[1951?]
Versi di Renata Viganò (1900-1976), scrittrice e partigiana, autrice del celeberrimo “L’Agnese va a morire”. Poesia composta probabilmente nel 1951, quando la Viganò partecipò ad un’inchiesta sulle condizioni di vita e di lavoro delle mondine in Lomellina.
Messa in musica da Xavier Rebut (Quartetto Urbano) per i concerti della Scuola Popolare di Musica di Testaccio.
Infatti, a quanto riportato su questa scheda del Quartetto Urbano, questo canto tradizionale farebbe parte del repertorio del coro del Galletto di Gallura di Aggius, provincia di Olbia-Tempio, e sarebbe stato originariamente registrato da Franco Coggiola.
Poi interpretata dal coro gallurese stesso, insieme al Nuovo Canzoniere Italiano, nello spettacolo "Ci ragiono e canto" diretto da Dario Fo nel 1966.
Tratta dalla poesia "U rancuri" di Ignazio Buttitta
Adattamento di Antonella Talamonti.
Contenuta nel disco del gruppo vocale Quartetto Urbano "Mentre corre cielo e terra" (2008).
Chi mi cuntati?
io u pueta fazzu!
C’è aria di timpesta
u sacciu,
a vidu:
u marusu sata i scogghi,
u celu avvampa!
Chi mi cuntati?
iu a paci amu;
e sta casa facci u mari
cu Palermu nte vrazza,
i muntagni ntesta,
e l’aceddi ca passanu e salutanu.
Vuàtri nte città,
nte palazzi moderni
chi cammareri in divisa;
chi fimmini in vestaglia,
beddi,
e i minni duri.
Nte palazzi e nte città,
quagghiati du piaciri;
chi cani e chi gatti
ca sàtanu nte gammi,
chi ghiocanu nte divani;
chi mancianu comu vuàtri
e cacanu nte gnuni.
Io vi cunsidiru,
e forsi
arrivu a scusarivi:
u privilegiu piaci,
a tradizioni di l’abusu
a disumanità
u sfruttamentu piaci,
l’aviti nto sangu;
e vurissivu ristari a cavaddu
cu elmu e scutu
e li spati puntati;
crociati di l’ingiustizia,
a massacrari i poveri.
Io vi cunsidiru,
haiu a facci tosta!
sunnu... (continua)
Traduzione italiana della poesia originale di Ignazio Buttitta
IL RANCORE
Che mi raccontate?
io faccio il poeta!
C’è aria di tempesta
lo so, la vedo:
il maroso salta gli scogli,
il cielo avvampa!
Che mi raccontate?
Io amo la pace;
e questa casa in faccia al mare
con Palermo nelle braccia,
le montagne in testa,
e gli uccelli che passano e salutano.
Voi nelle città,
dentro i palazzi moderni
coi servitori in divisa,
con le donne in vestaglia,
belle,
e le tette dure.
Nei palazzi e nelle città,
cagliati dal piacere; con i cani e i gatti
che saltano sulle gambe,
che giocano sui divani;
che mangiano come voi,
e cacano negli angoli.
Io vi considero,
e forse
arrivo a scusarvi:
il privilegio piace,
la tradizione dell’abuso
la disumanità
lo sfruttamento piace,
l’avete nel sangue;
e vorreste rimanere a cavallo
con elmo e scudo
e le spade puntate;
crociati dell’ingiustizia,
a... (continua)
Album : Mentre corre cielo e terra
Testo di Antonella Talamonti e Xavier Rebut
Musica di Xavier Rebut