Figli dell'officina
Figli dell’officina
(continua)
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inviata da giorgio + CCG/AWS Staff 13/12/2008 - 15:01
La versione con il ritornello modificato da Joe Fallisi.
Joe Fallisi ha introdotto una modifica che è divenuta presto molto popolare tra i gruppi anarchici: l'ultimo verso del ritornello, "Di pace e di lavor", è sostituito con "Liberi dal lavor". - Wikisource
Joe Fallisi ha introdotto una modifica che è divenuta presto molto popolare tra i gruppi anarchici: l'ultimo verso del ritornello, "Di pace e di lavor", è sostituito con "Liberi dal lavor". - Wikisource
Riccardo Venturi 14/12/2008 - 00:58
La versione con le "libere bandiere" (eseguita, tra gli altri, dai Modena City Ramblers in "Fuori campo" [1999])
La versione MCR di questa canzone si chiude con la voce di Ann Mulqueen, registrata durante la pre-produzione del disco in Irlanda; la voce irlandese canta un lilting estratto da Beidh aonach amarach I gContae an Chiair (C'è una fiera domani nella contea di Clare)
La versione MCR di questa canzone si chiude con la voce di Ann Mulqueen, registrata durante la pre-produzione del disco in Irlanda; la voce irlandese canta un lilting estratto da Beidh aonach amarach I gContae an Chiair (C'è una fiera domani nella contea di Clare)
FIGLI DELL'OFFICINA
(continua)
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inviata da Giorgio + CCG/AWS Staff 14/12/2008 - 01:10
Grazie, Staff per le precisazioni d'obbligo. Il canto "Figli dell'officina" riproposto dai Modena City Ramblers (1999), risale effettivamente al 1921 al periodo degli "Arditi del popolo" (*), anche se la versione partigiana è sicuramente la più famosa. Notizie abbastanza dettagliate sull'origine del canto nel numero speciale de "Il nuovo canzoniere italiano" (a cura di Roberto Leydi, ed. Avanti Milano, 1963) dedicato allo spettacolo "La grande paura". Autori del testo sarebbero Giuseppe Raffelli di Cerreto, fraz. del comune di Montignoso (Massa Carrara) e Giuseppe Del Freo, che avrebbero utilizzato la musica di un canto militare.
Inciso su un 78 giri del 1946 dalla banda e coro degli anarchici carraresi, riversato poi in Canti anarchici 2 (33/17 dei Dischi del Sole, DS 11) e poi in Addio Lugano bella a cura di M.L. Straniero (Dischi del Sole, DS 152/54), "Figli dell'officina è stato anche... (continua)
Inciso su un 78 giri del 1946 dalla banda e coro degli anarchici carraresi, riversato poi in Canti anarchici 2 (33/17 dei Dischi del Sole, DS 11) e poi in Addio Lugano bella a cura di M.L. Straniero (Dischi del Sole, DS 152/54), "Figli dell'officina è stato anche... (continua)
giorgio 14/12/2008 - 11:06
Tornando ai due Giuseppe autori della prima versione dei "Figli dell’officina", posso assicurarvi che il cognome del secondo è Del Freo e non De Feo. Quanto al primo (il Raffaeli) ho qui alcuni cenni biografici che ho tentato di inserire senza successo nella sezione biografia:
Giuseppe Raffaelli, nato il 30 gennaio 1892 a La Soggetta di Cerreto (Montagnoso)* ha lavorato nelle cave di Carrara come riquadratore e nel 1921 è stato uno degli organizzatori degli Arditi del Popolo di Massa Carrara. Con l’avvento del fascismo è costretto ad emigrare in Francia facendo svariati mestieri (manovale, scalpellino, elettricista, contadino...), partecipa alla rivoluzione spagnola del 1936, nella brigata Libero Battistelli, nei pressi di Barcellona dove viene ferito. Rientra a Nizza, viene arrestato durante il governo Pétain e internato nel campo di Fernet Dans l’Ariegé** dove rimane fino al 1943. Consegnato... (continua)
Giuseppe Raffaelli, nato il 30 gennaio 1892 a La Soggetta di Cerreto (Montagnoso)* ha lavorato nelle cave di Carrara come riquadratore e nel 1921 è stato uno degli organizzatori degli Arditi del Popolo di Massa Carrara. Con l’avvento del fascismo è costretto ad emigrare in Francia facendo svariati mestieri (manovale, scalpellino, elettricista, contadino...), partecipa alla rivoluzione spagnola del 1936, nella brigata Libero Battistelli, nei pressi di Barcellona dove viene ferito. Rientra a Nizza, viene arrestato durante il governo Pétain e internato nel campo di Fernet Dans l’Ariegé** dove rimane fino al 1943. Consegnato... (continua)
giorgio 15/12/2008 - 08:07
December 15, 2008
“Figli dell'Officina” (Sons of the Workshop) is the traditional hymn of the Italian anarchists. The original lyrics were composed 1921 by two anarchists from Carrara, Giuseppe Raffaelli and Giuseppe Del Freo, while preparing to fight with the “People's Defenders” (Arditi del Popolo) against the Fascist armed bands. The lyrics were set to the tune of a folksong. The hymn was also adopted by communist Partisans in Northern Italy throughout the Resistance years. In 1999, the hymn has been performed (with slight modifications) by the Italian combat band Modena City Ramblers in their album “Fuori Campo”, but it belongs to the repertory of every combat folksinger and group in Italy (Giovanna Marini and Gruppo Popolare di Brancaccio, Banda Bassotti, Assalti Frontali). Figli dell'Officina was sung by Tuscan anarchists at Franco Serantini's burial (Pisa 1972). On judge's reading... (continua)
“Figli dell'Officina” (Sons of the Workshop) is the traditional hymn of the Italian anarchists. The original lyrics were composed 1921 by two anarchists from Carrara, Giuseppe Raffaelli and Giuseppe Del Freo, while preparing to fight with the “People's Defenders” (Arditi del Popolo) against the Fascist armed bands. The lyrics were set to the tune of a folksong. The hymn was also adopted by communist Partisans in Northern Italy throughout the Resistance years. In 1999, the hymn has been performed (with slight modifications) by the Italian combat band Modena City Ramblers in their album “Fuori Campo”, but it belongs to the repertory of every combat folksinger and group in Italy (Giovanna Marini and Gruppo Popolare di Brancaccio, Banda Bassotti, Assalti Frontali). Figli dell'Officina was sung by Tuscan anarchists at Franco Serantini's burial (Pisa 1972). On judge's reading... (continua)
SONS OF THE WORKSHOP
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Chanson anarchiste italienne - Figli dell'officina - Fils de l'Usine - Giuseppe Raffaelli et Giuseppe Del Freo, 1921
(Version française de Riccardo Venturi, 15 décembre 2008)
“Figli dell'Officina” (Fils de l'Usine) est l'hymne traditionnel des Anarchistes italiens. Les paroles originelles furent écrites par deux anarchistes de Carrara, Giuseppe Raffaelli et Giuseppe Del Freo, en 1921, peu avant d'affronter les bandes armées fascistes avec les “Arditi du Peuple”. La mélodie vient d'une chanson populaire. Dans les années de la Résistance, pendant la 2ème guerre mondiale, l'hymne fut adopté aussi par les partisans communistes de l'Italie du Nord. En 1999 il a été repris (et modifié, comme d'habitude) par le groupe italien Modena City Ramblers dans l'album “Fuori campo”, sans oublier l'interprétation de Giovanna Marini avec le Gruppo Popolare di Brancaccio (Palerme). L'hymne appartient aussi... (continua)
(Version française de Riccardo Venturi, 15 décembre 2008)
“Figli dell'Officina” (Fils de l'Usine) est l'hymne traditionnel des Anarchistes italiens. Les paroles originelles furent écrites par deux anarchistes de Carrara, Giuseppe Raffaelli et Giuseppe Del Freo, en 1921, peu avant d'affronter les bandes armées fascistes avec les “Arditi du Peuple”. La mélodie vient d'une chanson populaire. Dans les années de la Résistance, pendant la 2ème guerre mondiale, l'hymne fut adopté aussi par les partisans communistes de l'Italie du Nord. En 1999 il a été repris (et modifié, comme d'habitude) par le groupe italien Modena City Ramblers dans l'album “Fuori campo”, sans oublier l'interprétation de Giovanna Marini avec le Gruppo Popolare di Brancaccio (Palerme). L'hymne appartient aussi... (continua)
FILS DE L'USINE
(continua)
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inviata da CCG/AWS Staff 15/12/2008 - 22:07
Prevediamo, come sempre succede in questi casi, che qualcuno, come dire, storcerà il nasino nel trovare in questo sito Figli dell'Officina. Casomai, il naso dovrebbe essere un po' torto agli amministratori di questo sito (me compreso!) che ancora non lo avevano inserito e che hanno aspettato che Giorgio si decidesse a proporlo; una volta fatto, ci siamo ingegnati per costruire una pagina completa e, soprattutto, non fraintendibile. Gli storcimenti di naso li lasciamo a chi capita per caso da queste parti, s'imbatte nella più giusta guerra, nella vendetta e nel vincere o morire di questo canto -che è un canto di lotta-, e, magari, si sente in dovere di puntualizzare e d'insegnarci a gestire il sito. Ce ne sono capitati letteralmente a decine, di questi commenti più o meno anonimi, su varie canzoni; stufi di rimandare sempre al vecchio Postribolo, alcuni di questi commenti li abbiamo approvati,... (continua)
Riccardo Venturi 15/12/2008 - 23:11
La "versione partigiana", o Inno Partigiano (probabilmente opera di Alfonso Failla)
Certamente questo canto è tra i più diffusi nel movimento dei lavoratori ed ha subito diverse varianti a seconda dell'organizzazione politica che lo ha utilizzato soprattutto durante la lotta partigiana (ad esempio "libere bandiere" al posto di "Bandiere rosse e nere"). I partigiani di Reggio Emilia riprendono Figli dell'officina aggiungendo all'inizio del canto alcune strofe:
Noi siam nati chissà quando, chissà dove
Allevati dalla pubblica carità
Senza padre, senza madre, senza un nome
E noi viviam come gli uccelli in libertà
Figli di nessuno per monti andiam
Ci disprezza ognuno perché laceri noi siam
Ma se c'è qualcuno che ci sappia comandar e guidar
Figli di nessuno, anche a digiuno saprem sparar.
Figli dell'officina, figlioli della terra
Già l'ora s'avvicina della più giusta guerra [...]
Ma anche nel... (continua)
Certamente questo canto è tra i più diffusi nel movimento dei lavoratori ed ha subito diverse varianti a seconda dell'organizzazione politica che lo ha utilizzato soprattutto durante la lotta partigiana (ad esempio "libere bandiere" al posto di "Bandiere rosse e nere"). I partigiani di Reggio Emilia riprendono Figli dell'officina aggiungendo all'inizio del canto alcune strofe:
Noi siam nati chissà quando, chissà dove
Allevati dalla pubblica carità
Senza padre, senza madre, senza un nome
E noi viviam come gli uccelli in libertà
Figli di nessuno per monti andiam
Ci disprezza ognuno perché laceri noi siam
Ma se c'è qualcuno che ci sappia comandar e guidar
Figli di nessuno, anche a digiuno saprem sparar.
Figli dell'officina, figlioli della terra
Già l'ora s'avvicina della più giusta guerra [...]
Ma anche nel... (continua)
INNO PARTIGIANO
(continua)
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inviata da Riccardo Venturi 4/7/2013 - 10:52
IN MEMORIA DI GUIDO BERTACCO
(Gianni Sartori - 2015)
Ho rinviato a lungo prima di scrivere questo ricordo del compagno Guido Bertacco scomparso già da alcuni mesi (marzo 2015). Aspettavo forse che qualche altro sopravvissuto del MAV (Movimento AnarchicoVicentino) prendesse l'iniziativa? Difficile, dato che ormai in giro non è rimasto nessuno o quasi, almeno per quanto riguarda la militanza. Oltre a Guido, nel corso degli anni se ne sono andati per sempre Anna Za, Laura Fornezza, Mario Seganfredo, Patrizia Grillo, Nico Natoli....E vorrei qui ricordare anche Giorgio Fortuna, sicuramente un libertario, presente fino alla fine alle iniziative contro il Dal Molin.
Qualcuno che aveva conosciuto le dure galere di stato per militanza ha poi cercato altrove un posto dove ricominciare a vivere; altri ancora sono semplicemente invecchiati...
Guido (assieme a Claudio Muraro e Rino Refosco, se non... (continua)
(Gianni Sartori - 2015)
Ho rinviato a lungo prima di scrivere questo ricordo del compagno Guido Bertacco scomparso già da alcuni mesi (marzo 2015). Aspettavo forse che qualche altro sopravvissuto del MAV (Movimento AnarchicoVicentino) prendesse l'iniziativa? Difficile, dato che ormai in giro non è rimasto nessuno o quasi, almeno per quanto riguarda la militanza. Oltre a Guido, nel corso degli anni se ne sono andati per sempre Anna Za, Laura Fornezza, Mario Seganfredo, Patrizia Grillo, Nico Natoli....E vorrei qui ricordare anche Giorgio Fortuna, sicuramente un libertario, presente fino alla fine alle iniziative contro il Dal Molin.
Qualcuno che aveva conosciuto le dure galere di stato per militanza ha poi cercato altrove un posto dove ricominciare a vivere; altri ancora sono semplicemente invecchiati...
Guido (assieme a Claudio Muraro e Rino Refosco, se non... (continua)
Gianni Sartori 5/11/2015 - 16:08
UNA PRECISAZIONE SU GUIDO BERTACCO
Una breve precisazione. Come mi ha fatto notare Franco Pianalto (vecchio militante operaio degli anni sessanta, passato dal PCI ai marxisti-leninisti e in seguito anche per Lotta comunista; oltre che amico di Bertacco) nell’articolo su Guido avevo dimenticato il ruolo fondamentale nel lavoro di controinformazione sul manicomio di Vicenza svolto da un altro CANEVA, Sante (quasi omonimo del medico e partigiano Sergio Caneva, ma non parente). Provenivano direttamente da lui gran parte delle informazioni sulla vergognosa situazione in cui versavano i reclusi e per il suo impegno subì angherie e vere e proprie persecuzioni che contribuirono, nel corso degli anni successivi, ad avvelenargli non poco la vita. Ancora negli anni sessanta, in collaborazione con un altro sindacalista e socialista, un Sartori, aveva denunciato l’assurda situazione per cui i reclusi... (continua)
Una breve precisazione. Come mi ha fatto notare Franco Pianalto (vecchio militante operaio degli anni sessanta, passato dal PCI ai marxisti-leninisti e in seguito anche per Lotta comunista; oltre che amico di Bertacco) nell’articolo su Guido avevo dimenticato il ruolo fondamentale nel lavoro di controinformazione sul manicomio di Vicenza svolto da un altro CANEVA, Sante (quasi omonimo del medico e partigiano Sergio Caneva, ma non parente). Provenivano direttamente da lui gran parte delle informazioni sulla vergognosa situazione in cui versavano i reclusi e per il suo impegno subì angherie e vere e proprie persecuzioni che contribuirono, nel corso degli anni successivi, ad avvelenargli non poco la vita. Ancora negli anni sessanta, in collaborazione con un altro sindacalista e socialista, un Sartori, aveva denunciato l’assurda situazione per cui i reclusi... (continua)
Gianni Sartori 19/11/2015 - 19:36
Dimenticavo: se non ricordo male Guido nel 1972 aderì alle “celebrazioni” di Saint-Imier (Svizzera) per il centenario del famoso Congresso anarchico.
GS
GS
Gianni Sartori 23/11/2015 - 09:40
Il seguente testo è quello riportato nel libretto "Canta Partigiano", 1947, pag.29, Panfilo editore in Cuneo, (vedi la pagina "La Veglia del Partigiano"
FIGLI DELL'OFFICINA
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inviata da gianfranco 26/8/2019 - 17:10
Riccardo Venturi 8/12/2022 - 19:30
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Testo di Giuseppe Raffaelli e Giuseppe Del Freo
Musica: Da un canto militare d'artiglieria
Lyrics by Giuseppe Raffaelli and Giuseppe Del Freo
Music: From a military (artillery) tune
"Figli dell’officina" è un inno divenuto tradizionale del movimento anarchico. Il testo originale fu scritto da Giuseppe Raffaelli e Giuseppe Del Freo, anarchici carraresi, nel 1921, mentre si preparavano ad affrontare le squadracce fasciste con gli "Arditi Del Popolo". La musica deriva da un canto militare. Nel periodo della resistenza, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ripreso dai partigiani "rossi" del nord Italia. Nel 1999 è stato ripreso (con le modifiche delle "libere bandiere") dalla band italiana Modena City Ramblers, all’interno dell’album "Fuori campo". - Girodivite - Canti anarchici
Ricordiamo anche l'interpretazione di Giovanna Marini assieme al Gruppo Popolare di Brancaccio (Palermo);... (continua)