Dougie MacLean canta una delle più belle e celebri poesie del poeta nazionale scozzese,Robert Burns(1759-1796),l'autore di "Auld Lang Syne", "Tam O' Shanter", "The Deil's awa' wi'th'Exciseman" e tante altre ballate. Robert Burns fu anche uno dei più grandi raccoglitori e catalogatori di ballate tradizionali della sua terra, che raccolse nel famoso "Scottish Musical Museum".
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"This most famous song of liberty and independence gives us an enduring image of Robert Burns. It's the provocative and defiant Burns, who laughs in the face of the ruling classes and who openly claims that he, and his people, are as good, if not better, than any of them.
It's a sentiment that has characterised the verses of many of Scotland's best poets, from Blind Harry's tales of William Wallace to Hugh MacDiarmid's 20th Century rants. It's the same sentiment that packs the punch... (continua)
L’analisi del testo si presta a molteplici letture ideologiche, per cui alcuni vogliono vedere in Burns un rivoluzionario, un precursore del socialismo.
A mio avviso la lettura più coerente è quella che inquadra Burns come fratello massone e uomo del suo tempo; nella prima strofa Burns afferma che la ricchezza e la classe sociale non devono essere il metro con cui misurare il valore di un uomo, bensì il suo carattere. Il concetto si sviluppa nella seconda strofa: l’aspetto esteriore è solo apparenza e l’onestà vale più dei vestiti eleganti. E prosegue: il giovanotto elegante con il titolo di Lord (l’aristocratico) che si pavoneggia e riceve gli elogi è solo un idiota, mentre l’uomo “comune”, che impara a ragionare, non si lascia irretire (dalla ricchezza, dai privilegi, dalle consuetudini, dalle opinioni “comuni”. Infine nella quarta strofa si ribadisce che l’onestà (integrità) di un uomo... (continua)
"No, non vado a combattere per gli inglesi e il loro impero. Il mio unico regno sono le valli e i fiumi [gleann o glan, in gaelico] della mia terra e combatterò solo per proteggere la mia famiglia dalla prepotenza dei signori"
I've been called to fight for royalty (continua)
inviata da Alessandro 19/9/2009 - 22:59
Una raccomandazione per chiunque invii canzoni: controllate sempre che non siano già presenti, anche come versioni italiane! E' il caso ad esempio di due versioni di Gianfranco Manfredi inviate da Adriana, che erano già nel database come sotto i rispettivi autori (i Dire Straits per Brothers in Arms, ovvero Fratelli di guerra e Dougie McLean per War, tradotta da Manfredi come Che ci hanno fatto?). Fate attenzione!
[2003]
"Danni Collaterali" edito da "Il Manifesto"
L'operazione musicale raccoglie artisti importanti della canzone italiana quali Eugenio Finardi, Ricky Gianco, Claudio Lolli, Gino Paoli, Suso, Gianfranco Manfredi, Teresa De Sio, Patrizio Fariselli Project (ex Area) e Angela Baggi, Skiantos, Lella Costa, Yo Yo Mundi più la partecipazione di Fernanda Pivano, Maurizio Camardi e Lucio 'Violino' Fabbri i quali
reinterpretano, con opportuna traduzione, celebri brani anglo-americani di autori sensibili al tema pacifista: Emerson, Lake&Palmer, Bruce Cockburn.
Mark Knopfler, Dougie Mac Lean, Sinead O'Connor, Ani Di Franco, oltre a brani originali e nuovi. Tutte le canzoni, anche le riesecuzioni di repertorio d¹autore, sono (con un'unica eccezione) incisioni del tutto inedite.
Le persone che hanno contribuito a questo progetto si sono telefonate e incontrate nei giorni che precedevano la guerra... (continua)
[1795]
Dougie MacLean canta una delle più belle e celebri poesie del poeta nazionale scozzese,Robert Burns(1759-1796),l'autore di "Auld Lang Syne", "Tam O' Shanter", "The Deil's awa' wi'th'Exciseman" e tante altre ballate. Robert Burns fu anche uno dei più grandi raccoglitori e catalogatori di ballate tradizionali della sua terra, che raccolse nel famoso "Scottish Musical Museum".
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"This most famous song of liberty and independence gives us an enduring image of Robert Burns. It's the provocative and defiant Burns, who laughs in the face of the ruling classes and who openly claims that he, and his people, are as good, if not better, than any of them.
It's a sentiment that has characterised the verses of many of Scotland's best poets, from Blind Harry's tales of William Wallace to Hugh MacDiarmid's 20th Century rants. It's the same sentiment that packs the punch... (continua)