رئيس البلاد (Rayes Le Bled)
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Hamada Ben Amor, in arte El Général, rapper tunisino di 22 anni originario di Sfax, è ormai famoso ed amatissimo nel suo paese, la Tunisia infiammata dalle proteste di questi giorni e bagnata dal sangue del suo popolo, affamato da oltre due decenni ed oggi massacrato per strada dalla polizia del dittatore Zine El-Abidine Ben Ali.
Nelle sue canzoni, infatti, El Général ha avuto come pochi il coraggio di attaccare direttamente il presidente/dittatore/padre-padrone Ben Ali, lo stesso che compare all’inizio del video di questa رئيس البلاد (Rayes Le Bled) intento, con aria molto poco rassicurante, ad estorcere inutilmente una qualche parola ad uno spaventato scolaro (il dittatore chiede – significativamente - al bimbo: “Perché non sei tranquillo? Mi vuoi dire qualcosa?”).
E mentre il nostro buon Frattini dichiara che "L'Italia sostiene i governi in Tunisia e Algeria, che... (continua)
رئيس البلاد
(continua)
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inviata da Bartleby 12/1/2011 - 08:41
TO THE PRESIDENT
(continua)
(continua)
Le combat pour la dignité
Un documentario di Omeyya Seddik e Iyed Dahmani, Tunisia, 2008.
A tutti quelli che ancora credono alle guerre del pane e alle infiltrazioni del terrorismo nella piazza in Tunisia. Ecco "Le combat pour la dignité", il bellissimo documentario sulla precedente rivolta, quelle che nel 2008 infiammò le piazze di Redeyef, la capitale mondiale delle miniere di fosfato. Un lavoro di Omeyya Seddik e Iyed Dahmani. Un film che mostra come la crudeltà della repressione del regime tunisino non sia iniziata a Sidi Bouzid lo scorso 17 dicembre. Già nel 2008 la polizia sparava sui manifestanti e torturava chi rivendicava i propri diritti. Il racconto di quei giorni nelle parole delle mogli dei sindacalisti arrestati all'epoca. Sì perché loro, le donne, hanno avuto e hanno un ruolo fondamentale per la Tunisia che verrà.
*
À tous ceux qui croient encore aux guerres du pain ou... (continua)
Un documentario di Omeyya Seddik e Iyed Dahmani, Tunisia, 2008.
A tutti quelli che ancora credono alle guerre del pane e alle infiltrazioni del terrorismo nella piazza in Tunisia. Ecco "Le combat pour la dignité", il bellissimo documentario sulla precedente rivolta, quelle che nel 2008 infiammò le piazze di Redeyef, la capitale mondiale delle miniere di fosfato. Un lavoro di Omeyya Seddik e Iyed Dahmani. Un film che mostra come la crudeltà della repressione del regime tunisino non sia iniziata a Sidi Bouzid lo scorso 17 dicembre. Già nel 2008 la polizia sparava sui manifestanti e torturava chi rivendicava i propri diritti. Il racconto di quei giorni nelle parole delle mogli dei sindacalisti arrestati all'epoca. Sì perché loro, le donne, hanno avuto e hanno un ruolo fondamentale per la Tunisia che verrà.
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À tous ceux qui croient encore aux guerres du pain ou... (continua)
Bartleby 13/1/2011 - 07:45
Ecco perché il dittatore Ben Ali può continuare – anche in queste ore – a far sparare sul popolo tunisino: l’avallo occidentale, ed italiano in particolare, arriva da lontano (ed ecco spiegato pure perché Craxi finì i sui giorni latitante proprio ad Hammamet…)
Eppure, benchè la storia – anche quella giudiziaria – li abbia già giudicati per il farabutto e per il mafioso che erano, Craxi ed Andreotti, mandanti del golpe in Tunisia nel 1987, furono ben più lungimiranti degli attuali inetti responsabili della politica estera italiana, il premier Berlusconi e il ministro Frattini: quando il vecchio e suonato Bourguiba alla fine degli anni 80 cominciò a minacciare fucilazioni di massa, allora l’Italia, sempre avvezza a golpe e golpini interni ed esterni, “aiutò” la sorella Tunisia ad evitare spargimenti di sangue e fomentò una “transizione” morbida verso una nuova dittatura che sapesse garantire... (continua)
Eppure, benchè la storia – anche quella giudiziaria – li abbia già giudicati per il farabutto e per il mafioso che erano, Craxi ed Andreotti, mandanti del golpe in Tunisia nel 1987, furono ben più lungimiranti degli attuali inetti responsabili della politica estera italiana, il premier Berlusconi e il ministro Frattini: quando il vecchio e suonato Bourguiba alla fine degli anni 80 cominciò a minacciare fucilazioni di massa, allora l’Italia, sempre avvezza a golpe e golpini interni ed esterni, “aiutò” la sorella Tunisia ad evitare spargimenti di sangue e fomentò una “transizione” morbida verso una nuova dittatura che sapesse garantire... (continua)
Bartleby 13/1/2011 - 08:35
La traduction en langue française, qui est sensiblement différente de la traduction italienne, est tirée de la vidéo sous-titrée relayée par Libération.
Mais, dit Lucien l'âne, il faudrait quand même dire que Bourguiba ou Ben Ali, ce sont en fait les mêmes... Simplement, Bourguiba était très vieux, très vieillissant... Tiens, tiens qui se teint les cheveux en noir à présent ?... Qui donc est à son tour sur le déclin ? Qui devrait prévoir une retraite à l'étranger ?C'est le finissant Ben Ali... À chacun son tour, dit le fantôme de Bourguiba. Donc ce régime dictatorial – précédé de la colonisation... dure depuis plus d'un demi-siècle... Et si je peux une autre réflexion à propos des mots de Frattini... Qu'en pense le grand ami Khadafi – grand ami de Silvio B., pas le mien... Qu'est-ce qu'il pense de ce remue-ménage ? Serait-ce de lui – à propos de terrorisme – qu'il faudrait se protéger grâce... (continua)
Mais, dit Lucien l'âne, il faudrait quand même dire que Bourguiba ou Ben Ali, ce sont en fait les mêmes... Simplement, Bourguiba était très vieux, très vieillissant... Tiens, tiens qui se teint les cheveux en noir à présent ?... Qui donc est à son tour sur le déclin ? Qui devrait prévoir une retraite à l'étranger ?C'est le finissant Ben Ali... À chacun son tour, dit le fantôme de Bourguiba. Donc ce régime dictatorial – précédé de la colonisation... dure depuis plus d'un demi-siècle... Et si je peux une autre réflexion à propos des mots de Frattini... Qu'en pense le grand ami Khadafi – grand ami de Silvio B., pas le mien... Qu'est-ce qu'il pense de ce remue-ménage ? Serait-ce de lui – à propos de terrorisme – qu'il faudrait se protéger grâce... (continua)
CHEF DU PAYS
(continua)
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inviata da Marco Valdo M.I. 13/1/2011 - 10:16
UNE JEUNESSE VÉCUE SOUS L’OMBRE DE BEN ALI
Nawaat
Par Sam,
Je fais partie de la nouvelle génération qui a vécu en Tunisie sous le règne absolu de Ben Ali.
Au lycée, et au collège, on a toujours peur de parler politique : “Il y a des rapporteurs partout” qu’on nous dit. Personne n’ose en discuter en public. Tout le monde se méfie. Votre voisin, votre ami, votre épicier, est un rapporteur de Ben Ali, voulez-vous être emmené de force vous ou votre père vers un lieu indéfini, un soir à 4h du mat ?
On grandit avec cette peur de s’engager, et on poursuit nos études, nos sorties, nos soirées, sans se soucier de la politique.
Aux années lycées, on commence à connaître les méandres de la famille royale, et on entends des histoires ici et là, sur tel proche de Leila qui a pris le contrôle d’un industrie, qui s’est approprié le terrain d’une autre personne, ou qui traitait avec la mafia italienne.
On... (continua)
Bartleby 13/1/2011 - 12:00
False proteste del pane e vere lotte di liberazione
di Anna Castiglioni via Canale di Sicilia
“L'aumento dei prezzi del pane aveva fatto esplodere l'esasperazione della popolazione tunisina…”
E’ una frase tratta da uno degli ultimissimi articoli sui fatti di Tunisi, in questo caso pubblicato da La Repubblica. Non che la Repubblica faccia peggio di altri organi di informazione.
Dalla televisione ai quotidiani sembra che per i media italiani la falsa e fuorviante definizione di “rivolta del pane” sia la più gettonata. Non so se per risparmiare sui tempi televisivi, accomunando così due notizie e due paesi nettamente distinti, se per disinformazione causata da ignoranza o se per una disinformazione più studiata, che associare la parola dittatura al governo di Ben Ali potrebbe essere cosa non gradita. Ma se rimane il dubbio che mentano sapendo o meno di mentire, è invece una certezza che... (continua)
Tra i passeggeri di un aereo tunisino in scalo tecnico a Cagliari è stato sorpreso il solito clandestino, un tipo anziano questa volta, che dice di chiamarsi Zine El-Abidine Ben Ali. Sostiene che nel suo paese c'è una feroce dittatura e che gli vogliono fare la pelle. Vorrebbe asilo politico. Maroni, interpellato, ha osservato: "Dicono tutti così", e l'ha fatto custodire nel CIE locale, in attesa di rimpatriarlo con il primo volo. (Fantapolitica, naturalmente).
Gian Piero Testa 15/1/2011 - 06:59
Questa, secondo Nawaat, il portale dell'opposizione all'ormai defunto regime di Ben Ali, è la foto simbolo del nuovo corso della Tunisia...
Lascio la parola a Gabriele Del Grande di Fortress Europe, ma mi pare che il sentimento (anche giustamente) ottimista che traspare dal suo articolo sia involontariamente contraddetto dal titolo che poi ha scelto: "Tunisia: nuovo corso, vecchia rotta". L'autore si riferisce alle rotte dei clandestini, battute pure dai tunisini (anche ieri ne sono sbarcati 39 in Sicilia provenienti da Sfax, la città de El Général...) ma al sottoscritto quella foto sa di altre "vecchie rotte", quelle dei vecchi lupi capaci di rimanare saldamente al potere anche quando il capo branco è costretto a squagliarsela...
Stiamo a vedere, magari si tratta davvero di una riedizione maghrebina della rivoluzione dei garofani portoghese... in fondo qui sono gelsomini, no?
Intanto... (continua)
Lascio la parola a Gabriele Del Grande di Fortress Europe, ma mi pare che il sentimento (anche giustamente) ottimista che traspare dal suo articolo sia involontariamente contraddetto dal titolo che poi ha scelto: "Tunisia: nuovo corso, vecchia rotta". L'autore si riferisce alle rotte dei clandestini, battute pure dai tunisini (anche ieri ne sono sbarcati 39 in Sicilia provenienti da Sfax, la città de El Général...) ma al sottoscritto quella foto sa di altre "vecchie rotte", quelle dei vecchi lupi capaci di rimanare saldamente al potere anche quando il capo branco è costretto a squagliarsela...
Stiamo a vedere, magari si tratta davvero di una riedizione maghrebina della rivoluzione dei garofani portoghese... in fondo qui sono gelsomini, no?
Intanto... (continua)
Bartleby 17/1/2011 - 20:16
Hamada Ben Amor, in arte El Général, rapper tunisino di 22 anni è ormai famoso ed amatissimo nel suo paese, la Tunisia infiammata dalle proteste di questi giorni e bagnata dal sangue del suo popolo, affamato da oltre due decenni ed oggi massacrato per strada dalla polizia del dittatore Zine El-Abidine Ben Ali.
Lorenzo Masetti 12/1/2011 - 18:04
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Balti, classe 1980, è uno dei musicisti più conosciuti in Tunisia. Nato e cresciuto nella qasbah di Tunisi, Balti si è affacciato sulla scena del hip hop tunisino nel 2003, con il suo primo disco. Ma gli album che l'hanno lanciato sono "Il nostro vero mondo" del 2006 e "L'album prima della bomba" del 2009.
Durante la rivoluzione del gennaio scorso, quando El General, il giovane rapper di Sfax, venne arrestato dal regime di Ben Ali per i suoi testi contro la dittatura, molti accusarono Balti per il suo silenzio. Lui per recuperare credibilità ha da poco pubblicato il nuovo album: Baltiroshima, in cui ce n'è per tutti, sebbene a giochi fatti...
Ad ogni modo, di quell'album fa parte anche questa splendida canzone. Si intitola Yammi, mamma. Ed è una lettera struggente a una madre. Scritta di getto da un ragazzo dei quartieri popolari di Tunisi, la notte prima della traversata in mare per... (continua)