può essere alcun dubbio sull’epoca: è quella della coscrizione obbligatoria durante il periodo napoleonico e le sue guerre. Questo perché, nel canto, Napoleone è nominato espressamente: per quanto ne so, è una cosa piuttosto rara anche nei (tanti) canti bretoni basati sul coscritto... (continua)
Breton traditional (19th Century)
Traditionnel breton (19ème siècle)
Album / Albumi: Alan Stivell, Reflets, 1970
Ed ecco una delle famose e simpatiche “dimenticanze delle CCG”, un “percorso fantasma” presente in questo sito fin dai suoi vagiti, ma che non è stato mai ufficializzato. E’ un brano che attribuisco a Alan Stivell perché fa parte del suo primissimo album in studio (se si esclude il Telenn Geltiek – Harpe Celtique del 1964), vale a dire Reflets del 1970; ma si tratta in realtà di una versione di un notevole canto tradizionale dei primi anni del XIX secolo. E non ci può essere alcun dubbio sull’epoca: è quella della coscrizione obbligatoria durante il periodo napoleonico e le sue guerre. Questo perché, nel canto, Napoleone è nominato espressamente: per quanto ne so, è una cosa piuttosto rara anche nei (tanti) canti bretoni basati sul coscritto... (continua)
Teñval an deiz barzh an ti-mañ, la ru ri
(continua)
(continua)
inviata da Richard Gwenndour 14/6/2023 - 20:31
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Richard Gwenndour, 14-6-2023 20:42
Scuro è il giorno (continua)
Allora sono quasi rassicurato...in realtà la canzone l'ho sentita per la prima volta dal vivo, il 1° giugno 1981 al concerto di Alan Stivell al vecchio teatro Apollo di Firenze, in via Nazionale. E la ho registrata lì la cassetta piratata: si riuscì a entrare dentro con un'asta di microfono alta due metri e mezzo, in mezzo al teatro, senza che nessuno ci dicesse nulla. Altri tempi! Ovviamente non ci capivo niente, per me il bretone allora era come il marziano. Imparavo i testi "a suono" senza capirli minimamente.
Riccardo Venturi 14/6/2023 - 22:34
Sarebbe per me assai interessante possederla quella registrazione d’epoca al Teatro Apollo ma tant’è...a Riccardo una sola cosa (Brassens in dialetto cremonese) domandai tanti anni fa e non la ottenni mai: l’ingrato!! Solo per questo non meriterebbe questa mia consulenza armoricana ma per i “bretonanti” ho un debole e per stavolta...
Questo è il testo utilizzato da Alan Stivell, le correzioni rispetto a quello trascritto all'ascolto da Aotrou Gwenndour sono davvero minime e pressoché insignificanti (‘barzh/lon-lu-ra/’garan/da wel’)
Teñval an deiz ‘barzh an ti-mañ, lon-lu-ra
Teñval an deiz ‘barzh an ti-mañ,
Teñval an deiz ‘barzh an ti-mañ,
‘N hani garan n’eo ket amañ.
‘N hani ’garan n’eo ket amañ, lon-lu-ra
‘N hani ’garan n’eo ket amañ,
‘N hani ’garan n’eo ket amañ,
Aet da servij er rejimant.
Aet da servij er rejimant, lon-lu-ra
Aet da servij er rejimant,
Aet da servij er rejimant,
Napoleon... (continua)
Questo è il testo utilizzato da Alan Stivell, le correzioni rispetto a quello trascritto all'ascolto da Aotrou Gwenndour sono davvero minime e pressoché insignificanti (‘barzh/lon-lu-ra/’garan/da wel’)
Teñval an deiz ‘barzh an ti-mañ, lon-lu-ra
Teñval an deiz ‘barzh an ti-mañ,
Teñval an deiz ‘barzh an ti-mañ,
‘N hani garan n’eo ket amañ.
‘N hani ’garan n’eo ket amañ, lon-lu-ra
‘N hani ’garan n’eo ket amañ,
‘N hani ’garan n’eo ket amañ,
Aet da servij er rejimant.
Aet da servij er rejimant, lon-lu-ra
Aet da servij er rejimant,
Aet da servij er rejimant,
Napoleon... (continua)
Flavio Poltronieri 15/6/2023 - 07:21
Purtroppo devo dirti che la cassetta con la registrazione del concerto del 1° giugno 1981 al teatro Apollo è oramai del tutto inservibile. E' una cassetta che ha 42 anni ed è completamente smagnetizzata: ho provato per scrupolo anche poco fa a metterla nel mangianastri, ma non si sente oramai che una specie di brusio indistinto. La tengo solo per ricordo. Naturalmente, con la mia ben nota imperizia, in questi 42 anni non ho mai provveduto a doppiarla, ma a quanto mi ricordo l'ultima volta devo averla ascoltata una ventina d'anni fa quando ancora funzionava un po'. Una copia doveva averla senz'altro anche la persona che era con me al concerto, un compagno di scuola chiamato L.P. (segnalo che avevamo entrambi anni 18 non ancora compiuti): l'attrezzatura, compresa l'asta di due metri e mezzo, era sua. Ma l'ho perso di vista da decenni né saprei dove ritrovarlo. Ohimé, questi sono, lo so, i miei... (continua)
Riccardo Venturi 15/6/2023 - 08:23
...non ci casco in questa offerta "brevi manu"...ti ho fornito del mio indirizzo di casa a Nesente, basterebbero i servigi delle Poste Italiane e qualche giorno di attesa del postino...pensa che anni fa ho contribuito ad una discografia italiana di Brassens pubblicata dal mensile Vinile, dove è citato il Ferrari che è l'unico che non ho mai ascoltato e vale pure per un altro articolo che scrissi nel 2020 per Blogfoolk Magazine "Brassens nei linguaggi e nelle musiche del mondo"...se credi di cavartela con le semplici "fiamme dell'inferno" ti sbagli di grosso, per questa tua insensibile e immotivata crudeltà verso di me serve ben altro...
Flavio Poltronieri 15/6/2023 - 08:47
In margine: mi fa ovviamente piacere che la mia trascrizione all'ascolto non differisca granché dal testo effettivo; ma con tutti i miei discorsi sul "bretone facile", avevo preso una cantonata sesquipedale trascrivendo "gweled" in dipendenza dall'aggettivo "kontant", che e' un errore da doppia matita rossa e da bocciatura immediata in bretone. In più, Alan Stivell proprio non lo dice. Ho quindi provveduto a ripristinare la dizione corretta, cospargendomi il capo di cenere.
Non è finita qui. Dieci minuti fa mi è venuto l'uzzolo di vedere se c'erano altri "videi" della canzone sul Tubo. E c'era anche quello che segue, col testo nei sottotitoli (!!!) -ancora leggermente diverso, tra l'altro; direi più "unificato". Insomma, eccolo qui.
PS. Tutto l'intervento di Flavio Poltronieri, col testo corretto e con la versione "notturna", è stato debitamente segnalato e linkato nell'introduzione.
Non è finita qui. Dieci minuti fa mi è venuto l'uzzolo di vedere se c'erano altri "videi" della canzone sul Tubo. E c'era anche quello che segue, col testo nei sottotitoli (!!!) -ancora leggermente diverso, tra l'altro; direi più "unificato". Insomma, eccolo qui.
PS. Tutto l'intervento di Flavio Poltronieri, col testo corretto e con la versione "notturna", è stato debitamente segnalato e linkato nell'introduzione.
Riccardo Venturi 15/6/2023 - 08:56
Le fiamme dell'inferno riguardano appunto la mia insensibile e immotivata crudeltà; tanto che sono certo che, al momento del trapasso, invece di San Pietro troverò a giudicarmi Flavio Poltronieri che mi spedirà tra le fiamme ricordandomi del Ferrari. Per salvarmi da codesta mia sorte già segnata, comincia intanto a ridarmi il tuo numero di telefono (perso in un vecchio telefono letteralmente esploso). Pensa che da qualche tempo ho pure Whatsapp! Mi ridarai anche, poi, il tuo indirizzo di casa e provvederò a spedirti direttamente l'originale (che poi è un cd piratato, ma fa niente), che ti terrai. Sono stato letteralmente incapace di doppiarlo, quindi è giusto che passi in mano tua. In compenso spero che metterai una buona parola al momento del giudizio universale. Saluti.
PS. Il mio numero di telefono è sempre quello: 338 8619029. Per la mail invece puoi utilizzare rv250963@gmail.com
PS. Il mio numero di telefono è sempre quello: 338 8619029. Per la mail invece puoi utilizzare rv250963@gmail.com
Riccardo Venturi 15/6/2023 - 12:20
Se e quando avrò ricevuto il cd ogni mia rabbia esploderà estinguendosi all'istante come il tuo telefono, cosicché niente fiamme infernali ma, considerati i numerosi, incommensurabili e stimabili talenti fin qui da te espressi, sarò assai clemente (ma non mastella) con te, d'altronde, come scrivevo tempo fa in un articolo pubblicato su Terre Celtiche:
"...per i Bretoni la strada che porta all’inferno si presenta ben curata ed invitante. Se percorri quel cammino ci trovi novantanove taverne e in ciascuna di esse hai tempo per una sosta che dura cento anni. Ti siedi comodo e vieni servito da delle cameriere veramente assai graziose e gentili. Ti apparecchieranno liquori dal sapore sempre più gradevole, man mano che vai avanti nel percorso. E’ dura resistere alla tentazione di esagerare, ma se riesci a non ubriacarti prima dell’ultima taverna, fai ancora in tempo a tornare indietro e sfuggire... (continua)
"...per i Bretoni la strada che porta all’inferno si presenta ben curata ed invitante. Se percorri quel cammino ci trovi novantanove taverne e in ciascuna di esse hai tempo per una sosta che dura cento anni. Ti siedi comodo e vieni servito da delle cameriere veramente assai graziose e gentili. Ti apparecchieranno liquori dal sapore sempre più gradevole, man mano che vai avanti nel percorso. E’ dura resistere alla tentazione di esagerare, ma se riesci a non ubriacarti prima dell’ultima taverna, fai ancora in tempo a tornare indietro e sfuggire... (continua)
Flavio Poltronieri 15/6/2023 - 12:50
All'Elba non c'è più Napoleone
Canzone composta da Alberto Carletti
Song composed by Alberto Carletti
Chanson composée par Alberto Carletti
Non sono, purtroppo, molte le notizie che sono riuscito a reperire su Alberto Carletti, chansonnier di Rio Marina che è anche l'autore di “Elba terra nostra” (scritta nel 1945), la canzone che un po' è riconosciuta come “inno dell'Elba”. Da quanto si trova in rete, Alberto Carletti è scomparso nel maggio del 2008 a Livorno; suo fratello Carlo Carletti (noto come Carlo D'Ego), anch'egli poeta e animatore culturale riese (e del Cavo), è scomparso pochi anni dopo. Le canzoni di Alberto Carletti, vale a dire questa che qui si presenta e l' “Elba terra nostra” di cui sopra, sono state interpretate e incise da Giorgio Onorato, cantante e interprete folk romano, in un disco 45 giri GEVOX (di un anno che non mi è stato possibile identificare, ma sicuramente tra gli anni '50 e '60), con... (continua)
Song composed by Alberto Carletti
Chanson composée par Alberto Carletti
Non sono, purtroppo, molte le notizie che sono riuscito a reperire su Alberto Carletti, chansonnier di Rio Marina che è anche l'autore di “Elba terra nostra” (scritta nel 1945), la canzone che un po' è riconosciuta come “inno dell'Elba”. Da quanto si trova in rete, Alberto Carletti è scomparso nel maggio del 2008 a Livorno; suo fratello Carlo Carletti (noto come Carlo D'Ego), anch'egli poeta e animatore culturale riese (e del Cavo), è scomparso pochi anni dopo. Le canzoni di Alberto Carletti, vale a dire questa che qui si presenta e l' “Elba terra nostra” di cui sopra, sono state interpretate e incise da Giorgio Onorato, cantante e interprete folk romano, in un disco 45 giri GEVOX (di un anno che non mi è stato possibile identificare, ma sicuramente tra gli anni '50 e '60), con... (continua)
Un bel mattino Serenella giunse all'Elba
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/7/2018 - 11:29
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Chanson italienne (Elboise) — All'Elba non c’è più Napoleone — Alberto Carletti — 1955 ça.
Chanson composée par Alberto Carletti
NAPOLÉON SUR L’ELBE
Elles ne sont pas nombreuses, malheureusement, les informations que j’ai pu repérer sur Alberto Carletti, un chansonnier de Rio Marina qui est également l’auteur de « Elba terra nostra » — ELBE NOTRE TERRE (écrite en 1945), la chanson qui est quelque peu reconnue comme « l’hymne d’Elbe ». D’après ce qu’on trouve sur le net, Alberto Carletti est décédé en mai 2008 à Livourne ; son frère Carlo Carletti (connu sous le nom de Carlo D’Ego), également poète et animateur culturel de Rio Marina (et du Cavo), est décédé quelques années plus tard. Les chansons d’Alberto Carletti, c’est-à-dire celle présentée ici et « Elba terra nostra » mentionné ci-dessus, ont été interprétées et enregistrées par Giorgio Onorato, chanteur et interprète de folklore romain,... (continua)
Chanson composée par Alberto Carletti
NAPOLÉON SUR L’ELBE
Elles ne sont pas nombreuses, malheureusement, les informations que j’ai pu repérer sur Alberto Carletti, un chansonnier de Rio Marina qui est également l’auteur de « Elba terra nostra » — ELBE NOTRE TERRE (écrite en 1945), la chanson qui est quelque peu reconnue comme « l’hymne d’Elbe ». D’après ce qu’on trouve sur le net, Alberto Carletti est décédé en mai 2008 à Livourne ; son frère Carlo Carletti (connu sous le nom de Carlo D’Ego), également poète et animateur culturel de Rio Marina (et du Cavo), est décédé quelques années plus tard. Les chansons d’Alberto Carletti, c’est-à-dire celle présentée ici et « Elba terra nostra » mentionné ci-dessus, ont été interprétées et enregistrées par Giorgio Onorato, chanteur et interprète de folklore romain,... (continua)
SUR L’ELBE : PLUS DE NAPOLÉON
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/3/2023 - 19:35
Die Schlacht bei Leipzig. 1813. [Einstmals saß ich vor meiner Hütte]
anonimo
[~ 1840]
Con la sua melodia, la canzone è attestata attorno al 1840 nell'Odenwald, gruppo montuoso tra l'Assia, la Baviera e il Baden-Württemberg; siamo quindi molto lontani dai luoghi della Battaglia di Lipsia, la celebre “Battaglia delle Nazioni” (Völkerschlacht) che si svolse nelle campagne attorno a Lipsia tra il 16 e il 19 ottobre 1813 e che segnò forse la sconfitta decisiva di Napoleone Bonaparte. In termini di forze impegnate e di vittime (tra le due parti; di fronte c'era la coalizione tra Russia, Prussia, Austria e Svezia), la battaglia di Lipsia fu anche il più grande scontro delle intere guerre napoleoniche. Attestata ancora, attorno al 1880, nei territori del Nassau (quindi maggiormente nei pressi dei luoghi della battaglia), la canzone proviene dal n° 355 della rivista Deutscher Liederhort, pubblicato nel 1883. Con le sue oltre 2200 canzoni popolari tedesche raccolte, il “DL” è probabilmente la principale fonte per la conoscenza del canto popolare germanico. [RV]
Con la sua melodia, la canzone è attestata attorno al 1840 nell'Odenwald, gruppo montuoso tra l'Assia, la Baviera e il Baden-Württemberg; siamo quindi molto lontani dai luoghi della Battaglia di Lipsia, la celebre “Battaglia delle Nazioni” (Völkerschlacht) che si svolse nelle campagne attorno a Lipsia tra il 16 e il 19 ottobre 1813 e che segnò forse la sconfitta decisiva di Napoleone Bonaparte. In termini di forze impegnate e di vittime (tra le due parti; di fronte c'era la coalizione tra Russia, Prussia, Austria e Svezia), la battaglia di Lipsia fu anche il più grande scontro delle intere guerre napoleoniche. Attestata ancora, attorno al 1880, nei territori del Nassau (quindi maggiormente nei pressi dei luoghi della battaglia), la canzone proviene dal n° 355 della rivista Deutscher Liederhort, pubblicato nel 1883. Con le sue oltre 2200 canzoni popolari tedesche raccolte, il “DL” è probabilmente la principale fonte per la conoscenza del canto popolare germanico. [RV]
Einstmals saß ich vor meiner Hütte
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 29/1/2023 - 11:03
Riccardo Venturi, 29-1-2023 11:40
La battaglia di Lipsia. 1813.
(continua)
(continua)
La ninna-nanna di Napoleone
anonimo
[Secolo XIX]
Nel 1902, il drammaturgo, giornalista e sceneggiatore Valentino Soldani, nato nel 1873 a Rio Marina sull'Isola d'Elba, ma vissuto fin dal 1898 a Firenze (dove morì nel 1935), pubblicò sul giornale Il Secolo XX quanto segue. Nel 1902, il “secolo XX” che dava titolo al giornale aveva soltanto due anni: era nella sua prima infanzia e, appunto, questa è una cosa che ha a che fare con l'infanzia. Scriveva Valentino Soldani:
“Ma nell'Isola d'Elba colgo, forse ultimo fiore di ricordi napoleonici, dalla bocca d'una mia parente più che nonagenaria, una strana ninna-nanna cantata nella prima metà del secolo dalle madri elbane addormentanti i loro piccini. 'È la ninna-nanna cantata dalla mamma di Napoleone al figliolo piccino', mi disse, convinta, la vecchia.”
Facciamo che la vecchia parente del giornalista elbano, più che novantenne, fosse nata attorno al 1810, più o meno. Facciamo... (continua)
Nel 1902, il drammaturgo, giornalista e sceneggiatore Valentino Soldani, nato nel 1873 a Rio Marina sull'Isola d'Elba, ma vissuto fin dal 1898 a Firenze (dove morì nel 1935), pubblicò sul giornale Il Secolo XX quanto segue. Nel 1902, il “secolo XX” che dava titolo al giornale aveva soltanto due anni: era nella sua prima infanzia e, appunto, questa è una cosa che ha a che fare con l'infanzia. Scriveva Valentino Soldani:
“Ma nell'Isola d'Elba colgo, forse ultimo fiore di ricordi napoleonici, dalla bocca d'una mia parente più che nonagenaria, una strana ninna-nanna cantata nella prima metà del secolo dalle madri elbane addormentanti i loro piccini. 'È la ninna-nanna cantata dalla mamma di Napoleone al figliolo piccino', mi disse, convinta, la vecchia.”
Facciamo che la vecchia parente del giornalista elbano, più che novantenne, fosse nata attorno al 1810, più o meno. Facciamo... (continua)
Dio ti faccia virtudioso
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/9/2022 - 20:57
O generale
Pubblicata nel 2016 dai Voce Ventu nell'album Ci serà sempre un cantu, O Generale è ispirata a una lettera che il ventenne Napoleone scrisse a Pasquale Paoli all'epoca da tempo in esilio a Londra. Nell'album viene usata come introduzione recitativa al brano.
E' appena il caso di dire che come controparte del potere(!) e come mutale di u rinnovu il signor Bonaparte approdò a risultati quantomeno dubbi.
Di buone intenzioni è lastricato l'inferno.
Général, Je naquis quand la patrie périssait. Trente mille Français vomis sur nos côtes noyant le trône de la liberté dans des flots de sang, tel fut le spectacle odieux qui vint le premier frapper mes regards. Les cris du mourant, les gémissements de l'opprimé, les larmes du désespoir environnèrent mon berceau dès ma naissance. Vous quittâtes notre île, et avec vous, disparut l'espérance du bonheur ; l'esclavage fut le prix de notre soumission.... (continua)
E' appena il caso di dire che come controparte del potere(!) e come mutale di u rinnovu il signor Bonaparte approdò a risultati quantomeno dubbi.
Di buone intenzioni è lastricato l'inferno.
Général, Je naquis quand la patrie périssait. Trente mille Français vomis sur nos côtes noyant le trône de la liberté dans des flots de sang, tel fut le spectacle odieux qui vint le premier frapper mes regards. Les cris du mourant, les gémissements de l'opprimé, les larmes du désespoir environnèrent mon berceau dès ma naissance. Vous quittâtes notre île, et avec vous, disparut l'espérance du bonheur ; l'esclavage fut le prix de notre soumission.... (continua)
Chì alba fù, chì alba era,
(continua)
(continua)
inviata da Io non sto con Oriana 20/4/2018 - 18:57
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Repubblicani per sempre
nella mente e nel cuore
tanto, oggi come oggi, costa poco,
qualche sditata sulla tastiera
e sbornia economica
ciao
nella mente e nel cuore
tanto, oggi come oggi, costa poco,
qualche sditata sulla tastiera
e sbornia economica
ciao
krzyś 21/4/2018 - 01:44
The Eighteenth of June or Poor Boney
anonimo
La canzone si riferisce alla sconfitta di Napoleone a Waterloo il 18 giugno 1815. E' stata interpretata da Norma Waterson con il titolo Poor Boney e da Martin Carthy con il titolo The Eighteenth of June
Testo cantato da Norma Waterson ripreso da Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music. Vedi anche FolkWorld #57: Songs That Made History
Testo cantato da Norma Waterson ripreso da Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music. Vedi anche FolkWorld #57: Songs That Made History
All you people who live at home easy
(continua)
(continua)
18/12/2020 - 18:20
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
THE EIGHTEENTH OF JUNE
(continua)
(continua)
Napoleone
Mia dolce madre, m’imbarcherò stasera
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 26/8/2020 - 14:12
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
La veusa Megi [Veusa Metge]
[1977]
Poesia di Victor Gélu (1875)
Poème de Victor Gélu (1875)
A poem by Victor Gélu (1875)
Musica di Frédéric Bard (1977)
Musique: Frédéric Bard (1977)
Music: Frédéric Bard (1977)
Interpretazione: Frederic (1977/78). Album: Frederic
Performed by Frederic (1977/78). Album: Frederic
Interprétée par Frederic (1977/78). Album: Frederic
Altra interpretazione: Corale Femminile di Manu Théron
Also performed by Manu Théron's Women Choir
Autre interprétation: Chorale de femmes de Manu Théron
"Ho ritrovato la versione francese allegata al disco di questa canzone occitana che ti avevo mandato e che tu avevi inviato a un tuo amico di Tolosa,se ricordo bene.Il testo francese mi sembra zoppicare un po',la mia traduzione ha come sempre qualche incertezza,il che non mi impedisce di ammirare questo scrittore di tanto tempo fa,mai sentito e così tragicamente esplicito.(Paolo Sollier dalla... (continua)
Poesia di Victor Gélu (1875)
Poème de Victor Gélu (1875)
A poem by Victor Gélu (1875)
Musica di Frédéric Bard (1977)
Musique: Frédéric Bard (1977)
Music: Frédéric Bard (1977)
Interpretazione: Frederic (1977/78). Album: Frederic
Performed by Frederic (1977/78). Album: Frederic
Interprétée par Frederic (1977/78). Album: Frederic
Altra interpretazione: Corale Femminile di Manu Théron
Also performed by Manu Théron's Women Choir
Autre interprétation: Chorale de femmes de Manu Théron
"Ho ritrovato la versione francese allegata al disco di questa canzone occitana che ti avevo mandato e che tu avevi inviato a un tuo amico di Tolosa,se ricordo bene.Il testo francese mi sembra zoppicare un po',la mia traduzione ha come sempre qualche incertezza,il che non mi impedisce di ammirare questo scrittore di tanto tempo fa,mai sentito e così tragicamente esplicito.(Paolo Sollier dalla... (continua)
Aiè as passat la refòrma
(continua)
(continua)
inviata da ui
Percorsi:
Le CCG Primitive, Le guerre napoleoniche
La versione si riferisce ovviamente a quella interpretata da Frederic. [RV]
LA VEUVE METGE
(continua)
(continua)
Veusa Megi: Una riscoperta dal fondo antico delle CCG
Una pagina "primitiva" sottoposta a una radicale ristrutturazione. Il punto di partenza è stato il volume del repertorio della "Chorale Karaoke" di Parigi, presente alla "Tre Giorni di Piadena" del 2012; il volume l'ho acquistato direttamente da loro. Nel repertorio figura anche la canzone "Veusa Megi", che mi ricordava qualcosa presente in questo sito; ed era così. Solo che la canzone era registrata a nome di "Frederic" e sotto il titolo di "Veusa Metge" (Metge è un comune cognome occitano; significa "medico", anche nella vicina lingua catalana). Mai nessuna notizia reperita su questo artista, anche per l'impossibilità dovuta al non potere impostare nient'altro che un diffusissimo nome di battesimo.
L'errore (perché ne commettiamo parecchi!) è stato quello di non impostare mai le ricerche sull'autore del testo, che è uno dei più grandi... (continua)
Una pagina "primitiva" sottoposta a una radicale ristrutturazione. Il punto di partenza è stato il volume del repertorio della "Chorale Karaoke" di Parigi, presente alla "Tre Giorni di Piadena" del 2012; il volume l'ho acquistato direttamente da loro. Nel repertorio figura anche la canzone "Veusa Megi", che mi ricordava qualcosa presente in questo sito; ed era così. Solo che la canzone era registrata a nome di "Frederic" e sotto il titolo di "Veusa Metge" (Metge è un comune cognome occitano; significa "medico", anche nella vicina lingua catalana). Mai nessuna notizia reperita su questo artista, anche per l'impossibilità dovuta al non potere impostare nient'altro che un diffusissimo nome di battesimo.
L'errore (perché ne commettiamo parecchi!) è stato quello di non impostare mai le ricerche sull'autore del testo, che è uno dei più grandi... (continua)
Riccardo Venturi 20/4/2012 - 18:07
La versione completa così come cantata dalla corale con l'arrangiamento di Manu Théron. Il testo è ripreso dal video YouTube; presenta una diversa grafia rispetto alla versione interpretata da Frederic, seppure si iscriva sempre nella tradizione della grafia occitana etimologica. Mi occuperò di una traduzione completa in seguito. [RV]
VEUSA MEGI
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/4/2012 - 21:13
"Frédéric Bard dit Frederíc est un chanteur occitan originaire de Marseille. Il reprend en 1977 plusieurs poèmes de l’auteur marseillais Victor Gelu dans un disque enregistré chez Ventadorn : Escota, suivi en 1979 de Baston de dinamita, toujours chez Ventadorn. Il est coauteur avec Jean-Marie Carlotti d’une Antologia de la nòva cançon occitana (Edisud, 1982)." (da La Fabrica)
Nel frattempo, trovo qui il testo de Lou Tramblamen, canzone tra le più note di Gelu, su di un tentativo d'insurrezione delle società operaie a Marsiglia nel 1841.
Qui, introduzione, traduzione francese, commento e note.
Saluzzos
Nel frattempo, trovo qui il testo de Lou Tramblamen, canzone tra le più note di Gelu, su di un tentativo d'insurrezione delle società operaie a Marsiglia nel 1841.
Qui, introduzione, traduzione francese, commento e note.
Saluzzos
B.B. 27/2/2020 - 20:30
Però il titolo corretto del brano dovrebbe essere "La Veouzo Mégi" e, siccome si riferisce alla guerra di Crimea, l'anno di composizione dovrebbe essere il 1855.
La pubblicazione è invece senz'altro posteriore.
La pubblicazione è invece senz'altro posteriore.
B.B. 27/2/2020 - 21:32
Il problema è che l'occitano ha due grafie storiche. Una "etimologica" (che va per la maggiore adesso), ripresa dal provenzale antico, corrispondente abbastanza male all'effettiva pronuncia ma che non ha soluzione di continuità con un passato assai glorioso (del resto, è lo stesso caso di lingue maggiori, come il francese o l'inglese, la cui grafia storica è quattro-cinquecentesca e non corrisponde affatto alla pronuncia odierna). Il testo di questa pagina è scritto in tale grafia. L'altra è la grafia "mistraliana", che senz'altro corrisponde un po' meglio alla pronuncia e che pure ha una notevole tradizione: "La Veouzo Mégi" è in tale grafia mistraliana, o roumanilliana, o come la vuoi chiamare. Però c'è un dato di fatto: anche se scrivi "Veusa Megi" (o "Veusa Metge") si pronuncia sempre ['vözo 'medji] ("Megi / Mégi / Metge" significa "medico"). Nel 1855, comunque, la grafia mistraliana... (continua)
Riccardo Venturi 27/2/2020 - 22:07
Mareng
E' la storia della battaglia di Marengo vista dalla parte dei contadini locali. E' scritta in dialetto alessandrino come "La balada 'd Pipu Majen" da voi pubblicata.
Ombri lónghi smarvaji d' istà luntòn-ni
(continua)
(continua)
inviata da Piero Milanese 25/3/2011 - 23:24
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
d’après la version italienne – MARENGO – de Piero Milanese
d’une chanson piémontaise – Mareng – Piero Milanese – 2011
C’est l’histoire de la bataille de Marengo vue du côté des paysans locaux. Il est écrit en Piemontese mandrogno (Alessandria), dialecte piémontais d’Alexandrie comme « La balada ‘d Pipu Majen ».
Dialogue maïeutique
Nous connaissons bien ici la bataille de Marengo et son histoire, car comme tu t’en souviens certainement, Lucien l’âne mon ami ; on en avait déjà parlé à l’occasion de la présentation de trois chansons : toutes issues de la saga de notre Arlequin amoureux.
Oui, dit Lucien l’âne, je me souviens parfaitement de tout ça. La première « Marengo » racontait la bataille vue par Matthias, simple soldat de l’armée autrichienne et sa mue en déserteur, dès le soir de la bataille et en fugitif, dès le lendemain matin. La seconde, je veux dire « La Marengo du Lieutenant »... (continua)
d’une chanson piémontaise – Mareng – Piero Milanese – 2011
C’est l’histoire de la bataille de Marengo vue du côté des paysans locaux. Il est écrit en Piemontese mandrogno (Alessandria), dialecte piémontais d’Alexandrie comme « La balada ‘d Pipu Majen ».
Dialogue maïeutique
Nous connaissons bien ici la bataille de Marengo et son histoire, car comme tu t’en souviens certainement, Lucien l’âne mon ami ; on en avait déjà parlé à l’occasion de la présentation de trois chansons : toutes issues de la saga de notre Arlequin amoureux.
Oui, dit Lucien l’âne, je me souviens parfaitement de tout ça. La première « Marengo » racontait la bataille vue par Matthias, simple soldat de l’armée autrichienne et sa mue en déserteur, dès le soir de la bataille et en fugitif, dès le lendemain matin. La seconde, je veux dire « La Marengo du Lieutenant »... (continua)
MARENG
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/11/2019 - 10:08
Mrs. McGrath
anonimo
Conosciuta anche come Mrs. McGraw.
Folksong di origine irlandese (con una melodia considerata tra le più belle) risalente probabilmente ai primi decenni del XIX secolo (fu pubblicata per la prima volta nel 1815 su una broadside, cioè su foglio volante). È stata recentemente inclusa da Bruce Springsteen nelle sue Seeger Sessions, nell'album We shall overcome, ma nel 1958 fu incisa anche da Burl Ives con il titolo di The Sergeant and Mrs McGrath.
La canzone è indubbiamente di origine popolare e risale al tempo della Peninsular War, vale a dire la parte delle guerre Napoleoniche che si svolsero nella penisola Iberica.
Per ulteriori informazioni e una versione diversa del testo si veda Folk Songs of Ireland.
Per i diversi interpreti si veda Songs of the Seeger Sessions.
"Mrs. McGrath" (also known as "Mrs. McGraw") is an Irish folk song. The song tells the story of a woman whose son enters... (continua)
Folksong di origine irlandese (con una melodia considerata tra le più belle) risalente probabilmente ai primi decenni del XIX secolo (fu pubblicata per la prima volta nel 1815 su una broadside, cioè su foglio volante). È stata recentemente inclusa da Bruce Springsteen nelle sue Seeger Sessions, nell'album We shall overcome, ma nel 1958 fu incisa anche da Burl Ives con il titolo di The Sergeant and Mrs McGrath.
La canzone è indubbiamente di origine popolare e risale al tempo della Peninsular War, vale a dire la parte delle guerre Napoleoniche che si svolsero nella penisola Iberica.
Per ulteriori informazioni e una versione diversa del testo si veda Folk Songs of Ireland.
Per i diversi interpreti si veda Songs of the Seeger Sessions.
"Mrs. McGrath" (also known as "Mrs. McGraw") is an Irish folk song. The song tells the story of a woman whose son enters... (continua)
“Mrs.McGrath,” the sargeant said,
(continua)
(continua)
3/5/2006 - 14:50
This is found in songbooks as both "Mrs. McGraw" and "Mrs. McGrath." This song has a strong anti-war message and was a great favorite of the Irish Volunteers of the 1913-1916 Irish Rebellion.
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MRS McGRAW
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 26/6/2006 - 13:59
The version as performed by Bruce Springsteen & The Seeger Sessions Band in We Shall Overcome (2006)
Strongly associated with the Irish Republicans and the Easter Rising of 1916, this antiwar ballad was first published in 1815 as a Dublin broadside.
MRS. McGRATH
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/11/2006 - 23:57
Si è rinunciato a tradurre il « ritornello vuoto ». Si noti l’introduzione del « Re d’America » (King of America) al posto del « Re di Spagna » (King of Spain) dell’originale. Un…adattamento che trasforma questa antica e bellissima canzone in un inno contro le guerre di Bush e di chi lo ha preceduto sul « trono d’America »…
MRS. McGRATH
(continua)
(continua)
Credo che questa canzone possa essere attribuita alla folksinger australiana Sally Sloane (1894-1982) e che la canzone si intitolasse originariamente "My son Teddy":
"My son Teddy was tall and slim
And he had a joint in every limb
So he had no legs at all
In the place of these he had two wooden pegs..."
"My son Teddy was tall and slim
And he had a joint in every limb
So he had no legs at all
In the place of these he had two wooden pegs..."
Alessandro 22/9/2009 - 13:28
Alessandro, non vedo come questa canzone possa essere attribuita a Sally Sloane, australiana nata nel 1894, quando le sue prime testimonianze scritte (su broadside o "foglio volante") risalgono al 1815. In effetti la canzone, di provenienza assolutamente irlandese, è da attribuirsi a quella che è chiamata la Peninsular War, vale a dire la parte delle guerre Napoleoniche che si svolse nella Penisola Iberica; il figlio orrendamente mutilato della sig.ra McGrath, insomma, si prese addosso una cannonata dall'esercito Napoleonico. La canzone fu poi molto popolare tra gli irlandesi della Easter Rising del 1916, ma esisteva già da oltre un secolo; probabilmente il My Son Teddy della Sloane è, anzi, una rielaborazione australiana a partire dalla canzone originale portata in terra d'Australia da immigrati irlandesi (specialmente verso il 1846 durante la famosa e terribile "Carestia delle patate");... (continua)
Riccardo Venturi 22/9/2009 - 20:39
Hai senza dubbio ragione. Per "attribuzione" intendevo dire che la versione della Sloane potrebbe essere la prima raccolta e registrata. E infatti, spulciando qua e là, ho scoperto che "My son Ted(dy)" fu raccolta sul terreno dall'Alan Lomax australiano, tale John Meredith, negli anni '50... La Sloane sosteneva poi di averla già appresa da sua madre... Siccome qui le canzoni vengono più spesso attribuite, più che agli autori, alle esecuzioni principali o più celebri o comunque di cui esistono le prime tracce concrete sotto forma di registrazioni, mi pareva che questa potesse essere "attribuita" alla Sloane...
Comunque, di certo vi è che ci sono certe antiche canzoni che hanno nel tempo avuto una diffusione così planetaria che qualunque attribuzione diventa impossibile e persino inutile...
E sicuramente ciò vale anche per Mrs. McGrath/My son Ted.
Per cui, evviva l'"anonimo"!
Ciao!
Comunque, di certo vi è che ci sono certe antiche canzoni che hanno nel tempo avuto una diffusione così planetaria che qualunque attribuzione diventa impossibile e persino inutile...
E sicuramente ciò vale anche per Mrs. McGrath/My son Ted.
Per cui, evviva l'"anonimo"!
Ciao!
Alessandro 22/9/2009 - 23:24
NOTE
1) big cocked hat: tradotto in italiano da Riccardo come cappello piumato, è in inglese un "tricorno" una foggia propriamente settecentesca: al posto dei grandi cappelli piumati in voga nel secolo precedente si diffuse questo modello con le falde arrotolate ai tre lati (tre canti): in Francia già alla fine del 1600 cavalieri e ufficiali portavano il tricorno guarnito di piume, ma sostituite presto da galloni d'oro e coccarde. Ai primi del 700 il tricorno venne adottato in tutta Europa e da pressoché tutte le classi sociali. Nell'ottocento invece gli ufficiali portavano il cappello "alla napoleone" oppure con foggia tronco conica leggermente svasata. Questo dettaglio potrebbe far retrodatare il brano.
2) la traduzione in italiano dell'ultima strofa secondo la versione irlandese:
'Well all foreign wars I do proclaim
Between Don John and the King of Spain
And by herrings I'll make... (continua)
1) big cocked hat: tradotto in italiano da Riccardo come cappello piumato, è in inglese un "tricorno" una foggia propriamente settecentesca: al posto dei grandi cappelli piumati in voga nel secolo precedente si diffuse questo modello con le falde arrotolate ai tre lati (tre canti): in Francia già alla fine del 1600 cavalieri e ufficiali portavano il tricorno guarnito di piume, ma sostituite presto da galloni d'oro e coccarde. Ai primi del 700 il tricorno venne adottato in tutta Europa e da pressoché tutte le classi sociali. Nell'ottocento invece gli ufficiali portavano il cappello "alla napoleone" oppure con foggia tronco conica leggermente svasata. Questo dettaglio potrebbe far retrodatare il brano.
2) la traduzione in italiano dell'ultima strofa secondo la versione irlandese:
'Well all foreign wars I do proclaim
Between Don John and the King of Spain
And by herrings I'll make... (continua)
cattia salto 13/9/2013 - 13:43
in Terre Celtiche ho aggiunto anche la versione di MY SON JOHN
La melodia è la stessa di "Mrs. McGrath" ma il testo è così ridotto che ci dice solo che un marinaio di nome John ha perso le sue due gambe per una cannonata ricevuta mentre combatteva. Il retroscena della storia è che padre e figlio sono dal chirurgo della marina che cerca di truffarli sulla pensione d'invalidità dando la colpa alla sbadataggine del ragazzo!
Un umorismo caustico sulla pelle di un mutilato di guerra!
ASCOLTA Tim Hart and Maddy Prior 1969
ASCOLTA John C. Reilly in Rogues Gallery 2006
Un umorismo caustico sulla pelle di un mutilato di guerra!
ASCOLTA Tim Hart and Maddy Prior 1969
ASCOLTA John C. Reilly in Rogues Gallery 2006
MY SON JOHN
(continua)
(continua)
inviata da cattia salto 13/9/2013 - 13:47
L'origine è irlandese e il periodo "La guerra dei Trent'anni". Della stessa epoca ne esistono versioni in Inghilterra mentre quelle americane sono successive e, ad ogni modo, erano conosciute solamente all'interno delle comunità irlandesi. Il Folk Revival americano l'ha riscoperta attorno al 1950 ed è diventata immediatamente e ovviamente un efficace inno di protesta contro ogni tipo di guerra. In Irlanda i primi ad interpretarla furono Peg (e Bob) Clangy, Robin Roberts e i Dubliners, in Inghilterra Pete Castle e Timothy Walsh, negli USA Ed McCurdy, Burl Ives, Pete Seeger in studio e anche dal vivo con Big Bill Broonzy. Io, la prima volta che l'ho ascoltata fu dalla, ancora a tutt'oggi, emozionanti voci del povero Tim Hart e della sua allora compagna Maddy Prior.
Flavio Poltronieri 15/10/2019 - 15:42
Coraggio amor mio
2009
Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto vol. III
Un lamento italiano contro la guerra composto probabilmente al tempo della prima coscrizione obbligatoria napoleonica intorno al 1800, frutto sempre della ricerca di Gastone Pietrucci.
Non serve una traduzione in quanto è assolutamente comprensibile.
si trova nel volume Canti popolari romani di Giggi Zanazzo Torino/Roma 1907 (pagina 107, numero 200)
L' informatrice di Gastone Pietrucci è stata Anna Maria Centi Teodosi (1944) che ha sentito questo canto dalla madre Giuseppina Centra Centi (1904-1995) originaria di Montelanico (Roma)
Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto vol. III
Un lamento italiano contro la guerra composto probabilmente al tempo della prima coscrizione obbligatoria napoleonica intorno al 1800, frutto sempre della ricerca di Gastone Pietrucci.
Non serve una traduzione in quanto è assolutamente comprensibile.
si trova nel volume Canti popolari romani di Giggi Zanazzo Torino/Roma 1907 (pagina 107, numero 200)
L' informatrice di Gastone Pietrucci è stata Anna Maria Centi Teodosi (1944) che ha sentito questo canto dalla madre Giuseppina Centra Centi (1904-1995) originaria di Montelanico (Roma)
Sei bella nell'occhi
(continua)
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 27/5/2014 - 12:46
La trovo anche col titolo "Coraggio ben mio" nel disco di Maria Monti "Canzoni popolari italiane", 1965.
B.B. 23/9/2019 - 18:07
The Pressers
anonimo
Canzone risalente alle guerre napoleoniche (1803-1815… il “Boney” nella terza strofa è proprio Napoleone Bonaparte), nel testo ripreso e riadattato da Mary Brooksbank (1897-1978), operaia tessile, sindacalista e militante socialista originaria di Aberdeen, Scozia.
Incisa da artisti come Ray Fisher (album “Willie's Lady”, 1982) e gli Stravaig (album “Movin' On, 1994).
Testo trovato su Traditional Music
Ancora una per le già molte canzoni presenti sul sito a proposito del cosiddetto “Impressment”, la pratica di arruolamento forzato (spesso un sequestro violento) con cui la Royal Navy, tra la fine del 17° secolo ed il 1815 (definitiva capitolazione di Napoleone), si procurò le ciurme per le sue navi da guerra…
Incisa da artisti come Ray Fisher (album “Willie's Lady”, 1982) e gli Stravaig (album “Movin' On, 1994).
Testo trovato su Traditional Music
Ancora una per le già molte canzoni presenti sul sito a proposito del cosiddetto “Impressment”, la pratica di arruolamento forzato (spesso un sequestro violento) con cui la Royal Navy, tra la fine del 17° secolo ed il 1815 (definitiva capitolazione di Napoleone), si procurò le ciurme per le sue navi da guerra…
There is nocht in this wide world but sorrow and care
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/10/2014 - 13:46
da Terre Celtiche
“The Pressers” è una anti-war song della tradizione scozzese rielaborata da Mary Brooksbank di Dundee su di un testo risalente quanto meno all’epoca delle guerre napoleoniche. Dal ricordo di una parte della canzone che aveva imparato da bambina Mary Brooksbank (1897- 1978) esprime il sentimento anti-militarista di certi ambienti socio-culturali aggregatisi intorno al folk revival degli anni 60.
Una giovane contadinella si dispera perchè il suo ragazzo è scomparso, è finito in una retata delle press gang ed arruolato forzosamente per combattere e morire in chissà quale campo di battaglia sotto i cannoni di Napoleone Bonaparte.
Una giovane contadinella si dispera perchè il suo ragazzo è scomparso, è finito in una retata delle press gang ed arruolato forzosamente per combattere e morire in chissà quale campo di battaglia sotto i cannoni di Napoleone Bonaparte.
GLI ARRUOLATORI
(continua)
(continua)
The Meeting At Peterloo
anonimo
[1819?]
Brano che consta di diverse esecuzioni. Mi limito a citare quella di Mark Dowding e Chris Harvey in “Manchester Ballads” (1983), una raccolta curata da Harry Boardman e Roy Palmer per conto del Manchester Education Committee.
Testo trovato su Mudcat Café
Come spiegato nell’introduzione a The Nottingham Captain di Roy Bailey, dopo la fine delle guerre napoleoniche i sudditi del Regno Unito – che pure era uscito vittorioso dalla guerra – non se la passavano affatto bene. Alle devastazioni portate dalla guerra si aggiunse subito una terribile crisi occupazionale ed economica, aggravata da alcune criminali misure protezionistiche assunte dal governo che impedirono l’acquisto all’estero di generi alimentari di prima necessità a più basso costo e che determinarono un’impennata dei prezzi sul mercato interno. La gente che aveva combattuto e sofferto in 12 anni ininterrotti di guerra... (continua)
Brano che consta di diverse esecuzioni. Mi limito a citare quella di Mark Dowding e Chris Harvey in “Manchester Ballads” (1983), una raccolta curata da Harry Boardman e Roy Palmer per conto del Manchester Education Committee.
Testo trovato su Mudcat Café
Come spiegato nell’introduzione a The Nottingham Captain di Roy Bailey, dopo la fine delle guerre napoleoniche i sudditi del Regno Unito – che pure era uscito vittorioso dalla guerra – non se la passavano affatto bene. Alle devastazioni portate dalla guerra si aggiunse subito una terribile crisi occupazionale ed economica, aggravata da alcune criminali misure protezionistiche assunte dal governo che impedirono l’acquisto all’estero di generi alimentari di prima necessità a più basso costo e che determinarono un’impennata dei prezzi sul mercato interno. La gente che aveva combattuto e sofferto in 12 anni ininterrotti di guerra... (continua)
Come lend an ear of pity while I my tale do tell.
(continua)
(continua)
inviata da The Lone Ranger 3/5/2010 - 13:36
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Anche nell’album del 1968 intitolato “Waterloo-Peterloo”, realizzato da The Critics Group, sotto la direzione di Ewan MacColl e Peggy Seeger
Bernart Bartleby 12/12/2017 - 13:32
Adieu, belle Louison
anonimo
[1823]
Canzone di autore anonimo, diffusa in Savoia e Provenza, risalente alla campagna napoleonica di Russia.
Ho trovato il testo su Chants populaires français ma la fonte principale è il volume “Chansons populaires, recueillies dans les Alpes françaises (Savoie et Dauphiné)”, a cura di Julien Tiersot (1857-1936), pubblicato a Grenoble nel 1903. A sua volta l’autore indicava come fonte un manoscritto rinvenuto nella zona di Tour, Chamonix.
Nella seconda strofa è esplicito il riferimento all’infausta campagna militare condotta da Napoleone contro la Russia nel 1812. In soli 6 mesi, tra giugno e dicembre, dei 600.000 soldati che costituivano il corpo di spedizione francese ne scomparvero 500.000, tra morti, dispersi e prigionieri.
Canzone di autore anonimo, diffusa in Savoia e Provenza, risalente alla campagna napoleonica di Russia.
Ho trovato il testo su Chants populaires français ma la fonte principale è il volume “Chansons populaires, recueillies dans les Alpes françaises (Savoie et Dauphiné)”, a cura di Julien Tiersot (1857-1936), pubblicato a Grenoble nel 1903. A sua volta l’autore indicava come fonte un manoscritto rinvenuto nella zona di Tour, Chamonix.
Nella seconda strofa è esplicito il riferimento all’infausta campagna militare condotta da Napoleone contro la Russia nel 1812. In soli 6 mesi, tra giugno e dicembre, dei 600.000 soldati che costituivano il corpo di spedizione francese ne scomparvero 500.000, tra morti, dispersi e prigionieri.
Adieu, belle Louison,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2017 - 09:14
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Napoleone
anonimo
Stornelli popolari toscani
(1814)
In questi stornelli toscani coevi alle imprese napoleoniche (ricordiamo che la Toscana fu sotto il diretto dominio napoleonico, per non parlare dell'esilio dell'imperatore all'Elba, avvenuto proprio nel 1814 e nominato esplicitamente negli stornelli) compare già l'espressione "la meglio gioventù", ripresa da Pier Paolo Pasolini nel Soldato di Napoleone e per una sua intera raccolta poetica. Un'espressione che ha avuto una diffusione enorme, dai canti partigiani ai film contemporanei.
(1814)
In questi stornelli toscani coevi alle imprese napoleoniche (ricordiamo che la Toscana fu sotto il diretto dominio napoleonico, per non parlare dell'esilio dell'imperatore all'Elba, avvenuto proprio nel 1814 e nominato esplicitamente negli stornelli) compare già l'espressione "la meglio gioventù", ripresa da Pier Paolo Pasolini nel Soldato di Napoleone e per una sua intera raccolta poetica. Un'espressione che ha avuto una diffusione enorme, dai canti partigiani ai film contemporanei.
Guarda, o Napoleone, quel che fai:
(continua)
(continua)
"a Mosca lo trovasti l'osso duro,
all'isola dell'Elba prigioniero."
quando ero ragazzina sentivo questi due versi spesso citati in casa mia; pochi giorni fa ( e ora son sessantenne ) mi son tornati in mente e ho cercato in internet e ho trovato questo bellissimo sito, però devo dire che le prime due strofe con la coscrizione delle ragazze mi sembrano poco o niente pertinenti: penso che con la trasmissione orale alcune cose siano state cambiate o aggiunte
all'isola dell'Elba prigioniero."
quando ero ragazzina sentivo questi due versi spesso citati in casa mia; pochi giorni fa ( e ora son sessantenne ) mi son tornati in mente e ho cercato in internet e ho trovato questo bellissimo sito, però devo dire che le prime due strofe con la coscrizione delle ragazze mi sembrano poco o niente pertinenti: penso che con la trasmissione orale alcune cose siano state cambiate o aggiunte
laura 11/10/2012 - 22:09
Ieri a Genova ho sentito una squadra di trallallero eseguire questi stornelli, molto interessante... Qui sotto il link per ascoltarli in un vieo.
Roberta
Roberta
Roberta 11/11/2013 - 09:02
su questo sito un'altra canzone su Napoleone
http://www.coro-edelweiss.it/index.php...
Angelo Agazzani ha ritrovato e riproposto con un’armonizzazione dal timbro e dal ritmo militaresco questo canto dell’epoca napoleonica, dove la tradizione popolare ha fissato la propria interpretazione dei fatti storici del grande còrso. Non un’epopea eroica che ha cambiato la storia dell’Europa ma semplicemente una sventura per i poveri contadini, costretti dalla coscrizione obbligatoria, ad allontanarsi dalle proprie terre e ad andare a morire per una causa incomprensibile. Così che la storia di Napoleone viene ironicamente condensata in poche battute e la sua caduta viene festeggiata buttando i fucili nel fuoco e gettando i cappelli in aria, nella speranza che la guerra se ne sia andata per sempre.
La caserma degli Inglesi
fabbricata l'è in mezzo al mar
Napoleon coi suoi Francesi
la vuol farla... (continua)
http://www.coro-edelweiss.it/index.php...
Angelo Agazzani ha ritrovato e riproposto con un’armonizzazione dal timbro e dal ritmo militaresco questo canto dell’epoca napoleonica, dove la tradizione popolare ha fissato la propria interpretazione dei fatti storici del grande còrso. Non un’epopea eroica che ha cambiato la storia dell’Europa ma semplicemente una sventura per i poveri contadini, costretti dalla coscrizione obbligatoria, ad allontanarsi dalle proprie terre e ad andare a morire per una causa incomprensibile. Così che la storia di Napoleone viene ironicamente condensata in poche battute e la sua caduta viene festeggiata buttando i fucili nel fuoco e gettando i cappelli in aria, nella speranza che la guerra se ne sia andata per sempre.
La caserma degli Inglesi
fabbricata l'è in mezzo al mar
Napoleon coi suoi Francesi
la vuol farla... (continua)
Silva 13/11/2013 - 17:27
Segnalo che l'espressione "la meglio gioventù" si trova anche in un canto alpino (inviso alle camice nere):
Sul ponte di Perati bandiera nera
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
la "mejo zoventù" che và soto tèra
https://www.youtube.com/watch?v=-mzHPij1h6M
Sul ponte di Perati bandiera nera
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
la "mejo zoventù" che và soto tèra
https://www.youtube.com/watch?v=-mzHPij1h6M
Filippo Noceti 24/7/2017 - 09:13
La Sainte Alliance des peuples
[1818]
Versi di Pierre-Jean de Béranger (1780-1857), poeta e musicista parigino
Sull'aria di “Du Dieu des bonnes gens”, dello stesso de Béranger.
Ottobre-novembre 1818. In seguito al congresso di Aix-la-Chapelle e al pagamento da parte della Francia di un forte indennizzo di guerra, le truppe di Prussia, Austria e Russia lasciano finalmente il territorio francese che occupavano dal 1814.
Versi di Pierre-Jean de Béranger (1780-1857), poeta e musicista parigino
Sull'aria di “Du Dieu des bonnes gens”, dello stesso de Béranger.
Ottobre-novembre 1818. In seguito al congresso di Aix-la-Chapelle e al pagamento da parte della Francia di un forte indennizzo di guerra, le truppe di Prussia, Austria e Russia lasciano finalmente il territorio francese che occupavano dal 1814.
J’ai vu la Paix descendre sur la terre,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2017 - 09:27
The Gallant Ussar
anonimo
La ballata è nota con il titolo di “Young Edward, the Gallant Hussar” diffusa a metà Ottocento in una serie di broadside, il tema è quello solito della separazione tra i due innamorati, lui giovane soldato di belle speranze, ma con poche sostanze, e lei giovane fanciulla che aspira al matrimonio. In questa ballata la ragazza riesce a coronare il suo sogno grazie a una piccola rendita lasciatale in eredità dallo zio. Qui la guerra è uno sfondo lontano, l’ussaro è pronto a combattere, non appena la tromba squillerà per l’adunata, ma nello stesso tempo (valutate le sostanze della fanciulla) pronto a sposarsi e a dimenticare la “guerra crudele”. Non so se la ballata avesse intenti umoristici ma in effetti la parola “gallant” è un po’ ambivalente.
La ballata è stata registrata recentemente da Eliza Carthy in un’ottima versione. Così scrive Eliza nelle note “This version of the song comes from... (continua)
La ballata è stata registrata recentemente da Eliza Carthy in un’ottima versione. Così scrive Eliza nelle note “This version of the song comes from... (continua)
A damsel possessed of great beauty,
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 4/9/2016 - 15:40
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Alla parola Ussaro il pensiero corre verso il soldato a cavallo, dalla divisa impeccabile e romantica -alla “Viennese”- infatti, indipendentemente dall’esercito di appartenenza, le uniformi degli ussari erano tutte simili: una blusa corta e attillata, piena zeppa di passamaneria, e con un numero sproporzionato di alamari, bordata di pelliccia d’inverno, un buffo cappello dalla forma di cilindro allungato e rivestito da pelo di gatto centrifugato, (oppure senza pelo, ma con un altrettanto vistoso pennacchio), pantaloni aderenti infilati in stivali tirati a lucido e alti quasi al ginocchio.
Se ci aggiungi la giovane età, il fisico agile ed allenato dello sportivo, il portamento marziale e i modi da gentiluomo, l’effetto doveva essere devastante sul cuore e le menti delle giovani fanciulle! Ah si e non dimentichiamoci i baffetti a manubrio, che ai tempi erano considerati molto “virili”.
Se ci aggiungi la giovane età, il fisico agile ed allenato dello sportivo, il portamento marziale e i modi da gentiluomo, l’effetto doveva essere devastante sul cuore e le menti delle giovani fanciulle! Ah si e non dimentichiamoci i baffetti a manubrio, che ai tempi erano considerati molto “virili”.
TRADUZIONE L'USSARO GALANTE
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 4/9/2016 - 15:44
Over the Hills and Far Away
Un bellissima melodia riportata da Thomas D’Urfey nel suo “Pills to Purge Melancholy” ancora attualissima è ritornata alla popolarità con la serie tv Sharpe’s Rifles (tratto dal romanzo I fucilieri di Sharpe di Bernard Cornwell ambientato durante le guerre napoleoniche). Già all’epoca quella che era una melodia romantica per una storia d’amore, era diventata una melodia accattivante e pro arruolamento per le guerre napoleoniche. Un questione dibattuta già nel Settecento è se il brano fosse d’origine inglese o scozzese
LA VERSIONE DI JOHN TAMS PER SHARPE’S RIFLES
La versione di John Tams (1993) riprende sì la melodia antica, ma il testo richiama solo vagamente l’originale napoleonico perché riscritto per essere adattato agli episodi della serie (che ha avuto uno strepitoso successo nelle isole britanniche)
Questa versione testuale è quella ridotta, rilasciata da John Tams per il Cd Over the Hills & Far Away: The Music of Sharpe, 1996
Terre Celtiche
LA VERSIONE DI JOHN TAMS PER SHARPE’S RIFLES
La versione di John Tams (1993) riprende sì la melodia antica, ma il testo richiama solo vagamente l’originale napoleonico perché riscritto per essere adattato agli episodi della serie (che ha avuto uno strepitoso successo nelle isole britanniche)
Questa versione testuale è quella ridotta, rilasciata da John Tams per il Cd Over the Hills & Far Away: The Music of Sharpe, 1996
Terre Celtiche
Here’s forty shillings on the drum
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 22/8/2016 - 23:05
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
OVER THE HILLS AND FAR AWAY AI TEMPI DI NAPOLEONE
Thomas D’Urfey in “Pills to Purge Melancholy” riporta la melodia e due versioni testuali una con il titolo di “Jockey’s Lamentation” (di argomento bucolico) l’altro con il titolo "The Recruiting Officer: Or, the Merry Volunteers: Being an Excellent New Copy of Verses upon raising Recruits.
Su YouTube ci sono un paio di versioni con questo testo e non con quello di John Tams (1993)
Thomas D’Urfey in “Pills to Purge Melancholy” riporta la melodia e due versioni testuali una con il titolo di “Jockey’s Lamentation” (di argomento bucolico) l’altro con il titolo "The Recruiting Officer: Or, the Merry Volunteers: Being an Excellent New Copy of Verses upon raising Recruits.
Su YouTube ci sono un paio di versioni con questo testo e non con quello di John Tams (1993)
HARK! NOW THE DRUMS BEAT UP AGAIN
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 23/8/2016 - 22:23
da ascoltare nel video montato da Constantino Magno (magnifica sovrapposizione della canzone -marcetta con le immagini e i rumori della battaglia)
UDITE I TAMBURI RULLARE
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 23/8/2016 - 22:27
Boney was a Warrior
anonimo
Una sea shanty nata inizialmente come street ballad sulle guerre napoleoniche: Napoleone incarnò le speranze d’indipendenza e le istanze rivoluzionarie delle popolazioni europee e delle Colonie americane (Irlanda in testa); amato dagli strati più poveri come dagli intellettuali è l’eroe romantico per eccellenza, nella sua grandezza e nella sua caduta. Oggi più nessuno parteggia per Napoleone ma due secoli prima gli animi si infiammavano per lui !!
LA VERSIONE SEA SHANTY
Scrive AL Lloyd “A short drag shanty. These simple shanties were uses when only a few strong pulls were needed, as in boarding tacks and sheets and bunting up a sail in furling, etc. Boney was popular both in British and American vessels and in one American version Bonaparte is made to cross the Rocky Mountains.” Così ci sono moltissime versioni testuali che tutte tratteggiano le vittorie e le sconfitte di Napoleone in pochi... (continua)
LA VERSIONE SEA SHANTY
Scrive AL Lloyd “A short drag shanty. These simple shanties were uses when only a few strong pulls were needed, as in boarding tacks and sheets and bunting up a sail in furling, etc. Boney was popular both in British and American vessels and in one American version Bonaparte is made to cross the Rocky Mountains.” Così ci sono moltissime versioni testuali che tutte tratteggiano le vittorie e le sconfitte di Napoleone in pochi... (continua)
Boney was a warrior, Wey, hay, yah
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 19/8/2016 - 22:51
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Canto marinaresco bretone con versi in francese la cui melodia è stata ripresa nella sea shanty "Boney was a warrior"
altro video
altro video
C’est Jean-François de Nantes
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 19/8/2016 - 22:58
in Rogues Gallery: Pirate Ballads, Sea Songs, and Chanteys, 2006
Boney (1) era un guerriero
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 19/8/2016 - 23:02
The Bonny Light Horseman / Broken-Hearted I Wander
anonimo
Un lamento irlandese e inglese risalente ai tempi delle guerre napoleoniche.
Martin Howley cantò una versione chiamata "The Young Horseman" a Pat Mackenzie nella sua casa di Fanore, nella contea di Clare, nell'estate del 1975. Questa registrazione è stata inclusa nel 1998 nella fondamentale antologia A Story I'm Just About to Tell (The Voice of the People Series Volume 8).
Il gruppo folk di Manchester Canny Fettle ha inciso una versione intitolata Bonny Light Horseman nel 1975 nell'album Varry Canny.
Lal e Norma Waterson hanno cantato la canzone nell'album del 1977 A True Hearted Girl.
Sam Henry sostiene che la melodia, che ha probabilmente più di quattrocento anni, sia di origine irlandese perché utilizza una "gapped scale" (cioè una scala che non usa la quarta e la settima nota). Secondo William Barret la canzone era molto diffusa in Inghilterra dopo il 1790 diffusa su fogli volanti... (continua)
Martin Howley cantò una versione chiamata "The Young Horseman" a Pat Mackenzie nella sua casa di Fanore, nella contea di Clare, nell'estate del 1975. Questa registrazione è stata inclusa nel 1998 nella fondamentale antologia A Story I'm Just About to Tell (The Voice of the People Series Volume 8).
Il gruppo folk di Manchester Canny Fettle ha inciso una versione intitolata Bonny Light Horseman nel 1975 nell'album Varry Canny.
Lal e Norma Waterson hanno cantato la canzone nell'album del 1977 A True Hearted Girl.
Sam Henry sostiene che la melodia, che ha probabilmente più di quattrocento anni, sia di origine irlandese perché utilizza una "gapped scale" (cioè una scala che non usa la quarta e la settima nota). Secondo William Barret la canzone era molto diffusa in Inghilterra dopo il 1790 diffusa su fogli volanti... (continua)
Well now Bonaparte, he has commanded his troops for to stand
(continua)
(continua)
25/1/2014 - 18:39
Sul suo bel sito Terre Celtiche, Cattia Salto offre le traduzioni in italiano di alcune delle versioni inglesi sopra riportate. E soprattutto chiarisce due cose che mi paiono importanti:
- La canzone risale al periodo in cui i francesi misero a punto il primo sistema d’artiglieria moderno, quello ideato dal generale ed ingegnere Jean-Baptiste Vaquette de Gribeauval ed a lui intitolato. Il sistema “Gribeauval” mandò in pensione per sempre quella che era stata fino a quel momento la forza d’urto principale in battaglia, la cavalleria. Come nota Cattia Salto, “nella canzone si evidenzia proprio la spersonalizzazione della guerra e la trasformazione dei soldati in carne da cannone.”
- “La canzone è sostanzialmente un lament cantato dalla donna che ha perduto il suo uomo in guerra… il grido di dolore delle donne (madri e mogli, compagne) che restano a casa mentre gli uomini fanno la guerra… La storia universale di una perdita che si rinnova per ogni soldato che muore in guerra.”
Cattia Salto riporta poi una lezione del brano molto più “al femminile” delle altre, quella a capella delle Cherish The Ladies:
Cherish The Ladies - The Bonnie Light Horseman
- “La canzone è sostanzialmente un lament cantato dalla donna che ha perduto il suo uomo in guerra… il grido di dolore delle donne (madri e mogli, compagne) che restano a casa mentre gli uomini fanno la guerra… La storia universale di una perdita che si rinnova per ogni soldato che muore in guerra.”
Cattia Salto riporta poi una lezione del brano molto più “al femminile” delle altre, quella a capella delle Cherish The Ladies:
Cherish The Ladies - The Bonnie Light Horseman
THE BONNIE LIGHT HORSEMAN
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/3/2016 - 10:41
Le conscrit du Languedô (Fanfan)
anonimo
(1810 circa)
Una delle più antiche canzoni antimilitariste francesi, di epoca napoleonica.
La versione occitana, I conscrits del Lengadòc, è stata eseguita dai Lou Dalfin. Manteniamo in questo caso la suddivisione in due pagine distinte.
Una delle più antiche canzoni antimilitariste francesi, di epoca napoleonica.
La versione occitana, I conscrits del Lengadòc, è stata eseguita dai Lou Dalfin. Manteniamo in questo caso la suddivisione in due pagine distinte.
Je suis un pauvre conscrit
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Canto dei coscritti, o Partirò, partirò
[ca. 1808]
Composto sulla stessa aria della canzone popolare "Maremma amara"
Canto toscano dell'epoca delle guerre napoleoniche, nato probabilmente quando l'Imperatore istituì la leva obbligatoria anche nelle terre italiane conquistate, sull'esempio di quel che era accaduto in Francia con la rivoluzione.
Sebbene abbia un autore ben preciso, un celebre cantastorie che compose il testo sul motivo della famosa canzone popolare toscana "Maremma amara" ("Tutti mi dicon Maremma, Maremma...") servendosi anche chiaramente della sua struttura testuale (cosa particolarmente evidente nel ritornello), divenne ben presto un canto di guerra e popolare; per primo lo ha raccolto Caterina Bueno; è stato interpretato anche da Riccardo Marasco (nell'album "Chi cerca trova", 1977; ma in una versione abbreviata), ma altri interpreti storici sono stati Fausto Amodei (nell' LP "Il povero soldato"), la stessa... (continua)
Composto sulla stessa aria della canzone popolare "Maremma amara"
Canto toscano dell'epoca delle guerre napoleoniche, nato probabilmente quando l'Imperatore istituì la leva obbligatoria anche nelle terre italiane conquistate, sull'esempio di quel che era accaduto in Francia con la rivoluzione.
Sebbene abbia un autore ben preciso, un celebre cantastorie che compose il testo sul motivo della famosa canzone popolare toscana "Maremma amara" ("Tutti mi dicon Maremma, Maremma...") servendosi anche chiaramente della sua struttura testuale (cosa particolarmente evidente nel ritornello), divenne ben presto un canto di guerra e popolare; per primo lo ha raccolto Caterina Bueno; è stato interpretato anche da Riccardo Marasco (nell'album "Chi cerca trova", 1977; ma in una versione abbreviata), ma altri interpreti storici sono stati Fausto Amodei (nell' LP "Il povero soldato"), la stessa... (continua)
Partirò partirò, partir bisogna
(continua)
(continua)
Così la cantavano i Gufi.
Ricordiamo che questa versione è scaricabile in formato .OGG Vorbis da MP38.
Da: "I Gufi cantano due secoli di Resistenza" (1966)
Ricordiamo che questa versione è scaricabile in formato .OGG Vorbis da MP38.
Da: "I Gufi cantano due secoli di Resistenza" (1966)
PARTIRE PARTIRÒ PARTIR BISOGNA
(continua)
(continua)
inviata da Piersante Sestini 16/4/2005 - 19:36
Un'ulteriore versione tratta da "La musica dell'altra Italia". E' anche quella (re)interpretata dai Del Sangre nell'album Vox Populi (2008), liberamente scaricabile dal link.
"Canto toscano, sull'aria di "Maremma", risale all'epoca delle guerre napoleoniche, e nacque probabilmente quando l'Imperatore istituì la leva obbligatoria anche nelle terre italiane conquistate, sull'esempio di quel che era accaduto in Francia con la rivoluzione.
I versi, sembra siano stati scritti da Anton Francesco Menchi, nato nel 1762 a Cucciano, nella montagna pistoiese. Il Menchi fu il più celebre cantastorie e poeta popolare del suo tempo in Firenze. Racconta un contemporaneo, Giuseppe Arcangeli, che improvvisava nei giorni del marcato nella Piazza del Granduca (Piazza Signoria) e richiamava intorno a sé una gran folla di campagnoli, quando suonando il suo tamburello a sonagli faceva uscire come per incanto da una cassetta una faina addomesticata. Fu avverso alle idee rivoluzionarie che venivano dalla Francia, cantò gli orrori della novella Babilonia (la Rivoluzione), la morte di... (continua)
I versi, sembra siano stati scritti da Anton Francesco Menchi, nato nel 1762 a Cucciano, nella montagna pistoiese. Il Menchi fu il più celebre cantastorie e poeta popolare del suo tempo in Firenze. Racconta un contemporaneo, Giuseppe Arcangeli, che improvvisava nei giorni del marcato nella Piazza del Granduca (Piazza Signoria) e richiamava intorno a sé una gran folla di campagnoli, quando suonando il suo tamburello a sonagli faceva uscire come per incanto da una cassetta una faina addomesticata. Fu avverso alle idee rivoluzionarie che venivano dalla Francia, cantò gli orrori della novella Babilonia (la Rivoluzione), la morte di... (continua)
PARTIRE PARTIRO' PARTIR BISOGNA
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/6/2005 - 17:12
Version française de Riccardo Venturi
1° agosto/ 1. août 2005
1° agosto/ 1. août 2005
JE PARS, JE PARS
(continua)
(continua)
Interpretata da Ginevra Di Marco nel nuovo album di Daniele Sepe "Canzoniere illustrato" (da ascoltare nei video).
"Canzoniere Illustrato" è il titolo del nuovo album di Daniele Sepe.
In realtà è molto di più di un semplice album... "Canzoniere Illustrato" è un bel volume di ben 106 pagine contenente12 fumetti per 12 canzoni. Fumetti realizzati da geniali maestri del colore (Mauro Biani, Squaz, Kanjano, Akab, Kranti, Rosaria Cefalo, Shaone, Fulvio Cozza, Giuseppe Guida, Antonino Iuorio, Marcella Brancaforte, Tony Afeltra, Enzo Troiano, Giuseppe Guida, Luigi De Michele) ed arricchito da una splendida copertina del grande Altan.
La musica prevede un menù internazionale di canzoni provenienti da tutto il mondo e dal folklore italiano e con la partecipazione delle voci di Floriana Cangiano, Ginevra DI Marco, Flori N Barbu, Mazouk Mejri, Josè Seves, Robero Argentino Lagoa e Brunella Selo, oltre ad una nutritissima schiera di fantastici musicisti.
"Canzoniere Illustrato" è il titolo del nuovo album di Daniele Sepe.
In realtà è molto di più di un semplice album... "Canzoniere Illustrato" è un bel volume di ben 106 pagine contenente12 fumetti per 12 canzoni. Fumetti realizzati da geniali maestri del colore (Mauro Biani, Squaz, Kanjano, Akab, Kranti, Rosaria Cefalo, Shaone, Fulvio Cozza, Giuseppe Guida, Antonino Iuorio, Marcella Brancaforte, Tony Afeltra, Enzo Troiano, Giuseppe Guida, Luigi De Michele) ed arricchito da una splendida copertina del grande Altan.
La musica prevede un menù internazionale di canzoni provenienti da tutto il mondo e dal folklore italiano e con la partecipazione delle voci di Floriana Cangiano, Ginevra DI Marco, Flori N Barbu, Mazouk Mejri, Josè Seves, Robero Argentino Lagoa e Brunella Selo, oltre ad una nutritissima schiera di fantastici musicisti.
Lorenzo 17/5/2012 - 00:36
Il Canto dei Coscritti nella testimonianza dell'abate Giuseppe Tigri (1856)
Da: Canti popolari toscani, Rispetti. — Lettere. — Stornelli — Poemetto Rusticale, raccolti e annotati da Giuseppe Tigri, volume unico, Barbera, Bianchi e Comp., Tipografi-Editori. Via Faenza. 4765. Firenze, 1856.
Aggiungi la liberazione di Vienna, la regina Uliva, la Regina sfortunata di Cipro, le sette galere di Spagna, il Castellano, il Cavalier d’Olanda, Paris e Vienna, Manetta cortigiana, Piramo e Tisbe, la dolce Chiarina, e altre canzonette d’amore; e infine, Napoleone a Mosca, e Alessandro a Parigi, ottave del Menchi, improvvisatore famoso della montagna pistoiese, ultimo fra i cantastorie e i giullari della Toscana. Queste, con molte leggende di vite di santi, e di miracoli d’ogni maniera, costituiscono il subietto di siffatte canzoni. Le quali il popolo legge sì, perchè ama lo strano e il maraviglioso,... (continua)
Da: Canti popolari toscani, Rispetti. — Lettere. — Stornelli — Poemetto Rusticale, raccolti e annotati da Giuseppe Tigri, volume unico, Barbera, Bianchi e Comp., Tipografi-Editori. Via Faenza. 4765. Firenze, 1856.
Aggiungi la liberazione di Vienna, la regina Uliva, la Regina sfortunata di Cipro, le sette galere di Spagna, il Castellano, il Cavalier d’Olanda, Paris e Vienna, Manetta cortigiana, Piramo e Tisbe, la dolce Chiarina, e altre canzonette d’amore; e infine, Napoleone a Mosca, e Alessandro a Parigi, ottave del Menchi, improvvisatore famoso della montagna pistoiese, ultimo fra i cantastorie e i giullari della Toscana. Queste, con molte leggende di vite di santi, e di miracoli d’ogni maniera, costituiscono il subietto di siffatte canzoni. Le quali il popolo legge sì, perchè ama lo strano e il maraviglioso,... (continua)
Riccardo Venturi 10/2/2015 - 10:57
I coscritti di Bonaparte
anonimo
[Primo decennio dell’800?]
Raccolta da Costantino Nigra (1828-1907, filologo, poeta, diplomatico e politico italiano) da un’anonima contadina di Moncalvo, Asti, al confine con Casale Monferrato e la Provincia di Alessandria. Nell’imprescindibile raccolta “Canti popolari del Piemonte”, pubblicata nel 1888.
Nel quindicennio di dominazione francese anche in Piemonte, come in ogni angolo d’Europa soggiogato da Napoleone, prima giovane generale della repubblica rivoluzionaria e poi Imperatore dei francesi, la coscrizione obbligatoria fu introdotta in tutti i paesi occupati e produsse ovunque forti resistenze, che si tradussero in un alto tasso di diserzione e di emigrazione.
Si vedano anche altre canzoni già presenti, come Canto dei coscritti, o Partirò, partirò, Maledet Napoleon, La balada ‘d Pipu Majen, Le conscrit du Languedô (Fanfan) e Coraggio amor mio.
Raccolta da Costantino Nigra (1828-1907, filologo, poeta, diplomatico e politico italiano) da un’anonima contadina di Moncalvo, Asti, al confine con Casale Monferrato e la Provincia di Alessandria. Nell’imprescindibile raccolta “Canti popolari del Piemonte”, pubblicata nel 1888.
Nel quindicennio di dominazione francese anche in Piemonte, come in ogni angolo d’Europa soggiogato da Napoleone, prima giovane generale della repubblica rivoluzionaria e poi Imperatore dei francesi, la coscrizione obbligatoria fu introdotta in tutti i paesi occupati e produsse ovunque forti resistenze, che si tradussero in un alto tasso di diserzione e di emigrazione.
Si vedano anche altre canzoni già presenti, come Canto dei coscritti, o Partirò, partirò, Maledet Napoleon, La balada ‘d Pipu Majen, Le conscrit du Languedô (Fanfan) e Coraggio amor mio.
Bonapart l’à manda a dire
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/9/2014 - 10:33
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Waterloo
1984
Mia madre parla a raffica
Mia madre parla a raffica
“Bel colpo “ disse Wellington alludendo alla vittoria
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 5/3/2012 - 00:27
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
mi sono sempre chiesto cosa intendesse Edoardo De Angelis quando negli ultimi versi della quartina finale scrive:
"E che il giorno era al tramonto e che stava per finire
Qualche cosa che è difficile capire"
Personamente io l'ho interpetato come espressione dell'ambiguità dell'epopea napoleonica: da un lato sogno di libertà per i popoli oppressi dalle monarchie europee e russa, dall'altro affermazione della dittatura e dell'uomo solo al comando, contraddizioni che emergeranno in tutta la loro tragicità in vicende come quella dell'eroica Repubblica Napoletana del 1799. Chissà....
"E che il giorno era al tramonto e che stava per finire
Qualche cosa che è difficile capire"
Personamente io l'ho interpetato come espressione dell'ambiguità dell'epopea napoleonica: da un lato sogno di libertà per i popoli oppressi dalle monarchie europee e russa, dall'altro affermazione della dittatura e dell'uomo solo al comando, contraddizioni che emergeranno in tutta la loro tragicità in vicende come quella dell'eroica Repubblica Napoletana del 1799. Chissà....
andrea 24/7/2014 - 18:08
Il cielo di Austerlitz
dall'album "Di rabbia e di stelle" (2007)
“Il cielo di Austerlitz” è un altro lento, ma affidato solo al piano di Patrizio Fariselli e al contrabbasso di Paolino Della Porta è, come dire, nobilitato dal fraseggio. Siamo sul versante tanto amato dal professore delle canzoni con riferimento storico. Qui si parla della battaglia napoleonica del 1805 vista dalla parte russa.
Giorgio Maimone su Bielle
“Il cielo di Austerlitz” è un altro lento, ma affidato solo al piano di Patrizio Fariselli e al contrabbasso di Paolino Della Porta è, come dire, nobilitato dal fraseggio. Siamo sul versante tanto amato dal professore delle canzoni con riferimento storico. Qui si parla della battaglia napoleonica del 1805 vista dalla parte russa.
Giorgio Maimone su Bielle
Sono caduto come un airone
(continua)
(continua)
8/12/2007 - 16:02
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Version française – LE CIEL D'AUSTERLITZ – Marco Valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – Il cielo d'Austerlitz – Roberto Vecchioni – 2007
Le prince André Bolkonski, fauché en pleine charge, est couché sur le sol d'Austerlitz... Il soliloque... Pour les détails, voir le roman de Lev Nikolaévitch Tolstoï, Guerre et Paix.
Chanson italienne – Il cielo d'Austerlitz – Roberto Vecchioni – 2007
Le prince André Bolkonski, fauché en pleine charge, est couché sur le sol d'Austerlitz... Il soliloque... Pour les détails, voir le roman de Lev Nikolaévitch Tolstoï, Guerre et Paix.
LE CIEL D'AUSTERLITZ
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/10/2010 - 18:13
E' evidente l'ispirazione:
Guerra e pace.
Il principe Andrej Bolkonski è colpito, lui stesso e il lettore pensano che morirà, e la sua vita gli scorre davanti, con le nuvole, ne cielo di Austerlitz...
Guerra e pace.
Il principe Andrej Bolkonski è colpito, lui stesso e il lettore pensano che morirà, e la sua vita gli scorre davanti, con le nuvole, ne cielo di Austerlitz...
Renzo 7/5/2012 - 16:03
Il sole di Austerlitz
[1981]
Scritta da Alberto Radius e Franco Battiato
Incisa da Giuni Russo per la prima volta in Energie (1981) poi nel live Morirò d'amore (2003)
Scritta da Alberto Radius e Franco Battiato
Incisa da Giuni Russo per la prima volta in Energie (1981) poi nel live Morirò d'amore (2003)
[...] Il sole di Austerlitz è la documentazione sonora del bis di uno dei numerosi concerti attraverso i quali Giuni Russo ha testardamente, tenacemente, fieramente continuato ad offrire il dono della propria voce al proprio pubblico: si tratta di una composizione di Franco Battiato e Alberto Radius originariamente pubblicata nel 1981 su uno strepitoso, raffinatissimo album intitolato Energie. - battiato.it
Si udiva appena un suono di campane
(continua)
(continua)
inviata da YakkoSan 9/1/2007 - 00:45
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Chanson italienne - Il sole di Austerlitz - Giuni Russo – 1981
Écrite par Alberto Radius et Franco Battiato
Enregistrée par Giuni Russo pour la première fois dans Energie (1981) ; puis, dans Morirò d'amore (2003)
Écrite par Alberto Radius et Franco Battiato
Enregistrée par Giuni Russo pour la première fois dans Energie (1981) ; puis, dans Morirò d'amore (2003)
LE SOLEIL D'AUSTERLITZ
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 3/4/2014 - 22:08
Maledet Napoleon
[1796-97?]
Testo di un’antica villotta (forma polifonica a tre o quattro voci di origine friulana) di fine 700.
Musica di Lino Straulino (1961), musicista di lingua friulana originario della Carnia, cantautore, compositore, chitarrista e polistrumentista.
Nell’album intitolato “Faliscjes” del 1993.
Bellissima anche nell’arrangiamento dei Bràul di Pordenone, nel loro disco del 1997 intitolato “La Corte di Lunas”.
Testo trascritto da Ninjiagirl su YouTube
Siamo all’epoca della prima campagna d’Italia, combattuta dalla Grande Armée contro le potenze dell’Ancien Régime e conclusasi con la vittoria della Francia rivoluzionaria e la firma a Passariano di Codroipo (Udine) del cosiddetto Trattato di Campoformio da parte di Napoleone e del conte Johann Ludwig Josef von Cobenzl, in rappresentanza dell'Austria...
Una giovane donna friulana si dispera e piange e grida tutto il suo dolore e urla... (continua)
Testo di un’antica villotta (forma polifonica a tre o quattro voci di origine friulana) di fine 700.
Musica di Lino Straulino (1961), musicista di lingua friulana originario della Carnia, cantautore, compositore, chitarrista e polistrumentista.
Nell’album intitolato “Faliscjes” del 1993.
Bellissima anche nell’arrangiamento dei Bràul di Pordenone, nel loro disco del 1997 intitolato “La Corte di Lunas”.
Testo trascritto da Ninjiagirl su YouTube
Siamo all’epoca della prima campagna d’Italia, combattuta dalla Grande Armée contro le potenze dell’Ancien Régime e conclusasi con la vittoria della Francia rivoluzionaria e la firma a Passariano di Codroipo (Udine) del cosiddetto Trattato di Campoformio da parte di Napoleone e del conte Johann Ludwig Josef von Cobenzl, in rappresentanza dell'Austria...
Una giovane donna friulana si dispera e piange e grida tutto il suo dolore e urla... (continua)
No volès ca mi disperi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/4/2014 - 21:55
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Napoleon
Angelo Agazzani ha ritrovato e riproposto con un’armonizzazione dal timbro e dal ritmo militaresco questo canto dell’epoca napoleonica, dove la tradizione popolare ha fissato la propria interpretazione dei fatti storici del grande còrso. Non un’epopea eroica che ha cambiato la storia dell’Europa ma semplicemente una sventura per i poveri contadini, costretti dalla coscrizione obbligatoria, ad allontanarsi dalle proprie terre e ad andare a morire per una causa incomprensibile. Così che la storia di Napoleone viene ironicamente condensata in poche battute e la sua caduta viene festeggiata buttando i fucili nel fuoco e gettando i cappelli in aria, nella speranza che la guerra se ne sia andata per sempre.
dal sito del Coro Edelweiss
La "Napoleon" contribuita da Silva qualche settimana fa avrebbe dignità di canzone autonoma su questo sito.
Fa parte anche del repertorio del Coro Edelweiss del... (continua)
dal sito del Coro Edelweiss
La "Napoleon" contribuita da Silva qualche settimana fa avrebbe dignità di canzone autonoma su questo sito.
Fa parte anche del repertorio del Coro Edelweiss del... (continua)
La caserma degli Inglesi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby & Silva 4/12/2013 - 22:27
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
J'avions reçu commandement
anonimo
(circa 1800)
Un'altra antichissima canzone antimilitarista di epoca napoleonica.
Interpreti: Yves Montand, Marc Ogeret
Un'altra antichissima canzone antimilitarista di epoca napoleonica.
Interpreti: Yves Montand, Marc Ogeret
J'avions reçu commandement
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
Percorsi:
Disertori, Le guerre napoleoniche
In questa versione di Michèle Bernard c'è una strofa in più, come penultima:
Y m´ont placé en faction
Devant une citadelle
Ceux qui n´connaissions point mon nom
M´appelions "sentinelle! "
A chaque chat qui passait
Fallait crier "quou qu´chi, quou qu´chai"
A chaque chat qui passait
Fallait crier "quou qu´chi, quou qu´chai"
Y m´ont placé en faction
Devant une citadelle
Ceux qui n´connaissions point mon nom
M´appelions "sentinelle! "
A chaque chat qui passait
Fallait crier "quou qu´chi, quou qu´chai"
A chaque chat qui passait
Fallait crier "quou qu´chi, quou qu´chai"
Dead End 27/11/2012 - 13:20
Lasciatemelo dire: questa è la migliore di tutte le canzoni che siano mai state concepite contro la guerra. Cento e più anni prima di Sc'veik, uno che sembra scemo svela quanto sia assai più scema la guerra e tutti quelli che la preparano e vi si preparano. Canzone amata da me a prima vista, dalla prima volta che mi capitò di sentirla, qualche decennio fa. Da insegnare in tutte le scuole del mondo.
Gian Piero Testa 28/11/2012 - 00:51
The Plains Of Waterloo
anonimo
Traditional / Tradizionale, ca. 1825
Testo ripreso / Lyrics reproduced from
Mudcat Café
Prima pubblicazione a stampa:
First published in writing:
Frank Kidson / William Reeves, Old English Country Dances, London 1890
Willie e Annie
di Riccardo Venturi
Ancora oggi, dopo quasi nove anni di CCG, mi vengono a mente canzoni che “ci dovevano essere” e che, invece, non ci sono; è il caso di questa splendida ballad di epoca napoleonica, che conosco da più di trent'anni nella versione (che la ha resa ancor più splendida) del John Renbourn Group. Quando si dice “John Renbourn” si dicono altre due cose: “Pentangle” e “Jacqui McShee”. Jacqui McShee era la cantante del gruppo, comunque si chiamasse; una voce, come si dice dalle mie parti, di quelle che schiodano. Senza contare che The Plains of Waterloo è stata interpretata anche da un altro “mostro” del folk britannico, June Tabor.
Le ballate... (continua)
Testo ripreso / Lyrics reproduced from
Mudcat Café
Prima pubblicazione a stampa:
First published in writing:
Frank Kidson / William Reeves, Old English Country Dances, London 1890
Willie e Annie
di Riccardo Venturi
Ancora oggi, dopo quasi nove anni di CCG, mi vengono a mente canzoni che “ci dovevano essere” e che, invece, non ci sono; è il caso di questa splendida ballad di epoca napoleonica, che conosco da più di trent'anni nella versione (che la ha resa ancor più splendida) del John Renbourn Group. Quando si dice “John Renbourn” si dicono altre due cose: “Pentangle” e “Jacqui McShee”. Jacqui McShee era la cantante del gruppo, comunque si chiamasse; una voce, come si dice dalle mie parti, di quelle che schiodano. Senza contare che The Plains of Waterloo è stata interpretata anche da un altro “mostro” del folk britannico, June Tabor.
Le ballate... (continua)
One fine summer's morning as I went a-walking
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/11/2011 - 00:28
16 novembre 2011
LA PIANA DI WATERLOO
(continua)
(continua)
Ho appena saputo che a Waterloo (cittadina vallone di 29.000 abitanti, attualmente) si trova la sede europea della Master Card. Come dire: Battaglie? Napoleone? Cambronne? Tutto questo non ha prezzo, per tutto il resto c'è...
Riccardo Venturi 16/11/2011 - 01:57
Le roi d'Yvetot
[Mai 1813 / Maggio 1813]
Paroles: Pierre-Jean de Béranger
Testo di Pierre-Jean de Béranger
Musica: Sull'aria di Quand un tendron vient en ces lieux
Musique: Sur l'air de Quand un tendron vient en ces lieux
Béranger, le Goguettes e la fondazione della moderna canzone di protesta
di Riccardo Venturi
Nato nel 1780, Pierre-Jean de Béranger è considerato quasi all'unanimità il primo "cantautore di protesta" in senso moderno, un vero e proprio fondatore della categoria. Proveniente da una famiglia di classe media, i suoi inizi come autore di canzoni si situano in piena epoca napoleonica, durante la dittatura imperiale e le continue guerre. All'epoca in cui scrive questa "Roi d'Yvetot", autentica protocanzone di protesta, Béranger ha 33 anni e fa l'impiegato di banca.
Si tratta, in Francia, di un periodo di forte delusione post-rivoluzionaria che ingenera un certo cinismo nei confronti... (continua)
Paroles: Pierre-Jean de Béranger
Testo di Pierre-Jean de Béranger
Musica: Sull'aria di Quand un tendron vient en ces lieux
Musique: Sur l'air de Quand un tendron vient en ces lieux
Béranger, le Goguettes e la fondazione della moderna canzone di protesta
di Riccardo Venturi
Nato nel 1780, Pierre-Jean de Béranger è considerato quasi all'unanimità il primo "cantautore di protesta" in senso moderno, un vero e proprio fondatore della categoria. Proveniente da una famiglia di classe media, i suoi inizi come autore di canzoni si situano in piena epoca napoleonica, durante la dittatura imperiale e le continue guerre. All'epoca in cui scrive questa "Roi d'Yvetot", autentica protocanzone di protesta, Béranger ha 33 anni e fa l'impiegato di banca.
Si tratta, in Francia, di un periodo di forte delusione post-rivoluzionaria che ingenera un certo cinismo nei confronti... (continua)
Il était un roi d'Yvetot
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 17/3/2010 - 18:17
Magnifica, Riccardo, e che il tuo dio ti benedica e ti conservi a lungo. Per cose come queste si deve amare AWS. Ho comprato tutto l'album, e domani me lo godo. Vive la france vive l' anarchie. Et mort aux vaches.
Gian Piero Testa 17/3/2010 - 21:52
Vive la France, vive la Grèce et tous les Philellènes ! :-)
Quanto al mio dio, dovrà probabilmente fare i conti con i miei due pacchetti di Diana blé al giorno; ma, del resto, è noto che Dio esiste e fuma le Pall Mall!
Quanto al mio dio, dovrà probabilmente fare i conti con i miei due pacchetti di Diana blé al giorno; ma, del resto, è noto che Dio esiste e fuma le Pall Mall!
Riccardo Venturi 18/3/2010 - 02:21
O povra mi
anonimo
Questa vecchia canzone antimilitarista ed antinapoleonica dovrebbe risalire,a causa del riferimento a Mosca, a dopo il 1812. Quì è la madre che piange il figlio partito militare con Napoleone per la guerra in Russia. Il dialetto di questa versione è di Monferrato.
Notizie e testo tratti da: Canti Sociali Italiani Vol.1 di Roberto Leydi, Edizioni Avanti 1963 [Marcello]
Notizie e testo tratti da: Canti Sociali Italiani Vol.1 di Roberto Leydi, Edizioni Avanti 1963 [Marcello]
O povra mi,
(continua)
(continua)
inviata da Marcello 12/7/2006 - 15:35
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Interpretata da La Lionetta nel disco del 1981 intitolato “Il gioco del diavolo”.
Bartleby 17/12/2010 - 10:12
Lisbon
anonimo
[Traditional, 19th Century]
[Tradizionale, XIX secolo]
Registrazione/Recording:
June Tabor, "Diamond And Ashes", 1977
Ancora una ballata appartenente all'antico filone della ragazza che si arruola travestendosi da soldato per seguire l'innamorato; del tutto simile nell'impianto (e nei nomi stereotipati di "Nancy" e "Willie/William", di remota tradizione) a Banks of the Nile (e a Jackaroe), sembra differirne soltanto per la guerra: qui siamo di nuovo alla "Peninsular War" (si veda Jamie Foyers), lo spezzone delle guerre Napoleoniche combattuto in Iberia. Ma si può dire che ogni guerra britannica abbia avuto una sua ballata del genere.
Lisbona, per gli storici legami tra la Gran Bretagna e il Portogallo, era il porto naturale di arrivo per le truppe britanniche impegnate contro Napoleone in Iberia. Ancora agli inizi del XIX secolo, una sorta di esotico luogo fatato dove "le colline e i... (continua)
[Tradizionale, XIX secolo]
Registrazione/Recording:
June Tabor, "Diamond And Ashes", 1977
Ancora una ballata appartenente all'antico filone della ragazza che si arruola travestendosi da soldato per seguire l'innamorato; del tutto simile nell'impianto (e nei nomi stereotipati di "Nancy" e "Willie/William", di remota tradizione) a Banks of the Nile (e a Jackaroe), sembra differirne soltanto per la guerra: qui siamo di nuovo alla "Peninsular War" (si veda Jamie Foyers), lo spezzone delle guerre Napoleoniche combattuto in Iberia. Ma si può dire che ogni guerra britannica abbia avuto una sua ballata del genere.
Lisbona, per gli storici legami tra la Gran Bretagna e il Portogallo, era il porto naturale di arrivo per le truppe britanniche impegnate contro Napoleone in Iberia. Ancora agli inizi del XIX secolo, una sorta di esotico luogo fatato dove "le colline e i... (continua)
And it was on one Whitsun Wednesday, the fourteenth day of May,
(continua)
(continua)
inviata da CCG al completo, Staff, Ballad-Hunters, piacentine, marmotte & spiriti ispiratori 24/9/2009 - 00:18
Jamie Foyers
anonimo
[Scottish traditional, 19th century]
[Tradizionale scozzese, XIX secolo]
Si tratta di una canzone tradizionale su un soldato scozzese che morì nelle guerre Napoleoniche in Spagna (la Peninsular War). La canzone narra un fatto realmente accaduto: Jamie Foyers era nato a Campsie, nello Stirlingshire, e che trovò la morte durante l'assalto al forte San Miguel, a Burgos, nel 1812. Usando la melodia originale, Ewan McColl riscrisse la canzone come tributo ai giovani di tutto il mondo che erano andati a morire nelle Brigate Internazionali per combattere contro il fascismo nella Guerra Civile Spagnola del '36-'39.
This song about a Scottish soldier who died in the Napoleonic Wars in Spain is based on a real Jamie Foyers who was born in Campsie in Stirlingshire. He was killed at the siege of Burgos in 1812. - Rampant Scotland
The original song of Jamie Foyers was written about a soldier who... (continua)
[Tradizionale scozzese, XIX secolo]
Si tratta di una canzone tradizionale su un soldato scozzese che morì nelle guerre Napoleoniche in Spagna (la Peninsular War). La canzone narra un fatto realmente accaduto: Jamie Foyers era nato a Campsie, nello Stirlingshire, e che trovò la morte durante l'assalto al forte San Miguel, a Burgos, nel 1812. Usando la melodia originale, Ewan McColl riscrisse la canzone come tributo ai giovani di tutto il mondo che erano andati a morire nelle Brigate Internazionali per combattere contro il fascismo nella Guerra Civile Spagnola del '36-'39.
This song about a Scottish soldier who died in the Napoleonic Wars in Spain is based on a real Jamie Foyers who was born in Campsie in Stirlingshire. He was killed at the siege of Burgos in 1812. - Rampant Scotland
The original song of Jamie Foyers was written about a soldier who... (continua)
Far distant, far distant, lies Scotia the brave,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/9/2009 - 22:14
Anche Dick Gaughan ha proposto il brano, ma nell'originale scozzese "lallans" (o "Scots"), in "Songs Of Ewan MacColl" (1977).
JAMIE FOYERS
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/9/2009 - 22:18
Beh, non vi nascondo che non conosco affatto la differenza tra gaelico e scozzese... ma non sono una cosa sola, il gàidhlig? Riccardo...
(Alessandro)
(Alessandro)
Non esattamente. Sono, è vero, lingue assai simili e possono essere entrambe qualificate come "gaelico" (specificando "gaelico scozzese" e "gaelico irlandese"); storicamente, poi, la lingua gaelica fu portata in Scozia da un'ondata di immigrazione irlandese avvenuta nell'alto medioevo. Col tempo, però le due lingue si sono differenziate sufficientemente per poter parlare di lingue separate, autonome (anche se mutualmente intelligibili). Saluti! [RV]
Come prima cosa, devo degnalare un mio errore: Ewan MacColl non scrisse la canzone nel 1963 ma proprio durante la guerra civile spagnola, tra il 1937 e il 1939.
A proposito di gaelico (Ciao Riccardo!), quando ho scelto "altra lingua" mi sono trovato davanti a gaelico, gaelico irlandese e scozzese... da qui è nata la mia confusione...
A proposito di gaelico (Ciao Riccardo!), quando ho scelto "altra lingua" mi sono trovato davanti a gaelico, gaelico irlandese e scozzese... da qui è nata la mia confusione...
Alessandro 20/9/2009 - 23:10
Ecco, per fare un esempio, la canzone Whaur Dae Ye Lie? è in gaelico o in scozzese? Io ho scelto il secondo, ma poi mi sono accorto che c'era anche il gaelico 'tout court', oltre che il gaelico irlandese... ?
Alessandro 20/9/2009 - 23:18
beh in quel caso non si tratta di gaelico ma di scozzese (Scots), una lingua molto vicina all'inglese anche se abbastanza diversa da non essere considerata un dialetto
Lorenzo 21/9/2009 - 14:01
Ah ora ho capito: c'è lo scots, c'è l'inglese scozzese, c'è l'ulster scots, c'è lo scozzese delle isole, c'è il gaelico scozzese, c'è il gaelico irlandese e poi, naturalmente, c'è l'inglese britannico, quello di Norfolk, c'è il cockney e... cos'altro c'è? Sfido io che da quelle parti se le sono date di santa ragione per secoli!
Alessandro 21/9/2009 - 15:08
C'è lo scozzese "lallans" (o "Scots") in cui è la versione che hai fornito (e che ho corretto: non era in "gaelico"), c'è il gaelico scozzese, c'erano un tempo pure il pittico, c'era il "norn" delle isole Orcadi (un dialetto norvegese) e c'erano tante di quelle cose che forse non ti immagini nemmeno, caro Alessandro. Tanto, prima o poi, tra gli extra metterò una decrepita ballata in "norn", King Orfeo [feat. Harpens kraft], che sono stato forse l'unico a tradurre un tempo in italiano: Scowan ürla grün, hvar giorten han grün oarlac...
Riccardo Venturi 22/9/2009 - 00:34
Alessandro, durante i miei anni universitari e anche ben dopo ho avuto a che fare a volte con idiomi ben più bizzarri dell'antico gutnico: in fondo non si tratta che del dialetto norreno parlato sull'isola di Gotland (che, peraltro, è proprio l'isola dove è ambientata Pippi Calzelunghe, nel suo capoluogo Visby). Un testo antico gutnico in grafia normalizzata non è molto diverso dall'islandese antico (o nordico antico, o norreno) e sono capace di leggerlo senza eccessivi problemi. Spesso e volentieri, la presupposta "difficoltà" o "astrusità" di un idioma gli deriva dal suo "nome esotico", senza considerare invece ciò di cui si tratta veramente. Il caso emblematico è quello del povero aramaico, quintessenza popolare di tutte le lingue "strane": l'aramaico, invece, è un antico idioma praticamente identico all'ebraico e che non presenta nessunissima difficoltà "speciale" (anzi, è una lingua... (continua)
Riccardo Venturi 22/9/2009 - 21:19
NB. Ad ogni modo ristrutturerò questa pagina: trattandosi di una canzone popolare, sarà bene attribuirla ad anonimo specificando poi che è stata interpretata anche da Ewan McColl e altri.
Riccardo Venturi 22/9/2009 - 21:23
Infine, la versione di Ewan McColl adattata ad omaggio ai combattenti antifascisti in Spagna. Anch'essa è rigorosamente in scozzese (Scots, o Lallans).
JAMIE FOYERS
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro & CCG/AWS Staff 22/9/2009 - 22:36
Beh, hai fatto un bel lavoro. E' venuta proprio una bella pagina... Però un po' sono triste (e invidioso) perchè tu hai il carisma delle lingue e io no... Pensa che l'altro giorno un camionista mi ha chiesto indicazioni in un inglese più stentato del mio... io allora ho guardato la targa, PL, e mi son detto, beh, se è portoghese meglio che gli parli in spagnolo, che me la cavo meglio... ovviamente era polacco...
Che pacco (il polacco)!
Meglio se mi ritiro a Gotland, che da lì non ci passa certo tanta gente a fare domande...
Ciao!
Che pacco (il polacco)!
Meglio se mi ritiro a Gotland, che da lì non ci passa certo tanta gente a fare domande...
Ciao!
Alessandro 22/9/2009 - 23:45
Beh, Gotland non è certo un brutto posto dove stare, però ti devo purtroppo informare che, per starci, dovrai quantomeno imparare lo svedese. Una cosa assolutamente sicura è che, se ti piace passare la domenica a fare a sassate, non ti mancherà mai il materiale:
C'è poi l'antica e bella cittadina di Visby (iscritta dall'Unesco nel "Patrimonio dell'Umanità"), c'è la vera e unica Villa Villacolle di Pippi Calzelunghe (il telefilm era interamente girato a Gotland), ci saranno sicuramente delle belle svedesi con cui apprendere e praticare la lingua -in tutti i sensi- e, ti dirò, l'isola beneficia persino del maggior numero di giorni di sole di tutta la Svezia (circa 3 all'anno, quelli in cui prendono le fotografie, ma accontèntati). Se poi vuoi fare il bagno, il mare è cristallino e, in estate, gode di una gradevolissima temperatura di 5 gradi, che ti corroboreranno assai.
Quando ti ci sarai... (continua)
C'è poi l'antica e bella cittadina di Visby (iscritta dall'Unesco nel "Patrimonio dell'Umanità"), c'è la vera e unica Villa Villacolle di Pippi Calzelunghe (il telefilm era interamente girato a Gotland), ci saranno sicuramente delle belle svedesi con cui apprendere e praticare la lingua -in tutti i sensi- e, ti dirò, l'isola beneficia persino del maggior numero di giorni di sole di tutta la Svezia (circa 3 all'anno, quelli in cui prendono le fotografie, ma accontèntati). Se poi vuoi fare il bagno, il mare è cristallino e, in estate, gode di una gradevolissima temperatura di 5 gradi, che ti corroboreranno assai.
Quando ti ci sarai... (continua)
Riccardo Venturi 23/9/2009 - 02:56
di Riccardo Venturi, 23 settembre 2009
Lontano, lontanissimo giace Foyers l'ardito,
(continua)
(continua)
Berezina 1812
La canzone è ispirata alla vicenda reale della ritirata dell'armata napoleonica in Russia, avvenuta durante l'inverno del 1812.
Pubblicata nell'album "IL DIAVOLO ROSSO: Romaneschi" di Davide Buzzi.
Pony Record, (c)1998
Pubblicata nell'album "IL DIAVOLO ROSSO: Romaneschi" di Davide Buzzi.
Pony Record, (c)1998
Marciavano piano su strade
(continua)
(continua)
inviata da Vittorio B. Grandi 7/11/2008 - 22:04
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
Chanson italienne - BEREZINA 1812 - Davide Buzzi – 1996
Alors que sur le plan militaire, la bataille de la Bérézina des 26 -29 novembre 1812 fut une réelle victoire de l'armée napoléonienne contre des forces de très loin supérieurs en nombre et en armement, la Bérézina est restée dans la mémoire collective de la culture française comme la déroute des déroutes, comme la fin d'un rêve trop grand, comme la fin d'un épisode de délire collectif, comme la fin de la Grande Armée. Le passage de la Bérézina, fleuve russe, a constitué pour l'orgueilleuse Armée napoléonienne la marque d'infamie suprême. Une immense douleur et le sentiment d'une perte irréparable. Ce fut aussi pour ceux qui s'y trouvèrent engagés – des rescapés de l'hiver russe – une épreuve terrifiante, un passage en enfer... Bien sûr, d'autres armées, d'autres temps, d'autres lieux ont connu pareille mésaventure. On songe aux forces... (continua)
Alors que sur le plan militaire, la bataille de la Bérézina des 26 -29 novembre 1812 fut une réelle victoire de l'armée napoléonienne contre des forces de très loin supérieurs en nombre et en armement, la Bérézina est restée dans la mémoire collective de la culture française comme la déroute des déroutes, comme la fin d'un rêve trop grand, comme la fin d'un épisode de délire collectif, comme la fin de la Grande Armée. Le passage de la Bérézina, fleuve russe, a constitué pour l'orgueilleuse Armée napoléonienne la marque d'infamie suprême. Une immense douleur et le sentiment d'une perte irréparable. Ce fut aussi pour ceux qui s'y trouvèrent engagés – des rescapés de l'hiver russe – une épreuve terrifiante, un passage en enfer... Bien sûr, d'autres armées, d'autres temps, d'autres lieux ont connu pareille mésaventure. On songe aux forces... (continua)
BEREZINA 1812
(continua)
(continua)
inviata da Marco valdo M.I. 11/11/2008 - 16:19
Il soldato di Napoleone
[1962]
Dall'album "Sergio Endrigo"
Testo di PierPaolo Pasolini
Musica di Sergio Endrigo
Adattamento dal poemetto pasoliniano in friulano "Il soldât di Napoleon" dalla raccolta intitolata "La meglio gioventù" (1954)
Nel 1966 Umberto Simonetta, autore del programma "Canzoniere minimo", invita Endrigo a cantarla in televisione. La direzione RAI censura l’iniziativa per alcuni versi "disgustosi" e propone agli autori di eliminarli. Pasolini ed Endrigo rifiutano.
(fonte: rockol)
La canzone, sulla musica di Endrigo, fu interpretata anche dall'attrice Laura Betti, che di Pasolini fu intensa amica, nello spettacolo "Giro a vuoto".
I versi raccontano di un giovane che per non morire di freddo squarcia il ventre al suo cavallo e si scalda con le sue viscere.
"La meglio gioventù", titolo della raccolta di Pasolini, è un riferimento a una canzone degli alpini. La stessa espressione è ripresa... (continua)
Dall'album "Sergio Endrigo"
Testo di PierPaolo Pasolini
Musica di Sergio Endrigo
Adattamento dal poemetto pasoliniano in friulano "Il soldât di Napoleon" dalla raccolta intitolata "La meglio gioventù" (1954)
Nel 1966 Umberto Simonetta, autore del programma "Canzoniere minimo", invita Endrigo a cantarla in televisione. La direzione RAI censura l’iniziativa per alcuni versi "disgustosi" e propone agli autori di eliminarli. Pasolini ed Endrigo rifiutano.
(fonte: rockol)
La canzone, sulla musica di Endrigo, fu interpretata anche dall'attrice Laura Betti, che di Pasolini fu intensa amica, nello spettacolo "Giro a vuoto".
I versi raccontano di un giovane che per non morire di freddo squarcia il ventre al suo cavallo e si scalda con le sue viscere.
"La meglio gioventù", titolo della raccolta di Pasolini, è un riferimento a una canzone degli alpini. La stessa espressione è ripresa... (continua)
Addio, addio Casarsa vado via per il mondo
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/5/2005 - 02:41
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
4 décembre 2007
LE SOLDAT DE NAPOLÉON
(continua)
(continua)
Sergio Endrigo spiegò in più occasioni la genesi peculiare del brano "Il soldato di Napoleone". Eccolo parlarne in un'intervista concessa pochi mesi prima della sua scomparsa:
D: La sua produzione musicale è stata molto influenzata dalla letteratura. C’è sempre stata quasi un osmosi naturale…
R. Nella mia vita ho letto moltissimo… mi scusi ma c’è un pappagallo che sta con me da 37 anni (urla e risate, ndr). Mi ricordo che quando avevo 14 anni ero in vacanza, anzi più che in vacanza ero ospite di un mio zio benestante a Grado. La mia famiglia era invece poverissima, noi venivamo da Pola dopo l’esodo, quando quelle terre vennero assegnate alla Jugoslavia. A 14 anni divoravo Le novelle di Maupassant, il Teatro di Ibsen, I promessi sposi… Quand’ero militare, alla Scuola Truppe Corazzate di Caserta, dove facevo il corso da sottufficiale, mentre il capitano spiegava logistica io sotto il banco... (continua)
D: La sua produzione musicale è stata molto influenzata dalla letteratura. C’è sempre stata quasi un osmosi naturale…
R. Nella mia vita ho letto moltissimo… mi scusi ma c’è un pappagallo che sta con me da 37 anni (urla e risate, ndr). Mi ricordo che quando avevo 14 anni ero in vacanza, anzi più che in vacanza ero ospite di un mio zio benestante a Grado. La mia famiglia era invece poverissima, noi venivamo da Pola dopo l’esodo, quando quelle terre vennero assegnate alla Jugoslavia. A 14 anni divoravo Le novelle di Maupassant, il Teatro di Ibsen, I promessi sposi… Quand’ero militare, alla Scuola Truppe Corazzate di Caserta, dove facevo il corso da sottufficiale, mentre il capitano spiegava logistica io sotto il banco... (continua)
Alberta Beccaro 6/1/2008 - 01:11
Tutti gli adattamenti dall’italiano al friulano, nell'album "Cjantant Endrigo", sono di Alberto Zeppieri; a questo specifico adattamento, riguardante “Il soldato di Napoleone”, ha collaborato anche Adrian Cescje.
Commento di Sergio Endrigo al brano, del pari tratto dal booklet di questo disco:
“Fu un’idea di Ennio Melis, il direttore artistico della RCA, farmi collaborare con Pier Paolo Pasolini, scrivere e musicare ballate che parlassero del mondo che aveva descritto nei suoi romanzi, i ragazzi di vita, la Roma delle periferie. Così ci incontrammo, lui mi disse di cercare tra le sue poesie friulane della raccolta “La Meglio Gioventù”, la storia della famiglia Colussi (sua madre), dall’età di Napoleone alla Resistenza. Io presi la prima parte, c’era già la traduzione, mi limitai a togliere qualche sillaba e ad adattarla alla metrica della musica che avevo scritto”.
Commento di Sergio Endrigo al brano, del pari tratto dal booklet di questo disco:
“Fu un’idea di Ennio Melis, il direttore artistico della RCA, farmi collaborare con Pier Paolo Pasolini, scrivere e musicare ballate che parlassero del mondo che aveva descritto nei suoi romanzi, i ragazzi di vita, la Roma delle periferie. Così ci incontrammo, lui mi disse di cercare tra le sue poesie friulane della raccolta “La Meglio Gioventù”, la storia della famiglia Colussi (sua madre), dall’età di Napoleone alla Resistenza. Io presi la prima parte, c’era già la traduzione, mi limitai a togliere qualche sillaba e ad adattarla alla metrica della musica che avevo scritto”.
IL SOLDÂT DI NAPOLEON
(continua)
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 9/3/2008 - 23:37
Questa canzone è stata scritta da Pier Paolo Pasolini, un grande artista, intellettuale, poeta e uomo libero.
La sua libertà la pagò con la vita. Morì assassinato la notte tra il 1 e il 2 novembre 1975. Ancora oggi non si conoscono esecutori e mandanti, fra i suoi tanti nemici...
"Il 2 novembre era l'anniversario della morte di Pasolini: è totalmente passato sotto silenzio. Un gruppo di poeti come me si è ritrovato in un ex lavatoio a ricordarlo: il resto della sua Roma bivaccava negli ipermercati. Addio Pier Paolo, la tua critica non è più di moda, oggi impera il conformismo: tutti uguali, tutti in fila, tutti con le mani piene di niente. Che tristezza!"
Marco Masolin, su Metro Torino, del 4 novembre 2008, p.19
La sua libertà la pagò con la vita. Morì assassinato la notte tra il 1 e il 2 novembre 1975. Ancora oggi non si conoscono esecutori e mandanti, fra i suoi tanti nemici...
"Il 2 novembre era l'anniversario della morte di Pasolini: è totalmente passato sotto silenzio. Un gruppo di poeti come me si è ritrovato in un ex lavatoio a ricordarlo: il resto della sua Roma bivaccava negli ipermercati. Addio Pier Paolo, la tua critica non è più di moda, oggi impera il conformismo: tutti uguali, tutti in fila, tutti con le mani piene di niente. Che tristezza!"
Marco Masolin, su Metro Torino, del 4 novembre 2008, p.19
Alessandro 4/11/2008 - 12:52
Non è una canzone contro la guerra.. la posto lo stesso qui, come commento, in ricordo di Pasolini.
Una Storia Sbagliata
Testo e Musica di Massimo Bubola e Fabrizio De André, 1980.
E' una storia da dimenticare
e' una storia da non raccontare
e' una storia un po' complicata
e' una storia sbagliata.
Comincio' con la luna sul posto
e fini' con un fiume d'inchiostro
e' una storia un poco scontata
e' una storia sbagliata.
Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.
E' una storia di periferia
e' una storia da una botta e via
e' una storia sconclusionata
una storia sbagliata.
Una spiaggia ai piedi del letto
stazione Termini ai piedi del cuore
una notte un po' concitata
una notte sbagliata.
Notte diversa per gente normale
notte comune... (continua)
Una Storia Sbagliata
Testo e Musica di Massimo Bubola e Fabrizio De André, 1980.
E' una storia da dimenticare
e' una storia da non raccontare
e' una storia un po' complicata
e' una storia sbagliata.
Comincio' con la luna sul posto
e fini' con un fiume d'inchiostro
e' una storia un poco scontata
e' una storia sbagliata.
Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.
E' una storia di periferia
e' una storia da una botta e via
e' una storia sconclusionata
una storia sbagliata.
Una spiaggia ai piedi del letto
stazione Termini ai piedi del cuore
una notte un po' concitata
una notte sbagliata.
Notte diversa per gente normale
notte comune... (continua)
Alessandro 4/11/2008 - 13:04
Waterloo
(1974)
Incisa e pubblicata nel 1992 nel minialbum Voci a San Siro
Incisa e pubblicata nel 1992 nel minialbum Voci a San Siro
Aspetterà, la gente aspetterà
(continua)
(continua)
Povero Napoleone [Viva la Russia, viva la Prussia]
anonimo
[1812-13]
Da "La musica dell'Altra Italia"
Nota anche come "Viva la Russia, viva la Prussia", si tratta senz'altro della canzone su Napoleone I più diffusa in tutta l'Italia settentrionale, entrata nel repertorio militare e di risaia; raccolta da Gianni Bosio e Roberto Leydi, 1962, Cologno al Serio, Bergamo.
Da "La musica dell'Altra Italia"
Nota anche come "Viva la Russia, viva la Prussia", si tratta senz'altro della canzone su Napoleone I più diffusa in tutta l'Italia settentrionale, entrata nel repertorio militare e di risaia; raccolta da Gianni Bosio e Roberto Leydi, 1962, Cologno al Serio, Bergamo.
Incisioni:
- Addio padre. La guerra di Belochio, di Palma e di Badoglio (reg. orig. Palma Facchetti)
- Sandra Mantovani: Il testamento dell'avvelenato EP (ried. Folk italiano)
- Bergamo e il suo territorio (reg. orig. Palma Facchetti)
Fonti:
- R. Leydi - I canti popolari italiani (tit. "Viva la Russia viva la Prussia") (m)
- G. Vettori - Il folk italiano. Canti e ballate popolari
- Addio padre. La guerra di Belochio, di Palma e di Badoglio (reg. orig. Palma Facchetti)
- Sandra Mantovani: Il testamento dell'avvelenato EP (ried. Folk italiano)
- Bergamo e il suo territorio (reg. orig. Palma Facchetti)
Fonti:
- R. Leydi - I canti popolari italiani (tit. "Viva la Russia viva la Prussia") (m)
- G. Vettori - Il folk italiano. Canti e ballate popolari
Viva la Russia viva la Prussia
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/1/2006 - 00:37
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
The Battle Of Waterloo
anonimo
Tradizionale scozzese; testo di Jim Malcolm
Scots traditional; lyrics by Jim Malcolm
[XIX secolo / 19th century]
La canzone è stata interpretata, tra gli altri, dal gruppo Old Blind Dogs nell'album "The World's Room".
The song was performed, among others, by the band Old Blind Dogs in the LP "The World's Room".
Testo ripreso da
Lyrics available at
Celtic Lyrics Corner
Scots traditional; lyrics by Jim Malcolm
[XIX secolo / 19th century]
La canzone è stata interpretata, tra gli altri, dal gruppo Old Blind Dogs nell'album "The World's Room".
The song was performed, among others, by the band Old Blind Dogs in the LP "The World's Room".
Testo ripreso da
Lyrics available at
Celtic Lyrics Corner
Spring comes to Kirrie, all the world's in bloom
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 30/6/2005 - 18:43
Lo conscrit de l'an 1810
anonimo
Tradizionale occitana del Languedoc.
Si tratta, in grandi linee, della versione occitana de Le conscrit du Languedô (Fanfan); ma presenta differenze testuali tali, che preferiamo inserirla come canzone autonoma.
Il testo è ripreso da L'Escabot
Si tratta, in grandi linee, della versione occitana de Le conscrit du Languedô (Fanfan); ma presenta differenze testuali tali, che preferiamo inserirla come canzone autonoma.
Il testo è ripreso da L'Escabot
Iu siu un paure conscrit
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/6/2005 - 17:27
Percorsi:
Le guerre napoleoniche
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