O quante belle figlie
1980
O quante belle figlie, madama Dorè
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 12/1/2024 - 18:55
L'eroe individuale
1980
Se con la fionda vinse Davide Golia
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 12/1/2024 - 18:32
La partigiana in tailleur
2023
Musica e parole: Daniele Degli Esposti
Brano ispirato dal romanzo "La partigiana in tailleur", scritto da Janna Carioli e illustrato da Federica Aglietti per la collana "Fatterelli bolognesi" - edizioni Minerva.
In quegli anni di guerra Penelope aveva capito che i suoi abiti eleganti rappresentavano una specie di travestimento che le permetteva di passare senza problemi attraverso i posti di blocco.
I fascisti che piantonavano i passaggi non pensavano che quella ragazza così ben vestita fosse una staffetta partigiana. Questa è la storia vera di Penelope Veronesi.
2024
Ricordi di Viaggio
Dieci tracce di inediti mantenendo un'attenzione prioritaria alle storie della lotta di Resistenza (Monte Sole, Zelinda Resca, Porta Lame, La partigiana in tailleur su Penelope Veronesi) insieme a dediche alla letteratura ("Don Chisciotte", "Il processo" ispirata a Pasolini e "Cemento amato"... (continua)
Musica e parole: Daniele Degli Esposti
Brano ispirato dal romanzo "La partigiana in tailleur", scritto da Janna Carioli e illustrato da Federica Aglietti per la collana "Fatterelli bolognesi" - edizioni Minerva.
In quegli anni di guerra Penelope aveva capito che i suoi abiti eleganti rappresentavano una specie di travestimento che le permetteva di passare senza problemi attraverso i posti di blocco.
I fascisti che piantonavano i passaggi non pensavano che quella ragazza così ben vestita fosse una staffetta partigiana. Questa è la storia vera di Penelope Veronesi.
2024
Ricordi di Viaggio
Dieci tracce di inediti mantenendo un'attenzione prioritaria alle storie della lotta di Resistenza (Monte Sole, Zelinda Resca, Porta Lame, La partigiana in tailleur su Penelope Veronesi) insieme a dediche alla letteratura ("Don Chisciotte", "Il processo" ispirata a Pasolini e "Cemento amato"... (continua)
Il suo nome è quello di
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/2/2023 - 10:32
Veniamo da lontano
Canzone squisitamente «piccista» del compagno Ernesto Bassignano.
Pubblicata originariamente in un EP* a cura della sezione stampa e propaganda del PCI (1971); poi nell'album Ma... (Ariston, 1973). Eseguita anche dal Canzoniere delle Lame di Bologna.
* Contenente Compagno dove vai, Tempo verrà, Veniamo da lontano, Compagni, compagni. [Un EP (Extended playing) era un vinile a 45 giri che aveva le dimensioni di un 33 giri]
Pubblicata originariamente in un EP* a cura della sezione stampa e propaganda del PCI (1971); poi nell'album Ma... (Ariston, 1973). Eseguita anche dal Canzoniere delle Lame di Bologna.
* Contenente Compagno dove vai, Tempo verrà, Veniamo da lontano, Compagni, compagni. [Un EP (Extended playing) era un vinile a 45 giri che aveva le dimensioni di un 33 giri]
Veniamo da lontano andiam lontano
(continua)
(continua)
inviata da L.L. 31/3/2020 - 17:30
Venceremos
The Italian version by Canzoniere delle Lame (1975)
La version italienne du Canzoniere delle Lame (1975)
Versión italiana del Canzoniere delle Lame (1975)
Canzoniere delle Lamen italiankielinen versio (1975)
La version italienne du Canzoniere delle Lame (1975)
Versión italiana del Canzoniere delle Lame (1975)
Canzoniere delle Lamen italiankielinen versio (1975)
Dallo spettacolo “Tu, Compagno” del 1975. Presente poi nell'album Canzoni antifasciste e antimperialiste. Testo: Il Deposito – Canti di Lotta
From the musical show “Tu, Compagno” (“You, Comrade”), 1975, then included in the album Canzoni antifasciste e antimperialiste (“Anti-Fascist and Anti-Imperialist Songs”). Lyrics: Il Deposito – Canti di Lotta
D'après le spectacle musical “Tu, Compagno” (“Toi, Camarade”) de 1975, et de l'album Canzoni antifasciste e antimperialiste (“Chansons antifascistes et anti-impérialistes”). Paroles: Il Deposito – Canti di Lotta
From the musical show “Tu, Compagno” (“You, Comrade”), 1975, then included in the album Canzoni antifasciste e antimperialiste (“Anti-Fascist and Anti-Imperialist Songs”). Lyrics: Il Deposito – Canti di Lotta
D'après le spectacle musical “Tu, Compagno” (“Toi, Camarade”) de 1975, et de l'album Canzoni antifasciste e antimperialiste (“Chansons antifascistes et anti-impérialistes”). Paroles: Il Deposito – Canti di Lotta
VENCEREMOS
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 5/7/2018 - 00:16
I Sette Cervi
anonimo
[1950]
L’anonimo autore (o forse autori) faceva probabilmente parte dell’Associazione Pionieri d’Italia, organizzazione scoutistica nata dell’immediato secondo dopoguerra per iniziativa di genitori militanti del PCI.
Sull’aria della canzone alpina “Il testamento del capitano”.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Della canzone ne danno conto i curatori de Il canzoniere ribelle dell’emilia romagna (1967), Gianfranco Ginestri e Janna Carioli, datandone la composizione attorno al 1950 (sull’aria alpina de Il testamento del capitano), nell’ambito dell’Associazione Pionieri di Reggio Emilia. Fu quello, in effetti - nella prima metà degli anni ’50, con un apice nel 1955, 80° compleanno di papà Cervi -, il tempo in cui presso la casa di famiglia dei Cervi ai Campi Rossi si susseguirono delegazioni popolari, visite... (continua)
L’anonimo autore (o forse autori) faceva probabilmente parte dell’Associazione Pionieri d’Italia, organizzazione scoutistica nata dell’immediato secondo dopoguerra per iniziativa di genitori militanti del PCI.
Sull’aria della canzone alpina “Il testamento del capitano”.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Della canzone ne danno conto i curatori de Il canzoniere ribelle dell’emilia romagna (1967), Gianfranco Ginestri e Janna Carioli, datandone la composizione attorno al 1950 (sull’aria alpina de Il testamento del capitano), nell’ambito dell’Associazione Pionieri di Reggio Emilia. Fu quello, in effetti - nella prima metà degli anni ’50, con un apice nel 1955, 80° compleanno di papà Cervi -, il tempo in cui presso la casa di famiglia dei Cervi ai Campi Rossi si susseguirono delegazioni popolari, visite... (continua)
I sette figli di papà Cervi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 16:50
Lupi e agnelli
[1965]
Parole e musica di Fausto Amodei
Dal 7” intitolato “Canzoni didascaliche”
Ripresa con alcune minime variazioni testuali - vedi l’introduzione e una parentesi nell’ultima strofa del I movimento - dal Canzoniere delle Lame nel loro LP “Il prezzo del mondo” del 1975, interamente dedicato a canzoni scritte da Amodei.
Parole e musica di Fausto Amodei
Dal 7” intitolato “Canzoni didascaliche”
Ripresa con alcune minime variazioni testuali - vedi l’introduzione e una parentesi nell’ultima strofa del I movimento - dal Canzoniere delle Lame nel loro LP “Il prezzo del mondo” del 1975, interamente dedicato a canzoni scritte da Amodei.
[Signore & signori, siamo qui riuniti questa sera
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/1/2016 - 22:41
Siamo sempre partigiani
[1971]
Canzone scritta da Patrizio Nocciolini, membro del Canzoniere delle Lame
Trovo il brano in un EP del 1973, con altre tre canzoni che probabilmente non ci stavano nell’LP “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta”.
Poi anche nel recital “Tu compagno” del 1975
“Canto composto nel periodo della strategia delle tensione voluta dalla CIA e dai fascisti italiani”
(Introduzione da Gli anni che cantano)
Canzone scritta da Patrizio Nocciolini, membro del Canzoniere delle Lame
Trovo il brano in un EP del 1973, con altre tre canzoni che probabilmente non ci stavano nell’LP “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta”.
Poi anche nel recital “Tu compagno” del 1975
“Canto composto nel periodo della strategia delle tensione voluta dalla CIA e dai fascisti italiani”
(Introduzione da Gli anni che cantano)
Era la sua casa, era il suo paese
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/12/2015 - 14:25
Canzone della Pancaldi
[1968]
Anche nota come “Quel tirchio di Pancaldi”
Canzone scritta da Janna Carioli nel 1968 per le operaie della camiceria Pancaldi di Bologna che lottavano per il loro salario.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1970-71
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Bellissimi i versi: “Lui gira con la miura e noi andiamo a piedi / Se poi non si decide farem come i francesi.”
La Lamborghini Bertone modello Miura, prodotta a partire dal 1966, era all’epoca uno status symbol per ricchi ed arricchiti… Il “farem come i francesi” non si riferisce... (continua)
Anche nota come “Quel tirchio di Pancaldi”
Canzone scritta da Janna Carioli nel 1968 per le operaie della camiceria Pancaldi di Bologna che lottavano per il loro salario.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1970-71
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Bellissimi i versi: “Lui gira con la miura e noi andiamo a piedi / Se poi non si decide farem come i francesi.”
La Lamborghini Bertone modello Miura, prodotta a partire dal 1966, era all’epoca uno status symbol per ricchi ed arricchiti… Il “farem come i francesi” non si riferisce... (continua)
Quel tirchio di Pancaldi non ci vuol dar dei soldi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/12/2015 - 14:30
La fornace Gardelli
[1967]
La prima canzone scritta da Janna Carioli nel 1967 per gli operai della fornace Gardelli, il più antico stabilimento per la produzione di manufatti edili e ceramiche di Imola, che sorgeva lungo il canale dei Molini.
Canta Gianfranco Ginestri.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1971
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Già nei primi anni 50, quando nelle fabbriche di tutta Italia si cercava di “estirpare il cancro comunista”, diversi lavoratori della Gardelli, così come di altre fabbriche dell’imolese, furono licenziati... (continua)
La prima canzone scritta da Janna Carioli nel 1967 per gli operai della fornace Gardelli, il più antico stabilimento per la produzione di manufatti edili e ceramiche di Imola, che sorgeva lungo il canale dei Molini.
Canta Gianfranco Ginestri.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1971
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Già nei primi anni 50, quando nelle fabbriche di tutta Italia si cercava di “estirpare il cancro comunista”, diversi lavoratori della Gardelli, così come di altre fabbriche dell’imolese, furono licenziati... (continua)
E noi tiriam la cinghia da sei mesi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/12/2015 - 13:46
Figli di Nessuno
anonimo
Ciao Marco,
come hai potuto leggere nei commenti le canzoni intitolate "Figli di nessuno" sono due e hanno subìto nel tempo diverse interpolazioni. Nell'articolo su "Umanità Nova" citato, che raffronta i due testi, si dice che questa "Noi siam nati chissà quando, chissà dove" sarebbe stata cantata sull'aria di "Figli dell'officina" / "Avanti siam ribelli". Anch'io ho difficoltà a percepire la comunanza del motivo a partire dalla "Figli dell'officina" presente sul sito... Ma se si trattasse invece di un'altra canzone o, piuttosto, dell'ennesima commistione, interpolazione, adattamento?
Mah, bisognerà provare a fare un po' di chiarezza ma non sarà facile...
Tanto per complicare ulteriormente le cose, sul Canzoniere ribelle dell'Emilia Romagna del Canzoniere delle Lame c'è un testo che sembra riprendere insieme "Figli di nessuno", "Figli dell'officina" e altro ancora e che si afferma essere nato tra i partigiani parmensi nel 1944:
come hai potuto leggere nei commenti le canzoni intitolate "Figli di nessuno" sono due e hanno subìto nel tempo diverse interpolazioni. Nell'articolo su "Umanità Nova" citato, che raffronta i due testi, si dice che questa "Noi siam nati chissà quando, chissà dove" sarebbe stata cantata sull'aria di "Figli dell'officina" / "Avanti siam ribelli". Anch'io ho difficoltà a percepire la comunanza del motivo a partire dalla "Figli dell'officina" presente sul sito... Ma se si trattasse invece di un'altra canzone o, piuttosto, dell'ennesima commistione, interpolazione, adattamento?
Mah, bisognerà provare a fare un po' di chiarezza ma non sarà facile...
Tanto per complicare ulteriormente le cose, sul Canzoniere ribelle dell'Emilia Romagna del Canzoniere delle Lame c'è un testo che sembra riprendere insieme "Figli di nessuno", "Figli dell'officina" e altro ancora e che si afferma essere nato tra i partigiani parmensi nel 1944:
AVANTI SIAM RIBELLI
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/6/2015 - 21:48
Imolesina
anonimo
[1945]
Canzone partigiana di anonimo autore bolognese.
Testo trovato su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”. Nel repertorio del Canzoniere delle Lame.
Il “Moro” citato nella penultima strofa è quasi sicuramente Duilio Gnudi, nato a Molinella, Bologna, classe 1912, partigiano garibaldino della 36ma Brigata “Bianconcini”. “Moro” era proprio il nome di battaglia di Duilio Gnudi e, se così fosse, Rino, il bel partigiano pianto dalla sua imolesina, si troverebbe tra i tanti nomi di caduti appartenenti alla Brigata…
Queste le memorie di Duilio Gnudi, il “Moro”:
“Io sono nato nella terra di Massarenti, in casa Belpoggio, e sono sempre vissuto a Molinella. Da 14 anni di età ho sempre fatto il bracciante, mestiere che faccio tuttora. In casa Belpoggio si riunivano sempre gli antifascisti e, sebbene ragazzo, ricordo ancora Massarenti, Bentivogli, Calzolari, Bagni e molti altri dirigenti... (continua)
Canzone partigiana di anonimo autore bolognese.
Testo trovato su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”. Nel repertorio del Canzoniere delle Lame.
Il “Moro” citato nella penultima strofa è quasi sicuramente Duilio Gnudi, nato a Molinella, Bologna, classe 1912, partigiano garibaldino della 36ma Brigata “Bianconcini”. “Moro” era proprio il nome di battaglia di Duilio Gnudi e, se così fosse, Rino, il bel partigiano pianto dalla sua imolesina, si troverebbe tra i tanti nomi di caduti appartenenti alla Brigata…
Queste le memorie di Duilio Gnudi, il “Moro”:
“Io sono nato nella terra di Massarenti, in casa Belpoggio, e sono sempre vissuto a Molinella. Da 14 anni di età ho sempre fatto il bracciante, mestiere che faccio tuttora. In casa Belpoggio si riunivano sempre gli antifascisti e, sebbene ragazzo, ricordo ancora Massarenti, Bentivogli, Calzolari, Bagni e molti altri dirigenti... (continua)
Viveva ad Imola paese dell’amore
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2014 - 12:55
Son proletari i partigiani
Trovo questo canto sia su Il Deposito che su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”. In entrambe le fonti viene citato un nome, quello di Ernesto Venzi, che di questo canto potrebbe essere se non l’autore sicuramente l’informatore. Risulterebbe infatti raccolto nel bolognese nel corso degli anni 60 dai giovani (tra i quali Janna Carioli e Gianfranco Ginestri) che poi nel 1967 fondarono il gruppo de Canzoniere delle Lame.
Ernesto “Nino” Venzi è invece sicuramente l’autore della canzone Primavera giovanile già presente sulle CCG.
E visto questo precedente, azzarderei di attribuirgli in pieno anche la paternità di “Son proletari i partigiani”, canzone di sapore sicuramente comunista, quale l’autore era.
Suggerisco quindi di inserire la biografia del Venzi ed il testo della canzone meglio formattato.
Ernesto “Nino” Venzi è invece sicuramente l’autore della canzone Primavera giovanile già presente sulle CCG.
E visto questo precedente, azzarderei di attribuirgli in pieno anche la paternità di “Son proletari i partigiani”, canzone di sapore sicuramente comunista, quale l’autore era.
Suggerisco quindi di inserire la biografia del Venzi ed il testo della canzone meglio formattato.
Bernart Bartleby 10/1/2014 - 09:29
Inno delle donne
anonimo
[1944]
In “Canti della Resistenza italiana”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele Luciano Straniero, 1985.
Testo trovato su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”
Brano di autrice anonima, da cantarsi sull’aria dell’“Inno di Garibaldi” (di Luigi Mercantini, 1858), raccolto nel ravennate nel corso degli anni 60 da un gruppo di studenti e lavoratori di cui facevano parte Janna Carioli e Gianfranco Ginestri. Proprio loro, nel 1967, pubblicarono “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”, frutto di un paio di anni di raccolta e catalogazione di canzoni popolari. Lo firmarono inizialmente come “Gruppo Free” ma poco dopo si costituirono stabilmente come “Canzoniere delle Lame”.
«Il Canzoniere delle Lame era un gruppo musicale che dal 1967 al 1982 ha fatto più di mille
concerti girando in lungo e in largo per l'Italia e mezzo mondo, cantando canzoni popolari e di
“protesta”. Se... (continua)
In “Canti della Resistenza italiana”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele Luciano Straniero, 1985.
Testo trovato su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”
Brano di autrice anonima, da cantarsi sull’aria dell’“Inno di Garibaldi” (di Luigi Mercantini, 1858), raccolto nel ravennate nel corso degli anni 60 da un gruppo di studenti e lavoratori di cui facevano parte Janna Carioli e Gianfranco Ginestri. Proprio loro, nel 1967, pubblicarono “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”, frutto di un paio di anni di raccolta e catalogazione di canzoni popolari. Lo firmarono inizialmente come “Gruppo Free” ma poco dopo si costituirono stabilmente come “Canzoniere delle Lame”.
«Il Canzoniere delle Lame era un gruppo musicale che dal 1967 al 1982 ha fatto più di mille
concerti girando in lungo e in largo per l'Italia e mezzo mondo, cantando canzoni popolari e di
“protesta”. Se... (continua)
O donne d’Italia, o madri e ragazze
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2014 - 08:48
Tu compagno
[1973]
Parole e musica di Sergio Liberovici
Dal disco “Alla tenda dei metalmeccanici in Piazza Maggiore” (FLM Federazione Lavoratori Metalmeccanici, Movimento Cooperativo, Quartiere Corticella, Circolo culturale “Bertolt Brecht”, ARCI, UDI)
Poi anche nel disco dello spettacolo “Tu compagno”.
Riproposta anche da Massimo Ferrante nel suo disco “Jamu” del 2009.
Testo trovato su Il Deposito
Parole e musica di Sergio Liberovici
Dal disco “Alla tenda dei metalmeccanici in Piazza Maggiore” (FLM Federazione Lavoratori Metalmeccanici, Movimento Cooperativo, Quartiere Corticella, Circolo culturale “Bertolt Brecht”, ARCI, UDI)
Poi anche nel disco dello spettacolo “Tu compagno”.
Riproposta anche da Massimo Ferrante nel suo disco “Jamu” del 2009.
Testo trovato su Il Deposito
Tu compagno; e io, e voi, e noi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 21/5/2013 - 15:59
Gli scariolanti
anonimo
[fine 800]
Canzone nata dopo il 1880 fra i braccianti addetti ai lavori di bonifica delle paludi costiere della Romagna e della provincia di Ferrara (e cantata poi anche durante le analoghe bonifiche dell’Agro Romano e Pontino). Quell'opera richiamava nella zona masse enormi di contadini poveri e di braccianti, attratti dalla nuova possibilità di impiego: è proprio dalla concentrazione di province diverse che nasce un canto in italiano, anziché in dialetto. Protagonisti sono gli "scariolanti", cioè i braccianti che trasportavano la terra per mezzo di carriole durante i lavori di bonifica nel territorio del fiume Reno. Gli scariolanti venivano arruolati dai caporali ad ogni inizio settimana. Alla mezzanotte di domenica il caporale suonava un corno: era il segnale che chi voleva avere un lavoro doveva raggiungere al più presto l’argine dove avveniva l'arruolamento. Gli ultimi ad... (continua)
Canzone nata dopo il 1880 fra i braccianti addetti ai lavori di bonifica delle paludi costiere della Romagna e della provincia di Ferrara (e cantata poi anche durante le analoghe bonifiche dell’Agro Romano e Pontino). Quell'opera richiamava nella zona masse enormi di contadini poveri e di braccianti, attratti dalla nuova possibilità di impiego: è proprio dalla concentrazione di province diverse che nasce un canto in italiano, anziché in dialetto. Protagonisti sono gli "scariolanti", cioè i braccianti che trasportavano la terra per mezzo di carriole durante i lavori di bonifica nel territorio del fiume Reno. Gli scariolanti venivano arruolati dai caporali ad ogni inizio settimana. Alla mezzanotte di domenica il caporale suonava un corno: era il segnale che chi voleva avere un lavoro doveva raggiungere al più presto l’argine dove avveniva l'arruolamento. Gli ultimi ad... (continua)
A mezzanotte in punto
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 10/10/2012 - 14:18
Bella Calabria
[1971]
Dall’EP intitolato “Le mani a te padrone, io no, non te le bacio”
La prima di quattro canzoni (di cui due già presenti sulle CCG: Reggio la rabbia esplode e Chi non vuol chinar la testa) dedicate ai “Fatti di Reggio” del 1970/1971, quando neofascisti e ‘ndrangheta cercarono di cavalcare la protesta popolare scoppiata sì per il trasferimento del capoluogo da Reggio Calabria a Catanzaro ma motivata in realtà dalle pessime condizioni di lavoro e di vita dei braccianti, degli operai, della gente. Vi furono morti negli scontri con la polizia, vi furono morti negli attentati dinamitardi ai treni, marchio di fabbrica degli stragisti neri, morirono anche in un misterioso incidente cinque giovani anarchici che avevano raccolto prove e documenti sulle responsabilità di fascisti e mafiosi che da una parte erano riusciti a strumentalizzare la piazza a fini eversivi e dall’altra procedevano a... (continua)
Dall’EP intitolato “Le mani a te padrone, io no, non te le bacio”
La prima di quattro canzoni (di cui due già presenti sulle CCG: Reggio la rabbia esplode e Chi non vuol chinar la testa) dedicate ai “Fatti di Reggio” del 1970/1971, quando neofascisti e ‘ndrangheta cercarono di cavalcare la protesta popolare scoppiata sì per il trasferimento del capoluogo da Reggio Calabria a Catanzaro ma motivata in realtà dalle pessime condizioni di lavoro e di vita dei braccianti, degli operai, della gente. Vi furono morti negli scontri con la polizia, vi furono morti negli attentati dinamitardi ai treni, marchio di fabbrica degli stragisti neri, morirono anche in un misterioso incidente cinque giovani anarchici che avevano raccolto prove e documenti sulle responsabilità di fascisti e mafiosi che da una parte erano riusciti a strumentalizzare la piazza a fini eversivi e dall’altra procedevano a... (continua)
Bella Calabria lunga nel mare
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 5/7/2011 - 13:10
Los vietnamitas son pequeñitos (David y Goliat)
[197?]
Testo e musica di Carlos Puebla
Letra y música de Carlos Puebla
La canzone è inclusa nel disco collettivo "Generazione Vietnam", LP Vedette Zodiaco, con Canzoniere delle Lame, Francesca Solleville, Quilapayún e altri.
Testo tratto da “Cancion Protesta: Protest Songs of Latin America”, edited by Barbara Dane, Paredon Records, 1970.
Testo e musica di Carlos Puebla
Letra y música de Carlos Puebla
La canzone è inclusa nel disco collettivo "Generazione Vietnam", LP Vedette Zodiaco, con Canzoniere delle Lame, Francesca Solleville, Quilapayún e altri.
Testo tratto da “Cancion Protesta: Protest Songs of Latin America”, edited by Barbara Dane, Paredon Records, 1970.
Los yanquis son grandullones
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 2/3/2010 - 11:29
Almirante al Cantagallo
Canzone scritta da Piero Nissim e pubblicata in "Canti di lotta dura" (1974). Antonio Giordano la cantava assieme a Nissim nel Teatro Operaio e poi con il Canzoniere di Salerno.
(informazioni provenienti da una mail dello stesso Antonio Giordano inviata alla mailing list de Il Deposito il 23 gennaio 2007).
La canzone ricorda lo stesso episodio descritto da Janna Carioli (del Canzoniere delle Lame) in Allarmi siam digiuni. Grazie a Antonio per avere inviato il testo, che è stato, ovviamente, inserito anche nel Deposito, il nostro "sito gemello" del compagno e amico Sergio Durzu, che salutiamo con molto piacere.
(informazioni provenienti da una mail dello stesso Antonio Giordano inviata alla mailing list de Il Deposito il 23 gennaio 2007).
La canzone ricorda lo stesso episodio descritto da Janna Carioli (del Canzoniere delle Lame) in Allarmi siam digiuni. Grazie a Antonio per avere inviato il testo, che è stato, ovviamente, inserito anche nel Deposito, il nostro "sito gemello" del compagno e amico Sergio Durzu, che salutiamo con molto piacere.
L'altro giorno sull'autostrada
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/1/2007 - 14:34
Percorsi:
CCG Antifà: Antifascismo militante
Se non li conoscete
[anni '70]
Testo e musica di Fausto Amodei
interpretata anche dal Canzoniere delle Lame
La potremmo chiamare, questa, anche una "canzone di servizio". Era stata scritta per riconoscere i fascisti di Almirante (quello che "parlava tanto bene", oppure quello che "non sono fascista, però Almirante ci ha raggggggione"...), ma è utilissima ancora oggi. Basta cambiarci i nomi!
Testo e musica di Fausto Amodei
interpretata anche dal Canzoniere delle Lame
La potremmo chiamare, questa, anche una "canzone di servizio". Era stata scritta per riconoscere i fascisti di Almirante (quello che "parlava tanto bene", oppure quello che "non sono fascista, però Almirante ci ha raggggggione"...), ma è utilissima ancora oggi. Basta cambiarci i nomi!
Se non li conoscete guardateli un minuto
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/1/2007 - 16:31
Allarmi siam digiuni
[1971]
Parole di Janna Carioli
musica di Emal
si veda anche Almirante al Cantagallo di Piero Nissim.
Erano i primi di giugno del 1973 quando Almirante si fermò all’Autogrill di Cantagallo, sull’Autostrada del sole. Forse non aveva considerato la poca distanza che c’era con Marzabotto e con sapeva che i 29 anni passati dalla strage non avevano ancora cancellato né l’orrore, né il ricordo della complicità dei fascisti italiani in quel massacro che aveva cancellato un paese intero. Così, quando un barista dell’autostazione vide Almirante avvicinarsi al banco per mangiare fece girare la voce e tutto l’autogrill si fermò in sciopero. “Né un panino né una goccia di benzina” fu il passaparola.
E Almirante dovette andare a fare il pieno da un’altra parte. Naturalmente quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e conquistò i titoli dei giornali per diversi giorni. Il risultato... (continua)
Parole di Janna Carioli
musica di Emal
si veda anche Almirante al Cantagallo di Piero Nissim.
Erano i primi di giugno del 1973 quando Almirante si fermò all’Autogrill di Cantagallo, sull’Autostrada del sole. Forse non aveva considerato la poca distanza che c’era con Marzabotto e con sapeva che i 29 anni passati dalla strage non avevano ancora cancellato né l’orrore, né il ricordo della complicità dei fascisti italiani in quel massacro che aveva cancellato un paese intero. Così, quando un barista dell’autostazione vide Almirante avvicinarsi al banco per mangiare fece girare la voce e tutto l’autogrill si fermò in sciopero. “Né un panino né una goccia di benzina” fu il passaparola.
E Almirante dovette andare a fare il pieno da un’altra parte. Naturalmente quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e conquistò i titoli dei giornali per diversi giorni. Il risultato... (continua)
Era giugno e faceva un gran caldo
(continua)
(continua)
inviata da Adriana e Riccardo 2/9/2006 - 12:29
Giải phóng Miền Nam
Testo e musica: Huỳnh Minh Siẽng
Nhạc và lời: Huỳnh Minh Siẽng
Un documento eccezionale nelle CCG: l'inno del Fronte di liberazione nazionale del Vietnam, vale a dire dei Viet Cong. Il testo originale vietnamita è stato ricopiato direttamente dall'unica fonte disponibile in rete, vale a dire l'immagine GIF presente sulla edizione svedese di Wikipedia. Dell'inno ha dato una versione italiana il Canzoniere delle Lame, intitolata Liberiamo il Sud Vietnam. Ha un testo differente dalla versione italiana qui presentata.
Nhạc và lời: Huỳnh Minh Siẽng
Un documento eccezionale nelle CCG: l'inno del Fronte di liberazione nazionale del Vietnam, vale a dire dei Viet Cong. Il testo originale vietnamita è stato ricopiato direttamente dall'unica fonte disponibile in rete, vale a dire l'immagine GIF presente sulla edizione svedese di Wikipedia. Dell'inno ha dato una versione italiana il Canzoniere delle Lame, intitolata Liberiamo il Sud Vietnam. Ha un testo differente dalla versione italiana qui presentata.
Incisioni in Italia:
Incisioni:
- Sul fronte del Vietnam 1945/65. Canti della Repubblica Democratica e dei partigiani del Vietnam EP (Banda e Coro dell'Armata Popolare di Liberazione)
- Il Vietnam è qui. Le veglie di Roma e di Torino
- Compagno Vietnam (Nuovo Canzoniere Milanese)
- Generazione Vietnam (Coro partigiano)
Incisioni:
- Sul fronte del Vietnam 1945/65. Canti della Repubblica Democratica e dei partigiani del Vietnam EP (Banda e Coro dell'Armata Popolare di Liberazione)
- Il Vietnam è qui. Le veglie di Roma e di Torino
- Compagno Vietnam (Nuovo Canzoniere Milanese)
- Generazione Vietnam (Coro partigiano)
Giải phóng Miền Nam, chúng ta cùng tiến bựớc.
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/8/2006 - 01:44
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dal Vietnam
Fausto Amodei: Il prezzo del mondo
[1965]
Parole e musica di Fausto Amodei
Nel 7" intitolato "Canzoni didascaliche"
Ripresa da Il Canzoniere delle Lame, è la canzone che dà il titolo al loro LP del 1975, interamente dedicato a canzoni di Amodei.
(Bernart Bartleby)
Parole e musica di Fausto Amodei
Nel 7" intitolato "Canzoni didascaliche"
Ripresa da Il Canzoniere delle Lame, è la canzone che dà il titolo al loro LP del 1975, interamente dedicato a canzoni di Amodei.
(Bernart Bartleby)
Tutto quanto ha un'etichetta
(continua)
(continua)
inviata da adriana 1/8/2005 - 15:24
Liberiamo il Sud Vietnam
Si tratta della versione italiana dell'inno dei Vietcong.
Testo ripreso da "La musica dell'altra Italia".
Nelle CCG è presente in una pagina autonoma, con relative traduzioni, anche il testo originale dell'inno, Giải phóng Miền Nam.
Testo ripreso da "La musica dell'altra Italia".
Nelle CCG è presente in una pagina autonoma, con relative traduzioni, anche il testo originale dell'inno, Giải phóng Miền Nam.
Il Sud Vietnam noi vogliamo liberar
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/6/2005 - 16:25
La ballata dell'Ardizzone
[1962]
Testo e musica di Ivan Della Mea
Inserita in vari album, da Ballate della violenza (1962) a Ringhera (1974)
GIOVANNI ARDIZZONE
da una scheda di Gianfranco Ginestri, del Canzoniere delle Lame
ripresa da Reti Invisibili
Milano 27 ottobre 1962. - Giovanni Ardizzone nacque nel 1941 a Castano Primo, a nord di Milano; era figlio unico di una famiglia titolare di una farmacia. Quando fu ucciso aveva 21 anni, era iscritto al secondo anno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano, e frequentava il collegio universitario Fulvio Testi, alle porte della città operaia di Sesto San Giovanni, alla periferia nord di Milano. Nell'ambiente studentesco e proletario apprese a conoscere e condividere gli ideali del movimento operaio ed arrivò ad essere un attivo militante comunista. Come in tante altre città italiane, sabato 27 ottobre 1962, in piena “crisi dei missili”,... (continua)
Testo e musica di Ivan Della Mea
Inserita in vari album, da Ballate della violenza (1962) a Ringhera (1974)
GIOVANNI ARDIZZONE
da una scheda di Gianfranco Ginestri, del Canzoniere delle Lame
ripresa da Reti Invisibili
Milano 27 ottobre 1962. - Giovanni Ardizzone nacque nel 1941 a Castano Primo, a nord di Milano; era figlio unico di una famiglia titolare di una farmacia. Quando fu ucciso aveva 21 anni, era iscritto al secondo anno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano, e frequentava il collegio universitario Fulvio Testi, alle porte della città operaia di Sesto San Giovanni, alla periferia nord di Milano. Nell'ambiente studentesco e proletario apprese a conoscere e condividere gli ideali del movimento operaio ed arrivò ad essere un attivo militante comunista. Come in tante altre città italiane, sabato 27 ottobre 1962, in piena “crisi dei missili”,... (continua)
M'han dit che incö la pulisia
(continua)
(continua)
Per i morti di Reggio Emilia
[1961]
Testo e musica di Fausto Amodei
Interpretata anche da: Stormy Six, Canzoniere delle Lame, Maria Carta, Modena City Ramblers, Francesco Guccini
Il giugno-luglio 1960 è segnato da una grave crisi politica che scuote l'Italia: Fernando Tambroni, democristiano, forma un governo monocolore sostenuto dal Msi. È l'"anticamera" di un colpo di stato di destra nel nostro paese.
Il 28 giugno '60 si tiene a Genova una imponente manifestazione popolare antifascista; il 30 un nuovo corteo cittadino viene affrontato dalla polizia, e negli incidenti rimangono feriti 83 manifestanti.
La proposta antifascista si diffonde in altre città e il governo Tambroni sceglie la linea dura per fronteggiare e reprimere il dilagare delle manifestazioni di piazza.
Il 6 luglio 1960 a Roma, a Porta San Paolo, la polizia reprime un corteo antifascista, ferendo alcuni deputati socialisti e comunisti; ma... (continua)
Testo e musica di Fausto Amodei
Interpretata anche da: Stormy Six, Canzoniere delle Lame, Maria Carta, Modena City Ramblers, Francesco Guccini
Il giugno-luglio 1960 è segnato da una grave crisi politica che scuote l'Italia: Fernando Tambroni, democristiano, forma un governo monocolore sostenuto dal Msi. È l'"anticamera" di un colpo di stato di destra nel nostro paese.
Il 28 giugno '60 si tiene a Genova una imponente manifestazione popolare antifascista; il 30 un nuovo corteo cittadino viene affrontato dalla polizia, e negli incidenti rimangono feriti 83 manifestanti.
La proposta antifascista si diffonde in altre città e il governo Tambroni sceglie la linea dura per fronteggiare e reprimere il dilagare delle manifestazioni di piazza.
Il 6 luglio 1960 a Roma, a Porta San Paolo, la polizia reprime un corteo antifascista, ferendo alcuni deputati socialisti e comunisti; ma... (continua)
Compagno cittadino, fratello partigiano,
(continua)
(continua)
Fuoco e mitragliatrici e Valzer dei disertori
anonimo
[1915-1916]
Musica: Ernesto De Curtis, per la canzone "Sona, Chitarra"
Canto di protesta risalente al primo conflitto mondiale, raccolto da Roberto Leydi ad Alfonsine, in provincia di Ravenna.
Canto di protesta contro le terribili condizioni della guerra in cui, per conquistare pochi metri di terra, si devono perdere tanti compagni.
Fu scritto probabilmente tra il 16/12/1915 (episodio della "Trincea dei raggi" o "dei razzi", che gli eroici fanti della Brigata Sassari riuscirono a conquistare con un assalto alla baionetta), ed il 29/3/1916 (quinta battaglia dell'Isonzo).
Questa canzone, dalla melodia assai suggestiva, tuttora è suonata a valzer nelle Quattro Province (Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia) con strumenti tradizionali come piffero (oboe popolare ad ancia doppia) fisarmonica cromatica e cornamusa.
Canto della Grande Guerra composto sull’aria della canzonetta napoletana... (continua)
Musica: Ernesto De Curtis, per la canzone "Sona, Chitarra"
Canto di protesta risalente al primo conflitto mondiale, raccolto da Roberto Leydi ad Alfonsine, in provincia di Ravenna.
Canto di protesta contro le terribili condizioni della guerra in cui, per conquistare pochi metri di terra, si devono perdere tanti compagni.
Fu scritto probabilmente tra il 16/12/1915 (episodio della "Trincea dei raggi" o "dei razzi", che gli eroici fanti della Brigata Sassari riuscirono a conquistare con un assalto alla baionetta), ed il 29/3/1916 (quinta battaglia dell'Isonzo).
Questa canzone, dalla melodia assai suggestiva, tuttora è suonata a valzer nelle Quattro Province (Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia) con strumenti tradizionali come piffero (oboe popolare ad ancia doppia) fisarmonica cromatica e cornamusa.
Canto della Grande Guerra composto sull’aria della canzonetta napoletana... (continua)
Non ne parliamo di questa guerra
(continua)
(continua)
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Parole di Janna Carioli
Musica di Sebastiano Giuffrida.
Gli Inti Illimani li conoscemmo a Berlino nel giugno del 1973. In Cile c’era il Governo di Unidad Popular e le canzoni degli Inti erano quanto di più coinvolgente avessimo mai ascoltato. Loro erano simpatici, scanzonati e bravissimi. Diventammo amici perché spartimmo un pollo durante le prove di un concerto. Anzi, per essere precisi, furono loro a spartirlo con noi che eravamo senza cena. Li rividi a Roma in ottobre, alla Pensione Varese, dove furono ospitati da compagni italiani per più di un anno, dopo che si erano trovati per caso in Italia quando in Cile si era verificato il Golpe. Avevano con sé solo le valigie e gli strumenti e tutte le loro famiglie erano rimaste in Cile. Nella stanza di uno di loro c’era una rivista latino americana, con una foto di un bel ragazzo ricciuto e moro. Era la prima volta che vedevo il... (continua)