La versione della leggendaria punk band di Pola KUD Idijoti
Alla metà degli anni Ottanta, quando la società jugoslava attraversava una crisi dei valori socialisti, “Bella Ciao” venne riattualizzata dalla leggendaria punk band di Pola KUD Idijoti che aveva fatto una operazione simile con Bandiera Rossa.
Bandiera Rossa nella versione dei KUD Idijoti è un brano indicatissimo per accompagnare le iniziative della "giornata del ricordo", una impostura propagandistica che nello stato che occupa la penisola italiana è diventata ovviamente legge e che serve all'apparato governativo e gazzettiero per discriminare una volta di più i buoni dai cattivi, i titolari di diritto di parola dalla feccia da eliminare.
La canzone è appropriata per molti motivi.
- I KUD Idijoti erano di Pula, città nella Istarska županija particolarmente cara -con altro nome, ovviamente- ai giornanti del ricordo.
- Il testo è cantato con una buona pronuncia. Un'ottima lezione di stile per molti giornanti, spesso fieri della loro ignoranza delle lingue slave in un "paese" in cui l'ignoranza è sempre un giustificativo e in casi come il loro diventa tranquillamente un vanto.
- Oltre a non presentare dubbio alcuno in materia... (continua)
[1986]
Testo e musica / Lyrics and Music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Branko Črnac Tusta
Saša Milovanović (Sale Veruda)
Davor Zgrabljić (Bucolini)
Dejo
Album: Legendarni u živo ee. aa.
Prolaze mi ispred nosa (continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/1/2006 - 18:41
"Verrà inserita una traduzione non appena possibile..."
12/1/2006
La traduzione è stata fatta appena possibile. NB. Il "polako polako" dello Staff non è un appello a Krzysiek Wrona: in croato significa "pian pianino". Salud.
Forse sti KUD Idijoti ce l'avevano con tutti quelli che gli passavano sotto il naso, in questo senso una "canzone di guerra", però mica ci vedo una CCG...
Però stava lì da così tanto tempo che alla fine, ma sì, teniamocela!
Caro BB, sarò sincero del tutto. Quando ho messo qua dentro questa canzone, era un periodo in cui a volte non stavo molto attento. Avevo visto un titolo "Ratna pjesma" di un gruppo croato, anzi jugoslavo, e una cosa del genere, probabilmente, nella mia testolina veniva associato automaticamente alle guerre jugoslave. Probabilmente avrò messo il testo senza nemmeno guardare cosa dicesse in realtà, con la famosa frasetta della "traduzione al più presto possibile" (e dodici anni sono un discreto "presto possibile, non c'è che dire!). Però or ora mi sono posto un quesito: come mai questa canzone, in realtà dedicata a tale Vesna, si chiama "canzone di guerra"? Un motivo ci dovrà pur essere, e mi sto facendo una mia idea al riguardo. Magari, tra un po' (tipo dodici anni, se la salute mi assiste), la dirò. Saluzzi!
Venerdì sera al Balkan Florence Express, rassegna di film sui Balcani occidentali, ho visto Louder Than Guns un documentario sulle canzoni patriottiche e nazionalistiche in Croazia durante la guerra. Era presente il regista Miroslav Sikavica. A parte il carattere assolutamente trash di gran parte delle canzoni, si tratta di un documentario interessante su come i media riescano a manipolare l'opinione pubblica e su come la musica possa avere un ruolo fondamentale in questo senso.
Ho chiesto al regista se conoscesse dei gruppi che in Croazia si fossero opposti effettivamente alla guerra e non limitandosi a scrivere canzoni falsamente pacifiste come questa, ma in effetti mi ha confermato che a parte pochissime eccezioni come i KUD Idijoti (che, non a caso, sono di Pola) la maggior parte dei gruppi scelse durante la guerra di scrivere canzoni nazionaliste e di appoggio ai soldati. Diversa era... (continua)
Alla metà degli anni Ottanta, quando la società jugoslava attraversava una crisi dei valori socialisti, “Bella Ciao” venne riattualizzata dalla leggendaria punk band di Pola KUD Idijoti che aveva fatto una operazione simile con Bandiera Rossa.