Pourquoi cette pluie
Versione dei Radiodervish
Cuore Meridiano (2024)
Dal songbook di Idir, cantautore berbero scomparso nel 2020, arriva “Porquoi cette pluie” con il testo di Jean-Jacques Goldman che racconta le vicende della guerra civile algerina degli anni Novanta che portò con sé tanto dolore, ma anche la speranza in un futuro migliore. L’arrangiamento dei Radiodervish esalta l’incontro tra la tradizione nordafricana e la chanson française arricchendo il tutto con echi di sonorità mediterranee con la toccante interpretazione di Nabil che coglie il senso profondo del brano che culmina nel verso “Pourquoi cette pluie, pourquoi est-ce un message, est-ce un cri du ciel” (“Perché questa pioggia, perché è un messaggio, è un grido dal cielo”).
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Cuore Meridiano (2024)
Dal songbook di Idir, cantautore berbero scomparso nel 2020, arriva “Porquoi cette pluie” con il testo di Jean-Jacques Goldman che racconta le vicende della guerra civile algerina degli anni Novanta che portò con sé tanto dolore, ma anche la speranza in un futuro migliore. L’arrangiamento dei Radiodervish esalta l’incontro tra la tradizione nordafricana e la chanson française arricchendo il tutto con echi di sonorità mediterranee con la toccante interpretazione di Nabil che coglie il senso profondo del brano che culmina nel verso “Pourquoi cette pluie, pourquoi est-ce un message, est-ce un cri du ciel” (“Perché questa pioggia, perché è un messaggio, è un grido dal cielo”).
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Dq82 16/10/2024 - 13:50
Le temps de vivre
Versione dei Radiodervish
Cuore Meridiano (2024)
Si prosegue con il lirismo di “Le temps de vivre” di Georges Moustaki, tratta dalla colonna sonora dell’omonimo film francese e interpretata originariamente da Henia Ziv. L’interpretazione vocale di Nabil è coinvolgente e arriva a toccare il cuore con il verso “Nous prendrons le temps de vivre/D’être libres, mon amour” (“Ci prenderemo il tempo per vivere/per essere liberi, amore mio”).
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Cuore Meridiano (2024)
Si prosegue con il lirismo di “Le temps de vivre” di Georges Moustaki, tratta dalla colonna sonora dell’omonimo film francese e interpretata originariamente da Henia Ziv. L’interpretazione vocale di Nabil è coinvolgente e arriva a toccare il cuore con il verso “Nous prendrons le temps de vivre/D’être libres, mon amour” (“Ci prenderemo il tempo per vivere/per essere liberi, amore mio”).
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Dq82 16/10/2024 - 13:48
Luglio, agosto, settembre (nero)
Versione dei Radiodervish
Cuore Meridiano (2024)
Ad aprire il disco è “Luglio agosto settembre nero” degli Area tratta dal disco “Arbeit macht frei” del 1973, ricontestualizzata in chiave world con un nuovo inciso in arabo in cui viene raccontato il genocidio in corso a Gaza e in Palestina. La voce di Nabil è intensa ed evocativa, mentre la chitarra elettrica guida la linea melodica sostenuta da una architettura ritmica che interseca batteria, percussioni ed elettronica. Struggente sul finale il corso di voci bianche che intona quasi fosse un ritornello il verso “giocare col mondo facendolo a pezzi”.
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Cuore Meridiano (2024)
Ad aprire il disco è “Luglio agosto settembre nero” degli Area tratta dal disco “Arbeit macht frei” del 1973, ricontestualizzata in chiave world con un nuovo inciso in arabo in cui viene raccontato il genocidio in corso a Gaza e in Palestina. La voce di Nabil è intensa ed evocativa, mentre la chitarra elettrica guida la linea melodica sostenuta da una architettura ritmica che interseca batteria, percussioni ed elettronica. Struggente sul finale il corso di voci bianche che intona quasi fosse un ritornello il verso “giocare col mondo facendolo a pezzi”.
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Dq82 16/10/2024 - 13:46
Love Me in Jerusalem
2019
Café Jerusalem
Café Jerusalem
سهرتنا ام كلثوم صوت القاهرة يذيع (continua)
inviata da Dq82 13/11/2023 - 14:05
Boulégar
2021
Mediterraneo Ostinato
Stefano Saletti: vocals, saz, bouzouki, oud, tzouras, classic guitar, piano
Nabil Salameh: vocals
Barbara Eramo: vocals
Gabriele Coen: sax
Pejman Tadayon: ney
Carlo Cossu: violin
Mario Rivera: double bass
Arnaldo Vacca: bodhran, triangle, shaker
Baobab ensemble: choir
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi... (continua)
Mediterraneo Ostinato
Stefano Saletti: vocals, saz, bouzouki, oud, tzouras, classic guitar, piano
Nabil Salameh: vocals
Barbara Eramo: vocals
Gabriele Coen: sax
Pejman Tadayon: ney
Carlo Cossu: violin
Mario Rivera: double bass
Arnaldo Vacca: bodhran, triangle, shaker
Baobab ensemble: choir
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi... (continua)
Boulégar, se suzar, abrazar aneb amar
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 4/4/2021 - 10:11
Nuovi schiavi
2018
Il sangre e il sal
Finalista Voci x la libertà 2019
Il sangre e il sal
Finalista Voci x la libertà 2019
C'erano un tempo schiavi orgogliosi di sognare
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 1/3/2019 - 15:50
Rosa di Turi
Album: Radiodervish - 1996
Poi in Radiodervish - In acustico (2001)
Gramsci scontò nel 1926 un periodo di detenzione nel carcere pugliese di Turi e scrisse una poesia intitolata appunto La rosa di Turi. E’ intensa come può esserlo parlare alla donna che si ama tra le pareti di un carcere e ci mostra un lato di vulnerabilità sentimentale e personale di un uomo dalle forti convinzioni politiche.
Della parte in arabo c'è solo la traduzione tra parentesi.
22 aprile 1929
Carissima Tania,
ho ricevuto le tue cartoline del 13 e del 19 aprile. Aspetterò con pazienza le notizie di casa.
Credo che anche tu ti sia accorta, in quei pochi momenti che ci siamo visti, quanto io sia divenuto paziente. Lo ero anche prima, ma solo in virtú di un grande sforzo su me stesso: era una certa qualità diplomatica, necessaria per entrare in rapporto con gli imbecilli e con la gente noiosa, della quale purtroppo... (continua)
Poi in Radiodervish - In acustico (2001)
Gramsci scontò nel 1926 un periodo di detenzione nel carcere pugliese di Turi e scrisse una poesia intitolata appunto La rosa di Turi. E’ intensa come può esserlo parlare alla donna che si ama tra le pareti di un carcere e ci mostra un lato di vulnerabilità sentimentale e personale di un uomo dalle forti convinzioni politiche.
Della parte in arabo c'è solo la traduzione tra parentesi.
22 aprile 1929
Carissima Tania,
ho ricevuto le tue cartoline del 13 e del 19 aprile. Aspetterò con pazienza le notizie di casa.
Credo che anche tu ti sia accorta, in quei pochi momenti che ci siamo visti, quanto io sia divenuto paziente. Lo ero anche prima, ma solo in virtú di un grande sforzo su me stesso: era una certa qualità diplomatica, necessaria per entrare in rapporto con gli imbecilli e con la gente noiosa, della quale purtroppo... (continua)
Sai da un anno in qua
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 22/1/2015 - 17:55
Gaza
Hanno avvolto il cielo con il nero della notte,
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 21/1/2015 - 20:07
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
In fondo ai tuoi occhi
[2012]
Canzone inedita dalla compilation intitolata «Dal pesce alla Luna»
Canzone inedita dalla compilation intitolata «Dal pesce alla Luna»
Ti ho visto per le strade di Madrid
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 15/11/2012 - 21:40
Tè chi t'èi
Da "Munfrà" (2011)
Tè Chi T’éi? Cantato in italiano e arabo, racconta l’incontro di due persone che dialogano (il Monferrato è stato storicamente un luogo di passaggio e integrazione), e dialogando si conoscono e si scoprono uguali. Piemonte e Medio Oriente, culture che si incontrano (e non si scontrano) che si contaminano. Un testo splendido e profondo, uno dei vertici del disco. www.storiadellamusica.it
Tè chi t'éi?" e nelle sue sonorità tipicamente mediterranee (in primo piano l’oud di Franco Minelli). La canzone racconta di un incontro: uno è un abitante del luogo l'altro è uno straniero, forse un saraceno (incarnato dalla voce suadente di Nabil Salameh dei Radiodervish). Si chiedono entrambi nella loro lingua “tu chi sei”?, per poi riconoscersi come uguali. www.bielle.org
Tè Chi T’éi? Cantato in italiano e arabo, racconta l’incontro di due persone che dialogano (il Monferrato è stato storicamente un luogo di passaggio e integrazione), e dialogando si conoscono e si scoprono uguali. Piemonte e Medio Oriente, culture che si incontrano (e non si scontrano) che si contaminano. Un testo splendido e profondo, uno dei vertici del disco. www.storiadellamusica.it
Tè chi t'éi?" e nelle sue sonorità tipicamente mediterranee (in primo piano l’oud di Franco Minelli). La canzone racconta di un incontro: uno è un abitante del luogo l'altro è uno straniero, forse un saraceno (incarnato dalla voce suadente di Nabil Salameh dei Radiodervish). Si chiedono entrambi nella loro lingua “tu chi sei”?, per poi riconoscersi come uguali. www.bielle.org
Si muove il prato che sembra il mare
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 10/6/2011 - 11:20
I pazzi siete voi
Artista: Artisti Contro Il Nucleare
feat. Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, Mannarino, Assalti Frontali, Radiodervish, Cisco
Album: singolo
Anno di pubblicazione: 2011
Produzione: Greenpeace Italia
Sette ragazzi hanno scelto di privarsi per un mese della loro libertà e vivere rinchiusi in un rifugio secondo precise regole di radioprotezione. Al chiuso. Niente insalata, niente latte, formaggio, carne o pesce freschi. Solo internet per comunicare.
È un atto estremo per far sentire le ragioni del loro No al Nucleare e difendere il futuro di tutti.
Non usciranno fino a che il referendum del 12 e 13 giugno cancellerà l’incubo nucleare.
“I PAZZI SIETE VOI” è il primo omaggio musicale alla nostra protesta, ma attenzione non è rivolto a noi che siamo tappati nel rifugio! È un omaggio alla protesta, quindi rivolto a tutti quei ‘pazzi’ che credono nel referendum.
Adriano Bono... (continua)
feat. Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, Mannarino, Assalti Frontali, Radiodervish, Cisco
Album: singolo
Anno di pubblicazione: 2011
Produzione: Greenpeace Italia
Sette ragazzi hanno scelto di privarsi per un mese della loro libertà e vivere rinchiusi in un rifugio secondo precise regole di radioprotezione. Al chiuso. Niente insalata, niente latte, formaggio, carne o pesce freschi. Solo internet per comunicare.
È un atto estremo per far sentire le ragioni del loro No al Nucleare e difendere il futuro di tutti.
Non usciranno fino a che il referendum del 12 e 13 giugno cancellerà l’incubo nucleare.
“I PAZZI SIETE VOI” è il primo omaggio musicale alla nostra protesta, ma attenzione non è rivolto a noi che siamo tappati nel rifugio! È un omaggio alla protesta, quindi rivolto a tutti quei ‘pazzi’ che credono nel referendum.
Adriano Bono... (continua)
Al referendum ci si va, o non si va
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 23/5/2011 - 09:02
Percorsi:
Contro il Nucleare
Stella cometa
1999
Capo Horn
feat. Nabil Salameh (Radiodervish)
Questa è solo una canzone d'amore, ma allora perché inserirla? Il video racconta la storia di un amore contrastato in Palestina.
Capo Horn
feat. Nabil Salameh (Radiodervish)
Questa è solo una canzone d'amore, ma allora perché inserirla? Il video racconta la storia di un amore contrastato in Palestina.
Penso a te prima di dormire
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 17/10/2010 - 11:54
Amara terra mia
(1971)
Testo di Enrica Bonaccorti e Domenico Modugno
Musica di Giovanna Marini (1964) (per "Cade l'oliva") rielaborata da Modugno
pubblicata da Modugno per la prima volta nell'album "Con l'affetto della memoria" del 1971
Nel 1973 il brano fu scelto da Mario Landi come sigla della serie tv Nessuno deve sapere, per cui fu pubblicato successivamente come lato A del 45 giri Amara terra mia/Sortileggio di luna con il coro de I Cantori Moderni di Alessandroni con l'arrangiamento di Piero Pintucci.
Questa dolente e bellissima canzone di Modugno, recentemente reinterpretata da Ginevra Di Marco, Radiodervish, Peppe Voltarelli, Ermal Meta e Piero Pelù non poteva certo mancare nel percorso sull'immigrazione.
Testo di Enrica Bonaccorti e Domenico Modugno
Musica di Giovanna Marini (1964) (per "Cade l'oliva") rielaborata da Modugno
pubblicata da Modugno per la prima volta nell'album "Con l'affetto della memoria" del 1971
Nel 1973 il brano fu scelto da Mario Landi come sigla della serie tv Nessuno deve sapere, per cui fu pubblicato successivamente come lato A del 45 giri Amara terra mia/Sortileggio di luna con il coro de I Cantori Moderni di Alessandroni con l'arrangiamento di Piero Pintucci.
Questa dolente e bellissima canzone di Modugno, recentemente reinterpretata da Ginevra Di Marco, Radiodervish, Peppe Voltarelli, Ermal Meta e Piero Pelù non poteva certo mancare nel percorso sull'immigrazione.
Sole alla valle, sole alla collina,
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 10/4/2009 - 12:02
Milioni di promesse
[2007]
Album "L'immagine di te", prodotto da Franco Battiato.
Musica: Michele Lobaccaro – Nabil Salameh - Alessandro Pipino
Testo: Nabil Salameh – Michele Lobaccaro.
Album "L'immagine di te", prodotto da Franco Battiato.
Musica: Michele Lobaccaro – Nabil Salameh - Alessandro Pipino
Testo: Nabil Salameh – Michele Lobaccaro.
Corpi isolati sulla soglia di un bar
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 30/12/2008 - 22:27
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Giorni senza memoria
Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir
Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori
Mirko Signorile: pianoforte
Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico
Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica
Il brano intende essere un invito a riflettere su questi temi superando visioni parziali colonialistiche ed “eurocentriche” per contribuire alla costruzione attiva di una memoria viva e sempre in dialogo con l’attualità, Il tutto in un’ottica di speranza come suggerisce il ritornello: “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”, che forse è rappresentata proprio da quella linea che collega il cervello al cuore e che viene tracciata da una bambina nel videoclip.
Nel testo si ricordano una serie di genocidi... (continua)