La Corinne
Quand la chouette aux yeux jaunes la nuit en plein mois d'août
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/5/2024 - 19:52
L'eau de la rivière
[1998]
Album "La bête est revenue"
Per il percorso "Quando gli sfruttati ne hanno le palle piene"...
"Quando l'acqua del fiume monta
i pesci mangiano le formiche,
ma quando il fiume è in secca
sono le formiche a mangiare i pesci..."
Album "La bête est revenue"
Per il percorso "Quando gli sfruttati ne hanno le palle piene"...
"Quando l'acqua del fiume monta
i pesci mangiano le formiche,
ma quando il fiume è in secca
sono le formiche a mangiare i pesci..."
Un jour, la foudre
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 14/5/2009 - 13:15
Amour, liberté, vérité
[1981]
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Album: Amour Liberté Vérité
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Album: Amour Liberté Vérité
Ce matin ma plume est alerte
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 8/1/2008 - 15:20
Mercatale Val di Pesa, 9/10 gennaio 2008
Traduzione di una difficoltà spaventosa
Traduzione di una difficoltà spaventosa
AMORE, LIBERTÀ, VERITÀ
(continua)
(continua)
Una nota relativa all'apertura della quarta strofa: "Léautaud chrétien détestable..."
Non avevo mai sentito parlare di questo Léautaud e così mi sono incuriosito e, visto che mi avete dato mano libera sui suggerimenti bibliografici, ho trovato una recensione a firma Bartolomeo Di Monaco ad un libro di Kazimierz Brandys, "Hotel D’Alsace e altri due indirizzi” (edizioni E/O, pagg. 152 e costa pure poco), che ci offre le biografie di tre grandi artisti che hanno tutti vissuto a Parigi: Oscar Wilde, André Paul Guillaume Gide e, appunto, Paul Léautaud. Il libro - che non ho letto ma forse leggerò - deve essere interessante. A proposito della parte dedicata a Léautaud, Di Monaco scrive:
"E Léautaud è personaggio a cui non mancano di certo gli attributi per suscitare la nostra attenzione. Considerato una leggenda dai francesi, nei suoi diari non risparmia nessun tipo di annotazioni, come questa... (continua)
Non avevo mai sentito parlare di questo Léautaud e così mi sono incuriosito e, visto che mi avete dato mano libera sui suggerimenti bibliografici, ho trovato una recensione a firma Bartolomeo Di Monaco ad un libro di Kazimierz Brandys, "Hotel D’Alsace e altri due indirizzi” (edizioni E/O, pagg. 152 e costa pure poco), che ci offre le biografie di tre grandi artisti che hanno tutti vissuto a Parigi: Oscar Wilde, André Paul Guillaume Gide e, appunto, Paul Léautaud. Il libro - che non ho letto ma forse leggerò - deve essere interessante. A proposito della parte dedicata a Léautaud, Di Monaco scrive:
"E Léautaud è personaggio a cui non mancano di certo gli attributi per suscitare la nostra attenzione. Considerato una leggenda dai francesi, nei suoi diari non risparmia nessun tipo di annotazioni, come questa... (continua)
Alessandro 11/1/2008 - 10:51
Ah, stupida dimenticanza...
Paul Léautaud è uno scrittore francese, nato a Parigi nel 1872, vissuto a Fontenay-aux-Roses (Hauts-de-Seine). Muore a Châtenay-Malabry (Hauts-de-Seine) il 22 febbraio 1956. Aristocratico ed anarchico nello spirito, causticissimo e misantropo (ma gaudente), pare che le sue ultime parole siano state: "Maintenant, foutez-moi la paix!" (E adesso, lasciatemi in pace!)
(it.wikipedia)
Paul Léautaud è uno scrittore francese, nato a Parigi nel 1872, vissuto a Fontenay-aux-Roses (Hauts-de-Seine). Muore a Châtenay-Malabry (Hauts-de-Seine) il 22 febbraio 1956. Aristocratico ed anarchico nello spirito, causticissimo e misantropo (ma gaudente), pare che le sue ultime parole siano state: "Maintenant, foutez-moi la paix!" (E adesso, lasciatemi in pace!)
(it.wikipedia)
Alessandro 11/1/2008 - 11:01
Vorrei a tal fine ricordare che Léautaud (anzi, i suoi famosi gatti) sono citati addirittura in una canzone di Georges Brassens presente in raccolta, Don Juan:
Gloire au flic qui barrait le passage aux autos
Pour laisser traverser les chats de Léautaud
Et gloire à don Juan d'avoir pris rendez-vous
Avec la délaissée, que l'amour désavoue
Gloria al vigile che faceva fermare le macchine
per far attraversare i gatti di Léautaud!
E gloria a Don Giovanni per aver preso appuntamento
con quella trascurata, rinnegata dall'amore.
Così come Maxime Le Forestier ambienterà una sua curiosa e delicata canzone del 1973, tratta dall'album Mon frère, proprio a Fontenay-aux-Roses. La storia di un uomo che osserva le ragazzine di uno studentato femminile immaginando...beh lasciamo perdere.
Gloire au flic qui barrait le passage aux autos
Pour laisser traverser les chats de Léautaud
Et gloire à don Juan d'avoir pris rendez-vous
Avec la délaissée, que l'amour désavoue
Gloria al vigile che faceva fermare le macchine
per far attraversare i gatti di Léautaud!
E gloria a Don Giovanni per aver preso appuntamento
con quella trascurata, rinnegata dall'amore.
Così come Maxime Le Forestier ambienterà una sua curiosa e delicata canzone del 1973, tratta dall'album Mon frère, proprio a Fontenay-aux-Roses. La storia di un uomo che osserva le ragazzine di uno studentato femminile immaginando...beh lasciamo perdere.
Riccardo Venturi 11/1/2008 - 19:12
La bête est revenue
[1998]
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Album: La bête est revenue
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Album: La bête est revenue
Una canzone del 1998 molto poco gradita al Front National; quindi, per natura, assai gradita a questo sito. Una canzone che ha valso al suo autore una sequela impressionante di lettere e telefonate di minacce e di insulti. Una canzone, infine, non attuale solamente in Francia e nella situazione francese. Ovunque, in Europa, il fascismo e i fascismi hanno da tempo rialzato la cresta, e tutto va bene per fargliela abbassare. Anche una canzone può e deve essere un no pasarán.
Sait-on pourquoi, un matin,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 8/1/2008 - 15:31
9 gennaio 2008
LA BESTIA È TORNATA
(continua)
(continua)
Vorrei segnalarvi un libro, a proposito della genesi della "bestia" e del suo sempre possibile ritorno, che mi ha colpito molto: si tratta di "Come si diventa nazisti. Storia di una piccola città 1930-1935", scritto nel 1968 dallo statunitense William Sheridan Allen (pubblicato da Einaudi, con la prefazione di Luciano Gallino).
Si tratta di una microstoria, alla Carlo Ginzburg, in cui l'autore analizza l'avvento del nazismo e le dinamiche che lo favorirono non a partire dai grandi eventi politici, bensì all'interno di una piccola comunità nell'Hannover tedesco...
Beh, questo libro mi ha fatto venire i brividi perchè dimostra che la storia, anche la peggiore, può ripetersi e che la "bestia" può tornare in ogni momento se, come dice Perret, le si apre la porta.
Qui riporto una recensione tratta da librando.net:
"Nel non molto lontano 1933, Adolf Hitler diventa cancelliere in forma perfettamente... (continua)
Si tratta di una microstoria, alla Carlo Ginzburg, in cui l'autore analizza l'avvento del nazismo e le dinamiche che lo favorirono non a partire dai grandi eventi politici, bensì all'interno di una piccola comunità nell'Hannover tedesco...
Beh, questo libro mi ha fatto venire i brividi perchè dimostra che la storia, anche la peggiore, può ripetersi e che la "bestia" può tornare in ogni momento se, come dice Perret, le si apre la porta.
Qui riporto una recensione tratta da librando.net:
"Nel non molto lontano 1933, Adolf Hitler diventa cancelliere in forma perfettamente... (continua)
Alessandro 9/1/2008 - 15:08
Perdonate i miei interventi bibliografici...
Il fatto è che la "bestia" mi sembra magistralmente descritta anche in un altro libro: "I carnefici della porta accanto" di Jan T. Gross, edito da Mondadori.
Come per il libro di William Sheridan Allen, anche qui una microstoria ambientata in una piccola comunità, questa volta nella Polonia rurale. A Jedwabne, nel 1941, tutti gli abitanti di fede ebraica (ca 1600 persone) furono trucidati nel giro di poche ore, in gran parte arsi vivi all'interno di un grande fienile dove erano stati rinchiusi. Per 60 anni si credette che l'orribile massacro fosse stato perpetrato dalla Gestapo degli occupanti tedeschi. Jan T. Gross nella sua ricerca riesce invece a dimostrare come i responsabili diretti di quel pogrom furono soltanto i compaesani non ebrei, i vicini di casa, i carnefici della porta accanto, appunto...
Come non essere d'accordo con il monito... (continua)
Il fatto è che la "bestia" mi sembra magistralmente descritta anche in un altro libro: "I carnefici della porta accanto" di Jan T. Gross, edito da Mondadori.
Come per il libro di William Sheridan Allen, anche qui una microstoria ambientata in una piccola comunità, questa volta nella Polonia rurale. A Jedwabne, nel 1941, tutti gli abitanti di fede ebraica (ca 1600 persone) furono trucidati nel giro di poche ore, in gran parte arsi vivi all'interno di un grande fienile dove erano stati rinchiusi. Per 60 anni si credette che l'orribile massacro fosse stato perpetrato dalla Gestapo degli occupanti tedeschi. Jan T. Gross nella sua ricerca riesce invece a dimostrare come i responsabili diretti di quel pogrom furono soltanto i compaesani non ebrei, i vicini di casa, i carnefici della porta accanto, appunto...
Come non essere d'accordo con il monito... (continua)
Ieri sera ho visto il film di Michael Haneke "Il nastro bianco" e, man mano che la storia procedeva, mi tornavano alla memoria le pagine di "Come si diventa nazisti" di Sheridan Allen...
1914, alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale.
In una piccola comunità rurale tedesca l'asprezza della vita quotidiana, del lavoro nei campi si accompagnano alla meschinità degli uomini, solo malamente celata dalla durezza implacabile di un sistema educativo improntato ad un protestantesimo rigidissimo, bigotto e feroce. Mentre sullo sfondo di paesaggi bellissimi scorre la vita di tutti i giorni, si susseguono incidenti e delitti oscuri e atroci che sembrano mossi alcuni da un desiderio di vendetta, altri da puro sadismo nei confronti dei più deboli, dei diversi...
Solo il maestro del villaggio, un estraneo alla comunità, si rende piano piano conto che tutta quella quotidiana violenza,... (continua)
1914, alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale.
In una piccola comunità rurale tedesca l'asprezza della vita quotidiana, del lavoro nei campi si accompagnano alla meschinità degli uomini, solo malamente celata dalla durezza implacabile di un sistema educativo improntato ad un protestantesimo rigidissimo, bigotto e feroce. Mentre sullo sfondo di paesaggi bellissimi scorre la vita di tutti i giorni, si susseguono incidenti e delitti oscuri e atroci che sembrano mossi alcuni da un desiderio di vendetta, altri da puro sadismo nei confronti dei più deboli, dei diversi...
Solo il maestro del villaggio, un estraneo alla comunità, si rende piano piano conto che tutta quella quotidiana violenza,... (continua)
Alessandro 17/11/2009 - 09:25
"Guarda bene queste immagini, guarda quella gente: è incapace di una rivoluzione, è troppo umiliata, ha troppa paura, è troppo frustata. Ma, tra dieci anni, quelli che ora hanno dieci anni ne avranno venti, quelli che ne hanno quindici ne avranno venticinque. All’odio ereditato dai genitori aggiungeranno il loro idealismo e la loro impazienza. Si farà avanti qualcuno e trasformerà in parole i loro sentimenti inespressi [...] Si affaccia una nuova società. L'uomo è una malformazione della natura. Sterminiamo ciò che è inferiore e incrementiamo ciò che è utile. Il mio esperimento è come un abbozzo di ciò che avverrà nei prossimi anni. Tuttavia nitido e preciso: proprio come l'interno dell'uovo di un serpente. Attraverso la sottile membrana esterna, si riesce a discernere il rettile già perfettamente formato"
(da "L'uovo di serpente", film di Ingmar Bergman del 1977 ambientato a Berlino nel... (continua)
(da "L'uovo di serpente", film di Ingmar Bergman del 1977 ambientato a Berlino nel... (continua)
Alessandro 17/11/2009 - 09:49
La femme grillagée
Paroles et musique Pierre Perret - 2010
Écoutez ma chanson bien douce
(continua)
(continua)
5/11/2013 - 13:47
Le grand métingue du Métropolitain
[1887]
Le grand Métingue du Métropolitain
Chanson française – Le grand Métingue du Métropolitain
Maurice Mac-Nab – Musique : Camille Baron – 1887
Diverses interprétations :
Jacques Grello (1915-1978) – Le grand métingue du Métropolitain
Marc Ogeret - Le grand métingue du Métropolitain
Pierre Perret – Le grand métingue du Métropolitain
Stéphane Branger - Le grand métingue du Métropolitain
Dialogue maïeutique
Oui, oui, Lucien l’âne mon ami, on l’avait perdu de vue ou d’ouïe cette histoire du grand métingue du Métropolitain, mais comme Le temps des cerises, elle flotte dans la mémoire et resurgit parfois. C’est le sort de la chanson populaire ; souvent même, on n’en connaît pas l’auteur et on ne sait ce qu’est devenue celle qui en fut l’inspiratrice. Tout ce qu’on en sait, c’est ce qu’en dit plus tard l’auteur, Jean-Baptiste Clément :
« Nous sûmes seulement qu’elle s’appelait Louise... (continua)
Le grand Métingue du Métropolitain
Chanson française – Le grand Métingue du Métropolitain
Maurice Mac-Nab – Musique : Camille Baron – 1887
Diverses interprétations :
Jacques Grello (1915-1978) – Le grand métingue du Métropolitain
Marc Ogeret - Le grand métingue du Métropolitain
Pierre Perret – Le grand métingue du Métropolitain
Stéphane Branger - Le grand métingue du Métropolitain
Dialogue maïeutique
Oui, oui, Lucien l’âne mon ami, on l’avait perdu de vue ou d’ouïe cette histoire du grand métingue du Métropolitain, mais comme Le temps des cerises, elle flotte dans la mémoire et resurgit parfois. C’est le sort de la chanson populaire ; souvent même, on n’en connaît pas l’auteur et on ne sait ce qu’est devenue celle qui en fut l’inspiratrice. Tout ce qu’on en sait, c’est ce qu’en dit plus tard l’auteur, Jean-Baptiste Clément :
« Nous sûmes seulement qu’elle s’appelait Louise... (continua)
C’était hier, samedi, jour de paye,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/10/2021 - 19:17
I' gran raduno di' Metropolitèn: Traduzione a metà tra l'italiano aulico di fine '800 e il fiorentino popolaresco
A translation midway between late 19th Century highfalutin Italian and popular Florentine dialect
Traduction mi-chemin entre l'Italien bombastique de la fin du 19ème siècle et le dialecte florentin populaire:
Riccardo Venturi, 26-2-2023 10:50
Due parole del traduttore, e forse anche tre o quattro. La presente traduzione è, fondamentalmente, un tentativo (del tutto arbitrario, naturalmente) di rendere un po' l'andamento esageratamente popolaresco dell'originale. Dico “esageratamente” perché l'autore, Maurice Mac-Nab (nato a Vierzon il 4 gennaio 1856 da una famiglia di origine scozzese, e morto solo 33enne di tubercolosi a Parigi il giorno di Natale del 1889), era in realtà di idee decisamente conservatrici, e la sua canzone è in realtà una satira e una parodia del movimento operaio... (continua)
A translation midway between late 19th Century highfalutin Italian and popular Florentine dialect
Traduction mi-chemin entre l'Italien bombastique de la fin du 19ème siècle et le dialecte florentin populaire:
Riccardo Venturi, 26-2-2023 10:50
Due parole del traduttore, e forse anche tre o quattro. La presente traduzione è, fondamentalmente, un tentativo (del tutto arbitrario, naturalmente) di rendere un po' l'andamento esageratamente popolaresco dell'originale. Dico “esageratamente” perché l'autore, Maurice Mac-Nab (nato a Vierzon il 4 gennaio 1856 da una famiglia di origine scozzese, e morto solo 33enne di tubercolosi a Parigi il giorno di Natale del 1889), era in realtà di idee decisamente conservatrici, e la sua canzone è in realtà una satira e una parodia del movimento operaio... (continua)
I' gran raduno di' Metropolitèn
(continua)
(continua)
Le monsieur qui vend des canons
[2002]
Paroles et musique: Pierre Perret
Testo e musica: Pierre Perret
Album "Çui-là"
Paroles et musique: Pierre Perret
Testo e musica: Pierre Perret
Album "Çui-là"
Pierre Perret, con quella faccia là da ragazzino che non crescerà (fortunatamente) mai, è una persona semplice e dice delle cose semplici. Proprio per questo sono del tutto sovversive, ben più delle annodàte anàlisi degli analizzatòri, e di tutte le loro strampalate idiozie. Può essere che a costoro non "piacciano i proverbi" e i modi di dire, però ne esiste uno, francese e assai vecchio, che dice: C'est l'argent qui fait la guerre. Ci sarà un motivo perché è nato, questo modo di dire, no? Grazie a Pierre Perret per ricordarcelo con le sue "canzoncine", che valgono assai più di dieci numeri di "Limes". [RV]
Avant la famille Tutsi
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/3/2009 - 11:53
20 marzo 2009
IL SIGNORE CHE VENDE CANNONI
(continua)
(continua)
Liberté zéro
2006
Mélangez-vous
Mélangez-vous
À grands coups de ciseaux dans l'azur
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 4/6/2019 - 14:58
Lily
[1977]
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
La canzone-icona di Pierre Perret, il suo eterno "biglietto da visita" che lo ha reso noto anche al di fuori della Francia. Anche la prima canzone che, nella Francia del 1977, affrontava il problema del razzismo e dell'integrazione con parole chiare; e una canzone che non è mai passata di moda. Tanto da essere addirittura oggetto di una stupida parodia in chiave razzista.
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
La canzone-icona di Pierre Perret, il suo eterno "biglietto da visita" che lo ha reso noto anche al di fuori della Francia. Anche la prima canzone che, nella Francia del 1977, affrontava il problema del razzismo e dell'integrazione con parole chiare; e una canzone che non è mai passata di moda. Tanto da essere addirittura oggetto di una stupida parodia in chiave razzista.
Avec "Lily", Pierre Perret traite du problème d'intégration de ces travailleurs et du racisme que leur présence engendre. Son personnage, Lily, a quitté son pays, la Somalie, alors en guerre avec l'Ethiopie. Tout comme les boat-people vietnamiens, elle s'enfuit par la mer, sur un bateau surchargé. Lily découvre avec l'exclusion, liée à la couleur de sa peau, les sales boulots que l'on réserve aux immigrés.
On la trouvait plutôt jolie, Lily
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 8/1/2008 - 15:24
terminata a Mercatale val di Pesa
9 gennaio 2008
9 gennaio 2008
LILY
(continua)
(continua)
La petite Kurde
[1992]
Paroles et musique de Pierre Perret
Parole e musica di Pierre Perret
"E, lo dico per inciso, bisognerebbe capire perché tanti artisti pieni di cuore ritengono di dover appesantire le loro opere di dichiarazioni di guerra, di recriminazioni e minacce, di ultimatum risibili e inconsistenti. Pierre Perret è agli antipodi di tutto ciò, l'odio non lo tocca. Liberatore perché già libero di per sé. Vero spirito popolare e generoso, buon mangiatore, buon bevitore, gaudente e sensuale, vorrebbe tutto il mondo, a cominciare dai bambini e dalle donne dei peggiori posti del mondo, alla sua tavola. La sua rivolta è l'atto d'amore di chi non si rassegna al realismo cornuto dei massacratori in guanti bianchi. Perret non accetta e non dichiara nessun atto di guerra, e ciò non di meno la sua condanna della società attuale è radicale e senza compromessi."
Alessio Lega, da "A- Rivista Anarchica", n° 303, novembre 2004: "Pierrot contro i Mostri - Il rigore e la tenerezza di Pierre Perret".
Paroles et musique de Pierre Perret
Parole e musica di Pierre Perret
"E, lo dico per inciso, bisognerebbe capire perché tanti artisti pieni di cuore ritengono di dover appesantire le loro opere di dichiarazioni di guerra, di recriminazioni e minacce, di ultimatum risibili e inconsistenti. Pierre Perret è agli antipodi di tutto ciò, l'odio non lo tocca. Liberatore perché già libero di per sé. Vero spirito popolare e generoso, buon mangiatore, buon bevitore, gaudente e sensuale, vorrebbe tutto il mondo, a cominciare dai bambini e dalle donne dei peggiori posti del mondo, alla sua tavola. La sua rivolta è l'atto d'amore di chi non si rassegna al realismo cornuto dei massacratori in guanti bianchi. Perret non accetta e non dichiara nessun atto di guerra, e ciò non di meno la sua condanna della società attuale è radicale e senza compromessi."
Alessio Lega, da "A- Rivista Anarchica", n° 303, novembre 2004: "Pierrot contro i Mostri - Il rigore e la tenerezza di Pierre Perret".
Petite si tu es kurde, écoute-moi
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
Percorsi:
Dal Kurdistan
da "A-Rivista Anarchica", n° 303, novembre 2004
LA PICCOLA KURDA
(continua)
(continua)
adriana 25/11/2008 - 15:40
Ferdinand
[1998]
Paroles et musique: Pierre Perret
Testo e musica: Pierre Perret
Album "La bête est revenue"
Canzone dedicata a Céline, uno dei grandi della letteratura francese ma tristemente noto per il suo furioso antisemitismo e razzismo, nonchè per la vicinanza al regime collaborazionista di Vichy.
Sicuramente un personaggio assai controverso, Céline. Di lui c'è già stato modo di parlare in questo sito, esattamente qui. Questo sito, per farla breve, ospita anche la Beresinalied di Thomas Legler, la cui strofa iniziale (in un'inesatta traduzione francese) è l'exergo del Voyage au bout de la nuit di Céline. Il quale, certo, oltre a quell'opera capitale ha scritto anche le Bagattelle per un massacro ed altre "cosucce" ben messe in luce da Pierre Perret nella sua canzone. Scrisse di lui Carlo Bo: "Negli anni Trenta, Céline vantava (forse più di ogni altro) un bel curriculum di antisemita, ma... (continua)
Paroles et musique: Pierre Perret
Testo e musica: Pierre Perret
Album "La bête est revenue"
Canzone dedicata a Céline, uno dei grandi della letteratura francese ma tristemente noto per il suo furioso antisemitismo e razzismo, nonchè per la vicinanza al regime collaborazionista di Vichy.
Sicuramente un personaggio assai controverso, Céline. Di lui c'è già stato modo di parlare in questo sito, esattamente qui. Questo sito, per farla breve, ospita anche la Beresinalied di Thomas Legler, la cui strofa iniziale (in un'inesatta traduzione francese) è l'exergo del Voyage au bout de la nuit di Céline. Il quale, certo, oltre a quell'opera capitale ha scritto anche le Bagattelle per un massacro ed altre "cosucce" ben messe in luce da Pierre Perret nella sua canzone. Scrisse di lui Carlo Bo: "Negli anni Trenta, Céline vantava (forse più di ogni altro) un bel curriculum di antisemita, ma... (continua)
J'ai crû découvrir un grand écrivain.
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 14/5/2009 - 12:59
Non ho nulla da aggiungere alla tua bella introduzione, Riccardo. Oltretutto non ho mai letto nulla di Céline e di lui conoscevo solo qualche dato biografico...
Credo però che Perret forse non abbia potuto proprio risparmiarsi questa canzone: quando chi abbiamo amato o ammirato ci tradisce miseramente è normale nutrire una dose maggiore di avversità o incredulità o incomprensione...
Francamente, anche a me che Céline non conosco affatto, fa veramente incazzare uno che, dopo aver vissuto in prima persona gli orrori del primo conflitto mondiale, nel 1932 scriveva "La guerra insomma era tutto quello che non si capiva" ("Voyage...") e solo qualche anno più tardi, finito il secondo macello, dichiarava "Ho peccato credendo al pacifismo degli hitleriani, ma lì finisce il mio crimine”...
Come si fa ad essere così grandi e così ottusi al tempo stesso? Forse solo avendo un ego smisurato ed alterato...
Vabbè,... (continua)
Credo però che Perret forse non abbia potuto proprio risparmiarsi questa canzone: quando chi abbiamo amato o ammirato ci tradisce miseramente è normale nutrire una dose maggiore di avversità o incredulità o incomprensione...
Francamente, anche a me che Céline non conosco affatto, fa veramente incazzare uno che, dopo aver vissuto in prima persona gli orrori del primo conflitto mondiale, nel 1932 scriveva "La guerra insomma era tutto quello che non si capiva" ("Voyage...") e solo qualche anno più tardi, finito il secondo macello, dichiarava "Ho peccato credendo al pacifismo degli hitleriani, ma lì finisce il mio crimine”...
Come si fa ad essere così grandi e così ottusi al tempo stesso? Forse solo avendo un ego smisurato ed alterato...
Vabbè,... (continua)
Alessandro 15/5/2009 - 00:05
"Personalmente trovo Hitler, Franco, Mussolini, favolosamente bonaccioni, ammirevolmente magnanimi, troppo alla mano, per così dire, dei belanti pacifisti, da 250 Premi Nobel, fuori concorso, per acclamazione! Forse non durerà per sempre! Gli scatacchi qualche volta ricadono! Vorrei che se li riprendesse in piana faccia, i miei, quel Roosevelt, e di grandi come l'Atlantico, e tutti al vetriolo. Ma è chiedere troppo agli astri e ai venti di questo mondo"
Da La scuola dei cadaveri
Céline (come Brasillach) usava la penna come fosse una pistola. Al nuovo ordine democratico questo non piaceva.
Da La scuola dei cadaveri
Céline (come Brasillach) usava la penna come fosse una pistola. Al nuovo ordine democratico questo non piaceva.
Don Curzio 15/5/2009 - 12:25
Per integrare ancora un po' la cosa, e chiarire ancor meglio alcuni punti.
La prima cosa che dev'essere detta, e che di solito invece viene sottaciuta (specialmente in Francia) è che i pamphlets di Céline, a partire da "Bagattelle per un massacro", vendettero benissimo. Proprio per questo, con l'"indegnità nazionale", a Céline vennero confiscati tutti i beni anche futuri: con quei pamphlets aveva (per la prima volta nella sua vita) fatto un po' di soldi.
Vendettero benissimo, perché in Francia avevano un vastissimo pubblico; e questo anche ben prima dell'occupazione e del regime di Vichy. L'antisemitismo era assai diffuso tra tutte le classi sociali, e fino nella "profonda sinistra" che aveva portato al Front Popu'; a tale riguardo sembra addirittura banale ricordare l'Affare Dreyfus.
Per questo parlo di lavaggio di coscienze sporchissime, quando mi metto a parlare di Céline. Quale che... (continua)
La prima cosa che dev'essere detta, e che di solito invece viene sottaciuta (specialmente in Francia) è che i pamphlets di Céline, a partire da "Bagattelle per un massacro", vendettero benissimo. Proprio per questo, con l'"indegnità nazionale", a Céline vennero confiscati tutti i beni anche futuri: con quei pamphlets aveva (per la prima volta nella sua vita) fatto un po' di soldi.
Vendettero benissimo, perché in Francia avevano un vastissimo pubblico; e questo anche ben prima dell'occupazione e del regime di Vichy. L'antisemitismo era assai diffuso tra tutte le classi sociali, e fino nella "profonda sinistra" che aveva portato al Front Popu'; a tale riguardo sembra addirittura banale ricordare l'Affare Dreyfus.
Per questo parlo di lavaggio di coscienze sporchissime, quando mi metto a parlare di Céline. Quale che... (continua)
Riccardo Venturi 15/5/2009 - 15:22
"Chanson dédiée à Céline, un des grands de la littérature française mais tristement connu pour son antisémitisme furieux et son racisme, même pour sa proximité du régime collaborationniste de Vichy.
Sûrement un personnage assez controversé. On a déjà parlé de lui dans ce site, exactement ici. Ce site, pour la faire brève, accueille aussi la Beresinalied de Thomas Legler, dont la strophe initiale ( en une inexacte traduction) est l'exergue du Voyage au bout de la nuit de Céline. Lequel, certes, outre cette œuvre capitale a écrit aussi Bagatelles pour un massacre et autres « saloperies » bien mises en lumière par Pierre Perret. ...
Il continua à faire le médecin même si peu de gens acceptaient de se faire soigner par lui; de sa maison de Meudon, qu'il avait réussi à acquérir, il ne sortit pas plus de vingt fois sur ler este de sa vie. ... Il vécut jusqu'au 1er juillet 1961 en compagnie de... (continua)
Sûrement un personnage assez controversé. On a déjà parlé de lui dans ce site, exactement ici. Ce site, pour la faire brève, accueille aussi la Beresinalied de Thomas Legler, dont la strophe initiale ( en une inexacte traduction) est l'exergue du Voyage au bout de la nuit de Céline. Lequel, certes, outre cette œuvre capitale a écrit aussi Bagatelles pour un massacre et autres « saloperies » bien mises en lumière par Pierre Perret. ...
Il continua à faire le médecin même si peu de gens acceptaient de se faire soigner par lui; de sa maison de Meudon, qu'il avait réussi à acquérir, il ne sortit pas plus de vingt fois sur ler este de sa vie. ... Il vécut jusqu'au 1er juillet 1961 en compagnie de... (continua)
Marco Valdo M.I. 15/5/2009 - 18:40
Moi aussi je veux ajouter quelque chose.
Ce site, à sa façon, est une espèce de "Voyage au bout de la nuit" à travers de chansons qui parlent souvent des nuits les plus profondes et obscures que l'humanité entière ait vécu.
C'est un site où la chanson se confond souvent avec la littérature en toutes ses formes. Le "Voyage" de Céline est peut-être l'œuvre antimilitariste la plus terrible de tous les temps. On pourrait bien l'utiliser pour une "page-millier", comme on a fait avec le monologue final du "Dictateur" de Charlie Chaplin, ou "Guerre à la guerre" d'Ernst Friedrich.
Ce n'est pas un livre facile, je le repète. Sa lecture peut troubler. Il s'agit, certes, d'un voyage "au bout de la nuit", mais, avant, il faut bien la traverser entièrement, cette nuit; et Céline la traverse et la fait traverser sans escomptes. C'est pour ça que j'aime particulièrement la couverture de Tardi, A flickering... (continua)
Ce site, à sa façon, est une espèce de "Voyage au bout de la nuit" à travers de chansons qui parlent souvent des nuits les plus profondes et obscures que l'humanité entière ait vécu.
C'est un site où la chanson se confond souvent avec la littérature en toutes ses formes. Le "Voyage" de Céline est peut-être l'œuvre antimilitariste la plus terrible de tous les temps. On pourrait bien l'utiliser pour une "page-millier", comme on a fait avec le monologue final du "Dictateur" de Charlie Chaplin, ou "Guerre à la guerre" d'Ernst Friedrich.
Ce n'est pas un livre facile, je le repète. Sa lecture peut troubler. Il s'agit, certes, d'un voyage "au bout de la nuit", mais, avant, il faut bien la traverser entièrement, cette nuit; et Céline la traverse et la fait traverser sans escomptes. C'est pour ça que j'aime particulièrement la couverture de Tardi, A flickering... (continua)
Riccardo Venturi 15/5/2009 - 19:28
Une minute de soleil en plus
[2002]
Paroles et musique: Pierre Perret
Testo e musica: Pierre Perret
Album: "Çui-là"
Paroles et musique: Pierre Perret
Testo e musica: Pierre Perret
Album: "Çui-là"
Moi je vis ma vie sans inhibition
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/3/2009 - 11:00
Quando muore un dittatore è sempre bello festeggiare tutti in "piazza"... va anche bene però offrire la "pizza" a tutti!
Alessandro 20/3/2009 - 12:01
"... Pinochet trépasse - Desproges dirait ça
Je reprends deux fois d'la pizza..."
Pierre Desproges (1939-1988), più che un comico, un umorista francese, celebre per il suo humor nero, l'anticonformismo ed il gusto per l'assurdo, uno che, per esempio, a proposito di certi generali diceva: "Lo sanno tutti in Francia che sono dei coglioni, lo sanno tutti salvo... i militari! Già, perchè si tratta di un segreto militare!"
Je reprends deux fois d'la pizza..."
Pierre Desproges (1939-1988), più che un comico, un umorista francese, celebre per il suo humor nero, l'anticonformismo ed il gusto per l'assurdo, uno che, per esempio, a proposito di certi generali diceva: "Lo sanno tutti in Francia che sono dei coglioni, lo sanno tutti salvo... i militari! Già, perchè si tratta di un segreto militare!"
Alessandro 20/3/2009 - 12:55
A proposito della morte di Pinochet vi consiglio questo divertente filmato tratto da Polònia, divertente trasmissione satirica della televisione catalana TV3
Lorenzo 20/3/2009 - 16:57
Vert de colère
[1998]
Album "La bête est revenue"
Album "La bête est revenue"
Je suis vert, vert, vert,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/3/2009 - 13:13
Le service militaire
[1966]
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
C'est bien parce que j'aime autant l'armée que les flics
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/3/2005 - 23:12
Percorsi:
Naja di merda
10 marzo 2005
IL SERVIZIO MILITARE
(continua)
(continua)
Au nom de Dieu
[1998]
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Album: La bête est revenue
Una canzone contro la guerra, sì, ma soprattutto ferocemente anticlericale e antireligiosa. Per questo mi piace doppiamente. Non ne consiglio la lettura ai pacifisti con gli occhi rivolti troppo al cielo. [RV]
Paroles et musique de Pierre Perret
Testo e musica di Pierre Perret
Album: La bête est revenue
Una canzone contro la guerra, sì, ma soprattutto ferocemente anticlericale e antireligiosa. Per questo mi piace doppiamente. Non ne consiglio la lettura ai pacifisti con gli occhi rivolti troppo al cielo. [RV]
Depuis la nuit des temps,
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/11/2004 - 04:19
Percorsi:
Antiwar Anticlericale
NOTE
(*) Santa Blandina, una giovane schiava, fu martirizzata a Lione nell’anno 177 dopo Cristo assieme a un’altra quarantina di cristiani di Lione e Vienne, tra i quali S. Potino, vescovo di Lione. E’ la santa patrona della città di Lione.
(**) Gli Harkis erano i soldati tunisini e algerini inquadrati nell’esercito francese prima dell’indipendenza delle due colonie nordafricane. "Harkis" furono detti anche quegli algerini e tunisini residenti in Francia e cittadini francesi, che al momento dell’indipendenza optarono per la cittadinanza algerina o tunisina e furono quindi rimpatriati. Qui, in riferimento a San Luigi, "harkis" viene usato da Pierre Perret semplicemente come sinonimo di "arabi, musulmani".
(***) letteralmente: "sotto il vischio". L’augurio tradizionale francese per l’anno nuovo è "au gui l’an neuf".
(****) "Parpaillot" era il tradizionale appellativo spregiativo con cui i cattolici chiamavano i calvinisti ginevrini. Oggi si usa perlopiù in tono scherzoso come "miscredente".
(*) Santa Blandina, una giovane schiava, fu martirizzata a Lione nell’anno 177 dopo Cristo assieme a un’altra quarantina di cristiani di Lione e Vienne, tra i quali S. Potino, vescovo di Lione. E’ la santa patrona della città di Lione.
(**) Gli Harkis erano i soldati tunisini e algerini inquadrati nell’esercito francese prima dell’indipendenza delle due colonie nordafricane. "Harkis" furono detti anche quegli algerini e tunisini residenti in Francia e cittadini francesi, che al momento dell’indipendenza optarono per la cittadinanza algerina o tunisina e furono quindi rimpatriati. Qui, in riferimento a San Luigi, "harkis" viene usato da Pierre Perret semplicemente come sinonimo di "arabi, musulmani".
(***) letteralmente: "sotto il vischio". L’augurio tradizionale francese per l’anno nuovo è "au gui l’an neuf".
(****) "Parpaillot" era il tradizionale appellativo spregiativo con cui i cattolici chiamavano i calvinisti ginevrini. Oggi si usa perlopiù in tono scherzoso come "miscredente".
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Chanson française – La Corinne – Pierre Perret – 1995 (Éditions Adèle)
Petit Dialogue maïeutique
Mon cher ami Lucien l’âne, que penserais-tu d’une chanson cousine de la Fernande de Georges Brassens par son franc-parler, mais quand même de vingt ans sa cadette, si j’ose ainsi dire et sœur de Lily par son auteur et interprète, Pierre Perret, chanson elle aussi antérieure de vingt ans à cette Corinne très réjouissante ?
Moi, dit Lucien l’âne en riant, j’aimerais d’abord l’entendre, car j’imagine déjà quelque chanson dans le genre de Une Pipe à Pépé d’Henri Tachan ou La Vieille de Patrick Font ou encore, celle autre qui célèbre la mort de Saint Éloi à la rengaine de « Non, non, non, Saint Éloi n’est pas mort, car il bande, car il bande encore ». Et d’ailleurs, en la matière, nous autres les ânes, c’est pas pour me vanter, ont une sacrée réputation. Même de ce bon Saint Éloi,... (continua)