La cover italiana di Dolcenera
dall'album Dolcenera del 2009
La bella interpretazione di Dolcenera non è assolutamente una traduzione fedele, anzi credo che nella versione italiana si parli di depressione, ansia, inquietudine. Ma comunque dell'originale rimane tutta l'atmosfera inquietante e opprimente.
Che il Mediterraneo siaquello di Serrat delle tante culture che si affacciano sul Marenostro, luogo di scambio e di condivisione e non la tomba di troppe persone di cui non sappiamo il nome né la storia.
Puoi pregare come gli altri una moschea (continua)
“È la prima canzone che ho scritto per l’album, a fine settembre 2003, quando ricevetti una mail da una ragazza che si chiama Chiara. Era una ragazza madre che aveva subito violenze domestiche. E’ sempre difficile rispondere a queste lettere e non sai mai che atteggiamento assumere. Ma noi artisti comunichiamo con le emozioni, e l’unica risposta che potevo darle era scrivere una canzone, per superare questa sorta di indifferenza che si ha davanti a casi di questo tipo, a volte invisibili”.
Stavo studiando la vita e le canzoni di Nina Simone per un progetto a cui stavo lavorando, quando ho ricevuto una telefonata in cui mi si proponeva di interpretare “Feeling Good” per la serie TV Lea, un nuovo giorno.
La musica di Nina Simone è trascendentale, non riconducibile all’esperienza, al passato, ma neanche all’immaginazione: è imprevedibile in ogni sua nota, eppure, una volta ascoltata dalla sua Anima, diventava per l’ascoltatore possibile, credibile, come se fosse esistita da sempre, ma non fosse mai stata rivelata.
Un inno in difesa del mare che vede la collaborazione di Greenpeace per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tutela del più grande ecosistema del Pianeta, il mare, da una delle minacce ambientali più gravi dei nostri tempi: l’inquinamento da plastica.
Sdraiata sul divano con un caldo africano (continua)
“Scrivere questa canzone è stata una liberazione dalla forma di impotenza che mi ha oppresso per gli attuali fatti di guerra. Con la citazione di Cantami o Diva dell’Iliade di Omero, ma anche di Cuccurucucù Paloma di Franco Battiato, svelo, implorando, Calliope, la musa della poesia epica ed il cui nome significa “dalla bella voce”, a raccontarci finalmente storie di vita e non fatti riguardanti la morte e la guerra che ci stanno devastando.
La canzone è un invito a non arrendersi e a godere delle Bellezze del nostro Pianeta, che resiste a tutto il male, a riappropriarsi della normalità, del proprio tempo e del proprio spazio nel rispetto di madre Natura che sa sempre rigenerare la vita”.
dall'album Dolcenera del 2009
La bella interpretazione di Dolcenera non è assolutamente una traduzione fedele, anzi credo che nella versione italiana si parli di depressione, ansia, inquietudine. Ma comunque dell'originale rimane tutta l'atmosfera inquietante e opprimente.