[1968]
Album“Everybody’s Got A Right To Live”
con il Rev. Frederick Douglass Kirkpatrick
Testo pubblicato sul libretto dell’album e su Broadside Magazine n.91 del maggio 1968. Presente anche in Veleno di Piombo sul Muro, le canzoni del Black Power, a cura di Alessandro Portelli, editori Laterza, 1969.
Sul suo sito Jimmy Collier oggi compare vestito da cowboy e non c’è quasi traccia della sua vecchia discografia e, in particolare, di quel potentissimo lavoro intitolato “Everybody’s Got A Right To Live” che realizzò nel 1968 per le edizioni Broadside/Smithsonian Folkways a quattro mani con il reverendo Frederick Douglass Kirkpatrick, pastore, folksinger ed attivista per i diritti civili, fondatore dei “Deacons for Defense and Justice”, gruppo armato di autodifesa della gente di colore attivo in Lousiana e Mississippi e antesignano delle Black Panthers.
Eppure Collier – di padre nero... (continua)
Dal volume: Veleno di piombo sul muro, Le canzoni del Black Power, Editori Laterza, Tempi nuovi 30, ottobre 1969, pp.207 / 209. Così Alessandro Portelli introduceva la canzone: "Un'altra eccellente canzone sulla guerra in Vietnam. È interessante il riferimento agli indiani d'America: esistono alcune correnti nel movimento negro che tendono a rivalutare anche l'eredità indiana e a ricollegarvisi come a quella di popolo di colore che per primo fu padrone dell'America. Da Everybody's Got a Right to Live cit.; trascritta per "Broadside" da Barbara Dane." (p. 205) Nel volume, l'autore è presentato come "Jim" Collier (non "Jimmy"); la notazione sugli Indiani sembra far credere al fatto che Collier fosse figlio di una indiana Choctaw. [RV]
da Sing for Freedom - The Story of the Civil Rights Movement through its songs. Edited and compiled by Guy and Candie Carawan.
In addition to Jimmy Collier's songs, the 'End the Slums' movement has adapted many rhythm and blues songs. To the urban Negro of today, many of these songs provide an emotional release from the omnipresent suffering, while stimulating the will to struggle, serving them in much the same manner as the spirituals served their enslaved forefathers.
David Llorens, "New Birth in the Ghetto", Sing Out! July 1966
There's a rock and roll group called The Impressions and we call them 'movement fellows' and we try to sing a lot of their songs. Songs like Keep on Pushing, I Been Trying, I'm So Proud, It's Gonna be a Long Long Winter, People Get Ready, There's a Meeting Over Yonder really speak to the situation a lot of us find ourselves in. One song that has really become kind of a favorite with us especially when we got a lot of mean folks around is 'Never Too Much Love'"
"Now one thing we try to do with this song is to get people to make up verses. You'd be surprised what kind of verses come from people who don't consider themselves songwriters or singers... Some people don't even consider themselves people."
from Sing for Freedom - The Story of the Civil Rights Movement through its songs. Edited and compiled by Guy and Candie Carawan.
[1968]
Nell’album di Jimmy Collier e del Rev. Frederick Douglass Kirkpatrick “Everybody’s Got A Right To Live”, Broadside Records 1968
Francis Nwia-Kofi Ngonloma, meglio noto come Kwame Nkrumah (1909-1972) è stato un rivoluzionario e politico ghanese, protagonista della stagione della decolonizzazione e della lotta per l’indipendenza africana. Fu il primo presidente del Ghana indipendente (1957). Radicale e anticolonialista in politica estera, convinto assertore della necessità di un governo federale di tutti gli Stati africani (ma con i suoi colleghi non riuscì a mettere in piedi altro che un’organizzazione intergovernativa, l’Organizzazione dell’Unità Africana), in politica interna, dopo alcuni successi iniziali nel campo dell'istruzione e della costruzione di infrastrutture, il socialismo di Nkrumah virò velocemente verso l’autoritarismo: partito unico, presidenza a vita e repressione... (continua)
Hands off Nkrumah (continua)
inviata da Alessandro 28/9/2009 - 14:50
Bisognerebbe solo dire chi sono i signori nella foto, perchè uno è "abbronzato" ma non è Obama (ah ah ah), e l'altro è bianco ma non è Berlusconi, anzi, è un africano!
[1969]
Brano trovato su Broadside Magazine n.100 del luglio 1969
Beh, non di certo una canzone pacifica…
Però ‘sto Jimmy Collier mi pare che da giovane fosse un po’ sborone… o era il comune sentire dell’epoca, che si sarebbe riusciti a far fuori tutti i “Mister”?!? Comunque Jimmy Collier continua a suonare e cantare anche oggi; lo fa con un bel cappellone da cowboy calato in testa e senza che sui cenni biografici che compaiono sulla sua pagina ci sia la benchè minima traccia del “rude rivoluzionario” che è stato da giovane…
All over the world there are things I know about (continua)
Album“Everybody’s Got A Right To Live”
con il Rev. Frederick Douglass Kirkpatrick
Testo pubblicato sul libretto dell’album e su Broadside Magazine n.91 del maggio 1968. Presente anche in Veleno di Piombo sul Muro, le canzoni del Black Power, a cura di Alessandro Portelli, editori Laterza, 1969.
Sul suo sito Jimmy Collier oggi compare vestito da cowboy e non c’è quasi traccia della sua vecchia discografia e, in particolare, di quel potentissimo lavoro intitolato “Everybody’s Got A Right To Live” che realizzò nel 1968 per le edizioni Broadside/Smithsonian Folkways a quattro mani con il reverendo Frederick Douglass Kirkpatrick, pastore, folksinger ed attivista per i diritti civili, fondatore dei “Deacons for Defense and Justice”, gruppo armato di autodifesa della gente di colore attivo in Lousiana e Mississippi e antesignano delle Black Panthers.
Eppure Collier – di padre nero... (continua)