אַרבעטער־פֿרױען
אַרבעטער־פֿרױען, לײַדנדע פֿרױען! [1]
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/3/2022 - 10:53
Riccardo Venturi, 25-3-2022 11:05
Eseguita da Isabel Frey.
(Esecuzione integrale in yiddish)
Eseguita da Isabel Frey.
(Esecuzione integrale in yiddish)
Lavoratrici
(continua)
(continua)
La versione bilingue (Yiddish / Inglese) di Daniel Kahn and the Painted Birds
Album: The Butcher's Share (2017)
Album: The Butcher's Share (2017)
Arbeter-froyen
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/3/2022 - 11:50
מײַן צװאה - אָ גוטע פרײַנט
Mayn tsavoe - O, gute fraynt
[1892?]
Parole e musica di David Edelstadt
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish
Il testamento politico del giovane anarchico operaio di origine russa David Edelstadt, morto nel 1892 a soli 26 anni a Denver, Colorado, a causa della tubercolosi contratta nelle insane boite in cui gli toccò lavorare, sfruttato a morte come tanti immigrati “che hanno fatto grande l’America”...
Ho letto che il testo di questa canzone è inciso sulla sua pietra tombale...
[1892?]
Parole e musica di David Edelstadt
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish
Il testamento politico del giovane anarchico operaio di origine russa David Edelstadt, morto nel 1892 a soli 26 anni a Denver, Colorado, a causa della tubercolosi contratta nelle insane boite in cui gli toccò lavorare, sfruttato a morte come tanti immigrati “che hanno fatto grande l’America”...
Ho letto che il testo di questa canzone è inciso sulla sua pietra tombale...
אָ גוטע פרײַנט ווען איך וועל שטאַרבן
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2014 - 19:50
In Yiddish traslitterato, da Yidlid - Chansons yiddish
MAYN TSAVOE - O, GUTE FRAYNT
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2014 - 19:50
18 febbraio 2014
Di rote fon: Dalla rivoluzione russa del 1905, schiacciata nel sangue. La scritta recita:
Nider mit der tsarisher konstitutsiyen! Es lebe di demokratishe republik! “Abbasso la costituzione zarista! Viva la repubblica democratica!”
Ho provato a fare una traduzione con un linguaggio un po' "da canto operaio ottocentesco"; certo, bisognerebbe farla in rima. Magari ci proverò in un altro momento. Mi preme sottolineare come in questo canto si avvertano come echi dell' Internazionale, canto che nel 1892 doveva essere già conosciuto; anzi, bisognerebbe andare a vedere perbene quando e da chi sia stata fatta la traduzione in yiddish del canto di Pottier e Degeyter. E non mi stupirei che l'autore fosse una di queste figure come David Edelstadt. [RV]
Di rote fon: Dalla rivoluzione russa del 1905, schiacciata nel sangue. La scritta recita:
Nider mit der tsarisher konstitutsiyen! Es lebe di demokratishe republik! “Abbasso la costituzione zarista! Viva la repubblica democratica!”
Ho provato a fare una traduzione con un linguaggio un po' "da canto operaio ottocentesco"; certo, bisognerebbe farla in rima. Magari ci proverò in un altro momento. Mi preme sottolineare come in questo canto si avvertano come echi dell' Internazionale, canto che nel 1892 doveva essere già conosciuto; anzi, bisognerebbe andare a vedere perbene quando e da chi sia stata fatta la traduzione in yiddish del canto di Pottier e Degeyter. E non mi stupirei che l'autore fosse una di queste figure come David Edelstadt. [RV]
IL MIO TESTAMENTO
(continua)
(continua)
סװעטשאָפּ
Svetshop
[188?]
Testo trovato su Mudcat Café
David Edelstadt, poeta russo, ebreo, emigrato negli USA alla fine dell’800 - come centinaia di migliaia di altri poveri e di altri ebrei – per sfuggire alla miseria e ai pogrom antisemiti, militante anarchico, finì come tanti immigrati a lavorare nei cosiddetti “sweatshops”, o “sweat factories”, termine che in America indica piccole fabbriche - “boite” si direbbe qui in Piemonte - dove le condizioni di lavoro sono difficili e pericolose, luoghi insalubri e sovraffollati, privi delle più elementari misure di sicurezza, dove operai ed operaie sono costretti ad orari impossibili per paghe da fame.
E lavorando nei “sweatshops”, così ben descritti in questa sua canzone, David Edelstadt contrasse la tubercolosi che lo uccise a soli 26 anni, nel 1892.
[188?]
Testo trovato su Mudcat Café
David Edelstadt, poeta russo, ebreo, emigrato negli USA alla fine dell’800 - come centinaia di migliaia di altri poveri e di altri ebrei – per sfuggire alla miseria e ai pogrom antisemiti, militante anarchico, finì come tanti immigrati a lavorare nei cosiddetti “sweatshops”, o “sweat factories”, termine che in America indica piccole fabbriche - “boite” si direbbe qui in Piemonte - dove le condizioni di lavoro sono difficili e pericolose, luoghi insalubri e sovraffollati, privi delle più elementari misure di sicurezza, dove operai ed operaie sono costretti ad orari impossibili per paghe da fame.
E lavorando nei “sweatshops”, così ben descritti in questa sua canzone, David Edelstadt contrasse la tubercolosi che lo uccise a soli 26 anni, nel 1892.
שנעל לױף די רעדער
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 10/3/2011 - 15:45
Chanson yiddish – Svetshop - David Edelstadt - 188?
d'après la version en langue anglaise – SWEATSHOP de Mudcat Café
David Edelstadt, poète russe, juif, émigré aux USA à la fin du 19ième – comme des centaines de milliers d'autres pauvres et d'autres Juifs – pour fuir la misère et les pogroms antisémites. Militant anarchiste, il finit comme tant d'immigrés par travailler dans ces « sweatshops » ou « sweat factories » (littéralement, Ateliers ou fabriques de sueur »), termes qui aux Zétazunis désignent de petites entreprises – des « boîtes » comme on dit ici au Piémont – où les conditions de travail sont difficiles et dangereuses, les lieux insalubres et surpeuplés, dénués des plus élémentaires mesures de sécurité, où les ouvrières et les ouvriers sont contraints à des horaires impossibles pour une paye de misère...
Et travaillant dans ces « sweatshops », si bien décrits dans sa chanson,... (continua)
d'après la version en langue anglaise – SWEATSHOP de Mudcat Café
David Edelstadt, poète russe, juif, émigré aux USA à la fin du 19ième – comme des centaines de milliers d'autres pauvres et d'autres Juifs – pour fuir la misère et les pogroms antisémites. Militant anarchiste, il finit comme tant d'immigrés par travailler dans ces « sweatshops » ou « sweat factories » (littéralement, Ateliers ou fabriques de sueur »), termes qui aux Zétazunis désignent de petites entreprises – des « boîtes » comme on dit ici au Piémont – où les conditions de travail sont difficiles et dangereuses, les lieux insalubres et surpeuplés, dénués des plus élémentaires mesures de sécurité, où les ouvrières et les ouvriers sont contraints à des horaires impossibles pour une paye de misère...
Et travaillant dans ces « sweatshops », si bien décrits dans sa chanson,... (continua)
BONNETERIE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/3/2011 - 20:44
װאַכט אױף
Vakht af
[188?]
Testo trovato su The Jewish Daily Forward
Nell’album “In Love and In Struggle: The Musical Legacy of the Jewish Labor Bund” (New York, 1999), prodotto dal YIVO Institute for Jewish Research, con brani interpretati da Adrienne Cooper e Dan Rous (voci soliste) con The New Yiddish Chorale e The Workmen's Circle Chorus diretti da Zalmen Mlotek.
Dall’autore di אין קאַמף e סװעטשאָפּ, un ebreo russo immigrato, un’altra importante canzone manifesto non solo della comunità ebraica newyorkese ma dell’intero movimento anarchico statunitense di fine 800, di cui il giovane Edelstadt fu un esponente.
David Edelstadt lottò per tutta la sua intensa ma breve vita: sopravvissuto ai pogrom zaristi, emigrò negli USA dove, di fronte alle condizioni di sfruttamento bestiale della manodopera, soprattutto immigrata, si avvicinò al sindacalismo anarchico e rivoluzionario ma senza mai trascurare... (continua)
[188?]
Testo trovato su The Jewish Daily Forward
Nell’album “In Love and In Struggle: The Musical Legacy of the Jewish Labor Bund” (New York, 1999), prodotto dal YIVO Institute for Jewish Research, con brani interpretati da Adrienne Cooper e Dan Rous (voci soliste) con The New Yiddish Chorale e The Workmen's Circle Chorus diretti da Zalmen Mlotek.
Dall’autore di אין קאַמף e סװעטשאָפּ, un ebreo russo immigrato, un’altra importante canzone manifesto non solo della comunità ebraica newyorkese ma dell’intero movimento anarchico statunitense di fine 800, di cui il giovane Edelstadt fu un esponente.
David Edelstadt lottò per tutta la sua intensa ma breve vita: sopravvissuto ai pogrom zaristi, emigrò negli USA dove, di fronte alle condizioni di sfruttamento bestiale della manodopera, soprattutto immigrata, si avvicinò al sindacalismo anarchico e rivoluzionario ma senza mai trascurare... (continua)
װי לאַנג, אױ װי לאַנג װעט איר בלײַבן נאָך שקלאַפֿן
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 14/3/2011 - 13:41
La trascrizione in caratteri latini.
E' ripresa, nella sua versione corretta, da Yidlid - Des chansons en yiddish. Per la questione "oyf/af" si veda qui.
VAKHT AF
(continua)
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 6/5/2013 - 00:00
Un'occasione per parlare di una questione piuttosto importante nella trascrizione dei testi yiddish: la "questione oyf/af". La comune preposizione e particella (preverbo) אױף (corrispondente al tedesco auf) è trascritta da molti oyf, secondo la sua grafia in alfabeto ebraico; ma la sua pronuncia è generalmente af. Qui è stato scelto di seguire la pronuncia, così come per la trascrizione dei termini ebraici in yiddish.
Riccardo Venturi 6/5/2013 - 00:08
אין קאַמף
In kamf
[1889]
Testo di Dovid Edelshtot (David Edelstadt)
Sulla melodia – di autore anonimo – di una popolare canzone rivoluzionaria russa , “Torturati a morte in prigionia”, scritta dal poeta G. A. Machtet in onore degli studenti massacrati durante i moti rivoluzionari del 1870.
Questa canzone fu scritta da un giovane poeta ebreo (bielo)russo, fra i tanti sudditi dello zar che furono costretti ad emigrare negli USA – solo tra il 1881 ed il 1890 più di 5 milioni, in maggioranza ebrei –per sfuggire alla miseria ed soprattuto ai pogrom antisemiti scatenati dopo l’assassinio dello zar Alessandro II da parte di un gruppo di rivoluzionari… Al solito gli ebrei in quanto tali non c’entravano nulla ma – si sa – c’è sempre stato nel corso della storia un buon pretesto per far fuori un po’ di “perfidi giudei” ogni tanto…
David Edelstadt era un poeta precoce: aveva pubblicato la sua prima raccolta... (continua)
[1889]
Testo di Dovid Edelshtot (David Edelstadt)
Sulla melodia – di autore anonimo – di una popolare canzone rivoluzionaria russa , “Torturati a morte in prigionia”, scritta dal poeta G. A. Machtet in onore degli studenti massacrati durante i moti rivoluzionari del 1870.
Questa canzone fu scritta da un giovane poeta ebreo (bielo)russo, fra i tanti sudditi dello zar che furono costretti ad emigrare negli USA – solo tra il 1881 ed il 1890 più di 5 milioni, in maggioranza ebrei –per sfuggire alla miseria ed soprattuto ai pogrom antisemiti scatenati dopo l’assassinio dello zar Alessandro II da parte di un gruppo di rivoluzionari… Al solito gli ebrei in quanto tali non c’entravano nulla ma – si sa – c’è sempre stato nel corso della storia un buon pretesto per far fuori un po’ di “perfidi giudei” ogni tanto…
David Edelstadt era un poeta precoce: aveva pubblicato la sua prima raccolta... (continua)
מיר ווערן געהאַסט און געטריבן,
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby + CCG/AWS Staff 10/3/2011 - 14:15
E' la traduzione finora riportata nella "vecchia" pagina non ristrutturata; come si può vedere, si attiene alla versione corrente della canzone, di quattro o cinque strofe. Questa ne ha quattro. [RV]
IN STRUGGLE
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 10/3/2011 - 14:17
Traduzione inglese dei Klezmatics, dall’album “Jews with Horns” del 1994.
Anche la versione dei Klezmatics si attiene a quella corrente in quattro strofe. La pratica era comune per i canti anarchici in ogni lingua, che erano generalmente troppo lunghi per essere cantati da tutti a memoria. Come tutte le versioni ridotte, però, sono mantenuti (e, forse, in questo modo messi anche in evidenza) i punti chiave del pensiero espresso. [RV]
IN STRUGGLE
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 10/3/2011 - 14:55
Chanson yiddish – In Kamf – David Edelstadt – 1889
à partir du texte yiddish avec l'aide des versions anglaises de Jerry Silverman et de Klezmatics.
Eseguita a partire dal testo originale ridotto (e dalle analoghe versioni), anche la versione di Marco Valdo M.I. si attiene alle quattro strofe. [RV]
Avertissement : l'auteur de la version française tient à préciser qu'il ne connaît pas le yiddish et très mal l'anglais. Dès lors, il accepte par avance toute correction ou amélioration... Cependant, il a fait de son mieux pour donner une idée de ce que raconte « Au combat », en tentant toutefois de rester au plus près du texte original.
Sur la mélodie – d'un auteur anonyme – d'une chanson populaire révolutionnaire russe - « Torturés à mort en prison », écrite par le poète G. A. Machtet en honneur des étudiants massacrés durant les mouvements révolutionnaires de 1870.
Cette chanson fut écrite... (continua)
à partir du texte yiddish avec l'aide des versions anglaises de Jerry Silverman et de Klezmatics.
Eseguita a partire dal testo originale ridotto (e dalle analoghe versioni), anche la versione di Marco Valdo M.I. si attiene alle quattro strofe. [RV]
Avertissement : l'auteur de la version française tient à préciser qu'il ne connaît pas le yiddish et très mal l'anglais. Dès lors, il accepte par avance toute correction ou amélioration... Cependant, il a fait de son mieux pour donner une idée de ce que raconte « Au combat », en tentant toutefois de rester au plus près du texte original.
Sur la mélodie – d'un auteur anonyme – d'une chanson populaire révolutionnaire russe - « Torturés à mort en prison », écrite par le poète G. A. Machtet en honneur des étudiants massacrés durant les mouvements révolutionnaires de 1870.
Cette chanson fut écrite... (continua)
AU COMBAT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 12/3/2011 - 21:17
Con questa pagina, terminate le revisioni a fondo delle pagine della "Sezione Yiddish" già contenenti i testi in alfabeto ebraico, inizia la revisione di quelle che sono state inserite esclusivamente coi testi in trascrizioni più o meno esatte. La revisione prevede naturalmente che tutte le pagine della "Sezione Yiddish" siano restituite nella loro veste originale, prendendo come criterio le norme ortografiche, sia per la grafia ebraica sia per la trascrizione, dello Yidisher Visenshaftlekher Institut (Istituito Scientifico Yiddish, YIVO); a tale riguardo, anche i nomi degli autori(come forse qualcuno avrà notato) sono stati riportati tutti nella vera forma Yiddish, seguita da quella "vulgata" (o più comune) tra parentesi quadre. L'opera sarà lunga; anche per questo motivo prego tutti (admins e collaboratori) di non inserire eventuali altre canzoni in yiddish senza prima consultarmi; altrimenti "non ne esco più". Grazie.
Riccardo Venturi 2/5/2013 - 11:16
3 maggio 2013
(Dal testo originale yiddish)
(Dal testo originale yiddish)
La pagina presente fino a pochi giorni fa conteneva un testo incompleto della poesia/canzone di David Edelstad, anche se si tratta -è vero- della versione ridotta comunemente cantata. Restaurando il testo originale completo, si è resa necessaria una traduzione integrale.
NELLA LOTTA
(continua)
(continua)
אין אַלע גאַסן אָדער הײ, הײ, דאַלױ פּאָליצײ
anonimo
In ale gasn oder Hey, hey, daloy politsey
[1905?]
Testo trovato su Thesaurus of Jewish Music.
Nell’album “In Love and In Struggle: The Musical Legacy of the Jewish Labor Bund” (New York, 1999), prodotto dal YIVO Institute for Jewish Research, con brani interpretati da Adrienne Cooper e Dan Rous (voci soliste) con The New Yiddish Chorale e The Workmen's Circle Chorus diretti da Zalmen Mlotek.
Zalmen Mlotek, compositore e direttore d’orchestra statunitense di origine polacca, un’autorità assoluta nel campo della musica yiddish, arrangiò insieme queste due canzoni risalenti agli anni a cavallo tra 800 e 900, di autori ignoti ma certo nate nell’Impero russo fra i giovani rivoluzionari socialisti eda anarchici, molti dei quali erano ebrei.
Su alcuni siti (e anche sul video YouTube la canzone “Hey, Hey, Daloy Politsey!” viene attribuita a David Edelstadt ma si tratta sicuramente di un errore... (continua)
[1905?]
Testo trovato su Thesaurus of Jewish Music.
Nell’album “In Love and In Struggle: The Musical Legacy of the Jewish Labor Bund” (New York, 1999), prodotto dal YIVO Institute for Jewish Research, con brani interpretati da Adrienne Cooper e Dan Rous (voci soliste) con The New Yiddish Chorale e The Workmen's Circle Chorus diretti da Zalmen Mlotek.
Zalmen Mlotek, compositore e direttore d’orchestra statunitense di origine polacca, un’autorità assoluta nel campo della musica yiddish, arrangiò insieme queste due canzoni risalenti agli anni a cavallo tra 800 e 900, di autori ignoti ma certo nate nell’Impero russo fra i giovani rivoluzionari socialisti eda anarchici, molti dei quali erano ebrei.
Su alcuni siti (e anche sul video YouTube la canzone “Hey, Hey, Daloy Politsey!” viene attribuita a David Edelstadt ma si tratta sicuramente di un errore... (continua)
אין אַלע גאַסן, וווּ מען גייט,
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby + CCG/AWS Staff 14/3/2011 - 15:32
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[1881]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: David Edelstadt (Dovid Edelshtot)
Collected 1928 by Berl Verblunsky from Basha Leye Lipski
La genesi di questa canzone è abbastanza complessa. In origine era una delle molte poesie “bundiste” di Dovid Edelshtot (David Edelstadt in forma germanizzata); poesia che, assai probabilmente, era divenuta subito canzone. David Edelstadt, nato nel 1866 a Kaluga (circa 200 km a sud di Mosca), fu un precocissimo rivoluzionario e poeta in lingua yiddish; a soli 15 anni emigrò negli USA per sfuggire ai pogrom antisemiti susseguenti al riuscito attentato contro lo zar Alessandro II (13 marzo 1881). A New York, David Edelstadt divenne militante del movimento anarchico e responsabile della rivista in yiddish Fraye Arbeter Shtime (“Libera Voce dei Lavoratori”), sulla quale pubbicava anche le sue poesie; poiché David Edelstadt morì nel 1892 a soli... (continua)