2020
Streghe, pandafeche, mazzemarelle e altre storie
C'è stato un tempo, quello appena successivo all'unificazione dell'Italia, che tanti giovani si sono trovati davanti ad un bivio per sopravvivere: emigrare (la quasi totalità) o diventare brigante (qualcuno)
Ringraziamo i Terre del Sud nella persona di Mimmo Spadano per averci inviato i loro testi, sia quelli inseriti oggi, sia quelli che aveva inviato tempo addietro
Una lettera di ricatto, conservata nell'Archivio di Stato di Chieti, è il testo (con piccole modifiche) di questa canzone.
Scritta nel 1866 da Domenico Valeri, soprannominato Cannone per via di una voce tonante, brigante della Val di Sangro.
E' una lista della spesa inviata ad un possidente della zona, con minaccia di morte se non esaudita. Cannone era un brigante molto temuto, le minacce di morte non erano campate in aria!
Il 5 e 6 ottobre 1943, un gruppo di ragazzi insorge contro i nazisti che saccheggiano e devastano la città di Lanciano.
Una lotta impari che sfocia in una strage degli insorti e di civili per rappresaglia.
Sapevano di morire, ma la sete di libertà era troppo grande. Necessaria come l'aria per respirare!
2020
Streghe, pandafeche, mazzemarelle e altre storie
Da una poesia di Irene Giancristofaro, musicata da Terre del Sud.
Il 6 ottobre 1943, a Lanciano, una donna vestita di nero vaga per la città, alla ricerca del corpo del figlio, ucciso dai nazisti che soppressero la rivolta dei ragazzi lancianesi: "Alcuna madre potè salvare il proprio figlio da una sorte già decisa, fosse stata anche una zingara veggente" (nota dell'autrice)
2020
Streghe, pandafeche, mazzemarelle e altre storie
Il 4 marzo 1944, Gilda Natale e Antonietta Laudadio, cuoche nel convento di Lama dei Peligni, si trovano coinvolte nell'aspro combattimento fra i nazisti, che cercano di conquistare il paese e i patrioti della Brigata Majella che lo difendono asserragliati nel convento.
Le due donne senza alcuna esitazione si mettono a disposizione dei patrioti e si prodigano instancabilmente tutto il giorno a rifornirli di munizioni, a caricare armi ed ad aiutarli in tutti i modi possibili, incitandoli a resistere.
A fine giornata, non riuscendo a conquistare la postazione, i tedeschi si ritirano e le due donne, seppur stremate come i patrioti, tornano in cucina e si mettono al lavoro per sfamare tutta la truppa.
Il comandante del plotone, Donato Ricchiuti, che dopo qualche giorno morirà in battaglia, colmo di riconoscenza, in segno di gratitudine... (continua)
Gilda e Antonietta han smesso il grembiule (continua)
Brano dedicato ai patrioti della Brigata Majella, che in Abruzzo prima, poi risalendo l'Italia fino alla pianura Padana, combatterono contro i nazi-fascisti al fianco delle truppe alleate inglesi e polacche.
Chiamati "lupi della Majella" da inglesi e polacchi, per la loro capacità di effettuare azioni di guerriglia in condizioni e su terreni proibitivi, si guadagnarono la fiducia e la stima degli alleati, sempre poco propensi ad armare dei civili.
Alla fine della guerra, tornarono tutti in Abruzzo a ricostruire i paesi completamente distrutti dai tedeschi nella loro ritirata.
Furono insigniti della Medaglia d'oro al Valor Militare.
Imbracciam le armi, sulla montagna madre (continua)
Testo da brividi e canzone che lo supporta alla grande.
Il mio primo ascolto, per me non è semplice comprendere bene il linguaggio, già mi ha trasmesso l'emozione e la drammaticità degli accadimenti narrati. Come ho già detto a voce a Mimmo: " Gran bel lavoro, regaz ! "
Streghe, pandafeche, mazzemarelle e altre storie
C'è stato un tempo, quello appena successivo all'unificazione dell'Italia, che tanti giovani si sono trovati davanti ad un bivio per sopravvivere: emigrare (la quasi totalità) o diventare brigante (qualcuno)